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Anticiclone in ritirata, da martedì temporali con grandine

Ultimo giorno, il più caldo, dell’anticiclone Narciso dopo di che arriverà un intenso break temporalesco. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it comunica che la giornata odierna risulterà la più calda di questo periodo in cui l’anticiclone Narciso ha riportato una totale stabilità atmosferica e un clima molto mite, anzi, a tratti pure caldo. La giornata trascorrerà con un cielo molto più nuvoloso al Nord dove il tempo peggiorerà verso sera e in nottata a partire dalle Alpi occidentali. Le temperature massime potranno toccare i 30-31°C sulle vallate alpine e sulle Isole Maggiori e fino a 25-26°C su molte città italiane.

Da martedì le cose cambieranno radicalmente. Una perturbazione atlantica, pilotata da un vortice ciclonico in formazione sul Mar Ligure, impatterà sulle regioni settentrionali provocando un graduale peggioramento del tempo a partire da Val d’Aosta e Piemonte dove sono attese le prime precipitazioni. Il resto del Nord rimarrà in attesa, così come la Toscana. Mercoledì la perturbazione interesserà con maggior intensità il Nord con temporali, possibili grandinate e forti colpi di vento che colpiranno fortemente soprattutto la Lombardia, anche Milano, ma in genere molte zone della Pianura Padana. Le precipitazioni interesseranno anche l’Emilia, le Dolomiti e il Veneto occidentale (soprattutto la zona del Garda). Nubi in aumento sul resto d’Italia, ma senza particolari fenomeni se non qualcuno in Toscana e in Sardegna.

Molto rapidamente il vortice dal Mar Ligure scenderà verso la Sardegna e quindi il nord Africa perdendo anche di energia, pertanto già da giovedì 11 il tempo tornerà a migliorare. Arriverà nuovamente un campo di alta pressione piuttosto caldo e così oltre al bel tempo prevalente, da venerdì le temperature saranno destinate ad alzarsi sensibilmente su tutte le regioni con valori massimi nuovamente sopra la media del periodo. Si prospetta quindi un altro weekend (quello del 13 e 14 aprile) molto soleggiato e decisamente più caldo di questo appena passato.

caldo

L’anticiclone Narciso si intensifica nel weekend: picchi di 30°C da Nord a Sud

L’anticiclone africano ‘Narciso’ è in procinto di invadere gran parte del Continente, fino all’estremo Nord: arriverà la sabbia del deserto in Scandinavia e inizierà l’estate in Germania e Polonia. Il caldo raggiungerà anche la Russia e ovviamente l’Italia.

Antonio Sanò, fondatore del sito ilmeteo.it, conferma una situazione straordinaria: l’anticiclone nordafricano si sta espandendo dal Marocco verso la Spagna e la Francia con temperature già in forte aumento e un po’ di pulviscolo sahariano nei cieli. Ma dai prossimi giorni inizierà a scatenarsi su gran parte dell’Europa.
Dal weekend conquisterà anche l’Italia e, in modo estremo e più intenso, le regioni alpine, la Germania e la Polonia. Una configurazione rara, ma che sta diventando sempre più frequente con i cambiamenti climatici in atto.
Nel cuore del Continente sono previsti valori termici fino a 18°C oltre la media del periodo: alcuni esempi, Berlino normalmente a inizio aprile registra massime sui 12 gradi, il termometro raggiungerà 28-30°C tra domenica e lunedì. Anche in Polonia e nella Bielorussia i termometri voleranno in alto. A Mosca si raggiungeranno 22°C e rispetto al clima aprilino che indica una media di 9, ci saranno 13 gradi in più.

Tornando in Italia, il caldo anomalo si farà sentire soprattutto tra il weekend e lunedì con picchi di 30°C anche nei fondovalle alpini: tutta la fascia alpina vivrà una fase tipica di luglio con lo zero termico fino a 4200 metri. Il record estivo è di circa 5200 metri, ad inizio aprile si dovrà salire quindi quasi sulla cima del Cervino per trovare lo zero termico.

Un quadro di caldo anomalo, da piena ondata di calore a inizio aprile che non lascia presagire niente di buono per la prossima estate. Nelle prossime ore ci sarà ancora la possibilità di locale pioviggine in Liguria e da domenica sera aumenteranno le velature ‘sabbiose’ verso il Nord-Ovest. Per il resto ci sarà tempo bello e temperature più calde nei fondovalle alpini e lontano dal mare.

NEL DETTAGLIO

Venerdì 5. Al nord: a tratti nuvoloso, locali foschie, più nubi in Liguria. Al centro: soleggiato e mite; 28°C in Sardegna. Al sud: bel tempo; 27°C in Sicilia.
Sabato 6. Al nord: quasi estate; clima molto mite con picchi di 26-28°C. Al centro: soleggiato e caldo per il periodo; 28-29°C in Sardegna. Al sud: bel tempo e caldo con punte di 28°C.
Domenica 7. Al nord: estate; clima caldo per il periodo con 26-30°C. Al centro: soleggiato e caldo per il periodo; 28-30°C in Sardegna. Al sud: bel tempo e caldo con punte di 30°C.
Tendenza: sempre sole e caldo lunedì, da martedì ciclone con grandine e temporali.

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Feste pasquali in balìa dello Scirocco: caldo al Sud, pioggia e neve al Nord

Un periodo pasquale sotto il segno dello Scirocco, il vento caldo proveniente da Sud-Est. Il nome Scirocco deriva dalll’arabo ‘sharqi = oriente’ e dalla Siria, zona di origine del vento rispetto al centro ‘marino’ degli antichi posto sull’isola di Zacinto nel Mar Ionio.

Antonio  Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma un periodo molto particolare sul nostro Paese. Lo Scirocco colorerà i nostri cieli di giallo, ocra o arancio trasportando in quota tanta ‘Sabbia del Deserto’: si tratterà di pulviscolo o più precisamente silt o limo che ricadrà poi con la pioggia o con la neve verso il suolo; come successo già negli ultimi giorni, troveremo un pezzo di Sahara sulle nostre auto e sui nostri tetti, ma anche nella neve fresca in arrivo sulle Alpi: i fiocchi, insieme al limo sahariano, conferiranno al nuovo manto nevoso una colorazione tra il rosa ed il rosso, il noto fenomeno della ‘Neve Rossa’. Questa neve, mescolata con il limo, fonderà più velocemente a causa del colore scuro che assorbirà più radiazione solare subendo un repentino riscaldamento diurno: nessun problema, durante il periodo pasquale cadrà sulle Alpi più di mezzo metro di neve fresca oltre i 1600-1700 metri!

Lo Scirocco sarà anche protagonista di un forte aumento delle temperature, specie al Centro-Sud: nelle prossime ore saliremo a 4 gradi oltre la media del periodo, sabato a 8 gradi ed infine per la Santa Pasqua ad un incredibile +12. In altre parole, l’ultimo giorno di marzo sarà associato ad un caldo estremo per il periodo, con oltre 32°C tra Sicilia, Calabria e Puglia. Ben 12°C oltre la norma climatologica. Lo Scirocco causerà anche il fenomeno dell’acqua alta a Venezia, porterà abbondantissime nevicate tra Piemonte e Valle d’Aosta e renderà i mari agitati, in particolare l’Alto Adriatico, il Mar Ligure ed il Mar Tirreno.

Insomma, saremo in balìa dello Scirocco per almeno 3 giorni, poi dalla Pasquetta i venti ruoteranno da Sud-Ovest (Libeccio, da Libia, nome sempre riferito a Zacinto). Entro lunedì vivremo lunghi momenti caldi e soleggiati, ma non sull’intero territorio italiano. Le previsioni indicano bel tempo nelle prossime ore al Centro-Sud, qualche addensamento in più al Nord con fenomeni possibili sul Nord-Ovest, nevosi oltre i 1500 metri.

Sabato il tempo peggiorerà ulteriormente sin dal mattino tra Piemonte, Valle d’Aosta ed Alta Lombardia per una perturbazione proveniente dalla Spagna: sono attese in giornata nevicate intense con oltre mezzo metro di neve fresca su queste regioni. Il maltempo in giornata interesserà anche la Liguria e, in serata, l’Alta Toscana, preambolo di una Santa Pasqua incerta al Nord. Domenica 31 marzo, Santa Pasqua e primo giorno con l’ora legale, vedrà infatti il passaggio di frequenti rovesci da ovest verso est sulle regioni settentrionali; in parte, verranno coinvolte da una maggiore instabilità anche le regioni centrali tra Alta Toscana e nord Marche, mentre al Sud avremo condizioni estive con oltre 30°C e un tempo asciutto seppur accompagnato spesso da un cielo giallognolo lattiginoso a causa della Sabbia del Deserto. Lunedì dell’Angelo 2024, al momento, sembra decisamente instabile, ancora una volta, al Nord; anche al Centro, tra Toscana, Lazio e Sardegna non mancheranno acquazzoni mentre sulle Alpi continuerà a cadere, per tutto il periodo pasquale e fino a questo 1 aprile, tantissima neve come fossimo a Natale. Vivremo un’inversione delle festività: a Natale 2023 abbiamo avuto caldo e siccità, a fine marzo – inizio aprile ritroveremo l’inverno sulle nostre montagne alpine piene di neve.

Meteo, in arrivo anticiclone africano: la primavera in anticipo con sole e oltre 20 gradi

Il caldo non si farà attendere. L’Equinozio di Primavera cadrà alle ore 4.06 di mercoledì 20 marzo 2024. Con una settimana di anticipo, arrivano condizioni miti, soleggiate e primaverili quasi ovunque. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’arrivo della Primavera in anticipo, salvo alcune note instabili al Sud e sul medio Adriatico nella giornata di oggi. Dal punto di vista astronomico è successo ininterrottamente dal 2008, e succederà ancora: fino al 2043, il 20 marzo sarà sempre il primo giorno della Primavera. Scalzato il 21 marzo dal calendario astronomico, per almeno una ventina di anni ancora, ecco che nel 2024 le condizioni primaverili arriveranno ancora prima: dalle prossime ore un anticiclone di matrice sub-tropicale, l’anticiclone africano, rimonterà dal Marocco e dall’Algeria verso l’Italia portando tanto sole e temperature massime fino ed oltre i 20 gradi centigradi.

In tutto questo contesto tranquillo e gradevole, dobbiamo sottolineare per pignoleria qualcosa di rilevante e significativo: il pericolo valanghe resterà molto alto, grado 4 su una scala che va da un minimo di 1 ad un massimo di 5. Pericolo ‘Forte’ su gran parte della catena alpina centro-occidentale per gli accumuli record di neve del mese di marzo. Niente fuoripista o ciaspolate, per ora. Oltre alle condizioni nivologiche difficili, ritroveremo anche dei rovesci al Sud e localmente sul medio Adriatico a causa di residui ciclonici in quota e del riscaldamento diurno: oggi si formeranno soprattutto dei temporali di calore pomeridiani, nella normale evoluzione primaverile.

Le temperature massime saliranno fino a circa 20°C anche al Nord; attenzione, però, le minime saranno frizzanti, localmente intorno ai 2-4°C in pianura. Questo significherà, per alcuni giorni, doversi vestire a cipolla, coperti al mattino per poi spogliarsi durante il giorno. Dal punto di vista previsionale, dopo un mercoledì 13 marzo all’insegna di qualche temporale, avremo prevalenza di sole da Nord a Sud giovedì e venerdì. Sabato ritroveremo qualche temporale al Centro-Sud, mentre domenica 17 marzo il cielo sarà azzurro ed il tempo mite ovunque (a Bolzano attesi 21°C): tutto sommato, il prossimo weekend interromperà la maledizione dei fine settimana. Eravamo infatti arrivati a 3 weekend di fila guastati dal maltempo; adesso possiamo finalmente progettare la prima gita al mare o una bella sciata, sempre in pista però fino a quando le tonnellate di neve caduta non si saranno assestate per bene.

Il sole di metà marzo, è bene ricordarlo, presenta un’intensità dei raggi pari a quella di metà settembre: una prima mano di crema solare non guasterà, soprattutto sulle pelli più bianche di chi ha vissuto la lunga ‘maledizione dei weekend’ in casa o sotto cieli grigi e plumbei.

Entrando nel dettaglio, oggi al nord sole e clima primaverile salvo nebbie/cielo coperto al mattino sul Triveneto, al centro soleggiato, al sud qualche temporale in Calabria. Domani, 14 marzo, al nord bel tempo e clima mite, al centro sole prevalente e al sud bel tempo. Venerdì 15 marzo al nord tante nuvole, pioviggine in Liguria, piogge notturne al Nordest. Al centro cielo via via più coperto, piovaschi su alta Toscana e al sud bel tempo. La tendenza sarà di un’atmosfera piuttosto stabile anche per il weekend del 16 e 17 marzo. Sabato con qualche temporale in più al Centro-Sud.

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Clima, allerta rossa: superato per la prima volta limite di 1,5° per un anno consecutivo

Dopo ondate di caldo record nel 2023, il 2024 è iniziato male dal punto di vista climatico: gennaio non è mai stato così caldo e per la prima volta il pianeta ha superato la soglia di 1,5°C di riscaldamento globale per 12 mesi consecutivi rispetto all’era preindustriale.

Tra febbraio 2023 e gennaio 2024, la temperatura superficiale globale dell’aria è stata di 1,52°C superiore a quella del periodo 1850-1900, secondo i dati dell’osservatorio europeo Copernicus.

“Questo non significa che abbiamo superato il limite di 1,5°C fissato a Parigi nel 2015 per cercare di fermare il riscaldamento globale e le sue conseguenze”, sottolinea Richard Betts, direttore degli studi sull’impatto climatico presso il National Met Office del Regno Unito. Perché ciò accada, il limite dovrebbe essere superato in modo stabile per diversi decenni. “Tuttavia, questo è un ulteriore promemoria dei profondi cambiamenti che abbiamo già apportato al nostro clima globale e ai quali dobbiamo ora adattarci”, spiega l’esperto.

Il clima attuale si è già riscaldato di circa 1,2°C rispetto al 1850-1900. E al ritmo attuale delle emissioni, l’IPCC prevede che la soglia di 1,5°C abbia il 50% di possibilità di essere raggiunta in media già nel 2030-2035.

GENNAIO DA RECORD. E anche gennaio è stato un mese da record: con una temperatura media di 13,14°C, è stato il più caldo mai registrato dall’inizio delle misurazioni, dopo l’anno record del 2023. Si tratta di 0,12°C in più rispetto al precedente record stabilito nel gennaio 2020 e di 0,70°C in più rispetto alla norma per il periodo 1991-2020. Rispetto all’era preindustriale, il riscaldamento è di 1,660°C. Secondo Copernicus, gennaio è l’ottavo mese consecutivo in cui è stato superato il record mensile di calore.

Il mese è stato caratterizzato da un’ondata di calore in Sud America, che ha visto temperature record e incendi devastanti in Colombia e Cile, con decine di morti nella regione di Valparaiso. Nonostante alcune ondate di freddo e forti precipitazioni in alcune parti del mondo, si è registrato anche un clima eccezionalmente mite in Spagna e nel sud della Francia, oltre che in alcune parti degli Stati Uniti, del Canada, dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia centrale.

OCEANI MAI COSI’ CALDI. Anche la superficie degli oceani si sta surriscaldando, con un nuovo record di temperatura media di 20,97°C a gennaio. Si tratta del secondo mese più caldo mai registrato, meno di 0,01°C al di sotto del precedente record stabilito nell’agosto 2023 (20,98°C).

Questo calore è continuato oltre il 31 gennaio, raggiungendo nuovi record assoluti e superando i valori più alti del 23 e 24 agosto 2023, secondo Copernicus. E tutto questo in un momento in cui il fenomeno climatico El Niño sta rallentando nel Pacifico equatoriale, che normalmente dovrebbe contribuire a far scendere un po’ il mercurio.

L’anno 2024 “inizia con un altro mese record”, lamenta Samantha Burgess, vicedirettrice del Climate Change Service (C3S) di Copernicus. “Una rapida riduzione delle emissioni di gas serra è l’unico modo per arrestare l’aumento delle temperature globali”.

A metà gennaio, l’Organizzazione meteorologica mondiale e l’Amministrazione nazionale oceanica e atmosferica degli Stati Uniti (NOAA) avevano già avvertito che il 2024 avrebbe potuto superare il record di calore stabilito l’anno scorso. Secondo la NOAA, c’è una possibilità su tre che il 2024 sia più caldo del 2023 e una probabilità del 99% che si collochi tra i cinque anni più caldi della storia.

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Addio all’inverno: fino a febbraio dominerà l’anticiclone di primavera

Il vero inverno è durato poco, troppo poco. Nei prossimi giorni torneranno temperature anomale, oltre i 10 gradi in Val Padana, oltre i 15 gradi al Centro ed oltre i 20 gradi al Sud. Torneremo in una fase quasi primaverile. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’espansione del ‘temibile’ anticiclone nordfricano, con temperature fino a 10-12 gradi oltre la media del periodo: come avviene spesso in inverno, le anomalie saranno più marcate in montagna e al Centro-Sud.

Ma non mancheranno delle eccezioni, qualche disturbo si paleserà in questo contesto di vasta espansione anticiclonica: nelle prossime ore una blanda perturbazione in transito favorirà momenti di instabilità sulla dorsale appenninica con qualche debole nevicata oltre i 1100-1300 metri fino al Sud. Ma dal pomeriggio, e almeno fino alla fine del mese, non si prevedono altri sussulti significativi: dominerà l’alta pressione con temperature in aumento, cieli perlopiù liberi da nubi con tempo asciutto e mite.

Mercoledì 24 mostrerà già i primi segni evidenti di caldo anomalo, a cominciare dalle montagne, poi il picco sarà raggiunto tra giovedì e venerdì quando addirittura lo zero termico si porterà fino a 3900 metri, una quota tipica di fine giugno – inizio luglio.

In questo contesto di calma piatta, però, ci sarà vento forte sui crinali alpini tra mercoledì e giovedì, poi la possibilità di banchi di nebbia da giovedì in Pianura Padana durante le ore notturne. A tratti transiteranno anche delle sottili velature ma, come detto, dominerà la stabilità anticiclonica subtropicale.

Questa alta pressione nordafricana rimarrà centrata tra Spagna e Francia ed estenderà la sua ‘prepotenza’ sull’Italia almeno fino alla fine del mese, compresi i Giorni della Merla (29-30-31): da tradizione gli ultimi 3 giorni di gennaio dovrebbero essere i più freddi. Le temperature si manterranno ancora sopra la media climatica del periodo fino all’inizio di febbraio.

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Torna l’anticiclone africano: temperature oltre i 20 gradi al Sud Italia

Nel corso della settimana appena iniziata un caldo davvero anomalo avvolgerà l’Italia a causa dell’incedere dell’Anticiclone Africano: il protagonista delle ultime estati, ha deciso di farci visita in anticipo. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che già nella giornata odierna un vastissimo campo di alta pressione di origine africana, accompagnato da aria calda in quota, si espanderà sull’Europa centro-occidentale, bloccando di fatto qualsivoglia perturbazione atlantica o irruzione di aria fredda in discesa dal Polo Nord. Solamente nella serata odierna qualche piovasco potrà raggiungere la Liguria di Levante, la Toscana e la Romagna, prima di un rapido miglioramento anche su queste zone.

L’anomalia più rilevante riguarderà il campo delle temperature: solitamente questo è uno dei periodi più freddi dell’anno e invece sono attesi, pensate, scarti rispetto alla media climatica di +10°C, proprio sul bacino del Mediterraneo. Questo scenario del tutto anomalo e segno evidente dei cambiamenti climatici in atto persisterà per gran parte della settimana: registreremo infatti un’assenza pressoché totale di precipitazioni e, soprattutto, un caldo fuori stagione. La giornata più calda sarà molto probabilmente giovedì 25 gennaio, con punte massime fin verso i 20°C in particolare al Centro Sud (lato tirrenico) e sulle due Isole Maggiori, ma registreremo valori piuttosto miti anche sul resto del Paese, di certo tutt’altro che invernali. Per esempio lo zero termico sulle Alpi di Nord Ovest lo troveremo solamente oltre i 3500/4000 metri, una follia in questo periodo dell’anno.

Questa stasi atmosferica non sembrerebbe cambiare nemmeno per i ‘giorni della merla’ (29-30-31 gennaio), tradizionalmente i più freddi dell’inverno.

Caldo record

L’allarme dell’Onu: Il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato

Il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato, segnato da una serie di statistiche da record, che richiamano l’urgenza di agire contro il cambiamento climatico.

I gas serra sono a livelli record. Le temperature globali sono a livelli record. Il mare è a livelli record e la banchisa antartica non è mai stata così sottile“, avverte il capo dell’Organizzazione meteorologica mondiale, Petteri Taalas.

Per Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, queste temperature record dovrebbero “far sudare freddo i leader mondiali“.

Per gli scienziati, la capacità di limitare il riscaldamento a un livello gestibile sta sfuggendo all’umanità. Gli accordi sul clima di Parigi del 2015 miravano a limitare il riscaldamento globale al di sotto dei due gradi Celsius rispetto ai livelli medi preindustriali misurati tra il 1850 e il 1900 – e a 1,5°C se possibile. Alla fine di ottobre 2023, tuttavia, la temperatura era già di circa 1,4°C al di sopra del livello di riferimento preindustriale.

L’agenzia pubblicherà il suo rapporto finale sullo stato del clima solo tra qualche mese, ma è già convinta che il 2023 sarà in cima al podio per l’anno più caldo, davanti al 2016 e al 2020, sulla base del termometro da gennaio a ottobre.

È molto improbabile che gli ultimi due mesi possano influenzare la classifica“. Gli ultimi nove anni dal 2015 sono stati i più caldi da quando sono iniziate le misurazioni moderne. “Queste sono più che semplici statistiche”, rimarca Petteri Taalas. Ritiene che “rischiamo di perdere la corsa per salvare i nostri ghiacciai e rallentare l’aumento del livello del mare“.

Non possiamo tornare al clima del XX secolo, ma dobbiamo agire ora per limitare i rischi di un clima sempre più inospitale nel corso di questo secolo e dei secoli a venire“, ripete come un mantra.
L’OMM ha avvertito che il fenomeno climatico El Niño, apparso a metà dell’anno, “probabilmente si aggiungerà al caldo nel 2024“.

Questo fenomeno è generalmente associato a un aumento delle temperature globali nell’anno successivo alla sua comparsa. Il rapporto preliminare rivela anche che le concentrazioni dei tre principali gas serra – anidride carbonica, metano e protossido di azoto – hanno raggiunto livelli record nel 2022 e i dati preliminari indicano che i livelli hanno continuato a salire quest’anno.
I livelli di CO2 sono più alti del 50% rispetto all’era preindustriale, il che significa che “le temperature continueranno a salire per molti anni a venire“, anche se le emissioni saranno notevolmente ridotte.

Tutti questi record hanno conseguenze socio-economiche drammatiche, tra cui la riduzione della sicurezza alimentare e le migrazioni di massa. “Quest’anno abbiamo visto comunità in tutto il mondo colpite da incendi, inondazioni e temperature estreme“, ha ricordato Antonio Guterres in un video messaggio.

Guterres invita i leader riuniti a Dubai per la COP28 a impegnarsi a prendere misure drastiche per frenare il cambiamento climatico, in particolare eliminando gradualmente i combustibili fossili e triplicando la capacità delle energie rinnovabili. “Abbiamo una tabella di marcia per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C ed evitare il peggiore dei caos climatici”, ricorda. “Ma abbiamo bisogno di leader che diano il via alla COP28“.

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Allarme clima, le vittime del caldo rischiano di quadruplicare entro il 2050

Il riscaldamento globale potrebbe quadruplicare i decessi causati dal caldo se non verranno adottati provvedimenti immediati per limitare l’aumento della temperatura sotto 1,5 gradi. E’ quanto riporta il rapporto 2023 del Lancet Countdown on Health and Climate Change, lanciando l’allarme sulla necessità “di una risposta incentrata sulla salute in un mondo che si trova ad affrontare danni irreversibili”. Con il mondo attualmente sulla buona strada per raggiungere un riscaldamento di 2,7°C entro il 2100 e con le emissioni legate all’energia che raggiungono un nuovo record nel 2022, la vita delle generazioni attuali e future è in bilico, segnala il rapporto secondo cui senza nuovi provvedimenti, entro metà secolo il numero delle morti dovute al caldo potrebbe aumentare di 4,7 volte, cioè del 370%.

Le nuove proiezioni globali contenute nell’ottavo rapporto annuale del Lancet Countdown on Health and Climate Change rivelano la grave e crescente minaccia per la salute derivante da ulteriori azioni ritardate sul cambiamento climatico, con il mondo che probabilmente registrerà un aumento di 4,7 volte dei decessi legati al caldo entro il 2050: nel 2022 gli individui sono stati, in media, esposti a 86 giorni di alte temperature pericolose per la salute, di cui il 60% aveva almeno il doppio delle probabilità che si verificassero a causa dei cambiamenti climatici causati dall’uomo. Si rileva inoltre che ondate di calore più frequenti potrebbero causare insicurezza alimentare per altri 525 milioni di persone in più entro il periodo compreso fra 2041 e il 2060, aggravando il rischio globale di malnutrizione. Il rapporto considera inoltre 47 indicatori sui benefici della mitigazione climatica per la salute.

Gli autori del rapporto denunciano quindi la “negligenza” di governi, aziende e banche che continuano a investire in petrolio e gas mentre le sfide e i costi dell’adattamento aumentano vertiginosamente e il mondo si avvicina a un danno irreversibile.

INADEGUATI SFORZI DI MITIGAZIONE. Pubblicato in vista della Cop28, la conferenza delle Nazioni Unite dedicata al clima e all’ambiente che si apre il 30 novembre a Dubai, il rapporto è frutto del lavoro di 114 esperti di 52 istituti di ricerca e agenzie dell’Onu. “Il nostro bilancio sulla salute rivela che oggi i crescenti rischi del cambiamento climatico stanno costando vite umane e mezzi di sussistenza in tutto il mondo. Le proiezioni di un mondo più caldo di 2°C rivelano un futuro pericoloso e ricordano tristemente che il ritmo e la portata degli sforzi di mitigazione visti finora sono stati tristemente inadeguati a salvaguardare la salute e la sicurezza delle persone”, afferma Marina Romanello, Direttrice Esecutiva della Lancet Countdown presso l’University College di Londra. “Con 1.337 tonnellate di anidride carbonica ancora emesse ogni secondo – dice – non stiamo riducendo le emissioni abbastanza velocemente da mantenere i rischi climatici entro i livelli che i nostri sistemi sanitari possono far fronte. L’inazione comporta un costo umano enorme e non possiamo permetterci questo livello di disimpegno: lo stiamo pagando in termini di vite umane. Ogni momento che ritardiamo rende il percorso verso un futuro vivibile più difficile e l’adattamento sempre più costoso e impegnativo”.

CRESCONO I DECESSI PER IL CALDO. Nel 2023, ricorda il rapporto, il mondo ha sperimentato le temperature globali più calde degli ultimi 100.000 anni e i record di calore sono stati battuti in ogni continente, esponendo le persone di tutto il mondo a danni mortali. Anche con l’attuale media decennale di riscaldamento globale di 1,14°C, le persone hanno sperimentato in media 86 giorni di alte temperature pericolose per la salute nel periodo 2018-2022. I decessi legati al caldo tra le persone di età superiore ai 65 anni sono aumentati dell’85% nel periodo 2013-2022 rispetto al periodo 1991-2000. Inoltre, la crescente potenza distruttiva degli eventi meteorologici estremi mette a repentaglio la sicurezza idrica e la produzione alimentare, mettendo milioni di persone a rischio di malnutrizione: nel 2021, rispetto al periodo tra il 1981 e il 2010, sono aumentate di 127 milioni in 122 Paesi le persone che hanno sperimentato insicurezza alimentare.

AUMENTA LA DIFFUSIONE DI MALATTIE INFETTIVE. Allo stesso modo, i cambiamenti climatici stanno accelerando la diffusione di malattie infettive potenzialmente letali. Ad esempio, i mari più caldi hanno aumentato di 329 km ogni anno a partire dal 1982 l’area delle coste mondiali adatta alla diffusione dei batteri Vibrio, che possono causare malattie e morte negli esseri umani, mettendo a rischio di malattie diarroiche e gravi infezioni la cifra record di 1,4 miliardi di persone. La minaccia è particolarmente elevata in Europa, dove le acque costiere adatte al Vibrio sono aumentate di 142 km ogni anno.

PERDITE ECONOMICHE PER 264 MILIARDI DI DOLLARI. In generale, conclude Lancet, il valore totale delle perdite economiche derivanti da eventi meteorologici estremi è stato stimato a 264 miliardi di dollari nel 2022, il 23% in più rispetto al periodo 2010-2014. L’esposizione al calore ha portato anche a 490 miliardi di ore potenziali di lavoro perse a livello globale nel 2022 (un aumento di quasi il 42% rispetto al periodo 1991-2000), con perdite di reddito che rappresentano una percentuale molto più elevata del PIL nei paesi a basso (6,1%) e medio reddito ( 3,8%). Queste perdite danneggiano sempre più i mezzi di sussistenza, limitando la capacità di far fronte e riprendersi dagli impatti dei cambiamenti climatici.

Eppure, “c’è ancora spazio per la speranza”, sostiene Romanello. “L’attenzione alla salute alla Cop28 è l’opportunità della nostra vita per garantire impegni e azioni. Se i negoziati sul clima porteranno ad un’equa e rapida eliminazione dei combustibili fossili, accelereranno la mitigazione e sosterranno gli sforzi di adattamento per la salute, le ambizioni dell’accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C saranno ancora realizzabili e un futuro prospero e sano sarà a portata di mano. A meno che tali progressi non si concretizzino, la crescente enfasi sulla salute nell’ambito dei negoziati sul cambiamento climatico rischia di rimanere solo parole vuote, con ogni frazione di grado di riscaldamento che esacerba i danni subiti da miliardi di persone oggi e dalle generazioni a venire”.

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Clima, è stato l’ottobre più caldo di sempre. E il 2023 batterà il record di temperatura

Quello del 2023 è stato l’ottobre più caldo di sempre a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 15,30°C. È quanto emerge dall’ultimo rapporto del Copernicus Climate Change Service (C3S), il servizio del programma Ue Copernicus sui cambiamenti climatici. Si tratta di “0,85°C al di sopra della media di ottobre 1991-2020 e 0,40°C al di sopra del precedente ottobre più caldo, quello del 2019“. Il mese di ottobre 2023 “è stato più caldo di 1,7°C rispetto alla stima della media di ottobre per il periodo 1850-1900”, il periodo di riferimento preindustriale designato. “La temperatura media della superficie del mare è stata di 20,79°C, la più alta mai registrata per il mese di ottobre”. Per quanto riguarda l’anno in corso nel suo complesso, “l’anomalia della temperatura globale per l’ottobre 2023 è stata la seconda più alta tra tutti i mesi dopo settembre 2023”.

Ottobre 2023 ha anche segnato il sesto mese consecutivo in cui l’estensione del ghiaccio marino antartico è rimasta ai minimi storici per il periodo dell’anno, con un valore mensile dell’11% inferiore alla media. L’estensione del ghiaccio marino artico “ha raggiunto il settimo valore più basso di ottobre, con un 12% al di sotto della media”, precisa Copernicus.

Ma non è tutto. La vicedirettrice Copernicus Climate Change Service (C3S), Samantha Burgess, avverte: “Possiamo affermare con quasi certezza che il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato e che attualmente si trova 1,43ºC al di sopra della media pre-industriale”. Per l’anno solare in corso (da gennaio a ottobre) la temperatura media globale è “0,10° C in più rispetto alla media dei dieci mesi del 2016, attualmente l’anno solare più caldo mai registrato”.

Ed è stato l’ottobre più bollente di sempre anche in Italia con una temperatura superiore di 3,15 gradi la media storica del mese. “In Italia l’anomalia climatica – sottolinea la Coldiretti – è stata più evidente nelle regioni del Centro dove la temperatura ad ottobre è stata di ben 3,4 gradi superiore la media storica e maggiori i danni provocati dal maltempo a novembre. Su un territorio più fragile si sono infatti abbattuti fino ad ora nel solo mese di novembre ben 107 eventi estremi tra trombe d’aria, bufere di vento e bombe d’acqua concentrate soprattutto proprio nel centro Italia”.