Prosegue la lunga estate africana, possibile svolta solo tra 10 giorni

L’anno scorso il caldo africano finì il 10 settembre; anche l’estate 2024 potrebbe seguire questo copione meteo. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma che il caldo africano, con i 35-37°C all’ombra, insisterà sull’Italia anche la prossima settimana. La burrasca di fine estate, che una volta avveniva a Ferragosto, sembra posticipata alla fine della prima decade di settembre. L’Anticiclone Africano si dimostra, infatti, più resistente agli attacchi atlantici rispetto all’Anticiclone delle Azzorre, protagonista del secolo scorso. In altre parole, da metà luglio il promontorio subtropicale ha conquistato l’Europa meridionale e non se n’è più andato, nonostante qualche rapido attacco perturbato.

Anche nelle prossime ore sono previsti picchi di 37 gradi a Firenze, 36°C a Ferrara, Grosseto, Pistoia, Prato, Taranto e Terni, 35°C ad Arezzo, Benevento, Bologna, Bolzano, Caserta, Forlì, Livorno, Lucca, Mantova, Oristano, Padova, Roma e Rovigo ed altre città… un lunghissimo elenco di zone colpite dal caldo africano ‘over35’. Solo all’estremo Sud avremo ancora la possibilità di qualche breve rovescio, specie tra Calabria e Sicilia.

Nel weekend cambierà tutto per non cambiare niente: passeremo in un altro mese, settembre, avremo meno ore di luce e di sole, ma il caldo resisterà. Tra sabato e domenica, infatti, è prevista ancora ‘febbre meteo’ specie in Sardegna con picchi di 38-39°C, fino a 37°C anche ad Oristano, seguiranno senza febbre a 36°C Caserta, Ferrara, Firenze e Terni, ricordando anche gli anomali 35°C del primo settembre a Bologna, Padova e Roma. Milano non sarà da meno con 33-34°C. Siamo ben 5-6°C oltre le medie del periodo, ma questa ormai è una costante: andranno ricalcolate le medie del periodo, anche per la notte quando si prevedono ancora valori tropicali fino a 20-24°C.

Ancora estate per una settimana: poi arrivano piogge e freddo

L’anticiclone africano continuerà a proteggere il nostro Paese ancora per quasi una settimana. Dopo di che irromperà l’autunno con piogge battenti, temporali e un clima sicuramente meno caldo. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it non ha più dubbi. La data dell’arrivo delle piogge è segnata: tra sabato 14 e domenica 15 l’anticiclone africano abbandonerà gradualmente l’Italia. Fino ad allora però continuerà a mietere caldo e bel tempo praticamente su tutte le regioni. Da lunedì 9 a venerdì 13 tutta l’Italia si troverà sotto la cappa estiva dell’anticiclone. Il bel tempo sarà assicurato da un cielo in prevalenza sereno su gran parte delle regioni. Soltanto sulla Liguria, sull’alta Toscana e lungo le coste di Veneto e Friuli Venezia Giulia la nuvolosità potrà essere più presente, soprattutto al mattino. Non mancheranno inoltre locali foschie o temporanei banchi di nebbia nelle primissime ore del mattino, soprattutto sulle pianure del Triveneto. E farà ancora caldo. Le temperature continueranno a mantenersi sopra la media del periodo con valori massimi ancora sopra i 30°C, non solo al Centro-Nord, ma pure al Sud, come in Sicilia e Puglia.

Tutto questo però avrà una fine. Gli ultimi aggiornamenti del Centro Europeo prospettano un radicale cambio della circolazione atmosferica in Europa. Le correnti atlantiche si faranno via via più intense e abbassandosi di latitudine cacceranno via l’anticiclone africano. L’ingresso delle correnti sul Mar Mediterraneo, ancora troppo caldo, favorirà la genesi di un ciclone che provocherà un’intensa fase di maltempo su molte regioni italiane. Tornerà la pioggia, probabilmente la neve a quote prossime ai 2000 metri, ma soprattutto arriverà il fresco autunnale con un sensibile abbassamento delle temperature, anche di 10°C rispetto a questi giorni. Irromperà l’autunno.

ONDATA DI CALDO

Arriva l’anticiclone Nerone: caldo africano per almeno 10 giorni

Oggi al Centro-Sud il cielo sarà limpido salvo sottili velature lungo la costa tirrenica toscana; al Nord, invece, dopo il tramonto non sono esclusi veloci passaggi nuvolosi.
Archiviato il mese di luglio più caldo della storia, nei prossimi giorni si materializzerà lo spettro di una nuova ondata africana con l’Anticiclone Nerone.

L’anticiclone africano inizierà a infiammare l’Italia e la sua espansione punterà dritto dal Sahara verso Roma ed il Centro Italia, da qui il nome Nerone.

Dal weekend le temperature inizieranno a salire ovunque: i primi 38°C si registreranno in Sardegna poi il caldo afoso investirà soprattutto il Centro-Nord con valori tra 34 e 37°C anche a Firenze e Roma.

Da giovedì 17 agosto l’ondata di caldo nordafricano inizierà a fare ancora più sul serio e colpirà soprattutto il Centro-Sud con valori prossimi ai 40 gradi all’ombra.

La tendenza meteo è da confermare, ma potremmo restare sotto la cappa umida e opprimente dell’Anticiclone Africano fino al 24-25 agosto, se non addirittura fino a settembre per quanto riguarda il Sud.

Intanto, nelle prossime ore, il tempo resterà stabile e in prevalenza sereno, salvo qualche nuvola in transito in serata.

Venerdì sarà più caldo, specie in Sardegna e Sicilia, e ancora soleggiato. Durante il weekend, invece, troveremo qualche acquazzone in più a ridosso delle Alpi con la possibile discesa di qualche goccia anche verso la pianura piemontese domenica 13 agosto. Tutto sommato comunque splenderà il sole anche nel weekend, in generale. Le temperature saliranno gradualmente con un primo picco tra il 14 ed il 15 al Centro-Nord, con un Ferragosto soleggiato, caldo e senza vento.

pioggia

Temperature sotto la media e ancora pioggia: niente caldo fino al 21 giugno

Dopo un mese di maggio fresco e piovoso, anche giugno è iniziato con temporali e temperature sotto la media del periodo. L’alta pressione è totalmente assente, come non accadeva da anni in questa stagione.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma che “l’Anticiclone delle Azzorre staziona da giorni sulle Isole Britanniche e là resterà ancora per un po’, spingendo migliaia di inglesi verso le spiagge: l’ultimo weekend ha visto il Canale della Manica preso d’assalto dai bagnanti; nel frattempo pure l’Anticiclone Africano è lontano dall’Italia e resta pigramente a casa sua“.

L’assenza dei due principali campi di alta pressione lascia l’Italia nella famosa ‘Palude Barica’, un’area dove il tempo resta instabile con frequenti temporali che scoppiano da Nord a Sud. “Un semplice lavoro di memoria – dice Tedici – ci ricorda però che da anni non registravamo temperature così gradevoli: in questi giorni, nel 2022, avevamo addirittura già superato i 40°C. Senza l’Anticiclone Africano si respira, si sta decisamente bene: ma quanto dureranno queste temperature ottimali, quando arriverà questa figura subtropicale associata all’afa e alla canicola?”.

Le mappe meteorologiche non vedono arrivare il caldo africano asfissiante almeno fino al 21 giugno, fino all’inizio dell’estate: “Chissà – commenta il meteorologo – se quest’anno il caldo afoso sarà puntuale con il solstizio. Sarebbe un’ottima notizia respirare per altre 2 settimane e allentare un po’ il pericolo di ondate di calore lunghissime, come quelle registrate nel 2022“. E sul fronte della siccità nelle ultime 5 settimane la situazione è migliorata decisamente.

Il tempo dunque resterà ancora instabile, con acquazzoni sia oggi che domani a ridosso dei rilievi, e nelle prossime ore anche su Nord-Est, versante adriatico e Sicilia. In seguito da giovedì fino al weekend avremo una situazione più soleggiata, con cieli sereni o poco nuvolosi al mattino e temporali pomeridiani nelle zone interne; farà anche un po’ più caldo e al Sud arriveremo anche oltre i 30°C. Ma l’anticiclone africano riuscirà solo a sfiorare le regioni meridionali, probabilmente a metà mese arriverà addirittura un’altra Palude Barica a riportare condizioni piovose.

caldo

Inizia l’estate: sole e caldo nel weekend, ma poi tornano piogge

Come un anno fa, a maggio inizia l’estate: il weekend sarà caldo e soleggiato quasi ovunque con picchi di 30°C anche al Nord, ma poi non mancheranno delle grosse sorprese. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma l’espansione di un robusto campo anticiclonico di matrice subtropicale verso l’Italia: almeno fino a domenica, le temperature assumeranno un sapore estivo, garantendo finalmente un ottimo weekend per la tintarella, per le prime gite al mare o scampagnate in collina e montagna. Insomma, buone notizie dopo una fase di forte maltempo e freddo anomalo.

Nelle prossime ore, la posizione dell’anticiclone africano diventerà sempre più invadente anche in Italia con cieli sereni e massime gradevoli, dai 26°C di Carbonia e Firenze fino ai 28°C di Bolzano. La giornata più calda sarà quella di domani con i 27°C di Milano e Pavia e i 29°C di Bolzano, ma localmente toccheremo anche i 30°C, specie in Sardegna. Come detto, però, non mancheranno delle grosse sorprese: una perturbazione atlantica, che potrebbe guastare il tempo anche durante l’incoronazione di Carlo III, scenderà verso l’Italia già domenica pomeriggio portando dei temporali sulle Alpi e poi in serata verso le pianure adiacenti.

La nuova settimana vedrà dunque un nuovo ribaltone estremo, facendoci subito dimenticare l’anticipo d’estate. Quest’anno purtroppo le correnti nord europee, instabili e fredde, non ci vogliono lasciare in pace: un ciclone dalla Norvegia porterà un primo parziale peggioramento lunedì. Poi, soprattutto da mercoledì, sono previste piogge intense, anche sulle zone colpite dalla recente alluvione emiliano-romagnola. Un vortice che, vagando tra l’Alto Adriatico e i Balcani, potrebbe condizionare con maltempo diffuso la situazione meteo della prossima settimana, riportando temperature massime di 20°C, decisamente sotto la media del periodo e a ciò a cui ci siamo abituati negli ultimi anni.

Protezione civile pronta alla campagna per la prevenzione incendi

Un “nemico subdolo“. Così il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, definisce gli incendi estivi.

Dal 15 giugno al 30 settembre dello scorso anno, sono state 1.102 le richieste di concorso aereo alla protezione civile, per 5.849 ore di volo e 30.994 lanci con oltre 176 milioni di litri di estinguente.

Oggi a Roma il ministro convoca la prima riunione preliminare in vista dell’imminente campagna estiva. “Solo con un’attenta prevenzione e facendo rete fra tutti i soggetti, pubblici e privati, potremo riuscire a neutralizzarne gli effetti devastanti“, osserva. All’incontro partecipano il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, il capo dipartimento Fabrizio Curcio, il capo dipartimento dei vigili del fuoco Laura Lega, il comandante del corpo nazionale dei vigili del fuoco Guido Parisi, il generale Giuseppe De Riggi del comando dei carabinieri forestali, con gli assessori alla Protezione civile di tutte le Regioni.

Sul tavolo, i Piani comunali per gli Incendi di interfaccia, i presidi rurali, la necessità di dotare alcune aree di elisuperfici, la campagna comunicativa di prevenzione, la distribuzione sul territorio della flotta aerea, la sensibilizzazione dei ragazzi nei Campi scuola.

Secondo i dati Effis (European Forest Fire Information System), nel 2021 quasi 160mila ettari di superfici boscate e non boscate italiane sono stati devastati dalle fiamme. Un dato “sicuramente sottostimato, visto che il sistema di monitoraggio europeo prende in considerazione solo gli incendi che hanno interessato una superficie non inferiore ai 30 ettari“, rileva Legambiente. L’area mediterranea è particolarmente sensibile ai mutamenti climatici. L’aumento delle temperature e la diminuzione delle precipitazioni amplificheranno la vulnerabilità del territorio rispetto al rischio di incendi boschivi. Lo scenario al 2050 prevede un allungamento della stagione degli incendi del 11% e un aumento delle giornate con pericolosità estrema di circa il 46% rispetto allo storico.

La lotta agli incendi boschivi “richiede territori pronti ad affrontarla, lavoro sinergico tra le autorità locali e le Strutture Operative del Servizio nazionale della Protezione civile, cittadini informati e responsabili nei comportamenti“, spiega Curcio. “Per questo siamo al lavoro, con tutti i nostri partner, per una campagna antincendi boschivi che purtroppo anche quest’anno sarà caratterizzata da una marcata siccità“, avverte. Per questo, l’appello di Musumeci è a un “maggiore senso di responsabilità da parte di tutti: più uomini in divisa sul territorio per scoraggiare i piromani, il rispetto della effettività della pena a carico degli incendiari condannati, solerzia dei proprietari nel realizzare i ‘viali tagliafuoco’ nei loro fondi agricoli (coltivati o meno), allertamento dei sindaci, motivazione dei volontari e aggiornamento da parte delle Regioni della mappa dei punti di approvvigionamento d’acqua nelle aree rurali per i velivoli anfibi. Prepariamoci – avverte – a una stagione impegnativa per tutti!”.

incendio

Un’estate di incendi in tutta Ue: emissioni CO2 più alte da 15 anni

Era dal 2007 che non si registravano così tante emissioni di CO2 nell’atmosfera e questo a causa degli incendi record registrati in estate durante il periodo estivo, soprattutto tra Francia e Spagna. Il dato emerge dal report diffuso dal Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams). Secondo gli scienziati i devastanti roghi registratisi in tutta Europa quest’estate hanno causato le emissioni di CO2 più alte da 15 anni a questa parte. Cams ha monitorato l’intensità e le emissioni giornaliere e gli impatti sulla qualità dell’aria risultanti da questi incendi durante l’estate insieme ad altri incendi in tutto il mondo.

La combinazione dell’ondata di caldo di agosto con condizioni di siccità prolungate in tutta l’Europa occidentale ha provocato un aumento dell’attività, dell’intensità e della persistenza dei roghi. Secondo i dati del Cams Global Fire Assimilation System (Gfas) che utilizza le osservazioni satellitari dei luoghi degli incendi e il Fire Radiative Power (Frp) – una misura di intensità per stimare le emissioni degli inquinanti atmosferici presenti nel fumo – le emissioni totali di incendi boschivi dell’Ue + Regno Unito dal 1 giugno al 31 agosto 2022 sono stati stimati in 6,4 mega tonnellate di carbonio, il livello più alto di questi mesi dall’estate del 2007.

Il Cams spiega che le emissioni registrate per l’estate 2022 sono state in gran parte dovute ai devastanti incendi nel sud-ovest della Francia e nella regione iberica Penisola, con Francia e Spagna che hanno registrato le loro più alte emissioni di incendi negli ultimi 20 anni. In altre regioni dell’emisfero settentrionale, che tipicamente registrano un picco di attività degli incendi durante i mesi estivi, le emissioni totali stimate sono state notevolmente inferiori rispetto agli ultimi anni, nonostante alcuni incendi devastanti. La Repubblica di Sakha e l’Oblast autonoma di Chukotka nell’estremo oriente della Russia non hanno subito tanti incendi come nelle ultime estati con la maggior parte degli incendi questa estate più a sud nel Krai di Khabarovsk. Le regioni più centrali e occidentali della Russia, tra cui Khanty-Mansy Autonomous Okrug e Ryazan Oblast, hanno subito un numero maggiore di incendi che hanno provocato diversi giorni di fumo denso e qualità dell’aria degradata. Le emissioni totali stimate degli incendi nel Distretto Federale Centrale della Russia sono state le più alte dai grandi incendi di torba che hanno colpito la Russia occidentale nel 2010.

Secondo Mark Parrington, scienziato senior ed esperto di incendi boschivi del Copernicus Atmosphere Monitoring Service, “la portata e la persistenza degli incendi nel sud-ovest dell’Europa sono state estremamente preoccupanti per tutta l’estate. La maggior parte degli incendi si è verificata in luoghi dove il cambiamento climatico ha aumentato l’infiammabilità della vegetazione, come nell’Europa sudoccidentale, e come abbiamo visto in altre regioni in altri anni“.

temporale

Tornano forti temporali con rischio grandine: sole nel week-end

Il meteo divide l’Europa: il settore nord-occidentale è colpito da giorni dal ciclone Peggy, mentre in Italia si vive una coda dell’estate con 37-38°C al sud e 33°C anche sulla Capitale; sull’Europa orientale invece sembra di essere già a novembre con massime di 10°C a Mosca e anomalie di -8/-9°C rispetto al clima del periodo, dalla Polonia all’Ucraina.
In questo contesto, il meteo italiano dei prossimi giorni sarà governato dalla ‘decisione pigra’ del ciclone irlandese (Peggy) di spostarsi verso Est: dopo quasi una settimana il minimo di bassa pressione muoverà molto lentamente verso la Danimarca, seguendo l’abbassamento della Corrente a Getto fino alle regioni alpine. La Corrente a Getto, cioè il vento a circa 10.000 metri di quota, favorirà dunque un sensibile peggioramento sul Nord Italia con temporali e rischio grandine. Avremo anche un’intensificazione del vento al suolo in particolare tra Liguria, Toscana e regioni appenniniche tra giovedì sera e venerdì. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma il passaggio di un sistema perturbato sul Nord Italia che marginalmente porterà un rapido peggioramento anche al Centro e, a luoghi, al Sud.

In sintesi, l’abbassamento di latitudine della Corrente a Getto ed il transito del Ciclone Peggy sul Nord Europa muoveranno la situazione meteo sul nostro Paese: sono attesi nelle prossime ore dei rovesci su Alpi e Prealpi in locale discesa verso le pianure adiacenti, il passaggio del fronte nella giornata di giovedì con temporali al Centro-Nord in spostamento da Ovest verso Est e vento a tratti teso; seguirà un graduale miglioramento da venerdì ma con una ventilazione occidentale a tratti ancora sostenuta.

E come sarà il weekend? Al momento la previsione indica un fine settimana in prevalenza soleggiato; ma come abbiamo visto, in questi ultimi giorni in alcune zone, anche il nostro Paese sta vivendo un mese di settembre tipico di una mezza stagione (cioè di una stagione di mezzo tra estate ed autunno): mezza stagione significa che all’improvviso potremo trovarci sotto un temporale sia sabato che domenica, ma come dice la parola stessa si tratterà di un fenomeno ‘temporale’, di breve durata. Il caldo all’estremo Sud invece non sarà temporale, sta durando da giorni e potrebbe vedere una nuova ed ulteriore intensificazione africana dalla prossima settimana: all’estremo Sud non sono arrivate ancora le mezze stagioni.

ONDATA DI CALDO

Ancora caldo: nuova fiammata ciclone africano, fino a 40° in Sicilia

L’anticiclone africano ci riprova: nonostante le debolezze mostrate negli ultimi giorni, con piogge e temporali che hanno colpito molti angoli del nostro Paese, nel corso della settimana appena iniziata sole e temperature ben al di sopra delle medie stagionali torneranno ad espandersi con sempre maggiore vigore.

Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it comunica che oggi una profonda area di bassa pressione (ciclone) va approfondendosi tra la Penisola Iberica e le Isole Britanniche in pieno Oceano Atlantico, spostandosi poi verso le Isole Britanniche. Proprio a causa della circolazione ciclonica, con le correnti che ruotano in senso antiorario attorno al minimo depressionario, verrà richiamata verso il bacino del Mediterraneo aria molto calda di estrazione sub-tropicale continentale, proveniente direttamente dagli arroventati deserti di Marocco e Algeria.

La ‘cuspide’ del promontorio anticiclonico africano, ovvero la sua estremità, si spingerà in direzione dell’Europa meridionale, con conseguenze anche sull’Italia. C’è da attendersi, dunque, una fase climatica dai connotati tipicamente estivi con tanto sole su buona parte del Paese e soprattutto più calda del normale; infatti, le masse d’aria in arrivo dal continente africano faranno schizzare le temperature fin verso i 36°C, specie al Centro-Sud e sulle due Isole maggiori (previsti fino a 40°C in Sicilia).

Caldo in aumento anche sul resto del Paese dove, nonostante le colonnine di mercurio non raggiungeranno i 40°C, le temperature saliranno comunque ben sopra la media. 33/34°C si potranno raggiungere nelle aree interne del Centro ed in città come Firenze e Roma e i 31/32°C su molte aree della Val Padana. Al Nord, tuttavia, il tempo è destinato a peggiorare verso metà settimana a causa dell’arrivo di aria più fresca ed umida in discesa dal Nord Atlantico: occhi puntati soprattutto alla serata di mercoledì 7 e su giovedì 8 settembre quando il sopraggiungere di una perturbazione potrebbe dar luogo a temporali anche forti su Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto, poi anche in Toscana.

ambulanza caldo

Vittime delle ondate di calore: a fine luglio +36% di mortalità

Un’estate torrida e siccitosa. E a risentirne non sono stati solo i bacini e le coltivazioni, ma anche le persone. Tanto che, secondo quanto riporta l’ultimo rapporto del ministero della Salute sulle ondate di calore, nel mese di luglio l’eccesso di mortalità è stato pari al 29%, ed ha interessato tutte le persone con età superiore a 65 anni. L’effetto maggiore è stato riscontrato negli over 85, fra i quali è stato registrato un eccesso di mortalità del 41% nelle città del nord e del 35% nelle città del centro-sud. Particolarmente elevato è stato l’impatto sulla mortalità dell’ondata di calore della seconda metà del mese di luglio, con eccesso del 36% e che ha interessato tutte le aree del paese, in particolare alcune città del nord.

Fra le città più colpite Bolzano (+59%), Torino (+70%), Milano (+49%), Brescia (+38%), Venezia (+24%), Genova (+49%), Bologna (+25%), Firenze (+43%), Roma (+28%), Viterbo (+48%), Campobasso (+69%), Napoli (+25%), Bari (+60%), Cagliari (+34%), Reggio Calabria (+37%), Palermo (+24%), Catania (+42%). Anche durante la prima metà di agosto la mortalità è stata superiore all’atteso (+18%), anche se l’eccesso di mortalità riscontrato è stato inferiore a quello di luglio. Dati significativi sono stati registrati a Torino (+32%), Milano (+20%), Genova (+22%), Bologna (+18%), Firenze (+22%), Roma (+11%), Latina (+67%), Napoli (+19%), Bari (+61%).

I dati per classi di età mostrano come l’eccesso sia principalmente a carico della fascia di età più anziana (over 85) nella quale si è registrato un incremento del 38% rispetto al 15% e 19% nelle fasce di età 65-74 e 75-84. L’eccesso di mortalità nella classe di età più anziana è più marcato tra le città del nord (41% rispetto ad un 35% al centro-sud) ed è stato particolarmente elevato a Bolzano, Torino, Milano, Brescia, Genova e Bologna.