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Clima, Aie: “Ancora possibile limitare riscaldamento a 1,5°, ma Paesi ricchi anticipino net zero”

Non tutto è perduto. Portare a zero le emissioni di gas serra del settore energetico mondiale e limitare il riscaldamento globale a 1,5 ̊C è ancora possibile “grazie alla crescita record delle principali tecnologie energetiche pulite, anche se è necessario aumentare rapidamente lo slancio in molte aree”. Lo annuncia l’Aie, l’Agenzia internazionale dell’energia, nella nuova edizione della storica Net Zero Roadmap. “Per mantenere vivo l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 ̊C è necessario che il mondo si unisca rapidamente. La buona notizia è che sappiamo cosa dobbiamo fare e come farlo. La nostra tabella di marcia Net Zero 2023, basata sui dati e sulle analisi più recenti, mostra un percorso da seguire”, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’Aie, Fatih Birol. “Ma abbiamo anche un messaggio molto chiaro: una forte cooperazione internazionale – ha aggiunto – è fondamentale per il successo. I governi devono separare il clima dalla geopolitica, data la portata della sfida che abbiamo di fronte”.

Per Birol, “il percorso verso 1,5 ̊C si è ristretto negli ultimi due anni, ma le tecnologie energetiche pulite lo stanno mantenendo aperto”. Con lo slancio internazionale che si sta sviluppando a favore di obiettivi globali chiave come la triplicazione della capacità rinnovabile e il raddoppio dell’efficienza energetica entro il 2030, che insieme porterebbero a un calo più marcato della domanda di combustibili fossili in questo decennio, “il vertice sul clima COP28 a Dubai è un’opportunità vitale per impegnarsi a rafforzare l’ambizione e l’attuazione negli anni rimanenti di questo decennio critico”.

Ma c’è un aspetto sul quale l’Aie punta moltissimo. La strada verso le emissioni nette zero per il settore energetico globale entro il 2050 ha bisogno di “un’azione più coraggiosa” che “tenga conto delle diverse situazioni nazionali” per promuovere una “transizione equa”. Per questo le economie avanzate “devono anticipare le date previste per lo zero netto” per dare più tempo alle economie emergenti e in via di sviluppo.

In particolare, le economie avanzate dovrebbero raggiungere “l’azzeramento delle emissioni entro il 2045 circa”, la Cina “intorno al 2050 e le altre economie emergenti e in via di sviluppo” solo “molto dopo il 2050”. “Ogni Paese – afferma l’Aie – seguirà il proprio percorso in base alle proprie risorse e circostanze. Tuttavia, tutti devono agire in modo molto più deciso di quanto non facciano oggi”.

Il percorso net zero “consente a tutti di accedere a forme moderne di energia entro il 2030, grazie a un investimento annuo di circa 45 miliardi di dollari – poco più dell’1% degli investimenti nel settore energetico”.

L’Agenzia punta sulla necessità di “mobilitare un aumento significativo degli investimenti, soprattutto nelle economie emergenti e in via di sviluppo”. Nel nuovo percorso zero, la spesa globale per l’energia pulita passa da 1,8 trilioni di dollari nel 2023 a 4,5 trilioni di dollari all’anno entro i primi anni 2030.

 

Aie: “Si va verso in nuovo record di domanda mondiale di petrolio”. Pesano viaggi aerei

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie) sta alzando la sua previsione di crescita della domanda mondiale di petrolio nel 2023 al “livello più alto mai registrato“, a 102,2 milioni di barili al giorno, secondo il suo rapporto mensile pubblicato venerdì. Senza aspettare, la domanda mondiale di petrolio ha già “raggiunto il record di 103 milioni di barili al giorno (mb/d) a giugno e agosto potrebbe vedere un nuovo picco“, sottolinea l’agenzia, un’emanazione dell’Ocse con sede a Parigi.

La domanda globale di petrolio sta raggiungendo livelli record, trainata dai viaggi aerei estivi, dall’aumento dell’uso del petrolio (olio combustibile) nella generazione di energia e dall’impennata dell’attività petrolchimica cinese“, spiega l’Aie.

Per l’intero anno, “si prevede che la domanda globale di petrolio aumenti di 2,2 milioni di barili (mb/d) al giorno” rispetto al 2022 “per raggiungere 102,2 mb/d nel 2023, con la Cina che rappresenta oltre il 70% della crescita“, afferma l’agenzia. Si tratta del “livello annuale più alto mai registrato”, secondo l’Aie, che a febbraio prevedeva già un record per l’anno in corso di 101,9 milioni di barili al giorno, dopo 99,9 mb/d nel 2022 e 97,6 mb/d nel 2021.

Questa sete di petrolio arriva in un contesto di tensioni di mercato, dato che “l’offerta globale di petrolio è scesa di 910.000 barili al giorno a 100,9 mb/d nel mese di luglio“. Una forte riduzione della produzione dell’Arabia Saudita a luglio ha fatto scendere la produzione del blocco Opec+ di 1,2 mb/d a 50,7 mb/d, mentre i volumi non-Opec+ sono aumentati di 310.000 barili al giorno a 50,2 mb/d, ha aggiunto l’agenzia.

In un momento in cui il mondo è chiamato a ridurre il consumo di combustibili fossili, che sono dannosi per il clima, al fine di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, l’Aie prevede che l’aumento della domanda di petrolio rallenti nel 2024. “Con la ripresa post-pandemia in gran parte in corso e la transizione energetica che sta prendendo piede, la crescita rallenterà a 1 mb/d nel 2024“, prevede l’agenzia.

Un’auto su 5 venduta nel 2023 sarà green. Boom elettrico ridurrà domanda petrolio

Le vendite di auto elettriche continueranno a registrare una “crescita esplosiva” quest’anno, espandendo la loro quota del mercato automobilistico complessivo fino a quasi un quinto e guidando un’importante trasformazione dell’industria automobilistica che ha implicazioni per il settore energetico, in particolare il petrolio. La nuova edizione del Global Electric Vehicle Outlook annuale dell’Aie, l’Agenzia Internazionale dell’Energia mostra che più di 10 milioni di auto elettriche sono state vendute in tutto il mondo nel 2022 e che le vendite dovrebbero crescere di un altro 35% quest’anno per raggiungere i 14 milioni. Questa crescita definita “esplosiva” implica che la quota delle auto elettriche nel mercato automobilistico complessivo è passata da circa il 4% nel 2020 al 14% nel 2022 ed è destinata ad aumentare ulteriormente fino al 18% quest’anno, sulla base delle ultime proiezioni dell’Aie. Per l’Agenzia, questa tendenza di fondo delle auto elettriche finirà per ridurre la domanda di petrolio di circa 5 milioni di barili al giorno entro l’orizzonte del 2030. Nel 2023 la domanda di greggio è prevista attorno a 101,9 milioni di barili al giorno.

I veicoli elettrici sono una delle forze trainanti della nuova economia energetica globale che sta rapidamente emergendo e stanno determinando una trasformazione storica dell’industria automobilistica in tutto il mondo“, ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie. “Le tendenze a cui stiamo assistendo hanno implicazioni significative per la domanda globale di petrolio – ha spiegato – Il motore a combustione interna non ha rivali da oltre un secolo, ma i veicoli elettrici stanno cambiando lo status quo. Entro il 2030 eviteranno la necessità di almeno 5 milioni di barili al giorno di petrolio. Le auto sono solo la prima ondata: autobus e camion elettrici seguiranno presto”.

I veicoli elettrici sono venduti prevalentemente nei mercati mondiali dove sono maggiori i volumi di nuove auto, ovvero in Cina, Usa ed Europa. La Cina è in testa, con il 60% delle vendite globali di auto elettriche nel 2022: ad oggi, più della metà di tutte le auto elettriche in circolazione nel mondo si trova in Cina. L’Europa e gli Stati Uniti, il secondo e il terzo mercato più grande, hanno entrambi registrato una forte crescita con un aumento delle vendite rispettivamente del 15% e del 55% nel 2022. L’Aie prevede che gli ambiziosi programmi politici delle principali economie, come il pacchetto ‘Fit for 55’ nell’Unione Europea e l’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti, aumenteranno ulteriormente la quota di mercato dei veicoli elettrici in questo decennio e oltre: entro il 2030, si stima, la quota media di auto elettriche sul totale delle vendite in Cina, Ue e Stati Uniti dovrebbe salire a circa il 60%.

Nonostante la concentrazione delle vendite e della produzione di auto elettriche solo in pochi grandi mercati, l’Aie nota segnali promettenti in altre regioni. Le vendite di auto elettriche, ad esempio sono più che triplicate in India e Indonesia lo scorso anno, anche se la base di partenza era modesta, e sono più che raddoppiate in Thailandia: la quota di auto elettriche sul totale delle vendite è salita al 3% in Thailandia e all’1,5% in India e Indonesia. È probabile, sottolinea l’Agenzia, che una combinazione di politiche efficaci e investimenti del settore privato aumenti queste quote in futuro. In India, il programma di incentivi del governo da 3,2 miliardi di dollari, che ha attratto investimenti per un valore di 8,3 miliardi di dollari, dovrebbe aumentare sostanzialmente la produzione di batterie e il lancio di veicoli elettrici nei prossimi anni. Infine, segnala l’Aie, nelle economie emergenti e in via di sviluppo, l’area più dinamica della mobilità elettrica è quella dei veicoli a due o tre ruote, che sono più numerosi delle automobili. Ad esempio, oltre la metà delle immatricolazioni di veicoli a tre ruote in India nel 2022 era elettrico, a dimostrazione della loro crescente popolarità. In molte economie in via di sviluppo, inoltre, i veicoli a due o tre ruote offrono un modo economico per accedere alla mobilità, il che significa che la loro elettrificazione è importante per sostenere lo sviluppo sostenibile.

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Gas, Aie allarmata su forniture Ue per 2023. Von der Leyen: “Resistito al ricatto russo”

L’Unione europea ha compiuto progressi significativi nel ridurre la dipendenza dalle forniture di gas naturale russo, ma non è ancora fuori dalla zona di pericolo. Tutti gli sfrorzi ora sono concentrati sulla preparazione del 2023 e del prossimo inverno. E’ quanto emerge dal rapporto ‘Come evitare la carenza di gas nell’Unione europea nel 2023’, presentato dal direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, Fatih Birol e dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in vista della riunione straordinaria dei ministri dell’Energia dell’Ue del 13 dicembre e della riunione del Consiglio europeo del 15 dicembre.

Il rapporto, di fatto, delinea una serie di azioni pratiche che l’Europa può intraprendere per sfruttare gli straordinari progressi già compiuti nel 2022 nel ridurre la dipendenza dalle forniture di gas russe e riempire lo stoccaggio di gas in vista di questo inverno. A seguito delle misure adottate dai governi e dalle imprese europee nel corso dell’anno in risposta alla crisi energetica, nonché alla distruzione della domanda causata da enormi picchi di prezzo, la quantità di gas nei siti di stoccaggio dell’Ue è stata ben al di sopra della media quinquennale all’inizio di dicembre, fornendo un importante cuscinetto in vista dell’inverno. Anche le azioni dei consumatori, l’aumento delle forniture di gas non russo e il clima mite hanno contribuito a compensare il calo delle consegne russe nel 2022.
Le misure già adottate dai governi dell’Ue in materia di efficienza energetica, energie rinnovabili e pompe di calore dovrebbero contribuire a ridurre le dimensioni del potenziale divario tra domanda e offerta di gas nel 2023. Anche una ripresa della produzione di energia nucleare e idroelettrica rispetto ai livelli minimi decennali nel 2022 dovrebbe contribuire a ridurre il divario che, tra domanda e offerta di gas dell’Ue, potrebbe raggiungere i 27 miliardi di metri cubi nel 2023 in uno scenario in cui le consegne di gas dalla Russia scenderanno a zero e le importazioni di Gnl dalla Cina torneranno ai livelli del 2021.
“L’Unione europea ha compiuto progressi significativi nel ridurre la dipendenza dalle forniture di gas naturale russo, ma non è ancora fuori dalla zona di pericolo”, ha commentato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie. “Molte delle circostanze che hanno permesso ai paesi dell’Ue di riempire i loro siti di stoccaggio prima di questo inverno potrebbero non ripetersi nel 2023. La nuova analisi dell’Aie mostra che è vitale una maggiore spinta all’efficienza energetica, alle rinnovabili, alle pompe di calore e a semplici azioni di risparmio energetico per scongiurare il rischio di carenze e ulteriori violenti picchi di prezzo il prossimo anno”.

Il rapporto Aie raccomanda di ampliare i programmi esistenti e aumentare le misure di sostegno per la ristrutturazione delle case e l’adozione di elettrodomestici e illuminazione efficienti. Suggerisce inoltre di utilizzare tecnologie più intelligenti e di incoraggiare il passaggio dal gas all’elettricità nell’industria. Per accelerare le autorizzazioni per le energie rinnovabili, il rapporto propone di aggiungere risorse amministrative e semplificare le procedure. Propone poi un maggiore sostegno finanziario per le pompe di calore e modifiche alle leggi fiscali che penalizzano l’elettrificazione. Richiede inoltre maggiori e migliori campagne per convincere i consumatori a ridurre il loro consumo energetico e descrive in dettaglio vari programmi da un’ampia gamma di paesi che possono fungere da migliori pratiche.
“La Russia ha tagliato le forniture di gas all’Europa dell’80% e sappiamo tutti che questi tagli agli oleodotti hanno aggiunto una pressione senza precedenti sui mercati energetici globali, con gravi effetti a catena sul sistema energetico europeo. Tuttavia, siamo riusciti a resistere a questo ricatto energetico. Con il nostro piano REPowerEU per ridurre di due terzi la domanda di gas russo entro la fine dell’anno, con una mobilitazione fino a 300 miliardi di euro di investimenti. Il risultato di tutto questo è che siamo al sicuro per questo inverno”, ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Quindi ora ci stiamo concentrando sulla preparazione del 2023 e del prossimo inverno. Per questo, l’Europa deve intensificare i propri sforzi in diversi campi, dalla portata internazionale all’acquisto congiunto di gas, all’aumento e all’accelerazione delle energie rinnovabili e alla riduzione della domanda”.

Dal lato dell’offerta, il rapporto Aie afferma che mentre le opzioni dell’Europa per importare più gas naturale sono limitate, ci sono una manciata di Paesi con capacità di esportazione di riserva che potrebbero aumentare le esportazioni catturando il gas che è attualmente bruciato. Il rapporto descrive anche le opportunità per aumentare la produzione di biogas a basse emissioni.
Insieme, queste misure offrono un percorso per evitare picchi di prezzo, chiusure di fabbriche, un maggiore utilizzo del carbone per la produzione di energia e una feroce concorrenza internazionale per i carichi di Gnl, in modi coerenti con gli obiettivi climatici dell’Ue.
“Dobbiamo rendere gli acquisti congiunti – ha sottolineato Ursula von Der Leyen – una realtà, le discussioni con gli Stati membri, i partner e le compagnie energetiche sono in corso. Possiamo lanciare la prima gara per l’aggregazione della domanda (di acquisti comuni) entro la fine di marzo ma è necessario un accordo tra gli Stati membri sul regolamento di emergenza del 18 ottobre”.  Tra le misure di emergenza contro la crisi energetica, la Commissione europea ha proposto anche l’avvio degli acquisti congiunti di gas per abbassarne i costi. I ministri Ue dell’energia hanno già trovato un accordo politico, ma hanno ‘legato’ il via libera del pacchetto di emergenza al raggiungimento di un accordo sul ‘price cap’, che ancora non è stato trovato. Nel breve termine proporrà inoltre di potenziare finanziariamente il piano REPowerEu per gli investimenti in energia pulita. Un’azione che rappresenta “una parte della nostra risposta europea all’Inflation Reduction Act (IRA) degli Stati Uniti”, ha precisato la Presidente della Commissione europea. Concludendo che “nel lungo periodo dobbiamo andare oltre e stiamo valutando la creazione di un fondo di sovranità per continuare a essere leader delle tecnologie pulite”.

 

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Le 10 azioni chiave per ridurre velocemente i consumi

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) ha presentato un lista di dieci “azioni chiave” che frenerebbero velocemente il consumo di carburante per ridurre il rischio di un nuovo shock petrolifero. Questi suggerimenti a breve termine, rivolti ai governi e ai cittadini, avrebbero un effetto immediato. Sono rivolti principalmente alle economie avanzate, “dove è fattibile e culturalmente accettabile”, che rappresentano quasi la metà della domanda globale, dice l’Aie.

Se queste azioni fossero seguite, potrebbero essere risparmiati 2,7 milioni di barili al giorno (bpd) entro quattro mesi, tanto quanto il petrolio necessario per l’intero parco auto cinese. E avrebbero un impatto ancora maggiore se anche le economie emergenti le adottassero, sottolinea l’Aie. Alcune di queste misure sono già state attuate nelle città, a volte per anni. “I regolamenti attuati dalle autorità pubbliche hanno dimostrato la loro efficacia, accompagnati da campagne d’informazione e di sensibilizzazione”.

Di seguito l’elenco delle proposte dell’Aie:

RIDURRE DI ALMENO 10 KM/H I LIMITI DI VELOCITÀ SULLE AUTOSTRADE

Questa sarebbe una delle misure più efficaci, secondo l’Aie, con circa 430.000 barili di petrolio risparmiati ogni giorno. “L’abbiamo già fatto per ragioni di traffico, o di inquinamento dell’aria (…). Possiamo farlo di nuovo”, ha detto il direttore dell’Aie Fatih Birol

LAVORARE DA CASA FINO A TRE GIORNI A SETTIMANA

Una giornata di telelavoro significa 170.000 barili al giorno (b/g) utilizzati in meno, tre giorni significano 500.000 barili. Nelle economie avanzate, circa un terzo dei posti di lavoro permette alle persone di lavorare da casa, precisa l’Aie

BLOCCO DELLE AUTO IN CITTÀ LA DOMENICA

La misura viene già messa in atto a Parigi, Tokyo, Bruxelles, Edimburgo. Permetterebbe di risparmiare 95mila barili al giorno

SOSTENERE IL TRASPORTO PUBBLICO E QUELLO DOLCE

Ridurre i prezzi dei biglietti, o addirittura renderli gratuiti, oltre a incentivare l’uso della bicicletta. Si parlerebbe di circa 330.000 b/g risparmiati. In Nuova Zelanda, per esempio, i prezzi dei biglietti saranno dimezzati nei prossimi tre mesi in risposta all’aumento del costo del carburante

ACCESSO AUTO LIMITATO NELLE GRANDI CITTÀ

Si parla di circa 210.000 b/g risparmiati

AUMENTO DEL CAR SHARING E CONTROLLO DELL’EFFICENZA ENERGETICA

Con la condivisione dei mezzi, il controllo della pressione dei pneumatici, l’aumento della temperatura media dell’aria condizionata di 3°C, si potrebbero risparmiare 470.000 barili al giorno

PROMUOVERE L’EFFICIENZA DEI TRASPORTI E DELLE CONSEGNE SU STRADA

Con l’eco-guida e l’ottimizzazione dei carichi, ecc., per risparmiare 320.000 b/g

PREFERIRE TRENI ALTA VELOCITÀ E NOTTURNI A AEREI

Si risparmierebbero circa 40.000 b/g

EVITARE I VIAGGI D’AFFARI IN AEREO

Scegliendo opzioni alternative si risparmierebbero 260.000 b/g

AUMENTARE L’USO DI VEICOLI ELETTRICI

Si risparmierebbero 100mila barili al giorno