Guasto ‘raro’ a Roma, caos treni in tutta Italia. Salvini: “Chi sbaglia paga”. Ira opposizioni

Traffico ferroviario in tilt in tutto il Paese per un guasto tecnico a una cabina elettrica che alimenta la circolazione nel nodo di Roma, tra le stazioni di Termini e Tiburtina.

L’avaria, dalle 6.30 del mattino in poi, ha causato ritardi a catena anche oltre i 200 minuti e cancellazioni di corse, che hanno bloccato migliaia di utenti. I tecnici di Rete ferroviaria italiana sono riusciti a ripristinare il regolare funzionamento delle apparecchiature solo alle 8.30. Ci sono volute ore, però, prima che il traffico si avviasse verso una graduale ripresa, anche perché l’orario in cui si è verificato il disservizio era tra quelli considerati di punta, proprio nel mezzo di una settimana lavorativa.

In una mattina come questa è doveroso fare le scuse“, premette l’amministratore delegato e direttore generale di Rete ferroviaria italiana, Gianpiero Strisciuglio, facendo il punto della situazione mentre la circolazione stava lentamente riprendendo. Dopo i primi interventi dei tecnici Rfi è emerso che si è trattato di “un guasto raro“, spiega il manager visibilmente contrariato. “Siamo una grande azienda e non accettiamo che questo accada, andremo a fondo nella verifica e nel prendere eventuali provvedimenti“, aggiunge escludendo subito l’ipotesi che possa essere stato un attacco hacker la causa del danneggiamento. L’amministratore delegato e direttore generale del Gruppo, Stefano Donnarumma, visita la sala operativa “per verificare di persona metodi, strumenti e risorse dispiegate in situazioni come questa“, scrive su Linkedin, sottolineando che “i colleghi di Rfi e Trenitalia si sono mobilitati tempestivamente e in forze per affrontare le criticità e gli impatti sul traffico ferroviario“.

Poche ore più tardi è il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, a rivelare nuovi dettagli. “A quanto mi risulta, i tecnici dicono sembra esserci stato un errore, questa notte, di una ditta privata che ha piantato un chiodo su un cavo“, riferisce uscendo dall’aula della Camera dopo il question time. In mattinata il vicepremier vede i vertici del Gruppo Fs e Rfi per un punto tecnico, lamentando: “Non è accettabile che nel momento in cui investiamo 9 miliardi di euro nel 2024 per modernizzare la rete, 3,5 miliardi in manutenzioni per evitare incidenti e guasti e con 1.100 cantieri aperti“, oltre a “comprare nuove carrozze, nuovi treni pendolari, gli intercity, l’Alta velocità, la Tav, il Brennero” e poi “se uno alle 3 di notte, a Roma, pianta il chiodo nel posto sbagliato si rovina la giornata di lavoro a migliaia di persone“. Per questo motivo vuole “nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali di quelli che non hanno fatto il loro lavoro. Chi sbaglia paga“.

La presa di posizione di Salvini non basta a evitare il fuoco di fila delle opposizioni, che ne chiedono le dimissioni immediate. “Non si occupa di fare funzionare le ferrovie, pensa solo a come venderle” è l’accusa lanciata dalla segretaria del Pd, Elly Schlein. “Quando c’era lui… i treni non partivano nemmeno: c’è un ministro che continua a straparlare di ogni cosa, ma il lavoro per cui gli è stato assegnato il dicastero non lo fa. È davvero ora che Salvini vada a casa per incapacità e la smetta di fare danni“, attacca Nicola Fratoianni di Avs. Sulla stessa linea M5S: “Tolga il disturbo“. Duri anche i commenti di Italia viva e Azione.

Il ministro si limita a replicare dicendo che “da due anni le opposizioni chiedono le mie dimissioni perché respiro, vivo, la mattina mi alzo e il buon Dio mi concede un giorno in più. Fanno il loro mestiere, non commento“. In difesa di Salvini si schiera il suo partito, la Lega. “Con la sinistra a gestire ponti e ferrovie, succedevano tragedie come il Ponte Morandi a Genova o il disastro ferroviario sulla tratta Andria-Corato nel 2016“, controbatte il vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa, mentre alla Camera i deputati chiedono che “i vertici di Rfi e Trenitalia vengano a riferire in commissione Trasporti“.

Nel frattempo il lavoro dell’azienda va avanti e con una nota Rete ferroviaria annuncia che “sono in corso di scrupolosa valutazione tutti gli avvenimenti per l’individuazione precisa delle responsabilità“. Perché “è intenzione di Rfi prendere provvedimenti – anche di tipo contrattuale – nei confronti di tutti i soggetti che hanno commesso errori o non sono stati all’altezza della situazione“.

Infrastrutture, il governo punta sul sistema ferroviario. Rixi: “13,5 miliardi di investimenti fino al 2032”

Si parte dal Pnrr, ma l’obiettivo è più ampio. A indicare la strada che il governo intende percorrere è il vice ministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, partecipando alla presentazione del nuovo Frecciarossa1000 di Trenitalia (Gruppo Fs), alla fiera biennale della tecnologia per i trasporti ‘InnoTrans’, che si tiene a Berlino. L’esecutivo “ha deciso di investire ulteriori risorse” rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza “sia dirette, sia dei fondi Fsc, sostanzialmente triplicando gli investimenti in ferrovie fino a 13,5 miliardi annui, con una coda che arriverà fino al 2032”.

Rixi dice chiaramente che tra le punte di diamante del piano c’è il settore ferroviario. Tant’è che si sofferma a parlare del Terzo Valico, opera a cui, tra l’altro, tiene particolarmente da ligure. “La deadline è al 2026 e non la sposteremo, perché la pressione va mantenuta, come in tutte le cose”, garantisce. Ripercorre le criticità, spiegando che “sono state trovate pressioni geologiche tra le più forti a livello mondiale, ma abbiamo sviluppato una tecnologia per poterle affrontare in pochi mesi: stiamo andando avanti con le lavorazioni”.

In questo senso, c’è grande continuità con gli obiettivi che si pongono le diverse realtà del Gruppo Fs. Con il nuovo Frecciarossa1000 presentato a Berlino, ad esempio, Trenitalia vuole dare una nuova accelerazione al mercato non solo italiano ma europeo. Si tratta di un investimento da oltre 1,3 miliardi per 46 treni: 36 della prima commessa da consegnare entro il 2028, più un’opzione con Hitachi per la realizzazione di altri 10 convogli se la risposta sul campo dovesse andare nella giusta direzione. Le novità più interessanti sono la più elevata capacità tecnologica, il risparmio energetico tra il 10 e il 15% e la forte sostenibilità con il 97% di materiali riciclabili.

Un treno col quale l’azienda vuole consolidare il suo ruolo nel panorama europeo. “È stato progettato già dall’inizio per andare in tutta Europa – dice l’amministratore delegato e dg di Trenitalia, Luigi Corradi -. Fondamentalmente, nei sette paesi più importanti dal punto di vista ferroviario e, possibilmente, sempre avendo la possibilità di collegare l’Italia con l’Europa”. Perché l’obiettivo è puntato in alto: “Noi guardiamo in continuazione la parte estera per valutare se ci sono opportunità per espandere la nostra attività”, spiega Corradi. “Soprattutto la parte Alta velocità, che è quella in cui possiamo creare valore aggiunto rispetto a quello che circola in Europa, in particolare. Stiamo guardando se è possibile portare questo treno in altri Paesi”, ma “quando usciamo dall’Europa la situazione è più difficile”.

Per uno sviluppo completo serve anche la rete. Infatti, Rfi ha “triplicato il volume degli investimenti” con “l’ambizione di mantenere questo valore andando finalmente ad attuare un grandissimo piano di trasformazione delle infrastrutture e delle tecnologie dell’infrastruttura”, afferma l’ad e direttore generale di Rete ferroviaria italiana, Gianpiero Strisciuglio. Che da Berlino assicura: l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria andrà avanti, per lotti. La deadline per la realizzazione? “Sicuramente arriveremo puntuali all’appuntamento col il Ponte sullo Stretto di Messina, nel 2032”, afferma il manager.

Di investimenti, nella capitale tedesca, parla anche l’amministratrice delegata di Mercitalia Logistics, Sabrina De Filippis, a margine della presentazione delle prime locomotive da manovra Dual Shunter 2000 del Polo Logistica del Gruppo Fs. Le cifre sono importanti, come gli obiettivi che si pone, perché “abbiamo un piano molto articolato di circa 3 miliardi nell’arco temporale di 5-7 anni, che è in corso di implementazione. Di questi, l’80% è destinato al rinnovo di locomotive e carri, prevalentemente di ultimissima generazione”. Perché il futuro non aspetta.

FS

Crescita a doppia cifra per fatturato, investimenti e utile lordo di Fs

Nei primi tre mesi di quest’anno Fs vede salire fatturato, investimenti e utile lordo con aumenti a doppia cifra. Secondo Luigi Ferraris, amministratore delegato del gruppo, la società ha anche “segnato una decisiva accelerazione degli investimenti tecnici, un incremento di circa il 50% rispetto al dato registrato nello stesso periodo del 2023. L’incremento dei ricavi è stato trainato dalle solide performance operative e dalla ripresa dei volumi dei passeggeri trasportati in tutti i segmenti di business del Polo Passeggeri con una crescita a doppia cifra nell’Alta Velocità. Ha altresì contribuito ai risultati il programma di rigenerazione urbana del Polo Urbano che nei primi tre mesi del 2024 ha perfezionato la vendita degli scali ferroviari dismessi di Milano Farini e San Cristoforo”.

Andando per voce, i ricavi salgono a oltre 4 miliardi di euro (+25%). Nel dettaglio, quelli operativi registrano un incremento pari a 820 milioni di euro, principalmente dovuto alla crescita dei servizi di trasporto (+177 milioni di euro), dei servizi di Infrastruttura (+160 milioni di euro), di altri ricavi da servizi (+515 milioni di euro). Il fatturato da servizi di trasporto, pari a 2,1 miliardi di euro, registra una crescita di 177 milioni di euro rispetto al primo trimestre del 2023, sia in ambito nazionale che internazionale, diretta conseguenza della gestione operativa e della ripresa dei volumi di domanda dei viaggiatori km.

I ricavi da servizi di infrastruttura, pari a 1 miliardo di euro, registrano un aumento di circa il 19% rispetto al periodo precedente (+160 milioni di euro) per effetto della crescita dei ricavi in ambito stradale principalmente riconducibile ai servizi di gestione di Anas. Gli altri ricavi da servizi, pari a 616 milioni di euro, aumentano di 515 milioni di euro. La variazione è dovuta principalmente alla vendita dello scalo Milano Farini effettuata da Fs Sistemi Urbani nell’ambito dell’Accordo di Programma sottoscritto con il Comune di Milano.

In virtù di questi numeri l’Ebitda (cioè l’utile lordo) sale di 63 milioni di euro, pari a +19% rispetto al primo trimestre 2023 per effetto appunto della crescita dei ricavi in tutte le componenti dei business. La posizione finanziaria netta invece, pari a 11,7 miliardi di euro, registra un incremento di 480 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2023, per il maggior ricorso alla provvista a breve termine finalizzata a supportare il ciclo degli investimenti.

A proposito, dunque, di investimenti, nel primo trimestre il gruppo ha sviluppato e gestito un livello complessivo di investimenti tecnici pari a 3,2 miliardi di euro (il 98% in Italia), con una crescita del 49% rispetto al primo trimestre 2023, di cui 2,8 miliardi di euro relativi ad infrastrutture ferroviarie e stradali, tra le quali, in particolare, la linea AV Torino-Milano-Napoli, la Napoli-Bari, la linea AV/AC Verona-Padova tratta Verona-Vicenza, la Milano-Verona tratta Brescia-Verona e la tratta Terzo Valico dei Giovi.

Fs fissa obiettivi ‘sfidanti’ per promuovere una transizione giusta

Sviluppare un modello sostenibile è un’esigenza dettata dalle sfide globali, ma anche dal cambio di paradigma economico. In questo contesto il settore dei trasporti ricopre un ruolo cruciale, ragion per cui i grandi player hanno già indirizzato su questi ‘binari’ i propri piani industriali. E’ il caso del Gruppo Ferrovie dello Stato italiane, che ha puntato obiettivi “sfidanti“, come li definisce il responsabile Sostenibilità, Lorenzo Radice: “Al 2040 arrivare ad essere net zero, con obiettivi intermedi di ridurre del 50% le emissioni di Scope 1 e Scope 2 al 2030 e del 30% di Scope 3“.

Tutto questo si ritrova nel report Just Transition e Trasporti, un’iniziativa che affronta la sfida mirando a garantire inclusività, equità e sostenibilità nel lungo periodo. Fs è promotore di una crescita sostenibile del Paese, capitalizzando appieno le potenzialità offerte dal servizio ferroviario nell’ottica della sostenibilità ambientale e sociale, con un approccio olistico e partecipativo: proponendosi di guidare il settore verso un futuro più sostenibile, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche guardando alla dimensione di equità sociale ed economica collettiva. “Un grande gruppo industriale ha il dovere di ascoltare, capire cosa si muove attorno a sé e se dalla società arrivano spunti su metriche che non comprendiamo“, spiega il responsabile Affari istituzionali del Gruppo Fs, Fabrizio Dell’Orefice, durante la presentazione del documento. “Siamo in una fase di grande trasformazione del Paese – prosegue -. Per anni abbiamo sentito questa magica sigla, Pnrr, qualcosa che sembrava dovesse venire, mentre siamo già alle inaugurazioni. Lo scorso anno noi abbiamo toccato, nella voce investimenti, quota 16 miliardi, una cifra mai vista nella nostra storia, circa 1 punto di Pil. Questo significa cantieri, lavoro, appalti, realizzazioni, opere pubbliche e ricucitura del territorio“.

Una cifra record di cui, però, Ferrovie non vuole solo considerare per la realizzazione delle, ma “capire anche quello che significa per il tessuto sociale dove andiamo ad operare“, sottolinea Elisa Rinelli, del dipartimento Affari Istituzionali del Gruppo. Per affrontare la complessa sfida della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, il Gruppo Fs ha avviato il progetto La Just Transition nel Settore Trasporti, in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

Questo progetto si concentra su tre aree prioritarie: la mitigazione del cambiamento climatico, la tutela ambientale e sociale e l’impatto positivo sulle comunità. I risultati di questo confronto e approfondimento si traducono in una serie di iniziative concrete e nel coinvolgimento attivo delle parti interessate. Dopo una fase preliminare di coinvolgimento degli stakeholder avvenuta tra dicembre 2023 e gennaio 2024, il progetto si propone di redigere un rapporto introduttivo che esamina gli aspetti più significativi e problematici della transizione climatica nel mondo dei trasporti. Tra le varie misure possibili, emerse da un confronto con gli stakeholder coinvolti, grande attenzione è stata posta al potenziamento del trasporto su rotaia attraverso la programmazione a medio-lungo termine, resa possibile grazie ai fondi del Pnrr. Le azioni necessarie a tal fine comprendono un’espansione e un miglioramento generale delle infrastrutture ferroviarie, il completamento dei corridoi europei Ten-T, l’incremento delle linee ad Alta Velocità, delle reti regionali e interregionali, nonché dei nodi ferroviari nelle città metropolitane. Inoltre, un generale apprezzamento si è avuto nelle attività di valorizzazione delle stazioni come centri intermodali e poli di sviluppo sostenibile, tenendo conto del loro ruolo centrale nell’ambito urbano e territoriale. Fs, inoltre, si impegna a coinvolgere attivamente le comunità locali nei processi decisionali, promuovendo una maggiore consapevolezza dei benefici derivanti dalla trasformazione infrastrutturale. Emerge così, tra i molteplici aspetti considerati, l’importanza fondamentale delle stazioni ferroviarie, non solo come nodi di transito, ma anche come veri e propri centri vitali per lo sviluppo sociale ed economico. Dal lavoro sulla Just Transition, realizzato con la Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, emerge anche l’esigenza di creare un Osservatorio sulla povertà dei trasporti, che “proponga delle soluzioni – dice il direttore della Fss, Raimondo Orsini -, raccogliendole anche dalle buone pratiche sviluppate in tutti gli altri Paesi. Questa è l’urgenza. E abbiamo deciso di fare questo passo con il gruppo Fs, che su questo non solo ha una storia, una tradizione, ma ha anche un futuro“.

Fs verso autoproduzione di energia: bando da 130 milioni per 20 impianti fotovoltaici

Prosegue la corsa di Fs verso la transizione energetica, così come previsto dal Piano industriale 2022-2031. Il gruppo ha lanciato un bando di gara europeo per realizzare 20 nuovi impianti fotovoltaici, dal Piemonte alla Sicilia, passando per Toscana, Lazio, Campania e Puglia. Un altro bando sarà lanciato il prossimo autunno, per altri 40 impianti. Entra così nel vivo il programma per la produzione di energia elettrica da fonti green del gruppo Fs Italiane. Il bando, tramite la controllata Ferservizi, ha un valore totale di 130 milioni di euro per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei primi venti “impianti di produzione di energia elettrica tramite pannelli fotovoltaici – come si legge nel bando – da eseguirsi presso le aree di proprietà del Gruppo Fs Italiane limitrofe alle sottostazioni elettriche ferroviarie”.

OBIETTIVO AUTOPRODUZIONE. L’obiettivo è quello dell’autoproduzione perché, come ha ricordato l’ad Luigi Ferraris nel corso di un evento organizzato a Milano da Nicola Porro, “noi come Ferrovie dello Stato movimentiamo il Paese e siamo grandi consumatori di energia, i primi in Italia, con il 2% del consumo nazionale. Abbiamo quindi una grande responsabilità con il fine di contribuire al risparmio energetico”. Il progetto del fotovoltaico, quindi, “ci consentirà di diventare uno dei maggiori produttori di energia rinnovabile”.

INVESTIMENTI DA 1,6 MILIARDI DI EURO. Già dal 2024 il gruppo inizierà a generare energia, grazie ad investimenti che “oltre a produrre un vantaggio aziendale importante, rappresenteranno un beneficio significativo per tutta la collettività”. E nel 2027, secondo il piano, Fs coprirà il 40% del proprio fabbisogno energetico, producendo fino a 2,6 TWh, con un investimento di oltre 1,6 miliardi di euro. Il primo lotto del bando, dal valore di 20 milioni, prevede la realizzazione di impianti fotovoltaici in tre regioni del nord Italia: Ostiglia e Padova in Veneto, Strassoldo e Pontebba nel Friuli-Venezia Giulia e Chivasso in Piemonte. Il secondo raggruppamento comprende la realizzazione di impianti in quattro regioni del centro-sud, per un valore di 40 milioni: Arezzo e Grosseto (Toscana), Santa Severa (Lazio), Avezzano (Abruzzo), Benevento e Contursi (Campania). Il terzo lotto, sempre da 40 milioni, comprende quattro località della Puglia: Foggia, Brindisi, Nasisi e Lecce. Infine, l’ultimo gruppo di impianti (30 milioni di euro) copre le aree di Cassano allo Ionio, Contesse, Mileto, Saline Joniche (Calabria) e Agira (Sicilia).

Gli impianti saranno tutti connessi ai sottosistemi delle gallerie Anas e alle sottostazioni elettriche di Rfi, quindi la loro produzione immessa direttamente nella rete permetterà di utilizzarla per la trazione dei treni. Fs punta a raggiungere nell’arco del Piano Industriale 2022-2031 una produzione di energia dal fotovoltaico pari a circa il 10% di quella attualmente prodotta in tutta Italia dagli impianti a energia solare offrendo così un contributo concreto alla transizione green del Paese.

Iulia Barton, prima collezione ‘Adaptive’ a Mfw: avanguardia sociale e ambientale

La Milano Fashion Week è in arrivo dal 20 settembre e promette attenzione particolare alla sostenibilità.

Iulia Barton (fondata nel 2016 da Giulia Bartoccioni) regala alla settimana della moda italiana quella che definisce la “prima Collezione Adaptive al mondo“: vestibilità universale dei capi, che “permette a chiunque di essere sé stesso“, in ogni momento dell’anno. Per la presentazione l’appuntamento è al 23 settembre, grazie al supporto di Ferrovie dello Stato Italiane come Official Sponsor.

Il fil rouge è l’inclusività: la collaborazione per il lancio è stata promossa con un video nel quale ‘l’influencer di positività’ Laura Miola racconta l’universo di Fs in un viaggio in Frecciarossa da Roma a Milano, proprio in occasione della Fashion Week. L’idea di base è valorizzare l’unicità di ogni persona e la capacità di muoversi nei propri abiti, grazie a un mezzo di trasporto sostenibile e inclusivo.

Una collezione lanciata in 20 pezzi, che spiega la Ceo Bartoccioni, “rappresenta un momento storico, in cui raccogliamo i frutti degli anni di impegno nella moda inclusiva del brand Iulia Barton“. L’obiettivo, osserva, è “guardare al presente e al futuro con una prospettiva diversa, che promuova al tempo stesso i concetti di avanguardia sociale ed esclusività, adaptive e no gender“.

Tutti i prodotti adottano materiali innovativi, tessuti eco-sostenibili e animal free, “in linea con la filosofia della sostenibilità che è alla base della nostra identità”, garantisce la Ceo e direttrice creativa.

Un modello di fare impresa che, per il Gruppo FS, “coniuga sostenibilità sociale, ambientale e inclusività, linee che costituiscono il solco già tracciato dal Gruppo FS per le proprie strategie di Corporate Social Responsibility, e in generale per il nostro piano di Diversity,Equity&Inclusion“, assicura la Responsabile People Care,  Paola Longobardo.

Comprendere, riconoscere e valorizzare le caratteristiche uniche (genere, età, abilità, orientamento sessuale e affettivo, identità di genere, nazionalità, etc.) di ognuno, facilitare la loro espressione nel contesto lavorativo e favorire la creazione di una rete di supporto che sostenga la persona dentro e fuori l’azienda, sono gli obiettivi che perseguiamo in tutte le nostre azioni e che hanno contribuito all’inserimento del Gruppo FS nella classifica dei 20 brand nazionali più inclusivi del Diversity Brand Award”, rivela.