Coldiretti, 300mila firme per avvio campagna etichette. Lollobrigida: “Tagli? Nulla da temere”

Coldiretti spegne le sue prime 80 candeline. Per celebrare l’anniversario dalla fondazione, avvenuta nell’ottobre 1944 grazie alla ferma volontà di Paolo Bonomi, l’associazione sceglie di dare il via alla raccolta digitale delle firme per una legge di iniziativa popolare che acceleri la riforma del Codice doganale, con l’obbligo dell’etichetta d’origine a livello europeo su tutti gli alimenti in commercio. La base di partenza è consistente, perché nei mercati e tra i cittadini con i gazebo sono state già raccolte 300mila firme.

“Siamo per la trasparenza, perché crediamo sia un diritto di ogni persona conoscere da dove proviene il cibo che mangia”, dice il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, aprendo il suo intervento con un ricordo di Satnam Singh, mentre in platea ascoltano il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida.

Sono tanti i dossier su cui lavora la confederazione, per un comparto agroalimentare che genera un valore economico di “620 miliardi e 4 milioni di occupati” e che quest’anno, rivela Prandini, raggiungerà “70 miliardi di esportazioni”. Numeri positivi, ma che il numero di Coldiretti ritiene “ancora non sufficienti rispetto alle difficoltà che i nostri imprenditori stanno attraversando, visto che il 2024, purtroppo, si caratterizza ancora con un danno economico nella filiera di 8,5 miliardi, a causa delle avversità del maltempo”.

Proprio per questo motivo l’associazione torna a chiedere “un grande piano per la realizzazione di bacini di accumulo” che eviti la dispersione di acqua, senza la quale “non c’è industria, non c’è sviluppo e non ci sarà nemmeno Intelligenza artificiale, perché sappiamo quanta acqua è necessaria per il suo funzionamento”. Sempre sulle infrastrutture, Prandini chiede lo sviluppo di quelle ferroviarie per il trasporto delle merci su rotaie, tema strettamente collegato a quello dei porti.

Anche nelle scuole serve “formazione culturale” sul cibo secondo Coldiretti, che individua le mense come “luogo attivo”, anche per “contrastare quel fenomeno sempre più diffuso dell’obesità infantile, collegato ad una cattiva alimentazione”.

L’associazione, poi, ribadisce la lotta alle produzioni in laboratorio, per difendere l’agricoltura familiare, “che nel mondo rappresenta l’80% delle aziende”. E poi c’è la nuova Europa, che per Coldiretti non è in discussione e parte col piede giusto sulla ripartizione del valore all’interno della filiera agroalimentare, ma deve ancora dimostrare tanto: “Deve andare oltre e iniziare a dare garanzie, ad esempio, sullo stanziamento economico per la Pac, di cui non abbiamo ancora certezza”. Una riflessione che condivide anche Lollobrigida: “Senza Europa non andiamo da nessuna parte, ma allo stesso modo mi permetto di dire che l’Europa senza Italia non va da nessuna parte”.

Nella festa di Coldiretti c’è spazio anche per la prossima legge di Bilancio. Prandini chiede di non tagliare o ridimensionare le misure sull’agricoltura, ma anzi investire, soprattutto in ricerca e formazione. Sullo sfondo, però, c’è la spending review a cui lavora il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, anche se Lollobrigida rassicura: “Non c’è niente da temere, Giorgetti ha sempre avuto un approccio costruttivo”.

Il responsabile del Masaf assicura che gli investimenti proseguiranno e, anzi, vuole prendere spunto dalla riforma agraria voluta fortemente proprio da Coldiretti nel Dopoguerra “per guardare, oggi, a quei terreni incolti che potrebbero tornare nella disponibilità di chi li vuole lavorare, magari i giovani”. Sul piano generale, Lollobrigida definisce “nemica di Paesi esportatori come l’Italia” l’ipotesi di mercati chiusi, ma allo stesso tempo “immaginarne un mercato aperto senza regole non è la cosa più intelligente da fare”. Serve, però, la reciprocità, o meglio clausola a specchio, come garanzia. Anche sul Servizio civile in agricoltura il ministro chiarisce: “Non è lavoro, ma valorizzazione di un’esperienza che tanti giovani italiani potranno fare”.

La partita sul settore primario entra nel vivo dell’autunno politico ed economico, dunque. In attesa di conoscere la Manovra 2025 e, soprattutto, di capire quali mosse l’Ue metterà in campo.

G7, Lollobrigida si prepara a ministeriale Agricoltura: Africa e siccità sul tavolo

Il G7 Agricoltura di Ortigia avrà il compito di “spiegare l’Italia in modo semplice”. Francesco Lollobrigida si prepara ad accogliere i grandi della Terra in Sicilia. Sceglie Ortigia perché, spiega, “quasi tutto ciò che è passato in Italia ha lasciato il segno in quel piccolo lembo di mondo“.

Ha scelto la location prima dell’ennesima emergenza siccità che colpisce l’Isola, ma inevitabilmente la crisi idrica sarà uno degli elementi sul tavolo sia della ministeriale, che dell’Expo ‘DiviNazione’ che la anticiperà. Ad ogni modo, sottolinea, “L’Italia ha bisogno di presentarsi con il massimo delle sue potenzialità, lo può fare e lo deve fare e il G7 in Puglia ha dato già un ottimo segnale in questo senso“. Spinge l’evento al Sud anche perché il sistema fieristico italiano, ricorda il ministro, “è sbilanciato verso Nord, il meridione non ha un sistema capace di accogliere grandi eventi, ma ha un vantaggio rispetto ai luoghi all’aperto che possono ospitare manifestazioni di lungo periodo“.

Sulla scia del Piano Mattei, le porte saranno aperte anche ad alcuni Paesi africani, quelli “più vicini al nostro contesto di sviluppo, che abbiamo individuato con l’Unione africana“, fa sapere Lollobrigida, parlando di “un grande entusiasmo” da parte dei Paesi africani selezionati.

Innovazione, cooperazione e reciprocità nel commercio saranno temi determinanti per riaffermare il ruolo dell’agricoltura nella produzione di cibo di qualità e nella gestione dei territori. Nel complesso, i due grandi eventi si svolgeranno dal 21 al 29 settembre. Nel dettaglio il G7 sarà il primo dedicato non solo all’agricoltura ma anche alla pesca, tra i comparti più strategici per l’Italia e il sistema Paese.
Dialogheremo con le associazioni agricole, con il mondo della ricerca e dell’innovazione, con i giovani, con la nostra industria e i nostri produttori, non solo dell’agricoltura ma anche della pesca”, scandisce il ministro. Tanti gli ospiti annunciati, i Commissari per agricoltura, ambiente e pesca del Parlamento europeo e dell’Unione Africana e i vertici delle tre agenzie Onu del polo romano (Fao, Ifad, Wfp), dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e il Cgiar, partenariato globale che unisce organizzazioni internazionali impegnate nelle ricerche sulla sicurezza alimentare. La premier, Giorgia Meloni, sarà presente alla visita inaugurale del ‘Divinazione-Expo 24’ il 21 settembre.

I lavori si si svilupperanno attraverso quattro aree tematiche prioritarie individuate dalla Presidenza italiana: scienza e innovazione in agricoltura per l’adattamento ai cambiamenti climatici; le giovani generazioni come agenti di cambiamento in agricoltura; il contributo della pesca e dell’acquacoltura sostenibili alla sicurezza alimentare; il contributo del G7 allo sviluppo dell’agricoltura nel continente africano.

Sono più di 150 gli incontri e i convegni in programma, animati dalla partecipazione di oltre 10 ministri ad esponenti delle istituzioni e del mondo agricolo. Gli stand saranno circa 200 stand e più di 600 le aziende in rappresentanza delle eccellenze nazionali dell’agricoltura, della pesca, dell’acquacoltura e del settore vivaistico-forestale, delle tecnologie innovative connesse a pesca e agricoltura, oltre a stand istituzionali e delle forze dell’ordine.

L’Africa sarà al centro della prima sessione di lavoro il 26 settembre che vedrà la partecipazione a Ortigia di una rappresentanza di ministri dell’Agricoltura africani provenienti dalle varie regioni del continente. Il processo dell’Agenda post Malabo e l’attuazione dell’Agenda dopo il 2025; gli investimenti nel settore agricolo in Africa e il rafforzamento della cooperazione tra il G7 e l’Africa nel settore agricolo i tre filoni protagonisti del Forum.

Studenti di scuole agrarie, insegnanti e giovani agricoltori in rappresentanza dei Paesi G7 saranno coinvolti direttamente in una riunione sulle stesse tematiche che precede la Ministeriale. Durante la sessione di lavoro del 27 settembre gli studenti avranno l’opportunità di presentare direttamente ai Ministri i propri risultati e conclusioni dei lavori.

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Siccità al centro del Med Cyprus. Lollobrigida: Italia capofila Ue per strategia comune

Tra le conseguenze della crisi climatica, l’inasprimento della siccità è una delle più evidenti. E l’Italia è pienamente investita dal fenomeno, soprattutto in Sicilia e in Sardegna. In futuro, il problema non potrà che peggiorare, soprattutto nel Mediterraneo.

I ministri dell’agricoltura dei nove Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum (Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Malta, Slovenia, Portogallo, Croazia e Italia) si danno appuntamento a Cipro per condividere una strategia europea sul tema e individuare risorse finanziarie adeguate.

Un incontro, fa sapere Francesco Lollobrigida, “sollecitato” da Roma. Con i titolari dei dicasteri c’è il commissario europeo uscente, Janusz Wojciechowski. “Abbiamo condiviso il ‘Documento di Famagosta’, dove ribadiamo la nostra determinazione ad affrontare il problema della scarsità d’acqua e ad assicurare un futuro ai nostri agricoltori“, spiega il ministro italiano, rivendicando come il Governo Meloni sia “ancora una volta capofila in Europa a difesa dell’agricoltura”.

Il Masaf, assicura Lollobrigida, “sta lavorando come mai accaduto prima nei passati governi per tutelare gli agricoltori e fornire ascolto, risposte puntuali e centralità al settore agricolo“.
Parla di investimenti “mai visti prima” per sostenere le filiere in crisi e di una “svolta” impressa nella gestione delle emergenze che affliggono il settore, a partire da un rafforzamento del sistema dei controlli.

Il tema sarà sul tavolo del G7 Agricoltura e Pesca, che si terrà sull’isola di Ortigia a Siracusa, dal 26 e al 28 settembre. “Sottolineeremo l’importanza del sistema agroalimentare, zootecnico, dell’itticoltura e della pesca e la centralità che devono ricoprire – ribadisce Lollobrigida -. Un principio che dovrà diventare una priorità concreta per tutti i Paesi del G7 e non solo”.

Lollobrigida si prepara a G7 Agricoltura: tra Piano Mattei e guerra dei dazi con la Cina

Dal palco del Meeting di Rimini, Francesco Lollobrigida si prepara al G7 dell’Agricoltura e della Pesca, che si svolgerà dal 26 al 28 settembre a Ortigia, in Sicilia.

Il primo che non coinvolgerà solo le nazioni più industrializzate, ma sarà innanzitutto un “ponte con l’Africa“, anticipa. Due giorni e mezzo in cui una parte preponderante sarà dedicata al Piano Mattei, al rapporto con i paesi africani, che in qualche modo si intreccia con uno sviluppo che definisce “coerente” del Pianeta, che metta in condizione di rispondere anche alle grandi domande.

Una tra tutte: “Come diamo da mangiare 10 miliardi di persone?“. L’approccio del ministro italiano continua a essere quello in cui alla quantità si aggiunge la qualità. Continua quindi la guerra in Italia e in Europa ai cibi sintetici. Come fare con l’Africa? “Investendo sulle grandi potenzialità del continente“, scandisce. Perché l’Africa ha il 65% delle terre arabili del pianeta e, sottolinea Lollobrigida, “ha i giovani“. L’età media è di 25 anni, significa “forza lavoro e capacità di rigenerazione molto elevata“. La sinergia con i paesi “cosiddetti ‘progrediti’ – dice – può portare a uno sviluppo integrato che mette in condizione in particolare l’Europa di condividere nuovamente una stagione virtuosa di rapporti come Enrico Mattei prevedeva con l’Africa“.

Ma, a livello internazionale, il ministro dovrà gestire anche il nodo della guerra dei dazi tra Unione Europea e Cina che parte dalle auto, ma finisce dritta sugli agricoltori, soprattutto su quelli che si occupano di latte e formaggi. Il settore agroalimentare è preoccupato, più volte nei rapporti tesi con alcuni Paesi, è diventato bersaglio di ritorsioni.

“Se l’Europa colpisce i prodotti industriali, a subire il contraccolpo sono le eccellenze agroalimentari a partire dalle DOP“, tuona il consorzio del Grana Padano, leader mondiale nel consumo con 5.456.500 forme prodotte lo scorso anno e con un export che già nei primi mesi del 2024 è ulteriormente cresciuto, arrivando a rappresentare circa il 50% del prodotto commercializzato. “I dazi ipotizzati dalla Cina contro i prodotti lattiero-caseari dell’Europa zootecnica saranno negativi per l’intero continente e soprattutto per la Francia o altri paesi di forte esportazione in Cina“, osserva il direttore generale del Consorzio di Tutela, Stefano Berni. “Anche l’Italia rischia delle conseguenze, ma in misura meno rilevante – ricorda -. Per il Grana Padano la Cina, pur non avendo raggiunto livelli di importazione del nostro prodotto in quantità rilevanti, è comunque un mercato in decisa crescita e quindi saremmo sicuramente penalizzati”. Sulla vicenda, Berni promette battaglia e chiede di usare anche il palco della ministeriale dei 7 grandi: “Faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità usando anche l’occasione del G7 Agricolo“, annuncia. “Siamo a favore della libera scelta del consumatore, purché sia essa correttamente informata e legata a prezzi corretti che non vengano eccessivamente gravati da dazi di ingresso. Quindi ci batteremo per questo a tutela dei consumatori italiani e mondiali che non devono vedere la loro capacità di spesa compromessa da costi aggiuntivi di derivazione politica oltre a quelli fisiologici dettati dalla qualità dei prodotti posti in vendita“.

Meeting Rimini al via da domani al 25/8: energia, acqua e IA tra i temi

Torna, da domani 20 agosto a domenica 25 agosto, il Meeting di Rimini, organizzato come ogni anno da Comunione e Liberazione. Ventitrè padiglioni ospiteranno l’evento, distribuiti su una superficie di circa 120mila metri quadrati, decorati con 1.500 piante, tra le quali 63 betulle alte fino a 4 metri.

Per gli allestimenti, saranno impiegati 7mila mq di legno e 3.580 metri lineari di legno listellare. Sei piazze-giardino arricchiranno gli spazi, mentre gli uffici occuperanno 5mila metri quadrati. Centrale l’attenzione all’ambiente: 250 chili di plastica PET saranno raccolti grazie alla collaborazione tra il Meeting e Coca Cola e sono già stati installati 5 eco-compattatori.

Dall’energia alla tutela dell’acqua, passando per le sfide della transizione ecologica e digitale, sono tanti gli appuntamenti green in programma, che coinvolgeranno esponenti del governo, del mondo universitario, della ricerca, delle imprese.

Domani, 20 agosto, alle 17 si terrà l’appuntamento ‘Come conservare, utilizzare e condividere una risorsa così preziosa come l’acqua?‘, si parlerà della risorsa idrica a 360 gradi, dall’utilizzo personale a quello industriale fino alla gestione del bene, presente in modo non omogeneo sul territorio.

Mercoledì 21 agosto sarà la volta di ‘Social e intelligenza artificiale: non serve lo schermo per crescere smart‘, alle 12. Si parlerà di come la società sia mediata nell’interazione da dispositivi digitali connessi a servizi complessi e opachi, gestiti da imprese globali. Un dialogo tra un informatico, uno psicologo dell’età evolutiva e un esperto di educazione digitale, per far luce sul compito educativo.
Alle 19 si discuterà di solidità dei nodi e mobilità delle reti con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini; Arrigo Giana, amministratore delegato Atm; Marco Piuri, direttore generale Fnm Group; Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci; Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato Rfi; Roberto Tomasi, amministratore delegato Autostrade per l’Italia. Si parlerà del collegamento tangibile tra le infrastrutture fisiche (con i suoi nodi e le sue peculiarità morfologiche) e le reti di relazioni locali che compongono le comunità e che costituiscono vere e proprie reti di prossimità, resilienti e solidali.

Giovedì 22 agosto, alle 12, sarà la volta di ‘Made in Italy e filiere produttive‘, con il ministro delle Imprese, Adolfo Urso; Francesco Maria Chelli, presidente Istat; Andrea Dellabianca, presidente Compagnia delle Opere; Maria Porro, presidente Salone del Mobile; Luigi Sbarra, segretario generale Cisl. Focus sulle filiere composte da grandi aziende capaci di operare globalmente, che a loro volta coinvolgono piccole e medie imprese locali con elevate capacità produttive: un sistema combinato che favorisce lo sviluppo del Made in Italy. Ma l’attuale tendenza a coinvolgere produzioni estere poco controllate mette a rischio le condizioni di lavoro. Lo sviluppo sul territorio italiano permetterebbe un maggiore controllo della filiera e una qualità superiore, sebbene a costi più elevati. Nel panel si parlerà quindi dell’importanza di identificare ciò che rende il Made in Italy di qualità e di sanzionare chi non rispetta le regole del lavoro.
Alle 13, al centro dei lavori ci sarà ‘La sicurezza energetica del Mediterraneo‘, con Mario Antonio Scino, capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica; Gianna Elisa Berlingerio, direttrice del dipartimento sviluppo economico della Regione Puglia; Marco Bernardi, presidente Illumia; Fabrizio Iaccarino, responsabile Affari istituzionali Italia Enel; Gaetano Mazzitelli, Chief Commercial & Regulatory Officer di Snam; Carla Napolitano, responsabile Innovazione all’interno della Direzione Strategia, Digitale e Sostenibilità Gruppo Terna. Sul tavolo, il problema di resilienza dell’attuale sistema energetico dovuto alle scosse geopolitiche. In questo contesto, il ruolo dell’Italia risulta potenzialmente decisivo soprattutto in chiave europea, con l’obbiettivo dell’attuale esecutivo di rendere l’Italia l’hub energetico del Mediterraneo. Questi shock si sono inseriti all’interno di un faticoso percorso di transizione, in cui da un lato sarà necessario il ruolo del gas come bridge fuel, ma dall’altro sarà prevedibile aspettarsi un’impennata della domanda per le materie prime necessarie affinché gli obiettivi ambientali possano essere conseguiti. In questo senso, solo gli Stati in grado di agganciarsi alla nuova catena di approvvigionamento per la transizione saranno quelli destinati a subire minori costi, altri, al contrario, rimarranno indietro e ne pagheranno ben più elevati.
Alle 15, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sarà sul palco con mons. Vincenzo Paglia, presidente Pontificia Accademia per la Vita e Bernhard Scholz, presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS per il tavolo ‘Percorsi di pace‘: un confronto su questioni cruciali legate alla pace e alla cooperazione internazionale, con l’obiettivo di promuovere una maggiore comprensione reciproca e di individuare azioni concrete per costruire un mondo più sicuro e solidale. Dal Meeting verrà lanciato un messaggio al mondo intero: un messaggio di amicizia fra i popoli, essenziale oggi più che mai.
Nello stesso giorno, alle 17, si tornerà a parlare di IA nel panel ‘Strumento o limite per la libertà?‘ con Paolo Benanti, docente Pontificia Università Gregoriana di Roma, esperto di bioetica, etica delle tecnologie e human adaptation, membro del New Artificial Intelligence Advisory Board dell’Onu, presidente commissione per l’Intelligenza Artificiale; Mario Rasetti, professore Emerito di Fisica Teorica del Politecnico di Torino e presidente del Scientific Board di Centai; Luca Tagliaretti, direttore esecutivo del Centro europeo di competenza sulla cyber-sicurezza. Ci si chiederà se l’Intelligenza artificiale cambierà il mondo e se lo cambierà in meglio o in peggio. Lo stesso Papa Francesco ha dedicato al tema dell’Ia il suo messaggio per la pace di quest’anno e ha ripetuto il suo pensiero davanti ai capi di stato del G7 in Puglia. Come ogni novità prodotta dall’ingegno umano anche l’IA può essere un fattore di crescita e sviluppo ma, allo stesso tempo, come ogni occasione in cui la potenza dell’uomo cresce, occorre che cresca proporzionalmente la sua responsabilità.

Venerdì 23 agosto, alle 13, salirà sul palco della Sala Conai il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per il panel ‘Qual è l’essenziale nella sostenibilità?‘. Con lui, Stefano Berni, direttore Generale Consorzio di Tutela del Grana Padano; Igor Boccardo, amministratore delegato Leone Alato Gruppo Generali; Fabrizio Gavelli, presidente e amministratore delegato Danone Italia. L’ambito di analisi sarà quello del settore agroalimentare e dell’equilibrio tra innovazione e tradizione. Dirigenti di imprese da sempre impegnate nella sostenibilità come Danone, Leone Alato e Grana Padano, insieme al Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste discuteranno di come promuovere pratiche che preservino la biodiversità, riducano l’impatto ambientale e garantiscano il benessere delle comunità locali. La collaborazione tra industria, agricoltura e istituzioni è cruciale per un futuro alimentare responsabile e rigenerativo.
Alla stessa ora, nell’Auditorium Isybank, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, parteciperà all’incontro ‘Il primo capitale dell’impresa è la persona’. Con lui sul palco Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo; Elena Bonetti, deputata al Parlamento Italiano, Azione; Andrea Gnassi, deputato al Parlamento Italiano, PD; Maurizio Lupi, presidente Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà; Marco Osnato, presidente VI Commissione Finanze Camera dei Deputati, FdI. Mentre l’investimento in macchinari può essere ammortizzato, formare i lavoratori è un onere solo delle imprese. L’Intergruppo sta introducendo novità legislative che permettano di superare questo gap rendendo più attuale anche in Italia la formazione continua.
Alle 15 si tornerà a parlare di energia nel panel ‘Transizione: costi e competitività‘, con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin; Ignazio Capuano, presidente Conai; Francesco Gattei, Chief Financial Officer (CFO) Eni; Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura; Maximo Ibarra, amministratore delegato Engineering; Fabrizio Palermo, amministratore delegato Acea; Roberto Sancinelli, presidente Montello spa. Si parlerà di come fornire soluzioni al cambiamento climatico e rispondere adeguatamente a un contesto macroeconomico sfavorevole. Si tratterà di comprendere quale sia il prezzo sociale che si è disposti a pagare per limitare l’aumento della temperatura del pianeta entro 1,5°C. La direzione di questo cammino, che non può non partire dall’industria energetica, dipende dalla spinta impressa da governi e decisori pubblici nel trovare soluzioni capaci di conciliare tutte le esigenze in campo.
Alle 17 sarà la volta di Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia, che discuterà con Lorenza Violini, professoressa di Diritto costituzionale di Milano di ‘Europa: tra crescita e incertezze’: di come in altri termini il tramonto della globalizzazione e le crescenti incertezze richiedano un ripensamento profondo del modello di crescita e dell’assetto istituzionale dell’Unione Europea. Le recenti emergenze hanno spinto le istituzioni europee a intraprendere numerosi interventi di politica economica, dimostrando quanto sia fondamentale l’interdipendenza tra la dimensione politica, economica ed istituzionale per lo sviluppo dell’Europa intera.

Sabato 24 agosto, alle 13, si terrà ‘Cantiere Europa‘, panel con Carlo Fidanza, capo delegazione FdI del Gruppo ECR; Pina Picierno, vicepresidente Parlamento europeo; Massimiliano Salini, vicepresidente del Gruppo PPE; Antonella Sberna, vicepresidente Parlamento europeo. Sarà un’occasione di confronto e dialogo in cui approfondire le linee culturali, sociali ed economiche del futuro dell’Unione europea. Tra i temi, le sfide dell’intelligenza artificiale e i nuovi equilibri internazionali.
Sempre alle 13, ci sarà ‘Mobilità e Reti‘ con Alfredo Maria Becchetti, presidente Infratel; Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti; Pierluigi Di Palma, Presidente ENAC. Si farà il punto sul nesso tra infrastrutture e trasporti attraverso l’esperienza di grandi player del settore.

Domenica 25 agosto, alle 17, si parlerà di ‘Mercato unico, euro e Pnrr‘ con Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei; Piero Cipollone, membro comitato esecutivo Banca Centrale Europea; Enrico Letta, estensore del Rapporto strategico sul Mercato unico europeo. Le elezioni europee sono alle spalle ma le domande sul futuro dell’Europa e dell’Italia sono tutte aperte: al centro del dibattito lo sviluppo economico caratterizzato dal mercato unico, dall’euro governato dalla banca Centrale europea e dal grande piano di investimento del Next generation.

Granchio blu, l’ex prefetto di Rovigo Enrico Caterino commissario straordinario

L’ex prefetto di Rovigo Enrico Caterino è il commissario straordinario per l’emergenza del Granchio blu. Lo annuncia il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in conferenza stampa a Palazzo Chigi con il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. “La nomina – assicura – è stata condivisa in grande sintonia tra i due ministeri“.

Essendo servitore dello Stato, affronterò l’emergenza con il massimo impegno. Il problema lo conosco perché vivo in quella zona. Non si conosce bene dal punto di vista scientifico il motivo della proliferazione, ma è un fenomeno che va gestito“, commenta Caterino, che annuncia che la struttura commissariale avrà anche un vicecommissario.

In questa fase, nell’Adriatico in particolare, il granchio blu ha compromesso alcune attività di carattere economico e rischia di compromettere l’intero ecosistema marino se non si prevedono misure strategiche. Potevano essere previste prima? Probabilmente sì. Non si è fatta una dovuta attenzione alla fluttuazione di abbondanza, portando criticità che riguardano il mondo della pesca“, spiega Lollobrigida. Se dalla pianificazione emergerà l’esigenza di nuovi stanziamenti “il governo non si tirerà indietro“, garantisce.

Il rischio di perdita di biodiversità è “molto forte“, conferma Pichetto. “La presenza del granchio blu, come specie aliena, risale a molti decenni fa ma le classificazioni ci davano un numero di esemplari bassissimo per ettaro che si è moltiplicato per mille e quindi è diventato un’invasione“, ricorda. Il riscaldamento del mare ha inciso e non poco. “Con molta onestà dobbiamo prevenire la limite del possibile – scandisce il ministro -. Il Granchio blu c’era 30 anni fa, pochi esemplari, i dati di Ispra mi dicono questo, però nel giro di due anni è esploso. Perché è esploso? Si ritiene principalmente perché c’è stato il riscaldamento dell’acqua, ma naturalmente non è solo questa la causa, è una valutazione che faremo da qui in avanti“.

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Via libera definitivo alla nuova Pac. Lollobrigida: “Vittoria del governo Meloni”

Ora è tutto pronto per l’entrata in vigore delle modifiche della Politica Agricola Comune (Pac), dopo due mesi intensissimi di iter legislativo. Con il via libero definitivo del Consiglio dell’Ue alle proposte della Commissione Europea per affrontare i problemi riscontrati nell’attuazione dei piani strategici della Pac, ora si attende solo la firma dei rappresentanti del Parlamento e del Consiglio, con l’entrata in vigore della legge prevista per il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Ue, “entro la fine di maggio”. Gli agricoltori europei potranno così applicare alcune delle nuove norme relative alle condizionalità ambientali retroattivamente per l’anno di rivendicazione 2024.

Dall’Italia arriva il plauso del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobriga. “E’ una vittoria del Governo Meloni”, dice, perché “riduce la burocrazia, aumenta la flessibilità e mette al centro l’agricoltura nell’agenda europea”. Il nostro Paese, ricorda, “ha adottato una posizione decisa, presentando un documento a febbraio che esortava la Commissione Ue a riconsiderare politiche ideologiche, mascherate da presunto ambientalismo, dannose per il nostro settore primario”.

La revisione della Pac prevede di eliminare completamente la destinazione di “una quota minima di terreno coltivabile ad aree non produttive” dallo standard 8 delle ‘Buone condizioni agronomiche e ambientali’ (Bcaa) – cioè terreni incolti – “pur mantenendo la protezione degli elementi paesaggistici esistenti”. Gli Stati membri sono invece tenuti a istituire un eco-schema che offra un sostegno agli agricoltori per mantenere una parte dei terreni coltivabili in stato non produttivo o per creare nuovi elementi paesaggistici (come siepi o alberi). I Ventisette potranno anche prevedere esenzioni specifiche dalle norme sugli standard Bcaa 5, 6 e 7 (gestione della lavorazione del terreno, copertura del suolo e terreni a riposo) per le situazioni che rischiano di essere contrarie ai loro obiettivi, come nel caso di condizioni specifiche di terreni e sottosuoli. Più nello specifico sulla rotazione delle colture (standard 7) gli Stati membri potranno aggiungere la possibilità di soddisfare questo requisito con la diversificazione delle colture, una flessibilità che dovrebbe consentire agli agricoltori colpiti da regolare siccità o di precipitazioni eccessive di rispettare la condizione in modo più compatibile con la realtà agricola.

Tra le modifiche più significative c’è l’esenzione per le aziende agricole sotto i 10 ettari dai controlli di condizionalità e dalle sanzioni, una misura che riguarda il 65% dei beneficiari della Pac ma solo solo il 10% della superficie agricola totale. L’alleggerimento degli oneri per i piccoli agricoltori dovrebbe garantire che non debbano essere controllati per quanto riguarda il rispetto dei requisiti di gestione obbligatori, dal momento in cui l’esenzione non ostacolerebbe “in modo significativo” il ruolo dei requisiti di condizionalità nel contribuire agli obiettivi climatici e ambientali. Inoltre viene proposto anche di aumentare il numero di richieste di modifica del Piano strategico della Pac da una a due all’anno.

Per quanto riguarda la remunerazione degli agricoltori e la loro posizione nella filiera alimentare, si seguiranno tre strade. In primis la Commissione lancerà un osservatorio dei costi di produzione, dei margini e delle pratiche commerciali nella catena di approvvigionamento agroalimentare – con i rappresentanti di tutti i settori della filiera alimentare e i rappresentanti degli Stati membri e della Commissione. In secondo luogo viene proposto il rafforzamento delle norme applicabili ai contratti che gli agricoltori stipulano con gli acquirenti dell’industria alimentare o della vendita al dettaglio, attraverso nuove opzioni al Regolamento che istituisce un’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (Ocm) e all’applicazione transfrontaliera delle norme contro le pratiche commerciali sleali. Infine la Commissione condurrà una valutazione approfondita della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare in vigore dal 2021, con la prima relazione consegnata nella primavera del 2024 e una valutazione più dettagliata da presentare nel 2025 insieme a proposte legislative “se opportuno”.

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Il Dl Agricoltura verso il Consiglio dei ministri di lunedì: lotta a granchio blu, peste suina e concorrenza sleale

Dopo il commissario alla peste suina africana, quello per gestire la diffusione del granchio blu. E ancora, sostegni alle imprese colpite dalla moria dei kiwi e dagli shock che sono seguiti all’invasione russa in Ucraina e alle ondate di maltempo, interventi delle forze armate e contrasto alle pratiche sleali. Sono tutte misure che il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, si prepara a portare in Consiglio dei ministri probabilmente già lunedì pomeriggio. Il provvedimento era già stato annunciato il 12 marzo, in occasione della conferenza organizzativa di Cia-Agricoltori italiani: “Ci stiamo lavorando, intanto lo porterò al tavolo con le associazioni del mondo agricolo, è mia abitudine confrontarmi sulle proposte applicative con i protagonisti delle vicende”, aveva detto il ministro a margine dell’evento.

Al momento, la bozza del Dl Agricoltura, che GEA ha potuto visionare, prevede 12 articoli e vuole tutelare il comparto da diverse emergenze che ha dovuto affrontare negli ultimi mesi. Per limitare l’uso del suolo agricolo, secondo il provvedimento, le zone classificate come “agricole” dai piani urbanistici vigenti vengono considerate “non idonee” all’istallazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra.

Mutui e altri finanziamenti a rimborso rateale sospesi per dodici mesi per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che, nel 2023, hanno subito una riduzione del volume d’affari, pari almeno al 20 per cento rispetto all’anno precedente, “previa presentazione di un’autocertificazione, che attesti la suddetta condizione di accesso al beneficio”.

Per potenziare i sistemi informatici a disposizione dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare per le attività di competenza finalizzate al contrasto di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare, vengono assegnati a Ismea 9 milioni di euro in tre anni: 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026.

Contro la Psa, oltre al commissario, la misura prevede che il Fondo di conto capitale per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza, venga rifinanziato di 5 milioni di euro per l’anno 2024 e 15 milioni di euro per l’anno 2025. Agli oneri derivanti dal periodo precedente, quantificati in 20 milioni di euro, precisa la bozza, “si provvede per gli anni 2024 e 2025 mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2024-2026“. Inoltre, un contingente di “massimo 177 unità del personale delle Forze armate” sarà autorizzato a svolgere il servizio di contrasto alla peste suina africana per un periodo non superiore a un anno, rinnovabile per una sola volta. Le spese di personale e le spese di funzionamento saranno a carico del Commissario straordinario.

La società ‘Sistema informatico nazionale per lo sviluppo dell’Agricoltura – Sin Spa‘ viene poi incorporata nell’Agenzia per le erogazione in Agricoltura, Agea.

Per fronteggiare la morìa dei kiwi, il Dl vuole estendere i contributi e le agevolazioni del ‘Fondo di solidarietà nazionale’ anche alle imprese agricole che, nel corso della campagna 2023, hanno subito “danni alle produzioni di kiwi e alle piante di actinidia” e che non abbiano “beneficiato di risarcimenti derivanti da polizze assicurative o da fondi mutualistici“. Le regioni territorialmente competenti, potranno comunque deliberare la proposta di declaratoria di eccezionalità degli eventi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto. La ripartizione dell’importo da assegnare alle regioni, poi, si legge nel documento, “avviene sulla base dei fabbisogni risultanti dall’istruttoria delle domande di accesso al Fondo di solidarietà nazionale presentate dai beneficiari a fronte della declaratoria della eccezionalità“.

Prima giornata del Made in Italy. Meloni: “Saremo implacabili contro Italian sounding”

Nell’anniversario della nascita di Leonardo Da Vinci, l’Italia celebra la prima Giornata nazionale del Made in Italy. Un’occasione per “evidenziare l’eccellenza, la creatività e l’ingegno che contraddistinguono i prodotti italiani nel mondo e per ispirare e coinvolgere le nuove generazioni alle professioni tipiche che ne sono a fondamento“, spiega Adolfo Urso, promotore dell’iniziativa.

Dalla moda al design, dal cibo all’arte, il Made in Italy è il frutto di una tradizione millenaria e di una “costante ricerca di innovazione“, evidenzia il ministro delle Imprese. Un patrimonio prezioso, che, assicura, “ci rende orgogliosi di essere italiani e che contribuisce in modo significativo all’economia del nostro Paese”.
Centinaia gli eventi realizzati in ogni Regione, per mostrare le specificità e le tipicità dei singoli territori.

Dal Vinitaly di Verona, la premier Giorgia Meloni promette un impegno “implacabile” nella lotta alla contraffazione e all’Italian sounding, che “ogni anno drena dal sistema Italia decine di miliardi di euro e compromette la qualità della nostra eccellenza del nostro nome“, denuncia. E giura che non si faranno sconti a chi “pensa di poter usare il nome italiano per vendere prodotti che non hanno neanche lontanamente l’eccellenza che l’Italia può vantare”.

Con la presidente del Consiglio al Vinitaly anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che parte dallo stand di Coldiretti per ricordare quanto sia fondamentale acquisire “maggiore consapevolezza di quello che abbiamo“, scandisce. Anche Lollobrigida parla della necessità di difendere la qualità dei prodotti e del pericolo dell’italian sounding. Ecco perché, sottolinea, a livello internazionale “bisogna creare sempre più una condizione di trasparenza“, con un processo produttivo e di trasformazione leggibile, in modo che le persone possano scegliere che cosa comprare e quanto pagarlo.

Gli agricoltori e i trasformatori italiani hanno costi maggiori degli altri non perché siano meno bravi a gestire un’azienda, ma perché, afferma “rispettano l’ambiente, i diritti dei lavoratori, pagano tasse alte per garantire l’equilibrio sociale“. Quel prezzo, ricorda Lollobrigida, “dietro di sé ha tutto questo, mentre i prezzi di prodotti di altre nazioni non hanno tutto questo tipo di attenzione e tutela a qualcosa che abbiamo costruito con la nostra civiltà e quindi proteggere il valore aggiunto del made in Italy è un dovere per garantire un processo culturale che metta tutti nella condizione di guardare all’Italia come esempio“.

Per l’agroalimentare italiano si profila un nuovo record. Nel 2023 le esportazioni hanno raggiunto i 64 miliardi di euro, circa il 10% sul totale delle vendite all’estero dell’Italia. “Alla fine di quest’anno potrebbero far registrare un ulteriore aumento in valore nell’ordine di sei punti percentuali”, evidenzia il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Sulle prospettive dell’economia pesano le crescenti tensioni internazionali, l’aumento del costo dei trasporti navali e dei prodotti energetici, ma se le previsioni saranno confermate, risulterebbe sostanzialmente colmato il divario nei confronti della Spagna: “Un risultato che sembrava fuori portata fino a pochi anni fa”, sottolinea.

E’ il cibo la prima ricchezza dell’Italia con un valore della filiera agroalimentare allargata che ha superato i 600 miliardi di euro e rappresenta il simbolo più noto del Paese all’estero, conferma l’analisi Coldiretti. Il Made in Italy dal campo alla tavola vede complessivamente impegnati 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. “Un record – evidenzia Coldiretti – trainato da un’agricoltura che è la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 529 vini Dop/Igp e 5547 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori“.

Primati che vanno, appunto, difesi dal fenomeno del ‘fake in Italy’, il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. In questo modo cosce di prosciutto estero dopo essere state salate e stagionate vengono vendute per italiane e lo stesso capita col latte straniero che diventa mozzarella italiana. Una frode contro la quale è partita dal Brennero una grande mobilitazione di Coldiretti con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. “Qualcuno deride o sminuisce l’iniziativa che noi abbiamo fatto al Brennero – lamenta il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -. È un’iniziativa di trasparenza e di risposta nei confronti dei cittadini e dei consumatori. Non è una manifestazione di chiusura all’interno dei confini è vero esattamente l’opposto: partiamo dall’Italia – rivendica – per cercare di portare trasparenza sui mercati a livello mondiale e fare anche una lotta concreta al tema dell’Italian sounding che tante volte si pensa essere solo fuori dei confini nazionali quando purtroppo l’abbiamo anche all’interno del nostro Paese quando ci sono queste storture”.

lollobrigida

Agricoltura, da Italia pacchetto di proposte a Ue. Lollobrigida: “Tornati centrali”

L’Italia presenta le sue proposte alla Ue e cerchia in rosso le date del 21 e 22 marzo prossimi. Il giorno dopo il consiglio Agrifish più difficile, con la guerriglia urbana che ha messo a ferro e fuoco Bruxelles, il responsabile del Masaf, Francesco Lollobrigida, spiega la posizione italiana in Europa, sottolineando che la premier, Giorgia Meloni, ha chiesto di mettere anche l’agricoltura all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Ue. Per battere il ferro finché è caldo, lascia intendere il ministro della Sovranità alimentare.

L’Italia, da protagonista, nell’ambito del Consiglio Agrifish ha presentato un documento che invita la Commissione Ue a fare un passo indietro rispetto alle politiche ideologiche e folli che, in nome di un presunto ambientalismo, hanno messo in ginocchio il nostro settore primario“, dice Lollobrigida. Sottolineando che “tutti gli Stati membri si sono espressi favorevolmente”. Al centro del piano c’è la revisione della Pac, “perché l’ultima è scritta male: porta criticità operative che creano problematiche“.

Il paper italiano avvisa che “se il modello di transizione ecologica dell’agricoltura promosso dal Green Deal continuasse ad essere portato avanti solitariamente dall’Ue o senza il necessario correttivo della reciprocità a livello di scambi commerciali, il saldo degli effetti ambientali a livello globale sarebbe addirittura negativo“. Il concetto base è che “la minore produzione agricola nell’Unione europea derivante da vincoli ambientali più severi e la sua conseguente delocalizzazione verso Paesi caratterizzati da regole meno rigorose, farà crescere l’inquinamento a livello mondiale, penalizzando la lotta ai cambiamenti climatici che, per sua stessa natura, non può che essere condotta a livello globale“. In pratica, spiega il ministro, “se le scelte tengono conto solo del principio della sostenibilità ambientale, ci sono conseguenze sulla desertificazione e sul dissesto idrogeologico“, oltre al fatto che “con consumo invariato e riduzione delle produzioni si incentivano le importazioni da nazioni che non rispettano le nostre stesse regole. Anzi, si aumentano quelle produzioni a livelli esponenziali, con conseguenze sull’ambiente“.

Dunque, per il governo italiano va rivista la Pac 2023-2027, con azioni a breve termine come la rimodulazione della normativa sugli aiuti di Stato, incrementando l’importo in ‘de minimis’ nel settore agricolo a 50mila euro, con un quadro temporaneo per l’emergenza agricola e una moratoria sul credito agricolo sulla scorta di quanto accaduto con la pandemia e la crisi energetica.

Ancora, incentivare soluzioni alternative alla messa a riposo dei terreni per salvaguardare l’ambiente, il cui obbligo va rimosso con una deroga temporanea fino alla prossima Politica agricola comune, dove poi cancellarlo definitivamente. Servono, inoltre, adeguate risorse finanziarie per sostenere il reddito degli agricoltori, assicurare la sicurezza alimentare e mantenere un tessuto rurale vitale, ma soprattutto aumentare gli aiuti ai giovani per consentire il ricambio generazionale. Tra le proposte c’è quella di riflettere sugli eco-schemi, soprattutto sulla possibilità di remunerare la produzione di beni pubblici e le esternalità positive prodotte dal settore agricolo.

Ovviamente, ci sono anche interventi settoriale: la produzione commercializzata dell’olio extra vergine di oliva non dovrà scendere al di sotto del 15%, l’innalzamento al 60% dell’aiuto di spesa agli operatori ortofrutticoli, i limiti temporali previsti per le autorizzazioni e il reimpianto di vigneti devono essere eliminati o ampliati ad almeno 8 anni, il finanziamento dell’estirpazione dei vigneti per problemi fitosanitari e il suo reimpianto e la copertura del mancato reddito.

L’Italia chiede il rafforzamento degli interventi sul mercato Ue con l’apertura di stoccaggi di prodotti agricoli europei e nazionali, lo sviluppo rurale con un piano straordinario per il ricambio generazionale (incentivi under 40 oltre i 5 anni, costi standard per investimenti di piccola taglia, rafforzamento degli strumenti di gestione del rischio e contratti di filiera), la creazione di una riserva di crisi. Poi, semplificare: “L’Ue è un contesto politico, non solo burocratico in cui si svolgono i compitini“, tuona Lollobrigida. Che indica la parola d’ordine: “Semplificazione, di cui tutti si riempiono la bocca ma ogni volta che si deve delineare un percorso, si cercano orpelli sempre maggiori“.

Nella strategia non mancano contromisure per evitare la concorrenza sleale, in particolar modo dal Mercosur, irrobustendo l’impianto della direttiva europea. “Nessun accordo commerciale tra Commissione europea e Paesi terzi può essere stipulato se non si garantiscono gli stessi standard in vigore nel mercato Ue, in termini di sicurezza sanitaria, alimentare ed ambientale, sicurezza sul lavoro e diritti dei lavoratori“, si legge nel documento. Inoltre, va rivista la legge europea sul ripristino della natura, evitando nuovi oneri a carico degli agricoltori: “E’ l’elemento cardine dell’impostazione ideologica“, prosegue il ministro che aspetta dal Parlamento Ue “un segnale chiaro su questa dinamica, che credo sia l’evoluzione di un processo che deve chiudersi, in cui è stata prevalere un’impostazione che ha messo in ginocchio il sistema produttivo e che rischia di ucciderlo“.