Fa troppo caldo anche per gli animali: ghiaccioli alla frutta al Bioparco Zoom di Torino

La grande ondata di calore che sta colpendo l’Italia si fa sentire anche al Bioparco Zoom di Torino e per sconfiggerlo, gli animali che amano l’acqua – come pinguini, ippopotami, lontre e tigri – passano le loro giornate nelle piscine presenti nei loro habitat, ma per tutti gli altri i keeper hanno preparato freschi e gustosi ghiaccioli.

“Negli ultimi giorni il termometro è arrivato a toccare i 35°C e con questo gran caldo arricchire la dieta dei nostri animali tramite i ghiaccioli è di grande utilità per il loro benessere – dichiara Irene Carnovale, Responsabile animal keeper – Li prepariamo utilizzando frutta, verdura, carne o pesce, ma soprattutto tanta acqua: non si tratta infatti solamente di un pasto gustoso e rinfrescante, ma è soprattutto un modo per assicurarci che i nostri animali rimangano adeguatamente idratati assumendo la corretta quantità di liquidi durante i giorni più roventi. Inoltre, per alcune specie si tratta anche di un ottimo esercizio: per le giraffe, ad esempio, è fondamentale mantenere una lingua forte ed elastica e leccare i ghiaccioli sospesi posizionati dai nostri keeper è per loro un utile allenamento”.

Inseriti all’interno dei loro habitat, spesso nascosti o appesi come attività di arricchimento e premio, è anche un divertimento per gli animali oltre che un modo originale per nutrirli e permettere loro di sopportare meglio e con gusto il clima torrido di questi giorni.

Dopo Cerbero arriva Caronte: il fine settimana sarà ancora più caldo

L’Italia sta vivendo un periodo di caldo africano con l’anticiclone Cerbero. Oltre alle temperature roventi che di giorno raggiungono facilmente i 35-37°C su molte città e ancora di più sulla Sardegna, ci si mettono anche l’afa e le notti tropicali a rendere ancora più insopportabile questa seconda ondata di caldo. Finirà questa canicola? Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it non ha dubbi. “Il caldo – dice – non finirà e anzi, raddoppierà; infatti da domenica 16 l’anticiclone Cerbero lascerà il testimone al più potente e rovente anticiclone Caronte che seguendo le orme del personaggio dantesco, ci traghetterà nel cuore dell’estate. Prima di ciò su alcune regioni la pressione cederà temporaneamente”.

Tra mercoledì e giovedì un vortice ciclonico attivo tra Islanda, Regno Unito e Scandinavia, invierà la coda di una perturbazione fin verso l’Italia. Il fronte instabile si manifesterà sotto forma di forti temporali accompagnati da improvvise grandinate (con chicchi di grosse dimensioni) e violenti colpi di vento. Le zone maggiormente interessate saranno le Alpi, ma non è da escludere che alcune celle temporalesche, particolarmente intense, possano raggiungere anche la Pianura Padana. Con il sopraggiungere dei temporali le temperature, quantomeno al Nord, perderanno qualche grado, pur rimando sempre molto calde. Oggi bollino rosso a Bologna, Firenze, Frosinone, Latina, Perugia, Rieti, Roma e Viterbo.

Continuerà a essere soleggiato con caldo in aumento al Sud, soprattutto in Puglia dove si toccheranno i 40-41°C sul foggiano. Dopo questo veloce break temporalesco, la pressione tornerà ad aumentare al Nord e dopo un sabato di sole e caldo, da domenica ecco arrivare il potente anticiclone Caronte.
Questa nuova pulsazione dell’anticiclone africano sarà più estesa della precedente con temperature ancora più calde, questa volta su gran parte d’Italia. Sarà proprio da domenica che di giorno si potranno toccare i 39-40°C non solo al Sud, ma anche a Roma, Firenze, Bologna, Padova, Pavia, Mantova, Ferrara. Insomma, con l’anticiclone africano Caronte inizierà la terza ondata di calore di questa stagione.

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ONDATA DI CALDO

In Europa 61mila morti per il caldo nell’estate del 2022: Italia più colpita

E’ sempre più alto il legame tra ondate di calore e mortalità. Sarebbero infatti oltre 61mila le vittime in Europa attribuibili alle alte temperature nell’estate del 2022: tra queste, il triste primato spetta all’Italia, con 18.010 persone uccise dal caldo. Sullo sfondo del riscaldamento globale, lo scorso anno il continente europeo ha vissuto un’intensa serie di ondate di calore che hanno battuto i record di temperatura, con l’estate più calda mai registrata che ha provocato siccità e incendi boschivi. L’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, aveva già segnalato un eccesso di mortalità insolitamente elevato, ma la quota di mortalità attribuibile al caldo non era stata finora quantificata. Ora è certo: gli scienziati dell’Istituto nazionale francese di sanità (Inserm) e dell’Istituto di salute globale di Barcellona (ISGlobal) hanno ottenuto i dati di temperatura e mortalità per il periodo 2015-2022 in 823 regioni di 35 paesi europei, ovvero una popolazione totale di oltre 543 milioni di persone.

Secondo il loro studio, pubblicato su Nature Medicine, tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022 ci sarebbero stati 61.672 decessi correlati al caldo in Europa. Durante questo periodo, tra il 18 e il 24 luglio, si è verificata un’ondata di caldo particolarmente intensa, a cui sono stati associati un totale di 11.637 decessi. “È un numero di decessi altissimo”, ha commentato Hicham Achebak, ricercatore dell’Inserm e coautore dello studio. “Conoscevamo gli effetti del caldo sulla mortalità con il precedente del 2003, ma con questa analisi vediamo che c’è ancora molto lavoro da fare per proteggere le popolazioni“. L’eccesso di mortalità nell’estate del 2003, durante la quale l’Europa ha sperimentato una delle più grandi ondate di calore della sua storia, aveva infatti superato la cifra di 70mila morti in Europa. Tuttavia, è difficile fare un confronto, poiché le metodologie variano tra le due stime.

Per quanto riguarda l’estate 2022, scomponendo per Paese, la Francia ha registrato l’incremento di temperatura più elevato rispetto alle medie stagionali, con +2,43ºC sopra i valori medi del periodo 1991-2020, seguita dalla Svizzera (+2,30ºC) , Italia (+2.28ºC), Ungheria (+2.13ºC) e Spagna (+2.11ºC). Ma in termini assoluti, il Paese con il maggior numero di vittime è stato l’Italia, con 18.010 morti, seguita da Spagna (11.324) e Germania (8.173). La Francia arriva al 4° posto, con 4.807 morti. Lo studio specifica che la stragrande maggioranza dei decessi si è concentrata nelle persone di età pari o superiore a 80 anni. Inoltre, la mortalità attribuibile al calore è stata del 63% più alta nelle donne che negli uomini. Questa maggiore vulnerabilità si è osservata soprattutto tra gli ultraottantenni, con un tasso di mortalità superiore del 27% a quello degli uomini. L’Europa è ancora il continente che sta vivendo il maggior riscaldamento globale, fino a 1°C in più rispetto alla media. In questo contesto, le stime effettuate dai gruppi di ricerca suggeriscono che, in assenza di una risposta efficace, il continente dovrà affrontare una media di oltre 68mila morti in più ogni estate entro il 2030 e oltre 94mila entro il 2040. “Queste previsioni si basano sull’attuale livello di vulnerabilità e sulle temperature future“, ha spiegato Hicham Achebak. “Se adottiamo misure molto efficaci, la vulnerabilità può essere ridotta“. “Lo studio dimostra che le strategie di prevenzione del caldo devono essere rivalutate, tenendo conto in particolare del genere e dell’età“, ha reagito Chloe Brimicombe, ricercatrice climatica dell’Università di Graz (Austria), in una nota del Science Media Center del Regno Unito. Emerge dallo studio “un’urgente necessità di proteggere le popolazioni più vulnerabili”, ha sottolineato anche Raquel Nunes, docente all’Università di Warwick (Inghilterra).

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caldo

Arriva la settimana di Cerbero: attesi picchi di 45 gradi in Sardegna. Bollino rosso in 8 città

Il fine settimana appena trascorso ci ha dato una assaggio di quello che ci attenderà nei prossimi giorni. Nel corso della settimana appena iniziata, infatti, il caldo sarà il protagonista assoluto: l‘anticiclone africano Cerbero è pronto a infiammare l’Italia con punte massime di temperature ben oltre i 40°C, e non è escluso che qualche record possa essere abbattuto. Questa ondata di calore proveniente dal cuore del deserto africano poi durerà almeno per altri 7 giorni: l’estate, insomma, entra nel vivo.

Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it spiega che si sta preparando la seconda ondata di calore di questa stagione estiva 2023. “Nella mitologia – dice – Cerbero è il cane-mostro a tre teste cantato da Dante nella sua Divina Commedia e posto a guardia degli Inferi: ebbene, l’anticiclone africano distribuirà l’intensità del caldo in maniera diversa su tre zone d’Italia, rappresentate metaforicamente dalle tre teste: la prima zona è quella del Sud e delle Isole Maggiori; la seconda zona è rappresentata dall’Italia centrale, soprattutto la fascia tirrenica; la terza zona è il Nord”.

Già da oggi è attesa una pulsazione di questa importante figura atmosferica, una bolla rovente in risalita dal Nord Africa, con valori di circa 28-32°C alla quota isobarica di 850 hPa (circa 1550 metri d’altezza); solitamente viene presa la misura a questa quota in quanto le masse d’aria sono libere di muoversi nell’atmosfera conservando le loro caratteristiche senza subire condizionamenti esterni (dal mare, dalle montagne etc.).

Nei prossimi giorni sono previsti picchi massimi di temperatura fino a 35-37°C sulle pianure del Nord, fino a 38°C e al Centro, e addirittura fin sopra i 42°C sulle due isole maggiori. La giornata più rovente potrebbe essere quella di mercoledì 12 luglio quando, in alcune località della Sardegna, potrebbero addirittura toccarsi i 45°C, se non oltre. Il record assoluto di temperatura massima in Italia è attualmente di 48,8°C, registrato nell’agosto 2021 in provincia di Siracusa; insomma, si rischia di battere un valore ritenuto quasi inarrivabile solo fino a pochi anni fa.

Saranno otto domani le città italiane da bollino rosso (livello 3, il massimo) a causa dell’ondata di calore che si è abbattuta sull’Italia. Si tratta di Firenze, Perugia, Roma, Latina, Frosinone, Rieti, Bolzano e Torino. Il giorno successivo le città con il livello più alto di caldo scenderanno a sette: Bologna, Firenze, Perugia, Rieti, Roma, Frosinone e Latina.

Nel corso delle ore notturne poi non andrà certamente meglio, anzi: umidità alle stelle (afa) e valori che non scenderanno al di sotto dei 22/23°C su gran parte del Paese. In meteorologia, infatti, si parla di notti tropicali proprio quando le temperature minime non scendono mai a livelli inferiori ai 20°C.

Da giovedì 13 luglio, l’alta pressione perderà un po’ della sua forza sulle regioni del Nord: l’ingresso di correnti d’aria più instabili in quota pilotate da una depressione centrata sulle isole britanniche potrebbe fungere da innesco per lo scoppio di qualche forte temporale specie sulla Lombardia e poi sul Triveneto. Sul resto d’Italia invece ancora spazio all’anticiclone col suo carico di caldissima stabilità atmosferica.

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Arriva il caldo feroce di Cerbero, ecco tutti i consigli dei medici su come difendersi

Ci aspetta un fine settimana a dir poco bollente, se non infuocato. La colpa sarà del potente anticiclone tropicale Cerbero che dal deserto del Sahara sta iniziando inesorabilmente ad avanzare verso l’Italia. Nei prossimi giorni l’anticiclone Cerbero farà schizzare le temperature massime fino ad oltre 43°C sulle Isole Maggiori.

Cerbero inizia a influenzare l’Italia già da oggi portando condizioni di tempo ampiamente soleggiato su tutte le regioni. Da segnalare soltanto qualche residua precipitazione sul Piemonte occidentale, specie sul torinese, anche per sabato mattina. Le temperature massime inizieranno a salire con valori prossimi ai 40°C soltanto in Sardegna, altrove rimarranno ancora stazionarie.
Nel corso del weekend l’anticiclone africano Cerbero conquisterà completamente l’Italia e il suo cuore bollente si avvicinerà pericolosamente alla Sardegna. Sia sabato che domenica il sole sarà prevalente mentre le temperature subiranno un’improvvisa impennata proprio domenica 9 luglio. Basti pensare che al Nord si toccheranno punte di 35-36°C, come a Bologna, Padova, Milano, al Centro i valori saliranno fino a 36-37°C come a Roma e Firenze mentre al Sud si supereranno di poco i 40°C sulle zone interne di Sardegna e Sicilia. Ma questo sarà nulla in confronto a quello che succederà la prossima settimana. Il bel tempo continuerà a prevalere su tutte le regioni, ma saranno le temperature che faranno parlare di sé. I valori termici diurni aumenteranno ulteriormente dato che il cuore rovente di Cerbero raggiungerà addirittura la Sardegna e sfiorerà la Sicilia. Tra lunedì 10 e mercoledì 12 di giorno si potranno toccare addirittura i 47-48°C in Sardegna e 45°C in Sicilia, 36-38°C al Centro-Nord come a Firenze, Milano, Ferrara, Bologna e Roma.

Questa seconda ondata di calore di inizio estate ha tutte le caratteristiche per candidarsi ad essere una delle più potenti mai avvenute in Italia, infatti ricordiamo che il record di caldo è di +48.8°C, raggiunti il 12 agosto 2021 a Floridia, nel siracusano. Come detto, nei prossimi giorni questa cifra potrebbe essere superata in Sardegna. Staremo a vedere.

Gli esperti della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ha diffuso una guida con i consigli pratici per difendersi dal caldo:
– Evitare di esporsi al caldo e al sole diretto e uscire di casa solo nelle ore più fresche
– Assicurare un adeguato ricambio di aria in casa e agevolare la ventilazione naturale
– Mantenere le stanze fresche schermando le finestre esposte al sole (utilizzando tapparelle, persiane, tende, ecc.)
– Chiudere le finestre durante il giorno e aprirle durante le ore più fresche della giornata (la sera e la notte)
– Fare bagni e docce frequenti e con acqua tiepida
– Assumere almeno 3 litri di acqua durante la giornata, evitare alcolici e preferire cibi che contengono molta acqua, come frutta e verdura
– Quando si esce di casa, proteggere gli occhi con occhiali da sole e prevenire scottature con creme solari ad alto fattore protettivo
– Evitare l’attività sportiva all’aperto nelle ore più calde

Giugno da record: per Copernicus è stato il più caldo della storia

Photo credit: AFP

Il surriscaldamento degli oceani dovuto ai cambiamenti climatici e al ritorno del fenomeno El Nino ha portato quest’anno a una temperatura media globale record per il mese di giugno. Lo ha annunciato l’osservatorio europeo Copernicus. “Giugno 2023 è stato il più caldo di sempre, poco più di 0,5 gradi Celsius al di sopra della media 1991-2020, superando di gran lunga il precedente record stabilito nel giugno 2019“, ha dichiarato in un comunicato l’osservatorio sui cambiamenti climatici Copernicus (C3S) dell’Unione Europea. La temperatura media globale è stata calcolata a 16,51°C.

L’estate 2023 si sta gradualmente configurando come una delle più insolite della storia dell’umanità, con la conferma da parte dell’osservatorio europeo Copernicus che l’effetto combinato del cambiamento climatico e del ritorno del fenomeno El Niño sta spingendo le temperature degli oceani e delle terre emerse a livelli senza precedenti. Anche se non si sa cosa ci riserverà il resto dell’estate, da aprile si è registrato un record di temperatura dopo l’altro in tutto il mondo, dalla Cina alla Spagna passando per l’Oceano Atlantico. Questo è il segno più diretto dello sconvolgimento del clima del pianeta, insieme ai disastri che sta alimentando in modi meno prevedibili: incendi boschivi, siccità, precipitazioni estreme, ecc. Le temperature hanno superato i record nell’Europa nord-occidentale, mentre alcune zone del Canada, degli Stati Uniti, del Messico, dell’Asia e dell’Australia orientale “sono state significativamente più calde del normale, osserva Copernicus, che sottolinea l’entità dello scarto rispetto alla norma. D’altra parte, è stato più fresco del normale nell’Australia occidentale, negli Stati Uniti occidentali e nella Russia occidentale.

Negli ultimi 15 anni, il mese di giugno è stato costantemente al di sopra delle medie del periodo 1991-2020, ma “il giugno 2023 è ben al di sopra degli altri, è un tipo di anomalia a cui non siamo abituati“, ha dichiarato all’AFP Julien Nicolas, scienziato del C3S. Alla fine, la temperatura media globale è stata di 16,51°C a giugno, ovvero 0,53°C sopra la media dei tre decenni precedenti. Il record precedente, nel giugno 2019, era di soli 0,37°C al di sopra di questi valori normali. “Il record di giugno 2023 è in gran parte dovuto a temperature molto elevate sulla superficie dell’oceano“, che costituisce il 70% della superficie terrestre, ha sottolineato. Le temperature avevano già raggiunto livelli record a maggio nell’Oceano Pacifico per effetto dell’inizio del fenomeno climatico El Niño. A giugno, a sua volta, il Nord Atlantico ha sperimentato ondate di calore marino “che hanno sorpreso molte persone, raggiungendo livelli davvero senza precedenti“, secondo l’esperto del C3S. “Uno dei fattori è la minore velocità del vento in ampi settori del Nord Atlantico“, a causa di un’alta delle Azzorre misurata come “la più debole per un mese di giugno dal 1940“, che ha ridotto il rimescolamento delle acque superficiali e quindi il loro raffreddamento. “A questo si aggiunge la tendenza al riscaldamento degli oceani, che assorbono il 90% del calore prodotto dall’attività umana“, ha aggiunto Nicolas, mentre le emissioni di gas serra dell’uomo continuano ad aumentare.

Ondate di calore marino estremo” sono state misurate nel Mar Baltico, in Irlanda e in Gran Bretagna, che pochi giorni fa ha confermato il suo giugno record, ancora una volta ben al di sopra del record precedente. La tendenza continua anche a luglio: martedì è stato il giorno più caldo mai misurato in tutto il mondo, per tutti i mesi messi insieme, secondo i dati preliminari degli Stati Uniti. Il riscaldamento sarà alimentato nei prossimi mesi da El Niño, che continuerà per tutto l’anno con un’intensità “almeno moderata“, secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO, l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite). Allo stesso tempo, “il ghiaccio marino antartico ha raggiunto la sua più bassa estensione per il mese di giugno dall’inizio delle osservazioni satellitari, cioè il 17% al di sotto della media“, secondo Copernicus, ancora una volta con un margine significativo. A febbraio, alla fine dell’estate australe, la sua superficie aveva raggiunto il minimo storico per il secondo anno consecutivo.

caldo

Avanza l’anticiclone Cerbero: attesi picchi di temperatura di 45°C

Sarà davvero tosta la seconda ondata di calore di questa prima parte di Estate e sarà l’anticiclone africano Cerbero a farla arrivare sull’Italia. Prima del suo arrivo, però, ci saranno gli ultimi temporali, anche molto forti, sulle regioni settentrionali.

Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it avvisa che nella giornata odierna l’atmosfera sarà ancora instabile sulle regioni settentrionali a causa delle correnti instabili atlantiche pilotate da una semi permanente depressione attiva tra Islanda, Regno Unito e Scandinavia. I temporali, già presenti, continueranno a formarsi non solo in montagna, ma anche in pianura fino a fine giornata. Nel frattempo l’anticiclone africano Cerbero inizierà a invadere la Sardegna con i primi 40°C sulle zone interne meridionali dell’Isola.

Da venerdì Cerbero avanzerà ulteriormente verso il nostro Paese, così l’atmosfera tornerà stabile su tutte le regioni e il sole avrà modo di splendere quasi indisturbato in un cielo con poche nuvole. Per almeno sette giorni sull’Italia il sole sarà prevalente, ma occasionalmente sui confini alpini potranno scoppiare isolati temporali di calore, seppur di breve durata.

Ma le protagoniste dei prossimi giorni saranno le temperature, massime e minime. L’anticiclone africano Cerbero trasporterà masse d’aria caldissima provenienti direttamente dal deserto del Sahara. Il bersaglio principale sarà la Sardegna dove, a partire dal weekend, i valori massimi di temperatura supereranno i 40°C (fino a 45°C) sulle zone interne, specie meridionali. Farà caldissimo anche sul resto d’Italia: al Centro, per esempio, tra domenica e lunedì si raggiungeranno i 37-38°C a Firenze e a Roma, 37°C anche al Nord come a Milano, Padova, Bologna, Pavia, Ferrara e oltre 40°C anche in Sicilia. Caldo importante anche sul resto del Sud.

Se farà caldissimo di giorno, di notte sarà l’afa a far sudare gli italiani; infatti, le correnti africane, attraversando il mar Mediterraneo, si caricheranno di umidità rendendo il clima afoso. Questa è una situazione di disagio fisico da non sottovalutare, soprattutto per le persone fragili, come anziani e bambini. L’anticiclone Cerbero potrebbe non durare così poco: infatti, quanto meno per tutta la prossima settimana continuerà a infiammare l’Italia, perdendo energia soltanto al Nord dove i valori termici, soprattutto da mercoledì 12 luglio, potrebbero calare di qualche grado.

L’Organizzazione meteorologica: “Dopo sette anni torna El Niño, porterà un caldo record”

Le condizioni di El Niño si sono sviluppate nel Pacifico tropicale per la prima volta in sette anni, ponendo le basi per una probabile impennata delle temperature globali e per sconvolgere i modelli climatici e meteorologici. Un nuovo aggiornamento dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) prevede una probabilità del 90% che l’evento El Niño continui nella seconda metà del 2023. Si prevede che sia almeno di forza moderata. L’aggiornamento del Wmo combina previsioni e indicazioni di esperti di tutto il mondo.

L’insorgere di El Niño aumenterà notevolmente la probabilità di battere i record di temperatura e di scatenare un caldo più estremo in molte parti del mondo e nell’oceano“, ha dichiarato il segretario generale del Wmo Petteri Taalas. “La dichiarazione di El Niño da parte del Wmo è il segnale per i governi di tutto il mondo di mobilitarsi per limitare gli impatti sulla nostra salute, sui nostri ecosistemi e sulle nostre economie“, ha aggiunto. “Avvertire tempestivamente e anticipare gli eventi meteorologici estremi associati a questo importante fenomeno climatico è fondamentale per salvare vite e mezzi di sussistenza“.

El Niño si verifica in media ogni due-sette anni e gli episodi durano in genere nove-dodici mesi. Si tratta di un fenomeno climatico naturale associato al riscaldamento delle temperature superficiali degli oceani nell’Oceano Pacifico tropicale centrale e orientale. Ma avviene nel contesto di un clima modificato dalle attività umane. In previsione dell’evento El Niño, un rapporto del Wmo pubblicato a maggio ha previsto che c’è il 98% di probabilità che almeno uno dei prossimi cinque anni, e l’intero quinquennio, sia il più caldo mai registrato, battendo il record stabilito nel 2016, quando si verificò un El Niño eccezionalmente forte. Il rapporto del Wmo di maggio, condotto dal Met Office del Regno Unito e da partner di tutto il mondo, ha anche affermato che c’è il 66% di probabilità che la temperatura media annuale vicino alla superficie globale tra il 2023 e il 2027 sia temporaneamente superiore a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali per almeno un anno.

Questo non significa che nei prossimi cinque anni supereremo il livello di 1,5°C indicato nell’Accordo di Parigi, perché tale accordo si riferisce al riscaldamento a lungo termine per molti anni. Tuttavia, è un altro campanello d’allarme, o un avvertimento precoce, del fatto che non stiamo ancora andando nella giusta direzione per limitare il riscaldamento entro gli obiettivi fissati a Parigi nel 2015, volti a ridurre in modo sostanziale l’impatto dei cambiamenti climatici“, ha dichiarato il Direttore del Servizio Clima del Wmo, Chris Hewitt. Secondo i rapporti sullo Stato del clima globale dell’OMM, il 2016 è l’anno più caldo mai registrato a causa del “doppio colpo” di un evento El Niño molto potente e del riscaldamento indotto dall’uomo a causa dei gas serra. L’effetto sulle temperature globali si manifesta di solito nell’anno successivo al suo sviluppo e quindi sarà probabilmente più evidente nel 2024. La temperatura media globale nel 2022 è stata di circa 15 °C superiore alla media del periodo 1850-1900 a causa del raffreddamento di La Niña a triplo salto.

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Ancora il caldo africano con anticiclone Scipione ma non durerà

Dopo il passaggio temporalesco (il cosiddetto flash storm) dei giorni scorsi su alcune regioni e il successivo abbassamento delle temperature grazie a una ventilazione dai quadranti settentrionali, l’anticiclone africano Scipione è pronto a riprendersi il Paese provocando una nuova, seppur veloce ondata di caldo africano. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it avvisa che fino a martedì tornerà a fare molto caldo su tante regioni, soprattutto centro-settentrionali. La nuova fiammata africana dell’anticiclone Scipione interesserà soprattutto il Nordovest, la Toscana e il Lazio con temperature massime che potrebbero raggiungere i 35-36°C come a Pavia, Firenze, Milano. Fino a 34°C invece a Roma, sul basso Veneto, sul Piemonte, sul resto della Lombardia e in Emilia come a Bologna. Le regioni del Sud invece saranno ancora interessate dai venti settentrionali che mitigheranno la calura estiva.

Questa situazione, però, subirà uno stop a partire da mercoledì. In questa data l’anticiclone africano Scipione comincerà lentamente a perdere di potenza al Nord dove l’atmosfera diventerà via via più instabile, anche se ancora con precipitazioni a carattere piuttosto irregolare. Il nuovo ingresso di correnti più fresche dai quadranti settentrionali causerà un nuovo abbassamento delle temperature massime che giorno dopo giorno faticheranno addirittura a raggiungere i 30°C.

Sul finire della settimana il cedimento della struttura anticiclonica sarà definitivo. Un vortice ciclonico dal Nord Atlantico riuscirà a raggiungere l’Italia posizionandosi sul Mar Ligure. Ad esso sarà collegato un’intensa perturbazione che provocherà temporali di forte intensità che dal Nordovest si porteranno verso il Nordest e la Toscana. Successivamente, nel primo weekend di luglio, il vortice potrebbe scivolare verso il Mare Adriatico andando a interessare anche il resto del Centro.

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Contea Usa chiede 51 mld di dollari a gruppi petroliferi: “Colpevoli del caldo estremo”

Una contea dell’Oregon, nel nord-ovest degli Stati Uniti, ha annunciato di aver intentato una causa contro diverse multinazionali del petrolio chiedendo loro più di 51 miliardi di dollari in seguito alla “cupola di calore” del 2021, un evento climatico estremo e mortale. La Contea di Multnomah sostiene che l’inquinamento da carbonio causato dall’uso di combustibili fossili generati da questi gruppi abbia avuto un ruolo “significativo” nell’evento. Tra le aziende prese di mira figurano ExxonMobil, Shell, Chevron, BP, ConocoPhillips e Total Specialties USA.

La cupola di calore “è un evento direttamente attribuito agli impatti che stiamo vedendo sul nostro clima a causa delle azioni dei gruppi di combustibili fossili e delle loro agenzie, che da decenni spingono per negare la scienza del clima“, ha dichiarato all’AFP la presidente della contea Jessica Vega Pederson. La contea chiede 50 milioni di dollari di danni e 1,5 miliardi di dollari per i danni futuri: caldo estremo, siccità, incendi e fumo promettono di diventare sempre più frequenti. Chiede inoltre alle aziende di versare 50 miliardi di dollari in un “fondo di mitigazione” per migliorare le infrastrutture della contea.

Contattata dall’AFP, la ExxonMobil ha dichiarato che “questo tipo di denuncia continua a far perdere tempo e denaro e non fa nulla per affrontare il cambiamento climatico“. Chevron, da parte sua, ha denunciato “accuse infondate” e “distrazioni controproducenti” nella ricerca di soluzioni al riscaldamento globale.

Un’ondata di caldo record ha colpito gli Stati Uniti occidentali e il Canada dalla fine di giugno alla metà di luglio 2021. Il bilancio delle vittime è stato stimato in 1.400 persone e a Lytton, nella Columbia Britannica, è stata registrata una temperatura di 49,6 gradi Celsius. In un’analisi, il World Weather Attribution (WWA), un gruppo di scienziati, sostiene che questa cupola sarebbe stata “virtualmente impossibile” senza il cambiamento climatico indotto dall’uomo, che l’ha resa almeno 150 volte più probabile.

La denuncia della Contea di Multnomah cita anche l’American Petroleum Institute e la McKinsey. Sostiene che per tre giorni, alla fine di giugno 2021, la contea ha sofferto un caldo estremo, 69 persone sono morte e si è dovuto spendere denaro dei contribuenti (per acqua, condizionatori d’aria e “centri di raffreddamento“, tra le altre cose). “La cupola di calore è stata una conseguenza diretta e prevedibile della decisione degli imputati di vendere il maggior numero possibile di prodotti a base di combustibili fossili negli ultimi sei decenni“, si legge nel testo, che accusa le multinazionali di mentire sugli effetti nocivi delle loro attività.

Con questa mossa, la Contea di Multnomah si unisce a decine di città, contee e Stati di tutto il Paese che hanno intentato cause contro le compagnie petrolifere accusandole di partecipare al cambiamento climatico e di alimentare la disinformazione. Questa ondata di cause è iniziata nel 2017. L’industria dei combustibili fossili ha fatto tutto il possibile per evitare i processi statali, ma a maggio ha subito una battuta d’arresto quando la Corte Suprema ha rifiutato di accogliere i ricorsi in due casi, consentendo alle cause di fare il loro corso.

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