PAPA FRANCESCO

Clima, Papa Francesco: La cura della nostra casa comune richiede maggiore solidarietà

Clima, guerra, energia e alimentazione. Sono queste le priorità che Papa Francesco ha voluto sottolineare durante l’udienza al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede per la presentazione degli auguri per il nuovo anno. Perché, secondo il Pontefice, uno degli ambiti in cui è “particolarmente urgente una maggiore solidarietà” è “la cura della nostra casa comune. Abbiamo costantemente davanti a noi gli effetti dei cambiamenti climatici e le gravi conseguenze che essi hanno sulla vita di intere popolazioni, sia per le devastazioni che talvolta producono, come accaduto in Pakistan nelle aree colpite dalle inondazioni, dove i focolai di malattie trasmesse dall’acqua stagnante continuano ad aumentare; sia in vaste aree dell’Oceano Pacifico, dove il riscaldamento globale provoca danni innumerevoli alla pesca, fondamento della vita quotidiana di intere popolazioni; sia in Somalia e nell’intero Corno d’Africa, dove la siccità sta causando una grave carestia; sia negli ultimi giorni negli Stati Uniti, dove le improvvise e intense gelate hanno provocato diversi morti”. E proprio in questa direzione nell’estate passata “la Santa Sede ha deciso di accedere alla Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, intendendo dare il proprio sostegno morale agli sforzi di tutti gli Stati per cooperare, in conformità con le loro responsabilità e rispettive capacità, a una risposta efficace e adeguata alle sfide poste dal cambiamento climatico. Si spera che i passi compiuti alla COP27, con l’adozione dello Sharm el-Sheikh Implementation Plan, anche se limitati, possano accrescere la presa di coscienza di tutta l’umanità verso una questione urgente che non può più essere elusa. Obiettivi incoraggianti sono stati, invece, concordati durante la recente Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (COP15), svoltasi a Montreal il mese scorso”.

Per Papa Francesco, appunto, “tanto bene si può fare insieme”, non solo sul contrasto ai cambiamenti climatici, ma anche nella riduzione della povertà, nell’aiuto ai migranti, per favorire il disarmo nucleare e nell’offrire aiuto umanitario. Perché “oggi è in corso la terza guerra mondiale di un mondo globalizzato, dove i conflitti interessano direttamente solo alcune aree del pianeta, ma nella sostanza coinvolgono tutti. L’esempio più vicino e recente è proprio la guerra in Ucraina, con il suo strascico di morte e distruzione; con gli attacchi alle infrastrutture civili che portano le persone a perdere la vita non solo a causa degli ordigni e delle violenze, ma anche di fame e di freddo”. “Non dimentichiamo poi – ha aggiunto – che la guerra colpisce particolarmente le persone più fragili – i bambini, gli anziani, i disabili – e lacera indelebilmente le famiglie. Non posso che rinnovare quest’oggi il mio appello a far cessare immediatamente questo conflitto insensato, i cui effetti interessano intere regioni, anche fuori dall’Europa a causa delle ripercussioni che esso ha in campo energetico e nell’ambito della produzione alimentare, soprattutto in Africa ed in Medio Oriente”.

Papa

Papa a industriali: “La terra non reggerà impatto del capitalismo”

Cambiare il paradigma economico e fare di più, molto di più, per l’ambiente o “la terra non reggerà l’impatto del capitalismo. È la richiesta di Papa Francesco agli industriali italiani ricevuti in udienza, in Aula Paolo VI.

A una platea di circa 5mila industriali in giacca e cravatta, il papa ecologista domanda “creatività e innovazione“, salvaguardia del Creato come “obiettivo diretto e immediato“, per non lasciare alle prossime generazioni un Pianeta “troppo ferito, forse invivibile“.

Il momento non è semplice, ammette: “Anche il mondo dell’impresa sta soffrendo molto“, scandisce Francesco. Le imprese sono state piegate dalla pandemia prima e dalla guerra in Ucraina poi, “con la crisi energetica che ne sta derivando“: “In questa crisi soffre anche il buon imprenditore, che ha la responsabilità della sua azienda, dei posti di lavoro, che sente su di sé le incertezze e i rischi“.

Un allarme che il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, conferma e rilancia: “Oggi, a procurarci grande preoccupazione non sono solo gli effetti della spaventosa guerra in corso in Ucraina, i costi dell’energia e la perdurante bassa occupazione nel nostro Paese, ma l’onda di smarrimento, sfiducia e sofferenza sociale che esprime una parte troppo vasta della società italiana“.

Il presidente degli industriali parla di un Paese “smarrito, diviso, ingiusto con troppi dei suoi figli e con lo sguardo schiacciato sui bisogni del presente“.

Ma il Pontefice assicura che un nuovo modello economico è in costruzione e che l’attenzione è tutta all’uomo, alla dignità, al tentativo di “dare una risposta, insieme a tutti gli altri attori della società, convinti che la direzione verso cui andare è quella di garantire il lavoro, che è certamente la questione chiave“.

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La lettera di Dole al Papa: “La mela non è peccato, rettificare la Bibbia”

Crediamo che sia finalmente giunto il momento di affrontare una questione vecchia di migliaia di anni” e per questo “chiediamo umilmente l’assoluzione che solo voi potete offrire. Un piccolo gesto che può cambiare il mondo. Prendereste in considerazione la possibilità di rettificare la Bibbia?“. È con una lunga lettera pubblicata su una pagina pubblicitaria di alcuni quotidiani che Dole Sunshine Company si rivolge informalmente a Papa Francesco, per chiedere di intervenire perché “oggi, più che mai, nessun frutto dovrebbe rappresentare un peccato“.

Una missiva ironica, certo, che attraversa con disinvoltura più di 2mila anni di storia, durante i quali la frutta “è stata vilipesa e demonizzata, calunniata nell’arte e nella letteratura, simboleggiando la lussuria, la tentazione e la depravazione“. A partire dalla mela di Adamo ed Eva. Dole Sunshine Company rappresenta gli interessi di Dole Asia Holdings, Dole Worldwide Packaged Foods e Dole Asia Fresh, multinazionale nell’ambito dell’ortofrutta, nata alle Hawaii nel 1899 e ora presente in tutto il mondo. L’azienda da tempo punta sulla sostenibilità della filiera ed è protagonista di molte campagne dedicate all’alimentazione sana, accessibile ed equa. Una di queste è proprio la Dole Sunshine For All, esplicitata nel testo della lettera. La compagnia, in un viaggio semiotico che spazia dalla letteratura alla religione, dall’arte alla sociologia, chiede “un piccolo messaggio di sostegno al Papa“, invitandolo “a ripristinare la fedeltà del mondo nei confronti dei nostri amati frutti“.

Il Papa: “La Terra è nelle nostre mani. Ma la siccità brucia l’Italia”

Non sono bastate le piogge e i temporali degli ultimi giorni, soprattutto al nord, a placare la sete del Paese. La siccità avanza e il deficit idrico resta. I dati emersi dalla consueta riunione dell’Osservatorio sul Fiume Po non sono rassicuranti: il cuneo salino ha raggiunto i 30,6 km, facendo registrare un nuovo record e il livello di acque salmastre dalla Costa Adriatica è maggiore nel ferrarese e nel rodigino. Significa che il Grande Fiume è sempre più salato e che le campagne non possono trovare ristoro nemmeno dalla poca acqua presente perché senza acqua dolce non si può irrigare. Le cinque stazioni di monitoraggio delle quote idrometriche del fiume restano ancorate al livello di siccità grave (portate in metri rispetto alla media): Piacenza -0,88 metri; Cremona -8,20; Boretto -4,37; Borgoforte -3,83; Pontelagoscuro -7,16.

E i toni si fanno sempre più alti. “A cosa serve – ha detto Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di bacino del Po – prendere decisioni, organizzare e coordinare incontri utili con tutti i portatori di interesse, fare ricerche approfondite che costano lavoro ed impegno agli staff tecnici se nessuno prende i provvedimenti amministrativi più adeguati e mette in pratica le decisioni prese aumentando, nei numeri, il prelievo ognuno badando così esclusivamente al proprio interesse ed orticello?”. Al centro della polemica c’è la questione del prelievo idrico, per la quale era stata concordata una riduzione del 20%. Non è accaduto, ha tuonato Berselli, ma anzi in alcuni casi è aumentata del 10%. E anche se la pioggia ha portato un po’ di ristoro, senza questo taglio il problema si ripresenterà tra dieci giorni.

Mentre aumentano gli incendi (18 le richieste di intervento aereo ricevute mercoledì dalla Protezione civile) Coldiretti e Confagricoltura fanno la conta dei danni attuali e futuri. Il caldo estremo brucia la frutta sugli alberi e ha già causato una perdita del 15% del raccolto, e il conto per il settore agricolo è già salito a 3 miliardi. L’Ente Riso ha annunciato che buona parte della produzione del vercellese e del novarese è ormai persa.

Una tragedia che, come ha ricordato Papa Francesco al termine dell’Angelus nella solennità dei santi Pietro e Paolo, “deve farci riflettere sulla tutela del creato, che è responsabilità nostra, di ciascuno di noi. Non è una moda, è una responsabilità: il futuro della terra è nelle nostre mani e con le nostre decisioni”. Il pontefice ha invitato a mettere in pratica “le misure necessarie a fronteggiare queste urgenze e a prevenire le emergenze future” ed è su questo che sta lavorando il governo. “L’unica cosa che possiamo fare adesso – ha detto Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali è mettere a disposizione delle risorse per ristorare i danni che la siccità crea”, ma “serve un piano strutturale che ci permetta di raccogliere più acqua piovana, quindi realizzare gli invasi dove servono, programmando la realizzazione degli interventi”. Intanto la Protezione civile sta dialogando con la Conferenza Stato-Regioni per individuare, ha ricordato Patuanelli, “i percorsi che portano a una gestione centralizzata delle dinamiche” e alla definizione dei criteri per lo stato di emergenza, chiesto da nord a sud, che dovrebbe arrivare entro una decina di giorni.

Contemporaneamente, buone notizie arrivano dal ministero della Transizione ecologica, che ha emanato il decreto strategico per favorire il riuso delle risorse idriche e consentire l’adeguamento dell’attuale sistema idrico alle previsioni europee. La misura finanzierà progetti in grado di rendere più efficace la depurazione delle acque reflue scaricate nel mare e nelle acque interne così da poterle riutilizzare per l’irrigazione e per scopi industriali.