Mattarella in Giappone per riaffermare la solidità della partnership Roma-Tokyo

Una visita per riaffermare la solidità della partnership tra Italia e Giappone. Sergio Mattarella sarà dal 2 al 9 marzo nel Paese del Sol Levante, con tre tappe nel suo programma: Tokyo, Kyoto e Hiroshima. Il viaggio, programmato da tempo ma rinviato più volte per motivi di agenda, sarà il primo da 16 anni di un presidente della Repubblica italiano: l’ultimo fu Giorgio Napolitano nel 2009. E capita in un periodo molto florido, in cui i rapporti bilaterali si sono fortemente intensificati, soprattutto in virtù dell’entrata in vigore, nel gennaio del 2023, dell’accordo di partenariato strategico, poi rafforzato a margine del G7 dei Leader, lo scorso mese di giugno, a Borgo Egnazia.

Questa visita sarà importante in chiave futura, propedeutica all’ampliamento delle prospettive di collaborazione: un aspetto che assume ancora più importanza nella fase storica che vive l’Europa, ma anche Occidente e Asia. La situazione geopolitica è ancora in evoluzione, sia in Ucraina che in Medio Oriente, mentre sul piano economico-finanziario la Spada di Damocle dei dazi annunciati dagli Stati Uniti creano incertezza, con effetti ancora tutti da valutare e verificare. In questo contesto, dunque, rinforzare i legami con la quarta economia mondiale, nonché partner economico di primaria importanza per l’Italia, è un fattore strategico.

Le collaborazioni tra i due Paesi, del resto, sono molto positive e toccano diversi settori: dalla moda al design, all’agroalimentare, l’università e il mondo dell’hi-tech. Inoltre, in Giappone operano circa 150 aziende italiane, mentre in Italia sono presenti 380 imprese giapponesi: quasi 500 realtà imprenditoriali, in complesso, che trovano l’apice nella collaborazione trilaterale che Roma e Tokyo hanno in corso con il Regno Unito per la realizzazione dei caccia di sesta generazione nell’ambito del progetto Global combat air programme (Gcap).

Nel programma di Mattarella martedì 4 marzo è previsto l’incontro con l’imperatore Naruhito, mentre nel pomeriggio sarà a colloquio con lo speaker della Camera dei Rappresentanti prima e, successivamente, con lo Speaker della Camera dei consiglieri. Il giorno successivo, il 5 marzo, il presidente della Repubblica interverrà alla Keidanren, il corrispettivo giapponese della Confindustria italiana, dove incontrerà, oltre ai vertici dell’associazione, anche delegazioni delle aziende nipponiche e, ovviamente, di quelle del nostro Paese, con Leonardo che ha il compito di guidare l’Italy Japan Business Group. Nel pomeriggio, poi, il capo dello Stato sarà ricevuto alla Kantei dal primo ministro, Fumio Kishida.

Giovedì 6 marzo Mattarella si trasferirà a Kyoto, utilizzando i famosi Shinkansen, i treni ultraveloci della flotta del trasporto giapponese. Questa tappa avrà un carattere principalmente culturale, con le visite al Tempio e al giardino Nanzen-ji e, il giorno dopo, 7 marzo, al Padiglione d’oro Kinkaku-ji, al tempio buddista Kiyomizu-dera e al teatro di Kabuki Minami-za. La parte finale della visita si svolgerà a Hiroshima, dove l’8 marzo il presidente della Repubblica deporrà una corona di fiori al Memoriale della Pace, prima di visitare il Museo e successivamente incontrare, presso la sede della Nihon Hidankyo, l’associazione dei sopravvissuti ai bombardamenti nucleari, un gruppo di “hibakusha”, ovvero i sopravvissuti, oltre a esponenti della Nihon Hidankyo. La domenica 9 marzo, infine, il rientro in Italia dopo aver visitato il santuario shintoista Itsukushima.

Mattarella incontra Mulino, Panama ribadisce: “Inflessibili su sovranità Canale”

Photo credit: Sito Quirinale

 

Il compito di Josè Raul Mulino Quintero non è certamente dei più facili. Dopo la missione al World economic forum di Davos, il presidente della Repubblica di Panama arriva in Italia, terra in cui affondano le radici la sua famiglia, per rafforzare l’amicizia con il nostro Paese. Al Quirinale vede il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che lo accoglie ringraziandolo per la sua prima visita che “permette di ribadire i legami tra Italia e Panama e la volontà di intensificare la collaborazione in diversi campi”.

Mulino sottolinea che questa è “un’opportunità estremamente importante per il mio Paese, vista la congiuntura attuale”. Confermando “la necessità di intensificare i nostri legami di lavoro, amicizia, a livello commerciale”. Tanti gli ambiti in cui poter realizzare questo rafforzamento: dallo Spazio all’università e ricerca, ma anche il campo delle infrastrutture. Secondo quanto trapela, Panama vorrebbe addirittura realizzare un Forum di cooperazione imprenditoriale. L’obiettivo, si legge in una nota pubblicata sul sito della Presidenza della Repubblica panamense, è quello di aumentare la bilancia commerciale tra i due Paesi, soprattutto adesso che saranno sviluppati grandi progetti a diversi livelli, come il treno Panama-David-Border. Ma anche nella logistica.

Nell’incontro si è discusso, ovviamente, anche di politica. Perché “l’Italia è un Paese amico e ci può anche aiutare nei rapporti con l’Unione europea”, ha spiegato Mulino al capo dello Stato italiano. Le relazioni internazionali sono strategiche per Panama dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato di voler riprendere il controllo del Canale, snodo fondamentale di una grossa fetta degli scambi commerciali mondiali. Anche nei colloqui con Mattarella, Mulino ribadisce che il suo Paese sarà “inflessibilesulla sovranità dell’infrastruttura che collega l’Oceano Pacifico a quello Atlantico. Anzi, spera nel supporto di Roma “nei rapporti con l’Unione europea“.

Italia e Panama coltivano un rapporto di amicizia e collaborazione che dura ormai da 120 anni e ha portato frutti importanti in diversi campi. Come quello della scienza, ad esempio, come ricordato proprio da Mattarella citando il progetto Copernicus per lo sviluppo di applicazioni a favore della Terra e contro gli effetti dei cambiamenti climatici. Temi che riguardano da vicino il futuro dei due Paesi, ma anche una sfida a livello globale da affrontare con la massima unità possibile.

Mattarella: “Pace grida sua urgenza, sconfortante fondi difesa 8 volte più di Cop29 su clima”

Il decimo messaggio di fine anno di Sergio Mattarella poggia le basi su due parole chiave: “rispetto” e “speranza”. Le stesse scelte dall’Enciclopedia Treccani nel 2024. Il presidente della Repubblica, nei quasi 17 minuti di discorso, pronunciato in piedi, nella nella Sala del Lucernario della Palazzina progettata nel 1.700 dall’architetto fiorentino, Ferdinando Fuga, riprende diversi punti già toccati nelle ultime settimane, ma anche quelli di stretta attualità.

Il tema della pace è centrale, non a caso il capo dello Stato ne parla nelle primissime battute sottolineando che “stiamo vivendo come ogni fine anno ore di attesa per un tempo nuovo che viene e che speriamo migliore”. Le guerre e l’instabilità geopolitica, infatti, rendono ancora più necessaria la ricerca della “serenità rinsaldando i nostri rapporti. Nelle nostre comunità, nelle famiglie, nelle amicizie”, tanto più “in quanto viviamo momenti difficili”. Mattarella ricorda che “nella notte di Natale si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata”, così come nelle stesse ore “feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo”. Ma il pensiero va anche agli “innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi” che “vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane”. Forme di barbarie – così le definisce – che “non risparmiano neppure le festività più sentite. Eppure mai come adesso la pace grida la sua urgenza”, annota.

Del resto, la pace è indicata nella Costituzione “come obiettivo irrinunziabile” ed è stata sempre perseguita dall’Italia, “anche con l’importante momento quest’anno della Presidenza del G7”.

Il presidente della Repubblica cita il caso della giornalista italiana, Cecilia Sala, detenuta in Iran, richiamando “ancora una volta il valore della libera informazione”, con i tanti giornalisti che “rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove”.

Conflitti che appartengono alla realtà che viviamo, la stessa che “ci presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, talvolta senso di impotenza”, dice ancora Mattarella. Mettendo in luce un aspetto: “A livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la povertà di tanti” e “la crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari – sottolinea il capo dello Stato -. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione”.

Mattarella definisce “incoraggianti” i dati sull’occupazione, sebbene “resistono aree di precarietà, salari bassi, lavoratori in cassa integrazione”; quelli su export e turismo, facendo presente, però, che questi stridono con il fenomeno dei giovani che vanno a lavorare all’estero. Richiama, poi, sulle diseguaglianza di servizi tra Nord e Sud: “Colmare queste distanze, assicurare una effettiva pienezza di diritti è il nostro compito”, afferma.

Non manca un passaggio sui cambiamenti climatici, tema su cui molto spesso interviene il capo dello Stato. “Le alluvioni non possono più essere considerate fatti straordinari – avverte -. Sono frequenti e vanno quindi prevenute con lungimiranza, rimuovendo le condizioni che provocano sciagure”.

Altro argomento molto sentito da Mattarella è quello delle morti sul lavoro, che rientrano nel “rispetto della vita”. Riporta alla mente la tragedia di Calenzano, dove hanno perso la vita 5 persone: “Non possono più bastare parole di sdegno: occorre agire, con responsabilità e severità. Gli incidenti mortali tutti si possono e si devono prevenire”.

Nel suo messaggio il presidente della Repubblica parla dell’odioso fenomeno dei femminicidi, ricordando “l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile”. Ma dà spazio pure a quegli esempi di vita che hanno saputo “trasformare il dolore causato da un evento della vita in una missione per gli altri”, come quello Sammy Basso, che “insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà“.

Mattarella chiede di rifuggire da “egoismo, rassegnazione o indifferenza” e rinnova i valori del patriottismo: “Quello dei medici dei pronto soccorso, dei nostri insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani, di chi fa impresa con responsabilità sociale e attenzione alla sicurezza. Di chi lavora con professionalità e coscienza. Di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto. Di chi si impegna nel volontariato. Degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie”.

Ci sono anche sicurezza, le condizioni dei detenuti nelle carceri e lo sport nelle parole del capo dello Stato. Che invita alla speranza, osservando che “non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte”.

L’augurio agli italiani di buon 2025 arriva con il pensiero ai prossimi mesi, in cui saranno celebrati gli 80 anni dalla Liberazione. Un ricordo che deve fare da monito per il futuro, per ricomporre “l’ampia partecipazione dei cittadini al voto“. “Una ricorrenza importante“, conclude Mattarella, che “reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia”.

Clima, Mattarella: “Serve impegno straordinario con misure rapide di salvaguardia”

Sergio Mattarella torna a Bologna a pochi giorni dalla nuova ondata di maltempo che ha messo in ginocchio l’Emilia-Romagna. Non è la prima volta che il presidente della Repubblica ribadisce il proprio monito a tenere alta l’attenzione sui cambiamenti climatici, le cui conseguenze sono anche le alluvioni che “stanno colpendo queste terre con una frequenza e una intensità che non conoscevamo“. Ragion per cui sottolinea quanto sia “necessario un impegno di carattere straordinario che coinvolga istituzioni e società civile, imprese e cittadini e che non sottovaluti la necessità di misure rapide di salvaguardia“. Del resto, ammonisce, “i drammi a cui sono costrette migliaia di famiglia sono anche conseguenza di trasformazioni intervenute da decenni nei territori“.

Il capo dello Stato, in città per partecipare inaugurazione della Biennale dell’economia cooperativa e al 70esimo anniversario della Fondazione per le Scienze religiose, al suo arrivo fa come prima tappa gli uffici della Prefettura, dove incontra i familiari di Simone Farinelli, il ventenne che ha perso la vita nei giorni scorsi a causa dell’alluvione che ha provocato una piena del Rio Caurinzano, a Botteghino di Zocca, che lo ha sorpreso mentre era in auto col fratello. Mattarella coglie l’occasione anche per ricevere la visita della presidente facente funzioni della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, e del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ai quali chiede informazioni sulla situazione nei vari territori e aggiornamenti sui danni causati dalla furia del clima. Il primo cittadino spiega che a Bologna capoluogo la situazione è “particolarmente seria, se non altro per la popolazione coinvolta: abbiamo avuto 1.400 luoghi della città allagati, il ché significa anche case, non solo garage“. Il presidente chiede lumi anche sugli sfollati. Lepore risponde che “all’inizio erano 500 nel capoluogo e 2.500 su tutta l’area metropolitana. Abbiamo abbastanza recuperato – rassicura il sindaco -: una decina di persone nel capoluogo sono ancora in albergo e qualche centinaia dell’area metropolitana. Sono tutti seguiti, ma alcuni hanno perso la casa e dobbiamo capire come fare“.

Mattarella, sempre attento a questi temi, più volte è intervenuto per lanciare moniti su uno dei fenomeni globali più insidiosi. Cosa che fa anche nel suo intervento davanti alla platea della Lega delle Cooperative, rivolgendo in apertura del suo discorso “un pensiero di solidarietà alla città che ci ospita, ai familiari delle vittime dell’alluvione e del gravissimo incidente sul lavoro di ieri, alle famiglie che stanno soffrendo le conseguenze del maltempo“. Perché l’Emilia-Romagna piange, assieme all’Italia intera, altre due vite spezzate, questa volta allo stabilimento della Toyota Material Handling di Borgo Panigale, dove un’esplosione ha ucciso gli operai Fabio Tosi e Lorenzo Cubello e ferito altri 11, uno dei quali si trova ricoverato in gravi condizioni. “Non ci sono più parole adeguate per esprimere l’allarme e l’angoscia per gli incidenti che colpiscono chi sta lavorando, per l’insufficienza della sicurezza per chi lavora“, sottolinea il presidente della Repubblica dal palco.

Le parole di Mattarella arrivano proprio nel giorno in cui, a Roma, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, in occasione del Consiglio Generale, sottoscrive la ‘Carta di Lorenzo‘, il documento dedicato alla memoria di Lorenzo Parelli, studente al quarto anno dell’Istituto professionale ‘Bearzi‘ di Udine, vittima nel 2022 di un incidente durante il periodo di alternanza scuola lavoro. Un impegno sottolineato anche dal messaggio inviato dal capo dello Stato per l’assemblea, riconoscendo lo sforzo “che il sistema delle imprese intende assumere nei confronti della sicurezza negli ambienti di lavoro per una maggiore tutela degli studenti impegnati in percorsi di formazione in azienda“. La vicenda di Lorenzo Parelli “ha drammaticamente richiamato l’attenzione dell’intera società italiana sui processi che accompagnano i giovani nell’ingresso nel mondo del lavoro” e per questo che “mentre rivolgo un pensiero ai suoi genitori e a quanti lo ebbero caro” Mattarella esprime “apprezzamento per il solenne impegno che viene assunto affinché accorciare la distanza tra giovani e lavoro si accompagni al rispetto della loro dignità di persone, di lavoratori, di cittadini“.

Maltempo, Musumeci: “Serve il coraggio di una legge contro l’eccessivo consumo di suolo”

Il maltempo mette nuovamente in ginocchio un pezzo importante del territorio italiano. Le istituzioni sono in allerta ma si riaccende il dibattito su uno dei temi sempre in primo piano nell’agenda politica. Per il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, bisogna partire “dal principio che tutto quello che è stato fatto finora dal punto di vista dell’ingegneria idraulica non basta più, non serve più”. Anzi, “molte volte il cambiamento climatico rischia di diventare una sorta di alibi per la mancanza di prevenzione”, avverte. Ad essere precisi, il monito di Musumeci è che proprio “manca la priorità della prevenzione, in tutti gli enti locali ma anche a livello nazionale”.

Dunque, in concreto, il ministro individua “l’eccessivo consumo di suolo” tra le maggiori cause, ragion per cui “bisogna avere il coraggio di una legge che ponga un freno a questa prassi assolutamente deplorevole, perché dove arriva il cemento diventa il migliore complice dell’acqua”.

Un concetto che per una volta diventa trait d’unione tra maggioranza e opposizione. L’Italia “è un territorio fragile e serve un salto di qualità sulla prevenzione del dissesto idrogeologico. C’è bisogno di una legge per contrastare il consumo di suolo, perché si è cementificato troppo”, dice infatti la segretaria del Pd, Elly Schlein. Mentre il portavoce nazionale di Europa verde e deputato Avs, Angelo Bonelli, ‘invita’ la premier, Giorgia Meloni, a portare una norma su questo argomento in Cdm “invece di sfidare la magistratura”. I Cinquestelle, invece, si prendono qualche ‘rivincita’ su Musumeci: “Siamo contenti che dalle sue parti sia suonata una sveglia, ma è in ritardo. È da due anni che diciamo che il contrasto al dissesto idrogeologico deve essere messo in cima all’agenda politica”.

Sullo sfondo di questo nuovo capitolo del dibattito politico restano le parole del capo dello Stato al Festival delle Regioni, che si svolge a Bari. Domenica scorsa, infatti, Sergio Mattarella ha ribadito che “contrastare il cambiamento climatico e proseguire con decisione sulla via della decarbonizzazione sono obiettivi non rinunziabili”. Semmai, “le politiche ambientali vanno integrate nelle politiche per la crescita, non considerate un freno allo sviluppo. Lo sviluppo deve essere sostenibile, diversamente è vano e illusorio”.

Sono tanti i punti toccati dal presidente della Repubblica, a partire dalla necessità di “fare leva su una governance sovranazionale” per raggiungere i target delle transizione ecologica e digitale. Tenendo presente che non esiste una sola ricetta, anzi questi processi “vanno affrontati tenendo conto delle specificità culturali, economiche e sociali delle diverse aree del Pianeta”. Mattarella suggerisce di utilizzare lo sguardo dei più giovani sui temi ambientali: “A loro è chiaro come la natura non possa più essere considerata come una risorsa da utilizzare e da sfruttare”. Anche per evitare uno dei fenomeni più odiosi causati dai cambiamenti climatici: “Sovente sono all’origine delle disuguaglianze e, in ogni caso, le accrescono – ha messo in luce il capo dello Stato -. Basti pensare alla carenza di acqua potabile che interessa interi Stati o al fenomeno della desertificazione, entrambi causa di conflitti e di grandi migrazioni di massa”. Ecco perché, ha ripetuto ancora una volta Mattarella, “le politiche ambientali devono salvaguardare, quindi, le condizioni personali e sociali più deboli”.

Sperando che almeno su alcuni temi centrali per il futuro del Paese (e dell’Europa) ci possa essere, se non unità di intenti, quantomeno un fronte comune della politica.

Ponte Morandi, 6 anni dopo l’Italia non dimentica. Mattarella: “Accertare responsabilità”

Il 14 agosto 2018 non sarà mai una data qualsiasi per l’Italia. Quella mattina il Paese, in pausa per godersi qualche ora di riposo per il Ferragosto, si rialzò di colpo, sconvolto dal crollo del viadotto del Polcevera, a Genova, più comunemente conosciuto come Ponte Morandi, uno dei tanti costruiti nella penisola dal grande ingegnere italiano. Morirono 43 persone, innocenti che hanno avuto la sola colpa di attraversare quel pezzo di strada nel momento sbagliato: quando si staccarono alcune lastre di pavimentazione stradale, cadendo nel canale sottostante e inghiottendo le macchine che lo stavano attraversando, la storia dell’Italia cambiò inevitabilmente.

Sono passati 6 anni da quella tragedia, il ponte è stato ricostruito grazie all’impegno di tutti, istituzioni comprese, che hanno prodotto uno sforzo normativo fuori sincrono con la prassi italiana. Oggi il Ponte San Giorgio è bello, sicuro, ma chiunque guardi in quella direzione non può dimenticare il perché sia lì.

Non lo dimentica il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in un messaggio inviato al sindaco di Genova, Marco Bucci. Sono poche righe ma cariche di contenuti e significato. “Le immagini di quel drammatico evento appartengono alla memoria collettiva della Repubblica e richiamano alla responsabilità condivisa di assicurare libertà di circolazione e assenza di rischi a tutti gli utenti, tutelando il patrimonio infrastrutturale del Paese“. Il capo dello Stato non dimentica nessuno degli aspetti che ancora caratterizzano questo anniversario. “Le responsabilità devono essere definitivamente accertate – aggiunge – e auspico che il lavoro delle autorità preposte si svolga con l’efficacia e la prontezza necessarie a ogni sentimento di giustizia“. Perché “il tempestivo processo di ricostruzione del collegamento tramite il Ponte Genova San Giorgio non costituisce attenuante per quanto accaduto“. Il presidente della Repubblica, poi, conclude: “In questa giornata di cordoglio e di memoria la Repubblica esprime vicinanza ai familiari delle 43 vittime, unitamente a un profondo sentimento di solidarietà alla Città“.

Sceglie tre parole-chiave specifiche la premier, Giorgia Meloni: “Memoria, rinascita, giustizia“. Parlando di “catastrofe che il 14 agosto 2018 ha sconvolto Genova, la Liguria e la nazione intera“, la presidente del Consiglio onora le vittime ed esalta come Genova sia “rinata più forte e più caparbia di prima” con il Ponte San Giorgio, “la cui costruzione ha segnato un modello di efficienza, innovazione e capacità ingegneristica“, ma “quel Ponte ricorda alla nazione le tante, troppe, domande rimaste ancora senza risposta“. Per cui “fare giustizia e individuare le responsabilità per ciò che è accaduto, accertando una volta per tutte colpe e omissioni, è un dovere morale, oltre che giudiziario“, sottolinea Meloni. Che rinnova l’auspicio affinché “l’iter giudiziario possa concludersi nel più breve tempo possibile perché Genova, la Liguria e l’Italia aspettano di conoscere la verità processuale su ciò che è accaduto“.

Se lo ricorda bene quel giorno anche il vicepremier, Matteo Salvini. All’epoca vice presidente del Consiglio del governo gialloverde presieduto da Giuseppe Conte e costruito con Lega e Movimento 5 Stelle a guida di Luigi Di Maio. Sei anni dopo Salvini è il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti dell’esecutivo Meloni, ma assicura che l’impegno non cambia. “Una tragedia che contò 43 vittime (ai quali va il nostro pensiero), centinaia di sfollati e tanta rabbia per una situazione che poteva essere evitata“, scrive su Instagram. “Grazie anche alla commovente capacità di reazione del popolo genovese, quel dramma riuscì però ad unire una città, una regione e un intero Paese che, superando ostacoli, burocrazia e lentezze, portò alla costruzione in tempi record di un nuovo Ponte, diventato un modello ingegneristico nel mondo – aggiunge -. Questa straordinaria opera infrastrutturale dimostra ancora oggi che, se tutti sono disposti a fare la loro parte, l’Italia ha tutti i mezzi necessari per rinascere nel nome dello sviluppo, del lavoro e dei ‘Sì’: è l’impegno che stiamo portando avanti“.

Nel giorno della commemorazione non mancano i pensieri delle alte cariche istituzionali. “Le ferite di quel disastro sono ancora aperte, così come saranno per sempre scolpite nella nostra memoria le immagini di una città, Genova, spezzata in due e quel senso di incredulità e rabbia che tutti abbiamo provato in quei drammatici momenti“, scrive sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Ricordando che il ricordo di quell’evento drammatico è anche “una importante occasione per riflettere sull’eccezionale esempio di resilienza e impegno che ha portato alla rapida ricostruzione del nuovo Ponte San Giorgio. Un significativo segnale di riscatto per l’intera comunità nazionale“. Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ricorda le vittime “con profonda commozione“, dedicando “una preghiera per loro e la più sentita vicinanza alle loro famiglie“.

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, poi, sottolinea come “a sei anni dal crollo ricordiamo le 43 vittime e la grande dignità delle popolazioni colpite, capaci di rialzarsi dopo quel dramma. Una forte azione comune, che ha coinvolto tutti i livelli dello Stato, ha consentito la ricostruzione – dichiara -, segno di ripartenza e riaffermazione del più autentico senso di comunità“. Il cordoglio è comunque unanime, da destra a sinistra. Per una tragedia che continua a scuotere le coscienze di un intero Paese.

Mattarella visita Phi-Lab di Esrin-Esa: “Lo Spazio resti luogo comune per l’umanità”

Sergio Mattarella rilancia il valore della collaborazione scientifica. L’occasione è la visita all’Esrin, il centro di eccellenza dell’Agenzia spaziale europea per l’osservazione dei parametri della Terra, che ha una delle sedi operative a Frascati, nel cuore dei Castelli Romani. Il presidente della Repubblica visita il Phi-Lab, ascolta dalla viva voce di ricercatori e scienziati tutte le operazioni in cui sono impegnati gli esperti provenienti da tutta Europa. “La collaborazione, il lavoro comune in Europa moltiplica le potenzialità di ogni Paese e ne esalta i risultati“, esordisce nel saluto “fuori programma” al termine della visita.

Il capo dello Stato sottolinea come “esaminare, studiare, approfondire l’andamento dei fenomeni che riguardano la Terra, consente benefici sempre più ampi alle persone, grazie alla strumentazione disponibile“. In particolar modo “in quei territori in cui si manifestano fragilità, fenomeni come la siccità, la desertificazione, l’innalzamento delle acque dei mari“, dunque è “un contributo di grande rilievo quello che fornisce l’Esrin in questa dimensione prioritaria delle sfide che si pongono davanti a tutti noi“.

Il video preparato da Esrin-Esa in occasione della visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

 

Mattarella ascolta le parole di Francesca Leonelli, Earth Observation Green Transition Data Application Scientist di Esa, che spiega di apprezzare un aspetto in particolare del suo lavoro: “Poter toccare con mano, quotidianamente, lo spirito di cooperazione concreta tra Paesi diversi, a partire dal lavorare a stretto contatto con i colleghi di diverse nazionalità all’interno dell’Agenzia, all’interagire con i vari consorzi che sviluppano specifici progetti per Esa e quasi sempre formati da squadre di enti provenienti da Paesi diversi“.

Un tema toccato anche da Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia spaziale italiana, tra i fondatori dell’Esa: “La cooperazione e la ‘diplomazia spaziale’ sono una delle nostre più grandi ambizioni e sfide“. Asi sarà protagonista, dal 14 al 18 ottobre prossimi, del Congresso Internazionale di Astronautica, che quest’anno si svolgerà in Italia, a Milano, “riunendo l’intera comunità spaziale internazionale, circa 10mila delegati: scienziati, ricercatori, rappresentanti delle agenzie spaziali (inclusa l’Esa), dell’industria e dell’Accademia, studenti e giovani professionisti, Autorità politiche e membri dei diversi Parlamenti provenienti da più di 100 Paesi da sei continenti“.

L’esperienza di Esrin porta alla riflessione di Mattarella, che ribadisce un concetto a lui molto caro: “La ricerca non ha confini, né frontiere da rispettare e osservare, ma è necessariamente comune. Ed è questo che fa crescere e consente benefici all’umanità“.

Del resto, come mette in luce pure il direttore generale dell’Agenzia spaziale europea, Josef Aschbacher, “lo Spazio ricopre un ruolo strategico nel panorama geopolitico, in termini di strumenti a sostegno di politiche europee di prioritaria importanza, come il Green Deal europeo, quella della digitalizzazione e della sicurezza. Inoltre, stimola e si basa sulla cooperazione internazionale e ha un’importante dimensione culturale per l’umanità“.

Il capo dello Stato ascolta, applaude e poi lancia un monito: “E’ fondamentale che lo Spazio resti sempre un luogo comune dell’umanità“. Perché la collaborazione scientifica è “un messaggio importante in questo momento in cui il mondo è sempre più interconnesso, raccolto, in cui le parti sono sempre più ravvicinate”, ma allo stesso tempo presenta “tensioni, in linea contrapposta a quello che si propone la ricerca scientifica e i risultati che ne consegue“, prosegue il capo dello Stato. Dunque, “dimostrare quanto sia importante la collaborazione e quanti risultati faccia pervenire a beneficio dell’umanità, è un messaggio non astratto ma concretamente efficace”, continua. “Lo Spazio è sempre più una dimensione crescente, dominante, protagonista per la vita dell’umanità. E da qui esce un messaggio che vorrei sottolineare il più possibile, di una volontà doverosa e ostinata perché lo Spazio sia sempre un ambito di collaborazione scientifica e internazionale. Sia un luogo comune per l’umanità – conclude il presidente della Repubblica -. Questo è un messaggio fondamentale per il futuro della Terra”.

Mattarella in visita all’Onu per ribadire l’impegno dell’Italia per il multilateralismo

Ribadire l’importanza del multilateralismo e fare il punto sul monitoraggio dell’obiettivo 16 dell’Agenda 2030 dell’Onu. Sono questi gli scopi principali della visita ufficiale del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’Onu da domenica 5 maggio a martedì 7.

Fitta l’agenda del capo dello Stato, che avrà anche incontri bilaterali per confrontarsi sui temi più stringenti dell’attualità geopolitica. L’arrivo a New York è fissato per domenica 5 maggio e prevede una visita al Metropolitan Museum, accompagnayto dal direttore, Max Hollein, per alcune opere permanenti e la mostra ‘The Harlem Renaissance and transatlantic modernism‘.

Da lunedì 6 maggio si entra subito nel vivo, con l’indirizzo di saluto di Mattarella alla Conferenza sullo stato di attuazione dell’obiettivo di sviluppo 16 ‘Pace, giustizia e istituzioni per lo sviluppo sostenibile’, organizzata dalla Rappresentanza permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, dal segretario dell’Onu e dall’Idlo, che per la prima volta si svolge al Palazzo di Vetro, in ambito Ecosoc (Consiglio economico e sociale), uno tra i primi tre organismi più importanti dell’Onu, che opera sulle questioni di carattere economico, sociale ed ambientale. Sarà un appuntamento molto importante per l’Italia: il numero 16 è di sicuro il goal più complesso dell’Agenda 2030, perché si prefigge di raggiungere un equilibrio a livello mondiale su temi come la pace, la democrazia, la governance e la giustizia. Proprio la delicatezza degli argomenti ha spinto, anni fa, il nostro Paese ad attivare una sorta di monitoraggio lo stato di attuazione di questo obiettivo, i cui risultati sono stati presentati ogni anno, a Roma, in una conferenza che stavolta si terrà negli Usa in concomitanza con la visita del presidente della Repubblica.

Mattarella in tarda mattinata vedrà anche i funzionari italiani delle Nazioni Unite e a seguire, al Metropolitan Club, una rappresentanza qualificata della comunità italiana che vive negli States.

Nel pomeriggio, invece, si svolgerà il bilaterale con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Saranno due ore intense per discutere di tutte le questioni più importanti che sono attualmente sullo scacchiere internazionale. Sicuramente Mattarella e Guterres discuteranno delle due grandi crisi, quella in Ucraina con l’invasione russa, e in Medio Oriente, dove il conflitto tra Israele e Palestina continua a destabilizzare l’area espando, però, gli effetti negativi anche oltre i confini regionali. Ci sarà spazio anche per discutere dell’Africa e delle altre criticità che esistono in diverse zone della terra. Si parlerà, poi, di cambiamenti climatici, dell’Agenda 2030, ma soprattutto degli obiettivi che si è posta l’Onu con il Summit del futuro‘, in programma il 22 e 23 settembre prossimi. Un vertice che dovrà riaccendere una riflessione collettiva sulle possibili riforme per le Nazioni Unite, ma che dovrà essere anche l’occasione per attivare decisioni concrete che aiutino a superare non solo i problemi strutturali, ma anche le difficoltà politiche ad affrontare e risolvere divisioni e contrapposizioni, che finora non hanno consentito di fare sintesi.

All’incontro tra Mattarella e Guterres seguirà un pranzo di lavoro, al quale sono attesi anche la vice segretaria generale, Amina J. Mohammed, e la segretaria generale aggiunta per gli Affari politici e il Pacebuilding, Rosemary DeCarlo.

Il momento clou della visita del capo dello Stato a New York sarà il giorno dopo, 7 maggio. Mattarella, infatti, interverrà all’Assemblea generale dell’Onu con un’allocuzione dal titolo ‘Italia, Nazioni Unite e multilateralismo per affrontare le sfide comuni. L’intervento sarà di ampia portata e servirà a ribadire l’impegno dell’Italia in questi 75 anni, anche in altri ambiti come il G7 e l’Unione europea, ritenendo il sistema multilaterale l’unico strumento per portare avanti i principi della Carta delle Nazioni Unite, che ha come obiettivo quello di trovare soluzioni alle controversie con mezzi pacifici. Il presidente della Repubblica, poi, prima di rientrare a Roma, sarà all’Italian Academy della Columbia University per incontrare il Comitato dei garanti, e al Consolato generale italiano, per un saluto con il console, Fabrizio Di Michele, e il personale della struttura.

Piano Mattei, Mattarella: “Collaborazione paritaria con l’Africa. Futuro comune con Ue”

La stabilità dell’Africa resta uno dei temi prioritari dell’agenda internazionale. Un concetto ribadito dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, anche nella seconda tappa del suo viaggio nel continente africano, al termine dell’incontro al Palazzo Presidenziale di Accra con Nana Addo Dankwa Akufo-Add, presidente della Repubblica del Ghana, Paese che l’Italia considera “un esempio virtuoso di democrazia, un modello che può trasmettere anche ad altri l’importanza della democrazia”, soprattutto in questa fase storica in cui alcune nazioni dell’Africa occidentale “il sistema democratico sembra davvero vacillare”.

Mattarella ricorda come “anche grazie alle riforme intraprese, il Ghana sta superando con successo la crisi economica e finanziaria che l’ha messa a dura prova nel periodo passato”. Del resto si tratta di un “partner fondamentale” per l’Italia “nell’ambito del partenariato tra Africa ed Europa, che intendiamo fondato sul reciproco rispetto, sul rapporto paritario e di collaborazione che giova a entrambe le parti”, spiega il presidente della Repubblica. Perché, a suo modo di vedere, “il futuro di Africa ed Europa è necessariamente comune”, dice confermando la visione già espressa più volte.

Sono tanti i temi su cui è possibile unire le forze, ma è necessario coltivare gli stessi valori. Come accade a Ghana e Italia, “che si ispirano a multilateralismo, dialogo fra tutti i Paesi, pace e alla convinzione che la strada intrapresa in alcune parti del mondo, in Europa, in Africa, in Medio Oriente, per la sopraffazione della guerra, è quella sbagliata”, sottolinea Mattarella. Per questo serve “il rafforzamento delle Nazioni Unite” con la “necessaria” riforma del Consiglio di sicurezza. Per affrontare le “sfide che abbiamo di fronte come umanità, anzitutto quella del clima, che richiedono una grande collaborazione internazionale, impossibile in uno scenario di contrapposizione”.

Roma e Accra, però, hanno “anche una tradizionale, grande collaborazione sul versante energetico, che è un aspetto importante del nostro partenariato”, mette in luce Mattarella. Ricordando che l’Eni è presente in Ghana “da tanto tempo e continuerà ad esserlo certamente, una volta superate le difficoltà” per una cooperazione “che si manterrà e si svilupperà”.

In questo quadro si inserisce “il Piano Mattei che il governo italiano ha lanciato, evocando un protagonista dell’amicizia tra Africa ed Europa e dell’amicizia per l’indipendenza allora conseguita dai Paesi africani”, spiega. Un progetto alla cui base c’è “la volontà di collaborare sul piano paritario, secondo le esigenze e le indicazioni dei Paesi africani, cercando di coinvolgere in questo l’intera Europa”.

Nel discorso del presidente della Repubblica c’è spazio per ricordare il comune impegno contro la pirateria e i traffici illeciti nel Golfo di Guinea: “Un impegno che è importante mantenere fermo”. Anche grazie alla presenza del pattugliatore d’altura ‘Bettica‘ della Marina Militare italiana, che collabora a “questo scopo comune, per la sicurezza della libertà di navigazione”.

Mattarella torna in Africa: visita in Costa d’Avorio e Ghana, energia e istruzione tra i temi

Costa d’Avorio e Ghana: sono le due tappe del nuovo viaggio istituzionale del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Africa. Da oggi, 2 aprile, a sabato 6, accompagnato dal vice ministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, il capo dello Stato tornerà nel continente africano, stavolta visitando due Paesi molto importanti dal punto di vista geostrategico e per il programma di cooperazione italiano, che si collega anche al Piano Mattei varato dal governo. Dopo essere stato in Etiopia e nell’area australe (Mozambico e Zambia), ora Mattarella visiterà la parte occidentale: per dare un ulteriore segnale a un continente che da sempre ha ricevuto l’attenzione italiana, ma che ora assume un ruolo sempre più centrale. Ovviamente, con questa doppia visita completa ma non esaurisce la geografia politica del Quirinale.

Sono principalmente tre i temi che saranno affrontati. Innanzitutto, Costa d’Avorio e Ghana, trovandosi a sud di un’area turbolenta come quella del Sahel, messa a durissima prova negli ultimi anni tra colpi di Stato e terrorismo, fungono anche da ‘cerniera’ grazie al fatto di aver sviluppato modelli e strutture democratiche nella regione. Soprattutto il Ghana, che ha una storia ‘esemplare’ anche sui processi elettorali. Ma entrambi i Paesi possono vantare economie dinamiche e aperte, dunque nonostante risentano delle turbolenze cercano comunque di portare avanti un’azione moderatrice e stabilizzatrice. Il 3 aprile Mattarella sarà ricevuto al Palazzo Presidenziale di Abidjan, dove incontrerà il presidente della Repubblica della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara. Nel pomeriggio, poi, sarà alla cerimonia di consegna delle Chiavi del Distretto di Abidjan, molto sentita dalla comunità locale: un’onorificenza riconosciuta a personalità ritenute di alto valore. Nella mattinata del 5 aprile, invece, ad Accra, Mattarella sarà alla Jubilee House, dove avrà un incontro con il presidente della Repubblica del Ghana, Nana Addo Dankwa Akufo-Addo. A seguire, si recherà al Memoriale di Kwame Nkrumah e successivamente al Castello di Christiansborg.

La visita in Africa sarà anche l’occasione per portare il saluto al comandante e ai membri dell’equipaggio del Pattugliatore d’altura ‘Bettica‘ della Marina Militare italiana, impegnata in operazioni di monitoraggio nel Golfo di Guinea, nell’ambito di un programma di lotta alla pirateria e ad altre forme di criminalità in mare, come contributo al quadro di sicurezza di Paesi come Costa d’Avorio e Ghana, appunto, che essendo rivieraschi dipendono molto dai commerci e, quindi, dal transito delle imbarcazioni. Mattarella sarà a bordo della nave, attraccata al porto di Tema, ad Accra, il 6 aprile, prima di rientrare in Italia.

Altro argomento sarà la formazione e l’istruzione, molto centrale nel programma di cooperazione con l’Africa e ora anche con il Piano Mattei. Il 4 aprile, in Costa d’Avorio, Mattarella (primo presidente della Repubblica italiana in visita nel Paese) farà tappa al complesso scolastico di Canal Vridi, ristrutturata grazie all’impegno della Ong Avsi e dell’Eni, mentre sabato 6 aprile, sarà al Centro di formazione professionale don Bosco di Ashaiman, in Ghana, gestito dai padri salesiani e creato grazie al contributo di Confindustria Alto Adriatico: un progetto legato allo sviluppo dei flussi regolari dell’immigrazione, necessari alla nostra economia, che prevede la preparazione dei giovani africani, che poi saranno chiamati a fare pratica in Italia.

Si parlerà anche di energia nel viaggio del capo dello Stato. Sempre il 4 aprile, infatti, Mattarella visiterà la stazione a terra del giacimento di olio e gas associato di Baleine, scoperto nel 2021 dall’Eni a 70 chilometri dalla costa di Abidjan e a 1.200 metri di profondità, che ha potenzialità di 2,5 miliardi di barili di olio in posto e dall’entrata in produzione ha prodotto 100 miliardi di metri cubi di gas associato. Nell’area il Cane a sei zampe è molto attivo e ha in cantiere diversi progetti, non solo per le estrazioni ma anche per lo sviluppo delle comunità locali, che saranno illustrate del managing director Eni Costa d’Avorio e dall’intervento del ministro delle Miniere, del Petrolio e dell’Energia ivoriano.

 

 

Photo credit: sito internet ufficiale del Quirinale