Imprese Ue in ritardo su IA, solo un terzo delle Pmi ha avviato iniziative

Le aziende europee devono rafforzare le competenze e le infrastrutture necessarie per implementare l’intelligenza artificiale su larga scala, al fine di colmare il crescente divario di produttività e migliorare la competitività globale della regione. Lo rivela un nuovo rapporto di Accenture, secondo il quale la produttività media dei lavoratori europei è oggi pari al 76% di quella dei loro omologhi statunitensi, in netto calo rispetto alla parità registrata 30 anni fa. Il fattore principale di questo declino è proprio “la mancanza di investimenti continui nelle tecnologie”.

Nonostante il recente rapporto Draghi sulla competitività europea – che identifica l’intelligenza artificiale come una potenziale soluzione alle sfide di produttività del continente – lo studio di Accenture rivela che le aziende europee non hanno ancora sfruttato appieno questa opportunità. Attualmente, oltre la metà delle 800 grandi imprese del Vecchio continente intervistate, non ha ancora implementato su larga scala un investimento trasformazionale nell’IA. Secondo Accenture, se tutte le grandi aziende europee (con un fatturato superiore a 1 miliardo di euro) rafforzassero le loro capacità nell’intelligenza artificiale per raggiungere il livello dei settori più avanzati, potrebbero generare fino a 200 miliardi di euro di entrate aggiuntive ogni anno.

“Trovare una soluzione al ritardo produttivo dell’Europa non è mai stato così cruciale. L’IA rappresenta un’opportunità unica per la Francia e per l’Europa di reinventare la propria economia e rafforzare in modo significativo la propria competitività”, dice Koen Deryckere, Presidente di Accenture Francia e Benelux.

Quasi la metà (48%) delle più grandi imprese europee ha già implementato su larga scala almeno un’iniziativa trasformazionale nel campo dell’IA generativa, contro meno di un terzo (31%) delle piccole imprese. Per l’Europa, che ha una percentuale di piccole imprese più elevata rispetto agli Stati Uniti, questo segmento rappresenta un’opportunità strategica importante.

L’adozione dell’IA varia anche da un settore all’altro. Alcuni, come l’industria automobilistica, l’aeronautica e la difesa, sono all’avanguardia, mentre altri, come le telecomunicazioni e i servizi pubblici, sono in ritardo. Il rapporto sottolinea che questi settori, che forniscono infrastrutture critiche come l’energia o le reti digitali, sono in ritardo nell’adozione dell’IA e che la loro scarsa maturità in questo campo costituisce un rischio per la competitività e la sovranità della regione. Anche il settore industriale, che rappresenta oltre un quarto del Pil europeo, non ha ancora sfruttato appieno il potenziale dell’IA. Queste disparità sottolineano la necessità di adottare un approccio più omogeneo all’IA in tutti i settori.

IA, una sola richiesta a ChatGpt da ogni italiano consuma quanto 37 case in un anno

Una query di ChatGPT consuma energia equivalente a quella di una lampadina a Led da 10 W, accesa per circa 12 minuti, ovvero la stessa quantità di energia di una ricarica del telefono con un caricabatterie da 5 W per 24 minuti. Ma equivale anche a circa 7 secondi di utilizzo del microonde: ipotizzando un tempo di 3 minuti, significa che si potrebbe riscaldare il pranzo con l’energia impiegata da circa 26 query. 50 minuti di tv (da 100 W) consumano all’incirca la stessa quantità di energia di 42 query di ChatGPT. Se ogni italiano facesse una sola richiesta a ChatGPT, si potrebbe fornire energia elettrica a 37 abitazioni per un anno. Sono i dati emblematici di uno studio condotto da Surfshark che mette a confronto il consumo energetico di ChatGPT e attività quotidiane. La popolarità di ChatGPT continua a crescere, come dimostrano notizie come quella sugli Emirati Arabi Uniti, che hanno offerto gratuitamente l’accesso a ChatGPT Plus a tutti i residenti. Tuttavia, cresce anche la preoccupazione per l’impatto ambientale legato all’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale. Surfshark ha confrontato il consumo energetico di ChatGPT con alcune attività quotidiane.

Ogni query (richiesta) produce circa 4,32 grammi di CO2: questo perché alimentare i data center che gestiscono le query richiede elettricità, gran parte della quale è ancora generata da combustibili fossili che emettono anidride carbonica. Moltiplicato per milioni di query giornaliere, questo si traduce in significative emissioni di carbonio. Altro termine di paragone: una singola richiesta consuma circa 10 volte più energia rispetto a una normale ricerca su Google, ovvero circa 0,0029 kWh rispetto ai 0,0003 kWh di Google.

“Queste cifre non sorprendono se consideriamo che le richieste all’AI vengono elaborate da enormi data center, molti dei quali dipendono ancora dall’elettricità prodotta da combustibili fossili, che causano notevoli emissioni di CO2 – spiega Luís Costa, responsabile della ricerca di Surfshark -. Ad esempio, se ogni persona negli Stati Uniti facesse una sola richiesta a ChatGPT in un giorno, si produrrebbero circa 1.479 tonnellate di CO2: l’equivalente delle emissioni annuali di 322 automobili a benzina o dell’impronta di carbonio di 1.500 persone che volano andata e ritorno da Londra a New York”. Chi non guida o non ha in programma di volare oltreoceano può anche vederla in questo modo: anche quest’anno sarà necessario scaldare casa. Se ogni persona che vive negli Stati Uniti inviasse una sola richiesta a ChatGPT, il consumo totale ammonterebbe a circa 119 MWh, Una quantità di energia che basterebbe ad alimentare 63 abitazioni italiane per un intero anno, considerando un consumo domestico medio annuo di 3,25 Mwh.

Inoltre, la situazione non sembra destinata a migliorare, poiché il numero di utenti dell’IA nel mondo dovrebbe aumentare del 20% nel 2025 rispetto all’anno precedente, battendo tutti i record di incremento annuale. Questo aumento significa che solo nel 2025 circa 65 milioni di persone inizieranno a usare l’IA, arrivando a un totale di 378 milioni.

Ia, Urso: “Supercalcolatori e datacenter in Italia, ponte tra Ue e continenti del futuro”

L’Europa deve avere una propria visione e autonomia strategica sull‘intelligenza artificiale rispetto agli Stati Uniti e la Cina. Dal grande vertice sull’Ia di Parigi, Adolfo Urso lancia le proposte italiane sulla sfida del secolo. Ricorda la legge del governo Meloni sul tema, “anticipatrice di alcune decisioni europee“, rivendica, e insiste sull’urgenza di aggiornare la strumentazione per “recuperare i ritardi sugli investimenti che si realizzano in altri continenti“.

Il titolare di Palazzo Piacentini presenta un progetto che ripropone l’Italia come hub, questa volta mondiale. Propone di avere supercalcolatori quantum e datacenter (che “sono le miniere del futuro“) completamente nel nostro Paese. Un ponte della connettività tra l’Europa, l’Occidente e i “continenti del futuro, spiega il ministro, con le fibre ottiche che attraverso il Mediterraneo e che giungono e includono “l’Africa, il grande Medio Oriente, la Penisola Arabica, l’India, l’Oceania“.

Italia, dunque, al centro della trasmissione di dati e di informazioni : “Per questo – fa sapere – stiamo lavorando perché possa diventare il Paese ideale dove investire e realizzare attraverso l’intelligenza artificiale anche il suo sviluppo con il super computer, con il quantum“.

Dal palco del vertice, il ministro chiede all’Unione di prendere la “via antropocentrica” della tecnologia al servizio dell’uomo e non viceversa, in linea con la “terza via” evocata dal presidente francese Emmanuel Macron, alternativa ai modelli di Washington e Pechino. Una strada che sia “autonoma, equilibrata e sicura“.
Nello stesso contesto in cui si è caratterizzata anche la presidenza italiana del G7, che ha avviato l’AI Hub per lo Sviluppo Sostenibile, in linea con il Piano Mattei, un’iniziativa pionieristica che mira a favorire l’adozione dell’Ia nei Paesi emergenti, con un’attenzione particolare all’Africa, che opererà in sei settori chiave: energia, agricoltura, salute, acqua, istruzione e infrastrutture. “Vogliamo accompagnare le piccole e medie imprese africane verso un utilizzo sicuro e produttivo dell’intelligenza artificiale, che risponda alle loro esigenze locali”, scandisce Urso, che mette in luce la leadership italiana nei supercalcolatori e nelle tecnologie quantistiche. Due tra i più potenti supercalcolatori al mondo sono nel nostro Paese: il Cineca a Bologna e il Davinci di Genova, che oggi, ricorda, è “il terzo più performante a livello globale”.

IA, Benna (Cnpr): In arrivo 2,5 mln per il Terzo settore

Il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato l’avviso n.3/2024 con il quale finanzierà progetti innovativi basati sull’utilizzo etico e consapevole dell’Intelligenza Artificiale (IA). Il bando, che ha una dotazione di 2,5 milioni di euro, è destinato a organizzazioni di volontariato (Odv), associazioni di promozione sociale (Aps) e fondazioni regolarmente iscritte al registro unico nazionale del Terzo settore (Runts), sia singolarmente che in partenariato. Tra le finalità del bando ci sono salute e benessere, educazione di qualità, parità di genere e crescita economica.

“I progetti dovranno coinvolgere almeno 10 regioni e avere una durata compresa tra 12 e 18 mesi e saranno finanziati con importi che variano da 250.000 a 600.000 euro ciascuno. Il cofinanziamento richiesto – spiega Michela Benna, consigliera d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabiliè pari al 20% per Odv e Aps e al 50% per le fondazioni, con un contributo ministeriale massimo dell’80% del costo totale per le prime e del 50% per le seconde”.

Le domande dovranno essere presentate esclusivamente online tramite la piattaforma del ministero e c’è tempo fino alle 16 del 4 marzo 2025. “Per partecipare sarà necessario utilizzare l’apposita modulistica disponibile sul sito istituzionale. I progetti – prosegue Benna – saranno selezionati in base a criteri di esperienza, caratteristiche innovative, grado di cofinanziamento e impatto visivo”. I progetti selezionati saranno sottoposti a un rigoroso monitoraggio semestrale e finale, con obbligo di rendicontazione delle spese.

Ia, S.Sede: Non diventarne schiavi. Su clima applicazioni promettenti ma ridurre impatto

L’intelligenza artificiale sia utilizzata come supporto a quella umana, non per “sostituire la sua ricchezza“. Dopo i tanti interventi di Papa Francesco sul tema e la riflessione con i leader del G7 a Borgo Egnazia, in Puglia, la Santa Sede pubblica ‘Antiqua et Nova‘, una nota sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana.

Antica e nuova, come la sapienza, frutto della riflessione tra il Dicastero per la Dottrina della Fede e il Dicastero per la Cultura e l’Educazione. A uso di una nuova umanità che “sembra abitare in mezzo alla civiltà tecnologica, quasi impercettibilmente, come la nebbia che filtra sotto una porta chiusa“, si spiega. Il documento è rivolto a tutti coloro che sono chiamati a educare e trasmettere la fede: genitori, insegnanti, preti, vescovi, ma anche a chi condivide l’esigenza di uno sviluppo scientifico e tecnologico “al servizio della persona e del bene comune“.

La nota analizza in 117 paragrafi sfide e opportunità dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale nei campi dell’educazione, dell’economia, del lavoro, della sanità, delle relazioni internazionali e interpersonali e anche nei contesti di guerra. Il cuore della riflessione è, appunto, etico e ha a che fare con il rapporto con Dio, quando ricorda che l’Ia “non è altro che un pallido riflesso dell’umanità” e che “ricercando in essa un ‘Altro’ più grande con cui condividere la propria esistenza e responsabilità, l’umanità rischia di creare un sostituto di Dio”. In definitiva, viene spiegato: “non è l’Ia a essere divinizzata e adorata, ma l’essere umano, per diventare, in questo modo, schiavo della propria stessa opera“.

E’ soprattutto sull’uso dello strumento in guerra che emerge un “grave motivo di preoccupazione“. Perché i sistemi di armi autonome e letali sono in grado di “identificare e colpire obiettivi senza intervento umano diretto” e senza alcun tipo di “giudizio morale“. Le macchine in grado di uccidere con precisione in modo autonomo e altre capaci di distruzione di massa sono una minaccia vera e propria per “la sopravvivenza dell’umanità o di intere regioni”: si tratta di tecnologie che “danno alla guerra un potere distruttivo incontrollabile, che colpisce molti civili innocenti, senza risparmiare nemmeno i bambini”, sottolinea la nota. Contro il rischio di “spirali di autodistruzione”, la Santa Sede invita ad “assumere una posizione netta contro tutte le applicazioni della tecnologia che minacciano intrinsecamente la vita e la dignità della persona umana”.

Un altro settore settore scandagliato, estremamente a rischio, è il mondo del lavoro. In molte professioni l’Ia sta provocando “sostanziali trasformazioni” con effetti diversificati. Da una parte, viene riconosciuto, “ha le potenzialità per accrescere le competenze e la produttività, offrendo la possibilità di creare posti di lavoro, consentendo ai lavoratori di concentrarsi su compiti più innovativi e aprendo nuovi orizzonti alla creatività e all’inventiva“. Tuttavia, d’altra parte i lavoratori sono “spesso costretti ad adattarsi alla velocità e alle richieste delle macchine, piuttosto che siano queste ultime a essere progettate per aiutare chi lavora“. Gli attuali approcci alla tecnologia possono paradossalmente “dequalificare i lavoratori“, sottoporli a una sorveglianza automatizzata e relegarli a funzioni rigide e ripetitive. La necessità di stare al passo con il ritmo della tecnologia, evidenzia il Vaticano, “può erodere il senso della propria capacità di agire da parte dei lavoratori e soffocare le capacità innovative che questi sono chiamati a profondere nel loro lavoro“.

Attenzione viene posta al tema dell’ambiente, in cui l’Ia ha “numerose e promettenti applicazioni per migliorare il nostro rapporto“, come la creazione di modelli per la previsione di eventi climatici estremi, la proposta di soluzioni ingegneristiche per la riduzione del loro impatto, la gestione delle operazioni di soccorso e la predizione degli spostamenti di popolazione. L’Ia può inoltre supportare l’agricoltura sostenibile, ottimizzare il consumo di energia e fornire sistemi di allarme rapido per le emergenze di salute pubblica. “Tutti questi progressi potrebbero potenziare la capacità di recupero di fronte alle sfide legate al clima e promuovere uno sviluppo maggiormente sostenibile“.
Non bisogna dimenticare però che gli attuali modelli richiedono “ingenti quantità di energia e di acqua e contribuiscono in modo significativo alle emissioni di CO2, oltre a consumare risorse in modo intensivo“. Ecco quindi che, “considerando il pesante tributo che tali tecnologie esigono dall’ambiente, lo sviluppo di soluzioni sostenibili è vitale per ridurre il loro impatto sulla ‘casa comune‘”.

Il Pianeta entra nel 2025, l’anno nuovo tra speranze di pace e sfide come clima e Ia

Il mondo si sveglia con i fuochi d’artificio per festeggiare il 2025, al termine di un anno segnato dall’oro olimpico, dal fragoroso ritorno di Donald Trump ma anche da nuovi sconvolgimenti in Medio Oriente e in Ucraina, che fanno sperare nella pace le popolazioni civili. Il 2024, che sarà sicuramente l’anno più caldo mai registrato, ha visto anche disastri naturali aggravati dal riscaldamento globale, dall’ondata di calore mortale durante il pellegrinaggio alla Mecca alle tragiche inondazioni nella valle di Kathmandu. A Sydney, in uno dei fusi orari più orientali del pianeta, che ha scelto per prima il 2025, molti australiani si dicono sollevati di dire addio al 2024.

Certo, in molti posti c’è un sacco di guerra e di polemiche”, ha detto a France Presse Stuart Edwards, 32 anni, impiegato nel settore assicurativo. “Sarebbe un bene per il mondo se le cose si risolvessero da sole”. Più di un milione di spettatori si sono riuniti nell’autoproclamata “capitale mondiale del Capodanno” per vedere nove tonnellate di fuochi d’artificio illuminare il cielo sopra il famoso teatro dell’opera della città e l’Harbour Bridge a mezzanotte. La popstar americana Taylor Swift ha potuto assistere al bagno di folla del 2024, prima di dare gli ultimi ritocchi al suo tour mondiale da record, “The Eras tour”. Il cucciolo di ippopotamo pigmeo Moo Deng ha conquistato i social network, mentre il giovane prodigio del calcio Lamine Yamal ha portato la Spagna in vetta a Euro 2024. I Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi hanno riunito tutti i continenti, un gradito intermezzo di celebrazioni segnato da una spettacolare cerimonia di apertura sulla Senna e da luoghi da cartolina.

Milioni di persone si sono recate a votare in oltre 60 Paesi. In Russia, Vladimir Putin ha vinto ancora una volta le elezioni presidenziali nonostante le accuse di brogli, mentre in Bangladesh un movimento studentesco ha rovesciato il primo ministro Sheikh Hasina nonostante una violenta repressione.

Nessun voto è stato così attentamente esaminato come quello del 5 novembre negli Stati Uniti, vinto dall’ex presidente Donald Trump, bersagliato da due tentativi di assassinio e condannato per accuse penali. Dal Messico al Medio Oriente, il ritorno di Trump alla Casa Bianca a gennaio sta già generando entusiasmo: ha promesso un’offensiva doganale contro la Cina, si è impegnato a sostenere pienamente Israele e ha detto di voler porre fine alla guerra in Ucraina in “24 ore”.

Il 2024 sarà un anno di sconvolgimenti in Medio Oriente, con la fine di oltre cinquant’anni di dominio indiviso del clan Assad sulla Siria, ma anche con il ritorno dell’esercito israeliano nel sud del Libano e con l’esplosione simultanea di bip durante un’ondata di omicidi nelle file di Hezbollah. Nella Striscia di Gaza, i civili si dicono esausti della guerra tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas, scatenata dall’attacco del 7 ottobre 2023, e della grave crisi umanitaria che ne è derivata. In Siria, l’avvicinarsi del nuovo anno ha suscitato speranze e aspettative, dopo il rovesciamento del presidente Bashar al-Assad da parte di una coalizione guidata dagli islamisti di Hayat Tahrir al-Sham (HTS).

In Europa orientale, l’invasione russa dell’Ucraina si avvicina al suo terzo anniversario. In difficoltà a est, Kiev dovrà fare i conti con Donald Trump, la cui elezione ha messo in dubbio il futuro degli aiuti americani.

Con i progressi dell’intelligenza artificiale (AI) e un rallentamento dell’inflazione all’orizzonte, il settore economico guarda al 2025. Per quanto riguarda le star della musica, gli Oasis, icone del BritPop, faranno il loro ritorno quest’estate, mentre i BTS, icone del K-pop, hanno promesso ai loro “Army” di fan che torneranno dopo giugno, una volta che i membri avranno completato il loro servizio militare. Gli appassionati di calcio negli Stati Uniti potranno assistere a una Coppa del Mondo per Club allargata a 32 squadre. Circa 400 milioni di indù dovrebbero partecipare al pellegrinaggio Kumbh Mela, il più grande raduno del pianeta, da gennaio a febbraio nel nord dell’India. Dopo un 2024 ancora più caldo del precedente, il 2025 dovrebbe essere uno dei tre anni più caldi mai registrati, secondo le proiezioni dell’agenzia meteorologica britannica Met Office. Nel nord del Giappone, le abbondanti nevicate hanno portato alla cancellazione di diversi voli presso l’aeroporto principale di Hokkaido, con il rischio che i passeggeri vengano respinti nella sala partenze all’inizio del nuovo anno.

Imprese, Benna (Cnpr): 10mila aziende italiane hanno introdotto intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale sta evolvendo rapidamente e promette prestazioni simili a quelle umane. Secondo uno studio del Fondo Monetario Internazionale, ‘le macchine’ avranno un forte impatto sul mondo del lavoro: l’IA influenzerà fino al 40% dei posti di lavoro, con un incremento al 60% nelle economie più avanzate.

Se una metà delle professioni potrebbe trarre benefici, in termini di produttività, dall’introduzione dell’IA, l’altra metà riscontrerà una riduzione della domanda, con una conseguente riduzione dei salari o la scomparsa di alcune mansioni.

“Secondo il VI Rapporto dell’Osservatorio di 4.Manager, molte imprese italiane stanno cercando di integrare l’IA per ottimizzare i processi aziendali. Nel 2023 – spiega Michela Benna, consigliera d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – circa 10mila aziende italiane hanno introdotto l’IA, con un aumento del 30% rispetto all’anno precedente”.

Il 48,1% delle imprese utilizza l’IA per migliorare la produzione, mentre il 40% la impiega in modo collaborativo, mantenendo comunque il contributo umano.

Nonostante l’IA stia mettendo in atto una vera e propria rivoluzione, il vero valore continua a risiedere nell’intelligenza umana. Difatti, solo il 23,8% delle imprese è realmente pronto a integrare l’IA nei propri processi.

Altro aspetto da non sottovalutare è la carenza di personale qualificato per ruoli come l’IA Integration Specialist, Chief Data Officer e IA Strategy Director. Questo divario di competenze – conclude Benna- è dovuto anche a un livello insufficiente di formazione, con il 46% della popolazione italiana che possiede competenze digitali di base”.

Assegnato il Nobel per la Fisica: premiati i ‘padri’ dell’intelligenza artificiale

Il Premio Nobel per la Fisica è stato assegnato al canadese Geoffrey Hinton e all’americano John Hopfield per il loro lavoro nel campo dell’“apprendimento automatico”, utilizzato nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. “I due vincitori del Premio Nobel per la Fisica di quest’anno hanno utilizzato gli strumenti della fisica per sviluppare metodi che costituiscono la base dei potenti sistemi di apprendimento automatico di oggi”, ha dichiarato la giuria assegnando il riconoscimento.

John Hopfield, 91 anni, professore alla prestigiosa Università di Princeton, e Geoffrey Hinton, 76 anni, professore all’Università di Toronto in Canada, sono stati premiati “per le loro scoperte e invenzioni fondamentali che consentono l’apprendimento automatico tramite reti neurali artificiali”. I due lavorano su questo tema dagli anni Ottanta.

Le reti neurali artificiali si ispirano alla rete di neuroni del nostro cervello. “I vincitori del 2024 hanno utilizzato concetti fondamentali della fisica statistica per progettare reti neurali artificiali che funzionano come memorie associative e trovano modelli in grandi insiemi di dati”, ha dichiarato alla stampa Ellen Moons, presidente del Comitato Nobel per la Fisica. Queste reti neurali artificiali, ha aggiunto, “sono state utilizzate per far progredire la ricerca in campi diversi come la fisica delle particelle, la scienza dei materiali e l’astrofisica, e ora fanno parte della nostra vita quotidiana”,

“Sono stupito… Non avevo idea che potesse accadere”, ha dichiarato Geoffrey Hinton, considerato un pioniere dell’intelligenza artificiale, contattato dalla giuria. Alla domanda su quale fosse il suo strumento di intelligenza artificiale preferito, Hinton ha detto di essere un appassionato utilizzatore di ChatGPT, pur ammettendo di essere preoccupato per le ripercussioni della tecnologia. “Date le stesse circostanze, rifarei la stessa cosa (la sua ricerca, ndr). Ma temo che la conseguenza generale di tutto questo sarà che sistemi più intelligenti di noi finiranno per prendere il controllo”, ha aggiunto il ricercatore.

Grazie al loro lavoro, l’umanità ha ora un nuovo strumento nella sua cassetta degli attrezzi, “che possiamo scegliere di utilizzare per scopi positivi”, ha sottolineato il comitato. Il modo in cui questo lavoro verrà utilizzato in futuro dipenderà “da come noi esseri umani sceglieremo di usare questi strumenti incredibilmente potenti, che sono già presenti in molti aspetti della nostra vita”.

Il Premio Nobel per la Chimica sarà assegnato mercoledì, prima del premio per la Letteratura giovedì e del Premio Nobel per la Pace venerdì a Oslo. Quello per l’Economia, assegnato per la prima volta nel 1969, sarà consegnato lunedì 14 ottobre. Il vincitore del Premio Nobel riceverà un assegno di un milione di corone svedesi (oltre 970.000 euro).

Jakala lancia Jakademy: al via corso su ‘Artificial Intelligence for Business Impact’

Sarà dedicato ad ‘Artificial Intelligence for Business Impact’ il primo corso della Jakademy, nuova Academy dedicata alla formazione d’eccellenza nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, lanciata da Jakala, leader europeo in ambito data-driven transformation.

La Jakademy è parte integrante del Centro di Competenza Internazionale di Jakala dedicato all’Intelligenza Artificiale: situato a Milano, questo hub ospita oltre 500 specialisti che raccolgono e condividono conoscenze provenienti dagli oltre 30 Paesi in cui Jakala opera. “Con questo progetto – spiega l’azienda – Jakala stabilisce un nuovo standard di riferimento per la formazione avanzata dedicata all’AI, proponendosi come punto di riferimento per chi desidera acquisire competenze avanzate in questo ambito”.

Il corso ‘Artificial Intelligence for Business Impact’ si articolerà in due sessioni a novembre e a dicembre 2024. Il programma intensivo di tre giornate è stato progettato per fornire a professionisti come CMO, CIO, CTO, CDO, COO e data scientist le competenze necessarie per implementare efficacemente soluzioni di AI e guidare la trasformazione digitale nelle loro organizzazioni. Attraverso un approccio pratico e interattivo, i partecipanti apprenderanno come l’AI può automatizzare i processi, aumentare l’efficienza operativa e introdurre nuove modalità di interazione con i clienti, rendendole più rapide e personalizzate.

Il programma del corso è incentrato sull’innovazione e la trasformazione dei processi aziendali attraverso l’adozione dell’Intelligenza Artificiale, con particolare attenzione all’individuazione delle aree in cui questa può generare benefici concreti. Il key focus dell’Academy sarà dedicato alla Data Strategy, per massimizzare l’impatto dell’AI sul business, migliorando efficienza, produttività, efficacia e customer satisfaction.

Oltre ai docenti Marco Di Dio Roccazzella, Managing Director Global Data & AI Leader di Jakala, Stefano Brigaglia, Senior Director Head of Data & AI & Location Intelligence di Jakala, Bruno Rodà, Director Global Data & AI Solution Design di Jakala e Vittorio Di Tomaso, Managing Director di Maize, Jakala inviterà esperti di tecnologia provenienti da aziende partner di Jakala del calibro Microsoft, Google e AWS, che condivideranno insight e strumenti per l’implementazione efficace di soluzioni AI in azienda. I partecipanti avranno inoltre l’opportunità di partecipare a sessioni di networking con figure chiave del settore, permettendo lo scambio di idee e la costruzione di relazioni professionali strategiche.

“La Jakademy – spiega Marco Di Dio Roccazzella – rappresenta un’opportunità per chi desidera acquisire conoscenze all’avanguardia nel campo dell’Intelligenza Artificiale, nonché un trampolino per chi intende ridefinire il futuro del proprio business attraverso l’Intelligenza Artificiale. In Jakala siamo convinti che la vera innovazione nasca dalla fusione di competenze tecniche all’avanguardia e visione strategica. Con la Jakademy puntiamo a formare i leader di domani, equipaggiandoli con gli strumenti necessari per trasformare l’AI in un motore di crescita e successo”.

Il corso si terrà a Milano presso la sede di Jakala di Palazzo Mellerio, con due sessioni programmate per il 26, 27 e 29 novembre e per il 10, 11 e 13 dicembre 2024, dalle 9.30 alle 18.30.

Granelli: “Il Made in Italy ‘salverà’ l’export, ma sui dazi alla Cina evitare inasprimenti”

Modernità nel segno della tradizione. Le nuove sfide globali toccano ogni ganglio della società civile e, di conseguenza, anche di quella economica: in questo scenario a fare la differenza è chi si sa far trovare pronto ai cambiamenti. Il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, traccia la rotta ai microfoni del #GeaTalk (clicca qui per rivedere l’intervista integrale), passando dai criteri Esg alla nuova Europa, all‘Intelligenza artificiale, dalle mosse della Bce alla direttiva Case green. “La sostenibilità è nel Dna di ogni artigiano“, mette in chiaro Granelli, spiegando che “per noi non è una parola nuova, perché i nostri artigiani e i nostri imprenditori sono sostenibili da sempre. Sin dal 2016 siamo con l’Asvis per diffondere gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con questo spirito cerchiamo di coniugare il rispetto per l’ambiente con la produttività che ha in sé i valori di cui portatori“.

Però, per “immaginare un mondo improntato sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale, abbiamo bisogno di strumenti che ci consentano di migliorarla“. In questo senso i criteri Esg a cui sono sottoposte le aziende, a suo modo di vedere, “potrebbero essere rivisti al meglio“. Perché con quelli attuali “non c’è differenza tra grandi imprese e piccole aziende, mentre invece si dovrebbe tener conto delle dimensioni, anche con uniformità, e semplificando l’accesso a questo tipo di requisiti“.

Lo sguardo si sposta, dunque, in direzione di Bruxelles. Tra pochi mesi sarà operativa la nuova Commissione Ue che lentamente Ursula von der Leyen sta costruendo dopo l’ultima tornata elettorale e la spinosa trattativa sui ‘top jobs‘. Confartigianato nel frattempo ha già le idee ben chiare su cosa chiedere alla nuova Europa: “Competitività, competenze e credito“, elenca Granelli. “Competitività, soprattutto nei rapporti fra imprese e Pubbliche Amministrazioni, in un’ottica di semplificazione e valorizzazione dell’autoimprenditorialità“, ma “con delle competenze, perché tra i grandi problemi che abbiamo c’è quello di non trovare lavoratori e, soprattutto, lavoratori esperti di digitale. Quindi, quello che viene chiesto è di poter avere politiche formative che abbiano sempre un occhio, un aiuto e un sostegno per fare in modo che ci sia sempre più connessione fra giovani imprese e mondo del lavoro“. Poi c’è il “problema atavico del credito“, innanzitutto “includendo di più le piccole imprese nel mercato degli appalti, visto che rispetto alla media europea l’Italia è il Paese dove ne vengono aggiudicati meno“.

Il numero uno degli artigiani cita il dato del 2023: “Abbiamo pagato circa 8-9 miliardi in più di costo del credito. Credo che sia eloquente la difficoltà che c’è oggi ad avere credito, da parte delle nostre imprese, con un tasso attestato al 5,45%, il più alto rispetto alla media Ue“. Altro problema è la ‘refrattarietà’ della Bce a tagliare i tassi. “Questo provoca un blocco degli investimenti. Parlare di sostenibilità e transizione significa anche avere un credito che sia in loro supporto: la tecnologia ce lo impone, altrimenti saremo su un binario morto“.

D’altronde, le difficoltà del commercio estero sono evidenti. Anche se, per Granelli, il Made in Italy è la chiave di volta. “Le piccole imprese, gli artigiani hanno grandi potenzialità per l’export. In un mercato dove aumentano le difficoltà, ed è molto globalizzato e competitivo, l’unicità e la creatività del nostro saper fare italiano può fare la differenza“. Magari facendosi aiutare dai nuovi strumenti tecnologici come l’Intelligenza artificiale. “Ben venga se utilizzata per svolgere tutti quei lavori di routine, standardizzati che oggi sottraggono risorse ed energie ai nostri imprenditori. In quest’ottica, con una complementarietà, diciamo che deve sempre prevalere l’Intelligenza artigiana mentre quella artificiale è al suo servizio“.

Infine, il giro si conclude tornando in Ue, più precisamente alla direttiva sulle Case green. “L’Italia è il Paese con il più alto dissesto idrogeologico d’Europa, con un’alta sismicità e un patrimonio immobiliare vetusto che ha bisogno di essere ristrutturato e consolidato. E’ un tema che dobbiamo assolutamente affrontare (lo abbiamo fatto con i bonus, che hanno avuto un’esperienza ‘travagliata’), ma con i tempi giusti e, soprattutto, con sostegno e incentivi adeguati“, dice la sua il presidente di Confartigianato. Che sottolinea: “E’ un problema che chiaramente chiama in causa ancora una volta l’Europa, perché il nostro Paese non può sicuramente farsi carico di mettere in sicurezza un patrimonio immobiliare così vasto con le proprie risorse: parliamo di centinaia e centinaia di miliardi“. Chi a Bruxelles ha orecchie per intendere, intenda.