Leone riceve Mattarella: Ucraina e Gaza sul tavolo della diplomazia della pace

Ucraina e Gaza. Ma anche il “contributo della Chiesa nella vita del Paese”. Tra sorrisi e strette di mano, Sergio Mattarella e Robert Prevost hanno il loro primo colloquio a porte chiuse nello studio del Palazzo apostolico in Vaticano. Ancora una volta, tutto ruota intorno a quella pace che sembra lontanissima, in un mondo martoriato.

Il primo scambio di saluti di persona c’era stato il 18 maggio, giorno in cui Leone XIV ha presieduto la messa per l’inizio del Pontificato. Già in quella occasione, come per il primo saluto dalla loggia delle benedizioni, il pensiero di Leone era rivolto alle aree di crisi. Il capo dello Stato arriva nel cortile di San Damaso poco prima delle 9, accolto dal reggente della prefettura della casa pontificia, monsignor Leonardo Sapienza. Il cortile è allestito per l’occasione, una composizione di fiori tricolore, il lungo tappeto rosso, 16 ‘gentiluomini di Sua Santità’.

Ad accompagnare il presidente della Repubblica, una delegazione consistente. Tutta la sua famiglia, i tre figli Laura, Bernardo e Francesco con i coniugi e i cinque nipoti, oltre ai suoi consiglieri, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Francesco Di Nitto.

Poco meno di un’ora di colloquio a porte chiuse, poi lo scambio dei doni, in cui spicca il messaggio per la Pace di Papa Francesco, che Prevost regala al presidente: “Ho reso omaggio alla sua tomba a Santa Maria Maggiore il giorno prima del Conclave“, ricorda lui, donando al Pontefice due volumi cinquecenteschi su Sant’Agostino. Poi, l’incontro del presidente con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da Mirosław Wachowski, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati (il segretario Paul Gallagher è in visita a Cuba, in occasione del 90esimo anniversario dei rapporti diplomatici bilaterali tra la Santa Sede e il Paese caraibico). “Durante i cordiali colloqui in Segreteria di Stato è stato espresso compiacimento per le buone relazioni bilaterali esistenti. Ci si è soffermati su temi di carattere internazionale, con particolare attenzione ai conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente. Nel prosieguo della conversazione sono state affrontate alcune tematiche di carattere sociale, con speciale riferimento al contributo della Chiesa nella vita del Paese”, spiega il Vaticano.

Ho portato al nuovo Pontefice l’affetto dell’Italia”, racconta poco dopo il capo dello Stato ad Arezzo, visitando la sede di Rondine Cittadella della Pace. Mattarella riporta ai ragazzi una citazione di sant’Agostino già utilizzata dal Papa agostiniano in occasione del suo incontro con la stampa mondiale: “Anche all’epoca di Agostino, a Ippona, c’era chi si lamentava dei tempi difficili, brutti, cupi. La sua risposta fu: ‘I tempi siamo noi’, sottolineando – osserva il presidente – che i tempi si modellano secondo quello che noi ci mettiamo dentro”.

Tagle, dalle Filippine il prefetto che difende la Terra dalle lobby

Luis Antonio Gokim Tagle (Filippine), 67 anni – Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, è una delle voci più autorevoli nella Chiesa sull’ecologia integrale, promuovendo la tutela dell’ambiente come parte integrante della missione cristiana. E’ stato consacrato vescovo il 12 dicembre 2001 e creato cardinale da Papa Benedetto XVI il 24 novembre 2012. Arcivescovo di Manila dal 2011 al 2019, Tagle ha presieduto la Caritas Internationalis dal 2015 al 2023.

Il cardinale filippino ha promosso attivamente l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, sottolineando l’importanza di diffonderne il messaggio anche al di fuori della comunità cattolica. In un incontro con i vescovi indonesiani, nel 2015, ha considerato la Laudato Sì come “la coscienza morale della Chiesa cattolica su come comportarci con la Terra, un ambiente vivo per gli esseri umani, un dono di Dio che genera vita per tutte le persone”.

Ha inoltre esortato la comunità cattolica a diffondere il contenuto dell’enciclica a tutti, appellandosi a un “obbligo morale nei confronti delle prossime generazioni” perché “la Terra deve essere un dono per tutti e non solo per le lobby finanziarie”.

In occasione del ‘Tempo del Creato’, Tagle ha ricordato l’importanza di considerarsi custodi della Terra, non suoi proprietari: “Molto spesso diventiamo proprietari, ci comportiamo da proprietari e dimentichiamo di essere custodi” , ha denunciato, sottolineando che il modo in cui ci occupiamo dell’ambiente riflette il nostro atteggiamento verso la vita e gli esseri umani, invitando a celebrare l’interconnessione nella famiglia del Creato e in quella umana, specialmente con i poveri.

Durante la ‘Giornata per il Creato’ nelle Filippine, Tagle ha esortato i fedeli a vivere una vita semplice e a proteggere la Terra: “Penso che parte della nostra missione, oggi e nei prossimi anni, sia quella di includere con più consapevolezza la cura del creato come parte della santità” . Per il prefetto, molte delle crisi ambientali attuali sarebbero evitabili se le persone fossero consapevoli delle conseguenze delle loro azioni. Tagle ha promosso la collaborazione interreligiosa per la tutela dell’ambiente, sottolineando l’importanza di coinvolgere tutte le persone di buona volontà: “È una celebrazione con un chiaro messaggio sociale ed ecologico poiché il modo con cui ci occupiamo del Creato dimostra il nostro atteggiamento nei confronti della vita e degli esseri umani”, ha detto, incoraggiando azioni quotidiane per ridurre la violenza, l’egoismo, lo sfruttamento, e per intensificare l’impegno per la protezione dei più deboli.

Ambongo, l’arcivescovo di Kinshasa che denuncia la “sfacciata predazione” della RDC

Fridolin Ambongo Besungu (Repubblica Democratica del Congo) , 65 anni – Frate minore Cappuccino e arcivescovo di Kinshasa dall’1 novembre 2018, il cardinale è una delle voci più autorevoli in Africa nella denuncia dello sfruttamento illegale delle risorse naturali e nella promozione di un approccio etico allo sviluppo.

E’ nato a Boto, nella diocesi di Molegbe, il 24 gennaio 1960 non lontano dal confine con la Repubblica Centrafricana, pochi mesi prima che terminasse la colonizzazione belga. Si è preparato al sacerdozio studiando filosofia a Bwamanda e teologia nell’Istituto Saint Eugène de Mazenod a Kinshasa, dal 1984 al 1988 ottenendo poi la licenza in teologia morale presso l’Accademia alfonsiana a Roma. Ambongo è stato consacrato vescovo il 6 marzo 2005 e creato cardinale da Papa Francesco il 5 ottobre del 2019.

E’ stato membro del C9, il consiglio dei 9 cardinali istituito da Bergoglio nel 2013, per aiutarlo nel governo della Chiesa e nella riforma della costituzione apostolica Pastor Bonus sull’assetto della Curia romana ed è presidente del Secam, il Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar. Il porporato ha più volte condannato la “sfacciata predazione” delle risorse della Repubblica Democratica del Congo da parte di multinazionali e Paesi confinanti, come il Ruanda, spesso con la complicità della comunità internazionale.

Nell’omelia della messa che ha celebrato per la pace nell’est della Rdc il 24 febbraio 2024, il cardinale ha affermato che la pace nella regione martoriata sarà raggiunta solo se i vicini del Paese smetteranno di “predare senza vergogna” le sue risorse naturali: “Aggressori e multinazionali hanno unito le forze per mettere le mani sulle ricchezze del Congo, a scapito e in disprezzo della dignità dei pacifici cittadini congolesi”, ha tuonato.

Ha inoltre criticato accordi internazionali che, a suo avviso, legittimano il saccheggio delle risorse congolesi, come quello tra l’Unione Europea e il Ruanda: “L’Unione Europea firma un accordo di cooperazione mineraria sostenibile con il Ruanda sulle risorse saccheggiate nella RDC. Non è questo un forte sostegno per l’aggressore?”, ha domandato. Già nel 2015, Ambongo sottolineava l’importanza delle energie rinnovabili per combattere i cambiamenti climatici: “Il futuro è questa energia rinnovabile, nello specifico i pannelli solari”, aveva commentato. Ha anche collaborato con il cardinale Christoph Schönborn per facilitare un incontro tra i ministri dell’ambiente di Germania e Congo, per discutere strategie per migliorare la qualità ambientale nei rispettivi Paesi. L’arcivescovo di Kinshasa unisce una profonda spiritualità francescana a un forte impegno sociale e politico. È critico verso le ingerenze occidentali che considera neocolonialiste e difende con forza la sovranità e la dignità del popolo congolese. La sua leadership è vista come un punto di riferimento per una Chiesa africana più autonoma e profetica.

Turkson ecologista integrale: Grido della Terra è grido dei poveri

Peter Turkson (Ghana), 76 anni – Cancelliere della Pontificia accademia delle Scienze e della Pontificia accademia delle Scienze sociali, il cardinale ghanese originario di Wassaw Nsuta è stato prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. E’ una delle voci più autorevoli del mondo cattolico nell’ambito della giustizia ambientale, con una visione che intreccia rispetto del creato, diritti umani e sviluppo economico sostenibile. Ha elogiato più volte gli attivisti climatici e definito Greta Thunberg “una grande testimone dell’insegnamento della Chiesa sull’ambiente”.

Figlio di madre metodista e padre cattolico, Turkson è entrato in seminario in Ghana, ha proseguito la formazione sacerdotale negli Stati Uniti, al St. Anthony-on-Hudson Seminary, e a Roma nel Pontificio Istituto Biblico. Viene ordinato sacerdote nel 1975. Dopo anni di servizio pastorale, nel 1992 Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo di Cape Coast e lo crea cardinale nel 2003. Dal 2009 al 2017 guida il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Dal 2017 al 2021 è il primo Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, organismo che si occupa di diritti umani, giustizia sociale, ambiente e salute. Il cardinale Turkson è considerato uno dei principali promotori della Laudato si’, l’enciclica ecologica scritta da Papa Francesco nel 2015. Ha lavorato alla sua redazione, proponendo una visione integrale dell’ecologia che collega la crisi ambientale con la povertà e l’ingiustizia sociale. “La crisi ecologica è l’altra faccia della crisi sociale: un grido della terra e un grido dei poveri”, dichiara nel 2015 intervistato da Vatican News.

L’ex prefetto ha sempre sostenuto che la protezione dell’ambiente non può essere separata dalla tutela della dignità umana: “Non possiamo parlare di cambiamento climatico senza parlare di giustizia. I più poveri pagano il prezzo più alto”, spiega sempre nel 2015 in un dialogo a Parigi. Ripetutamente il cardinale ghanese ha richiamato la responsabilità collettiva di fronte al degrado ambientale. Alla Conferenza ‘Our Ocean’, nel 2017, ricorda che “la Terra ci precede e ci è stata data. Non è un bene di consumo da sfruttare, ma un dono da custodire”.

La sua visione di ecologica integrale promuove un approccio che unisce cura della natura, economia sostenibile e solidarietà tra i popoli. “Un’ecologia autentica non si limita a proteggere la natura: è un appello alla conversione dei cuori, dei comportamenti, dei sistemi economici”, ricorda nel 2019 in un’intervista al quotidiano La Croix. Turkson invita a non considerare l’ambiente come a “un tema per pochi specialisti”, ma come una questione urgente che coinvolge ogni essere umano. E si dice convinto che i giovani abbiano un ruolo cruciale nella “conversione ecologica globale”. “La terra ha bisogno delle vostre mani, delle vostre menti e dei vostri cuori. Non aspettate che siano gli altri a cambiare il mondo”, dice aprendo l’edizione virtuale di Economy of Francesco, con duemila giovani economisti e imprenditori under 35 convocati da Papa Francesco ad Assisi.

Czerny il prefetto gesuita che difende i rifugiati climatici

Michael Czerny (Repubblica Ceca), 78 anni – Prefetto del dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, Czerny sottolinea l’urgenza di azioni locali e politiche pubbliche efficaci per affrontare la crisi climatica, evidenziando le conseguenze dello sfruttamento della Terra.

Il cardinale incarna una visione profonda e concreta dell’ecologia integrale, per la quale il rispetto per l’ambiente è inscindibile dal rispetto per ogni persona, specialmente per i più vulnerabili.

Nato nel 1946 in Cecoslovacchia da una famiglia cattolica, Michael Czerny emigra in Canada con la madre e il fratello nel 1948, fuggendo dalle persecuzioni comuniste. Entra nella Compagnia di Gesù a 20 anni. Studia filosofia e teologia in Canada e negli Stati Uniti, fondando il Jesuit Centre for Social Faith and Justice a Toronto, impegnato su questioni sociali come la giustizia ambientale e i diritti umani. A Milano lavora a stretto contatto con il Cardinale Carlo Maria Martini e nel 2010 Papa Benedetto XVI lo chiama a Roma come sottosegretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Dal 2016, è uno dei sottosegretari della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, diretto personalmente da Papa Francesco. E’ Bergoglio a crearlo cardinale, il 5 ottobre 2019.

Czerny vede nella cura del Creato una dimensione essenziale della fede cristiana, strettamente collegata ai temi della giustizia sociale e della dignità dei migranti e dei poveri. “La crisi climatica è una crisi umanitaria. È la terra stessa che geme, ed è l’umanità più vulnerabile che soffre”, denuncia durante una conferenza a Roma nel 2019.

Il prefetto è tra i promotori dell’applicazione concreta della Laudato si’, l’enciclica di Papa Francesco, soprattutto nell’ambito della migrazione climatica. “Quando parliamo di rifugiati climatici, non stiamo parlando del futuro: stiamo parlando di una realtà già presente”, osserva un’intervista ad America Magazine nel 2020. Czerny richiama spesso alla necessità di una conversione ecologica personale e comunitaria, invitando tutti a un cambiamento concreto di stile di vita. “Non basta aggiustare il sistema. Dobbiamo cambiare mentalità, abbandonare l’idea che la natura sia una merce”, esorta durante una tavola rotonda nel 2021.

Czerny integra l’ecologia nella visione della giustizia integrale. Nella presentazione del Documento sul Sinodo per l’Amazzonia, nel 2019, ricorda che l’Amazzonia non è solo una regione geografica: “è un banco di prova per la sopravvivenza del nostro pianeta”. Durante il Sinodo insiste sull’ingiustizia subita per la devastazione dell’ambiente dai popoli indigeni, “i primi custodi del creato”. Il cardinale ceco è molto impegnato nella promozione del Piano d’Azione Laudato si’, che invita parrocchie, scuole, aziende e famiglie a cambiare radicalmente i propri modelli di consumo e produzione. “Non si tratta solo di salvare la natura. Si tratta di salvare la nostra umanità”, scandisce nel 2022 durante una conferenza.

Ia, S.Sede: Non diventarne schiavi. Su clima applicazioni promettenti ma ridurre impatto

L’intelligenza artificiale sia utilizzata come supporto a quella umana, non per “sostituire la sua ricchezza“. Dopo i tanti interventi di Papa Francesco sul tema e la riflessione con i leader del G7 a Borgo Egnazia, in Puglia, la Santa Sede pubblica ‘Antiqua et Nova‘, una nota sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana.

Antica e nuova, come la sapienza, frutto della riflessione tra il Dicastero per la Dottrina della Fede e il Dicastero per la Cultura e l’Educazione. A uso di una nuova umanità che “sembra abitare in mezzo alla civiltà tecnologica, quasi impercettibilmente, come la nebbia che filtra sotto una porta chiusa“, si spiega. Il documento è rivolto a tutti coloro che sono chiamati a educare e trasmettere la fede: genitori, insegnanti, preti, vescovi, ma anche a chi condivide l’esigenza di uno sviluppo scientifico e tecnologico “al servizio della persona e del bene comune“.

La nota analizza in 117 paragrafi sfide e opportunità dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale nei campi dell’educazione, dell’economia, del lavoro, della sanità, delle relazioni internazionali e interpersonali e anche nei contesti di guerra. Il cuore della riflessione è, appunto, etico e ha a che fare con il rapporto con Dio, quando ricorda che l’Ia “non è altro che un pallido riflesso dell’umanità” e che “ricercando in essa un ‘Altro’ più grande con cui condividere la propria esistenza e responsabilità, l’umanità rischia di creare un sostituto di Dio”. In definitiva, viene spiegato: “non è l’Ia a essere divinizzata e adorata, ma l’essere umano, per diventare, in questo modo, schiavo della propria stessa opera“.

E’ soprattutto sull’uso dello strumento in guerra che emerge un “grave motivo di preoccupazione“. Perché i sistemi di armi autonome e letali sono in grado di “identificare e colpire obiettivi senza intervento umano diretto” e senza alcun tipo di “giudizio morale“. Le macchine in grado di uccidere con precisione in modo autonomo e altre capaci di distruzione di massa sono una minaccia vera e propria per “la sopravvivenza dell’umanità o di intere regioni”: si tratta di tecnologie che “danno alla guerra un potere distruttivo incontrollabile, che colpisce molti civili innocenti, senza risparmiare nemmeno i bambini”, sottolinea la nota. Contro il rischio di “spirali di autodistruzione”, la Santa Sede invita ad “assumere una posizione netta contro tutte le applicazioni della tecnologia che minacciano intrinsecamente la vita e la dignità della persona umana”.

Un altro settore settore scandagliato, estremamente a rischio, è il mondo del lavoro. In molte professioni l’Ia sta provocando “sostanziali trasformazioni” con effetti diversificati. Da una parte, viene riconosciuto, “ha le potenzialità per accrescere le competenze e la produttività, offrendo la possibilità di creare posti di lavoro, consentendo ai lavoratori di concentrarsi su compiti più innovativi e aprendo nuovi orizzonti alla creatività e all’inventiva“. Tuttavia, d’altra parte i lavoratori sono “spesso costretti ad adattarsi alla velocità e alle richieste delle macchine, piuttosto che siano queste ultime a essere progettate per aiutare chi lavora“. Gli attuali approcci alla tecnologia possono paradossalmente “dequalificare i lavoratori“, sottoporli a una sorveglianza automatizzata e relegarli a funzioni rigide e ripetitive. La necessità di stare al passo con il ritmo della tecnologia, evidenzia il Vaticano, “può erodere il senso della propria capacità di agire da parte dei lavoratori e soffocare le capacità innovative che questi sono chiamati a profondere nel loro lavoro“.

Attenzione viene posta al tema dell’ambiente, in cui l’Ia ha “numerose e promettenti applicazioni per migliorare il nostro rapporto“, come la creazione di modelli per la previsione di eventi climatici estremi, la proposta di soluzioni ingegneristiche per la riduzione del loro impatto, la gestione delle operazioni di soccorso e la predizione degli spostamenti di popolazione. L’Ia può inoltre supportare l’agricoltura sostenibile, ottimizzare il consumo di energia e fornire sistemi di allarme rapido per le emergenze di salute pubblica. “Tutti questi progressi potrebbero potenziare la capacità di recupero di fronte alle sfide legate al clima e promuovere uno sviluppo maggiormente sostenibile“.
Non bisogna dimenticare però che gli attuali modelli richiedono “ingenti quantità di energia e di acqua e contribuiscono in modo significativo alle emissioni di CO2, oltre a consumare risorse in modo intensivo“. Ecco quindi che, “considerando il pesante tributo che tali tecnologie esigono dall’ambiente, lo sviluppo di soluzioni sostenibili è vitale per ridurre il loro impatto sulla ‘casa comune‘”.

Musei Vaticani sempre più green: inaugurata la copertura vetrata fotovoltaica

È stata inaugurata oggi, ai Musei Vaticani, la nuova copertura vetrata fotovoltaica del Cortile delle Corazze. All’evento hanno partecipato il Cardinale Fernando Vérgez Alzaga e la presidente di Acea Barbara Marinali. Gli impianti sosterranno in modo significativo con una produzione di energia rinnovabile i consumi elettrici dei Musei e concorreranno ad abbattere la Carbon Foot Print dello Stato. L’intervento, realizzato in soli sei mesi da Areti, società del Gruppo Acea che si occupa della distribuzione dell’energia elettrica a Roma, ha un ulteriore valore estetico e funzionale per un sito di per sé già iconico nell’immaginario collettivo: infatti la sostituzione dei vetri esistenti con i nuovi vetri fotovoltaici ha permesso di realizzare una copertura che garantisce un isolamento termico e un effetto di ombreggiamento che aumentano in modo significativo la vivibilità degli spazi. Così come la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione, ha consentito di migliorare l’efficienza illuminotecnica e una conseguente valorizzazione estetica del sito.

A rendere ancora più complessa la sfida per i tecnici, durante i sei mesi di lavoro, la necessità di non intralciare mai il flusso dei visitatori giornalieri attraverso l’ingresso dei Musei. Per questo motivo i tecnici hanno operato su ponteggi interni ed esterni progettati in modo tale da poter eseguire gli interventi in sicurezza e senza alcun intralcio ai visitatori. Oltre al cortile delle Corazze, nel progetto è prevista anche la copertura con vetri fotovoltaici del magazzino della Vignaccia nei Giardini Vaticani, che verrà completata entro i primi mesi del prossimo anno. Complessivamente, i due impianti, prevedono la realizzazione di 350 KW di picco fotovoltaico per una produzione complessiva di circa 500 MWh di energia elettrica all’anno. Sempre oggi sono stati inaugurati anche 20 punti di ricarica “veloci” su 10 colonnine e 2 punti di ricarica “ultra fast”, su una ulteriore colonnina al lato dell’ingresso dell’Aula Paolo VI per incentivare la diffusione della mobilità elettrica.

 “La bellezza dell’arte e l’innovazione tecnologica – spiega la presidente di Acea, Barbara Marinali – un binomio che si concretizza perfettamente nel progetto che inauguriamo oggi ai Musei Vaticani. È un’occasione per Acea per fornire il proprio contributo, grazie alle altissime professionalità del Gruppo, ad uno dei musei più importanti al mondo, supportando così il settore artistico-culturale. Oggi possiamo dire che il Vaticano diventa sempre più green. Continua così il nostro impegno nel migliorare le infrastrutture e offrire soluzioni che vanno nella direzione delle smart city in un futuro in cui la grande sfida passa attraverso i temi della new technology, della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale”.

Vaticano, lo Stato Città sarà alimentato con maxi impianto agrivoltaico a S.M.Galeria

Dopo la Laudato Si’ e la Laudate Deum, Francesco pubblica il motu proprio ‘Fratello Sole‘. Il Papa dispone che un grande impianto agrivoltaico, all’interno della zona extraterritoriale di Santa Maria di Galeria, assicuri non soltanto l’alimentazione elettrica della stazione radio, ma anche “il completo sostentamento energetico dello Stato della Città del Vaticano“.

Occorre operare una transizione verso un modello di sviluppo sostenibile che riduca le emissioni di gas serra in atmosfera, ponendosi l’obiettivo della neutralità climatica”, spiega Francesco nella lettera apostolica, ricordando che “l’umanità dispone dei mezzi tecnologici necessari ad affrontare questa trasformazione ambientale e le sue perniciose conseguenze etiche, sociali, economiche e politiche e, tra questi, l’energia solare ricopre un ruolo fondamentale“.

Il 24 maggio 2015, con l’Enciclica Laudato Si’, ha invitato l’umanità intera a “prendere coscienza della necessità di apportare cambiamenti ai propri stili di vita, di produzione e di consumo”, per contrastare il riscaldamento globale che vede, tra le sue principali cause, l’uso dei combustibili fossili. Il 6 luglio 2022 l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Onu ha depositato presso il Segretariato Generale lo strumento con il Vaticano accede alla Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.

Con tale strumento ho inteso contribuire agli sforzi di tutti gli Stati per offrire, in conformità con le rispettive responsabilità e capacità, una risposta adeguata alle sfide poste all’umanità e alla nostra casa comune dal cambiamento climatico”, scandisce Jorge Mario Bergoglio.

Per realizzare il maxi-impianto, in deroga alla normativa vigente e senza richiedere autorizzazioni, il Papa nomina Fernando Vérgez Alzaga, presidente del Governatorato dello Stato Città, e Giordano Piccinotti, presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, commissari straordinari con “piena capacità di compiere i necessari atti di ordinaria e straordinaria amministrazione“. Per il mantenimento dei privilegi di extraterritorialità garantiti sull’area (in forza dell’Accordo fra la Santa Sede e l’Italia) per gli impianti Radio-Vaticani a Santa Maria di Galeria e a Castel Romano dell’8 ottobre 1951, Francesco stabilisce che i Commissari Straordinari possano comunicare all’Autorità italiana la sistemazione di strutture e sedi di enti facenti capo alla Santa Sede e al Governatorato della Città del Vaticano. “Dispongo, infine – si legge nella lettera -, che la Segreteria di Stato agevoli ogni richiesta dei Commissari Straordinari e si adoperi per garantire che in quel territorio nulla si perda di quanto sin qui disponibile per la Sede Apostolica“.

ambiente

Una seconda Laudato si’ il 4/10. Papa: “Fermiamo insensata guerra al Creato”

L’enciclica sull’ambiente, la ‘Laudato Si” avrà un seguito e, come la prima, sarà pubblicata nella festa di San Francesco d’Assisi, il 4 ottobre.

L’1 settembre si celebra la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, sul tema ‘Che scorrano la giustizia e la pace‘: così si inaugura il Tempo del Creato che durerà appunto fino al 4 ottobre. E’ in quella data, spiega il Papa in udienza generale, che uscirà un’esortazione apostolica sul clima.

La notizia era stata anticipata dal Pontefice lo scorso 21 agosto, quando aveva ricevuto in udienza una delegazione di avvocati di Paesi membri del Consiglio d’Europa.

Per Bergoglio, in partenza per la Mongolia per la sua 43esima visita apostolica all’estero, è “necessario schierarsi al fianco delle vittime delle ingiustizie ambientali e climatiche sforzandosi di porre fine all’insensata guerra alla nostra casa comune, che è una guerra mondiale terribile“. L’esortazione è a “lavorare e pregare affinché essa abbondi nuovamente di vita“, scandisce. Anche la Mongolia subisce gli effetti devastanti della crisi climatica, inondazioni e inverni estremi stanno danneggiando pesantemente i raccolti, mentre le città non sono risparmiate dal sovraffollamento e da un inquinamento incontrollato.

Nel Messaggio per la Giornata della cura del Creato, diffuso il 25 maggio scorso, il Papa lancia un nuovo appello al mondo, parlando dei “peccati ecologici”: “Pentiamoci – supplica -, danneggiano il mondo naturale e anche i nostri fratelli e le nostre sorelle”. La richiesta è ad adottare stili di vita meno consumistici, “con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i processi di produzione sono tossici e insostenibili”. Cercare di essere il più possibile attenti alle abitudini e alle scelte economiche, in modo che “tutti possano stare meglio”: “I nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive – afferma -: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili“.

L’1 settembre, il Movimento Laudato si’ terrà una preghiera ecumenica e durante tutto il Tempo del Creato, non mancheranno eventi globali e regionali, tra cui una veglia ecumenica in piazza San Pietro organizzata dalla Comunità di Taizé, il 30 settembre che, oltre ad aprire l’Assemblea generale del Sinodo in Vaticano, sarà a sostegno e promozione del Trattato di Non Proliferazione dei Combustibili Fossili (TNPCF) per mitigare la crisi del cambiamento climatico in America Latina, Oceania e Africa.

Ultima Generazione condannata in Vaticano per blitz ai Musei

Tre attivisti di Ultima Generazione sono stati condannati in Vaticano per un blitz nei Musei, il 18 agosto dello scorso anno.

Due di loro, Ester Goffi, 26 anni, e Guido Viero, 61anni, hanno usato della colla per incollarsi alla statua del Laocoonte mentre una terza attivista, Laura Zorzini, filmava l’azione. Il Tribunale Vaticano ha condannato i primi due a 9 mesi di carcere (pena sospesa), una multa di 1.500 euro e un risarcimento di 28.148 euro, per un danno che gli attivisti considerano “inesistente”. Nove mesi di carcere “per un grammo di colla: una sentenza esagerata, che non vuole riconoscere la drammaticità della situazione che motiva tutte le nostre proteste”, lamentano sui social. Il tribunale ha condannato anche la terza militante a pagare un’ammenda di 120 euro per il reato di trasgressione “a un ordine legalmente dato dall’autorità competente”.

“Ci sentiamo, oggi più che mai, figlie e figli di Laocoonte mandati incontro al loro destino dopo che chi governa si dimostra sordo all’avvertimento che la catastrofe è dietro l’angolo”, tuonano gli ambientalisti.

“Ci domandiamo se arriverà anche la condanna del Pontefice – data la determinazione con cui Papa Francesco parla di lotta alla crisi climatica – e, soprattutto, a chi sarà rivolta: a di noi oppure a chi, investendo nel fossile, ci sta condannando a morte?”, domandano i militanti di Ultima Generazione, che chiedono a chi li segue di contribuire alle spese legali e a condividere la notizia.

Ultima Generazione presenterà ricorso alla Corte di Appello contro la sentenza che è, ribadiscono, “spropositata e ingiusta”.