caldo

Arriva la settimana di Cerbero: attesi picchi di 45 gradi in Sardegna. Bollino rosso in 8 città

Il fine settimana appena trascorso ci ha dato una assaggio di quello che ci attenderà nei prossimi giorni. Nel corso della settimana appena iniziata, infatti, il caldo sarà il protagonista assoluto: l‘anticiclone africano Cerbero è pronto a infiammare l’Italia con punte massime di temperature ben oltre i 40°C, e non è escluso che qualche record possa essere abbattuto. Questa ondata di calore proveniente dal cuore del deserto africano poi durerà almeno per altri 7 giorni: l’estate, insomma, entra nel vivo.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it spiega che si sta preparando la seconda ondata di calore di questa stagione estiva 2023. “Nella mitologia – dice – Cerbero è il cane-mostro a tre teste cantato da Dante nella sua Divina Commedia e posto a guardia degli Inferi: ebbene, l’anticiclone africano distribuirà l’intensità del caldo in maniera diversa su tre zone d’Italia, rappresentate metaforicamente dalle tre teste: la prima zona è quella del Sud e delle Isole Maggiori; la seconda zona è rappresentata dall’Italia centrale, soprattutto la fascia tirrenica; la terza zona è il Nord”.

Già da oggi è attesa una pulsazione di questa importante figura atmosferica, una bolla rovente in risalita dal Nord Africa, con valori di circa 28-32°C alla quota isobarica di 850 hPa (circa 1550 metri d’altezza); solitamente viene presa la misura a questa quota in quanto le masse d’aria sono libere di muoversi nell’atmosfera conservando le loro caratteristiche senza subire condizionamenti esterni (dal mare, dalle montagne etc.).

Nei prossimi giorni sono previsti picchi massimi di temperatura fino a 35-37°C sulle pianure del Nord, fino a 38°C e al Centro, e addirittura fin sopra i 42°C sulle due isole maggiori. La giornata più rovente potrebbe essere quella di mercoledì 12 luglio quando, in alcune località della Sardegna, potrebbero addirittura toccarsi i 45°C, se non oltre. Il record assoluto di temperatura massima in Italia è attualmente di 48,8°C, registrato nell’agosto 2021 in provincia di Siracusa; insomma, si rischia di battere un valore ritenuto quasi inarrivabile solo fino a pochi anni fa.

Saranno otto domani le città italiane da bollino rosso (livello 3, il massimo) a causa dell’ondata di calore che si è abbattuta sull’Italia. Si tratta di Firenze, Perugia, Roma, Latina, Frosinone, Rieti, Bolzano e Torino. Il giorno successivo le città con il livello più alto di caldo scenderanno a sette: Bologna, Firenze, Perugia, Rieti, Roma, Frosinone e Latina.

Nel corso delle ore notturne poi non andrà certamente meglio, anzi: umidità alle stelle (afa) e valori che non scenderanno al di sotto dei 22/23°C su gran parte del Paese. In meteorologia, infatti, si parla di notti tropicali proprio quando le temperature minime non scendono mai a livelli inferiori ai 20°C.

Da giovedì 13 luglio, l’alta pressione perderà un po’ della sua forza sulle regioni del Nord: l’ingresso di correnti d’aria più instabili in quota pilotate da una depressione centrata sulle isole britanniche potrebbe fungere da innesco per lo scoppio di qualche forte temporale specie sulla Lombardia e poi sul Triveneto. Sul resto d’Italia invece ancora spazio all’anticiclone col suo carico di caldissima stabilità atmosferica.

Tags:
, ,
caldo

Avanza l’anticiclone Cerbero: attesi picchi di temperatura di 45°C

Sarà davvero tosta la seconda ondata di calore di questa prima parte di Estate e sarà l’anticiclone africano Cerbero a farla arrivare sull’Italia. Prima del suo arrivo, però, ci saranno gli ultimi temporali, anche molto forti, sulle regioni settentrionali.

Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it avvisa che nella giornata odierna l’atmosfera sarà ancora instabile sulle regioni settentrionali a causa delle correnti instabili atlantiche pilotate da una semi permanente depressione attiva tra Islanda, Regno Unito e Scandinavia. I temporali, già presenti, continueranno a formarsi non solo in montagna, ma anche in pianura fino a fine giornata. Nel frattempo l’anticiclone africano Cerbero inizierà a invadere la Sardegna con i primi 40°C sulle zone interne meridionali dell’Isola.

Da venerdì Cerbero avanzerà ulteriormente verso il nostro Paese, così l’atmosfera tornerà stabile su tutte le regioni e il sole avrà modo di splendere quasi indisturbato in un cielo con poche nuvole. Per almeno sette giorni sull’Italia il sole sarà prevalente, ma occasionalmente sui confini alpini potranno scoppiare isolati temporali di calore, seppur di breve durata.

Ma le protagoniste dei prossimi giorni saranno le temperature, massime e minime. L’anticiclone africano Cerbero trasporterà masse d’aria caldissima provenienti direttamente dal deserto del Sahara. Il bersaglio principale sarà la Sardegna dove, a partire dal weekend, i valori massimi di temperatura supereranno i 40°C (fino a 45°C) sulle zone interne, specie meridionali. Farà caldissimo anche sul resto d’Italia: al Centro, per esempio, tra domenica e lunedì si raggiungeranno i 37-38°C a Firenze e a Roma, 37°C anche al Nord come a Milano, Padova, Bologna, Pavia, Ferrara e oltre 40°C anche in Sicilia. Caldo importante anche sul resto del Sud.

Se farà caldissimo di giorno, di notte sarà l’afa a far sudare gli italiani; infatti, le correnti africane, attraversando il mar Mediterraneo, si caricheranno di umidità rendendo il clima afoso. Questa è una situazione di disagio fisico da non sottovalutare, soprattutto per le persone fragili, come anziani e bambini. L’anticiclone Cerbero potrebbe non durare così poco: infatti, quanto meno per tutta la prossima settimana continuerà a infiammare l’Italia, perdendo energia soltanto al Nord dove i valori termici, soprattutto da mercoledì 12 luglio, potrebbero calare di qualche grado.

Blitz Ultima generazione a Firenze: salsa di pomodoro sui corpi davanti al Battistero

Nuovo blitz di Ultima generazione al Battistero di Firenze. Questa mattina, intorno alle 11.15, cinque attivisti si sono fermati in piazza del Duomo, versandosi addosso salsa di pomodoro  e protestando per i ritardi nella lotta al cambiamento climatico. L’azione, fanno sapere dal movimento a difesa del clima, aveva come obiettivo esprimere solidarietà per Ester e Guido, i due attivisti che nell’estate 2022 si sono incollati al basamento della statua di Laocoonte presso i Musei Vaticani e il 12 giugno scorso sono stati condannati a 9 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 1.500 euro ciascuno (con sospensione di entrambe le sanzioni), cui si aggiunge il risarcimento di 28.000 euro di danni. “Papa Francesco ha scritto nell’Enciclica Laudato Si’: ‘Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale’. E qual è questa riconoscenza? Qual è questa gratitudine speciale? È una condanna da parte del tribunale del Vaticano”, ha dichiarato Corso, presente in piazza.

I cinque attivisti hanno srotolato uno striscione con la scritta ‘Non Paghiamo Il Fossile’ e hanno letto alcuni brani proprio dell’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, che contiene riferimenti alla crisi climatica e all’urgenza di agire. All’arrivo della polizia municipale uno di loro si è messo a sedere davanti al Battistero rifiutando di alzarsi. Alla fine è stato prelevato dagli agenti. Dai primi accertamenti sembra sia stato imbrattato il selciato davanti al Battistero, ma non l’edificio.  Lo conferma anche l’Opera del Duomo, i cui tecnici hanno fatto i primi rilievi sulla copia della Porta del Paradiso del Battistero davanti alla quale c’è stato il blitz di Ultima generazione. Nessun denuncia, da quanto si apprende, sarà presentata. Il Battistero è sempre rimasto aperto stamani.

Sempre a Firenze, il 17 marzo scorso, due attivisti di Ultima generazione avevano imbrattato la facciata di Palazzo Vecchio, bloccati (insieme alla polizia municipale) dal sindaco Dario Nardella che in quel momento era in piazza Signoria.

Blitz Ultima generazione: sdraiati a terra a sostegno degli attivisti condannati in Vaticano

Nuovo blitz di Ultima generazione a Roma. Stamattina alle 11.30, alla fine della Messa per i SS. Pietro e Paolo si è tenuto in via della Conciliazione un die-in di solidarietà a Ester e Guido, i due cittadini aderenti a Ultima Generazione che la scorsa estate si sono incollati al basamento della statua di Laocoonte presso i Musei Vaticani e il 12 giugno scorso sono stati condannati a 9 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 1.500 euro ciascuno (con sospensione di entrambe le sanzioni), cui si aggiunge il risarcimento di 28.000 euro di danni. 23 cittadine e cittadini di Ultima Generazione si sono sdraiati a terra, come prevede la forma di protesta del die-in, “un atto solenne che simboleggia il futuro di morte che ci attende a causa della crisi climatica, sostenuta dai Governi“, fanno sapere dal movimento. I partecipanti hanno esposto uno striscione con la scritta ‘Vi auguro di fare chiasso: fatevi sentire’, citazione di Papa Francesco, mentre altri hanno letto brani dell’enciclica di Papa Francesco ‘Laudato Si’, con riferimenti alla crisi climatica e all’urgenza di agire. All’iniziativa hanno partecipato anche esponenti di Extinction Rebellion Roma.
Obiettivo dell’iniziativa: “portare all’attenzione di Papa Francesco la condanna ingiusta e sproporzionata verso Ester e Guido, che con il proprio corpo sono stati strumento ed eco del grido del Pontefice della Laudato Si’”, si legge nella nota di Ultima generazione. La Polizia ha impedito l’accesso in piazza San Pietro, identificando le prime persone che erano arrivate sul posto a metà mattina. “Il patrimonio artistico italiano è in pericolo. Ma non per colpa degli attivisti che usano colla, vernice e zuppe per farsi ascoltare. La colpa è della crisi climatica. Secondo l’Ispra più del 23% dei beni culturali registrati in Italia è esposto al rischio idraulico dovuto alle alluvioni: un fenomeno strettamente legato al mutamento del clima. Senza contare tutti gli altri siti di valore storico e artistico esposti a piogge acide, siccità, innalzamento dei mari, frane e smottamenti. Da Roma a Venezia, nessuna città è pronta per le condizioni che ci aspettano. Palazzi, statue e quadri hanno certamente un grande valore e sono decisamente in pericolo, ma mai quanto le vite umane, da tutelare in primo luogo”, ha dichiarato Ester, 27 anni, laureatasi la scorsa estate in storia delle arti e conservazione dei beni artistici a Venezia.

Mentre il Vaticano portava a processo me e Guido per i fatti dello scorso agosto, in Emilia Romagna si faceva la conta dei danni post alluvione. Oltre quaranta situazioni critiche rilevate, tra biblioteche, musei, ville d’artista, archivi e abbazie. Siamo un Paese che si vanta delle sue bellezze artistiche e che vi basa interi settori economici, ma che non sa tutelarle. Abbiamo visto rabbia e indignazione pubblica per alcune gocce di Attack o delle secchiate di vernice lavabile, peraltro su opere ancora integre e visibili al pubblico, ma si è parlato ben poco di tutta l’arte che abbiamo perso per sempre e che perderemo a causa del collasso climatico. Noi vogliamo vivere in un presente e in un futuro in cui non vadano perse né l’arte, né gli ecosistemi. È davvero chiedere troppo?”, ha aggiunto.

caldo record

Contea Usa chiede 51 mld di dollari a gruppi petroliferi: “Colpevoli del caldo estremo”

Una contea dell’Oregon, nel nord-ovest degli Stati Uniti, ha annunciato di aver intentato una causa contro diverse multinazionali del petrolio chiedendo loro più di 51 miliardi di dollari in seguito alla “cupola di calore” del 2021, un evento climatico estremo e mortale. La Contea di Multnomah sostiene che l’inquinamento da carbonio causato dall’uso di combustibili fossili generati da questi gruppi abbia avuto un ruolo “significativo” nell’evento. Tra le aziende prese di mira figurano ExxonMobil, Shell, Chevron, BP, ConocoPhillips e Total Specialties USA.

La cupola di calore “è un evento direttamente attribuito agli impatti che stiamo vedendo sul nostro clima a causa delle azioni dei gruppi di combustibili fossili e delle loro agenzie, che da decenni spingono per negare la scienza del clima“, ha dichiarato all’AFP la presidente della contea Jessica Vega Pederson. La contea chiede 50 milioni di dollari di danni e 1,5 miliardi di dollari per i danni futuri: caldo estremo, siccità, incendi e fumo promettono di diventare sempre più frequenti. Chiede inoltre alle aziende di versare 50 miliardi di dollari in un “fondo di mitigazione” per migliorare le infrastrutture della contea.

Contattata dall’AFP, la ExxonMobil ha dichiarato che “questo tipo di denuncia continua a far perdere tempo e denaro e non fa nulla per affrontare il cambiamento climatico“. Chevron, da parte sua, ha denunciato “accuse infondate” e “distrazioni controproducenti” nella ricerca di soluzioni al riscaldamento globale.

Un’ondata di caldo record ha colpito gli Stati Uniti occidentali e il Canada dalla fine di giugno alla metà di luglio 2021. Il bilancio delle vittime è stato stimato in 1.400 persone e a Lytton, nella Columbia Britannica, è stata registrata una temperatura di 49,6 gradi Celsius. In un’analisi, il World Weather Attribution (WWA), un gruppo di scienziati, sostiene che questa cupola sarebbe stata “virtualmente impossibile” senza il cambiamento climatico indotto dall’uomo, che l’ha resa almeno 150 volte più probabile.

La denuncia della Contea di Multnomah cita anche l’American Petroleum Institute e la McKinsey. Sostiene che per tre giorni, alla fine di giugno 2021, la contea ha sofferto un caldo estremo, 69 persone sono morte e si è dovuto spendere denaro dei contribuenti (per acqua, condizionatori d’aria e “centri di raffreddamento“, tra le altre cose). “La cupola di calore è stata una conseguenza diretta e prevedibile della decisione degli imputati di vendere il maggior numero possibile di prodotti a base di combustibili fossili negli ultimi sei decenni“, si legge nel testo, che accusa le multinazionali di mentire sugli effetti nocivi delle loro attività.

Con questa mossa, la Contea di Multnomah si unisce a decine di città, contee e Stati di tutto il Paese che hanno intentato cause contro le compagnie petrolifere accusandole di partecipare al cambiamento climatico e di alimentare la disinformazione. Questa ondata di cause è iniziata nel 2017. L’industria dei combustibili fossili ha fatto tutto il possibile per evitare i processi statali, ma a maggio ha subito una battuta d’arresto quando la Corte Suprema ha rifiutato di accogliere i ricorsi in due casi, consentendo alle cause di fare il loro corso.

Tags:
, ,

Finanza per il clima, vertice Parigi si chiude senza ‘rivoluzione’

Photocredit Afp

 

Dollari in più ma nessuna rivoluzione: il vertice di due giorni ospitato dalla Francia si è concluso con qualche progresso a favore dei Paesi poveri ma senza ancora concretizzarsi quel ‘Big Bang’ auspicato per riorientare la finanza globale al servizio del clima. In chiusura del vertice di due giorni, il presidente francese Emmanuel Macron ha accolto con favore il “completo consenso” alla “profonda riforma” del sistema finanziario globale. Ma la riunione si è conclusa con una serie di piccoli passi e senza la grande dichiarazione congiunta auspicata per un po’ dalla presidenza francese.

Parigi ha accolto per due giorni una quarantina di capi di Stato e di governo, tra cui il brasiliano Lula da Silva e il saudita Mohammed bin Salman, in un incontro che dovrebbe concretizzare le idee nate all’ultima Cop sul clima, in Egitto, prima della prossima, negli Emirati Arabi uniti, prevista alla fine dell’anno. All’interno del Palais Brongniart, ex sede della Borsa di Parigi, giudicato da diversi partecipanti inadatto per la sua posizione e le sue condizioni anguste, sono stati fatti alcuni annunci. Da parte sua la Banca mondiale prevede di inserire negli accordi con i paesi più vulnerabili una nuova clausola di sospensione del pagamento del debito in caso di calamità. Mia Mottley, premier delle Barbados, da mesi spingeva per trasformare il sistema finanziario con una clausola del genere. “È una buona giornata, perché quasi tutti hanno accettato la validità delle clausole sui disastri naturali“, ha esultato la leader.

La rete internazionale delle Ong Climate Action Network (Can), invece, ha criticato un vertice “che ha fatto del vecchio il nuovo“, condannando l’idea di una possibile sospensione dei rimborsi “piuttosto che una cancellazione completa del debito“. “Non possiamo chiedere ai leader di mobilitarsi e allo stesso tempo condannare totalmente” l’attuale vertice, ha affermato Soraya Fettih, portavoce dell’associazione ambientalista 350.org. “Ciò che è chiaro è che questo vertice non porterà ad alcuna decisione vincolante e forte“, ha dichiarato durante una manifestazioen ambientalista. Venerdì mattina più di 350 persone si sono radunate ai piedi della Statua della Repubblica a Parigi, con attivisti ambientali che hanno trasformato enormi dollari neri in dollari verdi per sollecitare i leader politici a smettere di investire in combustibili fossili e passare alla finanza verde.

Siamo favorevoli a una tassa internazionale sul trasporto marittimo perché è un settore che non viene tassato“, ha poi annunciato il presidente Emmanuel Macron, che vorrebbe vedere avanzata questa questione in una futura riunione dell’Organizzazione marittima internazionale (Imo). Ma questa spinosa questione sembra ancora lontana dal raggiungere un consenso. “Se la Cina, gli Stati Uniti e diversi paesi europei chiave che hanno anche grandi aziende coinvolte non ci seguono, allora si mette in atto una tassa ma non ha alcun effetto“, si è rammaricato Macron.
In un lungo discorso appassionato, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha da parte sua deplorato l’inerzia della comunità internazionale nella lotta al cambiamento climatico e alla riduzione delle disuguaglianze, oltre ad accusare il protezionismo dell’Occidente. “Chi ha applicato il Protocollo di Kyoto? Chi ha applicato le decisioni della COP 15 di Copenaghen? Chi ha applicato le decisioni della COP di Parigi?”, ha chiesto, sottolineando che le decisioni non sono state attuate “perché non c’è una governance mondiale per portare a termine gli obiettivi” prefissati. Inoltre, ha aspramente criticato le istituzioni internazionali: “con questo meccanismo, chi è ricco è sempre ricco e chi è povero è sempre povero”.

Tags:

Arriva il flash storm: weekend più fresco e qualche temporale

La coda di una perturbazione nordatlantica, collegata a un vortice attivo tra Regno Unito e Mare del Nord, riesce a raggiungere anche l’Italia, ferendo temporaneamente l’anticiclone africano Scipione. Si tratta di una veloce ‘flash storm‘, chiamata così per la breve durata e la disorganizzazione dei fenomeni (non convettivi). I venti più freschi in ingresso formeranno un vortice ad alta quota che genererà locali temporali, a tratti forti, su alcune regioni.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it comunica che dopo il maltempo che ha colpito le Alpi occidentali nella notte appena passata, nel corso di venerdì rovesci temporaleschi si incammineranno verso il Nordest e quindi le Marche. Data la tanta energia in gioco (aria fresca che si scontra con l’aria caldissima preesistente) i fenomeni atmosferici impattando sulle varie zone potrebbero risultare molto forti con possibili grandinate e più raramente trombe d’aria. Nel corso di sabato tuoni e fulmini dopo aver interessato le Marche, colpiranno l’Abruzzo e i rilievi centro-meridionali del Lazio (possibile temporale anche a Roma) per poi finire la loro corsa in Campania e Basilicata sfiorando anche la Puglia montuosa. Nella giornata di domenica tornerà il sole ovunque.

Questa veloce sferzata temporalesca lascerà dietro di sé un lieve addolcimento del clima. Già da oggi le temperature inizieranno a diminuire al Nord mentre continueranno a essere infuocate al Sud (40°C in Puglia e Sicilia). Nel corso del weekend i valori massimi si abbasseranno quasi ovunque anche di 10°C. Anche se continuerà a fare caldo, non lo sarà come quello di questi giorni, ovvero afoso e quasi irrespirabile. Le correnti settentrionali in arrivo scacceranno via in parte l’afa di questi giorni e puliranno il cielo e l’aria, rendendoli l’uno più azzurro e l’altra più respirabile

Tags:
, ,

L’industria cinematografica si riunisce a Hollywood per il clima

L’industria dell’intrattenimento si batte per il clima. L’appuntamento è il quarto Hollywood Climate Summit di Los Angeles, che si terrà da mercoledì sera a sabato, dove star come Jane Fonda e i registi vincitori dell’Oscar con ‘Everything Everywhere All At Once’ si spenderanno affinché l’industria dell’intrattenimento prenda sul serio la lotta contro il cambiamento climatico. Attori, registi, scienziati e attivisti ambientali si uniranno per cercare di cambiare la cultura del settore e incoraggiare il cinema e la televisione a usare la loro enorme influenza sul pubblico di tutto il mondo. “Hollywood è un’industria estremamente potente“, ha dichiarato Ali Weinstein, cofondatore del summit e sceneggiatore televisivo. “Siamo sull’orlo di un cambiamento culturale sotto molti aspetti“.

Secondo un recente studio del centro di ricerca Norman Lear Center e della società di consulenza Good Energy, la crisi climatica è praticamente inesistente nell’industria dell’intrattenimento. Meno del 3% dei circa 37.000 copioni cinematografici e televisivi realizzati dal 2016 ha menzionato qualsiasi parola chiave relativa al clima e solo lo 0,6% ha usato le parole cambiamento climatico. “Per noi questo è un grosso problema, perché la maggior parte delle persone trascorre in media più tempo con i personaggi di film e tv che con le proprie famiglie“, assicura Heather Fipps, co-fondatrice del summit.

È molto importante che le nostre parole siano legate alla realtà“, afferma Ali Weinstein. “Tutti sulla Terra sono colpiti dalla crisi climatica, in un modo o nell’altro. Se non lo mostriamo nei nostri contenuti quotidiani, diventano fantascienza“. Al summit, Quinta Brunson – star della serie comica ‘Abbott Elementary’ – parteciperà a un dibattito con Daniel Kwan e Daniel Scheinert, i registi di ‘Everything Everywhere’ che ha vinto sette importanti premi agli Oscar di quest’anno, tra cui quello per il miglior film. Jane Fonda si appellerà all’industria dell’intrattenimento per combattere i nuovi progetti di combustibili fossili in California. L’attrice taiwanese-americana Stephanie Hsu, candidata all’Oscar come miglior attrice non protagonista per ‘Everything Everywhere All At Once’, parteciperà a una discussione sulla necessità di parlare apertamente di cambiamenti climatici tra le generazioni.

Una tavola rotonda analizzerà il ruolo dell’intrattenimento improvvisato, compresi i reality, nella rappresentazione del cambiamento climatico. Secondo Heather Fipps, serie recenti come ‘Succession’ e ‘The Sex Lives of College Girls’ hanno dimostrato che gli sceneggiatori possono affrontare la questione del cambiamento climatico con “prese in giro” o “battute” nei confronti dei responsabili, piuttosto che adottare un tono cupo. “Può essere divertente ridere del cambiamento climatico“, afferma l’autrice. “Può essere liberatorio vederlo sui nostri schermi e non far sì che la gente lo ingoi come un messaggio politico“.

Hollywood e le sue star del jet-set sono spesso accusate di ipocrisia nei confronti del cambiamento climatico, ma i co-fondatori del summit spiegano che il loro obiettivo è cambiare l’approccio generale, non incriminare i singoli individui. “Questo evento ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica per cambiare la cultura di Hollywood, non si tratta affatto di affermare che tutti a Hollywood sono esperti di clima“. “Siamo attivisti attivi nell’industria dello spettacolo“, insistono. “L’industria dello spettacolo è ipocrita. Non ha fatto abbastanza“.

ghiacciaio

Allarme Himalaya: i ghiacciai si sciolgono a ritmo record

E’ allarme per i ghiacciai dell’Himalaya. Secondo uno studio dell’International Centre for Integrated Mountain Development (Icimod) si stanno sciogliendo a un ritmo senza precedenti a causa dei cambiamenti climatici, minacciando l’approvvigionamento idrico di quasi due miliardi di persone. Tra il 2011 e il 2020, i ghiacciai si sono sciolti il 65% più velocemente rispetto al decennio precedente. “Con il riscaldamento globale, i ghiacci si scioglieranno, come era prevedibile. Ma ciò che è inaspettato e molto preoccupante è la velocità”, spiega Philippus Wester, autore principale dello studio. “Sta andando molto più velocemente di quanto pensassimo”, dice.

I ghiacciai della regione dell’Hindu Kush e dell’Himalaya sono una fonte d’acqua cruciale per circa 240 milioni di persone nelle aree montuose e per altre 1,65 miliardi nelle valli sottostanti, secondo il rapporto. In base alle traiettorie delle emissioni, i ghiacciai potrebbero perdere fino all’80% del loro volume attuale entro la fine del secolo, secondo le stime dell’Icimod, un’organizzazione intergovernativa con sede in Nepal tra i cui Paesi membri ci sono anche Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Cina, India, Birmania e Pakistan.

I ghiacciai himalayani alimentano 10 dei maggiori bacini fluviali del mondo, tra cui il Gange, l’Indo, il Fiume Giallo, il Mekong e l’Irrawaddy, e forniscono direttamente o indirettamente cibo, energia e reddito a miliardi di persone. “Due miliardi di persone in Asia dipendono dall’acqua dei ghiacciai e della neve. Le conseguenze della perdita di questa criosfera (zona ghiacciata) sono impensabili“, dice Izabella Koziell, vice capo dell’Icimod.

Anche se il riscaldamento globale sarà limitato a 1,5-2°C rispetto ai livelli preindustriali, così come concordato nell’Accordo di Parigi, si prevede che i ghiacciai perderanno tra un terzo e la metà del loro volume entro il 2100, secondo lo studio. “Questo sottolinea la necessità di un’azione climatica urgente”, avverte Wester. “Ogni piccolo aumento avrà un impatto enorme e abbiamo davvero bisogno di lavorare per mitigare il cambiamento climatico”.

Caldo record

Europa continente più caldo: +2,3 gradi e 16mila vittime nel 2022

L’Europa è il continente caldo il doppio rispetto alla media mondiale. Il 2022 infatti è stato l’anno più caldo di 2,3 gradi rispetto al clima della fine del XIX secolo (1850-1900) l’era preindustriale utilizzata come riferimento per l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Come ha certificato il rapporto sullo stato del clima in Europa 2022, il secondo di una serie annuale, prodotto congiuntamente dall’Organizzazione meteorologica mondiale e dal Servizio sui cambiamenti climatici Copernicus dell’Unione europea, il 2022 è stato l’anno più caldo mai registrato per Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna, Svizzera e Regno Unito. In generale, in tutta la regione meteorologica europea, il 2022 è stato il secondo anno più caldo, o il quarto se si includono la Groenlandia e parti più a est. Ma quasi l’intera regione ha sperimentato temperature superiori a 0,5 gradi sopra il normale (1991-2020).

Già a novembre l’Omm aveva già annunciato che l’Europa si era riscaldata a un tasso di +0,5 gradi per decennio dal 1990, il doppio della media delle altre cinque regioni meteorologiche globali. “Nel 2022, molti paesi dell’Europa occidentale e sud-occidentale hanno avuto il loro anno più caldo mai registrato. L’estate è stata la più calda mai registrata: le alte temperature hanno esacerbato le gravi e diffuse condizioni di siccità, alimentato violenti incendi che hanno provocato la seconda più grande area bruciata mai registrata e portato a migliaia di morti eccessive associate al calore”, ha affermato il segretario generale dell’Omm, Petteri Taalas. Il 2022 “purtroppo non è un caso unico o una stranezza climatica“, ha commentato Carlo Buontempo, direttore dell’Osservatorio sui cambiamenti climatici Copernicus (C3S) dell’Unione europea. L’anno “fa parte di una tendenza che renderà gli episodi di stress da caldo estremo più frequenti e intensi in tutta la regione”.

Ma, in segno di speranza per il futuro, per la prima volta l’anno scorso l’energia rinnovabile ha generato più elettricità del carbon fossile inquinante. L’energia eolica e solare ha generato il 22,3% dell’elettricità dell’Unione Europea (Ue) nel 2022, superando il gas fossile (20%). “Per la prima volta, nell’Ue è stata generata più elettricità dall’eolico e dal solare che dal gas fossile. L’aumento dell’uso di fonti energetiche rinnovabili e a basse emissioni di carbonio è fondamentale per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili“, ha affermato Taalas. Una buona notizia se si pensa che nel 2021, ultimo anno disponibile per i dati consolidati, le concentrazioni in atmosfera dei tre principali gas serra (carbonio, metano e protossido di azoto) hanno raggiunto i massimi livelli. Nel 2022, i dati provenienti da più siti mostrano che le emissioni di tutti e tre i gas hanno continuato ad aumentare.

Secondo l’Emergency Situations Database (EM-DAT), i pericoli meteorologici, idrologici e climatici in Europa nel 2022 hanno colpito direttamente 156mila persone e causato 16.365 morti, quasi esclusivamente a causa delle ondate di calore. Il danno economico, per lo più legato ad alluvioni e tempeste, è stimato complessivamente in circa 2 miliardi di dollari per l’anno 2022, lontano dai 50 miliardi per l’anno 2021 dopo le alluvioni eccezionali.

Mentre il termometro saliva, le precipitazioni erano al di sotto del normale in gran parte dell’Europa. “Questo è il quarto anno consecutivo di siccità nella penisola iberica e il terzo nelle regioni montuose delle Alpi e dei Pirenei”, indica il rapporto.

La Francia ha vissuto il periodo gennaio-settembre 2022 più secco dal 1976, così come il Regno Unito nel periodo gennaio-agosto, causando “considerevoli impatti sull’agricoltura e sulla produzione di energia”.

I ghiacciai delle Alpi europee hanno subito “una perdita di massa record in un solo anno, causata da quantità molto basse di nevicate in inverno, un’estate molto calda e depositi di polvere sahariana“. Dal 1997 tutti i ghiacciai europei hanno perso circa 880 km3 di ghiaccio.

Le temperature superficiali medie nel Nord Atlantico sono state le più calde mai registrate, con ogni ondata di caldo che ha portato a migrazioni ed estinzioni di specie e alla distruzione di interi ecosistemi marini.

Tags:
,