Generali premia 10 pmi ‘Eroi della sostenibilità’: c’è anche l’italiana Fedabo

Generali resta impegnata nella sostenibilità. Lo hanno scandito in modo netto il Ceo, Philippe Donnet, e il presidente, Andrea Sironi, nei loro interventi di apertura e chiusura della conferenza e della cerimonia di consegna del premio Sme EnterPrize di Generali, ieri, a Bruxelles. Un riconoscimento che va ai 10  ‘Sustainability Heroes’, ovvero Pmi, selezionate tra oltre 8.900 in tutta Europa, che più si distinguono per il loro business model sostenibile. Imprese che Generali porta e premia a Bruxelles, davanti a politici Ue, per ribadire l’importanza di un tessuto fondamentale per l’economia europea, dato che, come hanno ricordato il vice presidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto, e il commissario all’Economia, Valdis Dombrovskis, le Pmi “sono il cuore pulsante dell’economia europea” perché “sono responsabili di una grande parte dell’occupazione” e “sono anche protagoniste dell’innovazione e della crescita sostenibile” e “rappresentano circa il 99% di tutte le aziende” nell’Ue.

Tra le premiate a Bruxelles, c’è l’italiana Fedabo, una società di consulenza che si occupa di migliorare le prestazioni energetiche, economiche e ambientali di aziende private e pubbliche. Le altre sono O.K. Energie Haus (Austria), che eccelle nella progettazione, produzione e assemblaggio di edifici in legno, come case, scuole e centri medici, con metodi efficienti dal punto di vista energetico; Hrvatski Kišobran (Croazia), un’azienda produttrice di ombrelli con un forte impegno per l’inclusione e la responsabilità sociale che integra attivamente le persone con disabilità nella propria forza lavoro; CréaWatt (Francia), un produttore di pannelli solari che possono essere adattati a vari tetti senza bisogno di rinforzi strutturali. Oltre a organizzare iniziative di formazione e sensibilizzazione sulle energie rinnovabili, sostiene anche il reinserimento professionale e l’occupazione dei detenuti; vomFASS (Germania), un negozio online e fisico basato sul concetto di “refill” che permette ai clienti di acquistare aceti, oli, liquori e vini scegliendo la quantità e il contenitore per i loro acquisti, impegnandosi al contempo in processi di produzione a zero emissioni di CO2 e a preservare la biodiversità; EcoXperience (Portogallo), che ha sviluppato soluzioni innovative per la pulizia trasformando l’olio da cucina usato in detergenti ecologici; Ameba Production (Repubblica Ceca), che organizza un festival annuale con iniziative di sensibilizzazione per educare i visitatori all’importanza della sostenibilità ambientale e sociale; Pribinovina-Korenika (Slovenia), un’azienda agricola che unisce produzione biologica, sviluppo rurale e inclusione sociale, offrendo opportunità di lavoro a persone con disabilità e ad altri gruppi sociali vulnerabili attraverso forme di lavoro protetto; Adopta un Abuelo (Spagna), un’impresa sociale che offre servizi B2B per il settore dell’assistenza e delle residenze per anziani, tra cui attività per insegnare a usare la tecnologia e promuovere la socializzazione, aiutando a prevenire l’esclusione degli anziani; Compocity (Ungheria), un pioniere dell’economia circolare urbana che ha sviluppato CompoBot, un robot per il compostaggio al chiuso a livello comunitario, per trasformare i rifiuti in materiale che rigenera il suolo.

Lo slancio complessivo intorno alla sostenibilità non è il più favorevole e il ritiro degli Stati Uniti dalle principali iniziative internazionali sul clima, incluso l’accordo di Parigi, ha chiaramente un peso significativo”, ha affermato in apertura Donnet. “Tuttavia, le nostre convinzioni non cambiano e rimaniamo certi che le considerazioni ambientali, sociali e di governance integrate nelle attività possano essere davvero utili per le Pmi non solo per identificare e mitigare un ampio numero di rischi, ma anche per avere accesso a migliori condizioni assicurative e creditizie per migliorare la loro reputazione e il loro rapporto con tutti gli stakeholder”, ha spiegato.

Un concetto ribadito Marco Sesana, Group General Manager di Generali – “come Generali rimaniamo fortemente impegnati a sostenere una transizione giusta e sostenibile e a fare la nostra parte per renderla realtà con un sostegno mirato attraverso supporto finanziario, investimenti, consulenza e soluzioni assicurative personalizzate” – e dal presidente Sironi: “Generali resta impegnata nella sostenibilità. Questo è molto importante. Semplicemente crediamo che l’evidenza scientifica sia molto chiara e quindi dobbiamo continuare la nostra battaglia per la sostenibilità. Pensiamo sia chiaro che se non lo facciamo, il futuro per le persone e le Pmi in Europa sarà molto differente da quanto abbiamo vissuto”.

Imprese, ok in cdm al primo ddl sulle Pmi. Urso: Svolta strategica”

Via libera in consiglio dei ministri al primo disegno di legge annuale sulle Pmi, che introduce misure strategiche incentivando l’aggregazione, l’innovazione del sistema produttivo e l’accesso al credito.

Tra gli interventi principali, spiccano i ‘Mini Contratti di Sviluppo’ per il settore Moda, le Centrali consortili per coordinare le filiere produttive e nuovi incentivi fiscali per le reti d’impresa. Vengono promossi il ricambio generazionale con assunzioni agevolate di giovani, la tutela della concorrenza con norme contro le false recensioni online e il riordino della disciplina dei Confidi per semplificare l’accesso al credito.

Una svolta per la politica industriale del nostro Paese che valorizza il ruolo delle piccole e medie imprese, cuore pulsante dell’economia nazionale e dell’identità produttiva del Made in Italy, attraverso un sistema normativo mirato all’innovazione, alla competitività e alla crescita“, spiega il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il ddl rappresenta la prima attuazione dell’art. 18 della Legge 180 del 2011, che aveva previsto l’adozione di una legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese, “impegno disatteso da tutti i governi che ci hanno preceduto e che noi intendiamo rispettare puntualmente ogni anno, come stiamo facendo per la legge annuale sulla concorrenza, secondo una chiara visione strategica“, afferma Urso.

Nel dettaglio, vengono introdotte misure per incentivare forme di aggregazione tra imprese del settore Moda, per consentire alle Pmi del comparto di unire le forze e affrontare con maggiore efficacia le sfide del mercato globale, incrementando la capacità di investimento, di innovazione e la propria presenza sui mercati internazionali. A questo scopo sono destinati alle filiere del comparto Moda fino a 100 milioni di euro per i ‘Mini Contratti di Sviluppo’, finalizzati a sostenere programmi di investimento di importo non inferiore a 3 milioni di euro e non superiore a 20 milioni. Il disegno di legge introduce inoltre le ‘Centrali consortili’, nuovi enti giuridici che fungono da strutture di indirizzo e coordinamento per le micro, piccole e medie imprese già organizzate in consorzi di filiera. Questi enti mirano a rafforzare la competitività e l’innovazione delle imprese attraverso modelli di cooperazione efficienti e solidali. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy esercita la vigilanza esclusiva per garantire il rispetto delle finalità mutualistiche. La norma delega il Governo a disciplinare il funzionamento e la vigilanza delle Centrali consortili entro 12 mesi. Per favorire l’accesso al credito delle micro, piccole e media imprese, il disegno di legge attribuisce al Governo una delega per il riordino normativo della disciplina dei Confidi, a oltre vent’anni dall’emanazione della legge in materia. L’obiettivo dell’intervento è semplificare e riorganizzare le regole che disciplinano questo strumento, attraverso la revisione dei requisiti di iscrizione all’albo previsto dall’articolo 106 del Testo Unico Bancario (TUB), l’ampliamento delle attività consentite, la promozione di processi di aggregazione tramite agevolazioni normative e l’estensione delle possibilità operative per i Confidi iscritti. Sono inoltre previste misure per ridurre i costi di istruttoria nella valutazione del merito creditizio delle imprese e interventi volti a favorire l’integrazione tra consorzi, consentendo loro di partecipare ad altri enti senza modificare il proprio oggetto sociale.

Sono inoltre introdotti incentivi fiscali per le imprese che aderiscono a un contratto di “rete soggetto”, consentendo la sospensione d’imposta sulla quota di utili destinata a investimenti previsti dal programma comune di rete. L’agevolazione, finanziata fino a 45 milioni di euro dal 2027 al 2029, riguarda gli utili realizzati tra il 2026 e il 2028, destinati al fondo patrimoniale comune o al patrimonio dedicato all’affare.

Per incrementare l’occupazione giovanile, il Ddl contiene una disposizione sulla “staffetta generazionale” nelle imprese, che mira a liberare in anticipo nuovi posti di lavoro mediante un sistema di pensionamento flessibile, che consenta al lavoratore anziano una migliore conciliazione vita/lavoro e, al contempo, attui il trasferimento delle competenze professionali a favore di giovani lavoratori assunti in sua parziale sostituzione. Viene quindi introdotto, per le imprese fino a 50 dipendenti, un sistema di trasferimento generazionale con part-time incentivato per l’accompagnamento alla pensione e assunzioni agevolate di giovani under 35, garantendo così il passaggio di know-how. Il neoassunto potrà sostituire integralmente la posizione lavorativa del lavoratore anziano, una volta cessato il rapporto di lavoro di quest’ultimo.

Per contrastare il fenomeno delle false recensioni online nel mercato della ristorazione e del turismo e per garantire una concorrenza leale ed equa, il Ddl interviene prevedendo l’obbligo di verificare l’attendibilità della recensione, assicurandosi che questa sia realmente scritta da un consumatore che abbia effettivamente usufruito del servizio o acquistato il prodotto recensito. La disposizione definisce che il consumatore potrà rilasciare una recensione motivata entro 15 giorni dalla data di utilizzo del servizio. L’impresa interessata potrà richiederne la cancellazione nel caso in cui il giudizio risulti falso o ingannevole, o qualora il commento non dovesse più essere attuale trascorsi i due anni dalla sua pubblicazione o in ragione dell’adozione di misure idonee a superare le criticità che avevano dato origine al giudizio espresso. Infine, a tredici anni dal primo “Startup Act”, il Ddl delega al Governo l’adozione di un decreto legislativo per la redazione di un testo unico in materia di startup, incubatori e Pmi innovative. L’obiettivo è coordinare le norme vigenti, apportando modifiche per migliorarne la coerenza giuridica, logica e funzionale, e abrogare espressamente le disposizioni obsolete o prive di contenuto normativo. Viene consolidata la figura del Garante per questo comparto di imprese e ampliati i suoi compiti, con lo scopo di promuovere la cultura, la formazione e la crescita dell’ecosistema italiano dell’innovazione tecnologica per massimizzarne la competitività.

Edilizia in crisi nell’eurozona ma l’Italia questa volta stupisce

Continua la forte contrazione del settore edile nell’eurozona. Secondo l’indice Pmi di dicembre, gli ordini nuovi hanno subito una significativa diminuzione, con ripercussioni evidenti sull’attività complessiva del settore. Questo rallentamento ha portato a una contrazione più marcata dell’occupazione e degli acquisti, con i tre principali segmenti monitorati – edilizia residenziale, edilizia non residenziale e ingegneria civile – che hanno risentito di una riduzione dell’attività. In particolare, il settore residenziale continua a rappresentare il segmento più debole. Le pressioni sui prezzi hanno intanto registrato un lieve aumento rispetto al mese di novembre, toccando il livello più alto degli ultimi dieci mesi, ma rimanendo comunque al di sotto della media storica. Anche i tempi di consegna da parte dei fornitori sono aumentati per il secondo mese consecutivo, un altro segnale di difficoltà per il settore. Le aziende si mostrano infatti fortemente pessimiste riguardo le prospettive per il prossimo anno.

L’indice complessivo di attività delle costruzioni nell’Eurozona Pmi, che misura le variazioni mensili nell’attività del settore, ha mostrato una lieve crescita da 42,7 a novembre a 42,9 a dicembre, segnalando però una continua riduzione dell’attività, che ormai dura da 32 mesi consecutivi.

Il calo dell’attività è stato particolarmente marcato in Germania e in Francia, con quest’ultima che ha registrato la contrazione più forte da aprile. Tuttavia, l’Italia si distingue positivamente, con un’inversione di tendenza che ha visto un primo incremento dell’attività da marzo. Nonostante una continua contrazione nell’edilizia residenziale, che ha registrato il calo più forte, l’attività commerciale e l’ingegneria civile hanno mostrato segnali di rallentamento più contenuti, con contrazioni più lente rispetto ai mesi precedenti, risentendo dell’effetto cantieri legati al Pnrr.

A fine 2024, il settore edilizio italiano ha visto una ripresa, segnando una crescita sia nell’attività che nei nuovi ordini. A dicembre, le aziende hanno continuato a incrementare il loro organico per rispondere all’aumento dei nuovi ordini, con il tasso di crescita dell’occupazione che ha raggiunto il livello più alto in nove mesi, sebbene in modo solo marginale. Tuttavia, nonostante questo miglioramento, la fiducia nel futuro del settore è rimasta cauta, con il grado di ottimismo che è diminuito rispetto a novembre. L’indice Pmi del settore edilizio italiano, che misura le variazioni mensili dell’attività, è però aumentato da 48,5 a novembre a 51,2 a dicembre, tornando sopra la soglia critica di 50,0 per la prima volta in nove mesi. Ciò ha segnato la fine della contrazione, con l’industria edilizia italiana che ha chiuso l’anno in espansione.

L’aumento dei volumi di nuovi ordini è stato il fattore principale alla base di questa ripresa, con un tasso di crescita che è stato il secondo più forte del 2024, dopo gennaio. Jonas Feldhusen, Junior Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha sottolineato che non solo il settore italiano, ma anche quello dell’eurozona ne trarrà vantaggio e ha evidenziato che è “dall’estate del 2024, quasi in coincidenza con l’inizio del taglio sui tassi di interesse della Bce, che si è registrato un andamento al rialzo dell’Indice PMI edile. E noi della HCOB Economics prevediamo nel 2025 ancora due tagli dei tassi di piccola portata da parte della Bce”. Guardando ai prossimi 12 mesi, “le imprese edili hanno mostrato una cauta fiducia, ma la percentuale di quelle ottimiste è solo lievemente maggiore rispetto a quelle che hanno espresso pessimismo. Eppure – ha concluso l’economista – l’Indice sulle Previsioni Future resta nettamente al di sotto della media storica”

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Logistica, imprese italiane a ‘scuola’ con Ice su prospettive Nato e Ue

L’Agenzia Ice di Bruxelles è stata teatro di un’altra iniziativa per le imprese italiane, dal titolo ‘Logistica: le prospettive della Nato e la cooperazione con l’Unione Europea’, con l’obiettivo di fornire informazioni utili alle aziende, specialmente le Pmi, nel quadro dei programmi e del procurement civile della Nato, le cui opportunità non sono pienamente esplorate. L’evento organizzato dall’Ufficio di Bruxelles dell’Agenzia Ice nel quadro dell’iniziativa ‘Ice Ascolta l’Europa’, in collaborazione con la Rappresentanza Permanente d’Italia presso la NATO e con il supporto dell’Ambasciata d’Italia in Belgio, della Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea e degli Uffici Europa-Africa e Formazione di Ice–Agenzia, ha registrato l’iscrizione di circa 150 operatori italiani.

Grande opportunità per le aziende, che come riporta Ice, avevano avanzato “la richiesta di avere informazioni più pratiche su come accedere alle gare d’appalto” sia in ambito comunitario che Nato. La poca partecipazione deriva non tanto dalla mancanza di credenziali per concorrere, quando più per la complessità dei procedimenti, tema su cui l’Agenzia Ice ha concentrato anche altri incontri, come quello di presentazione della piattaforma “Access2Markets“.

Ad aprire l’evento, il Direttore dell’Ufficio Ice di Bruxelles Tindaro Paganini, che ha ricordato l’importanza del settore della logistica, su cui Ice ha già svolto delle iniziative. Una di queste è Italy meets the Port of Antwerp-Bruges dello scorso maggio, che ha permesso di rafforzare le relazioni tra i porti italiani e quello belga di Anversa-Bruges. In programma per il 28 novembre, sempre nell’ambito della logistica, l’evento Italy-Belgium Space Industry Day, per favorire l’incontro tra gli attori del settore aerospaziale dei due paesi.

Seguendo il tema principale dell’iniziativa, è intervenuto Vittorio Calapriceanalista politico della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Calaprice ha illustrato la prospettiva europea in ambito di trasporti e l’impegno italiano su diversi temi tra cui il rafforzamento del sistema ferroviario, che in Ue può sfuttare il Pnrr e piani ambiziosi per l’alta velocità. Nell’ambito della logistica, l’Unione europea sta puntando sul consolidamento del mercato unico riguardo ai servizi di trasporto, su cui si punta ad aumentare gli investimenti per la decarbonizzazione.

Proprio a vantaggio delle aziende, è stato presentato il Programma comunitario Eic, Consiglio europeo d’innovazione, di Apre (Agenzia per la promozione della ricerca europea. A parlarne Alessia Rotolo, project manager di Apre (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea), che ha spiegato come Eic premi i progetti innovativi delle Pmi e delle start-up, in particolare riferendosi a “coloro che presentino idee visionarie, a favorire la realizzazione di tecnologie ad alto rischio in settori critici per la società europea e a rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa”.

Per l’ambito Nato, il contributo è arrivato dal colonnello Pier Luigi Verdecchiarappresentante del Direttore Nazionale degli Armamenti (Nadrep) presso la Rappresentanza permanente dell’Italia presso la Nato. Verdecchia ha potuto illustrare, nell’ambito della difesa, i temi relativi agli appalti nelle funzioni della logistica, che riguardano ad esempio il rifornimento, la manutenzione, il movimento e il trasporto. Ha spiegato anche il ruolo della Nspa, cioè dell’Agenzia di supporto e approvvigionamento della Nato, che si occupa di fornire servizi di supporto logistico agli alleati e alle autorità militari della Nato, come anche ai Paesi partner. Il colonnello ha sottolineato la necessità di avere una maggiore collaborazione a livello europeo e internazionale, con particolare rilevanza del partenariato tra l’Ue e la Nato.

Per favorire e ampliare la partecipazione delle imprese del territorio, le iniziative comunitarie ed internazionali sono molto rilevanti e le istituzioni italiane stanno puntando ad avvalersene.

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‘Logistica: le prospettive della NATO e la cooperazione con l’Ue’: 28/10 online evento ICE per le imprese italiane

Torna il 28 ottobre uno dei tanti appuntamenti organizzati da ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, nell’ambito di ‘ICE Ascolta l’Europa’. L’evento, dal titolo, ‘Logistica: le prospettive della NATO e la cooperazione con l’Ue’ si terrà online dalle 10 alle 11.30 e nasce dalla consapevolezza dell’esistenza, nel quadro del procurement civile della Nato, di opportunità ancora non pienamente esplorate dalle imprese italiane, specie le Pmi. Il progetto è organizzato con la Rappresentanza Permanente d’Italia presso la Nato e in collaborazione con la Rappresentanza Permanente presso l’Ue.

L’accesso al procurement e ai fondi della Nato, spiega Ice “è, infatti, frenato dalla scarsa conoscenza da parte delle imprese italiane, e dalla difficoltà a rapportarsi con un mondo, quello della Difesa, percepito come estraneo e con regole complicate, in particolare circa la documentazione aggiuntiva per operare in contesti che toccano questioni di sicurezza”. L’iniziativa, mirata esclusivamente alle opportunità esistenti in ambito civile, serve anche a sperimentare nuove collaborazioni tra Ice e la Nato.

Con la moderazione di Tindaro Paganini, direttore dell’Ufficio ICE di Bruxelles, all’interno del panel dedicato ai programmi europei interverranno Vittorio Calaprice, analista politico della Commissione europea, che illustrerà le politiche Ue in materia di trasporti, anche alla luce delle priorità indicate nella lettera di incarico del nuovo Commissario designato, la cui conferma è condizionata all’approvazione del Parlamento europeo, e Alessia Rotolo, project manager di APRE (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea), che illustrerà il programma EIC con particolare riferimento a EIC Accelerator, gestito da European Innovation Council and SMEs Executive Agency (EISMEA), che premia i progetti innovativi di Pmi e Startup.

Nel panel dedicato ai programmi della Nato sarà affrontato il tema della logistica, in particolare riferita a rifornimento, manutenzione, movimento e trasporto, supporto energetico, ingegneria delle infrastrutture, logistica medica.

Le aziende che desiderano partecipare all’incontro online possono iscriversi a questo link.

Quello del 28 ottobre è il terzo incontro organizzato da ICE dopo la pausa estiva. Lo scorso 23 settembre era stato affrontato il tema ‘Le prospettive della Nato sulle tecnologie emergenti (Edt) e la cooperazione con l’Ue’, mentre il 2 ottobre il focus era stato dedicato a ‘Access2Markets e Single Entry Point: Quali opportunità per le imprese italiane?’. Nel 2025, ma con data ancora da definire, si svolgerà un ulteriore evento, dal titolo ‘Le prospettive della Nato e la cooperazione con l’Ue nel settore dell’energia’.

A Bruxelles 23/9 evento Ice su opportunità in ambito Nato e Ue per le imprese

‘Le prospettive della Nato sulle tecnologie emergenti (Edt) e la cooperazione con l’Ue’ è il titolo dell’evento che si svolgerà il 23 settembre online e in presenza presso Ice Bruxelles, Place de la Libertè dalle 9.30 alle 12.30. Organizzato dall’agenzia Ice è il primo del nuovo ciclo di seminari ‘Ice Ascolta l’Europa’, introdotto a dicembre 2022 su temi comunitari di particolare rilevanza come le opportunità di finanziamento nelle aree del Mediterraneo e in America Latina, la nuova politica Ue nei Paesi terzi e le opportunità per le aziende italiane fornite dal programma Global Gateway, la strategia comunitaria per il tessile sostenibile e circolare. In aggiunta, è stato avviato, a partire da giugno 2023, un progetto specifico di diffusione delle opportunità esistenti per le aziende italiane in ambito Nato.

Il progetto, organizzato con la Rappresentanza Permanente d’Italia presso la Nato, e in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Belgio e la Rappresentanza Permanente presso l’Ue, nasce dalla consapevolezza dell’esistenza, nel quadro del procurement civile della Nato, di opportunità ancora non pienamente esplorate dalle imprese italiane, specie le Pmi.

L’accesso al procurement e ai fondi della Nato, spiega Ice “è, infatti, frenato dalla scarsa conoscenza da parte delle imprese italiane, e dalla difficoltà a rapportarsi con un mondo, quello della Difesa, percepito come estraneo e con regole complicate, in particolare circa la documentazione aggiuntiva per operare in contesti che toccano questioni di sicurezza”. L’iniziativa, mirata esclusivamente alle opportunità esistenti in ambito civile, serve anche a sperimentare nuove collaborazioni tra Ice e la Nato.

Nel corso dell’incontro si parlerà dello Strategic Technologies for Europe Platform (STEP), la piattaforma per incentivare gli investimenti delle Pmi nelle tecnologie critiche in Europa e della Net Zero Industry Act (NZIA), fulcro del Green Deal, che mira alla progressiva decarbonizzazione industriale del mercato unico. Per quanto concerne i programmi della Nato, invece, saranno trattati l’Acceleratore DIANA (Defence ovation Accelerator for the North Atlantic) a servizio delle aziende per sviluppare tecnologie avanzate in materia di sicurezza e il Nato Innovation Fund, fondo di venture capital sostenuto dagli alleati della Nato per investire in deep tech.

Introdurranno i lavori l’ambasciatore Marco Peronaci, rappresentante permanente d’Italia presso la Nato e Tindaro Paganini, direttore dell’Ufficio Ice di Bruxelles. A seguire, lato Ue interverranno Davide Lombardo, vice capo della Task Force Strategic Technologies for Europe Platform (STEP), Direzione Generale del Bilancio (Dg Budg) della Commissione Europea e Caterina Attiani, Attaché Politica industriale e Innovazione – Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione europea. Per la Nato saranno presenti Massimo Artini, rappresentante italiano nel Board of Directors di Nato DIANA, Salvatore Calabrò, Head Science & Technology Advice – Office of the Chief Scientist, e Matija Matoković, Deputy Head Innovation Unit – Innovation, Hybrid and Cyber (IHC) Division. Al termine si incontreranno le imprese in presenza e i relatori.

Nel 2024 sono previsti due ulteriori appuntamenti, entrambi a Bruxelles in presenza e anche in modalità ibrida. Il primo, ‘Access2Markets e Single Entry Point: Quali opportunità per le imprese italiane?’ si svolgerà il 2 ottobre, dalle 10 alle 11.30 ed è realizzato in collaborazione con la Commissione europea, Dg Trade. Il secondo, invece, è previsto per il 28 ottobre, dalle 10 alle 12, e sarà focalizzato su ‘Le prospettive della Nato e la Cooperazione con l’Ue nel settore della logistica’. Infine, nel 2025 ma con data ancora da definire, si svolgerà un ulteriore evento, dal titolo ‘Le prospettive della Nato e la cooperazione con l’Ue nel settore dell’energia’.

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Torna ciclo seminari ‘Ice Ascolta l’Europa’: opportunità per imprese italiane da Nato e Ue

Prende il via il 23 settembre il primo appuntamento annuale di ‘Ice Ascolta l’Europa’, il ciclo di seminari introdotto a dicembre 2022 su temi comunitari di particolare rilevanza come le opportunità di finanziamento nelle aree del Mediterraneo e in America Latina, la nuova politica Ue nei Paesi terzi e le opportunità per le aziende italiane fornite dal programma Global Gateway, la strategia comunitaria per il tessile sostenibile e circolare. In aggiunta, è stato avviato, a partire da giugno 2023, un progetto specifico di diffusione delle opportunità esistenti per le aziende italiane in ambito Nato.

Il progetto, organizzato con la Rappresentanza Permanente d’Italia presso la Nato, e in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Belgio e la Rappresentanza Permanente presso l’Ue, nasce dalla consapevolezza dell’esistenza, nel quadro del procurement civile della Nato, di opportunità ancora non pienamente esplorate dalle imprese italiane, specie le Pmi.

L’accesso al procurement e ai fondi della Nato, spiega Ice “è, infatti, frenato dalla scarsa conoscenza da parte delle imprese italiane, e dalla difficoltà a rapportarsi con un mondo, quello della Difesa, percepito come estraneo e con regole complicate, in particolare circa la documentazione aggiuntiva per operare in contesti che toccano questioni di sicurezza”. L’iniziativa, mirata esclusivamente alle opportunità esistenti in ambito civile, serve anche a sperimentare nuove collaborazioni tra Ice e la Nato.

‘Le prospettive della Nato sulle tecnologie emergenti (Edt) e la cooperazione con l’Ue’ è il titolo dell’evento che si svolgerà il 23 settembre online e in presenza presso Ice Bruxelles, Place de la Libertè dalle 9.30 alle 12.30. Nel corso dell’incontro si parlerà dello Strategic Technologies for Europe Platform (STEP), la piattaforma per incentivare gli investimenti delle Pmi nelle tecnologie critiche in Europa e la Net Zero Industry Act (NZIA), fulcro del Green Deal, che mira alla progressiva decarbonizzazione industriale del mercato unico. Per quanto concerne i programmi della Nato, invece, saranno trattati l’Acceleratore DIANA (Defence ovation Accelerator for the North Atlantic) a servizio delle aziende per sviluppare tecnologie avanzate in materia di sicurezza e il Nato Innovation Fund, fondo di venture capital sostenuto dagli alleati della Nato per investire in deep tech.

Introdurranno i lavori l’ambasciatore Marco Peronaci, rappresentante permanente d’Italia presso la Nato e Tindaro Paganini, direttore dell’Ufficio Ice di Bruxelles. A seguire, lato Ue interverranno Davide Lombardo, vice capo della Task Force Strategic Technologies for Europe Platform (STEP), Direzione Generale del Bilancio (Dg Budg) della Commissione Europea e Caterina Attiani, Attaché Politica industriale e Innovazione – Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione europea. Per la Nato saranno presenti Massimo Artini, rappresentante italiano nel Board of Directors di Nato DIANA, Salvatore Calabrò, Head Science & Technology Advice – Office of the Chief Scientist, e Matija Matoković, Deputy Head Innovation Unit – Innovation, Hybrid and Cyber (IHC) Division. Al termine si incontreranno le imprese in presenza e i relatori.

Nel 2024 sono previsti due ulteriori appuntamenti, entrambi a Bruxelles in presenza e anche in modalità ibrida. Il primo, ‘Access2Markets e Single Entry Point: Quali opportunità per le imprese italiane?’ si svolgerà il 2 ottobre, dalle 10 alle 11.30 ed è realizzato in collaborazione con la Commissione europea, Dg Trade. Il secondo, invece, è previsto per il 28 ottobre, dalle 10 alle 12, e sarà focalizzato su ‘Le prospettive della Nato e la Cooperazione con l’Ue nel settore della logistica’. Infine, nel 2025 ma con data ancora da definire, si svolgerà un ulteriore evento, dal titolo ‘Le prospettive della Nato e la cooperazione con l’Ue nel settore dell’energia’.

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Nell’eurozona s’indebolisce l’espansione del terziario, mentre risalgono i prezzi

Dopo un promettente inizio anno, con un ritorno alla crescita economica che a maggio ha toccato il valore più forte in un anno, i dati dell’indagine Pmi di luglio hanno di nuovo segnalato una perdita di slancio con un tasso marginale di crescita dell’attività economica, il più debole nell’attuale sequenza di espansione di cinque mesi. A pesare sulla produzione è stata la nuova riduzione della domanda di beni e servizi dell’eurozona, soprattutto dai mercati esteri. I livelli di occupazione hanno mostrato una generale stagnazione, mentre la fiducia è scivolata ai minimi in sei mesi. Quando si parla di prezzi, le tendenze sono state divergenti, visto che l’aumento più rapido dei costi ha contrastato il più debole incremento dei prezzi di vendita da ottobre 2023. In particolare l’Indice Pmi della Produzione Composita dell’Eurozona destagionalizzato, che consiste in una media ponderata dell’Indice Pmi Manifatturiero e dei Servizi, a luglio è rimasto in territorio di espansione. Tuttavia, il secondo mese consecutivo di calo ha ridotto l’indice principale a 50.2 da 50.9 di giugno, avvicinandosi alla soglia di 50.0. Ciò significa che la crescita è stata solo complessivamente marginale e la più debole da marzo, mese in cui i livelli di attività hanno ricominciato a salire.

Divisi per settore, i dati hanno indicato che quello dei servizi è stato l’unico a crescere. Tuttavia, la maggiore contrazione della produzione manifatturiera e l’indebolito rialzo dell’attività terziaria hanno causato una nuova perdita di slancio dell’espansione economica del settore privato. I dati d’indagine a livello nazionale hanno rilevato una nuova frenata dell’economia dell’eurozona proveniente dalla Germania, che ha indicato il primo declino dei livelli di attività economica da marzo. Il settore privato francese ha continuato a peggiorare (ma al tasso più debole in tre mesi), mentre le espansioni della Spagna e dell’Italia sono state appena sufficienti a contrastare le contrazioni delle due maggiori economie dell’eurozona.

A luglio, infatti, l’Indice Pmi sulla Produzione Composita in Italia è sceso a 50.3 da 51.3 di giugno, ed ha segnalato il più lento tasso di crescita dell’attività da inizio 2024. Il rallentamento rispecchia un’espansione più debole del terziario, malgrado il calo del manifatturiero sia diminuito. Nel frattempo, il flusso dei nuovi ordini ha indicato una stagnazione, con l’ulteriore aumento dei nuovi ordini terziari controbilanciato dal calo del manifatturiero. I prezzi di acquisto sono invece aumentati sostanzialmente e a livello storicamente elevato. In entrambi i settori si è registrata una maggiore pressione dei costi. Allo stesso tempo, i prezzi di vendita sono marginalmente aumentati. I manifatturieri hanno di nuovo scelto di tagliare i prezzi, mentre i servizi hanno aumentato le loro tariffe e ad un tasso più debole di giugno.

Tornando all’eurozona, “data la situazione, la nostra previsione di crescita dell’anno dello 0.7% resta ancora cauta. Resta evidente il rallentamento del terziario. Il Pmi è sceso per tre mesi consecutivi fino a 51.9 e le aziende esitano ancora di più ad assumere, mentre i nuovi ordini crescono appena. Anche gli straordinari effetti del campionato europeo di calcio In Germania, le olimpiadi in Francia e il tour di concerti di Taylor Swift in Europa si stanno esaurendo. Quindi nel secondo semestre dell’anno, il terziario non riuscirà probabilmente a fornire una grande spinta“, sottolinea Cyrus de la Rubia, capo economista di Hamburg Commercial Bank. “Non c’è ancora sollievo dall’inflazione“, prosegue. “Di sicuro, i prezzi di vendita stanno salendo al tasso più debole in 38 mesi, e questo avviene generalmente anche per quelli di acquisto, ma l’inflazione è ancora molto alta vista la debolezza dell’economia. Negli ultimi 25 anni, i prezzi di vendita sono rimasti generalmente costanti con l’indice Pmi dell’attività a 52.0 o più basso e, storicamente, i prezzi di acquisto crescevano molto più lentamente rispetto ad ora. Riteniamo che questo aumento della pressione dei costi sia causato dal cambiamento demografico, rendendo più difficile per la Bce di raggiungere l’obbiettivo dell’inflazione al 2%“, sottolinea il capo economista della Hamburg Commercial Bank, “La scivolata del terziario sta accadendo in tutta l’eurozona. La crescita è rallentata in Germania, Italia e Spagna. La Francia, con il Pmi in salita, è l’unica eccezione. Ma anche lì il settore sembra non riuscire a crescere arrancando quindi dietro gli altri Paesi“, conclude de la Rubia.

Dubbi di Confetra su riforma doganale Ue: Rischia di penalizzare import-export pmi

La proposta di riforma del Codice Doganale dell’Unione europea è ambiziosa: ha un programma che include l’introduzione dell’Eu Data Hub e la creazione di una nuova categoria di operatori economici chiamati Trust and Check Traders. Una svolta che ha l’intento di semplificare controlli e spedizioni, ma che in realtà rischia di danneggiare le piccole e medie aziende, che rappresentano oltre il 90% del tessuto imprenditoriale italiano.

Il punto di partenza della Commissione, visto il forte volume di import-export e il boom del commercio on line, è quello di trasferire più responsabilità su chi gestisce entrate e uscite in dogana. Il coinvolgimento di questi operatori porta con sé – per i nuovi “operatori Trust and Check” – varie semplificazioni, tipo auto-sdoganamento, autocontrollo, dispensa dalle procedure di transito per gli spostamenti all’interno dell’Ue, anche da e per l’azienda, da e verso il confine Ue. Più facilitazioni, ma appunto anche maggiori responsabilità, rischi finanziari e di altro tipo legati, ad esempio, all’applicazione di dazi o sanzioni, considerando gli inevitabili errori che possono accadere.

Ma anche da parte delle aziende, le difficoltà non sono poche. Già negli scorsi mesi, le associazioni continentali Clecat ed Esc, ma anche nazionali come Confetra, avevano espresso dubbi sulla capacità delle PMI di adattarsi alla proposta, sottolineando che molte di esse potrebbero non essere in grado di permettersi le infrastrutture e le competenze necessarie per ottenere lo status di Trust and Check Trader. Questo nuovo status richiederebbe trasparenza nella catena di approvvigionamento e l’abilità di sdoganare le importazioni autonomamente, senza doverle presentare fisicamente alla dogana.

Inoltre, la proposta prevede che i rappresentanti doganali assumano nuove responsabilità, come l’accesso diretto ai sistemi informatici degli operatori e il tracciamento in tempo reale delle spedizioni, il che potrebbe renderli riluttanti ad accettare tali responsabilità, rallentando ulteriormente il commercio. Questo potrebbe avere un impatto negativo sulle pmi, che spesso dipendono dai servizi logistici forniti da intermediari doganali. Gli importatori e gli esportatori rientreranno infatti nella categoria del ‘Trust and Check Trader’ (una versione aggiornata del cosiddetto ‘Operatore Economico Autorizzato’), per cui, ad esempio, i trasportatori e gli operatori di stoccaggio saranno obbligati a integrare e correggere le informazioni fornite da altri attori della catena di approvvigionamento, senza poter accedere alle informazioni sull’hub di dati che non sono direttamente ad essi legati. Infine, l’attenzione all’importatore e all’esportatore mette in secondo piano il ruolo degli intermediari, come i fornitori di servizi doganali e logistici, i cui servizi in realtà sono vitali in particolare per molte pmi che non possono permettersi il proprio personale doganale specializzato e i propri sistemi informatici.

Le piccole e medie imprese potrebbero trovarsi quindi in una situazione di svantaggio, con minori possibilità di accesso ai servizi logistici e maggiori difficoltà nel soddisfare i nuovi requisiti imposti dalla riforma del Codice Doganale dell’Ue. Il risultato finale è dunque un potenziale rallentamento dei flussi di merci alla frontiera e a una maggiore incertezza per le pmi che dipendono dal commercio estero.

Pnrr, a rischio certezza su tempi pagamento per pmi. Giovedì voto all’europarlamento

Il 99% delle imprese europee è appeso al voto di domani in Commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori all’Europarlamento. Ogni anno in Ue vengono emesse circa 18 miliardi di fatture, più di 500 al secondo. Beni e servizi sono spesso forniti con pagamenti dilazionati, ovvero il fornitore (creditore) concede al cliente (debitore) un termine per pagare la fattura (credito commerciale), dopo la consegna dei beni o il servizio concordato nel contratto. I pagamenti ritardati sono pagamenti non effettuati entro il termine concordato o legale. Colpiscono ovviamente le imprese di tutti i settori e di tutti gli Stati, ma in misura sproporzionata colpiscono gravemente le pmi. Per questo a settembre scorso la Commissione Ue ha varato una proposta di regolamento per limitare i termini di pagamento a 30 giorni.
Secondo le stime di Bruxelles “almeno il 30% delle pmi europee beneficerebbe direttamente di questa disposizione” anche se la cifra è sicuramente per difetto. La combinazione del limite massimo dei termini di pagamento con deterrenti come il pagamento automatico degli interessi e dell’aumento del compenso dovrebbe ridurre il numero di fatture pagate in ritardo, oltre a ridurre significativamente i costi associati alle seccature e al tempo trascorso a rincorrere pagatori ritardatari. Si stima che il numero di giorni-persona che un’azienda impiega ogni anno per recuperare i ritardi vari da 5 giorni in Germania a oltre 15 giorni in Spagna. Anche sulla base di ipotesi molto prudenti, si potrebbe risparmiare un totale annuo di 27,4 milioni di ore-uomo per l’economia dell’Ue, l’equivalente di 5,845 miliardi, scoraggiando i ritardi di pagamento.

Ecco, domani la Commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) del Parlamento europeo voterà la sua relazione sulla proposta di Regolamento relativo ai ritardi di pagamento. Ma sul voto c’è il pressing di alcuni Paesi, una decina, capitanati dalla Germania insieme ad altri Stati, soprattutto dell’Est, per stravolgere la proposta originaria. Nelle ultime ore è circolata anche la voce che si possa rinviare il voto, facendo così il gioco dei tedeschi senza per altro confermare una certezza dei pagamenti in favore di quasi la totalità delle aziende continentali.

In commissione, la relatrice Roza Thun di Renew punta a individuare termini un po’ più lunghi, 60 giorni, per i prodotti a lenta rotazione. Ppe e il gruppo dei conservatori–ECR hanno invece presentato emendamenti non proprio in favore delle pmi: propongono in particolare di eliminare alcune garanzie come quelle contenute nell’articolo 4 del testo varato da Bruxelles, il quale impone che il contraente principale in una gara d’appalto dimostri alla Pa di aver pagato i subcontraenti, quasi sempre le pmi. Un’eventuale cancellazione di questa norma, considerando il caso italiano dove si moltiplicano le gare pubbliche per il Pnrr, lascerebbe le nostre piccole e medie aziende ancora nell’incertezza dei pagamenti.

Da vedere come voteranno i parlamentari italiani di Ecr (in pratica Fratelli d’Italia) e del Ppe (in primis Forza Italia). Sempre che non passi la linea tedesca e il pacchetto venga rimandato a data da destinarsi, quindi dopo le elezioni, con grave danno per il 99% degli imprenditori europei.

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