Vaticano, lo Stato Città sarà alimentato con maxi impianto agrivoltaico a S.M.Galeria

Dopo la Laudato Si’ e la Laudate Deum, Francesco pubblica il motu proprio ‘Fratello Sole‘. Il Papa dispone che un grande impianto agrivoltaico, all’interno della zona extraterritoriale di Santa Maria di Galeria, assicuri non soltanto l’alimentazione elettrica della stazione radio, ma anche “il completo sostentamento energetico dello Stato della Città del Vaticano“.

Occorre operare una transizione verso un modello di sviluppo sostenibile che riduca le emissioni di gas serra in atmosfera, ponendosi l’obiettivo della neutralità climatica”, spiega Francesco nella lettera apostolica, ricordando che “l’umanità dispone dei mezzi tecnologici necessari ad affrontare questa trasformazione ambientale e le sue perniciose conseguenze etiche, sociali, economiche e politiche e, tra questi, l’energia solare ricopre un ruolo fondamentale“.

Il 24 maggio 2015, con l’Enciclica Laudato Si’, ha invitato l’umanità intera a “prendere coscienza della necessità di apportare cambiamenti ai propri stili di vita, di produzione e di consumo”, per contrastare il riscaldamento globale che vede, tra le sue principali cause, l’uso dei combustibili fossili. Il 6 luglio 2022 l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Onu ha depositato presso il Segretariato Generale lo strumento con il Vaticano accede alla Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.

Con tale strumento ho inteso contribuire agli sforzi di tutti gli Stati per offrire, in conformità con le rispettive responsabilità e capacità, una risposta adeguata alle sfide poste all’umanità e alla nostra casa comune dal cambiamento climatico”, scandisce Jorge Mario Bergoglio.

Per realizzare il maxi-impianto, in deroga alla normativa vigente e senza richiedere autorizzazioni, il Papa nomina Fernando Vérgez Alzaga, presidente del Governatorato dello Stato Città, e Giordano Piccinotti, presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, commissari straordinari con “piena capacità di compiere i necessari atti di ordinaria e straordinaria amministrazione“. Per il mantenimento dei privilegi di extraterritorialità garantiti sull’area (in forza dell’Accordo fra la Santa Sede e l’Italia) per gli impianti Radio-Vaticani a Santa Maria di Galeria e a Castel Romano dell’8 ottobre 1951, Francesco stabilisce che i Commissari Straordinari possano comunicare all’Autorità italiana la sistemazione di strutture e sedi di enti facenti capo alla Santa Sede e al Governatorato della Città del Vaticano. “Dispongo, infine – si legge nella lettera -, che la Segreteria di Stato agevoli ogni richiesta dei Commissari Straordinari e si adoperi per garantire che in quel territorio nulla si perda di quanto sin qui disponibile per la Sede Apostolica“.

G7, si lavora alla bozza: alla Cina si chiederà lo stop degli aiuti a Russia. Appello dell’Onu per il clima

La Cina smetta di sostenere la guerra della Russia in Ucraina e Hamas accetti l’accordo per il cessate il fuoco proposto dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Sono due punti su cui lavorano gli sherpa del G7 per il documento finale che dovrà essere adottato dai leader a Borgo Egnazia, in Puglia (13-15 giugno).

In giornata, si solleva la polemica su un punto saltato, in cui i Grandi della Terra sottolineavano l’importanza di garantire “un accesso effettivo e sicuro all’aborto, inserito nel corso del G7 di Hiroshima. Il punto sarebbe stato eliminato su iniziativa del governo Meloni, creando tensioni tra le delegazioni. Fonti della presidenza italiana fanno però sapere che “nessuno Stato ha chiesto di eliminare il riferimento alle questioni relative all’aborto dalla bozza” e che “tutto quello che entrerà nel documento conclusivo sarà un punto di caduta finale frutto di un negoziato fra i membri G7”.

Sulla Cina, “Il continuo sostegno di Pechino alla base industriale della difesa russa ha implicazioni significative e di ampia portata sulla sicurezza”, si legge nella bozza che Bloolmerg ha lasciato trapelare.

Gli alleati di Kiev accuserebbero Pechino di fornire alla Russia tecnologie e componenti – sia presenti nelle armi sia necessari per costruirle – aiutando gli sforzi di Mosca per aggirare i pacchetti di restrizioni commerciali del G7 su molti di questi beni. I materiali vietati infatti spesso arrivano in Russia attraverso paesi terzi come Cina e Turchia o attraverso reti di intermediari. Le misure in discussione includono la quotazione di più società, il targeting delle banche di paesi terzi che facilitano gli scambi, la richiesta che le aziende intensifichino i controlli sulle loro filiali e subappaltatori all’estero e l’espansione delle restrizioni sui prodotti di marca occidentale che continuano a finire in Russia.

Il G7 chiederà anche a Pechino di spingere la Russia a ritirarsi dall’Ucraina e a sostenere una pace giusta. Si prevede che i leader affermino che le politiche della Cina “stanno creando ricadute globali, distorsioni del mercato e dannosa sovraccapacità in una serie di settori”. E ancora, i leader del G7 metteranno in guardia la Russia da minacce nucleari “irresponsabili”.

Quanto al Medioriente, ci sarà la sollecitazione ad Hamas ad accettare l’accordo di cessate il fuoco a Gaza presentato dal presidente Usa Joe Biden. Israele dovrebbe essere direttamente sollecitata ad allentare l’escalation di una “offensiva militare su vasta scala” a Rafah: la bozza potrebbe includere un linguaggio che chieda con decisione un passo in questo senso, in linea con le misure provvisorie ordinate dalla Corte internazionale di giustizia. “Esortiamo i paesi che hanno influenza su Hamas” a contribuire a garantire che accetti un cessate il fuoco, si legge.

Non c’è invece per il momento accordo unanime sul riconoscimento dello Stato palestinese come parte di un processo di pace a due Stati. “Notiamo che il riconoscimento di uno Stato palestinese, al momento opportuno, sarebbe una componente cruciale”, si legge nel testo provvisorio.

Arriva dal segretario dell’Onu Antonio Guterres, in un punto con la stampa a Ginevra, l’invito ai leader per un impegno alla fine all’uso del carbone entro il 2030. “I Paesi più grandi – ha aggiunto – hanno la responsabilità di andare più lontano, più velocemente” e per questo è necessario “creare sistemi energetici privi di combustibili fossili e ridurre la domanda e l’offerta di petrolio e gas del 60% entro il 2035”. “I leader del G7 hanno una responsabilità particolare, in primo luogo, sul clima”, sottolinea Guterres che denuncia il “vortice dell’inazione climatica, con alluvioni, incendi, siccità e caldo devastanti”.

C’è attesa intanto per il bilaterale più importante che Meloni potrà avere in questo senso: quello con il presidente americano Joe Biden, che questa sera arriva all’aeroporto di Brindisi. Il faccia a faccia dovrebbe avvenire, secondo quanto riferisce la Casa Bianca, venerdì 14 giugno, a margine, del summit. Cruciale sarà anche il bilaterale di Biden con Papa Francesco e la conferenza stampa, attesa per domani, giovedì 13 giugno, con il presidente ucraino Volodomir Zelensky.

Meloni annuncia: “Il Papa al G7 in Puglia nella sessione sull’Ia”

Photo credit: Palazzo Chigi

Papa Francesco è atteso in presenza al G7 dei leader, in Puglia, per partecipare alla sessione sull’Intelligenza artificiale, non è ancora chiaro se in presenza o in videocollegamento. L’annuncio lo dà la premier, Giorgia Meloni, in un video diffuso sui social, in cui parla dell’Ia come la “più grande sfida antropologica di quest’epoca“. I dettagli sul giorno e l’ora di partecipazione saranno forniti più avanti.

Dopo la nomina di uno dei consiglieri del Papa, il francescano padre Paolo Benanti, esperto di etica delle tecnologie e docente alla Gregoriana e all’Università di Seattle, come presidente della commissione parlamentare AI per l’informazione, c’è una nuova impronta del Vaticano su una delle materie più controverse del presente.

La Santa Sede, d’altra parte, ci lavora da tempo. Nel 2020 la pontificia accademia per la Vita ha firmato con Microsoft, Ibm, Fao, Governo italiano una ‘Call for an AI Ethics‘, documento nato per sostenere un approccio etico all’Intelligenza Artificiale e promuovere tra organizzazioni, governi e istituzioni un “senso di responsabilità condivisa con l’obiettivo di garantire un futuro in cui l’innovazione digitale e il progresso tecnologico siano al servizio del genio e della creatività umana e non la loro graduale sostituzione“. I firmatari della Call avevano quindi già espresso il desiderio di lavorare insieme per promuovere una ‘algor-etica’, ovvero lo sviluppo e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale secondo i principi di trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità, sicurezza e privacy.

Di due giorni fa, il 24 aprile, è l’impegno sottoscritto da Fondazione RenAIssance in Vaticano davanti a Francesco con il ceo di Cisco System, Chuck Robbins, su un patto per un’etica globale nelle nuove tecnologie. Con la ‘Rome Call for AI Ethics’, le aziende si impegnano ad assumere un approccio etico nei confronti dell’Intelligenza Artificiale, secondo il concetto della ‘algoretica’.

L’intelligenza artificiale, osserva Meloni nel video, può generare “grandi opportunità” ma porta con sé anche “enormi i rischi“. Roma lavora quindi a sviluppare meccanismi di governance per garantire che l’Ia sia “incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo, ovvero che mantenga al centro la persona e abbia la persona come il suo ultimo fine“.

La presidenza italiana del G7 intende, spiega la premier, valorizzare il percorso promosso dalla Santa Sede portandolo all’attenzione degli altri leader, in occasione del vertice in Puglia. In questo senso, ribadisce, la presenza di Francesco “dà lustro alla nazione e all’intero G7“. Si tratta della prima volta nella storia che un Pontefice partecipa ai lavori del gruppo dei sette. Il Papa lo farà nella sessione Outreach, aperta anche ai Paesi invitati e non solo ai membri del G7. Meloni si dice convinta che dalla presenza del Pontefice verrà un “contributo decisivo” per la definizione di un quadro regolatorio etico e culturale all’intelligenza artificiale, perché su questo terreno, insiste, “sul presente e sul futuro di questa tecnologia, si misurerà ancora una volta la nostra capacità“.

Nel corso del G7, saranno affrontate anche le altri grandi sfide del momento, dal nesso clima-energia fino alla sicurezza alimentare. E poi il Piano Mattei: “Getteremo insieme le basi per costruire un rapporto nuovo da pari a pari e di reciproco vantaggio con le nazioni in via di sviluppo e l’economia emergenti – fa sapere Meloni – e in particolare con il continente africano, così come concentreremo la nostra attenzione sulle questioni migratorie con l’obiettivo di combattere le reti di trafficanti di esseri umani e gettare le basi per garantire il diritto non il dovere a migrare“.

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Vajont, Papa: “Casa comune si sgretola per deliri onnipotenza uomo”

Poco più di 60 anni fa, il 9 ottobre 1963, 260 milioni di metri cubi di roccia franarono dal Monte Toc nell’invaso della diga costruito a ridosso del torrente Vajont. Un’onda alta 70 metri oltrepassò la diga a 100 chilometri orari, spazzando via la località di Longarone e facendo in una sola notte 1.910 morti.

Vittime non di un errore di progettazione, ma dell'”avidità dell’uomo“, riflette Papa Francesco, ricevendo in udienza una rappresentanza della popolazione colpita da una delle tragedie più note della storia d’Italia. “Voi portate a Roma un pesantissimo carico di memoria e di sofferenza“, afferma, sottolineando come a quell’ondata di “annientamento e distruzione” la popolazione abbia risposto con il coraggio della memoria e della ricostruzione.

Pensando al disastro del Vajont, Bergoglio si confessa colpito da un aspetto: a causare la tragedia non furono sbagli di realizzazione della diga, ma il fatto stesso di voler costruire un bacino artificiale nel luogo sbagliato. Tutto per aver, denuncia, “anteposto la logica del guadagno alla cura dell’uomo e dell’ambiente in cui vive; così che, se la vostra ondata di speranza è mossa dalla fraternità, quell’ondata che portò disperazione era provocata dall’avidità. E l’avidità distrugge, mentre la fraternità costruisce“. La cura del creato, ripete il Pontefice, non è un fattore semplicemente ecologico, ma una “questione antropologica”: ha a che fare, spiega, “con la vita dell’uomo, così come il Creatore l’ha pensata e disposta, e riguarda il futuro di tutti, della società globale in cui siamo immersi”. Ancora oggi, la casa comune si sgretola e il motivo è sempre lo stesso: “L’avidità di profitto, un delirio di guadagno e di possesso che sembra far sentire l’uomo onnipotente”.

Ma è un grande inganno, avverte il Papa: “Perché siamo creature e la nostra natura ci chiede di muoverci nel mondo con rispetto e con cura, senza annullare, anzi custodendo il senso del limite, che non rappresenta una diminuzione, ma è possibilità di pienezza“.

Cop28, Meloni vola a Dubai e guarda all’Africa: Piano Mattei in filigrana

Giorgia Meloni vola a Dubai con lo sguardo rivolto all’Africa.

La 28esima Conferenza dell’Onu sul clima si muove su tre binari: l’aumento dell’ambizione di mitigazione delle emissioni climalteranti, l’ampliamento delle azioni di adattamento al cambiamento e la questione della finanza climatica.

Su nutrizione e adattamento la premier italiana ha deciso di intervenire in due eventi settoriali di alto livello domani, 1 dicembre. Nel primo parlerà in particolare di nutrizione, toccando questioni care ai Paesi africani, che si intrecciano a stretto giro con il suo Piano Mattei. Sull’Africa, l’Italia confermerà gli impegni, ribadendo l’intenzione di destinare al Continente gran parte del suo Fondo per il Clima.

Il tema principale al centro del vertice è il ‘global stocktake‘, cioè il primo ‘tagliando’ dell’accordo di Parigi siglato nel 2015, per fare il punto sullo stato di attuazione dell’Accordo di Parigi e indirizzare i prossimi traguardi per il quinquennio 2025-2030. Gli obiettivi della presidenza emiratina, ai quali l’Italia ha aderito sono diversi: triplicare le rinnovabili installate entro il 2030 e portare il tasso medio annuo globale di miglioramento nell’efficienza energetica dal 2,2% al 4%; rafforzare l’attenzione al nesso fra cambiamenti climatici e resilienza dei sistemi alimentari, inserendo nelle principali strategie nazionali su clima e ambiente anche i piani nazionali tesi alla trasformazione dei sistemi alimentari; dare impulso alla finanza per il clima.

In questo contesto, è atteso un annuncio finanziario importante da parte degli Emirati. Come per la Cop27 di Sharm el-Sheikh, che ha dovuto fare i conti con il conflitto in Ucraina, la guerra entra anche nella Cop28, che si apre con un minuto di silenzio per “tutti i civili morti nell’attuale conflitto a Gaza” chiesto dal presidente egiziano Sameh Choukri. Il tema della sicurezza, declinato anche in chiave sicurezza energetica, sarà comunque all’ordine del giorno.

La sera di domani, 1 dicembre, l’Italia offrirà un concerto del Teatro alla Scala con molti degli ospiti della Cop28, organizzato in collaborazione con la Farnesina e il sostegno dell’Eni. Sabato 2 dicembre è previsto invece l’intervento di Meloni in plenaria, intorno alle 11.30 del mattino. Nei due giorni di permanenza, saranno diversi i bilaterali tenuti dalla premier con gli altri leader. Con la premier, ci saranno anche il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, e la sua vice, Vannia Gava.

Ad aprire i lavori della plenaria, il 2 dicembre, ci sarebbe dovuto essere Papa Francesco in persona. I medici del Pontefice gli hanno però sconsigliato il viaggio, dato il suo stato di salute. Bergoglio ha una bronchite acuta, anche se non ha più la febbre. “Speriamo che quanti interverranno nella Cop28 siano strateghi capaci di pensare al bene comune e al futuro dei loro figli, piuttosto che agli interessi di circostanza di qualche Paese o azienda – ha twittato oggi -. Possano così mostrare la nobiltà della politica e non la sua vergogna“. La Santa Sede sarà comunque a Dubai, con il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, prefetto del Dicastero per il Dialogo interreligioso, e il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Nell’area Expo verrà inaugurato il Faith Pavillon, istituito dall’Interfaith Center for Sustainable Development insieme al Muslim Council of Elders. E’ il primo del suo genere nella storia delle Cop e promuove l’impegno religioso e il dialogo interreligioso nell’attuazione di misure efficaci per affrontare la crisi climatica. Con al-Tayyeb, Francesco avrebbe dovuto firmare la Dichiarazione ‘Confluence of Conscience’. “Il Papa è in via di guarigione, solo che non voleva esporsi a rischi, questo secondo l’indicazione data dai medici”, spiega Parolin su Vatican News. Le modalità di partecipazione della Santa Sede sono allo studio in queste ore: “Stiamo vedendo adesso. Di solito io ho a tutte le Cop, penso quindi che andrò questa volta anche io ma naturalmente riducendo la permanenza. Poi – ricorda – c’è la delegazione che si ferma per tutte e due le settimane dei lavori, io parteciperei solo alla prima parte dei lavori”.

Papa

Sfuma il sogno del Papa: viaggio alla Cop28 annullato su richiesta dei medici

Il viaggio di Papà Francesco a Dubai per la Cop28 è annullato. L’annuncio arriva improvviso in serata, su richiesta dei medici. “Pur essendo migliorato il quadro clinico generale relativamente allo stato influenzale e all’infiammazione delle vie respiratorie, i medici hanno chiesto al Papa di non effettuare il viaggio previsto per i prossimi giorni a Dubai, in occasione della 28a Conferenza delle Parti per la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici”, spiega il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, che solo poche ore prima aveva tenuto un briefing sul viaggio. “Papa Francesco ha accolto con grande rammarico la richiesta dei medici e il viaggio è dunque annullato – precisa -. Permanendo la volontà del Papa e della Santa Sede di essere parte delle discussioni in atto nei prossimi giorni, saranno definite appena possibile le modalità con cui questa si potrà concretizzare”.

In programma, il Pontefice aveva due discorsi pronunciati in spagnolo, nella sua lingua madre, e trenta bilaterali. Non avrebbe voluto rinunciare a Dubai, Jorge Mario Bergoglio, una occasione troppo importante per una delle battaglie simbolo del suo Pontificato, la cura del Creato. La conferenza delle parti alla Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici degli Emirati Arabi (30 novembre-12 dicembre) sarebbe stata la prima della storia a ospitare un Pontefice.

Se crediamo nella capacità degli esseri umani di trascendere i nostri meschini interessi e di pensare in grande, non possiamo rinunciare a sognare che la Cop28 porterà ad un’accelerazione della transizione energetica. Questa Conferenza può essere un punto di svolta”, aveva twittato il Papa il giorno prima di essere costretto a annullare il viaggio e il suo intervento alla conferenza, che era in agenda per il 2 dicembre.

Dei trenta incontri a porte chiuse, venti sarebbero dovuti essere con capi di Stato e di governo, dieci con realtà impegnate nella lotta al cambiamento climatico. “E’ un viaggio particolare“, aveva spiegato Bruni, ricordando che Bergoglio tenne bilaterali anche in Kazakistan, che ha visitato dal 13 al 15 settembre 2022 in occasione del Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali. In quei giorni, il Pontefice tenne colloqui privati con leader religiosi, tra cui il grande imam di Al Azhar, Al Tayyeb.

Lo stesso Al Tayyeb, figura di spicco dell’Islam sunnita, ha accompagnato il Papa nella firma del documento sulla fratellanza umana nel 2019, sempre negli Emirati Arabi, ad Abu Dhabi, e avrebbe ritrovato Francesco anche a Dubai il 3 dicembre, per l’inaugurazione del Faith Pavillon sempre nell’area dell’Expo. Il padiglione, istituito dall’Interfaith Center for Sustainable Development insieme al Muslim Council of Elders, è il primo del suo genere nella storia delle Cop e promuove l’impegno religioso e il dialogo interreligioso nell’attuazione di misure efficaci per affrontare la crisi climatica. Con al-Tayyeb, Francesco avrebbe dovuto firmare la Dichiarazione ‘Confluence of Conscience’.

Papa

Dal Papa nuovo documento sul clima: “Dobbiamo reagire, punto di rottura è vicino”

Si intitola ‘Lodate Dio‘ “perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso“. Nelle ultime parole della nuova esortazione apostolica ambientale sta l’essenza del documento. E’ un nuovo grido di Papa Francesco, otto anni dopo la prima enciclica sulla cura del Creato. Un ‘aggiornamento’ della Laudato Si’, necessario perché, spiega il Pontefice, “con il passare del tempo, mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura“.

Più volte, nei settantatre punti dell’esortazione, torna lo spettro del punto di rottura. Più volte torna la certezza che questa crisi climatica colpisca tutti democraticamente, ma a partire dai più fragili. Più volte il Papa argentino denuncia l’irresponsabilità dei negazionisti, anche all’interno della Chiesa. Parla di opinioni “sprezzanti e irragionevoli“, nonostante non si possa più dubitare che la mano dell’uomo agisca sul riscaldamento globale, che la ragione “dell’insolita velocità di così pericolosi cambiamenti sia un fatto innegabile“, dati gli enormi sviluppi connessi allo sfrenato intervento umano sulla natura negli ultimi due secoli.

Il Pontefice punta il dito anche contro le grandi potenze economiche, interessate soltanto a “ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibili“, a scapito del Pianeta e del genere umano tutto. Ma mette in guardia dal paradigma tecnocratico, che “si nutre mostruosamente di sé stesso“. Questo perché le risorse naturali necessarie per la tecnologia che avanza, come il litio e il silicio non sono illimitate, ma il problema più grande è “l’ideologia che sottende un’ossessione – osserva : accrescere oltre ogni immaginazione il potere dell’uomo, per il quale la realtà non umana è una mera risorsa al suo servizio. Tutto ciò che esiste cessa di essere un dono da apprezzare, valorizzare e curare, e diventa uno schiavo, una vittima di qualsiasi capriccio della mente umana e delle sue capacità“. E dunque ripensare alla questione del potere umano, al suo significato e ai suoi limiti è indispensabile: “Abbiamo compiuto progressi tecnologici impressionanti e sorprendenti, e non ci rendiamo conto che allo stesso tempo siamo diventati altamente pericolosi, capaci di mettere a repentaglio la vita di molti esseri e la nostra stessa sopravvivenza. Ci vuole lucidità e onestà per riconoscere in tempo che il nostro potere e il progresso che generiamo si stanno rivoltando contro noi stessi“.

A cadere in inganno davanti alle promesse di tanti “falsi profeti“, sono soprattutto i poveri, che vivono in un mondo che “non viene costruito per loro“, scrive il Papa, deplorando la decadenza etica del potere reale, “mascherata dal marketing e dalla falsa informazione“. Bergoglio pensa “all’effimero entusiasmo per il denaro ricevuto in cambio del deposito di scorie tossiche in un sito. La casa acquistata con quei soldi si è trasformata in una tomba a causa delle malattie che si sono scatenati“.

Dopo accordi e Cop deludenti, promesse non mantenute per mancanza di meccanismi di controllo, il Pontefice si rivolge alla comunità internazionale e guarda alla Cop28 di Dubai, in programma per dicembre: “Dire che non bisogna aspettarsi nulla sarebbe autolesionistico. Se abbiamo fiducia nella capacità dell’essere umano di trascendere i suoi piccoli interessi e di pensare in grande, non possiamo rinunciare a sognare che la COP28 porti a una decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni efficaci che possano essere monitorati in modo permanente“, osserva. La Conferenza può essere un “punto di svolta” o “una grande delusione e metterà a rischio quanto di buono si è potuto fin qui raggiungere” è l’avvertimento del Papa. Tertium non datur.

Clima, Papa: Nella nuova Laudato Si’ revisione Cop Parigi e nuove urgenze

Photo credit: Vatican News

 

Il seguito della Laudato Si’, la nuova esortazione apostolica sull’ambiente in uscita il 4 ottobre, sarà più breve della prima enciclica e sarà una “revisione di cosa è successo dalla COP di Parigi, che è forse è stata la più fruttuosa, fino a oggi“. Sul volo da Ulan Bator a Roma, rientrando dal viaggio in Mongolia, Papa Francesco concede una conferenza stampa e anticipa i contenuti del suo prossimo lavoro sulla cura del Creato: “C’è qualche notizia su alcune Cop e alcune cose che ancora non sono state risolte, ma c’è l’urgenza di risolvere“, spiega senza entrare nel dettagli.
Il lavoro sarà quindi un aggiornamento, un “portare avanti la Laudato si’ nelle cose nuove, e anche un’analisi della situazione“, ribadisce.

Quanto alle manifestazioni a volte un po’ eclatanti di alcuni giovani che lottano contro il riscaldamento globale, “non scendo su questi estremisti“, afferma, interrogato su Ultima Generazione. “Ma i giovani sono preoccupati“, precisa, citando uno “scienziato italiano bravo“, che ha affermato: ‘Io non vorrei che la mia nipotina, che è nata ieri, entro trent’anni viva in un mondo così brutto‘.

Due attivisti di Ultima Generazione, Guido ed Ester, a giugno sono stati condannati in primo grado in Vaticano per essersi incollati al basamento della statua di Laocoonte nei Musei, e una terza, Laura, per aver documentato l’azione con un video. I giudici vaticani del Tribunale di Prima Istanza hanno condannato i primi due a 9 mesi di carcere, con pena sospesa e una multa di 1.620 euro, oltre a un risarcimento del danno di oltre 28mila euro. La terza è stata multata con un’ammenda di 120 euro per il reato di trasgressione “a un ordine legalmente dato dall’autorità competente”. Il movimento ha presentato ricorso alla Corte di Appello.

I giovani pensano al futuro, e in questo senso mi piace che lottino bene“, commenta Bergoglio. Ma avverte: “Quando c’entra l‘ideologia o c’entra una pressione politica, non va più bene”.

ambiente

Una seconda Laudato si’ il 4/10. Papa: “Fermiamo insensata guerra al Creato”

L’enciclica sull’ambiente, la ‘Laudato Si” avrà un seguito e, come la prima, sarà pubblicata nella festa di San Francesco d’Assisi, il 4 ottobre.

L’1 settembre si celebra la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, sul tema ‘Che scorrano la giustizia e la pace‘: così si inaugura il Tempo del Creato che durerà appunto fino al 4 ottobre. E’ in quella data, spiega il Papa in udienza generale, che uscirà un’esortazione apostolica sul clima.

La notizia era stata anticipata dal Pontefice lo scorso 21 agosto, quando aveva ricevuto in udienza una delegazione di avvocati di Paesi membri del Consiglio d’Europa.

Per Bergoglio, in partenza per la Mongolia per la sua 43esima visita apostolica all’estero, è “necessario schierarsi al fianco delle vittime delle ingiustizie ambientali e climatiche sforzandosi di porre fine all’insensata guerra alla nostra casa comune, che è una guerra mondiale terribile“. L’esortazione è a “lavorare e pregare affinché essa abbondi nuovamente di vita“, scandisce. Anche la Mongolia subisce gli effetti devastanti della crisi climatica, inondazioni e inverni estremi stanno danneggiando pesantemente i raccolti, mentre le città non sono risparmiate dal sovraffollamento e da un inquinamento incontrollato.

Nel Messaggio per la Giornata della cura del Creato, diffuso il 25 maggio scorso, il Papa lancia un nuovo appello al mondo, parlando dei “peccati ecologici”: “Pentiamoci – supplica -, danneggiano il mondo naturale e anche i nostri fratelli e le nostre sorelle”. La richiesta è ad adottare stili di vita meno consumistici, “con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i processi di produzione sono tossici e insostenibili”. Cercare di essere il più possibile attenti alle abitudini e alle scelte economiche, in modo che “tutti possano stare meglio”: “I nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive – afferma -: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili“.

L’1 settembre, il Movimento Laudato si’ terrà una preghiera ecumenica e durante tutto il Tempo del Creato, non mancheranno eventi globali e regionali, tra cui una veglia ecumenica in piazza San Pietro organizzata dalla Comunità di Taizé, il 30 settembre che, oltre ad aprire l’Assemblea generale del Sinodo in Vaticano, sarà a sostegno e promozione del Trattato di Non Proliferazione dei Combustibili Fossili (TNPCF) per mitigare la crisi del cambiamento climatico in America Latina, Oceania e Africa.

PAPA FRANCESCO

Papa Francesco vicino a popolazioni colpite dal maltempo: “Prendiamoci cura della nostra casa”

Papa Francesco da sempre osserva con attenzione e preoccupazione il cambiamento climatico. E le ultime settimane hanno ancor più evidenziato la fragilità del nostro Pianeta, sempre più colpito da eventi estremi. Per questo il Pontefice, tramite un telegramma inviato dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin a Petros Stefànou, Presidente della Conferenza Episcopale della Grecia, rinnova la sua speranza che “i rischi per la nostra casa comune, esacerbati dall’attuale crisi climatica, spronino tutte le persone a rinnovare i loro sforzi per prendersi cura del dono della Creazione, per il bene delle generazioni future”, dicendosi “profondamente preoccupato per la minaccia alla vita e per i danni causati dagli incendi diffusi in varie parti della Grecia, e non solo, a seguito dell’attuale ondata di caldo che sta affliggendo diversi Paesi europei”.

Un pensiero anche ai territori italiani, colpiti da incendi e maltempo. Papa Francesco chiede infatti al presidente della Cei Matteo Maria Zuppidi farsi interprete della sua affettuosa vicinanza alle popolazioni colpite da questi eventi atmosferici che evidenziano la necessità di porre in atto sforzi coraggiosi e lungimiranti per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici e proteggere responsabilmente il creato, prendendosi cura della casa comune. Sua Santità invoca dal Signore, per intercessione della vergine Maria, il conforto per quanti soffrono le conseguenze di così gravi disastri e, mentre esprime apprezzamento per quanti si sono prodigati generosamente nei soccorsi, in particolare i vigili del fuoco, invia la benedizione apostolica”.