Terremoto di magnitudo 7.4 a Taiwan: 9 morti e oltre 900 feriti

Nove persone sono morte e oltre 900 sono rimaste ferite a Taiwan, secondo le autorità, in un terremoto di magnitudo sopra il 7, il più potente che abbia colpito l’isola da 25 anni. Tutti i decessi sono avvenuti nella regione di Hualien, vicino all’epicentro del sisma nella parte orientale dell’isola, ha annunciato l’agenzia nazionale dei vigili del fuoco. Tre delle vittime sono morte su un sentiero escursionistico e la quarta in un tunnel stradale. Il centro operativo di emergenza di Taipei ha confermato questo bilancio e ha riferito che quasi sessanta persone sono rimaste ferite. La magnitudo del terremoto sottomarino è stata stimata a 7,5 dall’Agenzia meteorologica giapponese (JMA), a 7,4 dal Servizio geologico statunitense (USGS) e a 7,2 dall’Agenzia meteorologica di Taiwan (CWA).

Il terremoto si è verificato nella notte italiana, ed è stato seguito da diverse scosse di assestamento. L’epicentro è stato individuato in acque poco profonde al largo della costa orientale di Taiwan. Le severe norme edilizie e la buona preparazione ai disastri sembrano aver evitato una grande catastrofe per l’isola, che è regolarmente colpita da terremoti. A Hualien, “due edifici sono crollati” intrappolando le persone, ha detto un funzionario dei vigili del fuoco di questo porto di quasi 100.000 abitanti, situato ai piedi di una catena di montagne e gole.

Il terremoto ha inizialmente fatto scattare l’allarme tsunami a Taiwan, nelle isole del Giappone sud-occidentale e in diverse province delle Filippine, dove è stato chiesto alle persone che vivevano nelle zone costiere di spostarsi su terreni più alti. Le autorità giapponesi e filippine hanno infine annullato gli avvisi e il Centro di allerta tsunami del Pacifico ha annunciato che “la minaccia di tsunami è ormai ampiamente superata“, pur invitando i residenti delle zone costiere a rimanere prudenti. L’aeroporto di Naha, il più grande dell’isola giapponese di Okinawa, ha temporaneamente sospeso il traffico aereo e i voli diretti a quella destinazione sono stati deviati. Tuttavia, il check-in per i voli in partenza è ripreso dopo la revoca dell’allerta.

Ischia travolta dal fango: 8 vittime. Proseguono le ricerche dei dispersi

Proseguono a Ischia le ricerche dei dispersi dopo che sabato una colata di fango, causata da intense piogge, ha travolto il Comune di Casamicciola. Al momento il bilancio è di otto vittime, fra cui un neonato di 21 giorni: l’ultima è stata individuata questa mattina in via Celario e sono in corso le operazioni di recupero. Ancora almeno quattro i dispersi, ma con il passare delle ore si affievoliscono le speranze di trovare dei sopravvissuti. I resti di auto e autobus schiacciati dal violento smottamento e dalla frana sono ovunque, mentre le pale cercano di liberare l’accesso a case, auto e negozi.

La tragedia di Ischia solleva nuovamente i dubbi e le polemiche per i territori italiani troppo fragili e sui quali il cambiamento climatico, unito a eventi atmosferici estremi e la scarsa tutela e manutenzione, oltre all’abusivismo edilizio, causa sempre più vittime. Il Consiglio dei ministri, convocato domenica, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza stanziando 2 milioni di euro per i primi interventi urgenti, di soccorso e assistenza alla popolazione e di ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche e ha nominato commissaria straordinaria Simonetta Calcaterra. Ma, oltre alle doverose azioni immediate, il Governo guarda anche al futuro, annunciando che entro l’anno sarà approvato il ‘Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico’.

E di questo parla il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin sulle pagine del Corriere della Sera, spiegando che “abbiamo fondi stanziati da dieci anni ma non abbiamo le opere” e che “gli errori locali si sommano a quelli globali. Questa combinazione provoca le tragedie che siamo costretti a vivere. Parlo di abusivismo, incuria del territorio, cattiva manutenzione delle infrastrutture e imperfetto utilizzo dei fondi per la tutela del territorio. E ora il clima sta cambiando, dunque deve cambiare l’approccio nel fare le opere”. E oltre alla tragedia, impazza la bagarre politica su quel condono edilizio del 2018, voluto dal Governo Conte, che diede a Ischia la sanatoria a un migliaio delle case, molte delle quali travolte proprio da questa ondata di fango.

Purtroppo il rischio di questi fenomeni nella zona ischitana è elevatissimo, l’ultimo evento in ordine di tempo si è verificato nel 2009, e i dati del rapporto Ispra del 2021 indicano per Casamicciola che circa il 60% del territorio ed il 30% della popolazione sono esposti ad un rischio elevato”, rileva Lorenzo Benedetto, Presidente Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi. “I piani per l’Assetto idrogeologico elaborati dalle Autorità di Bacino, evidenziano condizioni di fragilità dell’intero territorio nazionale peggiorate da uno sviluppo caotico e da un non corretto uso del territorio stesso: infatti si è costruito molto spesso in posti dove condizioni geologiche e geomorfologiche non lo avrebbero consentito”, conclude Benedetto.

ambulanza caldo

Vittime delle ondate di calore: a fine luglio +36% di mortalità

Un’estate torrida e siccitosa. E a risentirne non sono stati solo i bacini e le coltivazioni, ma anche le persone. Tanto che, secondo quanto riporta l’ultimo rapporto del ministero della Salute sulle ondate di calore, nel mese di luglio l’eccesso di mortalità è stato pari al 29%, ed ha interessato tutte le persone con età superiore a 65 anni. L’effetto maggiore è stato riscontrato negli over 85, fra i quali è stato registrato un eccesso di mortalità del 41% nelle città del nord e del 35% nelle città del centro-sud. Particolarmente elevato è stato l’impatto sulla mortalità dell’ondata di calore della seconda metà del mese di luglio, con eccesso del 36% e che ha interessato tutte le aree del paese, in particolare alcune città del nord.

Fra le città più colpite Bolzano (+59%), Torino (+70%), Milano (+49%), Brescia (+38%), Venezia (+24%), Genova (+49%), Bologna (+25%), Firenze (+43%), Roma (+28%), Viterbo (+48%), Campobasso (+69%), Napoli (+25%), Bari (+60%), Cagliari (+34%), Reggio Calabria (+37%), Palermo (+24%), Catania (+42%). Anche durante la prima metà di agosto la mortalità è stata superiore all’atteso (+18%), anche se l’eccesso di mortalità riscontrato è stato inferiore a quello di luglio. Dati significativi sono stati registrati a Torino (+32%), Milano (+20%), Genova (+22%), Bologna (+18%), Firenze (+22%), Roma (+11%), Latina (+67%), Napoli (+19%), Bari (+61%).

I dati per classi di età mostrano come l’eccesso sia principalmente a carico della fascia di età più anziana (over 85) nella quale si è registrato un incremento del 38% rispetto al 15% e 19% nelle fasce di età 65-74 e 75-84. L’eccesso di mortalità nella classe di età più anziana è più marcato tra le città del nord (41% rispetto ad un 35% al centro-sud) ed è stato particolarmente elevato a Bolzano, Torino, Milano, Brescia, Genova e Bologna.

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In Pakistan sale a oltre 1000 morti il bilancio vittime inondazione

Morte e distruzione in Pakistan. E la tragedia sembra farsi ogni ora più severa. È salito a 1061 vittime il bilancio delle inondazioni che hanno devastato il Paese. Una vera e propria “crisi di proporzioni inimmaginabili – ha affermato la ministra del Cambiamento climatico, Sherry Rehmanun terzo del Pakistan è attualmente sotto l’acqua“. Venerdì era stato dichiarato lo stato di emergenza a causa dell’elevato numero di persone colpite dalle forti piogge monsoniche che secondo il governo, ad oggi, sono più di 33 milioni con quasi un milione di case distrutte o gravemente danneggiate. Le autorità stanno ancora cercando di raggiungere villaggi isolati situati nelle zone montuose del nord del Paese, pertanto il bilancio è destinato a crescere. Secondo il premier Shehbaz Sharif si tratta di un evento “senza precedenti che non accadeva da almeno 30 anni“. Le inondazioni sono “come un oceano, c’è acqua ovunque“, ha aggiunto il capo del governo, che sta visitando le regioni settentrionali duramente colpite per dirigere le operazioni di soccorso.

Il monsone, che di solito dura da giugno a settembre, è essenziale per l’irrigazione delle piantagioni e la ricostituzione delle risorse idriche del subcontinente indiano. Tuttavia, quest’anno l’intensità delle inondazioni ha causato un livello di distruzione mai così alto dal 2010, quando duemila persone erano rimaste uccise e quasi un quinto del Paese era stato sommerso dalle piogge.

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Secondo la National Disaster Management Authority (NDMA) oltre 80.000 ettari di terreni agricoli sono stati devastati e più di 3.400 chilometri di strade e 157 ponti sono stati spazzati via. Domenica sono arrivati i primi voli che portano aiuti umanitari, dalla Turchia e dagli Emirati Arabi Uniti. L’Unione europea ha già fornito 1,8 milioni di euro in aiuti umanitari alle famiglie colpite dalle inondazioni in Pakistan, in particolare nelle province di Sindh, Balochistan, Punjab e Khyber Pakhtunkhwa. I finanziamenti sono destinati ai partner umanitari di Bruxelles che operano sul campo per soddisfare le esigenze immediate delle famiglie colpite, anche attraverso la fornitura di ripari temporanei di emergenza, cibo e acqua potabile, trasferimenti di denaro e servizi di assistenza sanitaria di base. Questo finanziamento si aggiunge allo stanziamento della scorsa settimana da 350 mila euro per aiutare la popolazione della provincia pakistana del Balochistan.

(Photo credits: Abdul MAJEED / AFP)

Mario Draghi a Canazei

Marmolada, vittime e feriti. Draghi: Intervenire perché non riaccada

Una tragedia umana indicibile, che porta con sé anche tutto il dramma di un cambiamento climatico in atto che sembra non lasciare scampo. Il crollo di un enorme seracco dal ghiacciaio della Marmolada ha causato almeno sette vittime (di cui tre identificate), otto feriti di cui due in condizioni delicate e 13 dispersi. Un blocco di detriti e ghiaccio lungo 200 metri, largo 60 e spesso 30 metri: “Praticamente due campi da calcio spessi 30 metri”, ha precisato il governatore del Veneto Luca Zaia. Un disastro annunciato, secondo il Wwf che spiega come “era prevedibile”, visto che “quanto accaduto corrisponde agli scenari e agli avvertimenti che climatologi e glaciologi diffondono da anni”. I dati e le analisi, per l’associazione, sono “disponibili da tempo: è l’azione che manca”. E quell’azione diventa ogni giorno di più una corsa contro il tempo, visto che “la montagna sta collassando e sta diventando sempre più fragile”, rimarca Legambiente. Che tramite le parole del suo presidente, Stefano Ciafani, invita l’Italia a “accelerare il passo sulle politiche climatiche dove è in forte ritardo, approvando al più presto l’aggiornamento del piano nazionale integrato energia e clima agli obiettivi del Repower Eu e un piano di adattamento al clima”.

Il cordoglio per il disastro è condiviso. Dal Parlamento Ue, la cui plenaria a Strasburgo in apertura osserva un minuto di silenzio, fino al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha telefonato al governatore trentino Maurizio Fugatti e a quello del Veneto Luca Zaia per esprimere la sua vicinanza. Ma il presidente del Consiglio Mario Draghi ha voluto addirittura recarsi sul posto, pur con le difficoltà del maltempo che ha reso impossibile l’arrivo in elicottero a Canazei, per “rendermi conto di persona di quello che è successo. Assicuro che è molto importante essere venuti. Abbiamo fatto un punto tecnico e operativo con tutti coloro che hanno collaborato alle operazioni, ma soprattutto sono qui per esprimere la più sincera, affettuosa e accorata vicinanza alle famiglie delle vittime, dei dispersi, dei feriti. E alle comunità che sono state colpite da questa tragedia“. In un punto stampa congiunto con le autorità locali e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, Draghi non fa sconti: “Questo è un dramma che certamente ha dell’imprevedibilità, ma certamente dipende dal deterioramento dell’ambiente e della situazione climatica“. Per questo, ora, il Governo “deve riflettere su quanto accaduto e deve prendere dei provvedimenti. Perché quanto accaduto abbia una probabilità bassissima di succedere o possa, addirittura, essere evitato“.

Intanto sono gli esperti a analizzare la situazione. E a spiegare, come Massimo Frezzotti, professore del dipartimento di scienze dell’Università Roma Tre, che il disastro “è la conseguenza delle attuali condizioni meteorologiche, vale a dire un episodio di caldo precoce che coincide con il problema del riscaldamento globale. Lo scioglimento dei ghiacci è accelerato nelle Alpi. Abbiamo vissuto un inverno estremamente arido, con un deficit di precipitazioni dal 40 al 50%. Le condizioni attuali dei ghiacciai corrispondono a metà agosto, non all’inizio di luglio“. I dati Arpav (Agenzia regionale di protezione ambientale del Veneto) lo confermano: a maggio-giugno le temperature medie giornaliere sono risultate significativamente superiori alla media storica, con uno scarto di +3.2°C nei due mesi. Le conclusioni le tira Legambiente: “Per fronteggiare la crisi climatica, servono azioni e interventi coerenti e sostenibili. Se riusciremo a limitare il riscaldamento globale sotto la soglia dei 1,5 gradi come nell’obiettivo degli accordi di Parigi, a fine secolo sopravvivrà un terzo dei ghiacciai, in caso contrario i ghiacciai alpini scompariranno del tutto”.

 

(Foto Palazzo Chigi)