Ponte sullo Stretto, il governo tira dritto. M5S attacca: “Si arrampicano sugli specchi”

Sul Ponte non sventola bandiera bianca. Il governo va avanti sull’opera che dovrà collegare la Sicilia alla Calabria, dunque, al continente, dal 2032. L’ammissibilità stabilita dal Tar del Lazio sul ricorso del Comune di Villa San Giovanni e della Città metropolitana di Reggio Calabria in merito al parere della Commissione Via Vas non sembra aver intaccato le convinzioni dell’esecutivo.

Né quelle della Stretto di Messina Spa, tant’è che l’amministratore delegato, Pietro Ciucci, ritiene “infondata la notizia”.
Il ragionamento del manager è che “la ricostruzione dei fatti non è assolutamente coerente con lo svolgimento dell’udienza”, perché “l’avvocato incaricato dalle due amministrazioni ha rinunciato alla fase cautelare da lui stesso richiesta, con conseguente cancellazione dal ruolo della causa disposta dal Presidente della sezione”. Per questo, spiega Ciucci, “è falso che il Tar abbia ‘dichiarato ammissibile l’impugnazione del parere della commissione Via Vas’ e non abbia accolto l’istanza del Mit e di Stretto di Messina”.

Tutto andrà avanti, dunque. Come dimostra la risposta fornita dal sottosegretario all’Ambiente e sicurezza energetica, Claudio Barbaro, alla Camera, a un’interpellanza urgente presentata dal Movimento 5 Stelle. “Sotto il profilo del giudizio d’incidenza ambientale l’istruttoria è stata compiuta, guardando a molteplici profili e giungendo a una accurata differenziazione per fattispecie di Zps e Zsc – dice l’esponente del Mase -. Ciò a ulteriore dimostrazione del grado di approfondimento svolto nella fase procedimentale prevista”.

Una risposta che, ovviamente, non soddisfa le opposizioni. Il Cinquestelle, Agostino Santillo, che ha firmato l’interpellanza, replica a muso duro: “Il governo si è arrampicato sugli specchi”. La principale lamentela riguarda lo stanziamento di 13,5 miliardi, che “con tutti i guai che vive ogni giorno la nostra rete ferroviaria, è inaccettabile”, accusa il parlamentare M5S.

Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, intanto, incassa nuovamente l’appoggio dell’alleato Forza Italia. Il vicepremier e responsabile della Farnesina, Antonio Tajani, infatti, ritiene che Matteo Salvinistia facendo bene e crediamo debba andare avanti nel processo del Ponte sullo Stretto, tema caro a Silvio Berlusconi”, dice ai microfoni di Sky.

Prima della posa della prima pietra, però, restano ancora dei passaggi da completare, il più importante dei quali è il via libera definitivo al progetto che dovrà dare il Cipess. Tutte le parti in campo sono al lavoro, ma l’impressione è che il braccio di ferro politico andrà avanti ancora a lungo.

Chiara Appendino

Appendino (M5S): “Superbonus fino al 2027 per fronteggiare la crisi energetica”

Contro il nucleareche c’è oggi e che è stato bocciato da due referendum” e contro le trivellazioni in Adriatico “che continuano a impattare sul nostro ambiente e sono figlie di 10-15 anni di ritardo sulle rinnovabili”. Chiara Appendino, ex sindaca di Torino, candidata alle prossime elezioni con il Movimento 5 Stelle, parte proprio dal programma ‘Cuore e coraggio per cambiare l’Italia di domani’ per dare un senso, il suo senso, alla campagna politica. “Il 25 settembre si vota, il 26 ho l’inserimento al nido di mio figlio”, racconta.

SUPERBONUS

Meno di tre settimane al voto, con l’ansia della crisi energetica da tenere sotto controllo: “Sarà sicuramente un autunno difficile, bisogna intervenire subito a supporto delle famiglie e delle imprese, non solo quelle energivore, anche per quelle che operano nella ristorazione e per i bar che vedono bollette quintuplicare”, il grido di dolore dell’ex sindaca. “A fianco a questo bisogna ragionare con un’ottica di interventi che riducano i consumi: ci sono le nostre abitudini quotidiane e e serve un intervento massiccio per un minor consumo da parte degli edifici. Qui si inserisce il tema superbonus che noi vogliamo prolungare fino al 2027. Il superbonus non solo impatta sulle bollette nella misura di 500 euro all’anno ma impatta anche sulle riduzioni di C02”, sottolinea con decisione.

ENERGY RECOVERY FUND SI

Il tema dell’energia, segnatamente del gas, sta condizionando la campagna elettorale. Il tetto al prezzo del gas ormai viene ‘masticato’ anche dall’Europa di Ursula von der Leyen: “Il Movimento chiede da febbraio un Energy Recovery fund”, dice Appendino. “Va bene il price cap, ma io aggiungo anche una revisione del mercato del gas e dell’elettrico e una politica di acquisto comune per andare a ridurre il più possibile la dipendenza dalla Russia e rendere l’Europa più forte e meno ricattabile”, sottolinea. Trivellare no, a nessuna condizione, anche se nell’Alto Adriatico la Croazia ha già cominciato a bucare il sottosuolo: “Non è che se il nostro vicino di casa distrugge qualcosa anche noi siamo autorizzati a distruggere. C’è un tema a monte, che le trivellazioni continuano a impattare sul nostro ambiente. Ci sono delle alternative più valide. Parliamo di trivelle perché paghiamo un ritardo di 10-15 anni rispetto all’incapacità di andare a investire sulle rinnovabili”.

RIGASSIFICATORI FORSE

La soluzione più gettonata è quella dei rigassificatori, malgrado Appendino anche su questo abbia delle puntualizzazioni da fare: “Dobbiamo scindere, in realtà tra rigassificatori fissi e temporanei. Su quelli fissi siamo contrari perché è una tecnologia vecchia che impatta dal punto di vista ambientale, Per i temporanei la situazione è diversa: stiamo vivendo una crisi senza precedenti e quindi utilizzare in modo temporaneo delle fonti di approvvigionamento ci sta”. Ma a Piombino si litiga: “Non mi sorprende che ci sia tanto malessere”, evidenzia l’ex sindaca. “Questa decisione va accompagnata e non calata dall’alto”, aggiunge ancora.

NUCLEARE NO

Per ultimo ma non di minore importanza il nodo del nucleare. “C’è confusione, argomenta Appendino. “Se ci fermiamo sul nucleare che oggi esiste, ci sono stati due referendum che hanno detto no. Se mi chiedete la mia posizione sul nucleare oggi è assolutamente contraria. Sento molto spesso forze politiche che parlano di nucleare pulito. Ma non esiste ancora. Ci sono aziende che stanno facendo ricerche e ci vanno almeno dieci anni. Chi dice di fare una centrale pulita sta mischiando le cose”, chiude l’ex sindaca.