Prima giornata del Made in Italy. Meloni: “Saremo implacabili contro Italian sounding”

Nell’anniversario della nascita di Leonardo Da Vinci, l’Italia celebra la prima Giornata nazionale del Made in Italy. Un’occasione per “evidenziare l’eccellenza, la creatività e l’ingegno che contraddistinguono i prodotti italiani nel mondo e per ispirare e coinvolgere le nuove generazioni alle professioni tipiche che ne sono a fondamento“, spiega Adolfo Urso, promotore dell’iniziativa.

Dalla moda al design, dal cibo all’arte, il Made in Italy è il frutto di una tradizione millenaria e di una “costante ricerca di innovazione“, evidenzia il ministro delle Imprese. Un patrimonio prezioso, che, assicura, “ci rende orgogliosi di essere italiani e che contribuisce in modo significativo all’economia del nostro Paese”.
Centinaia gli eventi realizzati in ogni Regione, per mostrare le specificità e le tipicità dei singoli territori.

Dal Vinitaly di Verona, la premier Giorgia Meloni promette un impegno “implacabile” nella lotta alla contraffazione e all’Italian sounding, che “ogni anno drena dal sistema Italia decine di miliardi di euro e compromette la qualità della nostra eccellenza del nostro nome“, denuncia. E giura che non si faranno sconti a chi “pensa di poter usare il nome italiano per vendere prodotti che non hanno neanche lontanamente l’eccellenza che l’Italia può vantare”.

Con la presidente del Consiglio al Vinitaly anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che parte dallo stand di Coldiretti per ricordare quanto sia fondamentale acquisire “maggiore consapevolezza di quello che abbiamo“, scandisce. Anche Lollobrigida parla della necessità di difendere la qualità dei prodotti e del pericolo dell’italian sounding. Ecco perché, sottolinea, a livello internazionale “bisogna creare sempre più una condizione di trasparenza“, con un processo produttivo e di trasformazione leggibile, in modo che le persone possano scegliere che cosa comprare e quanto pagarlo.

Gli agricoltori e i trasformatori italiani hanno costi maggiori degli altri non perché siano meno bravi a gestire un’azienda, ma perché, afferma “rispettano l’ambiente, i diritti dei lavoratori, pagano tasse alte per garantire l’equilibrio sociale“. Quel prezzo, ricorda Lollobrigida, “dietro di sé ha tutto questo, mentre i prezzi di prodotti di altre nazioni non hanno tutto questo tipo di attenzione e tutela a qualcosa che abbiamo costruito con la nostra civiltà e quindi proteggere il valore aggiunto del made in Italy è un dovere per garantire un processo culturale che metta tutti nella condizione di guardare all’Italia come esempio“.

Per l’agroalimentare italiano si profila un nuovo record. Nel 2023 le esportazioni hanno raggiunto i 64 miliardi di euro, circa il 10% sul totale delle vendite all’estero dell’Italia. “Alla fine di quest’anno potrebbero far registrare un ulteriore aumento in valore nell’ordine di sei punti percentuali”, evidenzia il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Sulle prospettive dell’economia pesano le crescenti tensioni internazionali, l’aumento del costo dei trasporti navali e dei prodotti energetici, ma se le previsioni saranno confermate, risulterebbe sostanzialmente colmato il divario nei confronti della Spagna: “Un risultato che sembrava fuori portata fino a pochi anni fa”, sottolinea.

E’ il cibo la prima ricchezza dell’Italia con un valore della filiera agroalimentare allargata che ha superato i 600 miliardi di euro e rappresenta il simbolo più noto del Paese all’estero, conferma l’analisi Coldiretti. Il Made in Italy dal campo alla tavola vede complessivamente impegnati 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. “Un record – evidenzia Coldiretti – trainato da un’agricoltura che è la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 529 vini Dop/Igp e 5547 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori“.

Primati che vanno, appunto, difesi dal fenomeno del ‘fake in Italy’, il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. In questo modo cosce di prosciutto estero dopo essere state salate e stagionate vengono vendute per italiane e lo stesso capita col latte straniero che diventa mozzarella italiana. Una frode contro la quale è partita dal Brennero una grande mobilitazione di Coldiretti con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. “Qualcuno deride o sminuisce l’iniziativa che noi abbiamo fatto al Brennero – lamenta il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -. È un’iniziativa di trasparenza e di risposta nei confronti dei cittadini e dei consumatori. Non è una manifestazione di chiusura all’interno dei confini è vero esattamente l’opposto: partiamo dall’Italia – rivendica – per cercare di portare trasparenza sui mercati a livello mondiale e fare anche una lotta concreta al tema dell’Italian sounding che tante volte si pensa essere solo fuori dei confini nazionali quando purtroppo l’abbiamo anche all’interno del nostro Paese quando ci sono queste storture”.

Agroalimentare, Agriturist: Comprendiamo difficoltà legislative, confidiamo in future azioni

Dispiace l’esclusione dal bando degli agriturismi. Tuttavia, Agriturist comprende l’azione del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, tesa a non perdere i 76milioni di euro destinati alla promozione del patrimonio agroalimentare italiano. E’ quanto comunica l’associazione in una nota.

Continuiamo a chiedere l’inclusione di una rete di attività fondamentale per la valorizzazione dell’enogastronomia italiana e della tutela del nostro paesaggio, ma – prosegue il comunicato – comprendiamo che i criteri fissati nel 2022 erano contenuti in un decreto già approvato e registrato alla Corte dei Conti. Confidiamo, quindi, in future azioni di sostegno specifiche per gli agriturismi, che rappresentano un settore fortemente connesso con le produzioni DOP, IGP e bio, divenute punto di riferimento dell’enogastronomia e del turismo ad essa collegato“.

Proteste agricoltori, Giansanti: “Non esagerare andando oltre sistema leggi”

“Noi di Confagricoltura oggi siamo qui a Bruxelles con la nostra assemblea generale per far fronte a quelle che sono le richieste del mondo agricolo che noi rappresentiamo. C’è modo e modo di rappresentare lo stato di disagio vissuto; si può andare ovviamente in giro con i trattori, si possono anche fare momenti di proteste e di proposta andando a incontrare le istituzioni. Io credo che tutto ciò che serve per riportare al centro del dibattito il futuro dell’agricoltura sia importante, però non bisogna poi esagerare con momenti di protesta che vanno oltre il sistema delle leggi”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a margine dell’Assemblea di Confagricoltura a Bruxelles. “Quindi – ha aggiunto – fino a che tutto ciò si svolge in maniera pacifica va bene” perché “dobbiamo trovare le soluzioni nel confronto aperto che deve esserci tra agricoltori e istituzioni europee. Ci aspettiamo molto oggi dal Consiglio dei Ministri, c’è bisogno di spingere molto soprattutto per l’Italia. Le concessioni che sono state date in questi giorni da parte della Commissione, certamente risolvono dei problemi ma non quelli che noi auspicavamo in Italia”. Serve, ha detto ancora Giansanti, “la ripresa di una discussione necessaria quanto mai tra i ministri sulla necessità di ripartire da zero dalla Pac. Dobbiamo ricostruire la Pac con una riforma hard di medio periodo con delle politiche di mercato perché altrimenti le nostre aziende agricole rischiano di chiudere”.

Riflettori su Bruxelles: trattori in piazza, attesa per Agrifish

Bruxelles ancora sotto i riflettori del mondo agricolo. Oggi nella capitale belga, in concomitanza col consiglio Agrifish, sono in programma l’assemblea di Confagricoltura e la manifestazione di Coldiretti, che torna in piazza per chiedere risposte all’Unione europea.

Sul tavolo dei ministri dell’Agricoltura dei 27 ci sono le proposte avanzate dalla Commissione per ridurre il carico amministrativo che grava sulle spalle degli agricoltori. Nel documento informale inviato nei giorni scorsi le ipotesi riguardavano la riduzione dei requisiti di condizionalità per accedere ai fondi previsti dalla Politica agricola comune, il dimezzamento del numero di visite in azienda da parte delle amministrazioni nazionali e i chiarimenti sull’uso del concetto di forza maggiore e di circostanze eccezionali per non incorrere in sanzioni.

 

Gli agricoltori hanno chiesto una drastica semplificazione degli adempimenti burocratici imposti dalla Pac. La risposta della Commissione europea è assolutamente inadeguata”, commenta però il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, spiegando che “alcune iniziative vengono addirittura rinviate al prossimo autunno, abbiamo invece bisogno di decisioni immediate ed efficaci”. L’assemblea della Confederazione, che si svolge nella sede del Copa-Cogeca, consegnerà un pacchetto di proposte al ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, che hanno obiettivi ben precisi. Come la revisione della Pac e l’avvio del dialogo per un modello efficiente di agricoltura, “con l’intento di tutelare maggiormente la produttività e la competitività delle imprese del settore, centrale nella sicurezza alimentare e nella transizione ecologica”; poi la semplificazione delle procedure amministrative e la possibilità di garantire reciprocità negli scambi internazionali. Giansanti, in qualità di vicepresidente del Copa, fa parte di una ristretta delegazione che incontrerà il presidente del Consiglio dei ministri dell’Agricoltura europei. “Sarà anche l’occasione per uno scambio di vedute con il Commissario Ue all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski – fa sapere Confagricoltura -, sulla difficile situazione del settore, sulla flessione dei prezzi innescata per alcuni comparti dal forte aumento delle importazioni dall’Ucraina”.

Sarà in piazza a manifestare, assieme a migliaia di altri agricoltori, invece, Coldiretti. Secondo le stime della polizia belga, a Bruxelles saranno almeno 1.500 i trattori attesi. “Non è più tempo di annunci, serve cambiare le regole che penalizzano l’agricoltura”, dice il presidente, Ettore Prandini. Che chiede “tempi e strumenti certi per cambiare le politiche europee che minacciano la sopravvivenza del settore”. Per il leader dei coltivatori diretti ”nelle proposte avanzate dalla Commissione abbiamo letto alcune semplificazioni da noi proposte, ma manca completezza e certezza dei dettagli”. Riconosce, comunque, che in Ue “si sono finalmente accorti di alcuni aspetti su cui intervenire, come ad esempio la condizionalità ambientale e la razionalizzazione dei controlli. Sono positive anche le ipotesi di intervento per i piccoli agricoltori. Però – aggiunge Prandini – al momento sono solo dichiarazioni: i tempi delle aziende non combaciano con i tempi della burocrazia europea. Noi vogliamo risposte concrete e interventi immediati”. La manifestazione organizzata da Coldiretti parte alle 10, in concomitanza dell’inizio dei lavori, dalla Stazione Luxembourg per raggiungere Rue de la Loi, nei pressi della sede di Commissione e Consiglio Ue.

Agricoltura, Giansanti: Mercosur? A queste condizioni nostre produzioni a rischio

“L’accordo col Mercosur porta vantaggi in altri ambiti dell’economia, ma vista la situazione attuale, il settore del pollame, del riso e della zootecnia da carne sono fortemente a rischio dall’importazione di produzione. Quindi noi diciamo ‘no’ all’accordo a queste condizioni. Se, al contrario, modificate le condizioni, allora a parità di concorrenza ci confronteremo”. Così il presidente di Confragricoltura, Massimiliamo Giansanti intervenendo al #geatalk format videogiornalistico di GEA. Il tema è proprio quello della competizione, a causa dei “sistemi di miglior vantaggio rispetto a norme che i singoli Paesi hanno costruito sulle loro economie”. Tante le differenze, ha ricordato Giansanti, a partire dalla burocrazia. In Italia, “c’è lo stesso animale” che c’è in Sudamercia, ma “con un carico di burocrazia e di costi che non rende competitiva la vendita di carne sul banco della macelleria e io credo che tutto questo debba trovare una soluzione”.

Ue, Giansanti: Chiederemo prossima vicepresidenza a commissario Agricoltura

Spero che questa attenzione” dell’Europa al tema dell’agricoltura “non sia solamente un’attenzione elettorale, perché se tutto questo serve soltanto per conquistare il voto degli agricoltori a livello europeo, mi preoccupa molto quello che accadrà dopo i primi giorni di giugno”. Così il presidente di Confragricoltura, Massimiliamo Giansanti intervenendo al #geatalk format videogiornalistico di GEA. “Ci aspettiamo – ha aggiunto – che questa attenzione che noi ci stiamo vedendo venga anche definita poi nella percorso della nuova Commissione europea. Mi chiedo, quindi, se siamo pronti e maturi oggi per dare una vicepresidenza di peso non più al commissario all’Ambiente, ma al commissario dell’Agricoltura. Chiederemo che la vicepresidenza della prossima Commissione europea venga assegnata alla chi oggi rappresenta il gabinetto dell’Agricoltura”.

Proteste agricoltori, Giansanti: Due anni fa noi unici a dire che Pac era sbagliata

“Quando due anni fa fu approvata la Politica agricola comune nel silenzio generale o, al contrario nel plauso generale, ci fu solo una persona che disse che quella politica, cioè io. Non è che io oggi voglio fare quello che dice ‘ve l’avevo detto’, ma se due anni fa coloro i quali oggi dicono che tutto è sbagliato si fossero allineati alle nostre proposte, probabilmente oggi non avremmo i trattori in piazza”. Così il presidente di Confragricoltura, Massimiliamo Giansanti intervenendo al #geatalk format videogiornalistico di GEA .

Agricoltura, Giansanti: In Italia si può fare di più, mi aspetto convocazione governo

“Nella legge di bilancio le risorse sono meno dell’anno precedente. Io ho grande rispetto per il debito pubblico e comprendo che bisogna fare misure anche impopolari, e quindi il taglio della legge di bilancio in tutti i ministeri è evidente. Ad esempio, è stata tolta l’agevolazione sull’Irpef che vale 200 e più milioni di euro. Oggi il superbonus limita la capacità ma si può fare qualcosa di meglio, credo che l’apertura che leggo da giornali sull’Irpef sia positiva, ma ci sono misure, anche strutturali, che se adottate in Italia possono agevolare il sistema agroindustriale. Penso a tutti i temi legati al lavoro”. Così il presidente di Confragricoltura, Massimiliamo Giansanti intervenendo al #geatalk format videogiornalistico di GEA.

“Io credo che sul piano italiano ancora qualcosa si possa fare e mi aspetto a breve una convocazione da parte del governo per mettere sulla tavola quelle che sono le nostre richieste”.

Ue, Giansanti: Ingresso Ucraina sarà come rompighiaccio per agricoltura

L’ingresso dell’Ucraina in Ue “sarà come quando arriva una spaccaghiaccio: spacca, appunto, il ghiaccio e si aprono ovviamente delle crepe”. Così il presidente di Confragricoltura, Massimiliamo Giansanti, intervenendo al #geatalk format videogiornalistico di GEA. Se il suo ingresso “non verrà compensato con un aumento significativo del budget a sostegno degli agricoltori degli altri 27 Stati membri”, avverte, si rischia di “mettere in forte difficoltà tanti settori dell’economia agricola dei diversi Paesi”.

Nella seconda puntata di #GeaTalk: Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura

La protesta dei trattori scuote l’Europa, arriva nella Capitale e punta al palcoscenico più importante d’Italia, Sanremo.

Per capire le ragioni degli agricoltori, le risposte del governo, le prospettive in Europa, ne parliamo oggi, 6 febbraio, in diretta alle 13 sul nostro canale Youtube con il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Si tratta della seconda puntata di #GeaTalk, format videogiornalistico con i rappresentati delle istituzioni, della politica, delle aziende, della società civile, universitaria e del terzo settore in dialogo diretto su tematiche di stretta attualità. In diretta streaming, attraverso videoclip e news testuali, raccontiamo protagonisti e decisori dei nostri giorni, i loro progetti e le loro opinioni.

Nella prima puntata, il 21 dicembre, ci siamo confrontati con Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.