Castel Gandolfo

‘Salva un albero’: l’iniziativa anti-siccità di Castel Gandolfo

Come rispondere al caldo torrido e alla siccità? Prendendosi cura di un albero, sempre lo stesso. A Castel Gandolfo, a sud di Roma, si cerca di rispondere al problema di un’estate estrema attraverso un’iniziativa nata dal basso che intende coinvolgere la cittadinanza e portare ogni persona ad innaffiare uno dei tanti ‘tesori verdi’ di città e a bordo del lago. Si chiama ‘Salva un albero’ l’iniziativa in programma il 26 luglio, dalle 19:30 in poi, autorizzata dall’amministrazione del comune dei Castelli romani su proposta di una parte dei residenti. Lungo la strada che mette in collegamento Albano laziale, Castel Gandolfo e Marino, si trova una fontana pubblica che eroga acqua non potabile. Servirsi di questo punto di distribuzione idrica senza impattare sulle riserve per l’uomo è dunque l’idea messa a punto da cittadinanza e politica locale. Chiunque vorrà sarà autorizzato a riempire una o più taniche di acqua, per poi riversarla ai piedi dell’albero prescelto.

L’iniziativa è stata rilanciata sui social, soprattutto su Facebook. Perché la vera intenzione non è quella di limitarsi all’appuntamento del 26 luglio ma di guardare oltre. “Se l’iniziativa avrà successo si potrà ripeterla prendendosi cura sempre dello stesso albero”, spiegano gli organizzatori. In nome della tutela del patrimonio locale, si potrà dunque adottare un albero e continuare a nutrirlo ogni volta che le condizioni dovessero renderlo necessario. Un atto che coniuga senso civico e cultura ambientale. “È una cosa che fa bene al paese (che è nostro) e anche a noi, e poi non costa nulla”.

Il popolo della rete già si mobilita. C’è chi conferma la partecipazione e chi chiede la possibilità di salvare “via delega”. Tra impegni di lavoro o vacanze, qualcuno non potrà presentarsi alla fontana di via Massimo D’Azeglio, e i suggerimenti di spargere la voce e chiedere il favore di farsi sostituire non mancano. La prova del nove è dunque tutta per martedì prossimo. È in quel momento che si saprà se l’iniziativa ‘Salva un albero’ avrà quella risposta attesa o, questo l’auspicio, anche maggiore. Per cercare di sensibilizzare ancora di più, una post-scriptum all’invito a partecipare ricorda che “un albero di grandi dimensioni, lasciando evaporare alcune centinaia di litri acqua al giorno, produce un effetto di raffrescamento equivalente a 5 condizionatori d’aria operanti per 20 ore al giorno”. Salvare un albero produce anche un risparmio energetico non da poco. In tempi di caro-bollette, un fattore da non ignorare.

Giornata mondiale dello squalo, nel Mediterraneo il 50% delle specie è a rischio

Dalla salute degli squali – in molti casi predatori all’apice della catena alimentare – dipende il benessere degli ecosistemi marini, ma più del 50% delle loro specie nel Mediterraneo è minacciato di estinzione. L’allarme lo lancia il Wwf nella giornata mondiale dedicata agli squali, diffondendo i dati dei progetti SafeSharks e Medbycatch.

Il report è pubblicato nell’ambito della campagna #GenerAzioneMare, che raccoglie anche raccomandazioni per istituzioni e consumatori sull’importanza di salvaguardare squali e razze per la tutela del Mediterraneo.

Nel mondo, la percentuale di squali e razze a rischio è del 37,5%, dato che schizza oltre al 50% se riferito alle specie del Mediterraneo, con gravi conseguenze su tutto l’ecosistema marino. Questa situazione è provocata dalla pesca eccessiva, sia diretta (tra cui anche molta pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, per finalità sia alimentari che cosmetiche), sia indiretta a causa delle catture accidentali (bycatch) per cui queste specie finiscono vittime involontarie delle attività di pesca.

squalo

SafeSharks e Medbycatch sono due progetti internazionali, portati avanti in Italia insieme a Coispa Tecnologia & Ricerca, nati per migliorare le conoscenze sui tassi di cattura accidentale di specie vulnerabili in Mediterraneo e ingaggiare pescatori e autorità per garantire buone pratiche di gestione e mitigazione delle catture accidentali. I due progetti hanno coinvolto i pescatori di Monopoli, che praticano la pesca con palangaro (lunga lenza di grosso diametro con inseriti a intervalli regolari spezzoni di lenza più sottile portanti ognuno un amo) al pesce spada nell’Adriatico meridionale, rendendoli attori fondamentali nelle fasi di ricerca e raccolta dei dati. La raccolta dati ha rivelato che le verdesche (Prionace glauca) rappresentano, in media, il 15% del pesce sbarcato: ogni sette pesci spada – in media- viene sbarcata una verdesca.

Ma ridurre un tale impatto è possibile. All’interno del progetto infatti, il monitoraggio mediante tag satellitari, applicati sulle verdesche accidentalmente pescate e poi successivamente liberate con il supporto dei pescatori, ha permesso di verificare che il 90% delle verdesche rilasciate sopravvive. Il rilascio in mare può quindi essere una valida misura gestionale per migliore lo stato delle popolazioni di verdesca. L’utilizzo degli ami circolari, testati al posto dei tradizionali ami a forma di J, sembra inoltre influire sulle condizioni degli animali alla cattura e potrebbe contribuire a migliorare la probabilità di sopravvivenza nel caso siano liberati. Grazie ai dati raccolti dai tag è anche emerso che le verdesche durante il giorno preferiscono nuotare in acque anche molto profonde fino oltre i 600 metri, mentre durante la notte cacciano in superficie, anche a pelo d’acqua.

Queste informazioni sono state la chiave per ideare una strategia di mitigazione basata sull’inversione notte-giorno delle operazioni di pesca. Importantissimo risultato del progetto, è stato infatti verificare che per le giornate di pesca in cui l’inversione delle attività di pesca è stata messa in atto, il bycatch di verdesche è stato ridotto a 0. Sebbene siano necessari ulteriori test per valutare i risultati di questa strategia in altre stagioni e gli effetti sulla cattura di pesce spada (i primi dati indicano una riduzione di cattura di circa il 30%), questo è un primo passo importante verso l’identificazione di misure gestionali adeguate.

I progetti SafeSharks e Medbycatch ci hanno permesso di dimostrare che il tasso di cattura accidentale di verdesche in alcune attività di pesca è considerevole e non può essere ignorato, e che misure gestionali efficaci possono essere identificate insieme a ricercatori e pescatori. L’Italia deve implementare quanto prima un monitoraggio adeguato su scala nazionale insieme a concrete misure di mitigazione delle catture accidentali di elasmobranchi, come richiesto dalla Raccomandazione della Commissione Generale per la Pesca in Mediterraneo e Mar Nero del 2021 (GFCM 44/2021/16). Deve anche dotarsi quanto prima di un Piano d’Azione Nazionale sugli Elasmobranchi secondo le linee guida FAO e UE” afferma Giulia Prato, Responsabile Mare del WWF Italia. Per proteggere queste specie nel Mediterraneo e nel mondo, secondo il WWF, è anche necessario poi cambiare le proprie abitudini di consumo, evitandone l’acquisto.

(Photo credits: Joost Van Uffelen | Wwf)

Barbie

La prima Barbie ecosostenibile celebra la scienziata Jane Goodall

Dimenticatevi la Barbie in bikini, occupata soltanto a prendere il sole vicino a Ken. La bambola più conosciuta del mondo diventa ecosostenibile e si trasforma in una delle donne più straordinarie del mondo, l’etologa e ambientalista britannica Jane Goodall, 88 anni. La Mattel, infatti, ha annunciato l’arrivo nei negozi di una Barbie ispirata alla scienziata, che fa parte della serie ‘Ispiring Woman’ ed è realizzata con materiali carbon neutral, certificati da Climate Impact Partners, “che dimostra – spiega Lisa McKnight, Executive Vice President and Global Head of Barbie and Dolls di Mattel – il nostro impegno nella creazione di un futuro più sostenibile“. Quella di Goodall si unisce alla schiera di Barbie dedicata a grandi donne, come Eleanor Roosevelt, Ida B. Wells, Billie Jean King e Maya Angelou.

I bambini e le bambine, ha ricordato McKnight, “hanno bisogno di più modelli come la dottoressa Jane Goodall, perché immaginare di poter essere qualsiasi cosa è solo l’inizio: vederlo fa la differenza. Ci auguriamo che il nostro omaggio a una pioniera rivoluzionaria per le donne nella scienza ispirino i bambini a saperne di più sulle carriere green e su come possano proteggere il pianeta nonché a recitare storie di sostenibilità attraverso il gioco delle bambole“.

L’uscita della Barbie arriva quasi in contemporanea con la Giornata mondiale dello scimpanzé, che si svolge il 14 luglio, e in occasione del 62esimo anniversario del primo viaggio di Goodall nella foresta del Parco nazionale di Gombe, in Tanzania, che le ha rivoluzionato la vita. La scienziata britannica è una delle più grandi studiose del mondo di primati; fondatrice del Jane Goodall Institute, che si occupa di ricerca, di educazione e di conservazione, dal 2002 è messaggera di pace dell’Onu e nel 2011 è stata insignita del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Durante tutta la mia carriera – racconta Goodall – ho voluto aiutare i bambini a essere curiosi e ad esplorare il mondo che li circonda, proprio come ho fatto io quando ho viaggiato per la prima volta in Tanzania 62 anni fa. Sono entusiasta di collaborare con Barbie e incoraggiare i più piccoli a imparare dal loro ambiente e sentire che possono fare la differenza“. “Attraverso questa partnership – ha aggiunto – spero di ispirare la prossima generazione di eco-leader a unirsi a me nella protezione del nostro pianeta e ricordare loro che possono essere qualsiasi cosa, ovunque: sul campo, in laboratorio e al tavolo“.

In collaborazione con il Jane Goodall Institute, Barbie introduce anche il Career of the Year Eco-Leadership Team 2022, che comprende quattro ‘mestieri’ dedicati alla protezione del pianeta e alla promozione della sostenibilità in diversi modi. Questo set è progettato per incoraggiare i bambini a raccontare le proprie storie di sostenibilità e a saperne di più sulle future carriere con cui potrebbero non avere familiarità, tra cui Chief Sustainability Officer, Conservation Scientist, Renewable Energy Engineer e Environmental Advocate.

La Barbie si aggiunge a un elenco crescente di lanci che permetteranno a Mattel di raggiungere il 100% di materie plastiche riciclate, riciclabili o a base biologica in tutti i prodotti e imballaggi entro il 2030.

(Photo credits: Chris DELMAS / AFP)

fiori

Uniti nella biodiversità, Praga rilancia l’Ue ‘green’ in Consiglio

‘Uniti nella diversità’, e perché no?, ‘uniti nella biodiversità’. La Repubblica ceca rivisita il motto dell’Unione europea e lo coniuga in chiave ambientale, con una installazione floreale a richiamare la ricchezza naturale del club dei Ventisette in un chiaro invito a rispettare, preservare e sfruttare quanto offre l’ambiente. Dodici tappeti a forma di fiore, tutti diversi, tutti raffiguranti diverse varietà di steli, corolle e petali, sistemati nell’atrio del Justus Lipsius, l’edificio consacrato alle riunioni tecniche e politiche degli Stati membri dell’Ue. La presidenza di turno arricchisce e orna la sede del Consiglio dell’Unione europea con questa opera simbolica e politica.

È ormai prassi consolidata che ogni governo, in occasione dei sei mesi di presidenza di turno, porti a Bruxelles contributi artistico-culturali volti a promuovere il proprio Paese, la propria agenda, e accrescere il senso di appartenenza al progetto comune. Praga sceglie la via ‘green’. Dodici fiori quante le stelle nella bandiera dell’Unione, dodici tappeti realizzati con materiale recuperato e riciclato, chiara espressione dell’impegno per la lotta a sprechi e alla realizzazione di quell’economia circolare che vuole un sistema produttivo incapace di produrre rifiuti e scarti.

Una margherita, un girasole, una gerbera, stelle alpine. Tanti esempi di patrimonio naturale tipico di ogni Stato membro a tappezzare la casa degli Stati in un voluto riferimento e omaggio a bellezza, diversità e interconnessione della natura, in cui gli artisti vedono parallelismi con la cooperazione degli Stati dell’Ue. “Anche gli stati differiscono l’uno dall’altro, ma crescono dallo stesso terreno e insieme formano un’unione intrecciata, e la loro identità locale non preclude la loro unità complessiva e sono più forti grazie alla loro alleanza nell’Ue”, spiega la presidenza ceca.

Flower Union’, ovvero l’unione dei fiori, è il titolo del contributo artistico e non solo che Praga, alla seconda presidenza di turno da quanto ha avuto accesso all’Ue, ha deciso di organizzare per richiamare l’attenzione su diverse tematiche, tutte diverse e trasversali ma interconnesse, a cominciare dall’attenzione per ambiente, natura e biodiversità.

Cinque semplici scelte per una vacanza sostenibile (anche per le tasche)

Le vacanze sono alle porte per molti italiani e questa può essere l’occasione per sperimentare e anche godersi una serie di scelte sostenibili per l’ambiente e le nostre tasche. Scopriremo così che la nostra vita può pesare meno sul Pianeta senza grandi sforzi. Certo, possiamo fare decine di queste scelte ogni giorno e molti di noi già le fanno da tempo. Ma questo può essere il momento buono anche per chi è più diffidente, per chi ritiene che si tratti di passi troppo ‘complicati’ o per provare quella soluzione che avevamo in mente da tempo ma che nel marasma quotidiano abbiamo sempre rimandato. Le giornate di vacanza possono essere il momento migliore – mentre siamo rilassati e poco presi da altri pensieri – per scoprire che si tratta di scelte semplicissime e che migliorano la qualità della nostra vita.

Ecco cinque semplici esempi. Seguiamoli con l’impegno a mantenere questi comportamenti una volta tornati alla ‘vita normale’. Fatto il primo passo, sarà naturale passare alle scelte più complesse.

  1. Spostamenti. Scegliamo sempre la soluzione meno impattante: andiamo a piedi o in bicicletta per gli spostamenti più brevi, ci aiuterà anche a mantenerci in salute e a curare la migliore forma fisica; utilizziamo i mezzi pubblici dove disponibili e preferiamo il treno all’aereo; se usiamo l’auto, cerchiamo di muoverci a pieno carico di passeggeri e non una persona per automobile pur dovendosi recare nella stessa destinazione (ad esempio in spiaggia o al ristorante o per la gita in montagna).
  2. Risparmiamo energia. Non lasciamo in stand by play station, televisori e pc. Accendiamo la luce solo quando è davvero buio e spegniamola quando usciamo dalla stanza. Non teniamo l’aria condizionata accesa notte e giorno ma cerchiamo di utilizzarla solo nei momenti in cui è strettamente necessario (temperature elevatissime senza possibilità di stare in mare o all’aria aperta all’ombra, ad esempio) e impostando temperature non inferiori ai 25 gradi. Appena possibile, dal tramonto, teniamo le finestre aperte e (al mare e in montagna) approfittiamo dell’aria più fresca serale per provare sollievo.
  3. Risparmiamo l’acqua. La siccità è il tema di cronaca in queste settimane e sono molte le cose che possiamo fare per dare il nostro contributo. Facciamo docce brevissime e lasciamo l’acqua aperta soltanto quando entriamo, per inumidire il corpo, e quando ci sciacquiamo. Chiudiamo l’acqua mentre ci insaponiamo. Evitiamo il bagno in vasca. Riutilizziamo l’acqua con cui laviamo frutta e verdura (se abbiamo usato bicarbonato, utilizziamola per gli scarichi sanitari e non per bagnare le piante) e quella raccolta con il condizionatore.
  4. Riduciamo i rifiuti ed evitiamo il monouso. Portiamo sempre con noi una borraccia: ogni bottiglia di plastica risparmiata significa minori emissioni e minori rifiuti da gestire. Acquistiamo sfuso: la frutta senza confezioni in plastica, i panini senza strati di pellicola e alluminio (basta un tovagliolo di carta), il caffè senza bicchierini monouso, i biscotti in confezioni uniche e non impacchettati due a due o quattro a quattro e così via per ogni altro dettaglio che la nostra fantasia ci aiuterà a individuare durante la giornata.
  5. Cibo. La stagione è perfetta: acquistiamo solo cibo di stagione e possibilmente prodotto (o pescato) localmente. Questo aiuterà le nostre tasche e il bilancio nelle emissioni. Ad esempio: sì al pesce azzurro ma evitiamo il salmone; rimpinziamoci di albicocche e pesche, evitiamo kiwi e ananas.
Elefanti

In Malawi il bracconaggio ha dimezzato gli elefanti

Circa 250 elefanti saranno trasferiti entro la fine di luglio nel Parco nazionale di Kasungu, nel Malawi centrale, dove la specie era quasi scomparsa con soli 50 esemplari rispetto ai 1.200 di circa 50 anni fa, soprattutto a causa del bracconaggio per l’avorio. “Il bracconaggio è diminuito e il numero di elefanti è aumentato, ora ce ne sono 120. Ma la popolazione è ancora troppo piccola per essere sostenibile. L’introduzione di altri 250 elefanti cambierà questo scenario“, afferma Patricio Ndadzela, del Fondo Internazionale per il Benessere Animale (IFAW) in Malawi.

I pachidermi saranno trasferiti dal Parco Nazionale di Liwonde, a più di 350 km a sud, tra il 27 giugno e il 29 luglio. Qui, infatti, il bracconaggio è quasi scomparso e gli elefanti sono ormai sovrappopolati. Verranno introdotti anche altri animali, come bufali, impala e facoceri. Nel 2016 e nel 2017, 520 elefanti sono stati trasferiti dal Parco Liwonde per alleviare la pressione sul loro habitat e ridurre il conflitto con l’uomo. “Il numero di elefanti sta aumentando, mettendo sotto pressione le risorse naturali del parco e creando situazioni di conflitto con le comunità locali“, afferma l’organizzazione per la conservazione African Parks.

Il Malawi ospita circa 2.000 elefanti e l’Africa meridionale conta il 70% della popolazione del continente. Alcuni Paesi della regione, come lo Zimbabwe, dove la popolazione è in crescita e gli incidenti mortali con gli esseri umani sono aumentati, chiedono l’abolizione del divieto globale sul commercio dell’avorio. In altri Paesi africani, tuttavia, la situazione rimane critica dopo decenni di bracconaggio. Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), l’elefante della savana (Loxodonta africana) è “in pericolo di estinzione, mentre il suo cugino più piccolo, l’elefante della foresta (Loxodonta cyclotis), è “in pericolo critico“.

(Photo credits: Yasuyoshi CHIBA / AFP)