caldo record

E’ allerta rossa per il caldo in 16 città. Attese punte di 38 gradi per cinque giorni consecutivi

Sono 16 le città italiane da bollino rosso a causa dell’allerta caldo, che saliranno a 17 mercoledì 23 agosto. Temperature eccezionali che, secondo il bollettino del ministero della Salute, rappresentano un’emergenza a Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Frosinone, Latina, Palermo, Perugia, Rieti, Roma, Torino e Verona, a cui domani si aggiungerà anche Venezia.

Il caldo non accenna infatti a diminuire: con la coda dell’anticiclone Nerone sono attese punte fino a 38°C per 5 giorni consecutivi. Ma non solo. Come ricorda Antonio Sanò di ilmeteo.it, è in corso “un cambiamento epocale”: lo zero termico è salito di circa 300 metri oltre il precedente record in Italia, registrato alla stazione di radiosondaggio Novara Cameri a 5.328 metri. Si tratta del valore più alto dal 1954, anno di inizio rilevazioni con le radiosonde.

Tutta la colonna troposferica, schiacciata dalla potenza dell’anticiclone, presenta valori di almeno 10 gradi superiori alle medie del periodo: “pensate – dice Sanò – che lo zero termico, cioè il livello minimo delle temperature sotto lo zero, dovrebbe essere a 3500 metri in questo periodo dell’anno sulle Alpi: abbiamo una quota di 1800 metri superiore, i ghiacciai fonderanno ancora di più e l’ecosistema impazzirà”.

I record storici di questi giorni riguardano la temperatura in quota, ovvero quella che non risente dall’urbanizzazione e dunque quella che, senza alcun tipo di influenza ‘terrena’ dà esattamente l’idea del riscaldamento globale. Una cosa è il calore nella libera atmosfera e un’altra è la temperatura che si esplicita al suolo.
E nei prossimi giorni non andrà meglio. Si verificherà una vera e propria ‘tempesta di calore’, come viene definita dal servizio meteo californiano quando le massime di almeno 38°C insistono per più di tre giorni su una superficie molto ampia: con l’Heat Storm di Nerone ci saranno addirittura sette giorni di canicola e valori roventi.

Tempo asciutto e caldissimo, quindi, al Centro-Nord, possibili temporali sul meridione a causa di un’area depressionaria tra Sicilia e Libia: proprio tra Sicilia, Calabria e Campania si potranno avere disturbi temporaleschi pomeridiani che manterranno le temperature del Sud decisamente più basse di quelle del Centro-Nord.

“I numeri – spiega l’esperto – non smettono dunque di mandare segnali di allarme, e non è meteo terrorismo come qualcuno scrive: sono record che, grazie alla sapiente pazienza dei nostri nonni e dei nostri bisnonni, possiamo confrontare con tabelle, archivi, libri polverosi e annali meteorologici storici. Sono i valori più alti da 70 anni per i radiosondaggi, sono i valori più alti in alcuni casi da 300 anni per i dati delle stazioni meteo”.

Tags:
, ,

Caldo, in Giappone è boom di abiti e accessori ‘rinfrescanti’

Photo Credit: AFP

 

Che si tratti di una giacca ventilata, di una maglietta in tessuto rinfrescante o di un tubo ghiacciato da mettere sulla nuca, il mercato dei vestiti e degli accessori rinfrescanti è in piena espansione in Giappone, dove le estati diventano sempre più calde.

Complice il riscaldamento globale, come nel resto del mondo, il Giappone ha appena vissuto il luglio più caldo mai registrato. In molte località la temperatura ha sfiorato i 40°C in alcuni giorni, un caldo soffocante reso ancora più torrido dall’elevata umidità.

Nel mese scorso, secondo i dati dell’Agenzia giapponese per la gestione degli incendi e dei disastri, più di 35.700 persone sono state ricoverate in ospedale e 39 sono morte per un colpo di calore.

La giacca ventilata, dotata di due mini-ventilatori posizionati sulla parte bassa della schiena, è uno degli articoli indossabili che hanno conquistato il grande pubblico negli ultimi anni, anche se il prodotto era inizialmente destinato a un mercato di nicchia, come quello dei lavoratori edili. “Con il clima sempre più caldo, le persone cercano un modo per mantenersi fresche e sono sempre di più quelle che vogliono acquistarne una“, afferma Yuya Suzuki, responsabile delle pubbliche relazioni di Workman, un’azienda giapponese di abbigliamento da lavoro. Nel 2020, questa azienda ha lanciato una versione consumer della sua giacca ventilata, venduta a un prezzo compreso tra 12.000 e 24.000 yen (da 75 a 150 euro) a seconda dei diversi modelli di batteria ricaricabile.

Un’altra azienda giapponese, Chikuma, si è spinta fino a incorporare mini-ventilatori nei completi da ufficio, destinati a essere indossati “in luoghi in cui non è consentito indossare abiti casual“, spiega Yosuke Yamanaka, rappresentante dell’azienda, all’AFP.

MI Creations punta sui suoi tubi colorati e ghiacciati da posizionare intorno al collo, che sono più innovativi di quanto sembri. “Ci sono arterie situate nel collo e raffreddandole possiamo abbassare la temperatura corporea“, sostiene Nozomi Takai, rappresentante dell’azienda. Il tubo si adatta a “tutte le dimensioni del collo“, aggiunge. Il suo contenuto – un liquido che si solidifica a 18 gradi – “può mantenere una temperatura costante, né tiepida né troppo fredda“.

Liberta offre capi di abbigliamento con effetti rinfrescanti, come magliette o copribraccia in tessuto. I composti organici sono incorporati nel tessuto e producono una sensazione di freddo quando reagiscono con l’acqua o il sudore. “Ci si sente freschi finché il tessuto rimane bagnato“, spiega Momo Shirota, responsabile delle pubbliche relazioni di Liberta, che ha visto “impennare” le vendite dei suoi indumenti refrigeranti. “Si può soffrire di un colpo di calore anche a casa. Per questo abbiamo messo in vendita pigiami e jinbei” (abito tradizionale estivo, ndr), aggiunge Shirota.

Mentre alcuni consumatori giapponesi optano per oggetti innovativi, altri si rivolgono a metodi più tradizionali come l’uso di ombrellini, che stanno diventando un accessorio popolare anche tra gli uomini.
Questa tendenza è in parte dovuta a una raccomandazione del Ministero dell’Ambiente giapponese, lanciata nel 2019, che incoraggia le persone a usarli per evitare i colpi di calore.
In passato gli uomini erano “imbarazzati” perché gli ombrellini erano stati a lungo associati alle donne attente alla pelle, ricorda Hiroyuki Komiya, direttore di Komiya Shoten, un negozio di ombrelli di lusso di Tokyo che da quattro anni produce anche piccoli ombrellini per uomini. Visitando il tradizionale quartiere Asakusa di Tokyo sotto il sole cocente, Kiyoshi Miya, 42 anni, decise di usare il suo ombrello nero come parasole: “È meglio che non avere nulla – racconta -, è un po’ più fresco e mi permette di uscire“.

caldo

Nerone scalda ancora di più l’Italia: lo zero termico è a 5000 metri

L’anticiclone sembra non aver voglia di abbandonare l’Italia. Nei prossimi giorni si rinforzerà ulteriormente mettendo il nostro Paese in un autentico forno africano. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it è più che sicuro che questa terza ondata di caldo “diventerà più intensa entro il weekend”.

Fino a giovedì 17 il tempo non subirà grosse variazioni; il sole sarà prevalente su gran parte d’Italia e soltanto sui settori alpini e più occasionalmente sugli Appennini si potranno sviluppare dei temporali, specie su Trentino Alto Adige e sul Cadore. La nuova svolta avverrà da venerdì 18. Da questa data l’anticiclone africano Nerone pomperà ulteriore aria calda dall’Africa facendo iniziare un’escalation termica.

Il sole sarà prevalente su tutte le regioni, il cielo si presenterà in pratica sereno, i temporali sulle Alpi quasi scompariranno e le temperature, come detto, subiranno una forte impennata a partire dalle regioni centrali. Entro il weekend i valori massimi al Centro-Nord toccheranno picchi di 37-39°C come a Firenze, Roma, Bologna, Prato, Terni, Pavia, Alessandria, Rovigo. Valori superiori sono attesi invece sulle zone interne della Sardegna.

E con l’inizio della prossima settimana le colonnine di mercurio potrebbero aumentare ancora raggiungendo addirittura i 40°C in Toscana e in Pianura Padana. Farà caldo anche al Sud, ma un pochino di meno. Un’altra importante caratteristica di questa nuova ondata di calore sarà la quota dello zero termico (al di sotto della quale ci sono sempre temperature positive): si troverà poco sopra i 5000 metri.

Ma finirà prima o poi questa ennesima fase infuocata? Gli ultimi aggiornamenti intravedono verso il 26-27 del mese l’ipotesi dell’arrivo di una perturbazione atlantica carica di temporali violenti e figlia del ciclone Poppea (moglie di Nerone), ben attivo sul Regno Unito. Per ora però è solo un’ipotesi.

L’anticiclone Nerone infiammerà l’Italia: arriva il caldo a Centro-Nord

Anticiclone Nerone in arrivo, pronto ad infiammare ancora una volta il tempo estivo italiano. Antonio Sanò, fondatore del sito www.ILMeteo.it, conferma il ritorno del caldo africano sul nostro Paese, in due fasi: dapprima al Centro-Nord poi, da metà della prossima settimana, anche al Sud.

L’anticiclone africano negli ultimi giorni ha stazionato sulla Spagna portando massime record fino a 46,8°C a Valencia e in Andalusia. In queste ore si sta espandendo verso l’Italia centro settentrionale e nel weekend toccheremo 35 gradi a Bolzano e Firenze, 34 a Ferrara, Pavia e Terni con 33 in aumento a Bologna e Roma. Il caldo di questo weekend, dunque, non presenterà numeri confrontabili a quelli ‘stratosferici’ di luglio (48°C in Sardegna il 24 del mese), ma sarà accompagnato da un maggior tasso di umidità: sono previste condizioni di elevato stress biometeorologico per la combinazione di calore e umidità.

Nel dettaglio, dalle prossime ore assisteremo ad un graduale aumento termico: già oggi sono previsti picchi di 34-35°C al Centro-Nord con 38 gradi nelle zone interne della Sardegna. Ma il vero caldo divamperà con Nerone da domenica in poi: entro Ferragosto arriveremo a 40 gradi in Sardegna, 37 a Firenze per più giorni, mentre a Roma il caldo sarà spesso opprimente a causa dell’afa. Insomma, la prima fase di caldo colpirà soprattutto il Centro-Nord: a Ferragosto la massima di Palermo sarà di 30°C, mentre la massima di Milano sarà 35°C.

La seconda fase di caldo africano, invece, investirà anche il Sud dove potrebbe insistere anche fino a fine mese: la persistenza di Nerone e la sua tenacia destano dunque un po’ di allarme.

ONDATA DI CALDO

Arriva l’anticiclone Nerone: caldo africano per almeno 10 giorni

Oggi al Centro-Sud il cielo sarà limpido salvo sottili velature lungo la costa tirrenica toscana; al Nord, invece, dopo il tramonto non sono esclusi veloci passaggi nuvolosi.
Archiviato il mese di luglio più caldo della storia, nei prossimi giorni si materializzerà lo spettro di una nuova ondata africana con l’Anticiclone Nerone.

L’anticiclone africano inizierà a infiammare l’Italia e la sua espansione punterà dritto dal Sahara verso Roma ed il Centro Italia, da qui il nome Nerone.

Dal weekend le temperature inizieranno a salire ovunque: i primi 38°C si registreranno in Sardegna poi il caldo afoso investirà soprattutto il Centro-Nord con valori tra 34 e 37°C anche a Firenze e Roma.

Da giovedì 17 agosto l’ondata di caldo nordafricano inizierà a fare ancora più sul serio e colpirà soprattutto il Centro-Sud con valori prossimi ai 40 gradi all’ombra.

La tendenza meteo è da confermare, ma potremmo restare sotto la cappa umida e opprimente dell’Anticiclone Africano fino al 24-25 agosto, se non addirittura fino a settembre per quanto riguarda il Sud.

Intanto, nelle prossime ore, il tempo resterà stabile e in prevalenza sereno, salvo qualche nuvola in transito in serata.

Venerdì sarà più caldo, specie in Sardegna e Sicilia, e ancora soleggiato. Durante il weekend, invece, troveremo qualche acquazzone in più a ridosso delle Alpi con la possibile discesa di qualche goccia anche verso la pianura piemontese domenica 13 agosto. Tutto sommato comunque splenderà il sole anche nel weekend, in generale. Le temperature saliranno gradualmente con un primo picco tra il 14 ed il 15 al Centro-Nord, con un Ferragosto soleggiato, caldo e senza vento.

caldo record

E’ ufficiale: luglio 2023 è stato il mese più caldo di sempre, +0,33°C

Record con “conseguenze disastrose” per il mondo: luglio 2023 è il mese più caldo mai registrato sulla Terra. Lo conferma il servizio europeo Copernicus, dettagliando i dati che hanno mandato in fibrillazione tutti i termometri. Il mese scorso, caratterizzato da ondate di calore e incendi in tutto il mondo, è stato più caldo di 0,33°C rispetto al mese che ha detenuto il record fino ad ora (luglio 2019, con una media di 16,63°C). La temperatura dell’aria è stata anche più calda di 0,72°C rispetto alla media (1991-2020) per il mese di luglio, ha indicato Copernicus nel suo bollettino.

In verità, sui dati non c’era grande suspense. Già il 27 luglio, ancor prima della fine del mese, gli scienziati avevano ritenuto “estremamente probabile” che luglio 2023 sarebbe stato il mese più caldo mai registrato. Questa cupa valutazione ha spinto il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres a dire che l’umanità si è lasciata alle spalle l’era del riscaldamento globale e sta entrando in una di “ebollizione globale“. Anche gli oceani sono testimoni di questi sviluppi preoccupanti, con temperature superficiali anormalmente elevate da aprile e livelli senza precedenti a luglio. Il 30 luglio è stato stabilito un record assoluto di 20,96°C, e per l’intero mese la temperatura superficiale è stata di 0,51°C superiore alla media (1991-2020).

Abbiamo appena assistito a nuovi record per le temperature globali della superficie dell’aria e dell’oceano nel mese di luglio. Questi record hanno conseguenze disastrose per le persone e per il pianeta, esposto a eventi estremi più frequenti e più intensi“, sottolinea Samantha Burgess, vicedirettore del Servizio europeo Copernicus sui cambiamenti climatici (C3S). I segni del riscaldamento globale causato dalle attività umane – a partire dall’uso di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) – sono infatti apparsi contemporaneamente in tutto il mondo. Sono onnipresenti: la Grecia in parte devastata dalle fiamme, così come il Canada, che ha subito anche terribili inondazioni; il caldo opprimente sull’Europa meridionale, il Nord Africa, gli Stati Uniti meridionali e parte della Cina, che poco dopo ha subito piogge torrenziali.

La rete scientifica World Weather Attribution (WWA) ha già concluso che le recenti ondate di calore in Europa e negli Stati Uniti sarebbero state “praticamente impossibili” senza l’effetto dell’attività umana. Copernicus riferisce inoltre che la banchisa antartica ha raggiunto la sua estensione più bassa per un mese di luglio da quando sono iniziate le osservazioni satellitari, con il 15% in meno rispetto alla media del mese. Samantha Burgess sottolinea anche che “il 2023 è attualmente il terzo anno più caldo, con 0,43°C al di sopra della media recente” e che “la temperatura media globale di luglio è stata di 1,5°C al di sopra dei livelli preindustriali“. La cifra di 1,5°C è altamente simbolica, in quanto è il limite più ambizioso stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015 per limitare il riscaldamento globale. Tuttavia, la soglia a cui si fa riferimento in questo accordo internazionale si riferisce alle medie di molti anni, non solo a un singolo mese.

Anche se tutto questo è solo temporaneo, dimostra l’urgenza di compiere sforzi ambiziosi per ridurre le emissioni globali di gas serra, che sono la causa principale di questi record“, conclude Samantha Burgess. Il 2023 potrebbe non aver finito di battere i record. “Ci aspettiamo una fine dell’anno relativamente calda nel 2023, a causa dello sviluppo del fenomeno El Niño“, sottolinea Copernicus. Questo fenomeno climatico ciclico sul Pacifico è sinonimo di un ulteriore riscaldamento globale.

Dopo il ciclone Circe torna l’estate: picchi di 38°C a Firenze e Roma

Nel corso della settimana appena iniziata l’estate è pronta a prendersi una rivincita: dopo gli ultimi temporali su alcuni angoli d’Italia attesi nella giornata odierna, opera di un ciclone Circe che va allontanandosi dal nostro Paese, ecco che è pronto a tornare sulla scena un redivivo anticiclone africano e l’Estate è pronta a prendersi una rivincita.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.ILMeteo.it, comunica che l’attore principale di questo radicale cambiamento è l’anticiclone africano che, dall’interno del deserto del Sahara, si allungherà verso il mar Mediterraneo. Da sottolineare anche le caratteristiche intrinseche della massa in questione: si tratta di correnti d’aria calda di matrice subtropicale che provocheranno, oltre a un’estrema stabilità atmosferica con tanto sole, anche un aumento sensibile delle temperature. Con questo tipo di configurazione il caldo si farà sentire in particolare da mercoledì 9, sulle pianure del Nord, sulle regioni tirreniche e sulle due Isole maggiori dove i valori termici si porteranno diffusamente oltre i 35°C durante le ore pomeridiane. Addirittura, in città come Firenze o Roma si potranno raggiungere picchi fino a 38°C, insomma saremo di fronte alla tipica fiammata di calore africana.

E attenzione, queste condizioni meteo-climatiche potrebbero accompagnarci almeno fino a Ferragosto, per una sorta di blocco anticiclonico con l’alta pressione ben piantata sull’Europa centro-meridionale. Solamente al Nord (specie sulle Alpi), qualche temporale potrebbe riuscire a bucare l’alta pressione.

Tags:
, ,
caldo record

Lo studio: “Ondate di calore in Usa e Europa impossibili senza cambiamento climatico”

Più di 50 gradi nella Death Valley negli Stati Uniti, un record assoluto di 45,3°C in Catalogna, più di 43°C a Phoenix negli ultimi 24 giorni: senza il cambiamento climatico, tali ondate di calore sarebbero state “virtualmente impossibili” in Europa e negli Stati Uniti. E’ quanto stabilisce uno studio della rete World Weather Attribution (WWA). Questa rete scientifica, che valuta il legame tra eventi meteorologici estremi e cambiamenti climatici, ritiene inoltre che i cambiamenti climatici abbiano reso l’ondata di calore in Cina “almeno 50 volte più probabile“. I cambiamenti climatici, causati dalle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo, “hanno reso le ondate di calore più calde, più lunghe e più frequenti“, sottolinea il WWA. “Le recenti ondate di calore non sono più eventi eccezionali” e quelle future “saranno ancora più intense e più frequenti se le emissioni non saranno ridotte rapidamente“, concludono i ricercatori. Sebbene fenomeni naturali come gli anticicloni e El Nino possano contribuire a scatenare queste ondate di calore, “il riscaldamento delle temperature globali dovuto alla combustione di combustibili fossili è la ragione principale per cui sono così gravi“, sottolinea il WWA.

Per giungere a queste conclusioni, gli autori dello studio – sette scienziati provenienti da Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti – hanno utilizzato dati meteorologici storici e modelli climatici per confrontare il clima odierno e il suo riscaldamento globale di 1,2 gradi con quello del passato. Questi risultati, prodotti in fretta e furia, sono stati pubblicati senza passare attraverso il lungo processo delle riviste peer-reviewed, ma combinano metodi approvati dai loro colleghi. Gli scienziati hanno prestato particolare attenzione ai periodi in cui il caldo è stato “più pericoloso“, ovvero dal 12 al 18 luglio nell’Europa meridionale, dall’1 al 18 luglio negli Stati Uniti occidentali, in Texas e nel Messico settentrionale, e dal 5 al 18 luglio nella Cina centrale e orientale. Hanno sottolineato che il riscaldamento globale sta esacerbando l’intensità delle temperature: con il riscaldamento globale, le ondate di calore in Europa sono più calde di 2,5°C, quelle in Nord America di 2°C e quelle in Cina di 1°C, secondo il WWA. Secondo la NASA e l’osservatorio europeo Copernicus, il luglio 2023 “diventerà il luglio più caldo mai registrato”. “In passato, tali eventi sarebbero stati aberranti. Ma nel clima odierno possono verificarsi circa ogni 15 anni in Nord America, ogni 10 anni nell’Europa meridionale e ogni 5 anni in Cina”, ha spiegato Mariam Zachariah, scienziata dell’Imperial College di Londra, che ha contribuito allo studio, in un briefing telefonico.

Queste ondate di calore “diventeranno ancora più frequenti e si verificheranno ogni due-cinque anni se il riscaldamento globale raggiungerà i 2 gradi, “cosa che potrebbe accadere tra circa trent’anni, a meno che tutti i Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi non attuino pienamente i loro attuali impegni di ridurre rapidamente le emissioni“, ha aggiunto la scienziata. Questo inizio d’estate “potrebbe diventare la norma (…) e persino essere considerato fresco se non raggiungiamo la neutralità del carbonio“, ha sottolineato la climatologa britannica Friederike Otto. A suo avviso, “i risultati di questo studio di attribuzione non sono una sorpresa. (…) Da un punto di vista scientifico, è persino fastidioso perché conferma solo ciò che avevamo previsto. Ma quello che non avevamo previsto è quanto siamo vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale. Perché uccide le persone“, ha insistito. Tuttavia, “queste ondate di calore non sono la prova della ‘fuga dal riscaldamento globale’ o del ‘collasso climatico’. Abbiamo ancora tempo” per cambiare le cose, ha detto la scienziata. “Dobbiamo urgentemente smettere di bruciare combustibili fossili e lavorare per ridurre le nostre vulnerabilità. Se non lo facciamo, decine di migliaia di persone continueranno a morire“, ha dichiarato la dottoressa Otto, che ritiene “assolutamente essenziale” l’adozione di una legislazione internazionale sulla graduale eliminazione dei combustibili fossili alla 28a Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP) che si terrà a Dubai a novembre.

caldo

Arriva Caronte bis: picchi fino a 48°C al Sud, ma ancora temporali al Nord

Nel corso della settimana appena iniziata il tempo sull’Italia risulterà piuttosto movimentato: il nostro Paese infatti si troverà proprio a metà tra un’ennesima avanzata dell’anticiclone africano Caronte e un insidioso break temporalesco. Il rischio, elevato, è quello di eventi estremi derivanti da questo tipo di contrasti: si teme soprattutto la grandine.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che nella giornata odierna il meteo trascorrerà ancora all’insegna di un caldo eccezionale, con Caronte che concederà un bis di quanto già accaduto nei giorni scorsi: si tratta di nuova pulsazione sul bacino del Mediterraneo dell’alta pressione di origine sub-tropicale, che provocherà l’ennesima ondata di calore con temperature che saliranno ancora ben oltre i 37-40°C su molte delle nostre regioni, in particolare su quelle centro-meridionali e sulle due Isole Maggiori. Su Puglia, Sicilia e Sardegna sono previsti picchi massimi fin verso i 45-48°C.

Come anticipato però, il tempo non risulterà del tutto stabile da Nord a Sud, tutt’altro: analizzando il quadro sinottico generale previsto sul Vecchio Continente, possiamo osservare come alle alte latitudini, tra Isole Britanniche e Scandinavia, siano presenti vaste aree di bassa pressione ricolme di aria fresca e instabile di origine Polare. Più sotto, invece, troviamo l’ormai granitico anticiclone africano, con il suo carico rovente di masse d’aria in arrivo dal deserto del Sahara.

Tra il 25 e il 26 luglio l’ingresso di aria fresca e instabile in quota provocherà un vero e proprio break temporalesco. A causa della tanta energia in gioco (umidità e calore nei bassi strati dell’atmosfera trasportati in precedenza dall’anticiclone Caronte) e dei forti contrasti tra masse d’aria completamente diverse, si verranno a creare le condizioni ideali per lo sviluppo di imponenti celle temporalesche in grado di scatenare, localmente, forti colpi di vento e grandinate. Stando al più recente aggiornamento le regioni maggiormente a rischio saranno tutte settentrionali: Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Sul resto del Paese l’anticiclone africano Caronte dovrebbe riuscire a dominare ancora incontrastato, garantendo tanto sole e caldo, anche se via via meno intenso specie da giovedì 27: in questo frangente si potrà notare un calo termico anche di 10-12 gradi rispetto all’inizio della settimana.

La Grecia brucia: 30mila turisti evacuati a Rodi. Fiamme a Corfù

Photo credit: AFP

La lotta contro gli incendi boschivi in Grecia, in particolare quello sull’isola turistica di Rodi, prosegue anche oggi, una giornata segnata da un “leggero calo” della temperatura prima di una nuova ondata di calore prevista per martedì, secondo il servizio meteorologico nazionale. Più di 266 vigili del fuoco stanno lavorando per contenere l’incendio nel sud e nell’ovest dell’isola di Rodi, nell’arcipelago del Dodecaneso nel Mar Egeo, dove nel fine settimana sono stati evacuati 30.000 turisti nella “più grande operazione” di questo tipo “mai realizzata in Grecia“, schiacciata da una nuova ondata di caldo.  La Grecia è “in guerra” contro gli incendi boschivi che stanno devastando il paese e ha davanti a sé “altri tre giorni difficili” a causa delle alte temperature, ha detto il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis parlando davanti al Parlamento. “Siamo in guerra contro (…) gli incendi” e “abbiamo ancora tre giorni difficili davanti a noi“, ha spiegato.

Centinaia di turisti, in particolare britannici, tedeschi e francesi, erano in attesa all’aeroporto internazionale di Rodi domenica sera in cerca di un volo di ritorno, mentre diverse compagnie aeree hanno sospeso i voli per l’isola. All’alba di lunedì mattina, due elicotteri e due bombardieri d’acqua hanno ripreso a operare a supporto dei vigili del fuoco sull’isola, una delle destinazioni turistiche più popolari del Paese, che negli ultimi decenni è stata più volte avvolta dalle fiamme. Lo scorso fine settimana sono scoppiati altri quattro incendi, tra cui uno sull’isola di Corfù, nel Mar Ionio (nord-ovest), anch’essa molto popolare tra i turisti. Secondo i vigili del fuoco, oggi stanno operando 62 vigili del fuoco supportati da due elicotteri e due bombardieri d’acqua. Quasi 2.500 persone sono state evacuate nella notte dall’isola. Oggi sono divampati incendi anche ad Aigio, nel nord del Peloponneso, a Karystos, nel sud dell’isola di Eubea, e in Beozia, una regione a nord di Atene.

Secondo le autorità, oggi molte regioni del Paese sono rimaste in “allarme rosso“, cioè in “estremo pericolo” di incendi boschivi, ma “nessuna località era minacciata dalle fiamme domenica sera“, ha dichiarato all’AFP un funzionario dell’ufficio stampa dei vigili del fuoco. Come ogni estate, la Grecia è afflitta da incendi boschivi, spesso mortali, che devastano decine di migliaia di ettari di foreste e vegetazione. Quest’estate il Paese ha vissuto una delle più lunghe ondate di calore degli ultimi anni, secondo gli esperti del servizio meteorologico nazionale EMY, con temperature fino a 45°C nel centro del Paese durante il fine settimana. Oggi la temperatura “scenderà leggermente“, con 37°C ad Atene, mentre nel centro e nel Peloponneso la colonnina di mercurio dovrebbe raggiungere i 42°C, mentre nel Mar Egeo sono previsti forti venti fino a 50 km/h, secondo l’EMY. Martedì il caldo dovrebbe aumentare ancora, con temperature fino a 44°C, secondo l’EMY.