Caldo record

L’allarme dell’Onu: Il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato

Il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato, segnato da una serie di statistiche da record, che richiamano l’urgenza di agire contro il cambiamento climatico.

I gas serra sono a livelli record. Le temperature globali sono a livelli record. Il mare è a livelli record e la banchisa antartica non è mai stata così sottile“, avverte il capo dell’Organizzazione meteorologica mondiale, Petteri Taalas.

Per Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, queste temperature record dovrebbero “far sudare freddo i leader mondiali“.

Per gli scienziati, la capacità di limitare il riscaldamento a un livello gestibile sta sfuggendo all’umanità. Gli accordi sul clima di Parigi del 2015 miravano a limitare il riscaldamento globale al di sotto dei due gradi Celsius rispetto ai livelli medi preindustriali misurati tra il 1850 e il 1900 – e a 1,5°C se possibile. Alla fine di ottobre 2023, tuttavia, la temperatura era già di circa 1,4°C al di sopra del livello di riferimento preindustriale.

L’agenzia pubblicherà il suo rapporto finale sullo stato del clima solo tra qualche mese, ma è già convinta che il 2023 sarà in cima al podio per l’anno più caldo, davanti al 2016 e al 2020, sulla base del termometro da gennaio a ottobre.

È molto improbabile che gli ultimi due mesi possano influenzare la classifica“. Gli ultimi nove anni dal 2015 sono stati i più caldi da quando sono iniziate le misurazioni moderne. “Queste sono più che semplici statistiche”, rimarca Petteri Taalas. Ritiene che “rischiamo di perdere la corsa per salvare i nostri ghiacciai e rallentare l’aumento del livello del mare“.

Non possiamo tornare al clima del XX secolo, ma dobbiamo agire ora per limitare i rischi di un clima sempre più inospitale nel corso di questo secolo e dei secoli a venire“, ripete come un mantra.
L’OMM ha avvertito che il fenomeno climatico El Niño, apparso a metà dell’anno, “probabilmente si aggiungerà al caldo nel 2024“.

Questo fenomeno è generalmente associato a un aumento delle temperature globali nell’anno successivo alla sua comparsa. Il rapporto preliminare rivela anche che le concentrazioni dei tre principali gas serra – anidride carbonica, metano e protossido di azoto – hanno raggiunto livelli record nel 2022 e i dati preliminari indicano che i livelli hanno continuato a salire quest’anno.
I livelli di CO2 sono più alti del 50% rispetto all’era preindustriale, il che significa che “le temperature continueranno a salire per molti anni a venire“, anche se le emissioni saranno notevolmente ridotte.

Tutti questi record hanno conseguenze socio-economiche drammatiche, tra cui la riduzione della sicurezza alimentare e le migrazioni di massa. “Quest’anno abbiamo visto comunità in tutto il mondo colpite da incendi, inondazioni e temperature estreme“, ha ricordato Antonio Guterres in un video messaggio.

Guterres invita i leader riuniti a Dubai per la COP28 a impegnarsi a prendere misure drastiche per frenare il cambiamento climatico, in particolare eliminando gradualmente i combustibili fossili e triplicando la capacità delle energie rinnovabili. “Abbiamo una tabella di marcia per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C ed evitare il peggiore dei caos climatici”, ricorda. “Ma abbiamo bisogno di leader che diano il via alla COP28“.

Caldo record

Allarme clima, le vittime del caldo rischiano di quadruplicare entro il 2050

Il riscaldamento globale potrebbe quadruplicare i decessi causati dal caldo se non verranno adottati provvedimenti immediati per limitare l’aumento della temperatura sotto 1,5 gradi. E’ quanto riporta il rapporto 2023 del Lancet Countdown on Health and Climate Change, lanciando l’allarme sulla necessità “di una risposta incentrata sulla salute in un mondo che si trova ad affrontare danni irreversibili”. Con il mondo attualmente sulla buona strada per raggiungere un riscaldamento di 2,7°C entro il 2100 e con le emissioni legate all’energia che raggiungono un nuovo record nel 2022, la vita delle generazioni attuali e future è in bilico, segnala il rapporto secondo cui senza nuovi provvedimenti, entro metà secolo il numero delle morti dovute al caldo potrebbe aumentare di 4,7 volte, cioè del 370%.

Le nuove proiezioni globali contenute nell’ottavo rapporto annuale del Lancet Countdown on Health and Climate Change rivelano la grave e crescente minaccia per la salute derivante da ulteriori azioni ritardate sul cambiamento climatico, con il mondo che probabilmente registrerà un aumento di 4,7 volte dei decessi legati al caldo entro il 2050: nel 2022 gli individui sono stati, in media, esposti a 86 giorni di alte temperature pericolose per la salute, di cui il 60% aveva almeno il doppio delle probabilità che si verificassero a causa dei cambiamenti climatici causati dall’uomo. Si rileva inoltre che ondate di calore più frequenti potrebbero causare insicurezza alimentare per altri 525 milioni di persone in più entro il periodo compreso fra 2041 e il 2060, aggravando il rischio globale di malnutrizione. Il rapporto considera inoltre 47 indicatori sui benefici della mitigazione climatica per la salute.

Gli autori del rapporto denunciano quindi la “negligenza” di governi, aziende e banche che continuano a investire in petrolio e gas mentre le sfide e i costi dell’adattamento aumentano vertiginosamente e il mondo si avvicina a un danno irreversibile.

INADEGUATI SFORZI DI MITIGAZIONE. Pubblicato in vista della Cop28, la conferenza delle Nazioni Unite dedicata al clima e all’ambiente che si apre il 30 novembre a Dubai, il rapporto è frutto del lavoro di 114 esperti di 52 istituti di ricerca e agenzie dell’Onu. “Il nostro bilancio sulla salute rivela che oggi i crescenti rischi del cambiamento climatico stanno costando vite umane e mezzi di sussistenza in tutto il mondo. Le proiezioni di un mondo più caldo di 2°C rivelano un futuro pericoloso e ricordano tristemente che il ritmo e la portata degli sforzi di mitigazione visti finora sono stati tristemente inadeguati a salvaguardare la salute e la sicurezza delle persone”, afferma Marina Romanello, Direttrice Esecutiva della Lancet Countdown presso l’University College di Londra. “Con 1.337 tonnellate di anidride carbonica ancora emesse ogni secondo – dice – non stiamo riducendo le emissioni abbastanza velocemente da mantenere i rischi climatici entro i livelli che i nostri sistemi sanitari possono far fronte. L’inazione comporta un costo umano enorme e non possiamo permetterci questo livello di disimpegno: lo stiamo pagando in termini di vite umane. Ogni momento che ritardiamo rende il percorso verso un futuro vivibile più difficile e l’adattamento sempre più costoso e impegnativo”.

CRESCONO I DECESSI PER IL CALDO. Nel 2023, ricorda il rapporto, il mondo ha sperimentato le temperature globali più calde degli ultimi 100.000 anni e i record di calore sono stati battuti in ogni continente, esponendo le persone di tutto il mondo a danni mortali. Anche con l’attuale media decennale di riscaldamento globale di 1,14°C, le persone hanno sperimentato in media 86 giorni di alte temperature pericolose per la salute nel periodo 2018-2022. I decessi legati al caldo tra le persone di età superiore ai 65 anni sono aumentati dell’85% nel periodo 2013-2022 rispetto al periodo 1991-2000. Inoltre, la crescente potenza distruttiva degli eventi meteorologici estremi mette a repentaglio la sicurezza idrica e la produzione alimentare, mettendo milioni di persone a rischio di malnutrizione: nel 2021, rispetto al periodo tra il 1981 e il 2010, sono aumentate di 127 milioni in 122 Paesi le persone che hanno sperimentato insicurezza alimentare.

AUMENTA LA DIFFUSIONE DI MALATTIE INFETTIVE. Allo stesso modo, i cambiamenti climatici stanno accelerando la diffusione di malattie infettive potenzialmente letali. Ad esempio, i mari più caldi hanno aumentato di 329 km ogni anno a partire dal 1982 l’area delle coste mondiali adatta alla diffusione dei batteri Vibrio, che possono causare malattie e morte negli esseri umani, mettendo a rischio di malattie diarroiche e gravi infezioni la cifra record di 1,4 miliardi di persone. La minaccia è particolarmente elevata in Europa, dove le acque costiere adatte al Vibrio sono aumentate di 142 km ogni anno.

PERDITE ECONOMICHE PER 264 MILIARDI DI DOLLARI. In generale, conclude Lancet, il valore totale delle perdite economiche derivanti da eventi meteorologici estremi è stato stimato a 264 miliardi di dollari nel 2022, il 23% in più rispetto al periodo 2010-2014. L’esposizione al calore ha portato anche a 490 miliardi di ore potenziali di lavoro perse a livello globale nel 2022 (un aumento di quasi il 42% rispetto al periodo 1991-2000), con perdite di reddito che rappresentano una percentuale molto più elevata del PIL nei paesi a basso (6,1%) e medio reddito ( 3,8%). Queste perdite danneggiano sempre più i mezzi di sussistenza, limitando la capacità di far fronte e riprendersi dagli impatti dei cambiamenti climatici.

Eppure, “c’è ancora spazio per la speranza”, sostiene Romanello. “L’attenzione alla salute alla Cop28 è l’opportunità della nostra vita per garantire impegni e azioni. Se i negoziati sul clima porteranno ad un’equa e rapida eliminazione dei combustibili fossili, accelereranno la mitigazione e sosterranno gli sforzi di adattamento per la salute, le ambizioni dell’accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C saranno ancora realizzabili e un futuro prospero e sano sarà a portata di mano. A meno che tali progressi non si concretizzino, la crescente enfasi sulla salute nell’ambito dei negoziati sul cambiamento climatico rischia di rimanere solo parole vuote, con ogni frazione di grado di riscaldamento che esacerba i danni subiti da miliardi di persone oggi e dalle generazioni a venire”.

caldo record

Clima, è stato l’ottobre più caldo di sempre. E il 2023 batterà il record di temperatura

Quello del 2023 è stato l’ottobre più caldo di sempre a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 15,30°C. È quanto emerge dall’ultimo rapporto del Copernicus Climate Change Service (C3S), il servizio del programma Ue Copernicus sui cambiamenti climatici. Si tratta di “0,85°C al di sopra della media di ottobre 1991-2020 e 0,40°C al di sopra del precedente ottobre più caldo, quello del 2019“. Il mese di ottobre 2023 “è stato più caldo di 1,7°C rispetto alla stima della media di ottobre per il periodo 1850-1900”, il periodo di riferimento preindustriale designato. “La temperatura media della superficie del mare è stata di 20,79°C, la più alta mai registrata per il mese di ottobre”. Per quanto riguarda l’anno in corso nel suo complesso, “l’anomalia della temperatura globale per l’ottobre 2023 è stata la seconda più alta tra tutti i mesi dopo settembre 2023”.

Ottobre 2023 ha anche segnato il sesto mese consecutivo in cui l’estensione del ghiaccio marino antartico è rimasta ai minimi storici per il periodo dell’anno, con un valore mensile dell’11% inferiore alla media. L’estensione del ghiaccio marino artico “ha raggiunto il settimo valore più basso di ottobre, con un 12% al di sotto della media”, precisa Copernicus.

Ma non è tutto. La vicedirettrice Copernicus Climate Change Service (C3S), Samantha Burgess, avverte: “Possiamo affermare con quasi certezza che il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato e che attualmente si trova 1,43ºC al di sopra della media pre-industriale”. Per l’anno solare in corso (da gennaio a ottobre) la temperatura media globale è “0,10° C in più rispetto alla media dei dieci mesi del 2016, attualmente l’anno solare più caldo mai registrato”.

Ed è stato l’ottobre più bollente di sempre anche in Italia con una temperatura superiore di 3,15 gradi la media storica del mese. “In Italia l’anomalia climatica – sottolinea la Coldiretti – è stata più evidente nelle regioni del Centro dove la temperatura ad ottobre è stata di ben 3,4 gradi superiore la media storica e maggiori i danni provocati dal maltempo a novembre. Su un territorio più fragile si sono infatti abbattuti fino ad ora nel solo mese di novembre ben 107 eventi estremi tra trombe d’aria, bufere di vento e bombe d’acqua concentrate soprattutto proprio nel centro Italia”.

Ancora estate per una settimana: poi arrivano piogge e freddo

L’anticiclone africano continuerà a proteggere il nostro Paese ancora per quasi una settimana. Dopo di che irromperà l’autunno con piogge battenti, temporali e un clima sicuramente meno caldo. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it non ha più dubbi. La data dell’arrivo delle piogge è segnata: tra sabato 14 e domenica 15 l’anticiclone africano abbandonerà gradualmente l’Italia. Fino ad allora però continuerà a mietere caldo e bel tempo praticamente su tutte le regioni. Da lunedì 9 a venerdì 13 tutta l’Italia si troverà sotto la cappa estiva dell’anticiclone. Il bel tempo sarà assicurato da un cielo in prevalenza sereno su gran parte delle regioni. Soltanto sulla Liguria, sull’alta Toscana e lungo le coste di Veneto e Friuli Venezia Giulia la nuvolosità potrà essere più presente, soprattutto al mattino. Non mancheranno inoltre locali foschie o temporanei banchi di nebbia nelle primissime ore del mattino, soprattutto sulle pianure del Triveneto. E farà ancora caldo. Le temperature continueranno a mantenersi sopra la media del periodo con valori massimi ancora sopra i 30°C, non solo al Centro-Nord, ma pure al Sud, come in Sicilia e Puglia.

Tutto questo però avrà una fine. Gli ultimi aggiornamenti del Centro Europeo prospettano un radicale cambio della circolazione atmosferica in Europa. Le correnti atlantiche si faranno via via più intense e abbassandosi di latitudine cacceranno via l’anticiclone africano. L’ingresso delle correnti sul Mar Mediterraneo, ancora troppo caldo, favorirà la genesi di un ciclone che provocherà un’intensa fase di maltempo su molte regioni italiane. Tornerà la pioggia, probabilmente la neve a quote prossime ai 2000 metri, ma soprattutto arriverà il fresco autunnale con un sensibile abbassamento delle temperature, anche di 10°C rispetto a questi giorni. Irromperà l’autunno.

ONDATA DI CALDO

E’ un ottobre mai visto: caldo record anche nel weekend con Anticiclone Apollo

Temperature mai viste a ottobre, non solo in Italia ma anche su gran parte dell’Europa centro-occidentale. E il caldo aumenterà ancora. Le temperature massime saliranno anche di 3-4 gradi, entro lunedì, come conferma Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it.

Intanto il mese scorso si è chiuso con un altro record: è stato il settembre più caldo della storia a livello globale con un sorprendente aumento delle temperature rispetto al clima degli ultimi 30 anni, +0,93°C rispetto al 1991-2020. Per l’Europa la differenza è stata ancora più elevata: +2,51°C.

Un clima sempre più caldo che continueremo a vivere, anche in Italia, fino a metà mese se non oltre: l’Anticiclone Africano Apollo si espanderà, infatti ,ancora di più verso Nord nel weekend, fino a raggiungere una linea immaginaria Oxford-Amsterdam.
Insomma, il clima sarà estivo e soleggiato anche nelle ‘normalmente’ piovose Inghilterra ed Olanda. In Italia avremo un aumento termico significativo soprattutto tra domenica e lunedì, quando potrebbero essere battuti altri record mensili al Centro-Nord: ci attendiamo 32-33°C ad Agrigento, Benevento, Roma e Terni; lunedì prossimo potrebbe venire infranto il record di caldo mensile assoluto per la Capitale, domenica anche a Milano.

Oltre i 30 gradi, che è un valore estremo per l’autunno, si arriverà anche a Firenze con picchi di 31 a Ferrara, Padova, Ravenna, Rovigo, Siracusa e addirittura a Vicenza. A risentirne saranno anche piante e animali, che normalmente in questo periodo si preparano al letargo. Con queste temperature tutto il loro bioritmo stagionale diventerà sballato e l’ecosistema rischierà una paralisi temporale: tutto si sposterà di settimane in avanti e il periodo di riposo o di letargo si accorcerà drasticamente e in modo molto pericoloso.

Al momento non si prevede la fine di questo caldo anomalo; fino a metà mese, l’Anticiclone Africano Apollo dominerà la scena sull’Europa centro-occidentale, mentre ad Est qualcosa si muove: domenica 8 ottobre è attesa la prima neve a Mosca, in Russia.
Per il nostro Paese, invece, avremo un solleone quasi incontrastato, solo a tratti disturbato da qualche timido addensamento all’estremo Sud: durante il weekend infatti non sono esclusi brevi rovesci specie a ridosso dei rilievi di Calabria e Sicilia.

Per il resto invece il cielo sarà azzurro, estivo e decisamente anomalo per questo periodo autunnale: ci sembrerà di essere a luglio, ma siamo tre mesi più avanti.

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Clima, sempre più vicina soglia critica di +1,5°C dell’Accordo di Parigi

Le temperature globali continuano a battere record: dopo un’estate senza precedenti e un settembre ancora più sorprendente, il 2023 è ora l’anno più caldo mai misurato nei primi nove mesi, avvicinandosi alla soglia critica di +1,5°C rispetto all’era preindustriale.

Da gennaio a settembre, “la temperatura media globale è di 1,40°C al di sopra della media preindustriale (1850-1900)“, prima cioè dell’effetto sul clima delle emissioni di gas serra dell’umanità, annuncia il Climate Change Service (C3S) dell’osservatorio europeo Copernicus. E questa media, che è già superiore di 0,05°C rispetto all’anno record 2016, potrebbe aumentare ulteriormente negli ultimi tre mesi dell’anno, data la crescente potenza di El Nino. Il fenomeno meteorologico ciclico sul Pacifico, sinonimo di ulteriore riscaldamento, raggiunge in genere un picco intorno al periodo natalizio. “Non è scontato che nel 2023 si raggiungano gli 1,5°C. Ma siamo abbastanza vicini”, conferma all’AFP Carlo Buontempo, direttore del C3S.

Il raggiungimento di questa soglia simbolica non significherebbe tuttavia che il limite più ambizioso dell’Accordo di Parigi sia stato raggiunto, poiché l’Accordo si riferisce ai cambiamenti climatici su lunghi periodi, decenni e non singoli anni. L’IPCC, un gruppo di esperti sul clima nominato dalle Nazioni Unite, prevede che la soglia di 1,5°C sarà raggiunta già nel 2030-2035.

In primavera, l’Organizzazione meteorologica mondiale ha stimato che la barriera sarà superata per la prima volta in un solo anno nei prossimi cinque anni.

Nel frattempo, “il settembre 2023 è stato il settembre più caldo mai registrato a livello globale“, continuando una serie di record mensili globali iniziata a giugno. Il luglio 2023 detiene il record assoluto per tutti i mesi messi insieme. Con una temperatura superficiale media globale di 16,38°C, il mese scorso ha superato il record stabilito nel settembre 2020 con un margine “straordinario” di 0,5°C, ha riferito giovedì Copernicus. Il mese di settembre 2023 è quindi “più caldo di 1,75°C rispetto alla media di settembre nel periodo 1850-1900″, ha aggiunto Copernicus. Mentre le variazioni delle temperature globali sono generalmente misurate in pochi decimi di grado, il mese di settembre 2023 è di 0,9°C al di sopra della media di settembre nel periodo 1991-2020, che rappresenta “l’anomalia mensile più alta” mai misurata da Copernicus, il cui database completo risale al 1940. Tutti i continenti sono stati interessati da anomalie insolite. In Europa, settembre 2023 ha stabilito un nuovo record continentale per il primo mese dell’autunno meteorologico, con temperature di oltre 35°C in Francia fino all’inizio di ottobre. Nello stesso mese, le piogge torrenziali della tempesta Daniel, probabilmente aggravate dai cambiamenti climatici secondo gli studi preliminari, hanno devastato il nord-est della Libia e la Grecia. Anche il sud del Brasile e il Cile hanno subito un diluvio a settembre, mentre l’Amazzonia è attualmente colpita da una siccità estrema che interessa più di 500.000 abitanti.

Anche i poli stanno perdendo ghiaccio: il pack di ghiaccio antartico rimane al minimo storico per la stagione, mentre il pack di ghiaccio artico è del 18% sotto la media, secondo il C3S. Il surriscaldamento dei mari del mondo, che assorbono il 90% del calore in eccesso causato dall’attività umana a partire dall’era industriale, gioca un ruolo importante in queste osservazioni. Per il sistema di misurazione Copernicus, la temperatura media del mare ha raggiunto 20,92°C a settembre, un nuovo record mensile e la seconda misurazione più alta dopo quella dell’agosto 2023. Di fronte a questa situazione, le risposte dell’umanità sono “insufficienti, mentre il mondo sta cadendo a pezzi” e si sta avvicinando a un “punto di rottura”, ha deplorato mercoledì Papa Francesco, in un testo che ha la forma di un grido d’allarme a due mesi da una decisiva conferenza delle Nazioni Unite sul clima. Alla COP28 di Dubai, la questione di come abbandonare i combustibili fossili sarà al centro di accesi negoziati tra i Paesi, che finora non sono stati in grado di conciliare le richieste dell’Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale con le aspirazioni di sviluppo di tutta l’umanità.

caldo

Ecco l’Ottobrata italiana: mai così caldo in autunno in tutto il Paese

Il mese di ottobre inizia caldissimo: anche nei prossimi 10 giorni vivremo una situazione anomala, per certi versi preoccupante, con picchi di 30-33°C ovunque da Nord a Sud. Non si ricorda un inizio di ottobre così rovente soprattutto al Centro-Nord, con un caldo anomalo diffuso su tutto lo Stivale.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, ribadisce sempre più l’estremo riscaldamento globale che insiste da almeno 25-30 anni. Ottobrata Italiana confermata, una situazione mai vista con questa potenza negli ultimi decenni.

E il caldo estremo, il clima cambiato, si osserva anche in Europa con tantissimi nuovi record per il mese di ottobre: in Spagna si superano i 38 gradi, in Francia i 35°C, ma ci sono anche 25-26 gradi dall’Inghilterra ai Paesi Bassi e al Belgio, e localmente anche in Germania, Svizzera ed Austria. Si registrano 20 gradi in Polonia e persino in Svezia e Norvegia.

E se una volta si parlava di Ottobrata Romana, in ricordo delle tradizionali feste romane che chiudevano il periodo della vendemmia spesso in giornate soleggiate e miti nelle campagne laziali, adesso si estende a tutto il nostro Paese, dalle Alpi alla Sicilia. Non fa caldo solo dal Lazio in giù, ma si registrano picchi estivi anche in Pianura Padana e soprattutto sulla Toscana, regione più calda dell’ultimo periodo.

Le proiezioni indicano per i prossimi tre mesi caldo anomalo su tutto il continente europeo, con 2-3°C in più (medi) fino al Polo Nord; per trovare una zona con un’anomalia fredda, a livello globale, bisogna andare in Cile (solo lì), mentre su tutto il resto del mondo si vivrà un trimestre più caldo del normale, stando quantomeno alle proiezioni attuali dei principali modelli meteorologici mondiali.
Tornando in Italia, oltre al caldo, si segnala un piccolo disturbo che è previsto tra oggi e domani: qualche nuvola in più sulla Liguria e sul Triveneto con qualche rovescio a ridosso delle Alpi orientali; da giovedì però l’Anticiclone Apollo tornerà ancora più prepotente con nuovi picchi di caldo africano durante il weekend 7-8 ottobre

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Arriva l’ottobrata italiana: picchi di caldo fino a 33°C in Val Padana, l’autunno da metà mese

Il mese di ottobre inizia subito forte: nei prossimi giorni vivremo ancora una situazione anomala, per certi versi preoccupante, con picchi di caldo che toccheranno anche i 33°C in diverse località. Ecco servita l’ottobrata italiana, un periodo di estrema stabilità atmosferica, caratterizzato da temperature tutt’altro che autunnali. Questo termine deriva dalle tradizionali feste romane che chiudevano il periodo della vendemmia nel mese di Ottobre. Per celebrare il raccolto e la fine del duro lavoro, nelle giornate di Giovedì e di Domenica ogni famiglia organizzava una gita fuori porta (detta, per l’appunto, ottobrata) e così da ogni rione partivano dei carri adornati di campanacci, su cui sedevano le ragazze. Il resto della comitiva seguiva a piedi il carro fino alla destinazione.

Dal punto di vista meteorologico l’ottobrata indica un periodo, tipico appunto del mese di ottobre, durante il quale l’alta pressione domina per diversi giorni, provocando, di conseguenza, condizioni di stabilità atmosferica, assenza di piogge e un clima più tardo estivo che autunnale.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it comunica che una nuova, importante, pulsazione dell’anticiclone africano Apollo interesserà l’Italia in questi giorni di inizio ottobre: questo si tradurrà in un caldo fuori stagione, con temperature massime che, oggi, toccheranno picchi di 32-33°C sulla Valle Padana, sulle due Isole Maggiori e su Toscana e Lazio, dove avremo giornate pienamente estive, specialmente in città come Roma e Firenze. Si tratta di valori quasi da record per l’inizio di ottobre: in questa fase, infatti, le temperature dovrebbero attestarsi intorno ai 22-23°C.

Anche nel corso di martedì lo scenario meteo non cambierà di molto: ancora spazio a tanto sole e a valori termici sopra le righe da nord a sud. L’alta pressione potrebbe subire una lieve flessione a ridosso delle regioni del Nord intorno a metà settimana, tra mercoledì e giovedì, a causa del transito della coda di un veloce fronte atlantico che potrebbe portare qualche modesto disturbo specialmente a carico del rilievi del Nordest.

In questo frangente le temperature caleranno di qualche grado sulle regioni settentrionali: questo passaggio instabile tuttavia non sarà comunque in grado di scacciare l’anticiclone africano, e le temperature, seppur in calo, continueranno a mantenersi su valori ancora superiori alle medie del periodo. Per una svolta autunnale dovremo attendere ancora, probabilmente fino alla seconda decade del mese.

E’ ancora estate fino a martedì con il picco di Caronte

Ce ne stiamo rendendo conto tutti: fa caldo e anche tanto, per essere settembre. Tutta colpa del ritorno, un po’ a sorpresa, dell’anticiclone africano Caronte che ha tutta l’intenzione di far proseguire l’estate come se fossimo a luglio. I suoi piani però stanno per essere disattesi. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, non ha dubbi. L’anticiclone africano Caronte tra qualche giorno non sarà più il protagonista del tempo sull’Italia.

Il gran caldo africano avrà il suo picco nella giornata di martedì 12 settembre quando al Centro-Nord si potranno toccare picchi diurni di 33-34°C in pianura e fino a 36°C sulle zone interne del Centro e delle Isole Maggiori. In questo contesto il sole sarà prevalente su tutte le regioni. La situazione inizierà a mutare da mercoledì in poi quando il flusso instabile Nord Atlantico comincerà a scendere di latitudine, iniziando a combattere con il possente anticiclone. In questa lotta Caronte sarà costretto a cedere terreno al suo nemico.

Da mercoledì quindi i primi temporali inizieranno a interessare l’arco alpino e una nuvolosità più presente coprirà il cielo del Centro-Nord. Giovedì sarà sempre l’arco alpino ad essere bersaglio di temporali a carattere sparso e verso sera pure la Pianura Padana con temporali ad esempio a Milano, Torino, Bergamo, Brescia. Ulteriore cedimento dell’anticiclone africano nella giornata di venerdì quando i temporali, accompagnati da grandine, non solo interesseranno sempre l’arco alpino e in forma irregolare e isolata anche la Pianura Padana, ma si spingeranno pure sulle regioni centrali, specie su rilievi e zone vicine. Sul resto d’Italia il tempo non subirà grossi cambiamenti.

In base a questa previsione le temperature cominceranno gradualmente a diminuire sotto l’incalzare di aria più fresca oceanica. Ma non è finita qui, con il weekend del 16-17 settembre una perturbazione atlantica potrebbe far breccia nello scudo dell’alta pressione facendo peggiorare il tempo non solo al Nord, ma anche al Centro.

Italia divisa in due: anticiclone Bacco al Centro-Nord, rovesci al Sud

Sole e caldo al Centro-Nord fino a metà settembre con l’Anticiclone Bacco, temporali e vento fresco al Sud, con temperature sotto la media del periodo per buona parte di questa settimana.
Lorenzo Tedici, meteorologo de ilmeteo.it, conferma un’Italia divisa in due per almeno 4-5 giorni. L’Anticiclone africano Bacco porterà una fase estiva a oltranza specie sull’Europa Centrale: il caldo più estremo, per il periodo, si osserverà tra Francia, Belgio ed Olanda; già ieri lo zero termico ha raggiunto 5000 metri sulla verticale di Parigi con massime oltre i 35°C sul territorio transalpino dei nostri cugini.

L’Italia non resterà comunque a guardare e, dopo i 35°C di Firenze ed Alghero, i 33 gradi di Roma e i 30 di Milano raggiunti domenica, le temperature saliranno di nuovo da giovedì in poi, dopo una leggera flessione nelle prossime ore.

L’Estate continuerà in Italia fino al 15 settembre, a meno di clamorose sorprese, e anche al Sud arriverà il solleone da venerdì 8 in poi: in seguito, le proiezioni dei nostri modelli vedono l’arrivo di piogge e cali termici diffusi dopo il 17 settembre, ma sono tendenze con un livello di attendibilità non molto alto.

Nelle prossime ore troveremo dunque bel tempo al Centro-Nord, seppur disturbato da qualche nuvola al mattino sul Nord-Ovest e da venti freschi e tesi sulle adriatiche; al Sud invece il barometro presenterà una freccia in giù: sono previsti rovesci e locali temporali tra Calabria e Sicilia, il tutto condito purtroppo da venti forti e nubi sparse.

Questa situazione ci accompagnerà fino a venerdì: al Sud si prepara un profondo ciclone sul Mar Ionio, un Vortice Greco che potrebbe alimentarsi anche del calore del mare e formare un TLC (Tropical Like Cyclone) o in italiano Ciclone Simil-Tropicale: tra giovedì e venerdì la pressione nell’occhio di questo ciclone potrebbe raggiungere 990 hPa e scatenare venti di tempesta in mare aperto e mareggiate sulle coste. Al momento, la traiettoria di questo vortice è prevista sul Mar Ionio meridionale, intorno all’arcipelago di Malta, ma potrebbe avere un’evoluzione pericolosa, per il potenziale rischio nubifragi sulle coste ioniche di Sicilia e Calabria.