Piombino, demolite le vecchie ciminiere dell’ex centrale Enel di Tor del Sale

Non esistono più le due ciminiere dell’ex centrale Enel di Tor del Sale, a Piombino, dismessa nel 2015 e oggetto di un preliminare di vendita nel 2018 tra Enel e Tor Del Sale spa, che ha dato vita al nuovo corso per la riqualificazione del sito in chiave turistica e di sostenibilità ambientale. A partire dal novembre 2021 sono iniziate le attività di demolizione nel perimetro di centrale, secondo un cronoprogramma che vede Tor del Sale Spa eseguire gli smantellamenti delle strutture preesistenti entro il 2025, in parallelo alle bonifiche dell’area curate da Enel. Il passo cruciale, e anche il più scenografico, della trasformazione dell’ex sito produttivo è avvenuto la mattina di martedì 29 ottobre con la demolizione delle due grandi ciminiere alte quasi 200 metri (195 metri ciascuna), svettanti sul golfo della città toscana che da oggi ha definitivamente cambiato skyline. Lo spettacolare abbattimento, avvenuto con microcariche esplosive secondo i migliori standard tecnologici e ambientali (vedi paragrafo tecnico dedicato sotto), rappresenta di fatto la tappa più iconica di un progetto di riqualificazione che si appresta a trasformare un sito industriale dismesso in un innovativo polo vocato al turismo sostenibile, con numerose opportunità e strutture dedicate all’attività fisica, allo svago e alla nautica.

L’operazione, eseguita da ditte specializzate del settore per conto di Tor del Sale, si è svolta nella massima sicurezza alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del prefetto di Livorno Giancarlo Dionisi, del sindaco di Piombino Francesco Ferrari, dei rappresentanti Tor del Sale, della responsabile riqualificazione siti di Enel Lavinia Ferri e della responsabile filiera gas Italia di Enel Federica Rofi. “Quello di oggi – ha detto Giani – è un evento storico, il segno tangibile della nuova progettualità per Piombino e per la costa toscana“. Per il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, “l’intervento sulla ex Centrale Enel in generale e l’abbattimento delle ciminiere in particolare è il simbolo di una città che cambia: da area industriale a struttura turistico ricettiva, una transizione significativa del futuro su cui stiamo lavorando per la nostra città“. La demolizione delle strutture, “che per oltre 40 anni hanno dominato l’orizzonte piombinese – hanno osservato Rofi e Ferri per Enel – segna una tappa fondamentale del più ampio progetto di nuovo sviluppo sostenibile avviato insieme alla società di scopo Tor del Sale Spa, che darà vita a un nuovo polo turistico arricchendo il paesaggio costiero con una testimonianza virtuosa di recupero e riqualificazione urbana. Per Enel si tratta di un ulteriore passo per favorire la transizione energetica, attraverso l’abbandono delle fonti fossili, lo sviluppo delle rinnovabili e la collaborazione per progettualità innovative a beneficio dei territori e delle comunità locali”.

Le due ciminiere in cemento armato, alte 195 metri e pesanti complessivamente 14mila tonnellate, sono state abbattute con microcariche esplosive posizionate alla base che ne hanno prodotto il ribaltamento fino a terra. Questa tecnica viene comunemente adottata nelle demolizioni di strutture alte e snelle come quelle di Tor del sale. Alla base di ogni ciminiera sono stati realizzati 470 fori in cui sono stati posizionati 88 chili di esplosivo in cartucce con lo scopo di disintegrare completamente il calcestruzzo innescando il cinematismo di collasso simile a quello del taglio di un albero alto quasi 200 metri. Le direzioni di caduta previste per le ciminiere sono state leggermente diverse e scelte per ricadere completamente entro il perimetro del cantiere recando il minor disturbo possibile verso l’esterno.

IMPIANTO SNAM RETE GAS

Snam, nel primo trimestre utile a 335 milioni. Investimenti record a +47,5%

Nel primo trimestre 2024 Snam ha registrato un utile netto adjusted di 335 milioni di euro, in crescita dell’11,3%. Lo rende noto il gruppo, che ha approvato i i risultati consolidati del primo trimestre 2024 (non sottoposti a revisione contabile). L’aumento dell’utile, si legge in una nota, è un effetto della crescita dell’Ebitda, “in parte assorbito dai maggiori ammortamenti connessi all’entrata in esercizio degli investimenti realizzati e alle svalutazioni di asset in corso, oltre che dall’incremento degli oneri finanziari attribuibile principalmente all’aumento dei tassi di interesse”.

Crescono anche gli investimenti totali, pari a 462 milioni di euro (+47,5% rispetto al primo trimestre 2023), per i maggiori investimenti connessi agli interventi di adeguamento dei terminali di Ravenna e Piombino. Il 55% degli investimenti totali è allineato ai Sustainable Development Goals e il 34% alla Tassonomia Europea.

 “I risultati del primo trimestre 2024 sono molto positivi, con gli investimenti e i principali indicatori in grande crescita, sia per le attività nazionali che per quelle delle nostre associates, a fronte di uno scenario di perdurante volatilità a livello globale. I solidi risultati ottenuti e la visibilità del nostro business ci consentono di migliorare la guidance 2024 di EBITDA e utile netto, con una significativa accelerazione sugli obiettivi previsti dal nostro piano industriale”, dice l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier.

I ricavi totali di Snam nel primo trimestre 2024 sono pari a 895 milioni di euro (-1,9% rispetto al primo trimestre 2023). In crescita i ricavi regolati connessi alla realizzazione del piano investimenti, all’incremento del WACC e ai maggiori incentivi output-based; in flessione i ricavi del business dell’efficienza energetica, in particolare in ambito residenziale. L’Ebitda è a 703 milioni di euro (+17,8%), per la crescita dei ricavi regolati, in parte assorbita dal minor contributo dei business della transizione energetica. L’indebitamento finanziario netto è di 15.793 milioni di euro (+523 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2023), in aumento principalmente per gli investimenti realizzati nel periodo e per il pagamento dell’acconto sul dividendo 2023.

Nel primo trimestre 2024 sono stati immessi nella rete nazionale di trasporto 15,75 miliardi di metri cubi DI GAS, in riduzione di 0,95 miliardi di metri cubi, pari al 5,7%, rispetto al primo trimestre 2023 a seguito del decremento della domanda e del calo delle esportazioni. La domanda di gas nel primo trimestre 2024 è stata pari a 20 miliardi di metri cubi, in riduzione di 0,53 miliardi di metri cubi, pari al 2,6%, rispetto al primo trimestre 2023 a causa, spiega il gruppo, “del calo dei consumi” attribuibile a diversi fattori. In primo luogo, “al settore termoelettrico (-0,32 miliardi di metri cubi; -4,8%) a seguito dell’aumento delle importazioni di energia elettrica, derivante essenzialmente dalla ripresa del nucleare francese, della maggiore produzione idroelettrica, effetti in parte assorbiti dal maggior ricorso al gas naturale nella generazione termoelettrica rispetto ad altri combustibili fossili”. Poi, al settore residenziale e terziario (-0,18 miliardi di metri cubi; -1,7%), “a fronte delle temperature medie più miti rispetto al primo trimestre 2023 e agli effetti del progressivo incremento delle misure di efficientamento energetico, effetti in parte assorbiti dal venir meno delle azioni di contenimento della domanda di gas per far fronte alla riduzione delle importazioni dalla Russia attive nel primo trimestre 2023”.
I consumi del settore industriale risultano sostanzialmente in linea con il trimestre precedente (+0,05 miliardi di metri cubi; +1,8%).

I volumi rigassificati nel primo trimestre 2024 sono pari a 1,24 miliardi di m3 (+0,36 miliardi di metri cubi rispetto al primo trimestre 2023; +40,6%), e sono state effettuate 20 discariche da navi metaniere (tanker loads), a fronte di 21 discariche effettuate nel primo trimestre 2023. L’incremento dei volumi rigassificati, spiega il gruppo, “è attribuibile all’entrata in esercizio dell’impianto FSRU di Piombino, operativo a partire dal mese di luglio 2023, che nel primo trimestre 2024 ha rigassificato complessivamente 0,74 miliardi di m3 , effettuando 8 discariche da navi metaniere”.

La situazione internazionale, assicura il gruppo, non sta avendo impatti diretti . “Il conflitto nella striscia di Gaza non comporta, al momento, impatti diretti sugli asset di Snam e sull’operatività della pipeline che collega Israele ed Egitto (EMG), che sta operando in maniera ordinaria”. Anche per quanto concerne la recente escalation degli attacchi marittimi nel Mar Rosso, spiega il gruppo, “non si registrano criticità in merito alla gestione delle attività operative e alla realizzazione del programma di investimenti”. Tuttavia, una prolungata interruzione dei transiti di navi– come ad esempio quelle Gnl – dal canale di Suez nell’anno in corso “potrebbe dar luogo a tensioni a livello internazionale, con il conseguente impatto sui prezzi dei beni energetici per i quali l’Italia, e in generale l’Europa, sono fortemente dipendenti dalle importazioni estere”. Queste turbolenze, dice Snam, “potrebbero pesare sull’economia mondiale, aumentando i costi di produzione e influenzando ulteriormente la stabilità economica e la crescita nazionale ed europea, oltre che determinare ulteriori sfide nella gestione delle fonti di approvvigionamento energetico”. Snam “continuerà a monitorare l’evoluzione della situazione nell’area mediorientale, le possibili conseguenze e gli effetti sul gruppo”.

 

Via a prima fase test per rigassificatore Piombino. Pichetto: “Grande servizio per il Paese”

Quasi trecento metri ‘blu Tirreno’, per non rovinare il paesaggio, proprio come ha chiesto la soprintendenza delle belle arti. Golar Tundra, il rigassificatore di Piombino, ormeggia accanto alla nave metaniera greca Maran Gas Kalymnos sulla banchina Est della darsena Nord del porto. La metaniera è arrivata nella notte tra il 4 e il 5 maggio per il primo carico da 170mila metri cubi di gas naturale liquefatto da Damietta, in Egitto. Con questo carico, inizia oggi la prima fase di test del rigassificatore, che sarà operativo a fine maggio.

“Un grande servizio per il paese, come lo sarà la gemella che entrerà in funzione nel 2024 nel mare adriatico”, scandisce il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, arrivato a Piombino per l’avvio dei test. L’Autorizzazione integrata ambientale è già stata firmata e per il territorio, assicura, ci sarà il giusto riconoscimento, considerando che la nave resterà nel porto per tre anni. “Il governo mantiene tutti gli impegni assunti e negli impegni c’è il ripartire con la industrializzazione previa bonifica dell’area. È una grande area che deve avere un nuovo futuro”, afferma. Il nuovo sito per la Golar Tundra, dopo i 3 anni di Piombino, sarà comunicato entro il 26 giugno e, ribadisce Snam, sarà fuori dalla Toscana.

Con Pichetto, anche il Commissario straordinario per il rigassificatore e Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “Siamo veramente contenti per come si è sviluppato tutto l’iter e ora il processo concreto di realizzazione di tutte le infrastrutture”, afferma Giani arrivando al porto. “Mi fanno veramente felice – dice – perché l’Italia avrà 5 miliardi di metri cubi in più all’anno. È un servizio che Piombino e la Toscana rendono al Paese, le cose sono andate esattamente come le avevamo programmate. Ora è il momento in cui si deve parlare, e lo faremo col ministro, delle compensazioni”.

La Maran Gas Kalymnos è entrata in porto con il supporto di 4 rimorchiatori e una manovra di circa due ore. Ma non ha impattato sul traffico del porto, assicura Snam, così come non impatteranno le altre metaniere che arriveranno per rifornire il rigassificatore, perché tutto avviene di notte, quando il traffico dei traghetti è ormai terminato. “L’arrivo del primo carico di gas ci consentirà di eseguire la fase di test e messa a punto dell’impianto e rappresenta un’altra tappa importante per dotare il Paese di un’infrastruttura fondamentale alla sicurezza e diversificazione degli approvvigionamenti”, spiega l’ad Stefano Venier. Riprova ne è il fatto che, rivela, “l’86% della capacità di ingresso già è stata venduta per 20 anni a più operatori, e nei prossimi tre anni la totalità”.

Il percorso è stato avviato 11 mesi fa, con l’acquisto della Golar Tundra, e da sei mesi Snam è al lavoro con 450 persone nei cantieri sulla terraferma e in banchina, impiegando 150 tra sub-contrattisti e fornitori, circa la metà toscani. “Un progetto complesso, innovativo ma non insolito – rivendica l’ad – per una realtà come Snam che da 80 anni garantisce le infrastrutture energetiche del Paese”.

Le operazioni di trasbordo del primo cargo di Gnl sono state effettuate da Eni, che ha acquisito capacità di rigassificazione a Piombino nell’ambito della strategia di diversificazione delle forniture di Gnl verso l’Italia attraverso il gas di propria produzione internazionale, facendo leva sulle relazioni con i Paesi produttori in cui opera, aumentando i volumi di gas disponibili da Algeria, Libia e Italia e incrementando i carichi di Gnl da Egitto, Congo, Qatar, Angola, Nigeria, Indonesia e Mozambico.

Primo carico di Gnl a Piombino: al via il test sul rigassificatore. Ma per comitati è allarme sicurezza

E’ sempre più vicino l’avvio delle attività della Golar Tundra, arrivata a Piombino tra il 19 e il 20 marzo, che avrà il compito di trasformare il gas naturale liquido proveniente dall’Algeria, per poi immetterlo nelle pipeline che lo porteranno ai punti di stoccaggio e, da lì, nelle case degli italiani. Dopo l’arrivo di Kalymnos, la prima metaniera che avrà il compito di rifornire la nave rigassificatrice di Snam, si aprirà ufficialmente la fase di test. A fare gli onori di casa venerdì mattina ci saranno il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin e il governatore della Toscana, Eugenio Giani.

La Golar Tundra, costata 350 milioni di dollari (circa 330 milioni di euro) può operare sia come metaniera per il trasporto del gas naturale liquefatto, sia come Fsru. La nave, costruita nel 2015, ha una capacità di stoccaggio di circa 170mila metri cubi di gas naturale liquefatto e una capacità di rigassificazione continua di 5 miliardi di metri cubi l’anno.

I diversi comitati di cittadini che da sempre si oppongono al progetto, sono sul piede di guerra e denunciano “condizioni tuttora di incertezza assoluta riguardante la sicurezza”. “Il gas arriverà – scrivono in una nota – e si comincerà a lavorarci per fare delle prove, come se le prove stesse non fossero potenzialmente pericolose. Senza neanche un piano di evacuazione, salvaguardati da 5 vigili del fuoco”. Chiedono, quindi, di attendere “come minimo le risposte e i chiarimenti” del Comitato tecnico regionale in merito al rapporto definitivo di sicurezza. Il Comitato salute pubblica Piombino si rivolge direttamente al ministro Pichetto: “perché viene a Piombino? Forse per Lei e per il Suo Governo è motivo di orgoglio essere riusciti a installare un impianto a rischio di incidente rilevante, in un arco temporale così breve?”.

Una richiesta condivisa anche da Alleanza Verdi Sinistra. Il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni ha presentato un’interrogazione parlamentare al governo, nella quale si chiede “uno stop cautelativo della fase di collaudo della nave rigassificatrice posizionata all’interno del porto della città di Piombino, in attesa di verificare che tutte le condizioni di sicurezza, con mezzi e personale adeguato, siano verificate dalle autorità nazionali e locali di prevenzione della sicurezza”.

Lo scorso 27 aprile si è svolta la conferenza dei servizi per la concessione dell’autorizzazione all’esercizio del rigassificatore e il Comune di Piombino ha confermato il proprio parere negativo. “Abbiamo ribadito e confermato la posizione di contrarietà del Comune a questo progetto, la cui sicurezza è dubbia ogni giorno di piùha detto Francesco Ferrari, sindaco di Piombino Così come molto dubbio è il percorso amministrativo che va dritto, purtroppo, verso l’autorizzazione all’esercizio dell’impianto”.

La ‘Golar Tundra’ è a Piombino. Giani: “E’ nave della libertà”

La ‘Golar Tundra’ è in porto. La nave rigassificatrice è arrivata a Piombino nella notte tra il 19 e il 20 marzo e servirà a trasformare il gas naturale liquido proveniente dai nuovi accordi con l’Algeria, per poi immetterlo nelle pipeline che porteranno gas ai stoccaggi e, da lì, nelle case degli italiani.

Il governatore della Toscana e commissario per l’opera, Eugenio Giani, la definisce “nave della libertà”: “Perché ci libera, almeno in parte, dalla dipendenza che più ci preoccupa, quella dal gas russo, e ci consente di non pagare alla Russia commesse i cui ricavi potrebbero essere utilizzati per la guerra in Ucraina”, spiega. Di sicuro, l’impianto potrà garantire una diversificazione degli approvvigionamenti di Roma e “la maggiore sicurezza energetica del Paese”, ribadisce.

Il passaggio è stato tutt’altro che semplice. Da mesi, si registrano tensioni con i territori, con la cittadinanza ma anche con le istituzioni locali, perché il Comune di Piombino si è sempre opposto all’arrivo, almeno senza compensazioni per la popolazione e la città. Finora i ricorsi sono stati quasi tutti respinti. Se andrà tutto come previsto dal governo, la nave Fsru – una delle due comperate da Snam, l’altra è a Ravenna – dovrà essere sistemata e messa in funzione entro la metà della primavera per garantire gli approvvigionamenti utili a mettere in sicurezza i prossimi inverni.

Il sindaco, Francesco Ferrari, però non molla: “La questione è tutt’altro che risolta“, precisa. C’è ancora un ricorso pendente al Tar, ricorda e, “checché ne dica il Presidente della Regione Giani, se il tribunale deciderà di accoglierlo, la Golar Tundra dovrà disormeggiare e andarsene dalla nostra città”, tuona il primo cittadino. “La giustizia amministrativa non è uno scherzo e credo fermamente che il Tar prenda il suo compito molto seriamente: che il presidente Giani, nonché commissario straordinario per l’opera, affermi pubblicamente che a prescindere dalla risposta del Tribunale, essendo la nave in funzione quando arriverà la sentenza, continuerà ad operare, non è solamente falso ma anche offensivo nei confronti della città“. I dubbi che il Comune ha sollevato in merito alla sicurezza dell’impianto non sono stati chiariti, l’Aia non è ancora stata concessa, “nonostante i ‘tutto apposto’ di Giani, manca ancora il parere definitivo del Comitato tecnico regionale. Tutte circostanze che fanno sì che quella nave non possa entrare in funzione“.

Ai cittadini di Piombino, Giani promette massimo impegno per le compensazioni. Risorse per la bonifica dei siti ex siderurgici della città: “Ai 40 milioni di euro frutto di un accordo di programma da tempo firmato con lo Stato ne vanno aggiunti almeno altrettanti e il primo atto di buona volontà sarebbe l’approvazione di un emendamento su questo già presentato in Parlamento“, afferma. Ma le compensazioni che chiede riguardano anche lo sconto in bolletta per imprese e cittadini, investimenti sulle fonti di energia rinnovabili in loco, il sostegno al parco archeologico della Val di Cornia e alla realizzazione della strada, la 398, attesa da tempo per collegare l’Aurelia al porto senza passare dal centro della città. “Le avevamo discusse con il precedente Governo Draghi e ritengo che il nuovo Governo le confermerà, una volta che ci siederemo attorno ad un tavolo”, assicura.

Se entrerà in funzione, la ‘Golar Tundra’, stando a quanto dichiarato dal governo e dal ministro competente, Gilberto Pichetto Fratin, resterà in Italia per tre anni, “anche meno se ce ne sarà la possibilità”, ha sempre assicurato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. La soluzione fu individuata dall’esecutivo guidato da Mario Draghi, con la strategia d’urgenza messa in atto dall’ex ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, all’indomani dell’invasione russa in Ucraina che aveva creato problemi alle forniture di gas per il nostro Paese e l’intera Europa. Allargando gli accordi con quelli che all’epoca erano fornitori minori rispetto a Mosca, Draghi e Cingolani, assieme al ceo di Eni, Claudio Descalzi, riuscirono a invertire la rotta e a stilare un cronoprogramma che potrebbe portarci all’indipendenza dalle fonti fossili russe addirittura entro l’anno. O almeno è quello che prospetta il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Che non vede “allarmi” sui prezzi del gas nel prossimo futuro: “Gli stoccaggi dell’anno scorso sono ancora sufficientemente pieni, perché l’inverno è stato mite”, ma in ogni caso “c’è l’accordo in Europa sul price cap”.

La Golar Tundra, costata 350 milioni di dollari, circa 330 milioni di euro, può operare sia come metaniera per il trasporto del gas naturale liquefatto, sia come Fsru. La nave, costruita nel 2015, ha una capacità di stoccaggio di circa 170mila metri cubi di gas naturale liquefatto e una capacità di rigassificazione continua di 5 miliardi di metri cubi l’anno. “L’Italia deve dire grazie a Piombino e alla Toscana“, sostiene il presidente della Regione, Eugenio Giani, che ha seguito sul posto le operazioni di arrivo della nave. “Dobbiamo renderci autosufficienti dalla Russia per il gas e questa opera contribuirà in modo determinante con 5 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Adesso – conclude – avanti con le compensazioni per il territorio”.

E’ al largo della Malesia la nave rigassificatrice di Snam: a Piombino entro marzo

E’ partita. Sta arrivando. La nave rigassificatrice Golar Tundra, acquistata da Snam lo scorso anno per 350 milioni di dollari, ha lasciato il cantiere di Keppel a Singapore e ora – secondo il monitoraggio di Vesselfinder.com – si trova tra Malesia e Indonesia. Procedendo a una velocità di 12 nodi, dovrebbe arrivare a Piombino entro fine mese. Il rigassificatore, costruito nel 2015, è stato sistemato in questi mesi da Keppel, CoolCo e Golar Lng: gli hanno ovviamente apposto anche il logo di Snam. Ora scatta il conto alla rovescia, dopo mesi di polemiche politiche, seguite alla decisione dell’allora governo Draghi di puntare sulla località toscana – insieme a Ravenna – come nuova sede di uno dei due terminal che dovrebbero farci dimenticare il calo di forniture di gas russe via tubo. Il rigassificatore “dovrebbe entrare in funzione entro maggio, ovvero a 6 mesi dall’autorizzazione. Ci sono 200 persone che lavorano 24 ore su 24 per raggiungere l’obiettivo”, spiegava il 19 gennaio scorso Stefano Venier, Ceo di Snam, durante la conferenza stampa di presentazione del piano strategico 2022-2026. E proprio quel giorno la Conferenza dei Servizi concesse a Snam la famosa Aia, Autorizzazione integrata ambientale, per l’installazione del rigassificatore nel porto di Piombino, nonostante le battaglie e il parere contrario del sindaco della città toscana.

La nave, che dovrà percorrere oltre 10mila km per giungere sulle coste toscane, ha una capacità di stoccaggio di circa 170.000 metri cubi di gas naturale liquefatto e di rigassificazione continua di 5 miliardi di metri cubi l’anno. “Da sola – ricordava Venier – potrà contribuire a circa il 6,5% del fabbisogno nazionale, portando la capacità di rigassificazione italiana a oltre il 25% della domanda”. I rigassificatori galleggianti sono dei terminali in grado di stoccare e rigassificare il gas naturale, navi collocate in prossimità di un’area portuale, in banchina o al largo, che ricevono il Gnl a una temperatura di -160°C da altre navi metaniere e lo rigassificano (ovvero lo portano allo stato gassoso) per poterlo immettere nella rete nazionale di trasporto del gas. Snam possiede già il rigassificatore di Panigaglia (La Spezia), è uno degli azionisti di controllo (con il 49%) di Olt (il rigassificatore galleggiante al largo di Livorno) e ha una quota di circa il 7,5% di Adriatic LNG, l’impianto al largo delle coste polesane.

Solo nel 2024 dovrebbe invece entrare in vigore l’altro “rigassificatore a Ravenna, a partire dal terzo trimestre. Sarà ancorato a un molo che deve essere ancora ristrutturato. Ci vuole più tempo rispetto a Piombino”, spiegava sempre Venier. “L’acquisizione della nave sarà invece completata entro settembre e costerà 400 milioni di euro”. Si tratta della BW Singapore, costruita nel 2015 come la Golar Tundra e, come la nave attualmente in navigazione verso l’Oceano Indiano, ha una capacità massima di stoccaggio di circa 170.000 metri cubi di Gnl e di rigassificazione continua per circa 5 miliardi di metri cubi. Snam infine ha firmato un accordo per convertire in metaniera la Golar Arctic dalla capacità di stoccaggio di 140mila metri cubi di gas, che sarà installata nei pressi dell’area portuale di Portovesme, in provincia di Cagliari.

Rigassificatore Snam è partito da Singapore: tra 100 giorni sarà in servizio a Piombino

Il rigassificatore Golar Tundra di Snam, costruito nel 2015, ha lasciato il cantiere di Keppel a Singapore e presto si dirigerà in Italia per iniziare a servire l’impianto di importazione di gas liquefatto a Piombino. A dare la notizia è stato il sito specializzato Lngprime.com. “Secondo i dati AIS forniti da VesselsValue, la Fsru (Floating Storage and Regasification Units, ndr) ha lasciato oggi il cantiere e si trova vicino al terminal di importazione di Gnl di Singapore sull’isola di Jurong. Keppel, CoolCo e Golar LNG hanno preparato l’unità presso il cantiere navale Keppel prima del suo lavoro a Piombino. Il rigassificatore, che ora ha anche il logo Snam, era stato acquistato lo scorso anno per 350 milioni di dollari come parte dei piani italiani – voluti dal governo Draghi – per sostituire il gasdotto russo e rafforzare la sicurezza energetica.

“Il rigassificatore di Piombino dovrebbe entrare in funzione entro maggio, ovvero a 6 mesi dall’autorizzazione. Ci sono 200 persone che lavorano 24 ore su 24 per raggiungere l’obiettivo”, spiegava il 19 gennaio scorso Stefano Venier, Ceo di Snam, durante la conferenza stampa di presentazione del piano strategico 2022-2026. E proprio quel giorno la Conferenza dei Servizi aveva concesso a Snam la famosa Aia, Autorizzazione integrata ambientale, per l’installazione del rigassificatore nel porto di Piombino, nonostante le battaglie e il parere contrario del sindaco della città toscana.

E’ dunque iniziato il conto alla rovescia per la messa in esercizio – più o meno fra 100 giorni – del primo dei due rigassificatori indicati dal governo Draghi come necessari per aumentare le forniture italiane, considerando il calo di flussi di gas russo via Tarvisio. La nave, che dovrà percorrere oltre 10mila km per giungere sulle coste toscane, ha una capacità di stoccaggio di circa 170.000 metri cubi di gas naturale liquefatto e di rigassificazione continua di 5 miliardi di metri cubi l’anno. “Da sola – ricordava Venier – potrà contribuire a circa il 6,5% del fabbisogno nazionale, portando la capacità di rigassificazione italiana a oltre il 25% della domanda”.

I rigassificatori galleggianti sono dei terminali in grado di stoccare e rigassificare il gas naturale. Si tratta di navi collocate in prossimità di un’area portuale, in banchina o al largo, che ricevono il Gnl a una temperatura di -160°C da altre navi metaniere e lo rigassificano (ovvero lo portano allo stato gassoso) per poterlo immettere nella rete nazionale di trasporto del gas. Snam possiede già il rigassificatore di Panigaglia (La Spezia), è uno degli azionisti di controllo (con il 49%) di Olt (il rigassificatore galleggiante al largo di Livorno) e ha una quota di circa il 7,5% di Adriatic LNG, l’impianto al largo delle coste polesane.

Nel 2024 dovrebbe inoltre entrare in vigore un altro “rigassificatore a Ravenna, a partire dal terzo trimestre. Sarà ancorato a un molo che deve essere ancora ristrutturato. Ci vuole più tempo rispetto a Piombino”, spiegava sempre Venier. “L’acquisizione della nave sarà invece completata entro settembre e costerà 400 milioni di euro”. Si tratta della BW Singapore, costruita nel 2015 come la Golar Tundra e, come la nave appena partita da Singapore, ha una capacità massima di stoccaggio di circa 170.000 metri cubi di Gnl e di rigassificazione continua per circa 5 miliardi di metri cubi. Snam infine ha firmato un accordo per convertire in metaniera la Golar Arctic dalla capacità di stoccaggio di 140mila metri cubi di gas, che sarà installata nei pressi dell’area portuale di Portovesme, in provincia di Cagliari.

Arriva l’autorizzazione ambientale per il rigassificatore di Piombino. Il sindaco: “Valutiamo se impugnare”

La Conferenza dei servizi sul rigassificatore di Piombino concede a Snam l’Aia, Autorizzazione integrata ambientale, per l’installazione dell’impianto nel porto. Anche se il Comune ha espresso parere contrario, il Ruas e la Regione Toscana hanno invece espresso parere favorevole con prescrizioni.
Dovrebbe entrare in funzione entro maggio di quest’anno, ovvero a 6 mesi dall’autorizzazione. “Ci sono 200 persone che lavorano 24 ore su 24 per raggiungere l’obiettivo”, fa sapere Stefano Venier, Ceo di Snam. Ma il sindaco, Francesco Ferrari, non molla: “Tutte questioni profondamente legate alla sicurezza della città e dei cittadini che non possono continuare ad essere ignorate. Attendiamo l’udienza del Tar e, intanto, valuteremo con la Task force di legali e tecnici se impugnare anche questo ennesimo atto”, afferma.

Le argomentazioni del primo cittadino non cambiano: “Non c’è ancora chiarezza sulle molte criticità che abbiamo sollevato”, sostiene. Si discute di una nave sulla quale sono in corso, rileva, “significative opere che ne modificheranno sostanzialmente l’assetto”. Così, quella che rischia di arrivare a Piombino non sarà la nave che è stata studiata e valutata. Snam, denuncia Ferrari, “ha ammesso di non conoscere molti aspetti essenziali e che l’impianto non è ancora stato testato. Inoltre, si continua a non affrontare i temi degli incidenti rilevanti, dell’impatto dell’impianto sulla salute pubblica e dell’operatività del porto una volta installato il rigassificatore”.

La società però è convinta che il progetto andrà in porto nei tempi. “La situazione del mercato del gas è abbastanza buona. Grazie a un clima mite nelle ultime settimane e grazie a tutte le iniziative che abbiamo messo a terra, ora ci sono 2,5 miliardi di metri cubi di gas in più negli stoccaggi. Potremmo arrivare a 4 miliardi di metri cubi di gas di scorta ad aprile”, sostiene Venier. Considera l’obiettivo di arrivare a riempire 11 miliardi di metri cubi di gas per il prossimo inverno “più fattibili” e il rigassificatore di Piombino “darà un contributo di 2,5 miliardi dalla prossima estate”. Con i due rigassificatori di Piombino e Ravenna, Snam prevede che l’Italia avrà nel 2025-2026 il “40% del proprio fabbisogno copribile con forniture di gas liquefatto”. Si partiva dal 20% scarso, “mi sembra già un importante step”.

Stefano Ciafani

Stefano Ciafani: “Liberarsi dal gas? Con le rinnovabili possibile in 10 anni”

Liberarsi dalla dipendenza del gas in 10 anni spingendo sulle rinnovabili. Stefano Ciafani (nella foto), presidente nazionale di Legambiente, giura che non è un sogno, ma un fatto. Lo dimostrano i numeri degli anni 2009-2011, quando ogni anno in Italia si installavano impianti per 10 gigawatt di energia verde. “Avessimo continuato così, avremmo ridotto la dipendenza dalla Russia del 65% in una decade”, commenta, intervistato da GEA. Ecco perché di rigassificatori aggiuntivi, oltre a Piombino e Ravenna, non vuol sentir parlare. “Con l’aumento dell’uso delle infrastrutture esistenti, abbiamo già ridotto la necessità di importare gas dalla Russia, con i due rigassificatori galleggianti riduciamo ulteriormente. Per quelli fissi ci vorranno altri 10 anni, noi se investiamo bene in rinnovabili, possiamo compensare”.

Sta dicendo che i rigassificatori di Gioia Tauro e Porto Empedocle non servono effettivamente al Paese?
“Non servono e aggiungo che abbiamo riaperto le trivellazione di idrocarburi nei tratti di costa tra le 9 e le 12 miglia. Dopo Piombino e Ravenna, che almeno saranno galleggianti, ora si parla anche di rigassificatori fissi. Ma noi vogliamo decarbonizzarlo il Paese o no? Tutti questi rigassificatori mi sembrano più utili a chi compra e vende gas, mi sembrano più un favore all’Eni che una necessità del Paese”.

La premier Giorgia Meloni parla del Sud Italia come grande hub dell’energia per il Mediterraneo e occasione da non sprecare proprio per le rinnovabili. Ci crede?
“Credo intanto che il governo debba decidere cosa fare sulle rinnovabili. La premier ha detto: il Sud deve diventare hub, per Pichetto bisogna predisporre impianti per 70 Gw entro i prossimi 6 anni. È questa la posizione dell’esecutivo o è quella del ministero della Cultura, in cui il sottosegretario Vittorio Sgarbi si oppone all’eolico ed è per il fotovoltaico al massimo sui tetti? Le due cose sono confliggenti. I tetti vanno riempiti, ma le soprintendenze devono dare l’ok e non bastano i tetti, bisogna fare anche l’eolico, a terra e a mare, e l’agrivoltaico. Su questo non abbiamo capito la direzione del governo”.

La commissione via-vas per le concessioni è stata quasi raddoppiata…
“Questo è un ottimo segnale del ministro dell’Ambiente, che ha anche accorcianto tempi per il decreto ministeriale sulle comunità energetiche. Speriamo che chiuderà entro i primi mesi dell’anno. Ora occorre dare l’indirizzo alle soprintendenze, il ministero della Cultura dovrebbe aggiornare le nuove linee guida, del 2010, perché facilitino la realizzazione degli impianti. E il governo deve spingere le Regioni a potenziare gli uffici che danno le autorizzazioni”.

Promuove Pichetto quindi? Il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici è stato pubblicato prima dell’anno, come promesso.
“Bisogna dargli atto di essere stato di parola. Dopo la tragedia di Ischia, il ministro aveva detto che l’avrebbe reso pubblico entro la fine dell’anno. Questo governo ha fatto quello che nessuno dei tre governi precedenti e dei due ministri dell’Ambiente precedenti (Sergio Costa e Roberto Cingolani, n.d.r.) aveva mai fatto”.

Sergio Costa sostiene che il Piano andava completamente riscritto.
“Ricordo che è stato ministro per due anni e mezzo, poteva pubblicarlo lui durante il suo mandato. Ha fatto bene il ministro Pichetto Fratin ad aggiornare il poco che si poteva aggiornare in un mese. Ora però il piano va approvato presto e l’approvazione è la fine del primo tempo di una partita che dura due tempi, il secondo è quello in cui si individuano le risorse per fare quello che c’è scritto. Le produzioni agroalimentari, nel tempo, si ridurranno. Come aiutare il settore? Si prevede che i flussi turistici cambieranno, perché il Sud diventerà torrido. Come sostenere i territori? Cosa fare per fronteggiare le ondate di calore che causano tante morti premature? Per tutto questo servono risorse, che vanno individuate. La seconda parte della partita va giocata velocemente”.

Le è piaciuta la manovra?
“Per due terzi era vincolata alla vicenda bollette, però ci sono cose che si sarebbero potute fare. Mi riferisco ai 41 miliardi di euro che l’anno scorso abbiamo dato come sussidi alle fonti fossili. Si potevano trasformarne alcuni in aiuti per convertire le produzioni. Invece anche questa legge di bilancio non affrontava il tema dei sussidi. E poi c’è una cosa inutile e dannosa ed è la riattivazione della società Ponte sullo Stretto. Chi vive e lavora in Sicilia e Calabria ha bisogno di altre infrastrutture, il ponte non cambierà nulla nella loro vita. C’è da aprire migliaia di cantieri in queste due regioni”.

C’è chi dice che il ponte serva soprattutto in funzione dell’Alta Velocità.
“È una falsità. Le nuovi navi traghetto Ro-Ro, previste nel Pnrr, potranno trasportare anche i Frecciarossa, quindi il prolungamento dell’alta velocità in Calabria e Sicilia non deve essere subordinata alla costruzione del ponte. Queste due Regioni devono essere ribaltate dal punto di vista delle infrastrutture. Noi vorremmo dare priorità di spesa a quelle opere trasportistiche che servono davvero. Poi, se vogliamo usare il ponte per far conoscere il Paese nel mondo, questo è un altro discorso. Ma la verità è che le opere trasportistiche che servono sono altre”.

Rigassificatore di Piombino, il Tar del Lazio respinge il ricorso del Comune

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza) ha respinto il ricorso promosso dal Comune di Piombino contro la decisione di installare un rigassificatore in porto. Il Tar, si legge nell’ordinanza, ha rilevato che “i paventati rischi per la pubblica incolumità correlati al rigassificatore risultano, allo stato, privi di attualità”, considerando che prima dell’avvio dell’esercizio dell’attività dovranno essere acquisiti il Rapporto di Sicurezza Definitivo e l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Inoltre, spiega il Tar, “non sono emerse sopravvenienze o criticità di rilievo in merito alla conduzione delle attività che dovranno continuare a svolgersi nel rispetto delle articolate prescrizioni e raccomandazioni rese dai competenti enti e confluite nell’Ordinanza Commissariale n° 140 del 25.10.2022”. Quindi, “non sussistono i presupposti per la concessione della misura cautelare”. L’iter che ha condotto all’adozione del provvedimento – cioè l’autorizzazione al rigassificatore di Piombino – “non ha dato evidenza di palesi anomalie nello sviluppo del procedimento né di incontrovertibili carenze istruttorie idonee a supportare, prima di addivenire alla completa delibazione del merito, la sospensione dei provvedimenti impugnati”. Insomma, per il Tar del Lazio non sussistono mancanze o anomalie nell’adozione del provvedimento e nemmeno pericoli per la salute pubblica tali da stoppare il via libera all’opera. Il tribunale ha fissato per l’8 marzo 2023 l’udienza pubblica per la trattazione di merito del ricorso.

 

 

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha affermato che “le sentenze non si commentano ma si rispettano. Così è anche per la decisione del Tar del Lazio che ha respinto la richiesta di sospensiva cautelare sul rigassificatore di Piombino. Grazie ai rigassificatori di Ravenna e Piombino il nostro Paese potrà contare su una quota consistente di gas, fondamentale per garantire la sicurezza energetica delle famiglie e delle imprese italiane”.

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha dichiarato che “in questi giorni mi sono sentito molto supportato dal ministro dell’Ambiente e sarebbe opportuno che si potesse trovare un livello di dialogo anche con il sindaco di Piombino, perché l’interesse generale ci deve portare tutti verso la fase che ci condurrà all’ingresso del rigassificatore nel porto”. E ha aggiunto: “Non serve mettersi a fare la squadra che ha vinto a ha perso. No, qui ha vinto l’Italia”. Quei 5 miliardi di metri cubi di gas che arriveranno, ha spiegato il governatore toscano “sono la vittoria dell’Italia”.

Francesco Ferrari, sindaco di Piombino, ha dovuto adeguarsi alla sentenza del Tar: “Prendiamo atto – ha detto – della decisione del Tar di non concedere la sospensiva. Si tratta di una decisione parziale che interessa solo il provvedimento cautelare: ci aspetta comunque l’udienza di merito nella quale il Tribunale avrà modo di approfondire le tante e valide argomentazioni presentate dal Comune, cosa che non è stato possibile fare in questa prima fase di dibattimento sommario”. Ferrari ha poi ammesso: “Certamente ci auguravamo un altro risultato, ma siamo soddisfatti dall’urgenza che il Tar ha concesso alla trattazione del merito fissando l’udienza già per l’8 marzo 2023. Nella sentenza, il Tar esclude che ci sia un pericolo concreto e attuale visto che al momento il rigassificatore non è in funzione. Ciononostante, continueremo a vigilare e richiameremo gli enti preposti a un controllo attento e puntuale sul rispetto delle prescrizioni e ci riserviamo di valutare altre azioni contro il modo in cui Snam sta gestendo i cantieri già aperti”.