ONDATA DI CALDO

Arriva l’anticiclone Nerone: caldo africano per almeno 10 giorni

Oggi al Centro-Sud il cielo sarà limpido salvo sottili velature lungo la costa tirrenica toscana; al Nord, invece, dopo il tramonto non sono esclusi veloci passaggi nuvolosi.
Archiviato il mese di luglio più caldo della storia, nei prossimi giorni si materializzerà lo spettro di una nuova ondata africana con l’Anticiclone Nerone.

L’anticiclone africano inizierà a infiammare l’Italia e la sua espansione punterà dritto dal Sahara verso Roma ed il Centro Italia, da qui il nome Nerone.

Dal weekend le temperature inizieranno a salire ovunque: i primi 38°C si registreranno in Sardegna poi il caldo afoso investirà soprattutto il Centro-Nord con valori tra 34 e 37°C anche a Firenze e Roma.

Da giovedì 17 agosto l’ondata di caldo nordafricano inizierà a fare ancora più sul serio e colpirà soprattutto il Centro-Sud con valori prossimi ai 40 gradi all’ombra.

La tendenza meteo è da confermare, ma potremmo restare sotto la cappa umida e opprimente dell’Anticiclone Africano fino al 24-25 agosto, se non addirittura fino a settembre per quanto riguarda il Sud.

Intanto, nelle prossime ore, il tempo resterà stabile e in prevalenza sereno, salvo qualche nuvola in transito in serata.

Venerdì sarà più caldo, specie in Sardegna e Sicilia, e ancora soleggiato. Durante il weekend, invece, troveremo qualche acquazzone in più a ridosso delle Alpi con la possibile discesa di qualche goccia anche verso la pianura piemontese domenica 13 agosto. Tutto sommato comunque splenderà il sole anche nel weekend, in generale. Le temperature saliranno gradualmente con un primo picco tra il 14 ed il 15 al Centro-Nord, con un Ferragosto soleggiato, caldo e senza vento.

caldo record

E’ ufficiale: luglio 2023 è stato il mese più caldo di sempre, +0,33°C

Record con “conseguenze disastrose” per il mondo: luglio 2023 è il mese più caldo mai registrato sulla Terra. Lo conferma il servizio europeo Copernicus, dettagliando i dati che hanno mandato in fibrillazione tutti i termometri. Il mese scorso, caratterizzato da ondate di calore e incendi in tutto il mondo, è stato più caldo di 0,33°C rispetto al mese che ha detenuto il record fino ad ora (luglio 2019, con una media di 16,63°C). La temperatura dell’aria è stata anche più calda di 0,72°C rispetto alla media (1991-2020) per il mese di luglio, ha indicato Copernicus nel suo bollettino.

In verità, sui dati non c’era grande suspense. Già il 27 luglio, ancor prima della fine del mese, gli scienziati avevano ritenuto “estremamente probabile” che luglio 2023 sarebbe stato il mese più caldo mai registrato. Questa cupa valutazione ha spinto il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres a dire che l’umanità si è lasciata alle spalle l’era del riscaldamento globale e sta entrando in una di “ebollizione globale“. Anche gli oceani sono testimoni di questi sviluppi preoccupanti, con temperature superficiali anormalmente elevate da aprile e livelli senza precedenti a luglio. Il 30 luglio è stato stabilito un record assoluto di 20,96°C, e per l’intero mese la temperatura superficiale è stata di 0,51°C superiore alla media (1991-2020).

Abbiamo appena assistito a nuovi record per le temperature globali della superficie dell’aria e dell’oceano nel mese di luglio. Questi record hanno conseguenze disastrose per le persone e per il pianeta, esposto a eventi estremi più frequenti e più intensi“, sottolinea Samantha Burgess, vicedirettore del Servizio europeo Copernicus sui cambiamenti climatici (C3S). I segni del riscaldamento globale causato dalle attività umane – a partire dall’uso di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) – sono infatti apparsi contemporaneamente in tutto il mondo. Sono onnipresenti: la Grecia in parte devastata dalle fiamme, così come il Canada, che ha subito anche terribili inondazioni; il caldo opprimente sull’Europa meridionale, il Nord Africa, gli Stati Uniti meridionali e parte della Cina, che poco dopo ha subito piogge torrenziali.

La rete scientifica World Weather Attribution (WWA) ha già concluso che le recenti ondate di calore in Europa e negli Stati Uniti sarebbero state “praticamente impossibili” senza l’effetto dell’attività umana. Copernicus riferisce inoltre che la banchisa antartica ha raggiunto la sua estensione più bassa per un mese di luglio da quando sono iniziate le osservazioni satellitari, con il 15% in meno rispetto alla media del mese. Samantha Burgess sottolinea anche che “il 2023 è attualmente il terzo anno più caldo, con 0,43°C al di sopra della media recente” e che “la temperatura media globale di luglio è stata di 1,5°C al di sopra dei livelli preindustriali“. La cifra di 1,5°C è altamente simbolica, in quanto è il limite più ambizioso stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015 per limitare il riscaldamento globale. Tuttavia, la soglia a cui si fa riferimento in questo accordo internazionale si riferisce alle medie di molti anni, non solo a un singolo mese.

Anche se tutto questo è solo temporaneo, dimostra l’urgenza di compiere sforzi ambiziosi per ridurre le emissioni globali di gas serra, che sono la causa principale di questi record“, conclude Samantha Burgess. Il 2023 potrebbe non aver finito di battere i record. “Ci aspettiamo una fine dell’anno relativamente calda nel 2023, a causa dello sviluppo del fenomeno El Niño“, sottolinea Copernicus. Questo fenomeno climatico ciclico sul Pacifico è sinonimo di un ulteriore riscaldamento globale.

Dopo il ciclone Circe torna l’estate: picchi di 38°C a Firenze e Roma

Nel corso della settimana appena iniziata l’estate è pronta a prendersi una rivincita: dopo gli ultimi temporali su alcuni angoli d’Italia attesi nella giornata odierna, opera di un ciclone Circe che va allontanandosi dal nostro Paese, ecco che è pronto a tornare sulla scena un redivivo anticiclone africano e l’Estate è pronta a prendersi una rivincita.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.ILMeteo.it, comunica che l’attore principale di questo radicale cambiamento è l’anticiclone africano che, dall’interno del deserto del Sahara, si allungherà verso il mar Mediterraneo. Da sottolineare anche le caratteristiche intrinseche della massa in questione: si tratta di correnti d’aria calda di matrice subtropicale che provocheranno, oltre a un’estrema stabilità atmosferica con tanto sole, anche un aumento sensibile delle temperature. Con questo tipo di configurazione il caldo si farà sentire in particolare da mercoledì 9, sulle pianure del Nord, sulle regioni tirreniche e sulle due Isole maggiori dove i valori termici si porteranno diffusamente oltre i 35°C durante le ore pomeridiane. Addirittura, in città come Firenze o Roma si potranno raggiungere picchi fino a 38°C, insomma saremo di fronte alla tipica fiammata di calore africana.

E attenzione, queste condizioni meteo-climatiche potrebbero accompagnarci almeno fino a Ferragosto, per una sorta di blocco anticiclonico con l’alta pressione ben piantata sull’Europa centro-meridionale. Solamente al Nord (specie sulle Alpi), qualche temporale potrebbe riuscire a bucare l’alta pressione.

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Lo studio: “Ondate di calore in Usa e Europa impossibili senza cambiamento climatico”

Più di 50 gradi nella Death Valley negli Stati Uniti, un record assoluto di 45,3°C in Catalogna, più di 43°C a Phoenix negli ultimi 24 giorni: senza il cambiamento climatico, tali ondate di calore sarebbero state “virtualmente impossibili” in Europa e negli Stati Uniti. E’ quanto stabilisce uno studio della rete World Weather Attribution (WWA). Questa rete scientifica, che valuta il legame tra eventi meteorologici estremi e cambiamenti climatici, ritiene inoltre che i cambiamenti climatici abbiano reso l’ondata di calore in Cina “almeno 50 volte più probabile“. I cambiamenti climatici, causati dalle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo, “hanno reso le ondate di calore più calde, più lunghe e più frequenti“, sottolinea il WWA. “Le recenti ondate di calore non sono più eventi eccezionali” e quelle future “saranno ancora più intense e più frequenti se le emissioni non saranno ridotte rapidamente“, concludono i ricercatori. Sebbene fenomeni naturali come gli anticicloni e El Nino possano contribuire a scatenare queste ondate di calore, “il riscaldamento delle temperature globali dovuto alla combustione di combustibili fossili è la ragione principale per cui sono così gravi“, sottolinea il WWA.

Per giungere a queste conclusioni, gli autori dello studio – sette scienziati provenienti da Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti – hanno utilizzato dati meteorologici storici e modelli climatici per confrontare il clima odierno e il suo riscaldamento globale di 1,2 gradi con quello del passato. Questi risultati, prodotti in fretta e furia, sono stati pubblicati senza passare attraverso il lungo processo delle riviste peer-reviewed, ma combinano metodi approvati dai loro colleghi. Gli scienziati hanno prestato particolare attenzione ai periodi in cui il caldo è stato “più pericoloso“, ovvero dal 12 al 18 luglio nell’Europa meridionale, dall’1 al 18 luglio negli Stati Uniti occidentali, in Texas e nel Messico settentrionale, e dal 5 al 18 luglio nella Cina centrale e orientale. Hanno sottolineato che il riscaldamento globale sta esacerbando l’intensità delle temperature: con il riscaldamento globale, le ondate di calore in Europa sono più calde di 2,5°C, quelle in Nord America di 2°C e quelle in Cina di 1°C, secondo il WWA. Secondo la NASA e l’osservatorio europeo Copernicus, il luglio 2023 “diventerà il luglio più caldo mai registrato”. “In passato, tali eventi sarebbero stati aberranti. Ma nel clima odierno possono verificarsi circa ogni 15 anni in Nord America, ogni 10 anni nell’Europa meridionale e ogni 5 anni in Cina”, ha spiegato Mariam Zachariah, scienziata dell’Imperial College di Londra, che ha contribuito allo studio, in un briefing telefonico.

Queste ondate di calore “diventeranno ancora più frequenti e si verificheranno ogni due-cinque anni se il riscaldamento globale raggiungerà i 2 gradi, “cosa che potrebbe accadere tra circa trent’anni, a meno che tutti i Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi non attuino pienamente i loro attuali impegni di ridurre rapidamente le emissioni“, ha aggiunto la scienziata. Questo inizio d’estate “potrebbe diventare la norma (…) e persino essere considerato fresco se non raggiungiamo la neutralità del carbonio“, ha sottolineato la climatologa britannica Friederike Otto. A suo avviso, “i risultati di questo studio di attribuzione non sono una sorpresa. (…) Da un punto di vista scientifico, è persino fastidioso perché conferma solo ciò che avevamo previsto. Ma quello che non avevamo previsto è quanto siamo vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale. Perché uccide le persone“, ha insistito. Tuttavia, “queste ondate di calore non sono la prova della ‘fuga dal riscaldamento globale’ o del ‘collasso climatico’. Abbiamo ancora tempo” per cambiare le cose, ha detto la scienziata. “Dobbiamo urgentemente smettere di bruciare combustibili fossili e lavorare per ridurre le nostre vulnerabilità. Se non lo facciamo, decine di migliaia di persone continueranno a morire“, ha dichiarato la dottoressa Otto, che ritiene “assolutamente essenziale” l’adozione di una legislazione internazionale sulla graduale eliminazione dei combustibili fossili alla 28a Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP) che si terrà a Dubai a novembre.

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Arriva Caronte bis: picchi fino a 48°C al Sud, ma ancora temporali al Nord

Nel corso della settimana appena iniziata il tempo sull’Italia risulterà piuttosto movimentato: il nostro Paese infatti si troverà proprio a metà tra un’ennesima avanzata dell’anticiclone africano Caronte e un insidioso break temporalesco. Il rischio, elevato, è quello di eventi estremi derivanti da questo tipo di contrasti: si teme soprattutto la grandine.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che nella giornata odierna il meteo trascorrerà ancora all’insegna di un caldo eccezionale, con Caronte che concederà un bis di quanto già accaduto nei giorni scorsi: si tratta di nuova pulsazione sul bacino del Mediterraneo dell’alta pressione di origine sub-tropicale, che provocherà l’ennesima ondata di calore con temperature che saliranno ancora ben oltre i 37-40°C su molte delle nostre regioni, in particolare su quelle centro-meridionali e sulle due Isole Maggiori. Su Puglia, Sicilia e Sardegna sono previsti picchi massimi fin verso i 45-48°C.

Come anticipato però, il tempo non risulterà del tutto stabile da Nord a Sud, tutt’altro: analizzando il quadro sinottico generale previsto sul Vecchio Continente, possiamo osservare come alle alte latitudini, tra Isole Britanniche e Scandinavia, siano presenti vaste aree di bassa pressione ricolme di aria fresca e instabile di origine Polare. Più sotto, invece, troviamo l’ormai granitico anticiclone africano, con il suo carico rovente di masse d’aria in arrivo dal deserto del Sahara.

Tra il 25 e il 26 luglio l’ingresso di aria fresca e instabile in quota provocherà un vero e proprio break temporalesco. A causa della tanta energia in gioco (umidità e calore nei bassi strati dell’atmosfera trasportati in precedenza dall’anticiclone Caronte) e dei forti contrasti tra masse d’aria completamente diverse, si verranno a creare le condizioni ideali per lo sviluppo di imponenti celle temporalesche in grado di scatenare, localmente, forti colpi di vento e grandinate. Stando al più recente aggiornamento le regioni maggiormente a rischio saranno tutte settentrionali: Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Sul resto del Paese l’anticiclone africano Caronte dovrebbe riuscire a dominare ancora incontrastato, garantendo tanto sole e caldo, anche se via via meno intenso specie da giovedì 27: in questo frangente si potrà notare un calo termico anche di 10-12 gradi rispetto all’inizio della settimana.

La Grecia brucia: 30mila turisti evacuati a Rodi. Fiamme a Corfù

Photo credit: AFP

La lotta contro gli incendi boschivi in Grecia, in particolare quello sull’isola turistica di Rodi, prosegue anche oggi, una giornata segnata da un “leggero calo” della temperatura prima di una nuova ondata di calore prevista per martedì, secondo il servizio meteorologico nazionale. Più di 266 vigili del fuoco stanno lavorando per contenere l’incendio nel sud e nell’ovest dell’isola di Rodi, nell’arcipelago del Dodecaneso nel Mar Egeo, dove nel fine settimana sono stati evacuati 30.000 turisti nella “più grande operazione” di questo tipo “mai realizzata in Grecia“, schiacciata da una nuova ondata di caldo.  La Grecia è “in guerra” contro gli incendi boschivi che stanno devastando il paese e ha davanti a sé “altri tre giorni difficili” a causa delle alte temperature, ha detto il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis parlando davanti al Parlamento. “Siamo in guerra contro (…) gli incendi” e “abbiamo ancora tre giorni difficili davanti a noi“, ha spiegato.

Centinaia di turisti, in particolare britannici, tedeschi e francesi, erano in attesa all’aeroporto internazionale di Rodi domenica sera in cerca di un volo di ritorno, mentre diverse compagnie aeree hanno sospeso i voli per l’isola. All’alba di lunedì mattina, due elicotteri e due bombardieri d’acqua hanno ripreso a operare a supporto dei vigili del fuoco sull’isola, una delle destinazioni turistiche più popolari del Paese, che negli ultimi decenni è stata più volte avvolta dalle fiamme. Lo scorso fine settimana sono scoppiati altri quattro incendi, tra cui uno sull’isola di Corfù, nel Mar Ionio (nord-ovest), anch’essa molto popolare tra i turisti. Secondo i vigili del fuoco, oggi stanno operando 62 vigili del fuoco supportati da due elicotteri e due bombardieri d’acqua. Quasi 2.500 persone sono state evacuate nella notte dall’isola. Oggi sono divampati incendi anche ad Aigio, nel nord del Peloponneso, a Karystos, nel sud dell’isola di Eubea, e in Beozia, una regione a nord di Atene.

Secondo le autorità, oggi molte regioni del Paese sono rimaste in “allarme rosso“, cioè in “estremo pericolo” di incendi boschivi, ma “nessuna località era minacciata dalle fiamme domenica sera“, ha dichiarato all’AFP un funzionario dell’ufficio stampa dei vigili del fuoco. Come ogni estate, la Grecia è afflitta da incendi boschivi, spesso mortali, che devastano decine di migliaia di ettari di foreste e vegetazione. Quest’estate il Paese ha vissuto una delle più lunghe ondate di calore degli ultimi anni, secondo gli esperti del servizio meteorologico nazionale EMY, con temperature fino a 45°C nel centro del Paese durante il fine settimana. Oggi la temperatura “scenderà leggermente“, con 37°C ad Atene, mentre nel centro e nel Peloponneso la colonnina di mercurio dovrebbe raggiungere i 42°C, mentre nel Mar Egeo sono previsti forti venti fino a 50 km/h, secondo l’EMY. Martedì il caldo dovrebbe aumentare ancora, con temperature fino a 44°C, secondo l’EMY.

La Grecia si prepara al weekend più caldo degli ultimi 50 anni

Questo fine settimana in Grecia “sarà probabilmente il più caldo degli ultimi cinquant’anni“. A lanciare l’allarme è Panagiotis Giannopoulos, meteorologo del canale televisivo pubblico ERT, secondo il quale “Atene avrà temperature superiori ai 40°C per 6-7 giorni, fino alla fine di luglio“, un periodo eccezionalmente lungo anche per una capitale europea abituata al caldo estivo. A mezzogiorno di venerdì sono state registrate temperature di 41°C in Attica, nella regione di Atene, e fino a 44°C in Tessaglia, nel centro del Paese. Domenica si preannuncia la giornata peggiore, con temperature prossime ai 44°C nella capitale.

L’opinione dell’esperto è condivisa da Yannis Kallianos, meteorologo del canale televisivo privato Mega, che ha descritto la situazione attuale come una “interminabile e potente ondata di calore“. “Secondo le ultime previsioni, l’ondata di calore potrebbe durare fino a giovedì e venerdì prossimi, 27 e 28 luglio“, ha spiegato. Domenica e lunedì, inoltre, venti settentrionali fino a 60 km/h potrebbero favorire l’innesco di incendi, ha avvertito l’esperto.

Il ministero della Cultura ha annunciato che tutti i siti archeologici del Paese, compresa l’Acropoli di Atene, rimarranno chiusi durante la parte più calda della giornata fino a domenica. E il ministero del Lavoro ha invitato i datori di lavoro a incoraggiare il telelavoro, mentre il Ministero della Salute ha raccomandato di evitare tutti gli spostamenti non necessari nelle ore centrali della giornata. “Ci aspettano tre giorni difficili. Dobbiamo essere vigili“, ha avvertito il ministro della Protezione civile Vassilis Kikilias alla ERT.

Secondo l’Osservatorio nazionale di Atene, nella capitale greca è stato registrato il record assoluto di temperatura di 44,8°C nel giugno 2007, mentre il record assoluto in Grecia è stato raggiunto nel luglio 1977 con 48°C a Elefsina, vicino alla capitale.

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Attesi temporali e grandine, ma da lunedì si prepara Caronte bis

Ad un mese dall’inizio dell’estate si possono già tirare le prime conclusioni: l’annus horribilis 2022, l’anno più caldo della storia per l’Italia, rischia di essere superato dal 2023. Le temperature hanno raggiunto per più giorni, e in molte zone, i 45-47°C all’ombra, le notti tropicali sono diventate ‘notti super tropicali’ con minime sopra i 30°C. Un luglio che, dopo un giugno relativamente fresco, risulta per ora il più caldo della storia italiana.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, guarda anche oltre: a livello globale i mari non sono mai stati così caldi nella storia recente; dal Pacifico all’Oceano Indiano, dal Mar Rosso al nostro Mediterraneo, l’acqua bolle. Sono oltre 1 grado più caldi della media con il Mediterraneo che guida il nuovo bollore del XXI secolo a +4°C oltre i valori normali. E se gli Oceani soffrono il caldo estremo, con quelle che vengono definite ‘Ondate di Calore Marino’, la terraferma registra temperature pazzesche: con 47°C in Sardegna sono stati superati numerosi record assoluti, resiste solo il record europeo di 48,8°C registrato in Sicilia l’11 agosto 2021 a Floridia, in provincia di Siracusa. Ma di questo passo facilmente la soglia dei 50 gradi potrà essere superata anche nell’Europa Meridionale.

L’incredibile calore di queste settimane sta causando nubifragi e grandinate eccezionali: negli ultimi giorni si sono avuti chicchi di grandine di 10 cm; il record per il chicco di grandine più grande a livello mondiale è di 20 cm con un cratere al suolo di 25 cm, registrato il 23 luglio 2010 in South Dakota, USA. Nei prossimi giorni potremo avere di nuovo grandinate intense al Nord, in particolare dal pomeriggio di oggi fino a domani sera. Da domenica rimonterà poi l’anticiclone africano anche sul Settentrione, mentre al Centro-Sud il caldo non mollerà mai la presa: si prepara eccezionalmente un Caronte bis.

Nel dettaglio sono previsti temporali al Nord, un leggero calo delle massime al Centro nel weekend, mentre al Sud le massime toccheranno ancora i 44°C, ma saliranno di nuovo fino e oltre i 47°C da lunedì con il Caronte Bis, che non lascerà in pace il meridione fino alla fine di luglio portando una seconda fiammata africana.

Il 2022 in Italia è stato l’anno più caldo e meno piovoso della storia

In Italia con un’anomalia media di +1,23°C rispetto al valore climatologico 1991-2020, il 2022 è risultato l’anno più caldo dal 1961 – cioè da quando le rilevazioni scientifiche sono complete -, superando di 0,58°C il precedente record assoluto del 2018 e di 1,0°C il valore del precedente anno 2021. E’ quanto emerge dal rapporto ‘Clima in Italia 2022’ pubblicato dall’Ispra e da Snpa. Tutti i mesi dell’anno sono stati più caldi della media, a esclusione di marzo e aprile: anomalie superiori a 2°C si sono registrate a giugno (con il picco di +3,09°C) e nei mesi di luglio, ottobre e dicembre. L’anomalia più marcata in estate (+2,18°C), seguita dall’autunno (+1,38°C) e dall’inverno (+0,58°C).

Ma non solo. Il 2022 è stato l’anno meno piovoso dal 1961, segnando un -22% rispetto alla media climatologica 1991-2020, con precipitazioni inferiori alla norma (-39%) da gennaio a luglio. Le anomalie sono state più marcate al Nord (-33%), seguite dal Centro (-15%) e dal Sud e Isole (‑13%). Su scala nazionale, si legge nel rapporto, i mesi relativamente più secchi sono stati ottobre (-62%) e gennaio (-54%), mentre il mese relativamente più piovoso è stato agosto (+69%).

MA COSI’ POCA ACQUA DAL 1961. Le prolungate condizioni di siccità, associate alle alte temperature, nel 2022 hanno determinato una forte riduzione della disponibilità naturale di risorsa idrica: stimata per l’Italia una disponibilità annua di 221,7 mm (ca. 67 km3), che rappresenta il minimo storico dal 1951 a oggi, e delinea una riduzione di circa il 50% rispetto alla disponibilità annua media di risorsa idrica stimata per l’ultimo trentennio climatologico 1991-2020.

AUMENTA LA TEMPERATURA DEI NOSTRI MARI. -Analogamente alla temperatura dell’aria, la temperatura superficiale dei mari italiani nel 2022 si colloca al primo posto della serie dal 1982, con un’anomalia di +1.0°C rispetto alla media climatologica 1991-2020. Escludendo il 2003, gli ultimi dodici anni hanno registrato le anomalie positive più elevate di tutta la serie e il 2022 è stato il dodicesimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto alla norma. Le anomalie medie sono state positive in tutti i mesi dell’anno ad eccezione di aprile (-0.18°C), con gli scostamenti positivi dai valori normali massimi a giugno e luglio (+2.11°C entrambi).

ITALIA PAESE PIU’ CALDO D’EUROPA. Come emerge dalla mappa pubblicata dal Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (Ercc) dell’Unione Europea, anche in Italia sono stati registrati i dati sulle temperature medie massime giornaliere e i picchi di temperatura più alti in Europa. In particolare il 18 luglio è stata registrata a Licata (Agrigento) la temperatura massima osservata su tutto il continente – 46,3° C – seguita da Riesi (Caltanissetta) con 45,8° C. La Puglia – nell’area di Foggia – compare invece tra le regioni europee in cui sono state toccate le temperature medie massime giornaliere nel periodo 9-15 luglio, superiori ai 35,1° C.

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Il pianeta brucia: dalla California al Giappone battuti tutti i record di caldo

L’Europa, l’Asia e il Nord America bruciano per l’effetto delle temperature roventi e delle tante conseguenze per l’ambiente e la salute umana. Dalla California alla Cina, le raccomandazioni sono le stesse: ripararsi dal sole, bere molta acqua e tenere d’occhio le persone più fragili. E gli incendi sono praticamente ovunque.

Secondo l’Agenzia meteorologica spagnola (Aemet), martedì le temperature hanno raggiunto i 45,3°C a Figueres, in Catalogna (nord-est), e i 43,7°C nelle Isole Baleari. Martedì sono stati battuti record di temperatura in tutto il mondo e mercoledì sono previste altre ondate di calore. Pechino ha battuto un record durato 23 anni con 27 giorni consecutivi di temperature superiori a 35 gradi. Phoenix, la capitale dell’Arizona negli Stati Uniti meridionali, ha battuto un analogo record di 49 anni con il 19° giorno consecutivo di temperature pari o superiori a 43,3 gradi. Nel sud della Francia, i record sono stati battuti soprattutto in altitudine sulle Alpi, sui Pirenei e sull’isola di Corsica, hanno annunciato i servizi meteorologici. Questi record sono da 8°C a 11,9°C al di sopra della norma stagionale.

L’Onu ha invitato il mondo a prepararsi a “ondate di calore più intense”, esortando tutti a predisporre i propri “piani di emergenza” per far fronte a queste temperature estreme giorno e notte. Dopo Cerbero, è l’ondata di calore di Caronte, dal nome del traghettatore degli Inferi, che sta avvolgendo le coste del Mediterraneo settentrionale. In Grecia, secondo i vigili del fuoco, nelle ultime 24 ore sono scoppiati ben 47 incendi. Due di essi, a ovest di Atene, non erano ancora stati messi sotto controllo alla fine della giornata di martedì. Una nuova ondata di calore, con temperature massime di 44°C, è prevista in Grecia a partire da domani.

In Italia, 23 città sono in allerta rossa. A Roma, il termometro ha raggiunto i 40°C, appena al di sotto del record locale di 40,5°C stabilito nell’agosto 2007. Ma questo non ha impedito ai turisti di visitare la Città Eterna, dove 2.500 fontane di acqua potabile fresca erano a disposizione per dissetarsi. Nel primo pomeriggio di martedì, la temperatura più alta registrata in Italia, che detiene il record di calore per l’Europa continentale, con 48,8°C misurati in Sicilia l’11 agosto 2021, è stata di 44°C a Ragusa, nella stessa regione. Le autorità hanno dovuto prendere speciali precauzioni per proteggere dal caldo grandi e piccini. “Non facciamo fare sport ai bambini e li alterniamo, tre giorni al mare, tre giorni in montagna”, ha spiegato all’AFP Morgana Cucca, responsabile di un centro di Lanusei, in Sardegna.

Negli Stati Uniti, i servizi meteorologici stanno osservando un’ondata di caldo “opprimente” nel sud. Diversi incendi molto violenti in California hanno portato all’evacuazione della popolazione. Il più grande, il Rabbit Fire, ha bruciato circa 3.200 ettari. In Canada, più di dieci milioni di ettari sono già andati in fumo quest’anno, con 882 incendi ancora attivi lunedì, 579 dei quali considerati fuori controllo, secondo il Canadian Interagency Forest Fire Centre. Il Giappone, nel frattempo, ha emesso allarmi per colpi di calore per 32 delle sue 47 prefetture, che stanno sperimentando temperature vicine al record assoluto di 41,1°C raggiunto nel 2018. “Il clima è chiaramente cambiato. Prima la temperatura (nella prefettura di Yamanashi, vicino a Tokyo) non raggiungeva mai i 30°. Ora lo fa facilmente”, lamenta Tomoya Abe, 50 anni, appena tornato da un campeggio per sfuggire al suo appartamento nella capitale “dove la temperatura può arrivare a 37°C”.

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