A Roma si chiude conferenza per l’Ucraina. Accordi su ricerca, trasporti, ricostruzione verde, lavoro

Si è chiusa a Roma la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina 2025, una due giorni che ha riunito governi, imprese, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie e rappresentanti della società civile nell’impegno comune di sostegno all’Ucraina. Numerosi gli accordi siglati anche nella giornata conclusiva, con molti ministri del governo Meloni arrivati alla Nuvola dell’Eur per le firme ufficiali. Le intese spaziano da scienza e ricerca ai trasporti, passando per ricostruzione verde, lavoro.

Nasce la Coalizione internazionale per la scienza, la ricerca e l’innovazione in Ucraina. Iniziativa voluta dalla collaborazione tra il Ministero dell’Università e della Ricerca italiano, il Ministero dell’Istruzione e della Scienza ucraino, l’UNESCO e la Commissione Europea, che rappresenta un passo centrale nella promozione della scienza, della ricerca e dell’innovazione, ritenuti “pilastri per una ripresa sostenibile, inclusiva e duratura dell’Ucraina”. Durante la giornata è stata presentata e sottoscritta anche la Dichiarazione d’Intenti di Roma per la scienza, la ricerca e l’innovazione in Ucraina che sancisce ufficialmente la nascita della Coalizione, chiamata a promuovere azioni concrete per la ricostruzione e la modernizzazione del Paese, sostenere gli scienziati locali e riconoscere il ruolo centrale del settore nella ripresa dell’Ucraina.

Firmato anche un memorandum per evolvere la rete ferroviaria ucraina, a sancirlo il Gruppo FS. Tra i principali punti c’è lo sviluppo dei collegamenti passeggeri e merci tra Italia e Ucraina, il commercio e la logistica internazionale, il trasferimento del know-how tecnico del settore del trasporto e la consulenza per lo sviluppo di un’infrastruttura ferroviaria moderna e resiliente. L’accordo è stato firmato dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo Fs, Stefano Antonio Donnarumma, e dal Ceo di UZ, Oleksandr Pertsovskyi, che avrà l’obiettivo, non vincolante, di esplorare opportunità di collaborazione nell’arco dei prossimi due anni. “Da mesi lavoriamo con la controparte ucraina per un’evoluzione della rete ferroviaria del Paese, infrastruttura molto importante vista l’estensione dell’Ucraina”, ha commentato Donnarumma.

Annunciata quindi la firma di un Piano di Lavoro a Medio Termine con Kiev “per una ricostruzione verde e sostenibile”. Si tratta del primo progetto concreto da oltre 2 milioni di euro per il monitoraggio dell’aria in Ucraina, dove è già vivo l’impegno dell’Italia attraverso il Fondo Clima, che destina oltre 1,2 miliardi anche all’Europa orientale. Il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava, ha ribadito l’impegno italiano “come parte integrante della costruzione di una pace duratura”. C’è voglia di sinergie anche sull’energia. Per il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, “l’Italia è il paese di raccordo tra l’Europa continentale e l’Africa. Questo ci porta ad essere uno dei punti di approdo per le energie che vengono da sud per trasferirle nella parte continentale dell’Europa. L’integrazione con la realtà ucraina diventa quindi fondamentale per noi, proprio nell’ottica di futuro”.

Altro memorandum firmato sul lavoro, a siglarlo la vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko con la ministra del Lavoro, Marina Calderone, che spiega: “Metteremo a disposizione la nostra esperienza nella gestione di un sistema di relazioni industriali evolute e di competenze in materia di dialogo sociale, ma anche l’utilizzo degli strumenti tecnologici avanzati”.

Alla Nuvola c’è stato anche il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, per certificare come l’agricoltura “sia strategica per la stabilità globale. Aiutare l’Ucraina a ricostruire il suo sistema agricolo significa anche garantire la sicurezza alimentare di interi continenti, a partire dall’Africa”.

Il supporto italiano è ribadito pure dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “L’Ucraina ha bisogno delle imprese italiane”, ha spiegato riferendosi all’accordo siderurgico su Piombino con Metinvest. “Il fatto che in queste ore migliaia di persone si siano ritrovate a Roma nel momento decisivo anche per le sorti dell’Ucraina, dimostra la centralità del governo italiano e dell’Italia nei nuovi processi europei e internazionali”.

Fs chiude il 2024 con 16,5 miliardi di ricavi e investimenti da record: 17,6 miliardi (+7%)

Fs chiude il 2024 con ricavi in aumento del 12% a 16,5 miliardi e investimenti record per 17,6 miliardi (+7%). “Un anno di conferma della solidità e della centralità del Gruppo nello sviluppo infrastrutturale e industriale del Paese”, commenta l’amministratore delegato e direttore generale, Stefano Donnarumma. Notizie più che positive arrivano dalle varie voci di bilancio, come i ricavi da servizi di trasporto che arrivano a quota 8,7 miliardi di euro, con una crescita di 818 milioni annuale raggiunta sia in Italia che in ambito internazionale: +641 milioni per i servizi passeggeri su ferro, +22 milioni per il trasporto passeggeri su gomma. Il balzo in avanti (156 milioni) è anche sul trasporto merci su ferro. Avanzano di 9,5 punti percentuali, poi, i ricavi da servizi di infrastruttura (4,6 miliardi) e la posta riservata agli altri ricavi operativi (3,1 miliardi), grazie soprattutto alla vendita dello scalo Farini e San Cristoforo nell’ambito dell’Accordo di Programma con il Comune di Milano.

Il margine operativo lordo sale dell’1% a 14 milioni di euro, mentre l’ebit si attesta a 343 milioni (+1,5%). Aumentano anche i dipendenti, che passano da 92.446 a 96.335 unità, con una presenza femminile che raggiunge il 21,5% di incidenza. “Con oltre 17,5 miliardi di euro di investimenti tecnici, il livello più alto mai raggiunto nella storia del Gruppo, e ricavi operativi saliti a 16,5 miliardi di euro, abbiamo dimostrato una capacità esecutiva straordinaria, sostenuta anche da una gestione efficace dei fondi Pnrr, di cui siamo tra i principali attuatori”, sottolinea Donnarumma. Ricordando che “a fine anno risultano spesi oltre 12 miliardi di euro, un valore superiore alla pianificazione prevista”. Numeri che spingono in alto l’azienda. “In un contesto economico complesso, Fs continua a rafforzare il proprio ruolo strategico per il Paese – aggiunge l’ad -, mantenendo una solida struttura patrimoniale e finanziaria e contribuendo fortemente allo sviluppo occupazionale, con oltre 9.700 nuove assunzioni nel 2024“.

Per quanto riguarda la perdita netta, invece, la cifra è di 208 milioni, dovuta al “peggioramento del saldo della gestione finanziaria riconducibile a fenomeni non ricorrenti“. Resta, però, alta la solidità visto che il patrimonio netto calcolato a fine dello scorso anno è di 41,7 miliardi, mentre la posizione finanziaria netta è di 13,5 miliardi, con un incremento di 2,3 miliardi su base annua. Dati che consentono alle agenzie di rating “il pieno riconoscimento dell’affidabilità patrimoniale e finanziaria del Gruppo“. Un risultato dovuto anche al volume di investimenti nel 2024, il 96% dei quali in Italia e quasi 15 miliardi di euro per infrastrutture ferroviarie e stradali.

Un occhio particolare Fs lo ha riservato alla sostenibilità, con la nuova linea di credito committed e revolving Sustainability Linked di 3,5 miliardi (durata triennale) e l’emissione in private placement riservata alla Banca Europea per gli Investimenti da 100 milioni di euro per finanziare l’acquisto di treni ibridi per il servizio regionale da parte di Trenitalia. Infine, anche le emissioni di Co2 sono in calo dell’1,5% rispetto ai parametri di riferimento del 2019. Un traguardo che avvicina il Gruppo all’obiettivo ‘Net Zero‘.

Fs, Donnarumma: “Nei prossimi 10 anni previsti 100 miliardi di investimenti”

“Le reti ferroviarie italiane sono congestionate, è vero”. Dopo mesi di disordini, Stefano Donnarumma fa il punto con la stampa. Ma nelle parole dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane non c’è rassegnazione. Il Gruppo sta rimodernando completamente una rete mastodontica, fatta da 17mila chilometri di linee con oltre 1.600 gallerie, 23mila ponti, viadotti, 2.200 stazioni: ha un piano strategico e un programma di investimenti senza precedenti.

Per i prossimi 10 anni, alla sola infrastruttura andranno 100 miliardi. Donnarumma tiene a sottolineare l’impatto degli investimenti dell’intero Gruppo Fs “vale almeno 2,3 volte sul Pil italiano”: “Siamo la più grande stazione appaltante del Paese, ma generiamo anche tantissima ricchezza”, chiarisce. Il progetto è quello di decongestionare le grandi stazioni-nodo, spostando una parte dei treni, pianificando i cantieri, irrobustendo complessivamente il sistema. “Lo abbiamo fatto da gennaio e i numeri dimostrano che da dicembre a gennaio la puntualità è aumentata”, rivendica, precisando: “Noi non riduciamo, ma razionalizziamo. Non vogliamo togliere treni, semmai li accorpiamo”. Quanto al tema delle nomine, c’è il nulla osta per il passaggio di Gianpiero Strisciuglio da Rfi a Trenitalia. “Abbiamo chiuso gli aspetti informali e abbiamo convocato le assemblee per procedere con le nostre decisioni”, afferma l’ad.

Dal 2009, anno del lancio del servizio Alta Velocità, il numero di treni che percorrono la rete ogni giorno è significativamente incrementato, passando dai 188 al giorno del 2009 ai 400 del 2024. L’asse Milano-Roma, in particolare, è una delle tratte ad alta velocità più trafficate a livello europeo, con oltre 150 collegamenti giornalieri. L’intero servizio AV ha due complessità: da una parte la pressione sulla rete ferroviaria e sulle stazioni, dall’altra l’interconnessione tra rete ad alta velocità e rete convenzionale. La rete è congestionata e percorsa nelle stesse tratte da treni ad alta velocità, Intercity e regionali. Sulla Direttissima Firenze-Roma, ad esempio, circolano circa 340 treni al giorno, di cui almeno 260 AV, 35 IC e 45 del Regionale e, nel solo nodo di Roma, ne transitano quotidianamente più di 1.500. La rete AV si interseca in diversi punti con quella convenzionale, in particolare in corrispondenza delle stazioni, favorendo l’interscambio, ma aumentando la probabilità di mancato rispetto dei tempi di percorrenza. L’unica stazione in cui il flusso AV e quello convenzionale sono distinti è attualmente Bologna, dove la separazione tra trasporto regionale, Intercity e alta velocità permette la non interferenza e una gestione che il gruppo definisce “ottimale”. A Roma Termini, invece, la circolazione è più congestionata. Per alleggerire la pressione sull’hub è necessario ottimizzare i flussi anche utilizzando altre stazioni del nodo della città, come Tiburtina.

Dopo il Covid c’è stata una ripresa della domanda da parte dei passeggeri, sempre più orientati a viaggiare con mezzi green. Allo stesso tempo, l’avvio dei lavori finanziati dal Pnrr comporta la necessità di intervenire sulla rete, con interruzioni programmate. Ecco perché è necessaria una rimodulazione dell’offerta. Rfi, in accordo con le imprese ferroviarie e con gli stakeholder, ha identificato una prima serie di provvedimenti di rimodulazione delle tracce su tutto il sistema nazionale a partire dalla rete AV. Il Gruppo Fs sta seguendo tre linee di azione: ridurre la congestione di stazioni e linee principali, distribuendo il flusso dei treni in maniera omogenea nelle diverse stazioni dei nodi; separare i flussi e ridurre le interferenze, massimizzando l’efficacia delle linee; revisionare gli slot ferroviari, con la limitazione dei picchi di traffico nelle fasce critiche.

L’obiettivo è utilizzare al meglio tutte le stazioni lungo la dorsale Milano-Roma-Napoli, come prevedeva in origine il sistema alta velocità. Opere come il sottoattraversamento di Firenze, interventi di raddoppio di linea e potenziamento tecnologico sono tutte “funzionali a migliorare la gestione della circolazione”, ricorda il gruppo. I cantieri aperti in contemporanea in questo momento sono circa 1.200. Quarantaquattro le opere strategiche, 26 finanziate con fondi Pnrr. Tra queste ci sono la Brescia-Verona-Padova, la Napoli-Bari (che permetterà di viaggiare da Bari a Napoli in 2 ore, a Roma in 3 ore, e collegare Lecce e Taranto alla Capitale in 4 ore), la Salerno-Reggio Calabria, a beneficio anche dei collegamenti da e per la Sicilia.

Paradossalmente, “ciò che crea maggiore disagio sono quelli della manutenzione, non quelli del Pnrr. Cioè i cantieri che garantiscono la sicurezza dei passeggeri”, avverte Donnarumma. Sui tempi per chiuderli non si sbilancia: “La manutenzione non si esaurirà nel 2025, assolutamente”, ammette. I cantieri saranno aperti “ancora per anni”. Ma, garantisce l’ad, “stiamo facendo un grande sforzo di pianificazione del lavoro, stiamo operando sulle tecnologie, per tenere i disagi a un livello di accettabilità”. Per far comprendere l’enorme sforzo messo in campo dal Gruppo, partirà una campagna di Rete Ferroviaria Italiana sui cantieri programmati per il 2025, per informare i passeggeri nelle stazioni, attraverso i media tradizionali e il sito di Rfi, raggiungere i cittadini e gli stakeholder in modo tempestivo e capillare.

Nuovo Piano strategico Fs: 100 miliardi di investimenti, apertura a capitali di terzi per la rete AV

Ferrovie dello Stato Italiane mette sul tavolo 100 miliardi di investimenti per il Piano strategico 2025-2029. L’amministratore delegato e direttore generale, Stefano Donnarumma, parla di “fase di trasformazione ambiziosa”, che imprimerà “una netta discontinuità, rispondendo alle esigenze di una società proiettata verso il futuro, riconoscendo nella mobilità integrata un pilastro fondamentale per lo sviluppo”.

L’azienda avrà una ‘bussola‘ in questo percorso, i circa 250 indicatori di performance da raggiungere nei prossimi cinque anni, che il management dovrà usare per avere sempre presente la rotta da seguire. Un approccio industriale che, nei piani di Fs, dovrà portare nel 2029 a ricavi oltre i 20 miliardi di euro, un margine operativo lordo da più di 3,5 miliardi e un risultato netto che superi i 500 milioni. Target ben precisi che Donnarumma vuole raggiungere dando una chiara impronta che esalti il ruolo di “azienda solida e radicata nel tessuto socioeconomico del Paese”. Per dirla con le parole del presidente, Tommaso Tanzilli, che faccia da “ponte tra le comunità”.

Per questo motivo, tra le 8 linee guida del Piano strategico c’è quella di attivare nuove linee ferroviarie dell’Alta velocità che consentano di mettere in collegamento territori attualmente non serviti: questo permetterebbe di aumentare del 30% le persone raggiunte. Allo stesso tempo, Fs vuole migliorare le performance con il recupero della puntualità di oltre 50mila treni all’anno. Non solo, perché gli step prevedono un’esperienza di viaggio calibrata sulla persona; il presidio internazionale che, nelle stime dell’azienda, dovrà portare un incremento del volume passeggeri di circa il 40%; l’efficientamento del 5% dei costi operativi aggredibili. Le novità riguardano anche la sostenibilità, con l’obiettivo di installare oltre 1 Gigawatt di fotovoltaico entro il 2029; l’innovazione e la sicurezza, raggiungendo il 100% della rete Core Extended coperta dal sistema Ertms entro il 2040; l’accelerazione del business, con l’attrazione di nuove competenze e risorse finanziarie necessarie per garantire il proseguimento degli investimenti.

Paletti che si sposano perfettamente con le iniziative strategiche del Piano, per rendere sempre più solido il Gruppo e contribuire al valore del Sistema Paese. Prima tra tutte la scelta di adottare una logica Rab, acronimo di Regulatory Asset Base, per il nuovo modello di finanziamento che servirà a mettere in sicurezza gli investimenti con un autofinanziamento aperto al capitale di terzi, in modo da ridurre, contestualmente, la necessità di accedere ai fondi dello Stato. Ma nessuna privatizzazione: “Non è un nostro programma”, dice senza giri di parole Donnarumma. Che cita l’esempio di Cdp, perché “se si vogliono scaricare dal debito pubblico gli investimenti ingenti, non devono avere la natura tipica del finanziamento pubblico”. Si tratta ovviamente di ipotesi, ma lo stesso ad chiarisce che la decisione spetta poi all’azionista, ovvero al Mef, in accordo con il Mit.

In prima fila ad ascoltare c’è il vicepremier, Matteo Salvini, che definisce “assolutamente realizzabili” gli obiettivi del Piano. Anzi, rispecchiano l’impostazione che dal suo arrivo al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha chiesto: “Pianificazione“.

Le altre iniziative strategiche prevedono il potenziamento di Fs International dedicata al controllo e alla gestione del business internazionale sul perimetro dei passeggeri attraverso partner finanziari-industriali, l’integrazione verticale e sviluppo di partnership con operatori industriali e finanziari per accelerare lo sviluppo del business e la creazione di una nuova infrastruttura dedicata ai servizi di connettività a bordo treno, dunque permettendo una ricezione ottimale sulla rete. In poche parole, addio alle telefonate che si interrompono ad ogni galleria.

Per quanto riguarda l’infrastruttura ferroviaria, poi, sono previsti oltre 50 miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni per migliorare la qualità del servizio della rete, attivando nuovi standard tecnologici e facendo evolvere i modelli manutentivi entro il 2034. Ad oggi sono 17mila i chilometri di linee gestite dal Gruppo tramite Rete Ferroviaria Italiana, ma nel bouquet dell’azienda non vanno dimenticate le stazioni.

Gli ambiti di business del piano quinquennale sono diversi. Sulle infrastrutture stradali, campo in cui agisce Anas, sono previsti oltre 40 miliardi di euro di investimenti, di cui 25 destinati a nuove opere e 15 sulla qualità del servizio. Per il trasporto passeggeri sono in arrivo, nei prossimi dieci anni, 46 nuovi treni Alta Velocità Frecciarossa 1000, 145 treni regionali e più di 1.260 bus a basso impatto di Co2. Un’attenzione alla sostenibilità ambientale che Donnarumma sottolinea nel suo intervento, spiegando che “Net zero non è un obiettivo dogmatico, né formale per noi ma sta dentro la natura stessa di Fs. Basta che facciamo il nostro lavoro e raggiungiamo il risultato”. Un approccio cui plaude anche Salvini: “Sono contento che il tema delle Esg, dell’ambiente sia stato trattato in modo pragmatico e non ideologico. La cura del ferro è la sostenibilità migliore al mondo”.

Nel Piano strategico c’è spazio anche per il trasporto merci, che “vivrà una trasformazione del proprio business verso un modello Freight Forwarder europeo”, con alcune azioni chiave come la creazione di un’interfaccia unica per il cliente, lo sviluppo di un’offerta integrata e l’attivazione di partnership a supporto del trasporto multimodale.

Infine, saranno valorizzati gli asset non più funzionali al servizio ferroviario, reindirizzando circa 1,1 miliardi di patrimonio immobiliare verso lo sviluppo di progetti immobiliari a supporto della rigenerazione urbana, oltre a investimenti per parcheggi innovativi che aiutino lo sviluppo dell’intermodalità.

Busitalia lancia bus a guida autonoma: “Avanti intermodalità, non più treno contro gomma”

D’ora in poi parlare al conducente non sarà più un problema. Non perché sia in programma un cambio delle regole all’interno dei bus, piuttosto perché tra qualche anno potremmo assistere a un totale cambio di paradigma dei trasporti. A presentare uno dei sistemi più innovativi, tecnologicamente avanzati e interessanti della biennale InnoTrans di Berlino è il Gruppo Fs, con Busitalia che lancia in collaborazione con la sua partecipata olandese QBuzz il bus a guida autonoma.

Trenitalia sta lavorando sempre di più con Busitalia per creare quella famosa intermodalità che vogliamo tra treno e gomma, cioè non più la gomma contro il treno o il treno contro la gomma”, spiega l’amministratore della società, Luigi Corradi. Aggiungendo che “in futuro, siccome il treno non può arrivare dappertutto per quanto siamo molto capillari con i regionali, l’idea è quella di diventare sempre più integrati tra treni e autobus”.

Non accadrà a stretto giro di posta con il bus a guida autonoma, ancora in fase sperimentale in Olanda, in attesa di una regolamentazione normativa (la prossima settimana è in agenda un incontro con l’ente provinciale di Groningen) che permetta di effettuare test anche su percorsi stradali dedicati. Nel frattempo si andrà avanti con le prove nel deposito di Qbuzz in Olanda. “Lo sforzo che stiamo facendo, come gruppo Ferrovie, è quello di creare un sistema nostro che possa essere adattato a ogni tipi di autobus”, dice l’amministratore delegato e direttore generale di Busitalia, Stefano Bonora. “La tecnologia che vogliamo applicare è molto avanzata dal punto di vista tecnologico, ma semplice nelle apparecchiature da utilizzare – prosegue –. Nella nostra idea dovrà essere adattabile ad ogni tipologia di autobus”.

Questi bus, sviluppati per rispondere a diverse sfide chiave del settore dei trasporti, tra cui l’aumento della domanda di mobilità e la necessità di ridurre i costi operativi, sono dotati di autopilota retrofit a basso costo e di tecnologie all’avanguardia, come i sensori ad alta affidabilità e un sistema di controllo drive-by-wire. L’obiettivo di Busitalia e Qbuzz è sviluppare soluzioni che permettano di integrare il trasporto autonomo nei servizi di trasporto pubblico entro il 2040, migliorando l’efficienza e riducendo l’impatto ambientale.

Inoltre, il nuovo sistema avrà un impatto economico estremamente accettabile, essendo un software applicabile a ogni tipo di autobus, elettrico come quelli alimentati a carburante. I costi, infatti, non sono elevati. “Un autobus elettrico costa circa 500mila euro – conclude Bonora -, mentre questo apparecchio inciderà intorno ai 15mila euro quindi diciamo che sarà anche semplice da diffondere”.

Fs, nuovo cda: Donnarumma ad, Tanzilli presidente. Ok bilancio 2023: utile 201 mln

Ferrovie dello Stato Italiane ha un nuovo Consiglio di amministrazione. La delibera è arrivata durante l’assemblea degli azionisti, che ha scelto Stefano Donnarumma come nuovo amministratore delegato e Tommaso Tanzilli alla Presidenza del Gruppo. Del nuovo Cda per il triennio 2024-2026 fanno parte anche Caterina Belletti, Franco Fenoglio, Loredana Ricciotti, Tiziana De Luca, Pietro Bracco.

Donnarumma, classe 1967, laurea in ingegneria meccanica, ha ricoperto il ruolo di ad e direttore generale di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale dell’energia elettrica, per un mandato, dal 2020 al 2023. La sua carriera inizia nel settore della produzione di componentistica di autoveicoli e ferroviaria: collabora con diverse multinazionali straniere (Alstom, Friction, Bombardier, Rutgers Automotive). Una volta ottenuta la Certificazione di Qing come esperto di gestione tecnica di stabilimento industriale, nel 2003 è dirigente di alcuni stabilimenti di produzione di veicoli ferroviari. Nel 2007 ottiene la nomina a presidente esecutivo del ramo Distribuzione del Gruppo Acea, è stato consigliere di Ato2, la controllata che gestisce il servizio idrico di Roma e Provincia, e nel 2012 è ad Aeroporti di Roma in qualità di direttore Airport Management. Nel 2017 assume l’incarico di amministratore delegato di Acea. Dopo l’uscita da Terna, è stato external advisor di Bain & Company, senior advisor di Equita e direttore scientifico della Business School del Sole 24 Ore. Ora la nuova esperienza in Fs.
Dove come presidente troverà Tommaso Tanzilli, presidente dell’ente bilaterale Turismo del Lazio e direttore generale di Federalberghi Lazio. Conosce già il Gruppo Ferrovie dello Stato, avendo fatto parte del Consiglio di amministrazione dal mese di giugno dello scorso anno. Laureato in Giurisprudenza, Tanzilli lavora nel settore turistico da oltre 30 anni e dal 2004 ha la cattedra di docente del master in Economia e Managment del Turismo presso l’università ‘La Sapienza’ di Roma.

L’assemblea degli azionisti di Fs ha approvato altri importanti punti all’ordine del giorno. Perché c’è il disco verde al Bilancio di esercizio 2023, durante il quale ha realizzato un utile di 201 milioni di euro, a valle dell’approvazione da parte del Cda dello scorso 10 aprile. L’utile netto di esercizio sarà portato a nuovo, ha scelto l’assemblea. Nella riunione di oggi, inoltre, è stato approvata anche la Relazione finanziaria annuale consolidata relativa al 2023, dalla quale emerge che il Gruppo presenta ricavi per 14.804 milioni di euro, un Ebitda, ovvero il margine operativo lordo, di 2.228 milioni di euro e un utile netto di 100 milioni di euro.

Buon lavoro al Consiglio di amministrazione di Fs, fresco di nomina, con un ringraziamento sincero per chi lascia il testimone“, commenta il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini. Aggiungendo: “Sono sicuro che anche la nuova squadra saprà affrontare con successo sfide ambiziose: i prossimi anni saranno decisivi per la crescita e la modernizzazione del Paese“. Anche il viceministro al Mit, Edoardo Rixi, fa gli auguri di buon lavoro a Donnarumma, Tanzilli e a tutti i consiglieri del Cda. “Una squadra che saprà affrontare le sfide verso nuovi traguardi di eccellenza, innovazione e sostenibilità. Un impegno necessario per continuare a migliorare la qualità dei servizi offerti a milioni di viaggiatori che ogni giorno scelgono le nostre ferrovie“, dichiara in una nota.

Il gruppo Fs rappresenta un’eccellenza che è necessario valorizzare affinché possa offrire servizi sempre più efficienti e all’avanguardia a favore dei cittadini – afferma il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Tullio Ferrante.Sono certo che la nuova dirigenza saprà lavorare in questa direzione rafforzando una delle più grandi realtà industriali al servizio del Paese, protagonista del sistema della mobilità italiana ed europea“.

Sempre sul fronte nomine, va registrato infine il nuovo rinvio sul nuovo Cda di Cassa depositi e prestiti. L’Assemblea degli azionisti, infatti, ha deciso di rimandare la decisione alla riunione del prossimo 2 luglio.

FS

Crescita a doppia cifra per fatturato, investimenti e utile lordo di Fs

Nei primi tre mesi di quest’anno Fs vede salire fatturato, investimenti e utile lordo con aumenti a doppia cifra. Secondo Luigi Ferraris, amministratore delegato del gruppo, la società ha anche “segnato una decisiva accelerazione degli investimenti tecnici, un incremento di circa il 50% rispetto al dato registrato nello stesso periodo del 2023. L’incremento dei ricavi è stato trainato dalle solide performance operative e dalla ripresa dei volumi dei passeggeri trasportati in tutti i segmenti di business del Polo Passeggeri con una crescita a doppia cifra nell’Alta Velocità. Ha altresì contribuito ai risultati il programma di rigenerazione urbana del Polo Urbano che nei primi tre mesi del 2024 ha perfezionato la vendita degli scali ferroviari dismessi di Milano Farini e San Cristoforo”.

Andando per voce, i ricavi salgono a oltre 4 miliardi di euro (+25%). Nel dettaglio, quelli operativi registrano un incremento pari a 820 milioni di euro, principalmente dovuto alla crescita dei servizi di trasporto (+177 milioni di euro), dei servizi di Infrastruttura (+160 milioni di euro), di altri ricavi da servizi (+515 milioni di euro). Il fatturato da servizi di trasporto, pari a 2,1 miliardi di euro, registra una crescita di 177 milioni di euro rispetto al primo trimestre del 2023, sia in ambito nazionale che internazionale, diretta conseguenza della gestione operativa e della ripresa dei volumi di domanda dei viaggiatori km.

I ricavi da servizi di infrastruttura, pari a 1 miliardo di euro, registrano un aumento di circa il 19% rispetto al periodo precedente (+160 milioni di euro) per effetto della crescita dei ricavi in ambito stradale principalmente riconducibile ai servizi di gestione di Anas. Gli altri ricavi da servizi, pari a 616 milioni di euro, aumentano di 515 milioni di euro. La variazione è dovuta principalmente alla vendita dello scalo Milano Farini effettuata da Fs Sistemi Urbani nell’ambito dell’Accordo di Programma sottoscritto con il Comune di Milano.

In virtù di questi numeri l’Ebitda (cioè l’utile lordo) sale di 63 milioni di euro, pari a +19% rispetto al primo trimestre 2023 per effetto appunto della crescita dei ricavi in tutte le componenti dei business. La posizione finanziaria netta invece, pari a 11,7 miliardi di euro, registra un incremento di 480 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2023, per il maggior ricorso alla provvista a breve termine finalizzata a supportare il ciclo degli investimenti.

A proposito, dunque, di investimenti, nel primo trimestre il gruppo ha sviluppato e gestito un livello complessivo di investimenti tecnici pari a 3,2 miliardi di euro (il 98% in Italia), con una crescita del 49% rispetto al primo trimestre 2023, di cui 2,8 miliardi di euro relativi ad infrastrutture ferroviarie e stradali, tra le quali, in particolare, la linea AV Torino-Milano-Napoli, la Napoli-Bari, la linea AV/AC Verona-Padova tratta Verona-Vicenza, la Milano-Verona tratta Brescia-Verona e la tratta Terzo Valico dei Giovi.

Fs fissa obiettivi ‘sfidanti’ per promuovere una transizione giusta

Sviluppare un modello sostenibile è un’esigenza dettata dalle sfide globali, ma anche dal cambio di paradigma economico. In questo contesto il settore dei trasporti ricopre un ruolo cruciale, ragion per cui i grandi player hanno già indirizzato su questi ‘binari’ i propri piani industriali. E’ il caso del Gruppo Ferrovie dello Stato italiane, che ha puntato obiettivi “sfidanti“, come li definisce il responsabile Sostenibilità, Lorenzo Radice: “Al 2040 arrivare ad essere net zero, con obiettivi intermedi di ridurre del 50% le emissioni di Scope 1 e Scope 2 al 2030 e del 30% di Scope 3“.

Tutto questo si ritrova nel report Just Transition e Trasporti, un’iniziativa che affronta la sfida mirando a garantire inclusività, equità e sostenibilità nel lungo periodo. Fs è promotore di una crescita sostenibile del Paese, capitalizzando appieno le potenzialità offerte dal servizio ferroviario nell’ottica della sostenibilità ambientale e sociale, con un approccio olistico e partecipativo: proponendosi di guidare il settore verso un futuro più sostenibile, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche guardando alla dimensione di equità sociale ed economica collettiva. “Un grande gruppo industriale ha il dovere di ascoltare, capire cosa si muove attorno a sé e se dalla società arrivano spunti su metriche che non comprendiamo“, spiega il responsabile Affari istituzionali del Gruppo Fs, Fabrizio Dell’Orefice, durante la presentazione del documento. “Siamo in una fase di grande trasformazione del Paese – prosegue -. Per anni abbiamo sentito questa magica sigla, Pnrr, qualcosa che sembrava dovesse venire, mentre siamo già alle inaugurazioni. Lo scorso anno noi abbiamo toccato, nella voce investimenti, quota 16 miliardi, una cifra mai vista nella nostra storia, circa 1 punto di Pil. Questo significa cantieri, lavoro, appalti, realizzazioni, opere pubbliche e ricucitura del territorio“.

Una cifra record di cui, però, Ferrovie non vuole solo considerare per la realizzazione delle, ma “capire anche quello che significa per il tessuto sociale dove andiamo ad operare“, sottolinea Elisa Rinelli, del dipartimento Affari Istituzionali del Gruppo. Per affrontare la complessa sfida della transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, il Gruppo Fs ha avviato il progetto La Just Transition nel Settore Trasporti, in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

Questo progetto si concentra su tre aree prioritarie: la mitigazione del cambiamento climatico, la tutela ambientale e sociale e l’impatto positivo sulle comunità. I risultati di questo confronto e approfondimento si traducono in una serie di iniziative concrete e nel coinvolgimento attivo delle parti interessate. Dopo una fase preliminare di coinvolgimento degli stakeholder avvenuta tra dicembre 2023 e gennaio 2024, il progetto si propone di redigere un rapporto introduttivo che esamina gli aspetti più significativi e problematici della transizione climatica nel mondo dei trasporti. Tra le varie misure possibili, emerse da un confronto con gli stakeholder coinvolti, grande attenzione è stata posta al potenziamento del trasporto su rotaia attraverso la programmazione a medio-lungo termine, resa possibile grazie ai fondi del Pnrr. Le azioni necessarie a tal fine comprendono un’espansione e un miglioramento generale delle infrastrutture ferroviarie, il completamento dei corridoi europei Ten-T, l’incremento delle linee ad Alta Velocità, delle reti regionali e interregionali, nonché dei nodi ferroviari nelle città metropolitane. Inoltre, un generale apprezzamento si è avuto nelle attività di valorizzazione delle stazioni come centri intermodali e poli di sviluppo sostenibile, tenendo conto del loro ruolo centrale nell’ambito urbano e territoriale. Fs, inoltre, si impegna a coinvolgere attivamente le comunità locali nei processi decisionali, promuovendo una maggiore consapevolezza dei benefici derivanti dalla trasformazione infrastrutturale. Emerge così, tra i molteplici aspetti considerati, l’importanza fondamentale delle stazioni ferroviarie, non solo come nodi di transito, ma anche come veri e propri centri vitali per lo sviluppo sociale ed economico. Dal lavoro sulla Just Transition, realizzato con la Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, emerge anche l’esigenza di creare un Osservatorio sulla povertà dei trasporti, che “proponga delle soluzioni – dice il direttore della Fss, Raimondo Orsini -, raccogliendole anche dalle buone pratiche sviluppate in tutti gli altri Paesi. Questa è l’urgenza. E abbiamo deciso di fare questo passo con il gruppo Fs, che su questo non solo ha una storia, una tradizione, ma ha anche un futuro“.

I piani di Fs: 200 miliardi di investimenti per l’Italia, ma l’obiettivo è la leadership in Europa

L’obiettivo prefissato dall’ad, Luigi Ferraris, nel piano industriale di Fs prevede per lo sviluppo extra-italiano un incremento di ricavi da 1,8 miliardi di euro del 2019 a circa 5 miliardi nel 2031, grazie alla crescente liberalizzazione e alla spinta verso un trasporto collettivo e condiviso, attraverso tutte le divisioni: dalla rotaia alle quattro ruote, passando per la logistica. Un obiettivo ribadito dall’amministratore delegato dopo che il Financial Times ha dedicato un focus alle ambizioni del gruppo tricolore. In primo piano, secondo Ferraris, resta comunque l’Italia: “Il nostro piano industriale, che traguarda al 2032 – dice – ha tra i suoi principali obiettivi la messa a terra di 200 miliardi di investimenti, 180 dei quali per potenziare e ammodernare le infrastrutture ferroviarie e stradali del paese”.

Solo il Pnrr affida alle società di Ferrovie dello Stato circa 25 miliardi di euro e individua in Rete Ferroviaria Italiana, capofila del Polo Infrastrutture, la sua principale stazione appaltante. Ma al di là del Piano di ripresa e resilienza, nel Paese sono già tante le opere che vedono Fs impegnata per l’ammodernamento e il potenziamento della rete, per colmare il gap infrastrutturale tra il nord e il sud dell’Italia e per aumentare la capacità di trasporto della rete ferroviaria di almeno il 20%. Il tutto per collegare meglio Italia ed Europa.

Nel Vecchio continente, Trenitalia ha acquistato nel 2017 c2c (City to Coast), il quarto operatore ferroviario in Gran Bretagna, per la gestione dei collegamenti tra la città di Londra e Shoeburyness, sulla costa orientale nella regione del South Essex. Inoltre, in partnership con First Group, ha acquisito i collegamenti sulla West Coast (fino al 2031) inclusi i servizi da Londra a Birmingham, Manchester, Liverpool, Preston, Chester, Edimburgo e Glasgow: con il marchio Avanti West Coast vengono prodotti duecentocinquanta collegamenti giornalieri che, con 76 treni, trasportano ogni anno 39 milioni di passeggeri. I due soci stanno anche lavorando ai fini dello sviluppo e della messa in esercizio della nuova linea High Speed 2 (Londra-Birmingham di 160 km), di cui dovranno gestire i sevizi dal momento dell’avvio atteso per il 2029 (collegando circa 30 milioni di persone).

In Germania la controllata Netinera Deutschland è il secondo operatore del trasporto pubblico locale del Paese e un mese fa Ferraris, intervistato dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), ha anche annunciato l’accelerazione del progetto di portare il Frecciarossa in Germania, in cooperazione con Deutsche Bahn, riducendo a poco più di quattro ore il tempo di viaggio fra Milano e Monaco di Baviera.

In Grecia la Helleninc Train (100% Trenitalia) è la principale impresa ferroviaria del Paese e Trenitalia France è primo operatore ferroviario alternativo Oltralpe per il trasporto passeggeri, garantendo collegamenti con l’Italia (il Parigi-Milano), con l’obiettivo di affermarsi nel business dell’Alta Velocità. Alta velocità dove Trenitalia, come parte del consorzio Ilsa, è tra i primi operatori privati abilitato a entrare sul mercato spagnolo: ogni giorno col brand Iryo la penisola iberica è attraversata dalle corse del Frecciarossa 1000 tra Madrid-Barcellona, Madrid-Valencia/Alicante e Madrid-Malaga/Siviglia.

Poche settimane fa, parlando al seminario sull’Intelligence economica nell’era digitale, organizzato dalla Luiss, l’ad Ferraris, ha accelerato sulla internazionalizzazione: “Per i Paesi dell’Europa centrale andremo verso un mercato unico dell’alta velocità – ha detto – con infrastrutture avanzate che permetteranno di connettere Berlino con Parigi in 4-5 ore. Da qui l’importanza di conoscere sempre meglio quei mercati e gli scenari in continua evoluzione. Prima di entrare nel mercato francese abbiamo fatto un’attenta analisi dei dati, anche se non tutte le informazioni erano disponibili. Sul nostro Frecciarossa Milano–Parigi avevamo previsto – ha precisato Ferraris – una domanda che pensavamo di poter soddisfare riempiendo i nostri treni al 60-70%, invece siamo attualmente oltre l’80%”.

Tra le nuove rotte, come sottolineato nel focus del Financial Times, ci potrebbe essere anche la Bruxelles-Amsterdam. L’obiettivo rimane sempre il solito: rendere il treno un’opzione maggiormente attrattiva per i passeggeri anche per il collegamento delle grandi capitali europee, sviluppando così una mobilità sempre più sostenibile. Una missione green che riguarda anche il trasporto delle merci. Lo sviluppo della logistica intermodale e lo switch modale dalla strada alla ferrovia rimane, infatti, uno dei traguardi principali di Ferrovie dello Stato in ambito nazionale, ma anche europeo “come testimonia la recente acquisizione in Germania di Exploris, una holding di trasporto ferroviario merci, da parte della nostra Tx Logistics – ha ricordato Ferraris – che ci fa diventare secondo operatore di trasporto merci nel paese tedesco”.

Non solo treni però. Un mese fa Qbuzz, la società olandese del Polo Passeggeri di Ferrovie dello Stato, si è aggiudicata una nuova concessione di 15 anni per i servizi di trasporto pubblico locale su gomma del valore di 1,8 miliardi. I servizi riguarderanno l’area di Zuid-Holland-Noord nella regione del Randstad che conta otto milioni di abitanti ed è compresa tra le città di Amsterdam, Rotterdam e L’Aia. Qbuzz trasporterà 195 milioni di passeggeri-km all’anno, attraverso 52 linee automobilistiche passando per 1041 fermate. E a circolare sarà una una flotta di 275 autobus elettrici.

Fs verso autoproduzione di energia: bando da 130 milioni per 20 impianti fotovoltaici

Prosegue la corsa di Fs verso la transizione energetica, così come previsto dal Piano industriale 2022-2031. Il gruppo ha lanciato un bando di gara europeo per realizzare 20 nuovi impianti fotovoltaici, dal Piemonte alla Sicilia, passando per Toscana, Lazio, Campania e Puglia. Un altro bando sarà lanciato il prossimo autunno, per altri 40 impianti. Entra così nel vivo il programma per la produzione di energia elettrica da fonti green del gruppo Fs Italiane. Il bando, tramite la controllata Ferservizi, ha un valore totale di 130 milioni di euro per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei primi venti “impianti di produzione di energia elettrica tramite pannelli fotovoltaici – come si legge nel bando – da eseguirsi presso le aree di proprietà del Gruppo Fs Italiane limitrofe alle sottostazioni elettriche ferroviarie”.

OBIETTIVO AUTOPRODUZIONE. L’obiettivo è quello dell’autoproduzione perché, come ha ricordato l’ad Luigi Ferraris nel corso di un evento organizzato a Milano da Nicola Porro, “noi come Ferrovie dello Stato movimentiamo il Paese e siamo grandi consumatori di energia, i primi in Italia, con il 2% del consumo nazionale. Abbiamo quindi una grande responsabilità con il fine di contribuire al risparmio energetico”. Il progetto del fotovoltaico, quindi, “ci consentirà di diventare uno dei maggiori produttori di energia rinnovabile”.

INVESTIMENTI DA 1,6 MILIARDI DI EURO. Già dal 2024 il gruppo inizierà a generare energia, grazie ad investimenti che “oltre a produrre un vantaggio aziendale importante, rappresenteranno un beneficio significativo per tutta la collettività”. E nel 2027, secondo il piano, Fs coprirà il 40% del proprio fabbisogno energetico, producendo fino a 2,6 TWh, con un investimento di oltre 1,6 miliardi di euro. Il primo lotto del bando, dal valore di 20 milioni, prevede la realizzazione di impianti fotovoltaici in tre regioni del nord Italia: Ostiglia e Padova in Veneto, Strassoldo e Pontebba nel Friuli-Venezia Giulia e Chivasso in Piemonte. Il secondo raggruppamento comprende la realizzazione di impianti in quattro regioni del centro-sud, per un valore di 40 milioni: Arezzo e Grosseto (Toscana), Santa Severa (Lazio), Avezzano (Abruzzo), Benevento e Contursi (Campania). Il terzo lotto, sempre da 40 milioni, comprende quattro località della Puglia: Foggia, Brindisi, Nasisi e Lecce. Infine, l’ultimo gruppo di impianti (30 milioni di euro) copre le aree di Cassano allo Ionio, Contesse, Mileto, Saline Joniche (Calabria) e Agira (Sicilia).

Gli impianti saranno tutti connessi ai sottosistemi delle gallerie Anas e alle sottostazioni elettriche di Rfi, quindi la loro produzione immessa direttamente nella rete permetterà di utilizzarla per la trazione dei treni. Fs punta a raggiungere nell’arco del Piano Industriale 2022-2031 una produzione di energia dal fotovoltaico pari a circa il 10% di quella attualmente prodotta in tutta Italia dagli impianti a energia solare offrendo così un contributo concreto alla transizione green del Paese.