Ebonus, in un mese già esaurito il 61% delle risorse. Nell’80% dei casi c’è anche rottamazione

A un mese dall’avvio dell’Ecobonus, sono quasi 421 i milioni di euro impiegati, circa il 61% delle risorse complessive, a fronte di 118.015 le prenotazioni totali ammesse. I dati li fornisce il ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha puntato molto sul programma di incentivi (fino al 31 dicembre prossimo) per l’acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti, con il doppio scopo di rilanciare il settore automotive e contribuire al ricambio del parco auto circolante sul territorio italiano. Un risultato che fa esultare il ministro, Adolfo Urso: “Misure che concorrono al rinnovo del parco auto italiano, uno dei più vecchi in Europa, a sostenere la domanda dei cittadini con redditi più bassi e a rilanciare la produzione di veicoli in Italia“, scrive su X.

Oltre l’84% delle richieste sono state effettuate nei primi 30 giorni da persone fisiche, mentre il restante 16% è attribuibile a persone giuridiche. Secondo le elaborazioni di Invitalia, che ha il compito di gestire la piattaforma per conto del ministero, arriva anche un’altra considerazione importante, perché nel 79 percento delle prenotazioni di autovettura ha previsto anche la rottamazione di vecchi autoveicoli, in particolare il 44% da Euro 0 a Euro 3. Inoltre, un quarto delle risorse, circa il 26,7%, è stato richiesto da soggetti con Isee inferiore a 30mila euro.

Disaggregando i dati, le auto elettriche riscuotono un discreto successo. In meno di 9 ore sono esauriti gli oltre 200 milioni di euro stanziati (25.273 prenotazioni). Il 39% delle richieste ha previsto una contestuale rottamazione. Il 61,7% delle prenotazioni è stato effettuato da persone fisiche, di cui il 25,9% a basso Isee, per un valore di bonus pari al 35,6% del totale prenotato. Il restante 38,3 percento delle prenotazioni, invece, sono state effettuate da persone giuridiche, nel 90% dei casi imprese di autonoleggio.

Per l’acquisto di veicoli non inquinanti da adibire a servizio taxi o noleggio, poi, sono stati prenotati bonus per 2,1 milioni di euro (lo stanziamento complessivo è di 20 milioni). Dal 17 giugno, giorno di apertura della piattaforma dedicata, sono 155 le prenotazioni, 152 delle quali per vetture elettriche.

Positivi anche i dati delle richieste di bonus retrofit per l’installazione di impianti a Gpl e metano, che ha una dotazione complessiva di 10 milioni. Al 3 luglio, dunque in due giorni di apertura della piattaforma dedicata, sono già 1.719 prenotazioni attive, per un totale di 690.400 euro. Di cui 1.712 per Gpl (684.800 euro) e 7 per impianti a metano (5.600 euro).

Dunque, a giugno 2024 c’è stato un incremento del 15% di vendite rispetto allo stesso periodo del 2023. I dati sulle immatricolazioni di Anfia rivelano che tra i primi dieci modelli più venduti ci sono la Fiat Panda (prodotta a Pomigliano), la Dacia Sandero, la Citroen C3, la Lancia Ypsilon, la Jeep Avenger, la Fiat 500, la Renault Clio, la Toyota Yaris Cross, la Tesla Model 3 e la Toyota Yaris. Bene anche i numeri di Stellantis, che realizza un +10,6% su base annua, conquistando una quota di mercato del 30,2 percento, portando cinque suoi modelli nella top ten mensile. Tra le Phev, veicoli elettrico ibridi plug-in, Jeep Renegade (prodotta a Melfi) risulta al decimo posto nella classifica delle più vendute nel primo semestre. Infine, tra le elettriche Jeep Avenger risulta il terzo modello più venduto in Italia nello stesso periodo, seguito da Fiat 500 (prodotta a Mirafiori) al quarto posto.

Auto, Tonelli (Cnpr): Ecobonus in arrivo prevede aumento contributo massimo

E’ in arrivo la nuova attesissima tranche di ecobonus per auto, moto e veicoli commerciali. Il decreto, che stanzia 950 milioni di euro con l’obiettivo di incentivare la rottamazione delle auto altamente inquinanti (Euro 0, 1, 2 e 3), è pronto ed è al vaglio della Corte dei Conti.
“Il provvedimento prevede un aumento del contributo massimo ottenibile per la rottamazione di un veicolo fino a Euro 2 che passerà da 5.000 a 13.500 euro per coloro che hanno un Isee inferiore a 30.000 euro. Previsto inoltre – spiega Maria Vittoria Tonelli, consigliera d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – un contributo di rottamazione proporzionale alla classe ambientale del veicolo rottamato, con la possibilità di rottamare anche veicoli Euro 5”.
Gli incentivi per la rottamazione saranno ripartiti a seconda delle fasce di emissioni del veicolo. In caso di mancata rottamazione verrà erogato un contributo inferiore.
“Il decreto prevede anche dei limiti di prezzo massimo per l’auto acquistabile a seconda della fascia di emissione di CO2 in cui rientra il veicolo. Inoltre – prosegue Tonelli – per i redditi bassi è possibile accedere agli incentivi anche rottamando un veicolo Euro 5, ottenendo un bonus di 8.000 euro nella fascia 0-20 g/km di CO2 e di 5.000 euro nella fascia 21-60”.
La pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale potrebbe arrivare a maggio. In ogni caso, sono ancora attivi gli incentivi introdotti dal precedente governo che prevedono sconti per l’acquisto di auto a basse, bassissime e nulle emissioni di anidride carbonica, secondo uno schema impostato per il triennio 2022-2024.

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Comunità energetiche: diritti, normative e possibilità

In tema di comunità energetica, il Pnrr potrebbe rappresentare ciò che i bonus per la riqualificazione (soprattutto Superbonus 110%) rappresentano per l’edilizia. In pratica un boost per un intero settore, quello delle rinnovabili. A beneficiarne sarebbero però tutti gli stakeholders della comunità locale. La stessa Enea stabilisce che “l’autoconsumo collettivo è fatto da una pluralità di consumatori ubicati all’interno di un edificio in cui è presente uno o più impianti alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili. Gli impianti possono essere di proprietà di soggetti terzi e usufruire di specifici benefici, come le detrazioni fiscali”. Si tratta di una delle disposizioni contenute nel decreto Milleproroghe 2019, convertito in legge nel febbraio 2020, nei relativi decreti attuativi, e del decreto legislativo del 2021 che dà attuazione alla direttiva europea RED II sulla “promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”. Il Gse (Gestore servizi energetici), ricorda che una comunità di energia rinnovabile” è “un soggetto giuridico autonomo, che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria (a condizione che, per le imprese private, la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non costituisca l’attività commerciale principale). Gli azionisti o i membri “che esercitano potere di controllo” sono persone fisiche, piccole e medie imprese (Pmi) ma anche enti territoriali o autorità locali incluse le amministrazioni comunali, gli enti di ricerca e formazione, gli enti religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale. Tali soggetti devono essere situati “nelle vicinanze degli impianti di produzione” detenuti dalla comunità energetica. L’obiettivo principale delle comunità energetiche è quindi “fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari”. La normativa stabilisce inoltre che azionisti e associati mantengono i loro diritti di “cliente finale”, compreso quello di scegliere il proprio fornitore di energia elettrica e “possono uscire dalla comunità quando lo desiderano”.

Il decreto legislativo del 2021 inoltre ha specificato nuovi criteri di età, allacciamento e soprattutto dimensionamento degli impianti di produzione da energia rinnovabile. La norma prevede che debbano avere “una potenza complessiva non superiore a 1 MW” sotto la medesima cabina elettrica di bassa tensione (che in Italia corrisponde a circa 3-4 piccoli Comuni o 2-3 quartieri di una grande città). Per condividere l’energia prodotta, gli utenti possono utilizzare le reti di distribuzione già esistenti e utilizzare forme di autoconsumo virtuale. Ad una comunità energetica possono oltre aderire anche impianti a fonti rinnovabili già esistenti (alla data di entrata in vigore del D.Lgs. 199/2021), purché entro la quota del 30% della potenza complessiva che fa capo alla comunità. Lo Stato ha previsto anche un sistema di incentivi “per promuovere l’utilizzo di sistemi di accumulo e la coincidenza fra produzione e consumo” e “remunerare l’energia autoconsumata istantaneamente”. I requisiti prevedono che l’impianto sia di nuova realizzazione, cioè costruito dopo l’1 marzo 2020. La tariffa d’incentivo (cumulabile con le detrazioni fiscali) può essere di 100 euro per MWh nel caso di “energia condivisa nell’ambito dell’autoconsumo collettivo (stesso edificio o condominio)” e di 110 euro/MWh nel caso di “energia condivisa nell’ambito delle comunità energetiche rinnovabili (stessa cabina elettrica di media/bassa tensione)”.

A ciò si affianca la possibilità di restituzione in bolletta “a fronte dell’evitata trasmissione dell’energia in rete che questi impianti permettono”, con conseguente sgravio che Arera quantifica in 10 euro/MWh per l’autoconsumo collettivo e in 8 euro/MWh per l’energia condivisa. Secondo Enea, la somma di tutti i benefici ammonterebbe a circa 150-160 euro/MWh. Tra le varie misure introdotte dal governo in tema di incentivi per la riqualificazione energetica, quello che più riguarda le comunità energetiche è l’Ecobonus, che introduce una detrazione pari al 110% delle spese relative a specifici interventi di efficientamento. Al momento la legge non fa riferimento alla tecnologia di fonte rinnovabile da adottare, ma a conti fatti quella che si presta meglio agli attuali provvedimenti è il fotovoltaico, per cui sono previste detrazioni fiscali del 50% in 10 anni o del 110% in 5 anni (ma solo per i primi 20 kWp di potenza e in questo caso con il nuovo incentivo calcolato solo sulla quota di produzione a partire da 20,01 kWp dell’impianto).

Auto elettrica

Oggi al via le domande per i contributi su auto e moto non inquinanti

Si apre oggi la piattaforma gestita da Invitalia ecobonus.mise.gov.it sulla quale i concessionari potranno prenotare i contributi per l’acquisto di nuovi veicoli, auto e moto, non inquinanti. Il decreto del Governo è stato pubblicato il 16 maggio 2022 in Gazzetta ufficiale, data dalla quale i contratti di vendita saranno considerati validi per la prenotazione del contributo.

Per gli incentivi sono stati stanziati 650 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022-2023-2024, che rientrano tra le risorse approvate dall’esecutivo nel Fondo automotive per il quale è stata prevista una dotazione finanziaria complessiva di 8,7 miliardi di euro fino al 2030. Gli incentivi variano a seconda delle emissioni emesse dal veicolo acquistato e sono concessi soltanto alle persone fisiche.

VEICOLI ELETTRICI

Per l’acquisto di veicoli elettrici con emissioni 0-20 g/km, con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 3 mila euro, a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 220 milioni nel 2022, 230 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024.

VEICOLI IBRIDI PLUG-IN

Per l’acquisto di nuovi veicoli nella fascia di emissione 21-60 g/km (ibride plug – in), con un prezzo fino a 45 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2 mila euro a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 225 milioni nel 2022, 235 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024.

VEICOLI ENDOTERMICI A BASSE EMISSIONI

Per l’acquisto di nuovi veicoli nella fascia di emissioni 61-135 g/km, con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 170 milioni nel 2022, 150 milioni nel 2023 e 120 milioni nel 2024.

CICLOMOTORI

Sono stati previsti incentivi anche per l’acquisto di ciclomotori e motocicli elettrici e ibridi (categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7): un contributo del 30% del prezzo di acquisto fino al massimo 3 mila euro e del 40% fino a 4000 mila euro se viene rottamata una moto in una classe da Euro 0 a 3. Questo ecobonus è finanziato con 15 milioni di euro per gli anni 2022, 2023 e 2024. Per i ciclomotori e motocicli termici, nuovi di fabbrica (categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7) è invece previsto, a fronte di uno sconto del venditore del 5%, un contributo del 40% del prezzo d’acquisto e fino a 2500 euro con rottamazione Questa categoria di ecobonus è finanziata con 10 milioni nel 2022, 5 milioni nel 2023 e 5 milioni nel 2024.

auto elettrica

Al via l’ecobonus per veicoli a basse emissioni. Sconti fino a 5mila euro

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale prende il via ufficialmente l’ecobonus per l’acquisto di veicoli, auto e moto elettrici, ibridi e a basse emissioni, che prevede fino 5mila euro di sconto per i mezzi privati. Le prenotazioni per la richiesta del bonus si apriranno il 25 maggio, ma ai fini dell’incentivo saranno validi i contratti di acquisto a partire da oggi. Complessivamente, il Governo ha stanziato 650 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2024. Gli incentivi variano a seconda delle emissioni emesse dal veicolo acquistato e sono concessi soltanto alle persone fisiche. Una piccola percentuale dei fondi è riservata alle società di car sharing per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in.

Veicoli non inquinanti

VEICOLI ELETTRICI

Per l’acquisto di veicoli elettrici con emissioni 0-20 g/km, con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 3 mila euro, a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 220 milioni nel 2022, 230 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024.

VEICOLI IBRIDI PLUG-IN

Per l’acquisto di nuovi veicoli nella fascia di emissione 21-60 g/km (ibride plug – in), con un prezzo fino a 45 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2 mila euro a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 225 milioni nel 2022, 235 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024.

VEICOLI ENDOTERMICI A BASSE EMISSIONI

Per l’acquisto di nuovi veicoli nella fascia di emissioni 61-135 g/km, con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 170 milioni nel 2022, 150 milioni nel 2023 e 120 milioni nel 2024.

CICLOMOTORI

Sono stati previsti incentivi anche per l’acquisto di ciclomotori e motocicli elettrici e ibridi (categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7): un contributo del 30% del prezzo di acquisto fino al massimo 3 mila euro e del 40% fino a 4000 mila euro se viene rottamata una moto in una classe da Euro 0 a 3. Questo ecobonus è finanziato con 15 milioni di euro per gli anni 2022, 2023 e 2024. Per i ciclomotori e motocicli termici, nuovi di fabbrica (categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7) è invece previsto, a fronte di uno sconto del venditore del 5%, un contributo del 40% del prezzo d’acquisto e fino a 2500 euro con rottamazione Questa categoria di ecobonus è finanziata con 10 milioni nel 2022, 5 milioni nel 2023 e 5 milioni nel 2024.

cappotto termico

Corsa all’Ecobonus: l’intervento più richiesto è il cappotto termico

Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e il presidente dell’Enea, Gilberto Dialuce, hanno recentemente lanciato il portale nazionale sulla prestazione energetica degli edifici (Pnpe2), destinato a svolgere una funzione informativa e di assistenza per cittadini, imprese e pubblica amministrazione. “Si tratta di uno strumento – spiegano dall’Enea – che risponde a più esigenze e che offre un insieme di servizi nel campo dell’efficienza energetica. Innanzitutto, il singolo cittadino può trovare dati ed elaborazioni personalizzate per orientarsi sulle opportunità di investimento per il proprio immobile. Le stesse informazioni sono rese disponibili, in forma aggregata, per finalità statistiche e di studio, grazie all’integrazione nel sistema del portale dei dati degli Attestati di prestazione energetica degli immobili (Ape) contenuti nelle piattaforme regionali”.

ecobonus

PORTALE IN LINEA CON LE DIRETTIVE EUROPEE

Il portale è una assoluta novità prevista dai decreti attuativi della direttiva europea 2018/844/UE, che modifica le precedenti su efficienza energetica, in un’ottica di ottimizzazione del rapporto tra oneri e benefici delle misure di sostegno e degli investimenti in efficienza energetica per la collettività. Il portale è stato inserito tra le ‘riforme abilitanti’ indicate nel Pnrr per la misura M2C3 (efficienza energetica e riqualificazione degli edifici). “Il portale è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e al 2050 – spiega il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani – in uno dei settori in cui è più difficile farlo, quello degli edifici”. “Siamo orgogliosi di poter mettere a disposizione dei cittadini, della PA e del Ministero un pacchetto di informazioni cruciali per una programmazione efficace e ottimale degli investimenti in efficienza energetica – sottolinea il Presidente dell’Enea, Gilberto Dialuce – per il singolo utente che intende intervenire sulla propria abitazione, per supportare i livelli amministrativi territoriali nelle scelte di indirizzo della spesa pubblica, per fornire al governo centrale un’informazione precisa e in tempo reale sugli avanzamenti compiuti dal Paese riguardo a misure di cruciale importanza nel contesto nazionale e internazionale”. Dando un’occhiata alle statistiche nazionali che riguardano gli interventi di miglioramento edilizio degli stabili italiani, si nota che negli anni che vanno dal 2018 al 2021 il numero di richieste è stato 1.811.632 per un totale di 1.901.351 interventi. Poco esaltante invece la fotografia scattata sul numero di Ape (attestato di prestazione energetica) parametro che serve a misurare quanto un edificio consuma ed è ‘prestante’ dal punto di vista energetico. In Italia nell’ultima classe energetica, ovvero la G ci sono 758.427 unità abitative; in quella appena sopra, la F, 537.703. Le classi ‘peggiori’ D, E, F e G assorbono quasi il 90% del totale delle unità abitative. Quelle in classe A4 sono appena 30.453.

INVOLUCRI E CLIMATIZZAZIONE INVERNALE GLI INTERVENTI PIÙ RICHIESTI

Passando poi al numero di richieste per tipo di intervento, si nota come quello per l’involucro (il cosiddetto ‘cappotto’ termico dei palazzi) sia quello più richiesto: 913.073 interventi. Segue la climatizzazione invernale 856.558 casi e poi il solare termico con 20.537 casi. Fanalini di coda la riqualificazione globale dell’unità abitativa, il building automation, le facciate e gli interventi nei condomini.

IL PORTALE È INTERCONNESSO CON DIVERSI DATABASE

Chiave di volta per la completa realizzazione del portale, spiegano dall’Enea, è l’interconnessione con diversi database. Ad oggi, sono già interoperative nel sistema le basi di dati sviluppate da Enea. In particolare, sono stati integrati i dati presenti nelle piattaforme regionali di attestati delle prestazioni energetiche (Ape-R), nei siti regionali di catasto impianti termici (Cit-R), nei portali per le politiche di sviluppo territoriale (Espa-Paes) e in quelli per le diagnosi energetiche delle imprese (Audit 102), tutte raccolte e gestite dal dipartimento efficienza energetica dell’Agenzia. In ottemperanza alla normativa, conclude l’Enea, verranno in futuro integrate anche gli ulteriori database relativi alla gestione di altre amministrazioni.

transizione ecologica

Novità per transizioni ecologica e digitale: dal Cdm il piano per accelerare Pnrr

Il governo vara un nuovo piano per accelerare l’attuazione del Pnrr. Proprio nel giorno in cui Ursula von der Leyen annuncia il versamento della prima tranche di finanziamenti europei da 21 miliardi del Next Generation Eu, dal Cdm arrivano novità sostanziali e anche semplificazioni, che riguardano soprattutto le transizioni gemelle: ecologica e digitale. Al Mite viene istituito un Fondo per l’attuazione degli interventi del Pnrr pari a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024: un’iniezione di 15 milioni che risulteranno molto utili per la cosiddetta ‘messa a terra’ dei progetti. Inoltre, nasce il Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici, che avrà lo scopo di “migliorare e armonizzare le politiche e le strategie messe in atto dal Servizio sanitario nazionale per la prevenzione, il controllo e la cura delle malattie acute e croniche, trasmissibili e non trasmissibili“. Lo Snps, “mediante l’applicazione dell’approccio integrato ‘one-health’ nella sua evoluzione ‘planetary health’ e tramite l’adeguata interazione con il Sistema nazionale a rete per la protezione ambientale, concorre al perseguimento degli obiettivi di prevenzione primaria correlati in particolare alla promozione della salute, alla prevenzione e al controllo dei rischi sanitari associati direttamente e indirettamente a determinanti ambientali e climatici, anche derivanti da cambiamenti socio-economici, valorizzando le esigenze di tutela delle comunità e delle persone vulnerabili o in situazioni di vulnerabilità, in coerenza con i principi di equità e prossimità“.

Il nuovo testo, poi, semplifica i progetti destinati alla realizzazione di opere e impianti di elettrificazione dei porti, che “sono da considerarsi di pubblica utilità, e caratterizzati da indifferibilità ed urgenza“. La copertura è destinata anche alle “opere e infrastrutture connesse, necessarie o comunque indispensabili alla costruzione, alla elettrificazione e all’esercizio degli impianti” che sono “finanziati, in tutto o in parte, con le risorse previste dal Pnrr e dal Pnc e dai programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell’Unione europea“. La misura prevede che, fatti salvi i provvedimenti di competenza del ministero dell’Interno in materia di prevenzione incendi, queste opere siano soggette ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione competente nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell’ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico, che costituisce, nel caso, variante allo strumento urbanistico.

Anche dal punto di vista fiscale cambiano alcune regole. Perché il consumo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili in impianti di elettrolisi per la produzione di idrogeno verde, anche qualora siano collegati attraverso una rete con obbligo di connessione di terzi, “non è soggetto al pagamento degli oneri generali afferenti al sistema elettrico“. In più, l’idrogeno verde “non rientra tra i prodotti energetici del Testo unico delle accise e non risulta sottoposto ad accisa“. Mentre per migliorare il controllo remoto e l’individuazione dell’estrazione illegale di acqua, per le concessioni di derivazioni per uso irriguo, viene “privilegiato” il sistema di digitalizzazione.

Ci sono novità anche per Enea, al quale viene affidato il monitoraggio degli interventi previsti da Ecobonus e Sismabonus fino al 110% per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici, compresa la valutazione del risparmio energetico conseguito, “in analogia a quanto già previsto in materia di detrazioni fiscali per la riqualificazione“. L’Agenzia elabora le informazioni e trasmette una relazione sui risultati al ministero della Transizione Ecologica, al ministero dell’Economia, alle Regioni e alle Province autonome di Trento e di Bolzano, nell’ambito delle rispettive competenze territoriali. Cambia anche lo Statuto di Enea, che ora prevedrà l’istituzione della figura del direttore generale. Per quanto riguarda il tema sismico, il decreto sancisce che diventa “parte integrante del piano di gestione dei rifiuti il piano di gestione delle macerie e dei materiali derivanti dal crollo e dalla demolizione di edifici ed infrastrutture” a seguito di un terremoto.

Infine, per quanto riguarda la transizione digitale, nasce la società 3-I Spa per lo sviluppo, manutenzione e gestione di soluzioni software e di servizi informatici a favore degli enti previdenziali delle pubbliche amministrazioni centrali. Sul Pnrr, dunque, il governo ingrana la quinta.