
Difesa, i 5 pilastri del piano ReArm Europe presentato da von der Leyen: vale 800 miliardi
Un piano composto da 5 punti e, sul piatto, 800 miliardi di euro. ReArm Europe – annunciato oggi dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una lettera inviata ai capi di Stato e di governo che giovedì si riuniranno a Bruxelles in una riunione informale del Consiglio europeo – punta ad aumentare la spesa per la difesa europea e lo fa con cinque grandi interventi.
Il primo è un nuovo strumento finanziario dell’Ue per sostenere gli Stati membri nel potenziamento delle loro capacità di difesa. Ai sensi dell’articolo 122 del Trattato sul Funzionamento dell’Ue (TfUe) verrà istituito un nuovo strumento Ue “con un massimo di 150 miliardi di euro” per fornire agli Stati membri prestiti garantiti dal bilancio Ue. I finanziamenti verrebbero destinati a settori di capacità “prioritari” sui quali “è necessaria” un’azione a livello europeo in linea con la Nato: difesa aerea e missilistica; sistemi di artiglieria; missili e munizioni; droni e sistemi anti-droni; facilitatori strategici e protezione delle infrastrutture critiche, anche in relazione allo spazio; mobilità militare; cyber, intelligenza artificiale e guerra elettronica. Questo nuovo strumento potrebbe essere potenziato da “acquisti congiunti” che, secondo Bruxelles, darebbero interoperabilità e prevedibilità, ridurrebbero i costi e creerebbero la scala necessaria per rafforzare la base industriale di difesa europea.
Il secondo pilastro è lo sblocco dell’uso dei finanziamenti pubblici nella difesa. “La Commissione proporrà di attivare in modo coordinato la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità e crescita. Ciò sosterrà gli sforzi dell’Ue per ottenere un rapido e significativo aumento della spesa per la difesa al fine di rispondere alla situazione di sicurezza e difesa senza precedenti. I prestiti erogati nell’ambito del nuovo strumento dell’Ue beneficerebbero della clausola di salvaguardia nazionale prevista dal Patto di stabilità e crescita“, ha precisato la presidente.
Terzo elemento: incentivare gli investimenti legati alla difesa nel bilancio dell’Ue. “La revisione intermedia dei programmi della politica di coesione è un’opportunità per aiutarvi a destinare maggiori fondi agli investimenti legati alla difesa“, ha evidenziato von der Leyen. Tra le opzioni per aumentare i finanziamenti al settore della difesa nei programmi c’è “l’eliminazione delle restrizioni esistenti al sostegno alle grandi imprese nel settore della difesa”; “l’aumento degli incentivi finanziari quali il prefinanziamento e il cofinanziamento”; “l’allentamento delle regole di concentrazione per i fondi investiti nella difesa”; “l’agevolazione del processo di trasferimenti volontari verso altri fondi dell’Ue con obiettivi di difesa”.
Il quarto pilastro è il contributo della Banca europea per gli Investimenti (Bei) che “ha un ruolo chiaro e decisivo” da svolgere. Qui, il piano d’azione per la sicurezza e la difesa del Gruppo Bei “è un primo passo importante e dobbiamo assicurarne la rapida attuazione“.
Infine, il quinto pilastro è la mobilitazione del capitale privato. “Incrementare i nostri investimenti pubblici è indispensabile. Ma non sarà sufficiente di per sé”, ha ribadito von der Leyen. “Dobbiamo garantire che i miliardi di risparmi degli europei siano investiti nei mercati all’interno dell’Ue” e, “per questo, completare l’Unione dei mercati dei capitali è assolutamente fondamentale” perché “potrebbe, da sola, attrarre centinaia di miliardi di investimenti aggiuntivi all’anno nell’economia europea, rafforzandone la competitività”. Perciò “presenteremo una comunicazione su un’Unione di Risparmio e Investimenti”, ha spiegato von der Leyen.