In Spagna proseguono le ricerche dei dispersi nell’alluvione, i morti sono 158. Sanchez a Valencia

Proseguono in Spagna le ricerche dei dispersi nella devastante alluvione che mercoledì ha colpito la regione di Valencia, causando almeno 158 vittime. Oltre mille soldati sono scesi in campo insieme a vigili del fuoco, agenti di polizia e soccorritori che stanno cercando di individuare eventuali sopravvissuti e di sgomberare le aree danneggiate.

Secondo gli ultimi dati diffusi dalle autorità, il bilancio delle vittime è di 158, la maggior parte nella comunità di Valencia, la più colpita. Altri due morti sono stati registrati nella vicina regione di Castilla-La Mancha e un terzo in Andalusia. Questa cifra, la più alta dall’alluvione che uccise 300 persone nell’ottobre 1973, “aumenterà” perché “molte persone sono ancora disperse”, ha avvertito Ángel Víctor Torres, ministro delle Politiche territoriali.

LUTTO NAZIONALE. Il primo ministro Pedro Sánchez, che ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale si è recato a Valencia per visiterà il centro di coordinamento dei soccorsi (Cecopi). “Vi chiedo di rimanere a casa – ha detto parlando con le comunità colpite – e di non spostarvi se potete perché questa area di depressione meteorologica continuerà. Per favore rispettate le istruzioni dei servizi di emergenza, aderite a tutte le richieste che fanno perché in questo momento la cosa più importante da fare è quella di salvare il maggior numero di vite possibile e tenervi al sicuro, è una crisi senza precedenti, assolutamente drammatica e tragica, quella che stiamo vivendo già da qualche giorno”.

Oggi bandiere a mezz’asta anche davanti al Palazzo Berlaymont, sede dell’esecutivo Ue a Bruxelles in solidarietà al popolo spagnolo. Piangiamo con voi. Insieme risorgeremo”, ha scritto su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

LA MACCHINA DEI SOCCORSI. All’alba di giovedì, secondo i servizi di emergenza, migliaia di persone erano ancora senza corrente nella regione di Valencia. Numerose strade sono rimaste interrotte, mentre innumerevoli auto distrutte erano disseminate sulle strade, coperte di fango e detriti. “Non avrei mai pensato di vivere tutto questo”, ha dichiarato all’AFP Eliu Sanchez, un residente di Sedavi, una cittadina di 10.000 abitanti devastata dal maltempo, raccontando un incubo. “Abbiamo visto un giovane uomo in una landa desolata, che si rifugiava sul tetto della sua auto”, ha detto il 32enne elettricista. “Ha cercato di saltare” su un altro veicolo, ma la corrente “lo ha portato via”. 

Sanchez ha assicurato che saranno messe a disposizione tutte le risorse che serviranno per cercare le persone scomparse e per aiutare i cittadini “di questa zona tanto colpita e c’è anche una totale collaborazione da parte del governo attraverso i diversi ministeri coinvolti attraverso il comitato di unità di crisi che abbiamo costituito per dare la sicurezza, la tranquillità, le risposte che in questo momento così difficile e complesso chiedono all’amministrazione pubblica”.

“La comunità valenciana si trova in una crisi, in una tragedia provocata da quella che adesso abbiamo imparato a conoscere come la Dana e abbiamo messo a disposizione moltissime risorse, sono oltre 110.000 le unità che abbiamo messo a disposizione della comunità di Valencia, del corpo dei vigili del fuoco, della polizia nazionale e della guardia civile – ha fatto sapere il premier -. Anche l’esercito è intervenuto e ha messo a disposizione 235 veicoli, elicotteri e aerei che possono essere necessari alle autorità competenti della protezione civile della comunità valenciana”.

Secondo le autorità, una delle località più colpite è stata Paiporta, nella periferia meridionale di Valencia, dove sono morte circa quaranta persone, tra cui una madre e il suo bambino di tre mesi, travolti dalla corrente.

Il presidente della regione di Valencia, Carlos Manzón, ha dichiarato che i servizi di emergenza hanno effettuato “200 operazioni di salvataggio via terra e 70 operazioni di salvataggio via aerea” utilizzando gli elicotteri durante la giornata. Ha inoltre riferito che i servizi di emergenza sono riusciti a raggiungere tutte le aree colpite, anche se diversi villaggi sono rimasti isolati dal resto del Paese per gran parte della giornata di mercoledì.

POLEMICA SULL’ALLARME IN RITARDO. Secondo l’agenzia meteorologica Aemet, martedì notte sono caduti più di 300 litri d’acqua per metro quadro in diverse città della regione di Valencia, con un picco di 491 litri nel piccolo villaggio di Chiva. Si tratta dell’equivalente di “un anno di precipitazioni”, ha aggiunto. La stampa spagnola, che descrive il maltempo come “l’alluvione del secolo”, ha iniziato a mettere in dubbio la reattività delle autorità: il messaggio di allerta del servizio di Protezione Civile ai residenti è stato inviato dopo le 20.00 di martedì, mentre l’Aemet aveva lanciato un “allarme rosso” in mattinata.

LA GOTA FRIA. In autunno, la regione di Valencia e la costa mediterranea spagnola in generale sono regolarmente colpite dal fenomeno noto come “gota fria” (la “goccia fredda”), un sistema di bassa pressione isolato in alta quota che provoca improvvisi e violentissimi acquazzoni, a volte della durata di diversi giorni.
Da diversi anni gli scienziati avvertono che gli eventi meteorologici estremi, come le ondate di calore e le tempeste, stanno diventando più frequenti e più intensi a causa dei cambiamenti climatici. “Queste alluvioni lampo in Spagna sono un altro terribile promemoria del cambiamento climatico e della sua natura caotica”, ha sottolineato in una nota Jess Neumann, professore di idrologia presso l’Università di Reading nel Regno Unito.

 

Valencia travolta dalle inondazioni, almeno 95 morti e molti dispersi. Tre giorni di lutto nazionale

E’ di almeno 95 vittime il bilancio delle nelle drammatiche inondazioni che hanno devastato la Spagna, con 92 morti nella regione di Valencia, due nella vicina regione di Castilla-La Mancha e un terzo in Andalusia. Una situazione “senza precedenti, che nessuno ha mai visto prima”, ha commentato il presidente della regione, Carlos Mazon. Tutta la zona è praticamente isolata dal resto del Paese, con alcuni villaggi inaccessibili. Si tratta delle peggiori inondazioni avvenute in Spagna dall’agosto 1996.

Diverse persone risultano disperse nella regione di Valencia e nella vicina provincia di Albacete (regione di Castilla-La Mancha), dove l’alluvione improvvisa ha invaso le strade, spazzato via le auto e allagato gli edifici. I servizi di emergenza, supportati da droni, hanno lavorato tutta la notte per cercarli. Le autorità hanno chiesto a tutti i residenti della regione di non viaggiare su strada.

SANCHEZ: “EMERGENZA NON E’ FINITA”. Il governo centrale – che ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale – ha istituito un’unità di crisi, che si è riunita per la prima volta martedì sera, e ha inviato nella regione di Valencia un’unità dell’esercito specializzata in operazioni di soccorso. Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha assicurato ai suoi connazionali colpiti dalle alluvioni mortali che hanno devastato il sud-est del Paese il pieno sostegno dello Stato, ma ha avvertito che questo episodio “devastante” potrebbe non essere finito. “Non vi lasceremo soli”, ha detto Sánchez in un breve discorso televisivo dal palazzo della Moncloa, esortando i residenti della regione a rimanere vigili perché ‘non possiamo considerare concluso questo episodio devastante’. Il re di Spagna Felipe VI ha dichiarato di essere “devastato” per quanto successo e si è impegnato a dare “tutto il sostegno necessario” alle famiglie delle vittime.

LA ‘GOTA FRIA’. L’agenzia meteorologica nazionale Aemet ha dichiarato un’allerta rossa nella regione di Valencia e il secondo livello di allerta più alto in alcune parti dell’Andalusia. Ha avvertito che la pioggia continuerà almeno fino a giovedì. Questa zona e la costa mediterranea spagnola in generale sperimentano regolarmente il fenomeno meteorologico della “gota fria” (la “goccia fredda”) in autunno, un sistema di bassa pressione isolato ad alta quota che provoca piogge improvvise ed estremamente violente, a volte della durata di diversi giorni.

CAOS TRASPORTI. I voli che dovevano atterrare all’aeroporto di Valencia sono stati dirottati verso altre città spagnole a causa delle forti piogge e dei forti venti, secondo l’operatore aeroportuale spagnolo Aena. Altri voli sono stati cancellati. L’operatore nazionale delle infrastrutture ferroviarie Adif ha dichiarato di aver sospeso i treni ad alta velocità tra Madrid e Valencia a causa degli effetti della tempesta sui punti chiave della rete ferroviaria. Un treno ad alta velocità che trasportava 276 passeggeri è deragliato nella regione meridionale dell’Andalusia, ma nessuno è rimasto ferito.

IL CORDOGLIO ITALIANO. Immediato il cordoglio italiano. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio a Re Felipe, nel quale esprime “il più sincero cordoglio degli italiani tutti e le espressioni della mia personale vicinanza”. “Desidero esprimere la mia solidarietà e quella del Governo italiano – ha scritto su X la premier, Giorgia Melonialla comunità spagnola duramente colpita dalle alluvioni che hanno messo in ginocchio interi territori, in particolare la città di Valencia. Rivolgo il mio pensiero di vicinanza ai familiari delle vittime”. “Il mio pensiero va in questo momento al popolo spagnolo – ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin – che in queste ore drammatiche piange un grande numero di vittime per le alluvioni nella zona di Valencia. L’Europa, in tutte le sue realtà, sta affrontando sfide climatiche enormi, nelle quali serve una solidarietà concreta e una forte capacità di adattamento sul territorio”. Vicinanza al popolo spagnolo anche da parte del ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, secondo il quale “eventi come questi, non più rari in Europa, ci ricordano l’urgenza di lavorare insieme per proteggere le nostre terre e le generazioni future”.

UE PRONTA A FORNIRE AIUTI. L’Europa “è pronta a fornire il suo sostegno”, ha assicurato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ringraziando le squadre di emergenza “per il vostro costante impegno nel salvare vite umane”. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha annunciato che “l’Europa è pronta ad aiutare: abbiamo attivato il nostro sistema satellitare Copernicus per aiutare a coordinare le squadre di soccorso e ci siamo già offerti di attivare il nostro riconoscimento di protezione civile”.

Clima, Mattarella: “Serve impegno straordinario con misure rapide di salvaguardia”

Sergio Mattarella torna a Bologna a pochi giorni dalla nuova ondata di maltempo che ha messo in ginocchio l’Emilia-Romagna. Non è la prima volta che il presidente della Repubblica ribadisce il proprio monito a tenere alta l’attenzione sui cambiamenti climatici, le cui conseguenze sono anche le alluvioni che “stanno colpendo queste terre con una frequenza e una intensità che non conoscevamo“. Ragion per cui sottolinea quanto sia “necessario un impegno di carattere straordinario che coinvolga istituzioni e società civile, imprese e cittadini e che non sottovaluti la necessità di misure rapide di salvaguardia“. Del resto, ammonisce, “i drammi a cui sono costrette migliaia di famiglia sono anche conseguenza di trasformazioni intervenute da decenni nei territori“.

Il capo dello Stato, in città per partecipare inaugurazione della Biennale dell’economia cooperativa e al 70esimo anniversario della Fondazione per le Scienze religiose, al suo arrivo fa come prima tappa gli uffici della Prefettura, dove incontra i familiari di Simone Farinelli, il ventenne che ha perso la vita nei giorni scorsi a causa dell’alluvione che ha provocato una piena del Rio Caurinzano, a Botteghino di Zocca, che lo ha sorpreso mentre era in auto col fratello. Mattarella coglie l’occasione anche per ricevere la visita della presidente facente funzioni della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, e del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ai quali chiede informazioni sulla situazione nei vari territori e aggiornamenti sui danni causati dalla furia del clima. Il primo cittadino spiega che a Bologna capoluogo la situazione è “particolarmente seria, se non altro per la popolazione coinvolta: abbiamo avuto 1.400 luoghi della città allagati, il ché significa anche case, non solo garage“. Il presidente chiede lumi anche sugli sfollati. Lepore risponde che “all’inizio erano 500 nel capoluogo e 2.500 su tutta l’area metropolitana. Abbiamo abbastanza recuperato – rassicura il sindaco -: una decina di persone nel capoluogo sono ancora in albergo e qualche centinaia dell’area metropolitana. Sono tutti seguiti, ma alcuni hanno perso la casa e dobbiamo capire come fare“.

Mattarella, sempre attento a questi temi, più volte è intervenuto per lanciare moniti su uno dei fenomeni globali più insidiosi. Cosa che fa anche nel suo intervento davanti alla platea della Lega delle Cooperative, rivolgendo in apertura del suo discorso “un pensiero di solidarietà alla città che ci ospita, ai familiari delle vittime dell’alluvione e del gravissimo incidente sul lavoro di ieri, alle famiglie che stanno soffrendo le conseguenze del maltempo“. Perché l’Emilia-Romagna piange, assieme all’Italia intera, altre due vite spezzate, questa volta allo stabilimento della Toyota Material Handling di Borgo Panigale, dove un’esplosione ha ucciso gli operai Fabio Tosi e Lorenzo Cubello e ferito altri 11, uno dei quali si trova ricoverato in gravi condizioni. “Non ci sono più parole adeguate per esprimere l’allarme e l’angoscia per gli incidenti che colpiscono chi sta lavorando, per l’insufficienza della sicurezza per chi lavora“, sottolinea il presidente della Repubblica dal palco.

Le parole di Mattarella arrivano proprio nel giorno in cui, a Roma, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, in occasione del Consiglio Generale, sottoscrive la ‘Carta di Lorenzo‘, il documento dedicato alla memoria di Lorenzo Parelli, studente al quarto anno dell’Istituto professionale ‘Bearzi‘ di Udine, vittima nel 2022 di un incidente durante il periodo di alternanza scuola lavoro. Un impegno sottolineato anche dal messaggio inviato dal capo dello Stato per l’assemblea, riconoscendo lo sforzo “che il sistema delle imprese intende assumere nei confronti della sicurezza negli ambienti di lavoro per una maggiore tutela degli studenti impegnati in percorsi di formazione in azienda“. La vicenda di Lorenzo Parelli “ha drammaticamente richiamato l’attenzione dell’intera società italiana sui processi che accompagnano i giovani nell’ingresso nel mondo del lavoro” e per questo che “mentre rivolgo un pensiero ai suoi genitori e a quanti lo ebbero caro” Mattarella esprime “apprezzamento per il solenne impegno che viene assunto affinché accorciare la distanza tra giovani e lavoro si accompagni al rispetto della loro dignità di persone, di lavoratori, di cittadini“.

Maltempo, Cdm per stato emergenza E-R e Marche: 20 mln per prime necessità

Lo stato d’emergenza sarà deliberato in Consiglio dei ministri sabato e non sarà solo per l’Emilia Romagna, ma anche per le Marche, piegate dai nubifragi del 18, 19 e 20 settembre. In programma, almeno per l’Emilia Romagna, ci saranno 20 milioni di euro da stanziare subito per far fronte alle prime necessità e per il ripristino dei servizi essenziali. Poi arriveranno nuovi fondi, dopo le ricognizioni successive all’emergenza. Così Giorgia Meloni mette un punto alle polemiche che negli ultimi due giorni hanno avuto più spazio dei danni subiti dalla popolazione.

La premier presiede una riunione in videocollegamento con la Regione Emilia Romagna. Con lei, il ministro per la protezione civile, Nello Musumeci, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, la governatrice facente funzioni Irene Priolo, il capo dipartimento della Protezione civile Fabio Ciciliano e il commissario straordinario di Governo alla ricostruzione post alluvione del 2023, Francesco Paolo Figliuolo.

Meloni ribadisce la solidarietà del governo ai cittadini e si informa sulla situazione degli sfollati e sull’andamento dei soccorsi. I due dispersi della frazione di Bagnacavallo, sembra non ci siano. “La popolazione è stata allertata e ha risposto al completo“, riferisce il sindaco del Comune, Matteo Giacomoni. Gli sfollati al momento sono circa 2.500, la gran parte in via precauzionale, nei territori colpiti, dove tecnici e imprese stanno già lavorando per ripristinare gli argini. Infatti, non si registrano più fuoriuscite d’acqua su Senio e Lamone, mentre le previsioni meteo virano verso un deciso miglioramento, con i prossimi tre giorni di tempo sereno.

Intanto, Musumeci si sgancia dalle accuse di aver soffiato sul fuoco delle polemiche (“non credo di averle alimentate”, dice), ma continua a precisare che la ricostruzione e la prevenzione sono due momenti diversi e spettano a enti diversi. Il generale Figliuolo ha competenze sulla ricostruzione post alluvione del 2023, ricorda, assicurando che “verrà completata“. Quanto ai grandi lavori che servono perché gli allagamenti non si ripetano, come le casse di contenimento, quelli spetterebbero alla Regione, che ha ricevuto, secondo il ministro mezzo miliardo in circa dieci anni. Inoltre, la pianificazione richiede una “intensa collaborazione tra Regione e Stato“: “Molto spesso la prevenzione infrastrutturale non si può fare per mancanza di risorse, nel caso dell’Emilia Romagna il tema non si pone. Chiediamo alla Regione di sederci non per indagare, ma per capire perché si continua a essere in emergenza – scandisce – e se un fiume esonda per 3-4 volte, vuol dire che l’intervento non basta“.

Di cantieri, dopo l’alluvione del 2023, ne abbiamo realizzati, programmati e avviati a centinaia – risponde Priolo -. Ci hanno permesso di contenere i danni“. Ora, però, chiede opere straordinarie, quelle indicate nei Piani speciali, per “uscire dalla logica dell’emergenza ed entrare in quella della prevenzione, una priorità per tutto il Paese“. E queste, insiste, “spetta al Governo finanziarle”.

Meloni e von der Leyen in Emilia Romagna: nuovi fondi ai territori alluvionati

Dalla revisione del Pnrr e dall’accordo delle Politiche di sviluppo arrivano nuovi fondi per i territori alluvionati dell’Emilia Romagna. L’accordo viene siglato tra il governo e la Regione. Tra Bologna e Forlì il presidente, Stefano Bonaccini, accompagna la premier, Giorgia Meloni, il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, e la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, incassando anche qualche protesta dei cittadini, che accusano le istituzioni di “passerelle” troppo facili. Con l’intesa, però, 588 milioni di euro vengono sbloccati dalle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione 2021-2027 e assegnati alla regione. Se alle risorse FSC si aggiunge la quota di cofinanziamento (circa 99 milioni di euro), si arriva a 687 milioni di euro che serviranno a finanziare 92 progetti ritenuti strategici. “E’ stato fatto un lavoro silenzioso e difficile“, rivendica la premier smarcandosi dalle polemiche. L’obiettivo è dichiarato: “Trasformare l’Italia, spesso considerata fanalino di coda nell’utilizzo dei fondi europei, in un modello“.

Ursula von der Leyen era stata nei territori colpiti dal maltempo pochi giorni dopo le inondazioni, assicurando l’impegno dell’Europa. Ora “quelle risposte sono arrivate“, conferma Meloni. Intanto con la revisione del Pnrr, che “si diceva fosse impossibile e invece non solo era possibile, ma anche doverosa“, rimarca. Il nuovo piano, infatti, assegna un miliardo e 200 milioni alla difesa idraulica, al ripristino della viabilità e delle infrastrutture stradali, al patrimonio edilizio residenziale e pubblico, alle strutture socio-sanitarie pubbliche, alle scuole e infrastrutture sportive. In altre parole, con questi soldi, “si fa ricostruzione, ma anche e soprattutto prevenzione rispetto a eventuali ulteriori eventi di questa natura“, spiega la presidente del Consiglio. Si dice commossa dal ritorno in Romagna von der Leyen: “Mi ricordo chiaramente la visita a maggio dell’anno scorso e non dimenticherò mai la devastazione che hanno causato le inondazioni“, confessa, rimembrando “le enormi quantità di fango ovunque e le rovine delle case andate distrutte“, ma anche “la fenomenale solidarietà di uomini, donne e anche bambini per aiutarsi e confortarsi“. Il Fondo di solidarietà è stato mobilitato, con l’anticipo di 95 milioni per le emergenze, le operazioni di pulizia e ripristino. “Molto altro arriverà nei prossimi mesi“, garantisce la presidente della Commissione.

Gli Accordi delle Politiche di sviluppo e coesione “consentono al Governo di essere al fianco dei territori e seguire da vicino lo stato di attuazione dei progetti che scelgono di sostenere col ciclo 2021/2027 delle risorse”, precisa Fitto. “Da tempo ho stressato il ministro per firmare prima possibile questo accordo in linea con quel Patto per il lavoro e il clima condiviso con province, comuni, parti sociali. Oggi con questa firma il sistema regionale avrà ulteriori investimenti per ambiti cruciali”. Tira un sospiro di sollievo Bonaccini alla firma dell’accordo. Un programma, continua Bonaccini, “che andiamo ad attuare e che da tempo abbiamo condiviso con l’assemblea legislativa e con il Patto, naturalmente avrà attenzione particolare ai territori alluvionati“.

 

Meloni firma il patto con Emilia-Romagna: 687 milioni pro-alluvione. Oggi a Forlì con Von der Leyen

Prima Davos, poi Strasburgo, poi ancora l’Italia. Agenda impegnata quella della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che oggi tornerà in Emilia Romagna, in uno dei luoghi simbolo delle devastanti alluvioni che lo scorso maggio hanno colpito il centro Italia.

Von der Leyen in giornata sarà a Forlì, città toccata dalle inondazioni che hanno colpito la regione lo scorso anno, insieme alla premier Giorgia Meloni. Nel pomeriggio è prevista una conferenza stampa. Un incontro per discutere di fondi europei per le zone colpite dalle alluvioni, a cui parteciperanno anche il governatore della Regione, Stefano Bonaccini, e il ministro per gli Affari europei, il Sud e il Pnrr, Raffaele Fitto.

Il governo ha presentato a Bruxelles il 24 luglio la domanda di sostegno attraverso il Fondo europeo di solidarietà, per contribuire a ripristinare le infrastrutture principali, finanziare i servizi di soccorso e le operazioni di pulizia generale, e attuare misure di protezione del patrimonio culturale della regione. A novembre la Commissione europea ha deciso di concedere all’Italia un anticipo di 94,7 milioni di euro dal Fondo europeo di solidarietà per alleviare l’onere finanziario causato dal disastro naturale.

Il Fondo di solidarietà è un dispositivo fuori bilancio che permette di mobilitare fino a 500 milioni di euro all’anno – oltre ai fondi non spesi dell’anno precedente – per coprire parte dei costi per la ricostruzione. Gli Stati membri colpiti da disastri naturali possono richiederne l’attivazione alla Commissione entro 12 settimane dalla data dei primi danni rilevati, allegando alla domanda una stima dei danni. Questo dispositivo ammette interventi d’emergenza come il “ripristino immediato del funzionamento delle infrastrutture nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell’istruzione”. Dalla sua attivazione nel 2002 quasi un terzo degli 8,2 miliardi di euro complessivi – circa 3 miliardi – sono stati destinati all’Italia, quasi in doppio della Germania seconda beneficiaria con 1,6 miliardi.

Intanto in mattinata la premier ha firmato il nuovo accordo sui Fondi di sviluppo e coesione con il governatore Stefano Bonaccini e il ministro Raffaele Fitto.  “Arriviamo a una cifra di 687 milioni di euro che viene mobilitata oggi con questa firma. Complessivamente 92 progetti, poche grandi priorità: non risorse che vengono spese in centinaia di microprogetti, ma scegliere sulle priorità che rappresentano un volano” ha affermato la premier. “Non avremmo potuto non occuparci dell’alluvione, torna Von Der Leyen che si era presa responsabilità e impegni, quelle risposte sono arrivate – ha aggunto Meloni – grazie alla revisione del Pnrr, difesa idraulica, ripristino del patrimonio pubblico, delle scuole e delle infrastrutture sportive: 1,2 miliardi. Con il Fsc invece la Regione ha proposto, e il governo ha condiviso, 137 milioni per la manutenzione stradale, con rilevazione annuale del fabbisogno delle province. Sono risorse che si aggiungono a quelle che la Regione aveva già destinato a viabilità e trasporti, ci sono anche 27 milioni destinati a manutenzione straordinaria di opere idrauliche che insistono sui bacini idrografici della Regione, ma c’è anche molto altro”.

Alluvione

Dall’Emilia-Romagna alla Toscana, in Italia 378 eventi estremi nel 2023 (+22%) e 31 vittime

I fenomeni meteo che hanno devastato l’Italia nel 2023 sono stati estremi, causati principalmente dalla crisi del clima. Chicchi di grandine in grado di spaccare le fusoliere degli aerei durante l’estate, siccità invernali, alluvioni, trombe d’aria, temperature estreme e incendi sempre più frequenti.

Il 2023 è stato un anno da bollino rosso per il clima, segnato da un trend in continua crescita degli eventi meteorologici estremi. Ne sa qualcosa l’Italia dove quest’anno gli eventi estremi sono saliti a quota 378, segnando +22% rispetto al 2022, con danni miliardari ai territori e la morte di 31 persone. Il nord Italia, con 210 eventi meteorologici estremi, si conferma l’area più colpita della Penisola, seguita dal centro (98) e dal sud (70).  In aumento soprattutto alluvioni ed esondazioni fluviali (+170% rispetto al 2022), le temperature record registrate nelle aree urbane (+150% rispetto ai casi del 2022)le frane da piogge intense (+64%); e poi le mareggiate (+44%), i danni da grandinate (+34,5%), e gli allagamenti (+12,4%). Eventi che hanno segnato un 2023 che ha visto anche l’alta quota in forte sofferenza con lo zero termico che ha raggiunto quota 5.328 metri sulle Alpi e con i ghiacciai in ritirata.

A fare il bilancio di fine anno è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato insieme al Gruppo Unipol, che traccia un quadro complessivo di quanto accaduto in Italia in un 2023 in cui la crisi climatica ha accelerato il passo. Nello specifico nella Penisola si sono verificati 118 casi di allagamenti da piogge intense, 82 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 39 di danni da grandinate, 35 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 26 danni da mareggiate, 21 danni da siccità prolungata, 20 casi di temperature estreme in città, 18 casi di frane causate da piogge intense, 16 eventi con danni alle infrastrutture e 3 eventi con impatti sul patrimonio storico. Tra le città più colpite: Roma, Milano, Fiumicino, Palermo e Prato. A livello regionale, Lombardia ed Emilia-Romagna risultano nel 2023 le regioni più in sofferenza con, rispettivamente, 62 e 59 eventi che hanno provocato danni, seguite da Toscana con 44, e da Lazio (30), Piemonte (27), Veneto (24) e Sicilia (21). C’è da sottolineare che solo nel mese di luglio la Lombardia è stata colpita da ben 28 eventi, due le vittime. Tra le province più colpite svetta al primo posto Roma con 25 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna con 19, Milano con 17, Varese 12, Bologna e Torino 10.

Un quadro preoccupante quello tracciato dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente a cui si aggiunge il fatto che l’Italia è ancora senza un Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici. “Un paradosso tutto italiano – dice Legambiente – che dimostra quanto l’Italia sia indietro nella lotta alla crisi climatica e nell’adottare politiche climatiche più ambiziose”.

Per l’associazione ambientalista “il Paese continua a rincorrere le emergenze senza una chiara strategia. Serve una road map climatica nazionale non più rimandabile, fondata su tre pilastri: il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici da approvare senza più ulteriori ritardi, stanziando adeguate risorse economiche (ad oggi assenti) per attuare il Piano; una legge contro il consumo di suolo, che ancora manca all’appello dopo oltre 11 anni dall’inizio del primo iter legislativo, e per la rigenerazione urbana, snellendo le procedure per abbattimenti e ricostruzioni;   superare la logica dell’emergenza agendo invece sulla prevenzione, che permetterebbe di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni”.  

“Gli eventi meteo estremi – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente stanno aumentando con sempre maggiore frequenza e intensità e a pagarne lo scotto sono i territori e i cittadini. Il Governo Meloni approvi subito il Piano nazionale di adattamento al clima, stanziando anche le relative risorse economiche, che invece continuiamo a spendere per intervenire dopo i disastri, come dimostrano gli 11 miliardi di euro solo per i danni delle due alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana. Il rischio è che l’Italia, senza il Piano e gli adeguati stanziamenti per la prevenzione, assenti anche nella Legge di bilancio in via di approvazione, continui a rincorrere le emergenze. Il Governo dovrebbe invece impegnarsi molto di più, puntando su prevenzione, politiche di adattamento al clima, campagne di sensibilizzazione sulla convivenza con il rischio, per far diventare il nostro paese dal più esposto al centro del mar Mediterraneo a un esempio per gli altri”.  

 

INFOGRAFICA INTERATTIVA Clima, Legambiente: nel 2023 108 allagamenti e 27 esondazioni

Nell’infografica interattiva di Gea si possono visualizzare alcuni dati del Rapporto Città Clima 2023 – Speciale alluvioni realizzato da Legambiente, con il contributo del Gruppo Unipol. Negli ultimi 14 anni, dal 2010 al 31 ottobre 2023, sono stati registrati 684 allagamenti da piogge intense e 166 esondazioni fluviali. Nei primi 10 mesi del 2023 questi valori hanno abbondantemente superato la media degli anni precedenti: 108 allagamenti e 27 esondazioni.

Le zone a rischio idrico: cerca il tuo comune sulla mappa interattiva

Il 93,9% dei comuni italiani è a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera. Lo dicono i dati Ispra, che segnalano il quadro di pericolo idrogeologico per l’intero territorio nazionale. Inoltre, secondo Legambiente, dal 2010 al 31 agosto 2023 il 67% dei 1.855 eventi meteorologici estremi avvenuti in Italia ha avuto per protagonista l’acqua. Nonostante la fragilità del territorio, se si considerano singolarmente le diverse problematiche, le zone maggiormente colpite si concentrano in aree circoscritte, accomunate dalle stesse caratteristiche. E quindi, possibilmente, anche dalle stesse strategie di intervento.

Questo è evidente nella mappa interattiva, elaborata da GEA su dati Ispra, che mostra comune per comune la percentuale di territorio a rischio alluvione.

Lo studio suddivide le zone in tre categorie: con probabilità di alluvione elevata, media o bassa. Nella prima mappa, sono evidenziate le aree (16.223,9 km2, il 5,4% del territorio nazionale) che potrebbero allagarsi più frequentemente. Con un periodo di ritorno – la grandezza statistica che misura la probabilità di un evento estremo – compreso tra 20 e 50 anni. Le zone a media probabilità (30.195,6 km2, il 10% del totale) sono quelle che presentano una possibilità moderata di inondazioni, con tempi di ritorno tra i 100 e 200 anni. L’ultima categoria individua territori (42.375,7 km2, il 14%) che potrebbero essere colpiti da eventi alluvionali estremi con tempi di ritorno superiori a 200 anni. I dati delle tre mappe non vanno sommati: le zone con bassa probabilità di alluvione rappresentano la massima estensione dei territori allagabili.

I comuni del fiorentino e della Romagna, protagonisti delle alluvioni del 2023, sono evidentemente fra quelli più a rischio a livello nazionale. Per fare un esempio, il 100% del territorio di Campi Bisenzio è a rischio alluvione. Il rischio è che questi fenomeni crescano in termini di frequenza e intensità all’aumentare della temperatura media. I comuni del fiorentino e della Romagna, protagonisti delle alluvioni del 2023, sono evidentemente fra quelli più a rischio a livello nazionale. Per fare un esempio, il 100% del territorio di Campi Bisenzio è a rischio alluvione. Il rischio è che questi fenomeni crescano in termini di frequenza e intensità all’aumentare della temperatura media.

Maltempo, in Toscana colonne e volontari dal resto d’Italia. Giani: “Non siamo soli”

La Toscana prova a ripartire. Piegata da un numero di danni che non è ancora possibile quantificare, riceve la solidarietà del resto d’Italia.

Dodici Regioni con le colonne mobili e duemila persone sono corse in aiuto, per gestire il passaggio dall’emergenza alla ricostruzione. Il ministro della protezione civile, Nello Musumeci sarà a Campi Bisenzio lunedì, accompagnato dal capo dipartimento Fabrizio Curcio, per un incontro con le istituzioni e le strutture operative.

Intanto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, firma dieci decreti per sostenere il comparto agroalimentare messo in ginocchio dalle violente grandinate, nel resto della Penisola, che hanno messo a rischio le produzioni delle Regioni Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria e Molise.  “Un aiuto concreto alle aziende colpite da eventi meteorologici eccezionali degli scorsi mesi: questo rappresentano i dieci decreti che ho firmato. Abbiamo accolto le richieste arrivate dai territori danneggiati che otterranno un sostegno specifico attraverso il Fondo di solidarietà nazionale“, spiega.

Ma il Masaf è impegnato per aiutare le attività agroalimentare anche in Toscana. “Non appena avremo un quadro più completo dei danni, saremo ancora una volta pronti a dare ai cittadini e ai lavoratori le risposte e i sostegni che meritano“, assicura Lollobrigida. “Con circa 50 milioni di euro di danni nelle campagne è corsa a salvare produzioni agricole, macchinari e scorte di grano e concimi risparmiate dall’alluvione”, prevede la Coldiretti. Ma la stima è in continuo aggiornamento e tiene conto dei danni diretti e visibili alle strutture agricole e produzioni perse o danneggiate alla quale vanno aggiunti i quelli indiretti provocati dalle difficoltà di rispondere alle richieste dei clienti stranieri che, soprattutto per i vivai, potrebbero decidere di rivolgersi altrove.

Il governatore Eugenio Giani fa il punto con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e l’assessora alla protezione civile, Monia Monni. Emiliano è presente con la colonna mobile della Puglia, ma è anche vice presidente della conferenza delle Regioni. Insieme alla Puglia anche Basilicata, Campania, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Umbria, Val d’Aosta. “Grazie di cuore – scandisce Giani – quando parliamo di collaborazione e sinergia in un momento drammatico, questo è un esempio”. Ora si passa alla fase dell’intervento minuto, dallo sgombero alla pulizia: “Abbiamo bisogno di tanto personale, ma anche di qualità”, afferma.

Più a Nord, la Liguria dichiara lo stato d’emergenza regionale per far fronte ai danni causati dal maltempo e dalle mareggiate che hanno investito il territorio a partire dal 24 ottobre. Domani in Giunta verranno stanziati fondi per 1,5 milioni di euro, che serviranno a coprire le spese sostenute dagli Enti locali per far fronte alle prime emergenze e alle somme urgenze. “Il nostro Dipartimento di Protezione civile sta facendo il punto sui danni insieme ai Comuni: stimiamo circa 30 milioni di euro di danni al solo patrimonio pubblico, cui si aggiungeranno poi i danni subiti da privati cittadini e attività produttive“, fa sapere il governatore, Giovanni Toti, che comunque chiederà anche al Governo di inserire la Liguria nello stato d’emergenza nazionale istituito nelle prossime settimane, facendo una prima “ricognizione speditiva” dei danni, per poter risarcire anche i privati.