Rinnovabili

Record storico per le rinnovabili vendute in Italia, ma il prezzo dell’elettricità sale

A maggio il Pun (il prezzo unico nazionale dell’elettricità, ndr) cresce a 94,88 €/MWh (+8,08 €/MWh rispetto ad aprile). Tale dinamica risulta guidata da una crescita dei costi di generazione a gas e sostenuta da un aumento degli acquisti (MGP: 22,1 TWh), in un contesto in cui si osserva un incremento sia dei volumi rinnovabili, al livello più alto mai osservato su base mensile, sia dell’import netto”, si legge nell’ultima newsletter del Gme, Gestore del mercati energetici. E “nel Mercato a Termine dell’energia elettrica (Mte) i prezzi di controllo appaiono stabili o in aumento, con il baseload Giugno 2024 che chiude il mese a 89,93 €/MWh. In leggera crescita le transazioni registrate sulla Piattaforma Conti Energia a termine (Pce)“. Domani il prezzo sarà addirittura a 115,7 euro per megawattora.

Nel dettaglio a maggio il Pun “si porta ai massimi da febbraio seguendo la crescita registrata nel corso del mese dai principali riferimenti di prezzo del gas, ai massimi da inizio anno (con l’IGI a 33,14 €/MWh, +2,52 €/MWh su aprile), ai quali si affianca un modesto rialzo degli acquisti. Mitigano l’aumento del Pun vendite rinnovabili ai massimi storici e una leggera ripresa delle importazioni nette”, sottolinea il Gme. “Sulle altre principali borse elettriche europee si osservano dinamiche differenziate, con quotazioni sostanzialmente stabili o in debole calo in Svizzera e Francia (62/27 €/MWh, -1 €/MWh) e in modesto rialzo in Austria e Germania (64/67 €/MWh, +5 €/MWh)”.

Colpisce comunque che “l’incremento del prezzo italiano è osservabile in tutti i gruppi di ore”, proprio mentre a maggio “si porta al massimo storico su base mensile la quota di energia rinnovabile venduta nel Sistema Italia, pari al 61%. La crescita dei volumi FER interessa le fonti idriche al Nord (+0,9 GWh medi) e il solare, attestatisi rispettivamente ai massimi da luglio 2019 e luglio 2017. Conseguentemente, i volumi derivanti da fonti termiche mostrano un calo, portandosi al 36,4%, con le vendite dei cicli combinati ancora in flessione e al livello più basso da oltre quattordici anni“.

In effetti nel nostro Paese l’energia continua a costare molto di più rispetto al resto d’Europa. Infatti, secondo uno studio della Fondazione Think Tank Nord Est, realizzato in collaborazione con A.R.T.E. – Associazione Reseller e Trader dell’Energia, nell’ultimo anno il prezzo dell’elettricità è sceso di circa il 10%, ma la diminuzione è stata maggiore in Germania (-18%) e soprattutto in Spagna (-59%) e Francia (-65%). “Di conseguenza, le nostre imprese devono sostenere costi energetici maggiori, mettendo a rischio la propria competitività a livello internazionale. Se a maggio 2023, in Germania, il prezzo dell’energia elettrica era inferiore del 23% rispetto a quello italiano, oggi il gap è diventato del 29%. Risulta ancora più impietoso il confronto con la Spagna, con un differenziale a favore degli iberici passato dal 30% al 68%. La medesima situazione si verifica in Francia: se un anno fa i transalpini beneficiavano di un prezzo del 27% più basso di quello italiano, a maggio 2024 il differenziale è salito al 71%”, evidenzia lo studio.

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Prezzo del carburante, a Bolzano benzina a 1,812 euro/litro

Nella mappa INTERATTIVA di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. L’Alto Adige resta la zona più cara d’Italia (1,812 euro/litro), mentre le Marche sono la regione più economica per la benzina (1,757 euro/litro).

INFOGRAFICA INTERATTIVA Prezzo del carburante, l’Alto Adige resta la zona più costosa d’Italia

Nella mappa interattiva di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. L’Alto Adige resta la zona più cara d’Italia (1,813 euro/litro), mentre Marche e Veneto sono le regioni più economiche (1,756 euro/litro).

INFOGRAFICA INTERATTIVA Carburanti, prezzo benzina in calo a 1,77 euro/litro e gasolio a 1,73

Nell’infografica interattiva di GEA si può vedere l’andamento del prezzo medio settimanale della benzina dal 2021 ad oggi. Secondo l’osservatorio prezzi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase), i prezzi sono in lieve ripresa: benzina a 1,773 euro/litro e gasolio a 1,73 euro/litro.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Prezzo del carburante, in autostrada benzina a 1,864 euro/litro

Nella mappa interattiva di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. In autostrada il prezzo della benzina è di 1,864 euro al litro, mentre l’Alto Adige resta la zona più cara d’Italia (1,815 euro/litro). Le Marche invece sono la regione più economica (1,755 euro/litro).

INFOGRAFICA INTERATTIVA Andamento del prezzo del carburante, calano ancora benzina e diesel

Nell’infografica interattiva di GEA si può vedere l’andamento del prezzo medio settimanale della benzina dal 2021 ad oggi. I prezzi sono in calo da fine settembre e nell’ultima settimana si è registrata un’ulteriore flessione sia per la benzina sia per il gasolio. Il prezzo medio in modalità self-service registrato la settimana scorsa (11-17 dicembre) è stato di 1,765 euro al litro per la benzina e 1,732 euro per il diesel.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Energia, come è cambiato il prezzo della luce

Nell’infografica interattiva di GEA si mostra la composizione del prezzo della luce per famiglia tipo con consumo annuo di 2.700 kWh, nei diversi trimestri dal 2020 al III trimestre 2023. Cliccando sulle singole barre si vede il prezzo in centesimo di euro a kWh per capitolo di spesa (energia, trasporto, oneri di sistema e imposte).

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Andamento del prezzo del carburante, calo di almeno 10 millesimi

Nell’infografica interattiva di GEA si può vedere l’andamento del prezzo medio settimanale della benzina dal 2021 ad oggi. I prezzi sono in calo da fine settembre e nell’ultima settimana si è registrata una flessione di 10 millesimi per la benzina e di 11 millesimi per il gasolio. Il prezzo medio in modalità self-service registrato la settimana scorsa è stato di 1,805 euro al litro per la benzina e 1,785 euro per il diesel.

carburante

INFOGRAFICA INTERATTIVA Prezzo del carburante: in Basilicata la benzina più cara

Nella mappa interattiva di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. La benzina più cara in media la troviamo in Basilicata a 1,848 euro al litro. La più economica è nelle Marche a 1,792 euro al litro.

Prezzo benzina al minimo per 2023. Urso: “Cartello efficace”

Il prezzo medio alla pompa della benzina ha raggiunto il minimo storico per l’anno in corso. Lo rileva il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che determina il prezzo medio ogni giorno, a partire dai dati comunicati dagli esercenti sulla rete stradale e autostradale italiana.

La benzina su strada è a 1,81 euro per litro, il più basso dell’anno, e i margini delle società petrolifere si sono ridotti di 9 centesimi rispetto a quelli in atto un anno fa, di un terzo” perché “è lì che si può incidere con provvedimenti nazionali: sui margini. E l’efficacia della misura la dimostra i risultati”, rivendica Adolfo Urso.

Il valore è lo stesso registrato dal 17 al 19 maggio, cioè il più basso dall’inizio dell’anno. Negli ultimi due mesi, il costo per litro della benzina è diminuito di quasi 20 centesimi (19 centesimi tra il 22 settembre e il 22 novembre). Anche il prezzo medio del gasolio nell’ultimo bimestre si è contratto, di circa 15 centesimi di euro al litro, non raggiungendo però i valori minimi del maggio scorso quando le quotazioni internazionali del gasolio erano sensibilmente più basse di quelle attuali.

Un risultato a cui, secondo il Mimit, ha contribuito anche l’esposizione del prezzo medio, che “ha portato a un contenimento del margine di distribuzione (un delta di circa 8-9 centesimi al litro se si confronta l’estate 2023 con quella precedente) e, di conseguenza, del prezzo industriale della benzina. Grazie ai contenuti margini di distribuzione, in Italia il prezzo industriale del carburante risulta oggi stabilmente più basso di Germania, Francia e Spagna“, commenta il ministero.

Non sono d’accordo i consumatori, secondo i quali il ribasso non c’entra col cartello, anche perché il Tar del Lazio il 10 novembre ha annullato il decreto con l’obbligo di esposizione del prezzo medio, “eppure i prezzi, invece di risalire, hanno continuato lo stesso tranquillamente a scendere, mentre in agosto, quando il decreto è entrato in vigore e a maggior ragione i benzinai avrebbero potuto temere di pagare lo scotto di avere prezzi maggiori a quelli medi, i listini sono decollati“, rileva Massimiliano Dona, presidente dell’Unc.
Abbiamo presentato ricorso al Consiglio di Stato sulla decisione del Tar, che non interviene sul merito ma sulle modalità del tabellone del prezzo medio. Perché l’efficacia è sotto gli occhi di tutti”, ribadisce Urso.

I listini dei carburanti scendono alla pompa grazie al ribasso del petrolio sui mercati internazionali, e “non certo per l’effetto dei cartelli con i prezzi medi esposti presso i distributori“, per il Codacons. Il presidente Carlo Rienzi ricorda che “si è passati infatti dal picco di 97 dollari al barile toccato lo scorso 28 settembre agli attuali 81 dollari, con un crollo del -16,5% che, in parte, si è trasferito sui listini dei Carburanti alla pompa. Un ribasso su cui il provvedimento del Governo che ha introdotto i cartelli con i prezzi medi non ha avuto alcun tipo di influenza”. “Il vero pericolo ora è rappresentato dalle partenze di Natale – avvisa Rienzi – Con l’aumento degli spostamenti degli italiani durante il periodo delle festività, i prezzi di benzina e gasolio potrebbero subire nuovi e sensibili rialzi, fenomeno che si ripresenta puntualmente in Italia in occasione di esodi e controesodi, e che nessun governo ha saputo contrastare efficacemente”.

Siamo convinti che la discesa dei listini sia dovuta non solo alle misure del Governo, ma anche alle logiche speculative dei mercati internazionali, che in questo momento sono ribassiste“, commenta Assoutenti. Il tema ora è riuscire a condizionare il prezzo della benzina il più possibile al costo di produzione, per evitare anomalie e discrepanze eccessive. Per fare questo, secondo il presidente Furio Truzzi, “è necessaria una rivoluzione copernicana a partire dalla nostra ex azienda di Stato Eni, allo scopo di giocare un ruolo inedito sui mercati internazionali privilegiando l’interesse nazionale dell’Italia, e quindi i consumatori e le imprese del nostro Paese“. Le società leader in Italia nel settore dei carburanti “potrebbero fare da apripista – suggerisce – abbandonando la logica finanziaria e speculativa del Platts, costruendo il prezzo dei carburanti su parametri oggettivi e non speculativi, anche perché le oscillazioni del costo del petrolio in questi ultimi 11 mesi hanno influito in modo marginale sul prezzo della benzina alla pompa”.