Dopo il freddo torna il caldo nel weekend. Ma per il 1° maggio il tempo sarà instabile

Weekend dal sapore quasi estivo con temperature che tornano a sfiorare i 30 gradi centrigradi. Mattia Gussoni, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma un netto e repentino miglioramento rispetto al freddo che ha colpito in modo intenso il Paese: tra lunedì e mercoledì scorso si registravano temperature massime 10-12°C sotto la media del periodo.

Durante questo weekend torneremo ad assaporare il lato più caldo della Primavera, ma non ovunque. Correnti di Scirocco porteranno piogge, frequenti rovesci e nevicate oltre i 1500-1800 metri sul Nord-Ovest. In questa stretta fascia del nostro Paese avremo purtroppo un weekend in parte rovinato dal Meteo.

Il ritorno dell’anticiclone nordafricano favorirà pieno sole al Sud, cieli poco nuvolosi al Centro con massime fino a 24-25°C (picchi di 27°C in Sardegna) ma non riuscirà ad impedire una certa instabilità al settentrione ed in Toscana con qualche piovasco sparso. L’ultima domenica di aprile chiuderà un cerchio anomalo: i primi 15 giorni sono stati caldi, a tratti caldissimi per il periodo, poi è avvenuto il tracollo scandinavo con il picco del freddo verso il 22-24 aprile; adesso arriviamo alla fine di questo mese ‘altalenante’ con picchi di 30 attesi fino al 30 (del mese). La domenica vedrà infatti un ulteriore aumento delle temperature con valori massimi di 28°C a Caserta, 26°C a Napoli e 25°C a Firenze.

In questo contesto sereno e felice dovremo però ricordare il maltempo previsto all’estremo Nord-Ovest dove troveremo ancora rovesci intensi, abbondanti nevicate oltre i 1900-2000 metri e anche la sabbia del deserto in sospensione: non si esclude quindi la possibilità domenica di un nuovo episodio di Neve Rossa in montagna, tra Piemonte e Valle d’Aosta. Le temperature in aumento faranno anche fondere la neve caduta a quote basse negli scorsi giorni e contribuiranno alla piena dei fiumi. La nuova settimana vedrà invece il ritorno del sole ovunque con caldo fino a 31°C in Sicilia. Sembra un’ottima notizia, e in parte lo è: ma in modo malizioso e dispettoso, un ciclone arriverà dal pomeriggio del 30 aprile sulla Sardegna e rovinerà almeno la prima parte del 1 maggio sul nostro Stivale, da Ovest verso Est. Un ‘pesce d’aprile’ in ritardo, per l’ultimo giorno di un mese che sarà ricordato per l’altissima ‘altalena Meteo’ che ha portato i termometri da 33°C a 7°C in pochi giorni, e poi di nuovo su oltre i 30-31°.

Entrando nel dettaglio, oggi, 27 aprile, al nord sono previste piogge al Nord Ovest, scarse altrove. Al centro piogge sull’Alta Toscana e nubi sparse altrove, al Sud bel tempo e clima mite. Domani, 28 aprile, al nord più soleggiato e mite; maltempo all’estremo Nord Ovest. al centro sole e clima mite, al sud soleggiato e caldo. Lunedì aprile al nord soleggiato e mite, al centro sole e clima caldo per il periodo e al sud soleggiato e caldo. La tendenza tendenza sarà: da martedì pomeriggio-sera arriva il ciclone del 1 maggio.

Il maltempo flagella il Veneto. Zaia: “Siamo salvi grazie a opere idrauliche e manutenzione”

Diciassette evacuati, allagamenti, esondazioni, frane e smottamenti. E’ il bilancio dell’ondata di maltempo che ha colpito il nord Italia e che nelle prossime ore interesserà anche le regioni del Sud e del medio versante adriatico, con pioggia intensa e forti raffiche di vento. La protezione civile nazionale ha emesso allerta rossa per rischio idraulico su alcuni settori del Veneto e arancione su parte di Emilia-Romagna e Veneto. Allerta gialla, invece, in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e sull’intero territorio di Trentino Alto Adige, Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Al momento il bilancio è di una vittima: si tratta di una donna travolta da una valanga a Racines di Dentro, in Alto Adige. Con lei altre due persone, estratte vive ma in gravi condizioni da sotto la neve.

La situazione più complicata è nel Vicentino, dove a preoccupare di più è il fiume Retrone, esondato in diversi punti. I vigili del fuoco hanno evacuato 17 persone: sette erano rimaste isolate in un maneggio a Montebello nella zona del bacino di laminazione e sono state portate via con un elicottero e un gommone. Evacuati con un gommone dalle squadre Speleo Alpino Fluviali dei vigili del fuoco, 10 impiegati delle poste rimaste bloccate al centro di smistamento di via Marosticana per l’innalzamento dell’acqua avvenuta dopo l’inizio dell’orario di lavoro. A causa di allagamenti sono stati chiusi la tangenziale sud tra Campedello e Vicenza ovest e il nodo dello Stadio. La circolazione dei treni rimane sospesa su tre linee (Vicenza-Padova, Vicenza-Schio fino a Cavazzale, Vicenza-Treviso da San Pietro in Gù), con la presenza sul posto da parte dei tecnici di Rfi.

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha chiesto lo stato di emergenza per far fronte alla situazione, “poi non so se Roma ci darà gli ‘schei'”, ha spiegato in conferenza stampa. In ogni caso, assicura, il territorio si presenta “come modello nazionale perché dove siamo intervenuti ce la giochiamo fino in fondo con la natura. Il nostro Paese, invece di tirare fuori 2-3 miliardi per i danni, dovrebbe investire nel Piano Marshall delle opere idrauliche”. “Quella che finisce nei bacini – ha aggiunto – è tutta acqua che togliamo dagli scantinati delle case. Non ci va un genio per capire che questa è la strada”. E solo in quelli di Caldogno e dell’Orolo sono stati raccolti 1,6 milioni di metri cubi di acqua.

I dati relativi alle precipitazioni, ha spiegato il governatore, “sono ai livelli della tempesta Vaia o dell’alluvione 2010, però Vicenza non va sott’acqua perché le opere che abbiamo fatto sono servite. Abbiamo invasato almeno 3 milioni di metri cubi d’acqua che altrimenti ci troveremmo in giro” per la città. Per questo, ha rilanciato, al Veneto “serve almeno un altro miliardo per le opere idrauliche”, che dovranno aggiungersi, ad esempio, a quelle realizzate a partire dal 2010, come i 13 bacini sui 23 previsti. Come ha ricordato poi l’assessore regionale alla protezione civile, Gianpaolo Bottaccin, dopo il 2020 sono state realizzate opere di difesa idrogeologica per 3,5 miliardi di euro, “2.527 sono i cantieri di difesa del suolo aperti solo negli ultimi 3 anni. E abbiamo investito anche in manutenzione con 40 milioni di euro l’anno dedicati”.

“Che sia Piano Invasi o Piano Laghetti – commenta Massimo Gargano, direttore generale di Anbi è comunque indispensabile dotare il territorio di infrastrutture multifunzionali, destinate a calmierare regimi idrici, ormai condizionati dall’estremizzazione degli eventi meteo, conseguenza della crisi climatica”.

piogge al sud/imago

Il Ciclone Pulcinella porta forte maltempo: pioggia e neve in tutta Italia per Carnevale

E’ confermato: dopo 20 giornate dominate dall’alta pressione subtropicale, arriva il Ciclone Pulcinella con forte maltempo per tutto il Carnevale. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, ricorda che le ultime piogge significative in Italia sono state registrate tra il 17 ed il 20 gennaio. Da allora, la potenza di Zeus, l’anticiclone subtropicale disteso su gran parte dell’Europa meridionale, ha portato giornate primaverili con massime fino a 24-26 gradi in Piemonte e Valle d’Aosta (complici i venti di Foehn) e picchi di 25°C diffusi sulle Isole Maggiori.

In tutto questo contesto anticiclonico non sono mancate le nebbie in Val Padana e forti inversioni termiche, con periodi più caldi in montagna che in pianura: lo zero termico ha infatti raggiunto a più riprese la quota di 3500 metri, valore tipico di fine giugno.

Ma tutto questo è quasi alle spalle. Da Giovedì Grasso in poi, un ciclone, in avvicinamento dall’Atlantico, ci traghetterà verso una fase pienamente autunnale con tanta pioggia e vento. Questo ciclone, chiamato ‘Pulcinella’, vista la coincidenza temporale della sua azione con il periodo dei coriandoli colpirà l’Italia fino a martedì prossimo.

Sono, quindi, in arrivo, pioggia, vento e neve. Il vento principale sarà lo Scirocco quindi si attendono temperature ancora miti, con la neve che cadrà solo sulle Alpi oltre i 1500 metri; sugli Appennini sarà ancora un miraggio e la pioggia cadrà anche sulle cime più alte.

Prima di entrare sotto le spire di Pulcinella, però, vivremo ancora qualche ora di alta pressione: in particolare oggi ci saranno momenti soleggiati a carattere sparso in un contesto molto variabile. Al centro-sud il sole accompagnerà la giornata con massime fino a 23 gradi in Sicilia, 20 gradi in Calabria, Sardegna e Puglia.

Nella giornata del Giovedì Grasso si inizieranno a sentire gli effetti dell’avvicinamento del Ciclone Pulcinella: sono previste deboli piogge sul Nord-Ovest, in particolare dalla tarda serata, precedute però da un anticipo instabile pomeridiano in Liguria ed Alta Toscana. Il clou del peggioramento è previsto però venerdì e, soprattutto, nel weekend.

Maltempo in arrivo: attesi nubifragi, vento forte e neve a bassa quota

Meteo scatenato: tre stagioni in quattro giorni. Prima l’autunno, poi un anticipo di primavera con 25°C e, infine, il ritorno dell’inverno con neve in pianura. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma quattro giorni di ‘rivoluzione’ meteo, di movimenti estremi, di ribaltoni bizzarri e in parte inquietanti. Passeremo, in alcune regioni, da temperature massime oltre i 20 gradi alla possibilità di neve in pianura.

Inizialmente, nelle prossime ore, il tempo sarà prettamente autunnale al Centro-Sud con piogge anche forti sull’Alta Toscana, precipitazioni che non saranno nevose neanche sulle cime più alte degli Appennini; con temperature di 5-6 gradi a 1500 metri, la neve fonderà dando luogo ad un’equazione pericolosa: acqua dal cielo più acqua fusa della neve, uguale attenzione alle piene fluviali tra Liguria, Toscana, Emilia ed Umbria. Nel frattempo al Nord resisterà uno scampolo di inverno con neve sulle Alpi oltre i 600-800 metri e con piogge moderate in pianura. Attenzione poi nella giornata di oggi ai venti forti meridionali soprattutto al Centro-Sud.

Giovedì 18 gennaio segnerà un Anticipo di Primavera in alcune zone italiane, con 25°C in Sicilia, ma con oltre 20°C di massima anche in Puglia e Calabria; degni di nota anche i 18 gradi a Chieti a circa 350 metri di quota. Qui si scenderà a 6°C in 48 ore con la possibilità anche di qualche fiocco di neve nel weekend.

Venerdì 19, infatti, è prevista un’irruzione di aria polare in ingresso dalla Porta della Bora: in giornata avremo l’arrivo di venti taglienti sul Nord-Est che porteranno un crollo termico specie verso le adriatiche e possibile neve in serata-notte fino in pianura tra Emilia Romagna e Marche. Sarà un’irruzione che ci riporterà nel pieno Inverno.

La terza stagione (inverno) inizierà venerdì pomeriggio e ci accompagnerà fino a domenica. Durante il weekend sono attesi dei ‘blizzard’, delle bufere di neve, al Centro fino a quote di bassa collina: se la previsione venisse confermata potremmo avere fino a 70 cm di neve fresca sull’Appennino Centrale anche a quote collinari. Una vera tempesta sabato 20 gennaio non è dunque esclusa sulle regioni centrali.

Domenica 21, infine, il maltempo si attarderà solo al Sud, favorendo ampie schiarite al Centro-Nord con gelate molto intense. Sono previste minime fino a -7°C in pianura al Nord.

Ci aspettiamo dunque un periodo di estrema altalena termica, tipico delle aree continentali, con variazione di +15°C/-15°C come se niente fosse; ricordiamo che un clima così ‘ballerino’ è più tipico delle Montagne Rocciose in America, più tipico del Colorado dove a Denver spesso passiamo da 25°C a 0°C: anche la Puglia potrebbe passare da 20°C a 0°C ricordando le continentali Montagne Rocciose.

Meloni firma il patto con Emilia-Romagna: 687 milioni pro-alluvione. Oggi a Forlì con Von der Leyen

Prima Davos, poi Strasburgo, poi ancora l’Italia. Agenda impegnata quella della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che oggi tornerà in Emilia Romagna, in uno dei luoghi simbolo delle devastanti alluvioni che lo scorso maggio hanno colpito il centro Italia.

Von der Leyen in giornata sarà a Forlì, città toccata dalle inondazioni che hanno colpito la regione lo scorso anno, insieme alla premier Giorgia Meloni. Nel pomeriggio è prevista una conferenza stampa. Un incontro per discutere di fondi europei per le zone colpite dalle alluvioni, a cui parteciperanno anche il governatore della Regione, Stefano Bonaccini, e il ministro per gli Affari europei, il Sud e il Pnrr, Raffaele Fitto.

Il governo ha presentato a Bruxelles il 24 luglio la domanda di sostegno attraverso il Fondo europeo di solidarietà, per contribuire a ripristinare le infrastrutture principali, finanziare i servizi di soccorso e le operazioni di pulizia generale, e attuare misure di protezione del patrimonio culturale della regione. A novembre la Commissione europea ha deciso di concedere all’Italia un anticipo di 94,7 milioni di euro dal Fondo europeo di solidarietà per alleviare l’onere finanziario causato dal disastro naturale.

Il Fondo di solidarietà è un dispositivo fuori bilancio che permette di mobilitare fino a 500 milioni di euro all’anno – oltre ai fondi non spesi dell’anno precedente – per coprire parte dei costi per la ricostruzione. Gli Stati membri colpiti da disastri naturali possono richiederne l’attivazione alla Commissione entro 12 settimane dalla data dei primi danni rilevati, allegando alla domanda una stima dei danni. Questo dispositivo ammette interventi d’emergenza come il “ripristino immediato del funzionamento delle infrastrutture nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell’istruzione”. Dalla sua attivazione nel 2002 quasi un terzo degli 8,2 miliardi di euro complessivi – circa 3 miliardi – sono stati destinati all’Italia, quasi in doppio della Germania seconda beneficiaria con 1,6 miliardi.

Intanto in mattinata la premier ha firmato il nuovo accordo sui Fondi di sviluppo e coesione con il governatore Stefano Bonaccini e il ministro Raffaele Fitto.  “Arriviamo a una cifra di 687 milioni di euro che viene mobilitata oggi con questa firma. Complessivamente 92 progetti, poche grandi priorità: non risorse che vengono spese in centinaia di microprogetti, ma scegliere sulle priorità che rappresentano un volano” ha affermato la premier. “Non avremmo potuto non occuparci dell’alluvione, torna Von Der Leyen che si era presa responsabilità e impegni, quelle risposte sono arrivate – ha aggunto Meloni – grazie alla revisione del Pnrr, difesa idraulica, ripristino del patrimonio pubblico, delle scuole e delle infrastrutture sportive: 1,2 miliardi. Con il Fsc invece la Regione ha proposto, e il governo ha condiviso, 137 milioni per la manutenzione stradale, con rilevazione annuale del fabbisogno delle province. Sono risorse che si aggiungono a quelle che la Regione aveva già destinato a viabilità e trasporti, ci sono anche 27 milioni destinati a manutenzione straordinaria di opere idrauliche che insistono sui bacini idrografici della Regione, ma c’è anche molto altro”.

Maltempo, 100 milioni di euro per le imprese della Toscana ed Emilia Romagna

Dallo scorso 9 gennaio è online il portale Simest per la presentazione delle istanze relative alla richiesta di contributi a fondo perduto riservati alle imprese esportatrici colpite dall’alluvione che ha colpito la Toscana nel novembre 2023. “Possono accedere alle risorse le imprese di tutte le dimensioni – evidenzia Gianluca Buselli, consigliere d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – che abbiano sede operativa o unità locali nei comuni e nelle frazioni colpite dall’alluvione e che abbiano registrato nell’ultimo esercizio un fatturato export di almeno il 3%”.
“Il beneficio è stato esteso anche alle aziende colpite dagli eventi alluvionali di maggio 2023 in Emilia Romagna e territori limitrofi – prosegue Buselli – ed alle imprese non direttamente esportatrici ma afferenti a una filiera produttiva a vocazione esportatrice e il cui fatturato derivi da comprovate operazioni nei confronti delle imprese operative nei mercati esteri”. I contributi saranno erogati secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande con documentazione completa, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili.

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Musumeci in Toscana. Giani: Stima danni alluvioni intorno ai 2 miliardi

Due miliardi. A tanto potrebbero ammontare i danni delle ultime alluvioni in Toscana.

Il governatore, Eugenio Giani, riceve a Campi Bisenzio il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, il capo Dipartimento Fabrizio Curcio, con il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente Anci Toscana Matteo Biffoni, il sindaco di Campi Bisenzio Andrea Tagliaferri e l’assessora regionale alla Protezione civile Monia Monni.

La Toscana chiede attenzione e risorse, con urgenza quelle per le prime necessità. I danni non si possono ancora del tutto quantificare, ma il presidente della Regione raccoglie e somma le richieste dei sindaci. “Servono fondi per i primi soccorsi, per gli argini, per tutte le situazioni che ci chiederanno un domani i cittadini che hanno perso tutto”, scandisce. Chiede il decreto legge come accaduto in Emilia Romagna, per dare al commissario più poteri in deroga.

Musumeci suggerisce di fare tesoro di quanto accaduto, puntando sulla prevenzione e promette una visita della premier, Giorgia Meloni, a breve. “Eventi estremi come quelli registrati nei giorni scorsi in Toscana – spiega – non possono più essere considerati straordinari. Serve quindi una buona attività preventiva, capace di mitigare i rischi naturali a cui è esposto il territorio”. Intanto, assicura, “lavoriamo tutti insieme – Governo, Regione, Prefetture ed Enti locali – per superare presto l’emergenza e restituire serenità e fiducia a famiglie e imprese”.

Tre sono i fronti fondamentali: gli interventi di somma urgenza (ricostruzione degli argini e messa in sicurezza del territorio), l’assistenza alle famiglie che hanno subito danni e l’attenzione alle imprese colpite. Nell’area dei trenta Comuni toccati dall’emergenza si trovano manifatture centrali per il comparto moda e per l’export del Paese. Oltre 30mila, tra famiglie e imprese, sono state colpite direttamente dalle esondazioni. “Fino ad oggi c’è stata una stretta collaborazione con il Governo, e vorrei continuasse per poter dare risposte concrete alle persone. La volontà è quella di uscirne tutti insieme“, scandisce Giani, che invoca uno spirito di collaborazione. “Spero che prevalga questo clima rispetto alla prospettiva delle polemiche“, afferma.

Integrare le risorse che messe a disposizione finora, è il piano di Giani, per poter completare i lavori di somma urgenza, mettere in sicurezza il reticolato idrico minore e poi, ribadisce, “abbiamo bisogno che si traduca l’ordinanza anche in legge per poter sospendere i contributi previdenziali, i pagamenti, le imposte perché chi è stato danneggiato possa vivere con uno spirito di supporto la prospettiva di ricostruzione”.

Maltempo, in Toscana colonne e volontari dal resto d’Italia. Giani: “Non siamo soli”

La Toscana prova a ripartire. Piegata da un numero di danni che non è ancora possibile quantificare, riceve la solidarietà del resto d’Italia.

Dodici Regioni con le colonne mobili e duemila persone sono corse in aiuto, per gestire il passaggio dall’emergenza alla ricostruzione. Il ministro della protezione civile, Nello Musumeci sarà a Campi Bisenzio lunedì, accompagnato dal capo dipartimento Fabrizio Curcio, per un incontro con le istituzioni e le strutture operative.

Intanto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, firma dieci decreti per sostenere il comparto agroalimentare messo in ginocchio dalle violente grandinate, nel resto della Penisola, che hanno messo a rischio le produzioni delle Regioni Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria e Molise.  “Un aiuto concreto alle aziende colpite da eventi meteorologici eccezionali degli scorsi mesi: questo rappresentano i dieci decreti che ho firmato. Abbiamo accolto le richieste arrivate dai territori danneggiati che otterranno un sostegno specifico attraverso il Fondo di solidarietà nazionale“, spiega.

Ma il Masaf è impegnato per aiutare le attività agroalimentare anche in Toscana. “Non appena avremo un quadro più completo dei danni, saremo ancora una volta pronti a dare ai cittadini e ai lavoratori le risposte e i sostegni che meritano“, assicura Lollobrigida. “Con circa 50 milioni di euro di danni nelle campagne è corsa a salvare produzioni agricole, macchinari e scorte di grano e concimi risparmiate dall’alluvione”, prevede la Coldiretti. Ma la stima è in continuo aggiornamento e tiene conto dei danni diretti e visibili alle strutture agricole e produzioni perse o danneggiate alla quale vanno aggiunti i quelli indiretti provocati dalle difficoltà di rispondere alle richieste dei clienti stranieri che, soprattutto per i vivai, potrebbero decidere di rivolgersi altrove.

Il governatore Eugenio Giani fa il punto con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e l’assessora alla protezione civile, Monia Monni. Emiliano è presente con la colonna mobile della Puglia, ma è anche vice presidente della conferenza delle Regioni. Insieme alla Puglia anche Basilicata, Campania, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria, Val d’Aosta. “Grazie di cuore – scandisce Giani – quando parliamo di collaborazione e sinergia in un momento drammatico, questo è un esempio”. Ora si passa alla fase dell’intervento minuto, dallo sgombero alla pulizia: “Abbiamo bisogno di tanto personale, ma anche di qualità”, afferma.

Più a Nord, la Liguria dichiara lo stato d’emergenza regionale per far fronte ai danni causati dal maltempo e dalle mareggiate che hanno investito il territorio a partire dal 24 ottobre. Domani in Giunta verranno stanziati fondi per 1,5 milioni di euro, che serviranno a coprire le spese sostenute dagli Enti locali per far fronte alle prime emergenze e alle somme urgenze. “Il nostro Dipartimento di Protezione civile sta facendo il punto sui danni insieme ai Comuni: stimiamo circa 30 milioni di euro di danni al solo patrimonio pubblico, cui si aggiungeranno poi i danni subiti da privati cittadini e attività produttive“, fa sapere il governatore, Giovanni Toti, che comunque chiederà anche al Governo di inserire la Liguria nello stato d’emergenza nazionale istituito nelle prossime settimane, facendo una prima “ricognizione speditiva” dei danni, per poter risarcire anche i privati.

Gli avvertimenti dell’Ispra in Toscana e la ‘tara antropologica’ di Musumeci

Era maggio, si dibatteva del disastro in Emilia Romagna e l’Ispra aveva redatto una mappatura dei comuni a rischio alluvione – tra gli altri – in Toscana. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale aveva avvisato che il pericolo alluvioni riguardava il 100% dei residenti a Pisa e Cascina, a Chiesina Uzzanese, Ponte Buggianese e Agliana in provincia di Pistoia, a Campi Bisenzio in provincia di Firenze. Il tutto arricchito da una interessante e dettagliatissima mappa interattiva: usavi il cursore, puntavi una provincia e saltava fuori il numero della paura. Prato? Quota della popolazione esposta al rischio di alluvione il 96,1%. Scandicci? 92%. E così via fino al 100% di Campi di Bisenzio. Non proprio imprevedibile, insomma, come una nevicata a Rio de Janeiro. Semplicemente e tragicamente è venuta giù l’iradiddio di acqua in Toscana e quei comuni attenzionati sono andati sotto. Fine.

Senza girarci troppo intorno, la domanda che sorge spontanea è questa, così automatica da sembrare banale: cosa si è fatto da maggio a oggi? Che tipo di precauzioni si sono prese per evitare che la Toscana diventasse l’Emilia Romagna di questo umido autunno? Nulla, pare di capire. E allora per rispondere a una domanda che rischia di rimanere sospesa nell’aria come i palloni aerostatici, prendiamo a prestito una frase pronunciata dal ministro per la Protezione civile e per il Mare, Nello Musumeci. Dice il ministro: “Serve un’educazione ambientale, serve la cultura del rischio. Quella della prevenzione è un mio chiodo fisso. Noi siamo abituati a ricostruire, non a prevenire. E’ una tara antropologica”.

Questa ‘tara’, quella tendenza al non prevenire, per adesso ha fatto cinque morti in Toscana. E a questa ‘tara’ crediamo che qualcuno debba porre rimedio subito, non tra un anno, non tra qualche mese, non dopo. Perché il climate change c’è, perché ogni settimana siamo testimoni di una tropicalizzazione del meteo, perché se è importante costruire ponti sul futuro è determinante avere cura di cosa c’è già per evitare che una provincia, una regione, una nazione si trovi con le ginocchia nell’acqua oltre al contrario. Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Calabria sono le regioni che non possono vivere a cuor leggero il dissesto idrogeologico. Sarebbe auspicabile non dover più citare Fabrizio De André: “Lo Stato che fa/si costerna/s’indigna/s’impegna/poi getta la spugna con gran dignità“.

Maltempo, nuova strage: morti e dispersi in Toscana. Da Consiglio dei ministri ok a stato d’emergenza

(Photocredit: Eugenio Giani/Facebook)

E’ di almeno 6 morti e sei dispersi il bilancio delle vittime del maltempo in Toscana. Due persone sono morte a Montemurlo, in provincia di Prato, e una a Rosignano, nel Livornese. Un uomo di 84 è stato trovato senza vita all’interno della sua casa in frazione Bagnolo, una donna è morta mentre cercava di liberare la sua casa dall’acqua a Rosignano e la terza vittima è stata registrata ancora a Montemurlo. Due persone risultano disperse a Campi Bisenzio, due nel comune di Vinci e due a Lamporecchio, in provincia di Pistoia. E da ieri si sono perse le tracce anche un vigile del fuoco nel Bellunese. “Non scendete in strada. Non circolate con l’auto, chi può raggiunga i piani alti delle case”, dice il governatore della Regione, Eugenio Giani, che per tutta la notte ha fornito informazioni alla popolazione anche via social. Secondo le stime snocciolate dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini in Toscana sono oltre 48mila gli utenti senza energia, con 450 tecnici Enel al lavoro.

OGGI LO STATO DI EMERGENZA IN CDM. Il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, aveva annunciato che avrebbe portato in Consiglio dei ministri lo stato di emergenza nazionale per la Toscana. E così è stato. Il Cdm ha dato il via libera per il territorio delle province di Firenze, Livorno, Pisa, Pistoia e Prato. “Chiaramente – ha spiegato la presidente Melonila solidarietà e cordoglio di tutto il Consiglio dei ministri, dell’Italia intera per le famiglie di queste vittime“, ma nel testo viene affrontato anche il tema “dell’allagamento e l’isolamento di diverse località, diverse famiglie sono state costrette a evacuare dalle loro abitazioni“. La premier, poi, ha spiegato: “Stamattina ho sentito la Protezione civile, il ministro Musumeci, il presidente Giani e abbiamo deciso di delirare lo stato d’emergenza, prevedendo un primo stanziamento di 5 milioni di euro, che serve a garantire le misure d’intervento più urgenti“.

IL CORDOGLIO DELLA POLITICA. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, nell’esprimere “cordoglio e vicinanza”, spiega che “questa situazione ci ricorda quanto sia doveroso investire sull’adattamento e sulla messa in sicurezza del territorio, che soffre fenomeni climatici sempre più estremi”. E cordoglio è stato espresso anche dal presidente del Senato, Ignazio la Russa: “È con dolore – dice – che ho appreso la notizia delle tre vittime e dei sei dispersi a causa del maltempo che ha colpito la Toscana. Nel porgere le mie sentite condoglianze ai familiari e la mia vicinanza al Presidente della Regione Eugenio Giani, desidero ringraziare quanti in queste ore si stanno adoperando per gestire al meglio l’emergenza”. “Giungano le mie sentite condoglianze – dice invece il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana – alle loro famiglie e la mia vicinanza alle istituzioni locali. Rivolgo un particolare ringraziamento ai soccorritori che stanno operando incessantemente per aiutare le popolazioni colpite”. 

FRANE E DECINE DI FIUMI ESONDATI Nella tarda serata di giovedì la protezione civile ha inviato gommoni a Seano, Quarrata e Campi Bisenzio, zone difficilmente raggiungibili in altro modo per provvedere al sopralluogo di prima urgenza. Sono esondati i fiumi Bisenzio a Santa Maria a Campi, il Marina a Villa Montalvo, il Bagnolo a Montemurlo, il Furba a Seano, il Fosso Reale sull’Agna a Montale, la Stella a Casini di Quarrata, il Bardena e il torrente Iolo. Livelli in calo su Ombrone Pistoiese e Bisenzio ma la situazione è ancora molta critica. Frane importanti tra San Quirico, Sassetta e sul Montalbano. A Prato sono chiusi tutti i ponti a causa esondazione Bisenzio in zona Santa Lucia. Aperta cassa d’espansione dell’Ombrone e frane varie. Chiusa ancora l’autostrada tra e Prato ovest e Pistoia per allagamento della carreggiata. A Campi Bisenzio vi è stata una rottura arginale della marina in zona villa Montalvo con tracimazione del Bisenzio al ponte della Rocca da entrambi i lati. In questo momento il livello del Bisenzio sta calando. A Stabbia (Cerreto Guidi) e Campi Bisenzio ci sono zone difficilmente raggiungibili con zone ancora senza elettricità e connessione e ci sono squadre sul posto che stanno intervenendo. A Pistoia vari allagamenti nei comuni della provincia a causa di esondazioni di torrenti: Pistoia, Agliana, Quarrata e Serravalle Pistoiese colpiti da allagamenti a causa degli affluenti dell’Ombrone. A Lamporecchio, Larciano e Monsummano Terme situazione di vari allagamenti. Frane sul San Baronto.
A Quarrata la situazione particolarmente più complessa dove parte del centro abitato è allagato. A Calcinaia 30 famiglie evacuate, 6 famiglie a San Miniato. A Pontedera l’allagamento più importante che ha colpito anche l’accesso dell’ospedale di Pontedera. La situazione è in via di risoluzione. Situazione di smottamento diffusi in tutta la provincia di Pisa con chiusura di strade provinciali e comunali. Aperto l’ingresso allo svincolo tra Pontedera e Ponsacco.