Difesa e Ucraina: Al Consiglio europeo straordinario anche Zelensky

Difesa europea – alla luce di ReArm europe, il Piano di riarmo lanciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – e sostegno all’Ucraina. I Ventisette leader dell’Unione europea, tra capi di Stato e di governo, si riuniscono a Bruxelles in un Consiglio europeo straordinario per affrontare quello che il presidente Antonio Costa ha definito “un momento cruciale” sia per Kiev, invasa tre anni fa dalla Russia, e per sicurezza del Vecchio continente così come conosciuta per decenni.

La riunione, a cui parteciperà anche il presidente Volodymyr Zelenskyy, inizierà alle 12.30 con gli scambi di opinioni con la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. “Per quanto riguarda la difesa europea, il mio obiettivo è dare seguito al nostro incontro informale del 3 febbraio nell’ottica di prendere le prime decisioni a breve termine, affinché l’Europa diventi più sovrana, più capace e meglio attrezzata per affrontare le sfide immediate e future alla sua sicurezza”, ha scritto il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, nella sua lettera di invito ai leader. In questo contesto, von der Leyen ha presentato ieri il suo piano per il riarmo dell’Europa incentrato su cinque elementi: sospensione delle regole nazionali del Patto di stabilità per le spese in difesa, debito comune Ue fino a un massimo di 150 miliardi di euro, fondi di coesione, sostegno della Banca europea degli Investimenti e capitali privati.

Per quanto riguarda l’Ucraina, il presidente Costa mette nero su bianco nella sua lettera che “si riscontra un nuovo slancio che dovrebbe portare a una pace globale, giusta e duratura“. Ed “è quindi importante che procediamo a uno scambio in merito alle modalità con cui sostenere ulteriormente l’Ucraina e ai principi che dovrebbero essere rispettati da qui in avanti”. In questo contesto, l’Ue e i suoi Stati membri sono pronti “ad assumersi maggiore responsabilità” per la sicurezza dell’Europa. “Dovremmo pertanto essere preparati a un possibile contributo europeo alle garanzie di sicurezza che saranno necessarie per assicurare una pace duratura in Ucraina”, ha aggiunto Costa.

Da un lato, come spiega una fonte Ue, “è fondamentale mantenere l’unità non solo europea ma del campo occidentale” ed “è illusorio” pensare di “poter trovare soluzioni senza la partecipazione degli Stati Uniti” o che gli “Stati membri siano in grado di stare sul terreno da soli”. Inoltre, quasi tutti sembrano concordi sul principio di un cessate il fuoco incardinato in un processo che porti a una pace. Ma, dall’altro lato, sulle garanzie di sicurezza e sul rafforzamento delle forze armate che Kiev chiede, ci sono i veti dei primi ministri ungherese Viktor Orban e slovacco Robert Fico. “Se non si arriva a conclusioni, non sappiamo cosa succede perché non abbiamo mai parlato di piani B”, ha aggiunto la fonte Ue. Ma il presidente “Costa è ottimista di potercela fare”, ha evidenziato.

Dall’inizio dell’aggressione militare della Russia, l’Ue e i Ventisette hanno fornito quasi 135 miliardi di euro a sostegno del Paese aggredito e della sua popolazione, compresi 48,7 miliardi di euro per le forze armate ucraine. L’Ue ha inoltre adottato sanzioni nei confronti della Russia: le ultime sanzioni, del 24 febbraio 2025, colpiscono settori dell’economia come quello bancario, la flotta ombra del presidente Vladimir Putin e i beni e le tecnologie nei settori industriale ed energetico.

Difesa, i 5 pilastri del piano ReArm Europe presentato da von der Leyen: vale 800 miliardi

Un piano composto da 5 punti e, sul piatto, 800 miliardi di euro.  ReArm Europe – annunciato oggi dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una lettera inviata ai capi di Stato e di governo che giovedì si riuniranno a Bruxelles in una riunione informale del Consiglio europeo – punta ad aumentare la spesa per la difesa europea e lo fa con cinque grandi interventi.

Il primo è un nuovo strumento finanziario dell’Ue per sostenere gli Stati membri nel potenziamento delle loro capacità di difesa. Ai sensi dell’articolo 122 del Trattato sul Funzionamento dell’Ue (TfUe) verrà istituito un nuovo strumento Ue “con un massimo di 150 miliardi di euro” per fornire agli Stati membri prestiti garantiti dal bilancio Ue. I finanziamenti verrebbero destinati a settori di capacità “prioritari” sui quali “è necessaria” un’azione a livello europeo in linea con la Nato: difesa aerea e missilistica; sistemi di artiglieria; missili e munizioni; droni e sistemi anti-droni; facilitatori strategici e protezione delle infrastrutture critiche, anche in relazione allo spazio; mobilità militare; cyber, intelligenza artificiale e guerra elettronica. Questo nuovo strumento potrebbe essere potenziato da “acquisti congiunti” che, secondo Bruxelles, darebbero interoperabilità e prevedibilità, ridurrebbero i costi e creerebbero la scala necessaria per rafforzare la base industriale di difesa europea.

Il secondo pilastro è lo sblocco dell’uso dei finanziamenti pubblici nella difesa. “La Commissione proporrà di attivare in modo coordinato la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita. Ciò sosterrà gli sforzi dell’Ue per ottenere un rapido e significativo aumento della spesa per la difesa al fine di rispondere alla situazione di sicurezza e difesa senza precedenti. I prestiti erogati nell’ambito del nuovo strumento dell’Ue beneficerebbero della clausola di salvaguardia nazionale prevista dal Patto di stabilità e crescita“, ha precisato la presidente.

Terzo elemento: incentivare gli investimenti legati alla difesa nel bilancio dell’Ue. “La revisione intermedia dei programmi della politica di coesione è un’opportunità per aiutarvi a destinare maggiori fondi agli investimenti legati alla difesa“, ha evidenziato von der Leyen. Tra le opzioni per aumentare i finanziamenti al settore della difesa nei programmi c’è “l’eliminazione delle restrizioni esistenti al sostegno alle grandi imprese nel settore della difesa”; “l’aumento degli incentivi finanziari quali il prefinanziamento e il cofinanziamento”; “l’allentamento delle regole di concentrazione per i fondi investiti nella difesa”; “l’agevolazione del processo di trasferimenti volontari verso altri fondi dell’Ue con obiettivi di difesa”.

Il quarto pilastro è il contributo della Banca europea per gli Investimenti (Bei) che “ha un ruolo chiaro e decisivo” da svolgere. Qui, il piano d’azione per la sicurezza e la difesa del Gruppo Bei “è un primo passo importante e dobbiamo assicurarne la rapida attuazione“.

Infine, il quinto pilastro è la mobilitazione del capitale privato. “Incrementare i nostri investimenti pubblici è indispensabile. Ma non sarà sufficiente di per sé”, ha ribadito von der Leyen. “Dobbiamo garantire che i miliardi di risparmi degli europei siano investiti nei mercati all’interno dell’Ue” e, “per questo, completare l’Unione dei mercati dei capitali è assolutamente fondamentale” perché “potrebbe, da sola, attrarre centinaia di miliardi di investimenti aggiuntivi all’anno nell’economia europea, rafforzandone la competitività”. Perciò “presenteremo una comunicazione su un’Unione di Risparmio e Investimenti”, ha spiegato von der Leyen.