Energia, Casella (Dg Near): “Favoriamo dialogo tra stakeholders e banche”

E’ importante che “gli stakeholders dell’energia e le banche, non solo internazionali, ma anche locali, si parlino perché molte volte non c’è questo questo dialogo. Questa è veramente è una delle cose più apprezzate del programma. Ne abbiamo già fatti alcuni in vari Paesi e ce ne saranno altri ancora”. Lo dice a GEA Cristina Casella, program manager della Dg Near (direzione generale Vicinato e negoziati di allargamento) dell’Unione Europea in occasione del terzo e ultimo ultimo appuntamento con le settimane di meetMED, che si svolge ad Hammamet, in Tunisia. “Stiamo cercando – ha aggiunto – di lavorare sulle politiche effettivamente. Perché alcuni Paesi hanno già delle politiche più avanzate sulle case green e altri no. Effettivamente lavoriamo sia sulle politiche sia sugli investimenti, abbiamo un approccio globale per l’idea dei target climatici”.

Energia, Casella (Dg Near): “Lavoriamo per sviluppo rinnovabili in Nord Africa”

“Abbiamo una strategia congiunta con i Paesi del vicinato e quindi lavoriamo essenzialmente su alcuni elementi che sono veramente fondamentali della transizione. Cerchiamo di sviluppare tutto quello che riguarda le rinnovabili perché c’è un grandissimo potenziale” in Nord Africa, “c’è molto sole, c’è molto vento e molto spazio. Quindi c’è la possibilità”. Lo dice a GEA Cristina Casella, program manager della Dg Near (direzione generale Vicinato e negoziati di allargamento) dell’Unione Europea in occasione del terzo e ultimo ultimo appuntamento con le settimane di meetMED, che si svolge ad Hammamet, in Tunisia. “Però – aggiunge – c’è ancora molto lavoro da fare”. A partire da “assistenza tecnica, formazione e finanziamenti. Lavoriamo non soltanto da Bruxelles, ma anche nelle nostre delegazioni”.

Al via ad Hammamet la 3^ MeetMed week su cooperazione mediterranea per energia

Ad Hammamet, in Tunisia, è iniziato il terzo e ultimo ultimo appuntamento con le settimane di meetMED. L’evento di punta della cooperazone energetica dell’area mediterranea è organizzato da Medener (che vede l’italiana Roberta Boniotti di Enea come segretario generale) e Anme (l’Agenzia Nazionale tunisina per la Gestione dell’Energia) in partnership con Aprue (l’Agenzia Nazionale algerina per la Promozione e la Razionalizzazione dell’Uso dell’Energia). Il progetto Mitigation Enabling Energy Transition in the Mediterranean Region, appunto meetMED, è finanziato dall’Ue, sviluppato dall’Associazione Mediterranea delle Agenzie Nazionali per la Gestione Energetica (MEDENER) e dal Centro Regionale per le Energie Rinnovabili e l’Efficienza Energetica (RCREEE), una istituzione intergovernativa ufficiale del braccio tecnico sia della Lega degli Stati Arabi-Dipartimento dell’Energia che del Consiglio Ministeriale Arabo per l’Elettricità (AMCE).

Un centinaio tra decisori politici e stakeholder hanno iniziato oggi a scambiarsi esperienze e buone pratiche per intensificare il percorso verso una transizione energetica sostenibile. Ma attraverso dialogo e un consolidamento dei rapporti – si percepisce dai numerosi incontri informali tra esponenti italiani, egiziani, libanesi, giordani, tunisini o algerini – la cooperazione cerca in queste ore ad Hammamet anche di smussare le asperità che possono esserci fra le varie sponde del Mediterraneo a causa della guerra scoppiata in Israele, che coinvolge direttamente e indirettamente i Paesi vicini. Una guerra che rischia di rimandare indietro le lancette dell’orologio della cooperazione, anche in campo energetico. Gli obiettivi prioritari riguardano così il rafforzamento dello sviluppo di politiche di efficienza energetica e decarbonizzazione del mix energetico attraverso la diffusione su larga scala delle rinnovabili nei settori strategici dell’edilizia e degli elettrodomestici. Un’attività di formazione che tocca molti amministratori locali di Medio-Oriente e Nord Africa.

La prima settimana meetMED si era svolta al Cairo (Egitto), nel 2022, per promuovere l’impegno degli stakeholder e delle autorità nazionali verso gli obiettivi del progetto meetMED II, mentre la seconda edizione, organizzata a Marrakech (Marocco) nel 2023, si era concentrata sulla presentazione delle diverse attività svolte attraverso il progetto, la revisione delle politiche attuate e i risultati delle azioni dimostrative. La terza e ultima edizione della settimana meetMED, ad Hammamet, si concentra invece sull’efficienza energetica, che tutti i partecipanti ai numerosi panel evidenziano come la prima misura per abbattere le emissioni. Gli obiettivi dell’evento tunisino sono quelli di mobilitare e coinvolgere gli stakeholder nazionali, le autorità locali, gli operatori del settore privato, la società civile e la popolazione, a livello regionale e locale. Ma anche facilitare lo sviluppo e la replica di misure di efficienza energetica, oltre che aumentare la consapevolezza pubblica e gli investimenti.

“Abbiamo una strategia congiunta con i Paesi, quelli che noi chiamiamo neighborhood, di vicinato, e quindi lavoriamo essenzialmente su alcuni elementi che sono fondamentali nella transizione green”, fa sapere Cristina Casella, programme manager della Dg Near (direzione generale Vicinato e negoziati di allargamento) dell’Unione Europea. “Una delle cose che facciamo è cercare di sviluppare tutto quello che è energie rinnovabili, perché c’è un grandissimo potenziale qua in Nord Africa: c’è molto sole, c’è molto vento, c’è molto spazio, quindi c’è la possibilità” di crescere, “però effettivamente non siamo ancora a livello di quello che sono le politiche e i regolamenti, quindi c’è tutto questo lavoro da fare per poter sviluppare le energie”. C’è anche un tema di formazione, continua Casella. “Parlo di assistenza che molte volte è assistenza tecnica e delle volte si tratta di finanziamenti che possono essere sotto forma di grants (sovvenzioni, ndr) o insieme lavoriamo con degli organismi finanziari che danno dei loans (prestiti, ndr)… Molto adesso è sull’efficientamento energetico, perché sarebbe proprio la prima cosa da fare, cioè evitare la perdita di energia”, aggiunge la programme manager della Dg Near (direzione generale Vicinato e negoziati di allargamento) dell’Unione Europea. “Stiamo cercando di lavorare su politiche nazionali” per migliorare l’efficientamento delle case nel Nord Africa e in Medio-orientale. “Alcuni Stati hanno piani nazionali sull’efficientamento energetico e sulle case green, altri no. Lavoriamo dunque sia sulle politiche, sia sugli investimenti con un approccio globale che ha come obiettivo il raggiungimento dei target climatici”.

Piano Mattei, Meloni in Tunisia: Intese su energia, Pmi e ricerca, ce ne saranno altre

La prima visita in Tunisia nell’ambito del Piano Mattei è durata una manciata di ore, ma ha portato a tre intese “importanti”, in tema di energia, Pmi e di università.Altre ne verranno firmate, in temi di difesa, cultura, istruzione, perché questa cooperazione produce molti risultati“, anticipa Giorgia Meloni dopo l’incontro con Kaïs Saïed, accompagnata dai ministri Matteo Piantedosi (Interno), Anna Maria Bernini (Università e Ricerca) e dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. La premier italiana si dice anche “molto fiera” del lavoro che Roma sta portando avanti dopo la firma del memorandum con l’Ue, un’intesa “storica”, rivendica, per “costruire un modello di cooperazione paritario e diventato un paradigma di riferimento nel suo complesso“.

Gli strumenti del Piano Mattei siglati oggi riguardano il sostegno diretto al bilancio dello Stato tunisino, che prevede 50 milioni di euro a sostegno dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, una linea di credito di 55 milioni di euro a favore delle piccole e medie imprese tunisine e un protocollo d’Intesa sulle università, che fornirà il quadro per la cooperazione in questo ambito tra i due Paesi.

Con la Tunisia l’approccio “nuovo e muove dal reciproco interesse delle nostre nazioni“, spiega Meloni. La relazione bilaterale instaurata è sì politica, scandisce, ma anche “fatta di passi concreti e dimostra quanto la collaborazione con il Paese sia una priorità per l’Italia e un tassello del lavoro che l’Italia porta avanti con il Piano Mattei per costruire una cooperazione paritaria e vantaggiosa per tutti”.

In ambito migratorio, la premier ringrazia le autorità tunisine e Saied per il lavoro che “insieme cerchiamo di portare avanti contro i trafficanti di esseri umani”, afferma. “E’ fondamentale – insiste – che insieme lavoriamo per continuare a combattere gli schiavisti del terzo millennio e le organizzazioni che pensano di poter sfruttare le aspirazioni di chi vorrebbe una vita migliore per fare soldi facili”. Un lavoro che Roma e Tunisi portano avanti insieme, ma, avverte la presidente del Consiglio, “necessità anche di sviluppo e investimenti per i paesi africani”.

E’ l’energia una delle materie su cui “la collaborazione deve continuare a rafforzarsi“, ribadisce Meloni, che già nel discorso di apertura del vertice Italia-Africa organizzato a Roma alla fine di gennaio, aveva ricordato il progetto strategico del cavo elettrico sottomarino Elmed (il primo a connettere le reti elettriche di Africa ed Europa, apripista di futuri ulteriori investimenti nel campo delle energie rinnovabili). Ma anche il lavoro dell’Italia per potenziare le stazioni di depurazione delle acque non convenzionali per irrigare un’area di otto mila ettari e creare un centro di formazione dedicato al settore agroalimentare, e la riqualificazione infrastrutturale delle scuole, la formazione e l’aggiornamento dei docenti, oltre che scambi di studenti e insegnanti tra i due Paesi.

Il Piano Mattei è un’iniziativa strategica “nella quale anche l’alta formazione rappresenta un pilastro“, commenta Bernini dopo aver siglato il Memorandum of understanding con l’omologo tunisino, Moncef Boukthir. L’obiettivo è ambizioso, riferisce: “Fornire ai giovani africani gli strumenti per partecipare attivamente al progresso e alla crescita dei loro Paesi”. La ricerca sarà supportata, garantisce Bernini, “in modo congiunto e con convinzione”, per vincere le sfide globali, “a partire dal contrasto al cambiamento climatico, l’innovazione in campo agricolo e la tutela delle biodiversità”.

Firmato Memorandum Ue-Tunisia: fra i cinque pilastri la transizione energetica green

A Tunisi l’Unione Europea e la Tunisia, concordando di attuare il pacchetto di partenariato globale annunciato congiuntamente l’11 giugno 2023, hanno firmato il memorandum d’intesa che copre cinque pilastri: stabilità macroeconomica, commercio e investimenti, transizione energetica verde, contatti interpersonali e migrazione. Sarà attuato attraverso i vari filoni di cooperazione tra l’Unione europea e la Tunisia, seguendo i regolamenti e le procedure applicabili. Presenti alla firma la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il presidente del Consiglio olandese Mark Rutte, insieme al Presidente della Tunisia Kaïs Saied. Per quanto riguarda l’energia, il partenariato energetico aiuterà la Tunisia nella transizione verso l’energia verde, riducendo i costi e creando il quadro per il commercio delle energie rinnovabili e l’integrazione con il mercato dell’Ue.

La Tunisia e l’Unione Europea sono consapevoli del potenziale della Tunisia nel campo delle energie rinnovabili e, nell’interesse comune di garantire una maggiore sicurezza della produzione e dell’approvvigionamento energetico tra le due parti, stanno lavorando per concludere un partenariato strategico nel settore dell’energia, rafforzando così la crescita verde e la creazione di posti di lavoro“, si legge nel capitolo sulla transizione energetica verde. L’impegno delle due parti si basa sull’attuazione degli impegni assunti nell’ambito dell’Accordo di Parigi, in particolare sul contributo e la strategia nazionale di Tunisi “per uno sviluppo a zero emissioni di carbonio e resiliente al clima entro il 2050, nei settori della mitigazione e dell’adattamento ai cambiamenti climatici“. Tra gli obiettivi c’è il rafforzamento della “produzione di idrogeno rinnovabile e dei suoi derivati“, della cooperazione “sulle catene di approvvigionamento per le tecnologie energetiche pulite e la produzione di energia in modo reciprocamente vantaggioso“. Questi obiettivi “richiedono la mobilitazione su larga scala di strumenti finanziari mirati, comprese le garanzie, accompagnati da riforme adeguate che portino a un quadro normativo favorevole, trasparente, stabile e prevedibile, per attrarre gli investimenti e lo sviluppo commerciale nel settore delle energie rinnovabili in Tunisia“, in vista della firma dell’accordo sulla sovvenzione concessa nell’ambito dello Strumento europeo di interconnessione da 307 milioni di euro e dell’introduzione del meccanismo di aggiustamento delle frontiere per il carbonio (Cbam). Le parti hanno concordato che l’attuazione del partenariato “dovrebbe basarsi su una tabella di marcia elaborata congiuntamente“, per aiutare la Tunisia a produrre energia rinnovabile, “migliorando le prestazioni dei servizi pubblici e delle imprese pubbliche attive nel settore energetico, semplificando le procedure amministrative, mettendo in atto gli strumenti e i regolamenti necessari per integrare la Tunisia nel commercio internazionale di energia rinnovabile e più in generale, riformando il quadro normativo del settore energetico“.

Nel pilastro sull’economia e commercio sono incluse anche agricoltura, economia circolare e transizione digitale. “Le parti si adoperano per rafforzare il loro partenariato nel campo della gestione sostenibile dell’acqua al fine di garantire l’accesso ad acqua potabile di qualità, di adoperarsi per un’irrigazione agricola sostenibile, anche attraverso l’uso di acqua non convenzionale (acqua piovana, acqua salmastra e acque reflue trattate) e di sviluppare infrastrutture strategiche per la gestione e il trasferimento dell’acqua“, si legge nel test. La cooperazione si basa sull’agricoltura sostenibile, la resilienza dei sistemi alimentari e sicurezza alimentare, “anche a vantaggio del rafforzamento dei sistemi cerealicoli e di alcuni prodotti agricoli, in particolare nell’ambito di negoziati da concordare“. Sul piano dell’economia circolare, Ue e Tunisia “si adoperano per rafforzare la loro cooperazione nella transizione verso un’economia circolare a basse emissioni di carbonio basata sull’uso efficiente delle risorse“, che comprenderà “la gestione sostenibile dei rifiuti, anche attraverso partenariati pubblico-privato“. Infine sulla transizione digitale le due parti hanno concordato di rafforzare “le capacità, la cooperazione tecnologica, il finanziamento e i progetti comuni“. Tra i progetti di cooperazione c’è quello del cavo digitale sottomarino ‘Medusa’ per la connessione ad alta velocità, ma anche la possibilità di rendere la Tunisia un “hub per la fornitura di connettività Internet ad altre parti del continente africano“. Sarà analizzata la possibilità che il Paese partecipi al Programma Europa Digitale e, “più in generale, a qualsiasi iniziativa europea nel campo dell’innovazione e della digitalizzazione“.

Meloni: “Piano Mattei soluzione al grande problema d’Europa, l’energia”

La guerra in Ucraina ha cambiato la geopolitica energetica. L’approvvigionamento è diventato “il grande problema dell’Europa” che “non può guardare più a Est, ma deve guardare a Sud” del Mediterraneo. Nel ‘Forum in masseria’, organizzato ogni anno da Bruno Vespa, Giorgia Meloni torna a ripetere quanto fondamentale sia, non solo per l’Italia, ma per l’intero continente il suo Piano Mattei.

Un progetto che, a suo avviso, porterà non pochi benefici anche in Africa dove, scandisce, “sanno benissimo cosa significa”. Il tema si incrocia con una nuova, incombente, emergenza migratoria, di cui la premier ha discusso ieri con il cancelliere tedesco Olaf Scholz: “Chi è intellettualmente onesto non può notare che dalle sue parole, a margine dell’incontro di ieri, in Europa c’è un cambio di schema”, che c’è la necessità di “occuparci della dimensione esterna, mentre fino a ieri il dibattito era come gestiamo i movimenti secondari”.

La questione, insiste, “non si può risolvere se non si capisce che la frontiera d’Europa è una, che l’immigrazione illegale si deve fermare prima che arrivi in Europa e non si può prescindere da accordi con i Paesi di partenza e transito, è il lavoro che stiamo facendo con quei Paesi soprattutto del Nord Africa”, con il Piano Mattei: “Stiamo mettendo in campo un progetto di cooperazione non predatoria, da pari, come faceva Enrico Mattei e i Paesi africani“.

Domenica la presidente del Consiglio tornerà in Tunisia con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il primo ministro olandese, Mark Rutte. L’obiettivo è spingere per trovare l’accordo sugli aiuti del Fondo monetario internazionale al Paese, bloccati per le mancate riforme: “Ci sto lavorando quasi quotidianamente e se domenica ci recheremo lì è grazie a lavoro, molto prezioso, fatto dall’Italia“, rivendica. “Insieme a quella missione, si sta per concretizzare un primo pacchetto aiuti della Commissione Ue, propedeutico all’accordo con il Fmi – aggiunge -. Accordo sul quale continuo a chiedere un approccio pragmatico e non ideologico, sia alla Tunisia che al Fondo monetario internazionale“.

Meloni in Tunisia: “Impegno Italia per accordo con Fmi. Avanti col Piano Mattei”

Un colloquio “lungo e proficuo” con il presidente Kais Saied; l’impegno di portare avanti la causa tunisina per sbloccare la trattativa con il Fondo monetario internazionale per la concessione di una parte del finanziamento da 1,9 miliardi di euro che potrebbero aiutare il Paese nordafricano nella stabilizzazione; la disponibilità a tornare a stretto giro con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Giorgia Meloni conclude la sua missione lampo a Tunisi con un video diffuso sui suoi social, in cui parla da un pulpito (ma senza la stampa), spiegando l’esito del suo colloquio con il presidente tunisino.

La premier cerca di evitare che il Paese cada in default, circostanza che potrebbe significare per l’Italia un considerevole aumento del flusso migratorio sulla rotta del mare.

Nel pieno rispetto della sovranità tunisina, ho raccontato al presidente Saied degli sforzi che un Paese amico come l’Italia sta facendo per cercare di arrivare a una positiva conclusione dell’accordo tra Tunisia e Fmi, che resta fondamentale per un rafforzamento e una piena ripresa del Paese“, afferma la presidente del Consiglio.

Quella di ieri, conferma, è una visita istituzionale “molto importante“. Ricorda la storica amicizia tra Italia e Tunisia, che “devono saper cooperare insieme sempre di più e meglio” e “in questo periodo di difficoltà” per il Paese ribadisce il “sostegno dell’Italia a 360 gradi, per il bilancio, l’apertura delle reti di credito, lo sviluppo del settore agroalimentare“.

Anche a livello europeo, spiega la premier, l’Italia si è fatta portavoce di un “approccio concreto” per aumentare l’appoggio alla Tunisia sia nel contrasto alla tratta di esseri umani e all’immigrazione illegale, che per un “pacchetto di sostegno integrato, di finanziamenti e di opportunità importanti a cui sta lavorando Bruxelles“.

La cooperazione che sta più a cuore a Meloni è quella sul fronte energetico che, ricorda, si rafforza” grazie al cavo sottomarino Elmed, infrastruttura strategica che lega i due Paesi e consente a entrambi di “diventare hub energetico per i vicini”. Si tratta di un progetto di interconnessione elettrica marittima tra le due sponde del Mediterraneo, promosso da Terna e dall’omologa tunisina Steg, varato all’inizio dell’anno. L’opera prevede un collegamento elettrico subacqueo in corrente continua con una potenza di 600 MW, lungo oltre 200 chilometri e con una profondità massima raggiunta di 800 metri. Per l’Italia, dall’approdo di Castelvetrano, in provincia di Trapani, si arriva alla costa grazie a un cavo interrato che percorre strade esistenti lasciando inalterati ambiente e paesaggio per 18 chilometri fino ad arrivare a Partanna, dove sarà costruita una stazione di conversione da corrente continua in alternata nella stessa area della già esistente stazione elettrica. Dall’approdo italiano il cavo sottomarino raggiunge la costa tunisina attraversando il Canale di Sicilia.

Il cavo Elmed fa parte del ‘Piano Mattei’ che verrà presentato a ottobre, in occasione del Summit intergovernativo Italia-Africa. “E’ un piano – scandisce Meloni – che vuole parlare di una cooperazione non paternalistica, non predatoria, ma paritaria“. Una cooperazione, garantisce, che “offre opportunità per tutti.

Al via elettrodotto tra Italia-Tunisia: da Ue 307mln a Terna. Meloni: “Decisione storica”

Europa e Africa sempre più connesse, almeno dal punto di vista energetico. Terna riceverà un finanziamento da 307 milioni da parte dell’Unione europea per costruire il cavo di interconnessione elettrica tra l’Italia e la Tunisia, opera che è stata inserita nella lista dei Progetti di Interesse Comune. Il prestito europeo sarà erogato attraverso il Connecting Europe Facility, il fondo Ue destinato allo sviluppo di progetti chiave che mirano al potenziamento delle infrastrutture energetiche comunitarie. La notizia è arrivata ieri, assieme all’avvio da parte del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del procedimento autorizzativo. “Si tratta di una decisione storica — spiega Terna in una nota —. Per la prima volta, infatti, i fondi comunitari Cef sono stati assegnati a un’opera infrastrutturale sviluppata da uno Stato Membro e da uno Stato Terzo. Come ulteriore testimonianza della sua importanza strategica, la Commissione europea ha destinato al progetto oltre la metà del budget disponibile nel bando del 2022“. L’opera, realizzata da Terna e da Steg, l’operatore elettrico tunisino, contribuirà all’integrazione dei mercati dell’energia elettrica, alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e, soprattutto, all’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili in Europa e Africa e alla diversificazione delle fonti. In aggiunta, una volta entrato in esercizio, il collegamento favorirà la riduzione delle emissioni climalteranti.

Soddisfatta la premier Giorgia Meloni. “Il via libera della Commissione europea allo stanziamento di 307 milioni per co-finanziare l’infrastruttura — ha dichiarato la presidente del Consiglio in una nota — è un grande successo italiano. È nel destino dell’Italia diventare un nuovo hub energetico per l’intero Continente europeo, è nella nostra missione intensificare la cooperazione con l’Africa per portare investimenti e sviluppo“.
Il ponte energetico sottomarino da 600 MW in corrente continua sarà lungo oltre 200 km e raggiungerà una profondità massima di 800 metri. Per costruirlo, richiederà un investimento complessivo di 850 milioni. “Grazie a questa opera — ha dichiarato il ceo di Terna Stefano Donnarummal’Italia potrà concretamente diventare un hub energetico del Mediterraneo. Si tratta di un’infrastruttura strategica per il nostro Paese e per l’Europa, che potrà contribuire in maniera significativa all’indipendenza energetica, alla sicurezza del sistema elettrico e allo sviluppo delle fonti rinnovabili“.

Per quanto riguarda l’Italia, dall’approdo di Castelvetrano, in provincia di Trapani,il cavo interrato — spiega la società della rete — percorrerà strade esistenti lasciando inalterati ambiente e paesaggio per 18 km fino ad arrivare a Partanna, sempre in provincia di Trapani, dove sarà costruita la nuova stazione di conversione in prossimità dell’esistente Stazione Elettrica“. La società che gestisce la rete elettrica nazionale ha concluso nel luglio 2021 la fase di consultazione pubblica, durante la quale sono state analizzate e discusse le osservazioni arrivate da amministrazioni, enti e cittadini.

Per la Farnesina, il progetto Elmed “consentirà di effettuare un salto qualitativo nella integrazione dei mercati elettrici delle sponde nord e sud del Mediterraneo, rafforzando la nostra sicurezza energetica e quella dei nostri partner, favorendo lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel continente africano e aggiungendo un ulteriore tassello alla realizzazione, nel lungo periodo, di una vera e propria rete euro-mediterranea dell’elettricità“.

 

Photo credit: Terna