
In calo prezzi frutta ma +80% fragole e +26% albicocche, balzo latte (+20% annuale)
Calano i prezzi mensili all’ingrosso dell’ortofrutta, con alcune eccezioni, ma balzano quelli del latte spot e della carne di maiale. Stabilità per i vini mentre il settore ittico si segnala per la sua forte competitività. Ancora una volta, la panoramica della Borsa merci telematica italiana (Bmti) restituisce una fotografia contrastata dell’agroalimentare italiano. Gli aumenti mensili a doppia cifra riguardano sia ortaggi sia frutta: spiccano a luglio il 47,4% dei cetrioli e il +17% dei fagiolini, il +79% delle fragole e il +26% delle albicocche. Scende leggermente il comparto agrumi trainato da una richiesta debole per arance e pompelmi, rappresentati in gran parte da prodotto sudafricano, che scendono rispettivamente del 9,9% e 4,4% rispetto a giugno. In controtendenza i limoni: secondo l’aggiornamento della Bmti la scarsa disponibilità di prodotto oltre oceano e una buona domanda fanno salire i prezzi del 4,3% rispetto a giugno e di oltre il 20% su base annua.
Nel comparto degli ortaggi a bacca, la Borsa merci rileva lievi oscillazioni ma conferma il consistente aumento dei cetrioli, che segnano un rialzo di oltre il +32% rispetto a luglio 2024. Valore che si spiega per le elevate temperature di giugno che hanno determinato una scarsa allegagione e conseguente vuoto di produzione. In ribasso di oltre il -23% il peperone, che registra un’abbondante produzione in tutta la penisola. Lieve incremento del prezzo delle insalate, pur mantenendosi su livelli contenuti e in linea con il periodo. La scarsa disponibilità di fagiolini ha invece determinato un aumento del +17% rispetto al mese precedente e del +25,6% rispetto a luglio 2024. “Nei mercati è presente anche prodotto tedesco e olandese, che ha contribuito a limitare l’aumento dei prezzi”, spiegano gli analisti della Bmti. In discesa il comparto ortaggi a media conservazione (5,9%), con il ribasso più marcato che ha riguardato il cavolfiore. La produzione è giunta principalmente dalle aree montane, incontrando però una domanda molto bassa a causa delle elevate temperature. Ciò ha spinto al ribasso anche i prezzi del broccolo (-7,2%). Tra gli ortaggi a lunga conservazione prezzi delle patate in aumento (-6% rispetto a giugno): la raccolta nelle aree del centro-nord è ora completata e l’abbondanza di prodotto si riflette sui prezzi.
Molto diversificati i prezzi dei frutti a breve conservazione, il cui segmento è in ribasso del 2,6% mensile (ma segna un +8,2% annuale). Le fragole hanno appunto segnato un forte aumento. Le produzioni del sud sono terminate e quelle delle aree montane hanno di fatto determinato il prezzo, con un incremento del +79,3% rispetto al mese precedente. Anche le albicocche registrano un deciso rialzo: la produzione quest’anno è scarsa; limitata anche la disponibilità di prodotto francese. Rispetto a giugno l’aumento è di quasi il +26% e supera il +43% rispetto a luglio 2024. Differente la situazione per angurie e meloni, che scendono rispettivamente del -26% e -15,2% su base mensile: l’abbondanza di prodotto, insieme al clima instabile in Italia e nel nord Europa, ha limitato i consumi e ridotto le esportazioni, determinando eccedenze nei mercati nazionali. Debole anche la richiesta per le ciliegie che vedono una contrazione di prezzo (-10,3%), complici anche le caratteristiche organolettiche non sempre ottimali. Frutti a lunga conservazione in flessione (-6,5%): mele stabili, in lieve ribasso le pere. Cali anche per i kiwi (-15,3%) e l’uva da tavola (-15,1%), presente ora in buona quantità sia dalla Sicilia che dalla Puglia. Stabili le banane e l’intero comparto dei frutti tropicali.
Nel frattempo, a luglio, il comparto lattiero caseario segna il secondo mese consecutivo di crescita complessiva (+3,3% su giugno e +15,1% annuale). A trainarlo è il latte spot, che sul mese registra un +9% ma rispetto a luglio 2024 balza del 20,4%. Per quanto riguarda i formaggi Dop a lunga stagionatura, si registra un aumento moderato (+0,9% rispetto a giugno), trainato in particolare dal Parmigiano Reggiano, complice la domanda estera (+14% annuo). In lieve crescita anche i prezzi all’ingrosso dei formaggi a stagionatura media (+0,8% rispetto a giugno) e dei formaggi freschi e latticini (+1,2%). Tra i prodotti zootecnici, il prezzo delle uova conferma una certa stabilità (+0,3% mensile), anche se l’offerta continua ad essere scarsa sia a livello nazionale che europeo e su base annua l’incremento dei prezzi all’ingrosso è del 17%.
Per le carni, Bmti ha osservato un rialzo mensile del +6,3% per il maiale, trainato dalla maggiore domanda di tagli freschi da macelleria per Ferragosto, con un valore tendenziale che passa dal -5% di giugno a quasi +5,9% di luglio. In calo la carne di vitellone (-0,8% rispetto a giugno ma +26% annuale) e sostanziale tenuta per quella di vitello (rispettivamente +0,6% e +11,7%). Rallenta su base mensile invece la crescita dei prezzi del pollo (+0,4%) e del tacchino (+0,3%) mentre l’aumento tendenziale si è attenuato sia per la prima tipologia (da +23% di giugno a +18,7% di luglio) sia per la carne di tacchino (dal +36,2% a +33,3%).
Competitivi, a dir poco, i prezzi del comparto ittico. Luglio è stato caratterizzato da un clima mite che ha favorito l’attività di pesca, rendendo disponibili maggiori quantità di prodotto e determinando, di conseguenza, una generale riduzione delle quotazioni. In calo mensile e annuale i pesci freschi di mare (-0,2% e -10%), ma anche i crostacei e i molluschi freschi (rispettivamente -6,4% e -4,8%). In netto calo mensile in particolare palombi (-7,2%), sogliole (-6,6%) e triglie (-6,4), così come gamberi bianchi e rosa (-15,4%) e canocchie (-14,4%). Aumenti per pesce spada (+4,4%) e rombi (+4,6%).