Meteo, weekend di sole e temporali. In settimana il grande caldo

Italia al sole con caldo in aumento nel corso dell’imminente fine settimana, ma attenzione a forti temporali con rischio grandinate tra sabato 6 e domenica 7 luglio; poi nel corso della prossima settimana tornerà il grande caldo africano. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che i due fenomeni, caldo intenso e temporali, paiono scollegati, ma in realtà sono molto più uniti di quanto si possa pensare: la sempre più invadente presenza dell’anticiclone africano e l’aumento delle temperature medie in tutte le stagioni, causato dal cambiamento climatico in atto, provoca una maggiore evaporazione dell’acqua del mare che poi si traduce in quel carburante di cui parliamo spesso per l’innesco di eventi meteo estremi. Il tutto determina un aumento delle precipitazioni convettive (temporali) con serio rischio di grandine grossa e nubifragi.

Domani, 6 luglio, l’aspettativa è tanto sole e caldo su buona parte dei settori: vista l’origine sub-tropicale delle masse d’aria è prevista un’impennata delle temperature, specie al Centro-Sud e sulle due Isole maggiori, con picchi fino ad oltre 35°C. Nel frattempo, la coda di una perturbazione di passaggio sull’Europa Centrale lambirà parte del nostro Paese, destabilizzando non poco l’atmosfera. Le regioni settentrionali si troveranno in una sorta di “zona di convergenza” in cui interagiscono masse d’aria di origine diverse: da una parte il caldo africano, dall’altra le fresche e instabili correnti in discesa dal Nord Europa. Proprio in questa “terra di nessuno” avvengono i contrasti maggiori e più pericolosi con il serio rischio di locali grandinate e violente raffiche di vento (i temibili downburst: venti lineari fino a 100 km/h in uscita dal temporale).

Massima attenzione su Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Trentino Alto Adige, dove il maltempo ha già provocato ingenti danni nei giorni scorsi. Domenica 7 luglio l’anticiclone aumenterà ulteriormente la sua forza al Centro-Sud e sulle due Isole maggiori: ecco che inizierà dunque una nuova fase rovente. In particolare, su Puglia, Sardegna e Sicilia si potranno toccare punte massime oltre i 36-37°C durante le ore pomeridiane. Discorso diverso per il Nord dove, dopo una prima parte di giornata piuttosto calda, durante le ore pomeridiane aumenterà nuovamente il rischio di violenti temporali, dapprima sulle Alpi, poi in rapida estensione alle pianure di Piemonte, Lombardia e Veneto.

Entrando nel dettaglio, dunque, oggi al Nord tempo stabile, al centro soleggiato e al Sud bel tempo. Domani, sabato 6 luglio, al Nord rovesci e temporali sulle Alpi, sole altrove. Al centro tutto sole e al Sud ampio soleggiamento. Domenica 7 luglio, al Nord temporali sparsi, anche intensi. Al Centro più soleggiato e asciutto e al Sud tutto sole. La tendenza ravvisata è che nel corso della prossima settimana, nuova espansione dell’anticiclone africano, a garanzia di un tempo soleggiato e via via più caldo.

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Ultime piogge al Nord, nel weekend arriva il sole

L’ultimo giorno del mese di maggio vedrà una parte d’Italia alle prese con un’ intensa perturbazione, ma nel primo weekend di giugno la pressione tornerà ad aumentare un po’ regalando un’atmosfera un po’ più stabile.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it avvisa che nelle prossime ore mentre il tempo andrà lentamente migliorando in Lombardia, le precipitazioni interesseranno ancora in maniera diffusa il Triveneto, soprattutto i settori alpini, prealpini e le alte pianure. Non si potranno escludere dei nubifragi su Veneto e Friuli Venezia Giulia. Inoltre sulle Dolomiti la neve potrà scenderà fino a 1.600 metri, una quota di tutto rispetto per essere ormai alle porte di giugno. Sul resto d’Italia il tempo sarà migliore salvo per locali precipitazioni in Campania.

Nel weekend della Repubblica la pressione aumenterà un po’, ma non quel che basta per garantire due giornate completamente soleggiate; infatti, se sabato il sole sarà prevalente, eccezion fatta per alcuni isolati temporali pomeridiani sulle Alpi, domenica il tempo tenderà nuovamente a peggiorare. Nella festa della Repubblica, dopo una mattinata perlopiù stabile, nel pomeriggio arriveranno dei rovesci a carattere irregolare su Appennini centro-settentrionali, Alpi e zone adiacenti ad essi e in Emilia.

Sotto il profilo termico, dopo il contenuto abbassamento che interesserà il Nord, nel fine settimana le temperature torneranno a salire con valori massimi tra 21 e 25°C al Centro-Nord. Farà già caldo invece al Sud dove il clima sarà tipicamente estivo con picchi di 29-30°C in Puglia e Calabria e oltre i 32°C in Sicilia.

Meteo, la primavera adesso è davvero in arrivo: stop alle piogge e sole in tutta Italia

La primavera, finalmente. La perturbazione atlantica che ha interessato molte regioni nel giorno di Pasquetta provocando frane, grandinate e forti temporali è stata l’ultima delle feste pasquali. Ora la pressione inizierà ad aumentare su tutta l’Italia riportando un tempo più stabile e gradualmente via via più soleggiato e pure caldo. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it ci spiega che in un primo tempo l’alta pressione non sarà molto decisa nella sua rimonta sul nostro Paese e infatti nella giornata di domani, 3 aprile, un intenso passaggio nuvoloso potrebbe far piovere sui settori alpini e prealpini, ma in maniera piuttosto modesta.

Sarà da giovedì 4 aprile invece che l’anticiclone africano inizierà la sua conquista di tutto il territorio nazionale. E sarà proprio da questa data che le temperature cominceranno ad aumentare anche al Nord.

I dati attuali confermano il ritorno dell’anticiclone sub-tropicale che garantirà, almeno fino al weekend del 6-7 aprile, un tempo stabile, ampiamente soleggiato e soprattutto con temperature in aumento. Basti pensare che sulle regioni settentrionali si potranno raggiungere anche i 24-25°C, valori, questi, sopra la media del periodo di circa 5-6°C. Farà caldo anche sul resto d’Italia con temperature massime sempre superiori ai 20-23°C su gran parte delle città. Questa situazione di calda stabilità atmosferica potrebbe durare almeno fino all’8-9 aprile, dopo di che potrebbero tornare le precipitazioni.

Entrando nel dettaglio, oggi al nord residue precipitazioni sul Friuli Venezia Giulia, sole altrove. Al centro bel tempo prevalente e al sud soleggiato. Domani, 3 aprile, al nord cielo coperto, piogge deboli, nevicate modeste sulle Alpi, al centro cielo molto nuvoloso e al Sud cielo a tratti molto nuvoloso. Giovedì 4 aprile, infine, al nord cielo a tratti nuvoloso ma clima mite, al centro sole e clima mite e al Sud ampio soleggiamento. La tendenza è quella che porta verso sempre più sole e caldo.

Meteo, in arrivo anticiclone africano: la primavera in anticipo con sole e oltre 20 gradi

Il caldo non si farà attendere. L’Equinozio di Primavera cadrà alle ore 4.06 di mercoledì 20 marzo 2024. Con una settimana di anticipo, arrivano condizioni miti, soleggiate e primaverili quasi ovunque. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’arrivo della Primavera in anticipo, salvo alcune note instabili al Sud e sul medio Adriatico nella giornata di oggi. Dal punto di vista astronomico è successo ininterrottamente dal 2008, e succederà ancora: fino al 2043, il 20 marzo sarà sempre il primo giorno della Primavera. Scalzato il 21 marzo dal calendario astronomico, per almeno una ventina di anni ancora, ecco che nel 2024 le condizioni primaverili arriveranno ancora prima: dalle prossime ore un anticiclone di matrice sub-tropicale, l’anticiclone africano, rimonterà dal Marocco e dall’Algeria verso l’Italia portando tanto sole e temperature massime fino ed oltre i 20 gradi centigradi.

In tutto questo contesto tranquillo e gradevole, dobbiamo sottolineare per pignoleria qualcosa di rilevante e significativo: il pericolo valanghe resterà molto alto, grado 4 su una scala che va da un minimo di 1 ad un massimo di 5. Pericolo ‘Forte’ su gran parte della catena alpina centro-occidentale per gli accumuli record di neve del mese di marzo. Niente fuoripista o ciaspolate, per ora. Oltre alle condizioni nivologiche difficili, ritroveremo anche dei rovesci al Sud e localmente sul medio Adriatico a causa di residui ciclonici in quota e del riscaldamento diurno: oggi si formeranno soprattutto dei temporali di calore pomeridiani, nella normale evoluzione primaverile.

Le temperature massime saliranno fino a circa 20°C anche al Nord; attenzione, però, le minime saranno frizzanti, localmente intorno ai 2-4°C in pianura. Questo significherà, per alcuni giorni, doversi vestire a cipolla, coperti al mattino per poi spogliarsi durante il giorno. Dal punto di vista previsionale, dopo un mercoledì 13 marzo all’insegna di qualche temporale, avremo prevalenza di sole da Nord a Sud giovedì e venerdì. Sabato ritroveremo qualche temporale al Centro-Sud, mentre domenica 17 marzo il cielo sarà azzurro ed il tempo mite ovunque (a Bolzano attesi 21°C): tutto sommato, il prossimo weekend interromperà la maledizione dei fine settimana. Eravamo infatti arrivati a 3 weekend di fila guastati dal maltempo; adesso possiamo finalmente progettare la prima gita al mare o una bella sciata, sempre in pista però fino a quando le tonnellate di neve caduta non si saranno assestate per bene.

Il sole di metà marzo, è bene ricordarlo, presenta un’intensità dei raggi pari a quella di metà settembre: una prima mano di crema solare non guasterà, soprattutto sulle pelli più bianche di chi ha vissuto la lunga ‘maledizione dei weekend’ in casa o sotto cieli grigi e plumbei.

Entrando nel dettaglio, oggi al nord sole e clima primaverile salvo nebbie/cielo coperto al mattino sul Triveneto, al centro soleggiato, al sud qualche temporale in Calabria. Domani, 14 marzo, al nord bel tempo e clima mite, al centro sole prevalente e al sud bel tempo. Venerdì 15 marzo al nord tante nuvole, pioviggine in Liguria, piogge notturne al Nordest. Al centro cielo via via più coperto, piovaschi su alta Toscana e al sud bel tempo. La tendenza sarà di un’atmosfera piuttosto stabile anche per il weekend del 16 e 17 marzo. Sabato con qualche temporale in più al Centro-Sud.

Balconi - Francia

‘Diritto al sole’ diventa obbligatorio: case solo con balconi a Rennes

Saranno stati la pandemia, l’isolamento sanitario, l’aumento dello smart working e il bisogno di una vita domestica più sostenibile, ma sta di fatto che l’area metropolitana di Rennes ha preso una decisione decisamente controcorrente. D’ora in avanti tutte le case di nuova costruzione dovranno avere un balcone o un terrazzo di almeno 4 metri quadri. Questo vincolo non si limita agli edifici privati: anche le residenze per studenti, anziani o ostelli per giovani lavoratori devono offrire uno spazio esterno, in questo caso fissato fissato a 3 metri quadri. Il cambiamento degli stili di vita dopo la pandemia, come spiega Laurence Besserve, vicepresidente di Rennes Metropole, è stato determinante nella scelta.

Ma c’è un altro motivo per cui i rappresentanti eletti della metropoli bretone (460.000 abitanti e 43 comuni) hanno deciso di fare il grande passo: le previsioni demografiche. “La popolazione invecchia: resteremo a casa il più a lungo possibile, quindi ci sarà bisogno di spazi interni ed esterni. Conosciamo tutti i benefici dello stare all’aperto“, spiega Besserve, che è anche sindaco di Betton, una cittadina in rapida espansione alle porte di Rennes. Tutta l’area, così come quella di molte altre città occidentali, devono rispondere a una forte impennata demografica, con una previsione di 533.000 abitanti entro il 2035 e la necessità di creare 65.000 nuovi alloggi.

Con la legge Clima e resilienza del 2021 in Francia e la prospettiva di net zero entro il 2050, “sempre più persone vivranno in forme urbane collettive e questo bisogno di spazio all’aperto sta diventando vitale“, sostiene Besserve. La decisione piace molto al mercato immobiliare. “L’esigenza di avere spazi esterni è stata espressa molto dai clienti negli ultimi tempi“, spiega Guillaume Loyer, del gruppo Giboire. Ovviamente questo nuovo standard porterà “necessariamente” un aumento dei prezzi e questo potrebbe rappresentare un problema.

Il sociologo Jean Viard, che da tempo sostiene il “diritto al sole“, accoglie con favore questa iniziativa in una zona “che è sempre stata all’avanguardia in termini di politiche di pianificazione regionale con il concetto di città arcipelago“. “Tutti vogliono poter mangiare al sole, avere una pianta e possibilmente un animale“, ha osservato l’autore di ‘La sacralità del tempo libero’, sottolineando che “molti anziani non escono mai di casa” e purtroppo non hanno più alcun legame con l’aria esterna.

Da Imola parte Artica: La vela solare che limita la spazzatura in orbita

L’innovazione Made in Italy va in orbita. E oltre a testare le nuove tecnologie aerospaziali, si preoccupa di limitare la ‘spazzatura’ nell’universo. Una nuova vela solare (Artica) è stata aperta in orbita ed è imbarcata sul cubesat Alpha, nanosatellite a forma di cubo lanciato il 13 luglio scorso dalla base di Kourou (Guyana Francese) in occasione del primo volo del vettore italo-europeo Vega C. Realizzato dalla divisione spazio Spacemind della società NPC di Imola (Bologna), il sistema Artica consentirà ai piccoli satelliti in orbita bassa di effettuare il de-orbiting al termine della loro missione, ovvero ridurre la quota e bruciare a contatto con gli strati più alti dell’atmosfera. “Ad oggi, secondo i dati dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), in orbita terrestre vi sono circa 130 milioni di oggetti di varie dimensioni, compresi 20mila satelliti– ha spiegato Nicolò Benini, marketing manager di Npc Spacemind – e così limitare la ‘spazzatura spaziale’ sta diventando dunque una vera emergenza per la sicurezza delle future missioni. Siamo perciò entusiasti che, con la corretta apertura della sua vela solare, ‘Artica’ abbia dimostrato di poter offrire una soluzione semplice, economica e sostenibile al problema degli ‘space debris’ in orbita bassa”.

RIFIUTI NELLO SPAZIO PROFONDO

Il problema della ‘spazzatura spaziale’ è in effetti aumentato considerevolmente nei decenni, ovvero in maniera proporzionale alla ricerca aerospaziale e ai lanci delle varie Agenzie nazionali. La Nasa conferma che le minacce derivanti dagli ‘space debris’, ovvero detriti spaziali, sono in aumento a causa del lancio di diverse installazioni multisatellitari, in particolare nell’orbita terrestre bassa. Il requisito di vita per qualsiasi veicolo spaziale nell’orbita terrestre bassa è di 25 anni dopo la missione o 30 anni dopo il lancio, se non può essere immagazzinato in un’orbita cimitero (una delle più estreme orbite intorno alla Terra destinata ad accogliere, appunto, satelliti in disuso o apparecchiature che hanno terminato il loro ciclo di funzionalità). Il tasso di decadimento di questi veicoli spaziali, spiega la Nasa, dipende da diversi fattori, e in particolare, dall’assegnazione dell’orbita e dal coefficiente balistico.

Le stime dell’accumulo di detriti orbitali suggeriscono che più di 900mila detriti con un diametro compreso tra 1 e 10 cm e oltre 34mila con diametri superiori ai 10 cm siano in orbita tra l’equatoriale geostazionaria e le quote dell’orbita terrestre bassa. Degli 11.370 satelliti lanciati, il 60% è ancora in orbita ma solo il 35% è ancora operativo. Ad aprile 2021, la Nasa stima che tutti i detriti spaziali in orbita abbiano una massa collettiva di 9.300 tonnellate.

IL PROGETTO ARTICA

Ebbene, il progetto Artica (Aerodynamic Reentry Technology In Cubesat Application) mira a limitare la presenza di rimasugli nello spazio. Avviato nel 2012 da NPC Spacemind, ha già visto il lancio di un primo dimostratore tecnologico a bordo del cubesat Ursa Maior, nel giugno 2017. La versione perfezionata è invece entrata in orbita nel luglio scorso a bordo di Alpha, realizzato da un gruppo di start-up innovative italiane guidato dalla società romana ARCA Dynamics. Il nanosatellite ha la forma di un cubo, con 10 centimetri di lato e un peso di 1,2 chilogrammi, mentre la vela ha una superficie di 2,1 metri quadrati ed è realizzata in mylar alluminizzato. In orbita bassa la vela funziona come un aerofreno e riduce la quota del satellite fino a bruciare nell’atmosfera terrestre, mentre nelle orbite più alte la vela sfrutta la pressione della radiazione solare per modificare l’orbita del satellite. Il sistema europeo di sorveglianza spaziale EUSST ha confermato che Alpha sta volando a 6mila chilometri di altezza ed è visibile da terra proprio grazie agli effetti della vela sulla sua luminosità e sulla traiettoria. A bordo del cubesat, sono anche presenti altri esperimenti scientifici e tecnologici realizzati dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, ARCA Dynamics, H4 Research e Apogeo Space.

MISSIONI FUTURE

La missione di Alpha sarà seguita a breve da ben quattro cubesat, tutti realizzati in Italia da NPC Spacemind e dotati della vela per il loro de-orbiting a fine missione. Il primo, denominato ‘DanteSat’, sarà trasportato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale nel prossimo mese di ottobre e da lì rilasciato nello spazio. Gli altri tre nanosatelliti (Futura 1, 2 e 3), saranno invece lanciati a dicembre da un vettore Space X. Benini spiega che “il lancio dei tre ‘Futura’, oltre a validare nello spazio alcuni sottosistemi elettronici miniaturizzati, avrà anche lo scopo di sperimentare il nostro SM Pod, un nuovo deployer per cubesat ad alte prestazioni, che consentirà di ridurre sensibilmente tempi e costi del rilascio in orbita. Grazie ai nostri cubesat, al deployer e alla vela per il de-orbiting, il nostro Paese potrà offrire così servizi innovativi al mercato mondiale dei nano e microsatelliti che è in grande espansione”.

(Photo credits: www.npcspacemind.com)

spiaggia

Allarme Legambiente: Italia poche spiagge libere, pesa l’inquinamento

Estate 2022, tempo di spiagge e mare. Ma nel Belpaese è sempre più difficile trovare una spiaggia libera dove prendere il sole. A pesare un mix di fattori: la crescita in questi anni delle concessioni balneari che toccano quota 12.166, l’aumento dell’erosione costiera che riguarda circa il 46% delle coste sabbiose, con i tratti di litorale soggetti ad erosione triplicati dal 1970, e il problema dell’inquinamento delle acque che riguarda il 7,2% della costa sabbiosa interdetto alla balneazione per ragioni di inquinamento. A fare il punto della situazione e dei cambiamenti in corso lungo le aree costiere è il nuovo rapporto di Legambiente ‘Spiagge 2022’, diffuso oggi a pochi giorni dall’approvazione del Ddl concorrenza che pone fine alla proroga alle concessioni balneari fissando l’obbligo di messa a gara dal primo gennaio 2024, così come deciso dalla sentenza del Consiglio di Stato.

Rimangono alcuni nodi da risolvere subito come quello della scarsa trasparenza sulle concessioni balneari, i canoni per buona parte ancora irrisori, la non completezza dei dati sulle aree demaniali e soprattutto l’assenza di un regolare e affidabile censimento delle concessioni balneari ed in generale di quelle sul Demanio marittimo. Quest’ultimo punto emerge chiaramente dal rapporto: il dato sui canoni di concessioni è fermo al 2021. Si parla di 12.166 concessioni per stabilimenti balneari, secondo i dati del monitoraggio del Sistema informativo demanio marittimo (S.I.D.), effettuato a maggio 2021. In alcune Regioni ci sono dei veri e propri record a livello europeo, come in Liguria, Emilia-Romagna e Campania, dove quasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti balneari. Nel Comune di Gatteo, in Provincia di Forlì e Cesena, tutte le spiagge sono in concessione, ma anche a Pietrasanta (LU), Camaiore (LU), Montignoso (MS), Laigueglia (SV) e Diano Marina (IM) siamo sopra il 90% e rimangono liberi solo pochi metri spesso in prossimità degli scoli di torrenti in aree degradate.

Seppur l’approvazione del Ddl concorrenza abbia portato un’importante novità, per l’associazione ambientalista sono ancora molti gli ostacoli da superare per garantire una gestione delle coste attenta alle questioni ambientali. Per questo Legambiente lancia un pacchetto di cinque proposte affinché nella prossima legislatura si arrivi ad avere una legge nazionale per garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge e allo stesso tempo un quadro di regole e un quadro di regole certe che premino sostenibilità ambientale, innovazione e qualità. Cinque i pilastri su cui si dovrà concentrare il lavoro: garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge, premiare la qualità dell’offerta nelle spiagge in concessione, ristabilire la legalità e fermare il cemento sulle spiagge, definire una strategia nazionale contro erosione e inquinamento e un’altra per l’adattamento dei litorali al cambiamento climatico.

coste legambiente

In Italia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – non esiste una norma nazionale che stabilisca una percentuale massima di spiagge che si possono dare in concessione. Un’anomalia tutta italiana a cui occorre porre rimedio. L’errore della discussione politica di questi anni sta nel fatto che si è concentrata tutta l’attenzione intorno alla Direttiva Bolkestein finendo per coprire tutte le questioni, senza distinguere tra bravi imprenditori e non, e senza guardare a come innovare e riqualificare. È un peccato che non si sia riusciti a definire le nuove regole in questa legislatura, in modo da togliere il tema dalla campagna elettorale. Occorre, infatti, dare seguito alle innumerevoli sentenze nazionali ed europee, altrimenti si arriverà presto a multe per il nostro Paese per violazione delle direttive comunitarie e, a questo punto, anche di una legge nazionale che stabilisce di affidarle tramite procedure ad evidenza pubblica a partire dal primo gennaio 2024”.