PAPA FRANCESCO

Papa Francesco vicino a popolazioni colpite dal maltempo: “Prendiamoci cura della nostra casa”

Papa Francesco da sempre osserva con attenzione e preoccupazione il cambiamento climatico. E le ultime settimane hanno ancor più evidenziato la fragilità del nostro Pianeta, sempre più colpito da eventi estremi. Per questo il Pontefice, tramite un telegramma inviato dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin a Petros Stefànou, Presidente della Conferenza Episcopale della Grecia, rinnova la sua speranza che “i rischi per la nostra casa comune, esacerbati dall’attuale crisi climatica, spronino tutte le persone a rinnovare i loro sforzi per prendersi cura del dono della Creazione, per il bene delle generazioni future”, dicendosi “profondamente preoccupato per la minaccia alla vita e per i danni causati dagli incendi diffusi in varie parti della Grecia, e non solo, a seguito dell’attuale ondata di caldo che sta affliggendo diversi Paesi europei”.

Un pensiero anche ai territori italiani, colpiti da incendi e maltempo. Papa Francesco chiede infatti al presidente della Cei Matteo Maria Zuppidi farsi interprete della sua affettuosa vicinanza alle popolazioni colpite da questi eventi atmosferici che evidenziano la necessità di porre in atto sforzi coraggiosi e lungimiranti per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici e proteggere responsabilmente il creato, prendendosi cura della casa comune. Sua Santità invoca dal Signore, per intercessione della vergine Maria, il conforto per quanti soffrono le conseguenze di così gravi disastri e, mentre esprime apprezzamento per quanti si sono prodigati generosamente nei soccorsi, in particolare i vigili del fuoco, invia la benedizione apostolica”.

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Emergenza incendi e maltempo, Meloni: “Ora grande Piano di prevenzione idrogeologica”

La conta dei danni è ancora in corso, ma il governo prova ad anticipare i tempi. Nel Cdm arriva solo l’informativa di Nello Musumeci (domani alle 16 il ministro della Protezione civile riferirà anche alla Camera) su quanto sta succedendo al Nord con i violenti nubifragi e al sud con gli incendi, ma a stretto giro di posta sono attese a Roma le ricognizioni delle Regioni propedeutiche al varo dello stato di emergenza per i territori colpiti, che dovrebbe avvenire la prossima settimana. Al momento l’unica ad aver presentato la richiesta è la Lombardia, quantificando i danni in una prima stima di 41,4 milioni di euro, che “andrà confrontata con la Protezione civile”.

Prima di partire per gli Stati Uniti, dove sarà impegnata nella sua prima visita ufficiale alla Casa Bianca, Giorgia Meloni, attraverso i suoi canali social, assicura che l’esecutivo “ha messo in campo tutti i mezzi di cui dispone” ed è all’opera per istruire i provvedimenti e “deliberare le prime risorse”. La premier ammette che “gli incendi e i disastri meteorologici degli ultimi giorni stanno mettendo a dura prova l’Italia” e che “non possiamo che sperare che la riduzione della temperatura in Sicilia e l’attenuazione delle condizioni avverse al Nord rendano nelle prossime ore il lavoro dei soccorritori meno difficile”, ma “non dobbiamo e non possiamo limitarci a questi interventi di emergenza”. Non usa giri di parole: “Usare tutti i mezzi disponibili non significa – lo dico con chiarezza – che noi oggi abbiamo tutti i mezzi necessari“. Serve una soluzione più strutturale, ragion per cui “l’obiettivo di medio termine che il governo si dà è quello di superare la logica degli interventi frammentati, varando un grande Piano di prevenzione idrogeologica“. Il ragionamento parte dalla considerazione che “i continui disastri ai quali abbiamo assistito negli ultimi mesi, da Ischia passando per l’Emilia-Romagna, fino a quello che vediamo in questi giorni, dimostrano che le emergenze saranno sempre più presenti“. Dunque, “dobbiamo lavorare certamente alla transizione, ma anche fare quello che non si ha avuto il coraggio di fare a sufficienza nel passato, cioè lavorare per mettere in sicurezza il territorio”.

Nell’attesa, Meloni annuncia che nella prossima legge di Bilancio “intendiamo aumentare le spese per la manutenzione di veicoli aerei” per il soccorso contro gli incendi. Alcuni dei quali, in questi giorni, sarebbero di origine dolosa: “Polizia e magistratura sono al lavoro per scoprire gli autori. Musumeci corrobora le parole della premier, spiegando che “siamo assolutamente mobilitati e convinti che bisogna mettere al primo posto nell’agenda di governo la messa in sicurezza del territorio, che diventa una priorità“. E dà un colpo di frusta alle polemiche delle ultime ore: “Se qualcuno aveva qualche tentennamento adesso non può non prendere atto di una evidenza assoluta: i negazionisti non possono avere spazio“. Ma allo stesso tempo il ministro avverte che “con le risorse non abbiamo risolto il problema”, ma occorre mettere in sicurezza i territori “perché il tema non è stato considerato di prim’ordine” in passato.

Del resto, il messaggio è chiaro: “Non è un caso isolato quello che è accaduto in questi giorni. Avremo a che fare con questo clima, queste temperature, questi nubifragi. Dobbiamo abituarci a conviverci. O cambiamo noi o saremo costretti a contare i morti e a restare inerti spettatori“. In Consiglio dei ministri, poi, “la ministra Santanchè ha presentato una proposta per i turisti che si sono recati in Sicilia in un momento difficile” mettendo a disposizione “10 milioni di euro per il rimborso dei biglietti aerei ed eventuali prenotazioni alberghiere per quei turisti privi di ogni copertura”, annuncia Musumeci. Specificando che “la misura vale dal giorno in cui è andato in tilt l’aeroporto di Catania“.

Infine, dal Cdm arriva un altro provvedimento per combattere l’emergenza climatica di questo periodo, con il via libera al decreto del ministero del Lavoro sulla tutela dei lavoratori in caso di temperature troppo elevate. Tra i punti principali ci sono 8,6 milioni di euro per la Cassa integrazione ordinaria (Cigo) e 1,4 milioni per l’integrazione salariale prevista nei casi di intemperie stagionali (Cisoa) per i lavoratori agricoli come operai, impiegati e quadri, “dipendenti di aziende agricole rientranti nell’ambito di applicazione della norma”.

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Incendi, allarme Coldiretti: “Serviranno 15 anni per ricostituire i boschi distrutti”

Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. E’ quanto stima la Coldiretti sugli effetti degli incendi divampati in Italia, che hanno distrutto centinaia di ettari di alberi e macchia mediterranea, dalla Sicilia alla Calabria fino alla Puglia spinti dal caldo record. Le alte temperature e l’assenza di precipitazioni hanno inaridito i terreni favorendo l’innesco dei roghi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati. “Nelle aree bruciate dagli incendi – sottolinea la Coldiretti – saranno impedite tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di appassionati ma viene anche a mancare un importante polmone verde. Ogni rogo costa agli italiani oltre diecimila euro all’ettaro fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate”.

A preoccupare di più è, per Coldiretti, “la disattenzione e l’azione dei piromani”, visto che si stima che il 60% degli incendi sia causato volontariamente. Proprio per garantire una funzione di controllo e monitoraggio e intervenire tempestivamente Coldiretti e vigili del fuoco, con il supporto dell’Associazione A.B.-Agrivenatoria Biodiversitalia, hanno sottoscritto un protocollo per le attività di lotta attiva agli incendi di bosco o per rischi idrogeologici. “L’accordo prevede che gli agricoltori mettano a disposizione – spiega Coldiretti – spazi per i mezzi di pronto intervento e partecipino a progetti mirati per lo sviluppo di procedure per l’allertamento delle squadre operative Vvf in caso di emergenze”.

“Nella lotta agli incendi è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono – ricorda Coldiretti – una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme”. Il secondo asse della collaborazione prevista dall’accordo riguarda il supporto al corpo nazionale dei vigili del fuoco da parte di Coldiretti ed Ab, con eventuale formazione a favore degli operatori Vvf, per interventi finalizzati alla gestione di insetti pericolosi, come gli imenotteri aculeati, anche al fine di preservare l’ecosistema e la biodiversità, con la messa in sicurezza delle api.

A favorire gli incendi è il fatto che 2023 si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,43 gradi la media storica che lo classifica all’ottavo posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni.

 

L’Italia spaccata in due tra maltempo e incendi. Meloni: “Oggi la giornata più impegnativa”

Nubifragi al Nord, soprattutto fra Lombardia e Veneto, con danni ingenti, vittime e feriti. Temperature elevate, vento e incendi difficili da domare al Sud, in particolare in Sicilia dove a Palermo la situazione resta critica. Maltempo e roghi non danno tregua allo Stivale. “Sono stata finora al telefono con il ministro Musumeci, sapevamo che questa sarebbe stata la giornata più impegnativa. E’ previsto un cambio da stasera nella situazione del maltempo, ma produce una giornata estremamente impegnativa a Nord e a Sud”, sono le prime parole della mattinata della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Che, in collegamento con Rtl 102.5, precisa come “abbiamo un combinato disposto di nubifragi al Nord, e la mia totale solidarietà va alla famiglia della ragazza morta nel Bresciano, colpita da un albero, con grandine e vento, e dall’altra una situazione al Sud dove si sommano temperature alte e vento, che rende impossibile l’utilizzo di canadair per la lotta agli incendi e rendono la situazione complessa”. Il Governo, spiega, era già “in allerta”: “La protezione civile è mobilitata, nessun vigile del fuoco è andato in vacanza, e questo va detto per ringraziare persone che sono a lavoro h24, con tutte le squadre allertate”. La situazione, al di là dell’emergenza, pone l’esecutivo davanti a una strategia di medio e lungo termine: la “priorità” è “la messa in sicurezza dei territori”.

NUBIFRAGIO IN LOMBARDIA: MORTA UNA SCOUT COLPITA DA UN ALBERO. Violento nubifragio nella notte a Milano che ha causato danni anche alla linea elettrica di Atm. Diversi punti della città e alcuni depositi Atm sono senza corrente, mentre gli alberi caduti e i detriti sulle strade bloccano i normali percorsi delle linee. Filobus e autobus hanno forti ritardi e deviazioni. Il servizio tram è fortemente ridotto perché è caduta la rete aerea in diverse zone. Tutte le metropolitane sono aperte e in normale servizio. I treni della M1 saltano la stazione di Inganni. Intanto Trenord comunica che il servizio ferroviario continua a subire modifiche, interruzioni e ritardi a causa del danni subiti dall’infrastruttura per la caduta di alberi.

Una ragazza di 16 anni è morta nella notte a Corteno Golgi, in Val Camonica, dopo che un albero è caduto sulla tenda. La giovane faceva parte di un gruppo scout sorpreso poco dopo le 4 da un violento temporale. Il gruppo aveva allestito il campo di tende in località Palù, non distante dal rifugio degli alpini. Il forte vento e le piogge intense hanno provocato la caduta di un albero che ha colpito una delle tende in cui stavano dormendo i giovani. Oltre alla vittima, altre tre ragazze sono rimaste ferite. Si tratta di una 15enne, di una 13enne e di una 12enne, tutte con traumi minori, portate in codice verde all’ospedale di Sondrio. Illesi gli altri 70 giovani scout, che sono stati evacuati e portati nella palestra di Corteno Golgi. Sul posto sono intervenuti l’elisoccorso, due ambulanze, i vigili del fuoco, il soccorso alpino e le forze dell’ordine.

Ai suoi familiari è stato espresso il cordoglio della giunta regionale, tramite le parole del presidente Attilio Fontana: “Nell’apprendere con grande tristezza della morte di una ragazza di soli 16 anni, colpita da un albero in un campo scout in Valcamonica, esprimo alla famiglia e ai suoi cari il cordoglio e la vicinanza di Regione Lombardia”. “Vigili del Fuoco e Protezione Civile continuano incessantemente a essere attivi su tutto il territorio per il gran numero di piante cadute, tetti scoperchiati e allagamenti. A loro il nostro più sentito ringraziamento”, aggiunge.

IN VENETO TEMPESTE E GRANDINE: FERITO UN 16ENNE. Nella notte fra lunedì e martedì in Veneto si sono scatenate una serie di tempeste. La grandine, con pezzi di ghiaccio grandi come mele, pesanti oltre i 150 grammi, ha distrutto tetti, automobili, impianti industriali e artigiani. In campagna ha azzerato coltivazioni, vigneti, frutteti e serre. E’ il presidente della Regione, Luca Zaia, a tracciare il bilancio: “Nel veronese abbiamo diversi feriti: un paziente in codice rosso (un ragazzo di 16 anni colpito da un ramo a Zimella), 7 in codice giallo, 27 in codice verde soccorsi dal SUEM, a cui vanno a sommarsi alcuni accesi autonomi presso i Pronto Soccorso”. Anche nel trevigiano si registrano alcuni feriti: a Treviso soccorsi con ambulanza 4 pazienti, tutti per ferita cranica lacero contusa da grandine; 2 pazienti soccorsi a Pieve di Soligo e 2 a Godega Sant’Urbano.

Le linee ferroviarie sono ora interrotte lungo la tratta fra Brescia e Padova: la mole di persone da trasportare è elevatissima, secondo le ferrovie non sarà possibile compensare con servizi bus per tutti i passeggeri. “Non si dica che si tratta di fenomeni estivi, da mettere in conto”, scrive Zaia, perché “siamo di fronte, per violenza e frequenza del maltempo, a qualcosa di fuori dal comune. Questa per la nostra terra è stata ancora una notte di passione”. “Lo Stato di Emergenza Regionale sarà aggiornato nelle prossime ore alla luce delle nuove perturbazioni. Servono ristori economici per i territori del Veneto colpiti: è quello che chiederemo allo Stato”, conclude.

VASTO INCENDIO A PALERMO: CHIUSO L’AEROPORTO. Un vasto incendio sta interessando dalla notte Palermo, alimentato dalle alte e temperature e dal vento. Chiuso l’aeroporto di Palermo per il rogo sviluppatosi sopra Cinisi e, a causa dello Scirocco, arrivato fino al perimetro dello scalo aereo. Chiusa anche l’autostrada A29 Alcamo-Trapani tra gli svincoli di Villagrazia di Carini e Cinisi, poi riaperta. Circolazione dei treni sospesa tra Palermo Notarbartolo e Punta Raisi. I treni Regionali possono registrare ritardi e subire limitazioni di percorso e cancellazioni. Le fiamme sono arrivate a minacciare l’ospedale Cervello, ma la situazione sembra ora essere sotto controllo. A Palermo 30 squadre di vigili del fuoco locali, supportati da rinforzi giunti dai comandi di Catania e Messina, sono al lavoro dalla notte. A Mondello, Sferracavallo, Barcarello, Capo Gallo, Monreale, San Martino delle Scale ci sono state evacuazioni preventive dalle case vicine ai fronti di fiamma, alcune di queste sono state coinvolte parzialmente dal fuoco.

Nella notte squadre schierate a protezione di alcune strutture nell’aeroporto di Punta Raisi. “La situazione in tutta la Sicilia è ancora difficilissima anche per le condizioni meteo che stanno complicando ulteriormente il lavoro di chi deve contrastare le fiamme. Sono stato per tutta la notte in costante contatto con il Corpo forestale, con la Protezione civile, con i Vigili del fuoco e la Prefettura per avere aggiornamenti in tempo reale. Dal capo dipartimento nazionale dei Vigili del fuoco, il prefetto Laura Lega, ho ottenuto l’impegno a far giungere in Sicilia ulteriori squadre provenienti da altre regioni in quanto quelle in servizio in Sicilia sono già tutte impegnate nei vari fronti di fuoco che interessano tutto il territorio“, spiega il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, che sta seguendo da vicino l’evolversi dell’emergenza incendi che sta interessando tutta l’Isola e che ha espresso il suo cordoglio per la donna morta perché i soccorsi non sono riusciti a raggiungerla a causa degli incendi che bloccavano l’accesso alla sua casa nella zona di San Martino delle Scale.

La Grecia brucia: 30mila turisti evacuati a Rodi. Fiamme a Corfù

Photo credit: AFP

La lotta contro gli incendi boschivi in Grecia, in particolare quello sull’isola turistica di Rodi, prosegue anche oggi, una giornata segnata da un “leggero calo” della temperatura prima di una nuova ondata di calore prevista per martedì, secondo il servizio meteorologico nazionale. Più di 266 vigili del fuoco stanno lavorando per contenere l’incendio nel sud e nell’ovest dell’isola di Rodi, nell’arcipelago del Dodecaneso nel Mar Egeo, dove nel fine settimana sono stati evacuati 30.000 turisti nella “più grande operazione” di questo tipo “mai realizzata in Grecia“, schiacciata da una nuova ondata di caldo.  La Grecia è “in guerra” contro gli incendi boschivi che stanno devastando il paese e ha davanti a sé “altri tre giorni difficili” a causa delle alte temperature, ha detto il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis parlando davanti al Parlamento. “Siamo in guerra contro (…) gli incendi” e “abbiamo ancora tre giorni difficili davanti a noi“, ha spiegato.

Centinaia di turisti, in particolare britannici, tedeschi e francesi, erano in attesa all’aeroporto internazionale di Rodi domenica sera in cerca di un volo di ritorno, mentre diverse compagnie aeree hanno sospeso i voli per l’isola. All’alba di lunedì mattina, due elicotteri e due bombardieri d’acqua hanno ripreso a operare a supporto dei vigili del fuoco sull’isola, una delle destinazioni turistiche più popolari del Paese, che negli ultimi decenni è stata più volte avvolta dalle fiamme. Lo scorso fine settimana sono scoppiati altri quattro incendi, tra cui uno sull’isola di Corfù, nel Mar Ionio (nord-ovest), anch’essa molto popolare tra i turisti. Secondo i vigili del fuoco, oggi stanno operando 62 vigili del fuoco supportati da due elicotteri e due bombardieri d’acqua. Quasi 2.500 persone sono state evacuate nella notte dall’isola. Oggi sono divampati incendi anche ad Aigio, nel nord del Peloponneso, a Karystos, nel sud dell’isola di Eubea, e in Beozia, una regione a nord di Atene.

Secondo le autorità, oggi molte regioni del Paese sono rimaste in “allarme rosso“, cioè in “estremo pericolo” di incendi boschivi, ma “nessuna località era minacciata dalle fiamme domenica sera“, ha dichiarato all’AFP un funzionario dell’ufficio stampa dei vigili del fuoco. Come ogni estate, la Grecia è afflitta da incendi boschivi, spesso mortali, che devastano decine di migliaia di ettari di foreste e vegetazione. Quest’estate il Paese ha vissuto una delle più lunghe ondate di calore degli ultimi anni, secondo gli esperti del servizio meteorologico nazionale EMY, con temperature fino a 45°C nel centro del Paese durante il fine settimana. Oggi la temperatura “scenderà leggermente“, con 37°C ad Atene, mentre nel centro e nel Peloponneso la colonnina di mercurio dovrebbe raggiungere i 42°C, mentre nel Mar Egeo sono previsti forti venti fino a 50 km/h, secondo l’EMY. Martedì il caldo dovrebbe aumentare ancora, con temperature fino a 44°C, secondo l’EMY.

La Grecia si prepara al weekend più caldo degli ultimi 50 anni

Questo fine settimana in Grecia “sarà probabilmente il più caldo degli ultimi cinquant’anni“. A lanciare l’allarme è Panagiotis Giannopoulos, meteorologo del canale televisivo pubblico ERT, secondo il quale “Atene avrà temperature superiori ai 40°C per 6-7 giorni, fino alla fine di luglio“, un periodo eccezionalmente lungo anche per una capitale europea abituata al caldo estivo. A mezzogiorno di venerdì sono state registrate temperature di 41°C in Attica, nella regione di Atene, e fino a 44°C in Tessaglia, nel centro del Paese. Domenica si preannuncia la giornata peggiore, con temperature prossime ai 44°C nella capitale.

L’opinione dell’esperto è condivisa da Yannis Kallianos, meteorologo del canale televisivo privato Mega, che ha descritto la situazione attuale come una “interminabile e potente ondata di calore“. “Secondo le ultime previsioni, l’ondata di calore potrebbe durare fino a giovedì e venerdì prossimi, 27 e 28 luglio“, ha spiegato. Domenica e lunedì, inoltre, venti settentrionali fino a 60 km/h potrebbero favorire l’innesco di incendi, ha avvertito l’esperto.

Il ministero della Cultura ha annunciato che tutti i siti archeologici del Paese, compresa l’Acropoli di Atene, rimarranno chiusi durante la parte più calda della giornata fino a domenica. E il ministero del Lavoro ha invitato i datori di lavoro a incoraggiare il telelavoro, mentre il Ministero della Salute ha raccomandato di evitare tutti gli spostamenti non necessari nelle ore centrali della giornata. “Ci aspettano tre giorni difficili. Dobbiamo essere vigili“, ha avvertito il ministro della Protezione civile Vassilis Kikilias alla ERT.

Secondo l’Osservatorio nazionale di Atene, nella capitale greca è stato registrato il record assoluto di temperatura di 44,8°C nel giugno 2007, mentre il record assoluto in Grecia è stato raggiunto nel luglio 1977 con 48°C a Elefsina, vicino alla capitale.

Canada, foresta boreale divorata da incendi: 8 mln ettari in fumo, 100mila sfollati

Photo credit: AFP

 

Da Est a Ovest, il Canada è flagellato dagli incendi, anche se non si è ancora raggiunto il culmine dell’estate. Nessuna provincia è stata risparmiata, nemmeno il Québec o la Nuova Scozia, che di solito non vengono colpite.

Imprevedibile“, “gigantesco“, “fuori dal comune“: centinaia di vigili del fuoco arrivati da tutto il mondo a dare una mano nella lotta ai roghi che stanno divorando la foresta boreale.

Le cifre sono sconcertanti: ieri nel Paese bruciavano 490 incendi, più della metà dei quali erano considerati fuori controllo. All’inizio della stagione, all’inizio di maggio, è stata l’Alberta, nella parte occidentale del Paese, a catturare tutte le preoccupazioni, trovandosi rapidamente di fronte a una situazione senza precedenti. Poi, poche settimane dopo, la Nuova Scozia, provincia atlantica dal clima molto mite, e il Quebec sono stati a loro volta coinvolti in mega-incendi. Oggi il Quebec è la provincia più colpita, con 112 incendi attivi.

In tutto, più di 100.000 persone sono state sfollate. La soglia dei sei milioni di ettari bruciati è stata superata il 19 giugno, appena una settimana fa. Martedì scorso era stata quasi raggiunta la soglia degli otto milioni di ettari, un’area equivalente all’intera Austria. Solo in Quebec sono stati bruciati 1,3 milioni di ettari, contro una media di meno di 10.000 negli ultimi dieci anni. L’area bruciata in 25 giorni supera già la superficie totale bruciata negli ultimi 20 anni messi insieme.

Le emissioni di carbonio causate dagli incendi hanno già superato il record annuale canadese, secondo l’osservatorio europeo Copernicus. Queste 160 megatonnellate di carbonio rilasciate nell’atmosfera rappresentano l’equivalente di circa 590 milioni di tonnellate di CO2, ovvero l’88% delle emissioni annuali di gas serra del Canada nel 2021. Gli incendi canadesi del 2023 rappresentano attualmente più del 10% delle emissioni globali di carbonio prodotte dagli incendi boschivi del 2022 (1.455 megatonnellate).

La foresta brucia sottoterra con le radici e l’incendio può attecchire in luoghi che non ci si aspetterebbe mai. È molto imprevedibile e può ricominciare molto rapidamente“, spiega Eric Florès da Abitibi-Témiscamingue, regione nel nord del Quebec che è stata duramente colpita dai roghi e in cui sono stati dispiegati un centinaio di vigili del fuoco francesi.

È un compito difficile e faticoso: “è come lavorare con una formica, andiamo metro per metro“. Dopo essere stati scaricati da un elicottero, spesso i pompieri devono percorrere diversi chilometri nella fitta foresta con attrezzature pesanti e ingombranti sulle spalle, tra fumi densi e nocivi, un nugolo di zanzare e mosche nere.

Qui a volte ci sono muri di fiamme larghi 100 metri, alti il doppio degli alberi“, riferisce Florès. Si tratta di incendi che a volte sono 100 volte più grandi di quelli che i vigili del fuoco sono abituati a gestire. “C’è molto fumo nel Paese e non solo, ma non sorprende, quando si vede quanta foresta sta bruciando”, aggiunge Godefroy, militare francese dislocato in Quebec.

È incredibile la rapidità con cui si può passare dal carbone ardente alle fiamme nel giro di pochi secondi“, racconta Joseph Romero, un vigile del fuoco costaricano dislocato ad Alberta, nel Canada occidentale.
Questo anno eccezionale dà un’idea delle sfide che attendono il Canada in futuro, dal momento che il cambiamento climatico sta aumentando la frequenza e l’intensità degli incendi nelle foreste boreali. L‘anello verde che circonda l’Artico – in Canada, naturalmente, ma anche in Alaska, Siberia e Nord Europa – è vitale per il futuro del pianeta.

Qui c’è uno strato di 20-30 cm di combustibile sul terreno, che rende l’incendio più difficile da controllare. L’incendio scoppia sotto il combustibile e può estendersi per diversi chilometri“, spiega David Urueña, vigile del fuoco spagnolo giunto in Quebec come supporto.

È in parte questo humus, caratteristico della foresta boreale, a spiegare i grandi pennacchi di fumo che hanno invaso il cielo canadese per diverse settimane e che negli ultimi giorni hanno raggiunto gli Stati Uniti e persino l’Europa.

Brucia il Canada: il fumo raggiunge New York. La Grande Mela avvolta nella nebbia arancione

(Photocredit: AFP)

Nebbia arancione e aria irrespirabile. I segni degli incendi che stanno devastando il Canada hanno raggiunto la città di New York, rendendo la visibilità così difficile da costringere l’Agenzia per l’aviazione civile degli Stati Uniti (Faa) a tenere a terra diversi aerei. La Statua della Libertà e i grattacieli di Manhattan sono avvolti da una spessa coltre di nebbia e per le strade sono ricomparse le mascherine, proprio come durante la pandemia. Il governo degli Usa ha invitato i cittadini più fragili dal punto di vista della salute a “prendere precauzioni” di fronte al deterioramento della qualità dell’aria. Sono più di 100 milioni gli americani interessati dalle allerte sulla qualità dell’aria a causa del fumo, in modo particolare nella zona nord orientale del Paese, da Chicago ad Atlanta. “Un altro segno preoccupante di come la crisi climatica stia influenzando le nostre vite”, ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre.

Dopo le province canadesi di Alberta (ovest) e Nova Scotia (est), tocca al Quebec essere colpito da incendi “mai visti”: sono quasi 140 quelli attualmente attivi, di cui quasi un centinaio ritenuti fuori controllo, secondo la Società per la protezione delle foreste dagli incendi (Sopfeu). E non sono previste piogge significative fino a lunedì sera. “Con il personale di cui disponiamo attualmente, possiamo coprire circa 40 incendi contemporaneamente”, ha affermato il governatore della provincia, François Legault.

Il Quebec ha schierato centinaia di persone sul campo. Con gli aiuti internazionali, compresi i cento vigili del fuoco dalla Francia che dovrebbero arrivare entro venerdì, la provincia spera di aumentare la sua forza lavoro a 1.200 persone. “Centinaia di vigili del fuoco americani sono appena arrivati ​​in Canada e altri sono in arrivo”, ha annunciato in serata il primo ministro canadese Justin Trudeau, dopo l’incontro con il presidente americano Joe Biden. Quest’ultimo “ha ordinato alla sua squadra di schierare tutti i mezzi antincendio federali che possono aiutare rapidamente” a combattere gli incendi, ha riferito la Casa Bianca.

Più di 20.000 canadesi – di cui 10mila solo in Quebec – sono già stati evacuati. La provincia francofona ha registrato 443 incendi dall’inizio dell’anno, contro una media di 200 nello stesso periodo negli ultimi dieci anni.

La situazione è considerata eccezionale anche dalle autorità in termini di numero di ettari bruciati in questo periodo dell’anno. Il Canada nel suo complesso sta vivendo un anno senza precedenti: sono stati registrati circa 2.300 incendi boschivi e sono bruciati circa 3,8 milioni di ettari, un totale ben al di sopra della media degli ultimi decenni.

Protezione civile pronta alla campagna per la prevenzione incendi

Un “nemico subdolo“. Così il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, definisce gli incendi estivi.

Dal 15 giugno al 30 settembre dello scorso anno, sono state 1.102 le richieste di concorso aereo alla protezione civile, per 5.849 ore di volo e 30.994 lanci con oltre 176 milioni di litri di estinguente.

Oggi a Roma il ministro convoca la prima riunione preliminare in vista dell’imminente campagna estiva. “Solo con un’attenta prevenzione e facendo rete fra tutti i soggetti, pubblici e privati, potremo riuscire a neutralizzarne gli effetti devastanti“, osserva. All’incontro partecipano il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, il capo dipartimento Fabrizio Curcio, il capo dipartimento dei vigili del fuoco Laura Lega, il comandante del corpo nazionale dei vigili del fuoco Guido Parisi, il generale Giuseppe De Riggi del comando dei carabinieri forestali, con gli assessori alla Protezione civile di tutte le Regioni.

Sul tavolo, i Piani comunali per gli Incendi di interfaccia, i presidi rurali, la necessità di dotare alcune aree di elisuperfici, la campagna comunicativa di prevenzione, la distribuzione sul territorio della flotta aerea, la sensibilizzazione dei ragazzi nei Campi scuola.

Secondo i dati Effis (European Forest Fire Information System), nel 2021 quasi 160mila ettari di superfici boscate e non boscate italiane sono stati devastati dalle fiamme. Un dato “sicuramente sottostimato, visto che il sistema di monitoraggio europeo prende in considerazione solo gli incendi che hanno interessato una superficie non inferiore ai 30 ettari“, rileva Legambiente. L’area mediterranea è particolarmente sensibile ai mutamenti climatici. L’aumento delle temperature e la diminuzione delle precipitazioni amplificheranno la vulnerabilità del territorio rispetto al rischio di incendi boschivi. Lo scenario al 2050 prevede un allungamento della stagione degli incendi del 11% e un aumento delle giornate con pericolosità estrema di circa il 46% rispetto allo storico.

La lotta agli incendi boschivi “richiede territori pronti ad affrontarla, lavoro sinergico tra le autorità locali e le Strutture Operative del Servizio nazionale della Protezione civile, cittadini informati e responsabili nei comportamenti“, spiega Curcio. “Per questo siamo al lavoro, con tutti i nostri partner, per una campagna antincendi boschivi che purtroppo anche quest’anno sarà caratterizzata da una marcata siccità“, avverte. Per questo, l’appello di Musumeci è a un “maggiore senso di responsabilità da parte di tutti: più uomini in divisa sul territorio per scoraggiare i piromani, il rispetto della effettività della pena a carico degli incendiari condannati, solerzia dei proprietari nel realizzare i ‘viali tagliafuoco’ nei loro fondi agricoli (coltivati o meno), allertamento dei sindaci, motivazione dei volontari e aggiornamento da parte delle Regioni della mappa dei punti di approvvigionamento d’acqua nelle aree rurali per i velivoli anfibi. Prepariamoci – avverte – a una stagione impegnativa per tutti!”.

Allerta Onu: “Qualità aria minacciata da un contraccolpo climatico”

Le ondate di calore e gli incendi boschivi diventeranno più frequenti, intensi e duraturi a causa dei cambiamenti climatici, con conseguente degrado della qualità dell’aria e della salute umana. È l’avvertimento lanciato dall’Onu attraverso il nuovo rapporto dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM). Una dinamica di rafforzamento reciproco tra inquinamento e riscaldamento globale, si legge nel report, porterà a un “contraccolpo climatico” che colpirà centinaia di milioni di persone.

Il Bollettino annuale dell’OMM sulla qualità dell’aria e il clima si concentra in particolare sull’impatto dei fumi degli incendi boschivi nel 2021, quando, come nel 2020, il caldo e la siccità hanno esacerbato la diffusione dei roghi nel Nord America occidentale e in Siberia, portando a un aumento significativo dei livelli di particolato fine (PM 2,5) dannoso per la salute. “Si prevede che il riscaldamento globale provochi un aumento degli incendi boschivi e dell’inquinamento atmosferico che essi causano, anche se le emissioni sono basse“, afferma il segretario generale dell’OMM Petteri Taalas, sottolineando che questo fenomeno avrà un impatto sulla salute umana, ma anche sugli ecosistemi, poiché gli inquinanti atmosferici si depositano sulla superficie terrestre. “Abbiamo osservato questo processo durante le ondate di calore in Europa e in Cina di quest’anno, quando le condizioni atmosferiche stabili, il forte soleggiamento e i venti deboli hanno favorito alti livelli di inquinamento“, spiega. Secondo le osservazioni globali, la superficie totale annua bruciata mostra una tendenza al ribasso negli ultimi due decenni, grazie alla diminuzione del numero di incendi di savane e praterie.

Tuttavia, su scala continentale, alcune regioni mostrano tendenze all’aumento, tra cui aree del Nord America occidentale, dell’Amazzonia e dell’Australia. Intensi incendi boschivi hanno provocato concentrazioni insolitamente elevate di PM 2,5 in Siberia, Canada e Stati Uniti occidentali nei mesi di luglio e agosto 2021. Nella Siberia orientale, queste concentrazioni hanno raggiunto livelli “mai osservati prima“, secondo l’OMM, soprattutto a causa delle temperature particolarmente elevate e dei terreni aridi. Quello che è successo quest’anno è “un’anticipazione di ciò che accadrà, poiché si prevede un ulteriore aumento della frequenza, dell’intensità e della durata delle ondate di calore, secondo Taalas. Questi sviluppi potrebbero degradare ulteriormente la qualità dell’aria attraverso un fenomeno noto come ‘backwash climatico’, un termine che si riferisce all’effetto di amplificazione che il cambiamento climatico ha sulla produzione di ozono troposferico a scapito dell’aria che respiriamo. Le regioni in cui questo fenomeno sarà più evidente – soprattutto in Asia – ospitano circa un quarto della popolazione mondiale, ha dichiarato ai giornalisti Lorenzo Labrador, scienziato capo dell’OMM. Il cambiamento climatico, intensificando gli episodi di inquinamento da ozono in superficie, potrebbe quindi influire sulla salute di centinaia di milioni di persone.

(Photo credits: EVARISTO SA / AFP)