Turismo e bollette fanno risalire l’inflazione in Italia, ma per quest’anno sarà a +1%

A luglio la variazione mensile dei prezzi al consumo è stata la più grande da un anno: +0,4%, rivista comunque al ribasso rispetto alla stima flash di +0,5%, dopo mesi di crescita zero o addirittura di decrescita del carovita. L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la ripresa dei prezzi dei beni energetici regolamentati (+5,9%) e non regolamentati (+3,4%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%) e dei servizi relativi ai trasporti (+0,4%). E gli effetti di questi incrementi sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,5%).

Come spiega l’Istat a luglio i prezzi nel mercato libero dell’energia elettrica sono cresciuti del 3,6% mese su mese e quelli del ‘Gas di città e gas naturale’ hanno registrato un +0,4%. Più caro del 2% invece il ‘Gasolio per mezzi di trasporto’ solo in parte compensata dal rallentamento dei prezzi del Gasolio per riscaldamento (+0,8% sul mese) e della benzina (+0,5% da giugno). Per quanto riguarda invece la componente regolamentata, c’è stata invece un’accelerazione su base congiunturale del 18,4% per i prezzi dell’elettricità nel mercato tutelato, mentre il gas nel tutelato è sceso dello 0,7%. Nel comparto dei servizi, +0,8% rispetto a giugno per i prezzi dei ‘Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona’. In particolare c’è stato un rincaro del 9,3% mensile dei ‘Servizi ricreativi e sportivi’ e del 9,5% dei Pacchetti vacanza. A luglio nel frattempo si amplia la flessione sia i prezzi di ‘Frutta fresca e refrigerata’ (-4,8% rispetto al mese precedente) sia quelli dei ‘Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate’ (-2,6% il congiunturale).

Per rivedere invece un +1,3% annuale dell’inflazione bisogna tornare al quarto trimestre 2023. Una risalita che si deve in primo luogo all’accelerazione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +3,5% a +11,7%) e all’attenuarsi della flessione degli energetici non regolamentati (da -10,3% a -6,0%). Un sostegno al carovita deriva inoltre dall’andamento dei prezzi dei tabacchi (da +3,4% a +4,1%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,0% a +4,4%). In rallentamento risultano, per contro, i prezzi dei beni alimentari non lavorati (che scendono a -0,4%, dal +0,3% del mese precedente) e dei beni alimentari lavorati (da +2,0% a +1,6%), il contribuisce “al rallentamento del tasso di crescita dei prezzi del ‘carrello della spesa’ (+0,7% da +1,2%)”, commenta l’Istat. Detto questo l’inflazione acquisita per il 2024 è comunque pari a +1% per l’indice generale e a +2% per la componente di fondo, al netto di energia e cibo, ovvero quella preferita dalla Bce. L’Italia quest’anno è già dunque in target con gli obiettivi della Banca Centrale Europea, che invece prevede di raggiungere a fine 2025. Per questo ha solo tagliato i tassi di un quarto di punto a giugno lasciandoli al 4,25%: oltre tre punti sopra l’inflazione. Una stretta monetaria fra le più forti nell’eurozona.

Energia, calo prezzi ma livelli pre-crisi lontani. 76,5% utenti nel mercato libero

Gli effetti della crisi energetica si attenuano, ma la guardia va lasciata alta. Dalla Relazione annuale dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente sul 2023 emergono diversi spunti di riflessione.

Innanzitutto, l’andamento dei prezzi: “Nonostante i cali registrati rispetto al picco del 2022, non tornano ai livelli pre-crisi”. I consumatori domestici hanno subito aumenti del 6%, con prezzi medi finali di 38,64 centesimi/kWh. Vengono, però, accorciate al 22,9% le distanze dall’Area euro. Così come la differenza in termini di prezzi netti (cioè al netto di oneri, imposte e tasse), che scende a +18,2%. Nel confronto con gli altri Paesi membri, sono state le famiglie tedesche a pagare di più (42,03 centesimi/kWh), seguite da quelle italiane (38,64 centesimi/kWh), francesi (32,65 centesimi/kWh) e spagnole (26,02 centesimi/kWh).

La fine dello scorso anno e l’inizio del 2024 ha segnato anche un passaggio cruciale, con la fine del mercato tutelato. Secondo i dati dell’Authority, allo scorso 1 luglio, la quota di utenti serviti dal mercato libero è del 76,5%, mentre i clienti vulnerabili in Maggior Tutela sono 3,6 milioni e 8,4 milioni i vulnerabili che hanno scelto il mercato libero. Arera osserva, poi, che per i clienti domestici, dopo la parentesi del 2022, il mercato libero presenta nuovamente valori superiori al servizio di maggior tutela, tranne chi ha consumi annui superiori a 5mila kWh/anno. C’è un’altra questione legata a questo tema e riguarda il passaggio dei vulnerabili al servizio di maggior tutela, visto che al 30 giugno si è chiusa la finestra per operare lo switch. Al momento la discussione è aperta su questo punto e il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, non chiude le porte: “Se questa è una volontà del Parlamento e arriveremo a quello, anche perché rischiano di essere quelli maggiormente penalizzati“.

Per quanto riguarda i consumi, l’Authority rileva una riduzione del 2,9%, in tutti i settori più rilevanti: agricoltura (-6,5%), industria (-4 percento), terziario (-2,1), domestico (-3) e residuale (-10,5). Gli unici aumenti sono registrati nei trasporti (+5,6%) e pesca (5,2). La domanda nazionale è stata soddisfatta per poco meno dell’84% dalla produzione nazionale e per il 16,8% dal saldo con l’estero, che realizza il valore più alto dall’inizio del secolo. Cala, invece, la produzione nazionale lorda (-6,9%) anche in funzione di un primo boom delle rinnovabili, che aumentano del +15,6%, trainate da idroelettrico (+42,4 percento), fotovoltaico (+9,2) ed eolico (+13,7), che compensano la riduzione di geotermico (-2,5%) e bioenergie (-9,1%). In questo segmento è Enel a guadagnare la palma di primo produttore con il 22,4% della generazione lorda. Il gruppo, inoltre, si conferma primo produttore anche per l‘energia elettrica con una quota del 16,9%, seguito da Eni (9,5%), che conserva il gradino più alto del podio sul termoelettrico (16,5 percento).

A proposito sempre di bollette, con l’innalzamento a 15mila euro della soglia Isee, nel 2023 sono stati riconosciuti 4,6 milioni di bonus elettrici e 3 milioni di bonus gas a clienti diretti, per importi stimato, rispettivamente, di 1,4 miliardi di euro e 716 milioni. Altro dato rilevante è quello relativo alle chiamate ricevute dallo Sportello per il consumatore energia e ambiente, che in totale sono 1.546.809 (+23% su base annua), di cui il 97% hanno riguardato energia elettrica, gas e bonus sociale, che resta la tematica più ricorrente (67% dei contatti). Alto anche il computo delle domande ricevute dal Servizio conciliazione: 32.677 (+34%). Mentre è di oltre 25,5 milioni di euro la ‘compensation’, ossia il corrispettivo economico ottenuto dai clienti o utenti finali mediante l’accordo di conciliazione. Infine, sono stati pagati oltre 65mila indennizzi ai clienti, principalmente per ritardi nella risposta ai reclami (97%), per un importo complessivo di oltre 2,8 milioni di euro.

Italia senza rivali: le bollette più salate d’Europa sono nel nostro Paese

Le bollette per l’energia elettrica in Italia sono tra le più care in Europa. Nonostante la fine della crisi energetica, il prezzo medio italiano a gennaio era del 25% superiore rispetto agli altri paesi europei e attualmente è più che raddoppiato.

“Secondo l’analisi dell’economista Massimo Beccarello – spiega Fedele Santomauro, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – questo primato in parte è dovuto alla rimozione nel 2015-2016 della possibilità per l’Acquirente Unico di effettuare coperture per stabilizzare i prezzi, privando così i consumatori di un importante meccanismo di protezione contro l’aumento dei prezzi”.

“Un altro fattore cruciale – prosegue Santomauro – è la dipendenza italiana dal gas naturale per la produzione di elettricità. Il 45% dell’elettricità in Italia viene generata bruciando gas naturale, rispetto al 19% della media europea e questo rende l’Italia particolarmente vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi del gas”.

Per migliorare la situazione, l’Italia dovrebbe accelerare la costruzione di parchi eolici e fotovoltaici.

Besseghini: “Fer 2 costerà 8-10 euro/MWH in bolletta. Mercato gas ancora nervoso”

Dagli stoccaggi di gas alle rinnovabili che incideranno nelle bollette per effetto del decreto Fer 2, ai costi della Tari e la nuova Europa. Stefano Besseghini a tutto campo ai microfoni del #GeaTalk. Il presidente dell’Arera fa il punto sui prezzi per gli approvvigionamenti di gas: “Tutto apposto? Magari è un po’ eccessivo, sicuramente non abbiamo più quei livelli di prezzi e questo molto ci tranquillizza. In ogni caso siamo più vicini ai 40 euro al Megawattora che ai 30 euro, il ché è indice di una situazione dei mercati ancora nervosa”, spiega. Chiarendo che “siamo grossomodo al doppio del valore storico di valorizzazione della commodity gas“, ma rispetto al passato “abbiamo alcuni cambi di assetto fondamentali, uno su tutti il ruolo dell’Lng, che non essendo collegato tubi fisici ci espone di fatto al mercato globale“.

Altro tema caldo è il decreto Fer 2, appena approvato dalla Commissione Ue, che consente di realizzare degli impianti per la produzione di energia rinnovabile. L’unica controindicazione è che può costare fino a 35 miliardi in venti anni, da coprire con aumenti in bolletta nella componente Asos, con un onere da calcolare nel delta tra la richiesta dei produttori nelle procedure competitive e i prezzi dell’energia elettrica sui mercati spot. “E’ molto difficile fare una stima – dice subito Besseghini -. Diciamo che, probabilmente, parliamo di circa 8-10 euro al MWH per la bolletta del consumatore, ma vedremo il suo dispiegamento nei prossimi vent’anni e a partire da quando questi impianti diventeranno operativi“.

Nel frattempo si andrà avanti con i metodi ‘tradizionali’, perché “il gas lo abbiamo raccontato, in tempi non sospetti, come combustibile di transizione e in fondo questo ruolo non viene meno. Ci accompagnerà, soprattutto nella generazione elettrica, ancora per qualche tempo“. Dunque, meglio capire che cosa aspettarci nel prossimo inverno. “Dal punto di vista delle forniture, che sono un po’ la sonda principale, pur rimanendo sempre cauti sulle previsioni di prospettiva, non si vedono indicatori di criticità particolari“. Ergo “guarderei a questo autunno con ragionevole fiducia, nel convincimento che poi entrando nel 2025/2026 le cose andranno tendenzialmente migliorando“.

Il dibattito politico, e non solo, è acceso anche sulla fine della finestra per il rientro nel mercato tutelato, in scadenza il prossimo 1 luglio. La Lega vorrebbe allargare le maglie almeno fino alla fine del 2024. “Questa è una valutazione che deve fare il governo“, mette il primo paletto Besseghini. Che vede anche delle potenziali criticità: “Questi termini hanno anche vincoli rispetto agli impegni presi e i processi già definiti, visto che l’assegnazione delle gare è avvenuta a inizio anno e rinviare alla fine di dicembre vorrebbe dire assegnare il consumatore, a distanza di un anno“. Poi, però, tutto va valutato nel contesto delle dinamiche” ma “una dilatazione di tempi porta anche a disperdere questo tipo di convenienza” dovuta alle gare ben costruite, avvisa.

Passando da un argomento all’altro, il presidente dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ritiene “estremamente virtuoso” che l’Antitrusteserciti una moral suasion sul suo approccio, cioè la visione ex post delle dinamiche di mercato che si instaurano, soprattutto in un momento di transizione in cui la chiarezza e la precisione delle informazioni aiuta a orientarsi“, commenta l’uscita dell’Agcm verso le aziende del settore energivoro. “E’ una ‘never ending story’ quella del miglioramento della chiarezza delle bollette, tant’è vero che abbiamo in corso uno specifico procedimento, che non voglio chiamare ‘bolletta 3.0’ ma è esattamente finalizzata, con un ascolto attento delle associazioni dei consumatori, a trovare un meccanismo omogeneo delle informazioni che i clienti trovano nella bolletta – prosegue -. Perché molto spesso il problema è non trovarla sempre nello stesso posto e questo è molto disorientante. Per parte nostra cerchiamo di costruire strutture di regolazione che portino a elementi formativi chiari“.

Infine, i rifiuti. “E’ abbastanza difficile dire, genericamente, che si spende troppo per la Tari – sottolinea Besseghini -. Ciò che conta è che si spenda coerentemente con i servizi che si ottengono“. Allo stesso tempo “è drammaticamente vero che abbiamo ancora zone del Paese, lo abbiamo letto in tutte le relazioni annuali, in cui il rapporto tra il costo che si sostiene e il servizio che si ottiene, o il servizio ambientale, quindi la capacità di aderire alle indicazioni su smaltimento rifiuti e riciclo, sono molto sbilanciato. Questo, però, tipicamente dipende da assetti industriali un po’ deboli, da gestioni in economia o, appunto, dalla mancanza di impianti“. Situazione che si verifica più al Sud che al Nord, ma anche sulla separazione territoriale, il presidente di Arera invita a non essere “così netto nel tracciare la divisione“.

Bollette, Gusmeroli chiede a Pichetto proroga per rientro in mercato tutelato

Chi è nel mercato libero dell’energia ha tempo fino al 30 giugno per poter passare al mercato a maggior tutela e poi, automaticamente, dal primo luglio al mercato a tutele graduali per tre anni. I vantaggi, per il presidente della commissione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, ci sono: Arera segnala che nel primo trimestre 2024 non ci sono state offerte nel mercato libero migliori di quello tutelato e, puntualizza, “al momento c’è una grande differenza tra i due“.

Il punto è, spiega, che “la campagna informativa è partita lentamente, mancano ancora le Faq e il monitoraggio degli operatori“. I cittadini che potrebbero risparmiare sono milioni, ricorda Gusmeroli in commissione: “Diciamo questo perché è una situazione che permetterebbe di far risparmiare alle famiglie senza costi per lo Stato, un caso quasi più unico che raro, e senza tassare gli operatori dell’energia“, osserva. Una “vittoria per i cittadini“, per la quale però serve più tempo e più informazione.

Ecco perché il presidente della commissione ha chiesto di sentire i Consumatori e annuncia che farà tre richieste al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Pichetto Fratin: la proroga del termine del rientro dal mercato libero a a quello tutelato al 31 dicembre, per avere più tempo informativo; la possibilità per tutti coloro che sono nel mercato libero di aderire nel triennio al mercato di tutele graduali, saltando il passaggio al tutelato che non esisterebbe più, e la possibilità di rivolgersi allo sportello del consumatore di Arera e rientrare nel servizio di maggior tutela con una semplice telefonata.

Le richieste di Gusmeroli incassano l’appoggio delle associazioni dei consumatori. Codacons si dice “pienamente favorevole” alla proroga del termine per il rientro al mercato tutelato: “Al momento assistiamo ad una situazione di totale caos – denuncia il presidente Carlo Rienzi -. Tra informazioni carenti agli utenti, procedura macchinosa per il passaggio al Servizio a Tutele Graduali e dubbi circa i reali vantaggi del mercato libero, crediamo serva più tempo per mettere in condizione tutti i clienti che già rientrano nel libero mercato di godere dei benefici delle tutele graduali”. Un’altra richiesta è che si vigili sul corretto operato dei gestori energetici, “affinché non vi siano ostacoli e pratiche scorrette che possano danneggiare gli utenti in questa delicata fase”.

Bene anche per Assoutenti che si conceda più tempo agli utenti per avere “informazioni chiare anche sul passaggio dal mercato libero, oggi meno conveniente, al servizio di maggior tutela per usufruire del servizio tutele graduali”, ribadisce il presidente onorario e responsabile energia, Furio Truzzi.

La decisione politica sarebbe “sensata” anche per il presidente di Consumerismo Luigi Gabriele, contro le “resistenze degli operatori energetici”. Solo la settimana scorsa l’associazione, con Adiconsum Sardegna, avevamo proposto una proroga del mercato tutelato ad Arera e Parlamento perché, analizzato quando sta accadendo, “ci siamo resi conto i consumatori non avrebbero mai avuto il tempo utile per essere adeguatamente informati e compiere scelte consapevoli, tanto più alla luce della tardiva e pressoché inutile attività di comunicazione messa in campo da Arera attraverso Acquirente Unico”, spiega Gabriele, che annuncia che consegnerà a Gusmeroli le oltre 30mila firme raccolte per chiedere la reintroduzione del prezzo unitario di luce e gas, “altro tassello fondamentale per la corretta informazione dei consumatori circa la spesa in bolletta”, sostiene.

In un contesto critico, dove “la libera concorrenza rischia di essere minata da posizioni dominanti e speculazioni”, il Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) e altre associazioni hanno presentato un documento condiviso in cui, spiega Mdc, hanno sottolineato la necessità di proteggere i consumatori e gli utenti attraverso normative “robuste e misure preventive efficaci”. Fondamentale, anche per Mdc, è l’ampliamento delle campagne informative, la regolamentazione del telemarketing e del teleselling, e l’intervento normativo contro le pratiche commerciali aggressive e ingannevoli.

“Chiediamo che i consumatori possano rientrare nel mercato tutelato della luce con più semplicità, al telefono, anche quello del numero verde dello Sportello del consumatore di Arera e con un modello unico uguale per tutti gli esercenti, unificando anche la documentazione necessaria”, conferma oggi Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori, nel corso dell’audizione in commissione. Nel documento scritto presentato alla Commissione tra le richieste c’è il ripristino dei bonus sociali ampliati dal Governo Draghi e non rinnovati all’eliminazione delle penali previste per chi recede prima dello scadere del contratto, il giro di vite per le comunicazioni di modifiche contrattuali con lo stop al principio del silenzio assenso, il divieto di alzare il prezzo in caso di contratto a prezzo fisso. “Urge che sul Portale offerte – insiste – sia subito inserita l’opzione dell’offerta del servizio STG, prima del 1° luglio, così da poterla confrontare sia con il mercato libero che con il Servizio di Maggior Tutela”.

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Bollette, in onda sulla Rai spot su fine tutela. Pichetto: “Facciamo chiarezza”

Parte da oggi la campagna di comunicazione sulla fine del mercato tutelato dell’elettricità sulle reti tv della Rai. “Portiamo all’attenzione del grande pubblico un messaggio di notevole rilevanza sociale”, spiega il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.

Una campagna con cui il governo punta a “fare chiarezza e a tranquillizzare i cittadini”, afferma: “La liberalizzazione del mercato dell’energia riguarderà circa 5 milioni di famiglie, verso le quali abbiamo il dovere dare il massimo dell’informazione e assicurare ogni controllo possibile contro truffe e abusi a danno dei consumatori”.

Gli spot dunque guideranno i consumatori sulle opzioni disponibili in previsione della fine del servizio di tutela della luce, spiegando anche il funzionamento del mercato a tutele graduali che lo sostituirà. La campagna, promossa dal Mase, è stata commissionata da Acquirente Unico, secondo quanto previsto dall’ultimo Decreto Energia.

In particolare, la comunicazione istituzionale prevede la messa in onda sui canali Rai dei primi quattro spot televisivi e radiofonici per informare i consumatori del nuovo contesto di mercato nel quale si svolgerà, a partire dal prossimo 1° luglio, la fornitura dei servizi di energia elettrica.

Si tratta del primo passo di una più ampia campagna di informazione che si svolge nell’arco di dodici mesi su carta stampata e social network, prevedendo anche eventi itineranti in collaborazione con le associazioni dei consumatori. Protagonista degli spot è l’ingegnere Lumi, un personaggio animato che guida gli utenti in quattro diversi scenari: per chi resta nella maggior tutela come per chi vuole fare una scelta differente, ma anche indicazioni per chi ha una domiciliazione bancaria e per i clienti vulnerabili.

 

Bisogna conoscere per poter scegliere e per scegliere al meglio“, osserva Giuseppe Moles, amministratore delegato di Acquirente Unico. Con questa campagna, fa eco al ministro, “vogliamo raggiungere tutti gli utenti finali rassicurandoli che, seppur in un momento di cambiamento molto significativo, è possibile fare scelte consapevoli e mirate, anche grazie a strumenti istituzionali messi a disposizione di tutti, quali il Portale Offerte e il Portale Consumi“. Moles garantisce che si continuerà a lavorare in stretto contatto con il Ministero, con l’Arera, e con le associazioni dei consumatori.

Ma il Movimento in Difesa del Cittadino avverte: la comunicazione non basta. L’associazione propone altre misure e si dice pronta a “collaborare attivamente con il governo e altre istituzioni per un impegno concreto che ponga i cittadini e i loro diritti al centro del processo di liberalizzazione, assicurando che il passaggio a un mercato completamente liberalizzato sia equo e vantaggioso per tutti“.

Bollette luce nel tutelato calano di un quinto: dimezzata spesa annuale per famiglia tipo

Calano di un quinto le bollette della luce nei prossimi tre mesi per chi è ancora nel mercato tutelato, cioè circa 4,5 milioni di utenti che da luglio, in gran parte, dovranno entrare nel mercato libero o non fare nulla rimanendo in un sistema di tutele graduali che dovrebbe garantire loro comunque tariffe in qualche modo protette. Le tariffe tuttavia dipendono dal prezzo della materia prima, dall’energia elettrica all’ingrosso, che a dicembre scorso era pari a 127,24 euro per megawattora in Italia, in questo mese è scesa a 89,3 e che – secondo le stime di Arera dovrebbe essere di circa 83 euro/Mwh. Da qui la decisione dell’autorità per l’energia di abbassare il costo delle bollette del 19,8% da aprile fino al termine di giugno. Ultimo aggiornamento trimestrale per i clienti non vulnerabili.

In termini di effetti finali, la spesa per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1° luglio 2023 e il 30 giugno 2024) sarà così di circa 662 euro, riavvicinandosi ai livelli precedenti alle crisi, segnando un -47,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° luglio 2022- 30 giugno 2023), periodo in cui il prezzo della materia energia raggiunse i suoi picchi massimi.

Nel dettaglio delle singole componenti in bolletta, il prezzo finale per la famiglia tipo – che registra consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW – risulta di 20,24 centesimi di euro al kWh, come nel 2021 ovvero prima dell’invasione russa dell’Ucraina (comprensivo di imposte), contro i 25,24 centesimi di euro al kWh del trimestre precedente. La variazione del -19,8% è sostanzialmente legata alla diminuzione complessiva della spesa per la materia energia (-22,5%) controbilanciata dal rialzo degli oneri generali di sistema (+2,72%). Restano invariate, invece, le tariffe di rete regolate (Trasporto e gestione contatore).

Le stime di Arera si basano sull’andamento del prezzo del gas, che determina oltre la metà della produzione elettrica in Italia, le cui “aspettative di prezzo del mercato per il secondo trimestre 2024 sono favorite da un livello degli stoccaggi europei che – complice un inverno relativamente mite – risulta storicamente elevato alla fine della stagione di erogazione”. Infatti il Ttf ad Amsterdam, oggi il contratto guida per il metano europeo, oggi è calato di un punto percentuale a 27,4 euro per megawattora rimanendo comunque sui minimi da un paio di anni. Però guardando solo i prezzi dell’elettricità in Europa, molto più influenzati dalla produzione da fonti rinnovabili e dal nucleare più che dal gas, si nota che i prezzi spot vedono Portogallo e Spagna come i Paesi meno cari d’Europa a marzo, secondo quanto emerge dalle rilevazioni quotidiane diffuse da energy-charts.info. In Portogallo il prezzo medio dell’energia elettrica è di 20,99 euro per megawattora, mentre in Spagna è di 22,12 euro/Mwh. Tra i grandi Stati continentali, il prezzo è di 55,3 euro per megawattora in Francia, 66,4 in Germania e appunto 89 euro/Mwh in Italia. In pratica l’elettricità in Spagna costa il 75% in meno rispetto al nostro Paese.

Bollette, mercato tutelato gas finisce con un -6,7%. Intanto prezzo sale dell’8%

Una bolletta storica quella del gas di dicembre comunicata oggi dall’Arera. Sarà infatti l’ultima riferita al mercato tutelato e quindi l’ultima fissata mensilmente, come accade ormai da un anno e mezzo. D’ora in poi l’Authority per l’energia aggiornerà ogni 30 giorni solo “la componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento applicata ai clienti del Servizio di tutela della vulnerabilità, attivo per circa 2,5 milioni di famiglie, con gli stessi criteri, tempi e modalità finora utilizzati”. E l’ultima bolletta nella maggior tutela chiude le trasmissioni con un -6,7%. Una riduzione, sottolinea Arera, “determinata interamente dalla diminuzione della spesa per la materia gas naturale”. In realtà il prezzo all’ingrosso in Italia, secondo quanto riporta quotidianamente il Gme, è calato di circa il 15% tra novembre e dicembre 2023. Tuttavia l’Arera, per gli utenti del mercato tutelato, ha ridotto le tariffe appunto di solo il 6,7%. Un ribasso “al di sotto delle attese” anche per Assoutenti, secondo la quale “a fronte dell’andamento al ribasso dei prezzi sui mercati internazionali, ci si aspettava un calo decisamente più marcato”.

Rimane comunque positivo il bilancio del 2023, dopo lo choc dell’anno precedente. in termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (gennaio – dicembre 2023) è stata di 1.307 euro circa, al lordo delle imposte, ed è risultata in calo del 29,9% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (gennaio – dicembre 2022). Più alta tuttavia del 15,7% nei confronti del 2021 e addirittura del +34% sul 2020, analizza il Codacons. Ma soprattutto “le previsioni per il 2024 non sono rosee – avverte il presidente Carlo Rienzi – Il ritorno delle aliquote Iva a pieno regime a partire da gennaio e l’addio al mercato tutelato dell’energia, gettano ombre inquietanti e faranno schizzare al rialzo le bollette degli italiani, considerata la grande volatilità dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali e il rischio di speculazioni e pratiche scorrette nella delicata fase del passaggio al mercato libero”.

Con l’imposta che passerà dal 5% fino al 22%, considerate le tariffe del gas di dicembre, si andrà incontro “ad una spesa aggiuntiva da circa +250 euro annui a nucleo solo a titolo di Iva”, evidenzia l presidente onorario di Assoutenti, Furio Truzzi. Dato il prezzo del gas comunicato oggi, secondo i calcoli dell’Unione Nazionale Consumatori, il mancato rinnovo della riduzione dell’Iva comporterà una tassa da 168 euro su base annua, che salirà a 213 considerando anche il ripristino degli oneri di sistema ora azzerati. Secondo lo studio dell’Unc, se per una famiglia tipo in tutela il -6,7% significa spendere 98 euro in meno su base annua, 97,86 per la precisione, la spesa totale nei prossimi dodici mesi (non, quindi, secondo l’anno scorrevole, ma dal 1° dicembre 2023 al 30 novembre 2024, nell’ipotesi di prezzi costanti), scende da 1467 a 1369 euro, che sommati ai 681 della luce, determinano una stangata complessiva pari a 2050 euro.

Intanto dopo tre sedute al ribasso, il prezzo del gas è salito di oltre l’8% ad Amsterdam. Il contratto Ttf con scadenza febbraio ha terminato gli scambi a 33 euro per megawattora perché le ultime previsioni meteo mostrano che la maggior parte dell’Europa dovrebbe vedere temperature sotto lo zero la prossima settimana per un’ondata di freddo che è stimata durare almeno fino alla metà di gennaio.

Prorogato al 1° luglio 2024 lo stop al mercato tutelato per la bolletta della luce

Arera ha prorogato la fine del mercato tutelato dell’elettricità al 1° luglio 2024, rispetto alla data del 1° aprile 2024 inizialmente prevista per l’obbligato passaggio al mercato libero. Il provvedimento è contenuto in una delibera approvata ieri sera.

Come spiega la stessa Arera, la decisione è stata presa “per assicurare uno svolgimento coerente del processo del ‘fine tutela’ per i clienti domestici non vulnerabili di elettricità”. L’Autorità aveva già approvato, il giorno successivo al via libera al Decreto Energia, lo slittamento al 10 gennaio dello svolgimento delle aste per la selezione degli operatori che effettueranno il servizio.

La decisione, spiega Arera, risponde a diverse esigenze legate al decreto: “assicurare ai clienti un tempo sufficiente per essere informati attraverso le campagne informative che, secondo il decreto 181/23, dovranno essere condotte dal Mase; effettuare le attività preparatorie all’operatività del STG, tra cui gli interventi attuativi delle disposizioni sul trasferimento automatico delle autorizzazioni all’addebito diretto delle bollette emesse dall’esercente il STG, da completarsi entro il 31 maggio 2024; limitare il più possibile il periodo intercorrente tra l’assegnazione e l’attivazione del STG”.

Rimane invece invariata la data di conclusione del periodo di assegnazione del servizio, fissata al 31 marzo 2027, in coerenza con quanto disposto dal decreto ministeriale del 17 maggio 2023. Vengono anche adeguati i testi delle comunicazioni che dovranno essere inviate ai clienti attualmente in maggior tutela dai relativi esercenti, prevedendo che siano effettuate dopo le aste e in prossimità all’avvio del servizio a tutele graduali, cioè tra aprile e giugno 2024.

“Ottima notizia – commenta Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori – anche se si tratta solo di un rinvio tecnico, inevitabile considerato il ritardo con cui il Governo aveva varato il decreto-legge del 9 dicembre 2023, rinviando la data delle aste al 10 gennaio 2024″. Unc chiede, quindi, “una decisione politica del Governo, che rinvii la fine del mercato tutelato sia per la luce che per il gas, senza e senza ma”.

Per il Codacons ora è necessario “prorogare anche la fine del mercato tutelato del gas, prevista per il prossimo 10 gennaio”. “In questo momento si assiste ad una enorme confusione sul passaggio al mercato libero di luce e gas, e il rischio concreto è che a rimetterci siano i consumatori – spiega il presidente Carlo Rienzi – Tra rinvii, proroghe, e in generale una informazione del tutto carente, gli utenti potrebbero ritrovarsi a firmare contratti con condizioni economiche svantaggiose, ritrovandosi bollette più salate”.

L’Antitrust fa le multe ma ci saranno ristori per famiglie e imprese?

Scattano le sanzioni dell’Antitrust per gli aumenti delle bollette. Quindici milioni di multa, in totale. Verrebbe da dire bruscolini rispetto al giro di affari ma tant’è. Nel mirino sono finite quasi tutte le multiutility: a noi, onestamente, non interessa né puntare il dito su chi ha sgarrato, né coccolare chi eventualmente non l’ha fatto, né – infine – elogiare l’atteggiamento dell’Autorità garante della concorrenza che, a ben considerare, ha svolto solo il suo dovere. A noi interessa mettere in evidenza come 1) la tutela nei confronti di cittadini e imprese abbia ancora tempistiche troppo lente perché, a ben considerare, il tutto risale al decreto Aiuti bis di Mario Draghi, poi prorogato al 30 giugno di quest’anno 2) come sia possibile che attraverso “pratiche commerciali aggressive” siano stati modificati ‘sic et simpliciter’ i prezzi di energia elettrica e gas 3) cittadini e imprese, nel caso tutti i prevedibili ricorsi dovessero essere respinti, dovranno essere ristorati.

Ci sofferiamo sul punto 3 non perché sia più importante degli altri due ma perché sicuramente ha un’incidenza diretta sulle tasche di imprenditori e famiglie. La domanda è semplice: sanzione a parte, chi ha subito un ingiusto aumento di bolletta sarà ricompensato? La risposta – forse – sta in questa dichiarazione del Codacons: Siamo stati i primi a denunciare la violazione dell’art. 3 del decreto Aiuti bis attraverso una raffica di esposti presentati sia all’Antitrust, sia a 104 procure della Repubblica di tutta Italia, in cui si chiedeva si intervenire per sanzionare quelle società che applicavano modifiche unilaterali ai contratti di luce e gas nonostante i divieti previsti dalla legge. Ma non basta: chiediamo indennizzi in favore di tutti gli utenti coinvolti dagli aumenti illegittimi delle tariffe di luce e gas”.

Ma la sensazione, con 104 procure di mezzo, è che di ricorsi si riempiranno le aule di giustizia. E cosa è stato speso inopinatamente verrà restituito – sempre forse – quando magari ci si riscalderà solo con pannelli solari e l’elettricità sarà generata solo da pale eoliche. Insomma, tra qualche lustro…