L’uragano Daniel devasta la Libia: migliaia i morti e 10mila dispersi

Un “bilancio di vittime enorme” , anche se la certezza sul numero di quanti hanno perso la vita in Libia a causa della tempesta Daniel ancora non è possibile averla. Ousssama Ali, portavoce del Servizio di soccorso ed emergenza del governo di Tripoli riconosciuto a livello internazionale, si parla di “oltre 2.300 morti” e almeno 7mila feriti nella sola città di Derna, 150 secondo le forze di emergenza locali. Per il ministero degli Interni libico del governo della Cirenaica il numero delle vittime ha “superato 5.200 morti”. In una dichiarazione rilasciata alla Tv panaraba Al Jazeera il portavoce del ministero ha sostenuto che “l’assenza di mezzi avanzati per allertare i cittadini ha contribuito al disastro”. In generale, si tratta di un bilancio di vittime “enorme”. “Mi aspetto che il numero dei morti salga a 10.000”, aveva avvertito lunedì sera il ministro della Sanità di questo governo, Othman Abdeljalil, sottolineando che molti quartieri sono ancora inaccessibili. E, in base a un rapporto della Federazione internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna rossa, ci sarebbero oltre 10mila dispersi. “I bisogni umanitari superano di gran lunga le capacità della Mezzaluna Rossa libica e persino le capacità del governo”, ha spiegato Tamer Ramadan, portavoce della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa.

A Tripoli il primo ministro del Governo di unità nazionale, Abdul Hamid Dbeibah, ha decretato tre giorni di lutto, mentre da parte sua il premier Hammad ha annunciato due giorni festivi per tutti i settori dell’est del paese, ad eccezione dei servizi di sicurezza, sanitaria e di emergenza.

LA TEMPESTA ‘ESTREMA’. Descritta dagli esperti come “estrema in termini di quantità d’acqua caduta”, la tempesta ha colpito negli ultimi giorni anche Grecia, Turchia e Bulgaria. Ma cosa è accaduto in Libia? Domenica pomeriggio l’uragano si è abbattuto sull’area orientale del Paese, in particolare sulle città costiere di Jabal al-Akhdar e Bengasi, dove è stato imposto il coprifuoco e le scuole sono state chiuse. La regione era già stata colpita da piogge torrenziali per diversi giorni consecutivi.

L’est del Paese ospita i principali giacimenti e terminali petroliferi. La National Oil Company (NOC) ha dichiarato lo “stato di massima allerta” e ha sospeso i voli tra i siti di produzione, dove l’attività è stata drasticamente ridotta.

DERNA DISTRUTTA. Domenica sono state inviate squadre di soccorso a Derna, città che si trova a 900 km a est di Tripoli e a 300 km a est di Bengasi, già parzialmente distrutta durante i violenti scontri del 2018 tra le forze del maresciallo Khalifa Haftar, uomo forte della Libia orientale, e i gruppi islamisti radicali che controllavano la città. Con una popolazione di oltre 100.000 abitanti, la città costiera è attraversata da un wadi che sfocia nel Mediterraneo e che a causa della tempesta è straripato di circa cinquanta metri su ogni lato, spazzando via edifici e case sul suo percorso. A complicare la situazione a Derna è stato il crollo simultaneo di due dighe sul piccolo fiume Wadi che – stando a fonti locali citate dal The Libya Observer – ha “liberato oltre 33 milioni di metri cubi d’acqua che hanno generato devastanti inondazioni”: enormi colate di fango hanno distrutto ponti e spazzato via numerosi edifici. Secondo il racconto dei media locali, ancora oggi molti quartieri restano inaccessibili, mancano connessione internet e elettricità e la portata del disastro cresce di minuto in minuto. Si stima, che il 25 per cento della città sia completamente scomparso a causa delle alluvioni.

ATTIVATA PROTEZIONE CIVILE ITALIANA. La macchina della solidarietà internazionale si è già messa in moto. Come riferisce Palazzo Chigi, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “ha appreso con dolore degli ingenti danni causati dall’uragano Daniel che ha colpito la parte est della Libia causando morte, feriti e distruzione”. Il nostro Paese ha attivato la Protezione civile “per poter assistere nel migliore dei modi la Libia colpita da questa emergenza” e una squadra è già in partenza, come riferisce il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Si tratta di un team composto da protezione civile, vigili del fuoco, personale del Comando operativo di vertice interforze e della Farnesina. In serata la premier ha sentito  il Primo Ministro del Governo di Unità Nazionale libico Abdul Dabaiba e il il maresciallo Khalifa Haftar ribandendo a entrambi la disponibilità “a proseguire nelle attività di soccorso e aiuto”.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio al presidente del Consiglio presidenziale dello Stato della Libia,  Mohamed Younis Al-Menfi nel quale esprime “il profondo cordoglio dell’Italia tutta e mio personale”, a seguito delle inondazioni provocate dall’uragano Daniel. “Ai numerosi feriti e a quanti hanno subito pesanti perdite materiali auguriamo un pronto ristabilimento”, scrive il capo dello Stato.

IL CORDOGLIO DEL PAPA. “Sua santità Papa Francesco ha espresso con profonda tristezza la notizia dell’immensa perdita di vite umane e della distruzione causata dalle inondazioni nella parte orientale della Libia, e assicura le sue preghiere per le anime dei defunti e per tutti coloro che ne piangono la perdita”, si legge, invece, nel telegramma di cordoglio per le vittime delle forti inondazioni in Libia, inviato – a nome del Santo Padre Francesco – dal Cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, al Nunzio Apostolico in Libia, S.E. Mons. Savio Hon Tai-Fai.

UE PRONTA A FORNIRE SOSTEGNO. Anche Bruxelles è pronta a fornire supporto al Paese. “Inviamo le nostre più sincere condoglianze, a nome dell’Ue, al popolo libico e alle famiglie delle vittime. L’Ue è pronta ad aiutare le persone colpite da questa calamità”, dice il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, seguito da Josep Borrell, alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, secondo cui “l’Ue segue da vicino la situazione ed è pronta a fornire il proprio sostegno”. Solidarietà anche dalla Germania: “Le notizie sulle gravi inondazioni in Libia sono scioccanti. Siamo al fianco delle Nazioni Unite e ai partner per gli aiuti possibili”, annuncia su X il cancelliere tedesco, Olaf Scholz.

Maltempo, Figliuolo assicura: “Vogliamo una ripartenza veloce, risarciremo tutti”

Sarà una “ripartenza veloce“, assicura il generale, Francesco Paolo Figliuolo, ma “sempre nel rispetto dei principi della buona amministrazione“. Dalle colonne del ‘Corriere della sera‘, il commissario straordinario nominato dal governo alla ricostruzione in Emilia-Romagna, Toscana e Marche dopo le alluvioni del maggio scorso, entra nel dettaglio di quello che sarà il suo lavoro per riportare alla normalità territori duramente colpiti, a livello sociale, economico e infrastrutturale, dalla furia di vento e pioggia. Eventi che hanno anche innescato forti discussioni nel dibattito politico, sul quale il generale di corpo d’armata non entra, ma alle quali fornisce comunque qualche risposta.

Soprattutto sui fondi: “Risarciremo tutti, bisogna ripartire velocemente“, dice Figliuolo al Corsera. Ricordando che “la presidente Giorgia Meloni si è immediatamente recata sui luoghi colpiti. Le risorse che il governo ha stanziato sono importanti, 4,5 miliardi di euro, di cui circa 2,8 miliardi al momento a disposizione della struttura commissariale“. Di questi fondi, al momento, sono arrivati “sulla contabilità speciale del commissario i primi 876 milioni di euro da destinare alla messa in sicurezza del territorio. Con queste risorse si darà luogo al pagamento immediato dei lavori già effettuati e in corso” e poi “seguiranno a breve gli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione per le più urgenti necessità e finalizzati alla messa in sicurezza del territorio, per la tutela della pubblica e privata incolumità. Parliamo di circa 448 milioni di euro per il 2023“.

Per gli interventi di somma urgenza “spese che i Comuni e altri enti attuatori hanno già sostenuto o stanno sostenendo per mettere in sicurezza il territorio, la richiesta complessiva per il 2023 è di 289 milioni di euro, che la struttura rimborserà già a partire dai prossimi giorni“, elenca Figliuolo. “Ulteriori 123 milioni sono per i lavori che termineranno nel 2024 e per i quali il commissario dispone già dei fondi”, mentre “per gli interventi di ricostruzione urgenti finalizzati alla messa in sicurezza del territorio parliamo invece di finanziamenti per circa 1 miliardo e 133 milioni euro, di cui 448 milioni da impegnare nel 2023 e 684 milioni nel 2024. Queste risorse – sottolinea il commissario – sono destinate agli interventi da realizzare in Emilia-Romagna, per un importo di poco più di 1 miliardo e nelle regioni Toscana e Marche per, rispettivamente, 56 e 55 milioni“.

A chi lo ha accusato di essere stato ‘assente’ dai territori quest’estate, Figliuolo replica senza tono polemico: “Già prima della mia nomina a commissario sono stato diverse volte in Emilia-Romagna e ho fatto riunioni nelle Marche e in Toscana. Dal 10 luglio, giorno della mia nomina formale, personalmente e a livello tecnico, sono state svolte molte attività, incontri e riunioni: 6 con i sub-commissari, gli enti attuatori, gli amministratori locali e le parti sociali; 3 riunioni con la Protezione civile; 5 convenzioni con Università e autorità distrettuale bacino del Po; 5 ordinanze, apertura contabilità speciale e richiesta trasferimento fondi solo per citare le più importanti“. E annuncia: “Convocherò formalmente la cabina di coordinamento all’atto della presentazione dei cinque piani speciali.

Con il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, infine, il generale chiarisce che non ci sono attriti. “Con lui, come con i presidenti Giani e Acquaroli, c’è un rapporto istituzionale e professionale ben solido“.

Von der Leyen promette alla Slovenia fino 6,3 mld per ripresa post-alluvione

Photo credit: AFP

 

Come da attese della vigilia, il viaggio della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen nella Slovenia devastata dalle alluvioni ha portato indicazioni importanti sul supporto che Bruxelles potrà mettere in campo a favore degli sforzi di ripresa e ricostruzione del Paese dopo il disastro naturale. “È una tragedia nazionale ed europea“, ha confermato la numero uno dell’esecutivo comunitario alla sessione straordinaria dell’Assemblea Nazionale slovena, dopo aver visitato con il primo ministro, Robert Golob, e il commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarčič, i territori colpiti dall’alluvione: “Troveremo tutti i modi possibili per essere all’altezza della proverbiale solidarietà della Slovenia”.

Con il premier sloveno sono stati discussi in particolare i tre pilastri del pacchetto “per le necessità immediate, ma anche nel medio e lungo termine”. In primis c’è il Fondo di solidarietà, un dispositivo che permette di mobilitare fino a 500 milioni di euro all’anno – oltre ai fondi non spesi dell’anno precedente – per coprire parte dei costi per la ricostruzione: “Renderemo disponibili 400 milioni di euro, 100 milioni già quest’anno e 300 milioni il prossimo“, ovvero quasi 10 volte quelli ricevuti dal Paese dall’attivazione del dispositivo nel 2002 a oggi (48 milioni). Lubiana potrà richiederne l’attivazione entro 12 settimane dalla data dei primi danni rilevati, allegando alla domanda una stima dei danni, “poi potremo procedere al primo esborso”, ha spiegato von der Leyen. Sono ammessi interventi d’emergenza come il ripristino immediato del funzionamento delle infrastrutture nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità e dell’istruzione.

Il secondo pilastro è il Next Generation Eu. “Oltre ai fondi che la Slovenia sta già usando e programmato, ci sono ancora 2,6 miliardi di euro che può richiedere“, è quanto annunciato dalla leader dell’esecutivo Ue, che ha precisato il fatto che “sono soldi nuovi, non programmati e potenzialmente accessibili” sotto forma di prestiti per finanziare un piano aggiuntivo dedicato alla ricostruzione e all’adattamento al clima. Ma perché Lubiana possa riceverli, “il tempo è tutto, la richiesta deve essere fatta entro la fine di agosto”, ha avvertito von der Leyen, e per questo motivo con il premier Golob è stata concordata l’istituzione di una task force tra Slovenia e Commissione Ue “per lavorare immediatamente sui requisiti amministrativi”.

Il terzo pilastro invece è composto dai fondi di Coesioneche possono essere riprogrammati”. Si tratta di “3,3 miliardi fino al 2027“, ma anche in questo caso “c’è bisogno della massima flessibilità, perché molto è già stato programmato”. Infine la presidente von der Leyen ha promesso anche che “mobiliteremo la riserva di crisi agricola europea per aiutare gli agricoltori che hanno perso bestiame, raccolti e macchinari”.

Un totale di 6,3 miliardi di euro che potenzialmente potrebbe arrivare a Lubiana per affrontare la ripresa e la ricostruzione a seguito delle alluvioni che “hanno portato scompiglio in due terzi” del Paese: “L’acqua ha spazzato via ogni tipo di infrastruttura critica – dai ponti alle linee elettriche – migliaia di famiglie sono state evacuate, quasi tutte le aziende nelle aree più colpite sono state coinvolte e sei persone hanno perso la vita”. La presidente della Commissione Ue ha rassicurato la popolazione sul fatto che “vi staremo vicini, potete contare sull’Ue“, dopo che in un solo giorno è caduta la pioggia di un mese: “La Slovenia è un eccellente esempio di un membro dell’Ue che ha sempre risposto immediatamente a chi aveva bisogno, come durante le alluvioni Italia o durante i terremoti in Croazia, ora è la Slovenia ad avere bisogno di aiuto” nel riprendersi da un disastro naturale causato dai cambiamenti climatici, “senza dubbio”.

Alluvione, il commissario Figliuolo assicura: “Se serve chiederemo altre risorse per la ricostruzione, ma non sarà come l’Irpinia”

La ricostruzione dei territori colpiti dall’alluvione lo scorso maggio deve essere fatta “in maniera veloce, non affrettata”, ma “bene”, cioé bisogna “essere sicuri di dare a chi effettivamente ha avuto il danno”, non come accaduto “in Irpinia” dopo il terremoto, perché “abbiamo il dovere morale e cogente” di assegnare le risorse in modo strutturale e sicuro. In commissione Ambiente della Camera, il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario alla ricostruzione, invita a “controlli veloci e informatizzati” per evitare il ripetersi di una situazione “che qui sicuramente non capiterà”, ma che a distanza di 40 anni rappresenta ancora un esempio di mala gestione. “Sento tutta la responsabilità di questo compito – esordisce in audizione – soprattutto per la valenza che spero possa avere per la popolazione delle regioni colpite che hanno tanto sofferto”. Fare bene e fare presto, insomma, riuscendo a ridurre le “lungaggini burocratiche” per avere “un’attenzione particolare a una gestione ordinaria e corretta delle risorse”.

PRESIDENTI DI REGIONE PRESTO SUB COMMISSARI. A breve, assicura Figliuolo, “individuerò nei presidenti di regione i subcommissari con i quali lavoreremo conducendo i necessari approfondimenti”, perché “il lavoro dovrà essere svolto in sinergia con il territorio”. Ecco perché, precisa, sono state avviate collaborazioni importanti con “il mondo accademico e universitario”, affinché venga delimitato “il perimetro dell’emergenza” e si lavori “con un orizzonte temporale più ampio” per attuare progetti strutturati “orientati a garantire una ricostruzione duratura che, nel rispetto dell’ambiente, assicuri la sicurezza dei cittadini e riduca, per quanto possibile, l’eventualità che ciò si ripresenti”. Gli obiettivi, ribadisce Figliuolo in Commissione, “non si possono perseguire senza un lavoro di squadra“.

ARCHITETTURA ECOSOSTENIBILE. Massima priorità, quindi, “all’incolumità pubblica e alla messa in sicurezza del territorio”, ponendo attenzione alla salvaguardia delle “peculiarità architettoniche, storiche e paesaggistiche di ogni località, ricercando nel complesso un’architettura ecosostenibile a tutela del preziosissimo patrimonio ambientale di ogni regione”.

POSSIBILE INTEGRAZIONE DI RISORSE. Sul fronte delle risorse necessarie alla ricostruzione dei territori, “ci siamo già attivati per l’apertura della contabilità speciale a me intestata”, spiega il generale Figliuolo. Per il 2023, ricorda, “sono stati stanziati 1 miliardo e 28 milioni di euro, mentre per il 2024 e il 2025 sono stati previsti, rispettivamente, 750 milioni e 841 milioni di euro”. Risorse che – assicura – una volta definito il quadro dei bisogni chiederemo di integrare con misure ad hoc coerenti, in termini temporali, con le reali capacità di spesa“. I primi a beneficiare dei fondi, “non appena avrò accesso alle risorse”, saranno i piccoli Comuni che sono quelli “più esposti finanziariamente”.

150MILA TONNELLATE DI RIFIUTI DA SMALTIRE. E se “il primo focus” è quello del dissesto idrogeologico, un problema non da poco è quello dei rifiuti. Sono 150mila, ricorda il generale, quelli da smaltire “entro metà settembre”. “Supporterò appieno la regione – assicura – nella soluzione delle tematiche più spinose connesse al trattamento delle macerie e dei fanghi affinché la loro gestione non aggravi la tenuta generale del sistema”.

EVENTO STRAORDINARIO. Quanto accaduto nelle regioni colpite dall’alluvione è stato un evento “straordinario” perché, sintetizza il generale, sono caduti “4 miliardi di metri cubi d’acqua, cioè una portata eccezionale” se si considera che “l’Emilia Romagna consuma in un anno 1,4 miliardi di metri cubi d’acqua per uso civile, industriale” e per l’agricoltura. Oltre alle 17 vittime e ai 23mila sfollati, ricorda, “le stime dei danni contano decine di migliaia di edifici allagati dall’acqua e dal fango, migliaia di imprese agricole colpite, 782 strade parzialmente o totalmente interrotte e 1105 frane principali in 83 comuni”. Gli eventi alluvionali, “hanno interessato anche le Marche e la Toscana con numerose strade e infrastrutture interrotte o inagibili, frane, smottamenti, esondazioni, allagamenti, danni a case e ad attività produttive e commerciali”.

Alluvione

Primo giorno di Figliuolo in E.Romagna: “Qui per ascoltare, risorse arriveranno”

Il generale Francesco Paolo Figliuolo prende i primi contatti con il territorio per il nuovo compito di commissario alla ricostruzione post-alluvioni. Anche se formalmente la nomina non c’è ancora, in attesa del decreto che sarà portato molto probabilmente in Consiglio dei ministri questa settimana, , il generale di corpo d’armata, esperto di logistica, ha sorvolato i territori dell’Emilia-Romagna colpiti dalla furia di vento e pioggia lo scorso mese di maggio. Accanto a lui il governatore, Stefano Bonaccini, che in mattinata, prima di accogliere Figliuolo, lancia un messaggio diretto a Roma: “Non è stato ancora nominato e questo la dice lunga dei ritardi imbarazzanti del governo. E’ trascorso oltre un mese e mezzo dalla seconda drammatica alluvione, quando ci fu il terremoto dopo una settimana c’era già il commissario”. Parole che non sono passate inosservate nel dibattito politico nazionale, tant’è vero che la reazione di FdI non tarda, tra chi sostiene che l’atteggiamento di Bonaccini “oscilla tra l’imbarazzante e l’isterico” e chi, invece, gli consiglia di fare “mea culpa sul passato”.

Lo scontro, però, non interessa al commissario in pectore. “L’impegno è massimo, in questo momento bisogna ascoltare le esigenze per fare, nella maniera più condivisa possibile, gli interventi di primo tempo e allo stesso tempo pensare alla messa in sicurezza”, dice infatti Figliuolo. Che ha sorvolato le aree colpite dall’alluvione prima di incontrare, nella sede della Regione, a Bologna, il sindaco della Città Metropolitana di Bologna, Matteo Lepore, e i presidenti delle Province di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, di Ravenna, Michele de Pascale, di Rimini, Jamil Sadegholvaad, di Modena, Fabio Braglia, di Reggio Emilia, Giorgio Zanni, di Ferrara, Gianni Michele Padovani, e il sindaco di Forlì, Gianluca Zattini. A seguire, il generale ha avuto un primo confronto anche con le parti sociali, sindacati e imprese, e le componenti della società regionale, tutti soggetti riuniti nel Patto per il lavoro e per il clima.

“Gli emiliano-romagnoli hanno già fatto tanto, ma vedere il territorio così mi provoca forti sentimenti emotivi. Il pensiero va agli sfollati e per chi sta ancora soffrendo per questa tragedia”, spiega Figliuolo in un punto stampa. Assicurando che “l’impegno è massimo, ma in questo momento bisogna ascoltare le esigenze per fare, nella maniera più condivisa possibile, gli interventi di primo tempo e allo stesso tempo pensare alla messa in sicurezza”.

Su questo punto c’è la sintonia con Bonaccini, che ricorda: “Ci conosciamo bene, abbiamo lavorato fianco a fianco e condiviso la stagione dell’era pandemica. Questo aiuta anche nel lavoro che dovremo fare. Ho detto al generale che vale un principio: stare vicino a famiglie, imprese, territori dell’Emilia Romagna ferita”. Il governatore, che sarà nella squadra dei subcommissari assieme ai presidenti delle altre Regioni colpite dal maltempo, Eugenio Giani (Toscana) e Francesco Acquaroli (Marche), spiega che il contatto sarà costante, anche se attende la nomina ufficiale. “Oggi ho fatto solo un sopralluogo, a breve arriverà anche il portafogli”, sottolinea il generale rispondendo alle domande dei cronisti. Per poi aggiungere che “i piani vanno fatti, ma è chiaro che ad ogni piano vanno associate le risorse, non solo economiche”. Sulla visita in Emilia-Romagna c’è comunque il via libera di Palazzo Chigi. “C’è la massima attenzione da parte del presidente del Consiglio e di tutta la compagine governativa. Il fatto che io sia venuto subito qui vuol dire che la presidente Meloni era molto d’accordo. C’è sintonia assoluta“, mette in chiaro.

Per quanto riguarda la ricognizione dei danni, Bonaccini ha consegnato lo stesso piano portato a Roma poche settimane fa, con la stima di quasi 9 miliardi. “E’ cogente fare interventi su famiglie e imprese, sui distretti produttivi. Questa è la food valley italiana”, dice ancora Figliuolo, che sta costruendo la struttura, ma “tutto sarà condiviso in armonia con i subcommissari”. Quello che preme di più al commissario in pectore è ricostruire “in maniera ottimale, mettendo a terra le risorse e traendo beneficio di fare opere che durano nel tempo”, perché così “c’è un ritorno anche economico”. Le parole d’ordine saranno “ricostruire bene, nel massimo della trasparenza e guardando al trend dei cambiamenti climatici”. Avvalendosi anche di esperti. Ha già parlato, infatti, con il Magnifico rettore dell’Università di Bologna, che ha messo in piedi gruppi di lavoro di esperti: “Presidenti e commissari possono avere tutta l’esperienza che vogliono, ma siamo difronte a fenomeni talmente complessi che servirà l’ausilio degli specialisti. E quelli sul territorio – conclude Figliuolo -, credo siano quelli che meglio li comprendono e li hanno a cuore”.

Indennità una tantum per gli autonomi alluvionati

L’Inps fornisce, con il messaggio n.2264/2023, ulteriori precisazioni in merito all’indennità una tantum per i lavoratori autonomi che sono stati costretti a sospendere la propria attività a causa degli eventi alluvionali verificatisi dal 1° maggio 2023 “L’Istituto ha precisato che in sede di presentazione della domanda non è prevista, da parte del richiedente l’indennità – spiega Maria Vittoria Tonelli, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – l’allegazione di documentazione comprovante l’appartenenza ad una delle categorie destinatarie della misura, lo svolgimento e la sospensione dell’attività lavorativa a causa degli eventi alluvionali occorsi dal 1° maggio 2023 e la residenza o il domicilio in uno dei Comuni di cui all’allegato 1 del D.L. n. 61/2023”.

L’istruttoria delle istanze sarà, pertanto, effettuata sulla base dei dati dichiarati nella domanda da parte del richiedente, nonché di quelli a disposizione dell’Istituto al momento dell’istruttoria medesima. Inoltre, l’Istituto fa presente che la stessa costituisce reddito ai fini fiscali e che sugli importi riconosciuti saranno operate le relative ritenute.

Alluvione

Bonaccini porta a Roma conto danni in Emilia Romagna: quasi 9 miliardi

Quasi nove miliardi, 8,8 per la precisione. E’ la conta dei danni che Stefano Bonaccini presenta al governo nel tavolo permanente per l’alluvione in Emilia Romagna, presieduto dal ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci. Sono esclusi alcuni capitoli di spesa, come i danni ad auto e mezzi, il mancato fatturato e la ricostruzione delle scorte delle aziende, così come la ricalibrazione delle opere infrastrutturali.

Musumeci, assicura la “massima attenzione” del governo e la disponibilità, dopo una verifica del Piano, a “fornire gradualmente” le risorse che si renderanno necessarie, dando priorità ai primi interventi finalizzati alla messa in sicurezza dei fiumi più compromessi e al ripristino dei collegamenti con i centri abitati rimasti isolati.

L’urgenza, spiega il governatore dell’Emilia-Romagna, è proprio sistemare entro l’autunno la viabilità locale e gli argini dei fiumi. Per farlo serviranno almeno 1,8 miliardi:Questa è la parte più emergenziale. Sono risorse che al momento non ci sono oggi – spiega – necessarie a mettere in sicurezza le comunità dal ripetersi di eventi catastrofici come quelli di maggio“.

Del commissario non si è parlato, comunque l’accordo non c’è. “Pensiamo che sarebbe utile nominarlo il prima possibile, il governo ha un punto di vista diverso, lo rispetto, ma mi auguro si arrivi il prima possibile a una coincidenza“, lamenta Bonaccini.

Le imprese potenzialmente danneggiate (per oltre 1,2 miliardi di euro) sono 14.200, le aziende agricole circa 12mila, per danni che superano 1,1 miliardi di euro. Gli edifici colpiti sono 70.302, di questi 68.432 in aree allagate e 1.890 in aree in frana. Il danno economico calcolato è di oltre 2,1 miliardi di euro.

All’incontro, della delegazione del governo facevano parte: il viceministro delle Infrastrutture Galeazzo Bignami, il sottosegretario all’Economia, Lucia Albano, il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti (in qualità di relatore del ddl alluvione), i capi dipartimento di Protezione civile Fabrizio Curcio, dei vigili del fuoco Laura Lega e di Casa Italia, Luigi Ferrara. Per la delegazione Emilia-Romagna, oltre al presidente Bonaccini, c’erano il presidente dell’UPI Michele De Pascale, dell’ANCI Luca Vecchi, il Segretario generale dell’Autorità di Baci o del Po Alessandro Bratti, l’assessore con delega alla Protezione civile Irene Priolo e il direttore generale Cura del territorio e dell’ambiente Paolo Ferrecchi.

Il tema delle risorse e dei tempi delle coperture “è cruciale“, sottolinea Bonaccini. Diversi sindaci, racconta, segnalano che “i funzionari fermano le ruspe perché non hanno copertura finanziaria. I primi 230 milioni di euro messi a disposizione li abbiamo già spesi. E anche sui rimborsi, vanno garantite subito famiglie e aziende: abbiamo avviato d’intesa con la Protezione civile nazionale il percorso per fare arrivare rapidamente i primi 5 mila euro, con un primo acconto di 3mila già entro metà luglio, ma ora sono necessari oltre 500 milioni per le imprese per i primi acconti da 20mila euro”.
Ci è stato segnalato che gli interventi aperti oggi sulle strade di collina e sui corsi d’acqua sono stati fatti gettando il cuore oltre l’ostacolo. Noi abbiamo detto che non potevamo non farli a prescindere dal decreto. Questi interventi non si concordano col governo, questi interventi vanno fatti perché sono di somma urgenza e si fa un debito fuori bilancio“, spiega ai cronisti Enzo Lattuca, sindaco di Cesena.

Più in generale, afferma Bonaccini, negli ultimi vent’anni nel Paese “sono state stanziate poche risorse nazionali per la prevenzione e molte per riparare danni“. Ma si smarca dalle polemiche: “La Regione Emilia-Romagna ha programmato e realizzato opere molto più della media nazionale, come si evince dai dati ministeriali e che l’evento di maggio non ha precedenti e ci ha dimostrato con una terribile chiarezza che tutti i modelli sono superati e che ora è necessario aggiornarli, con un salto di qualità nella messa in sicurezza del territorio, pena ricostruire solo quello che c’era prima”.

È in corso un cambiamento climatico notevole, perché piove 85 giorni invece che la media dei 110. Quello che è accaduto non era evitabile o forse era evitabile la gravità ma non del tutto“, conferma il ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. La gestione del rischio idrogeologico “è un sistema complesso“, ribadisce. Le risorse ci sono e i progetti anche. Il nodo è tutto, a suo avviso, sulla burocrazia: “Ci sono, ad esempio, tanti progetti finanziati ai commissari, anche di 10-12 anni fa che però, a causa delle lungaggini burocratiche, non hanno mai visto la luce“.

Maltempo, oggi nuovo tavolo governo-enti locali. Resta nodo commissario

La cabina di regia tra governo ed enti locali sull’emergenza maltempo torna a riunirsi oggi, a Palazzo Chigi. La promessa fatta una settimana fa da Giorgia Meloni ai presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche e ai sindaci e presidenti delle Province colpite dall’alluvione, di renderla strutturale, dunque, regge. A coordinare i lavori sarà, come indicato dalla premier, Nello Musumeci, che sicuramente dovrà ancora una volta rispondere alla domanda, anzi le domande, che tutti pongono da almeno due settimane: quando sarà nominato il commissario straordinario alla ricostruzione? E chi sarà?

Il tema, a meno di clamorosi risvolti dell’ultima ora, non dovrebbe essere ancora sul tavolo. All’interno della maggioranza di governo la discussione è aperta, ma non ci sono sostanziali passi in avanti. Anche perché la scomparsa di Silvio Berlusconi, lunedì scorso, ha messo in stand by ogni trattativa. La pressione delle opposizioni, soprattutto dal Partito democratico, però, sale. “Non c’è più tempo da perdere. Occorre insediare subito una struttura commissariale in grado di intervenire per affrontare le emergenze dell’oggi e per investire in ripartenza e ricostruzione con capacità e conoscenza. Emergenza e ricostruzione sono indissolubilmente legate“, sottolinea il deputato dem, Andrea Gnassi. Sottolineando che a chiederlo sono “cittadini, enti locali, imprese e tutta la rete del terzo settore dell’Emilia-Romagna” per questo “nell’incontro con gli enti locali, il ministro Musumeci ha l’obbligo di mettere fine a promesse e balletto dei veti incrociati”. Ovviamente il Nazareno vorrebbe il governatore emiliano-romagnolo come commissario, ma la maggioranza non cambia idea: le regioni colpite sono tre e per ricostruire ci vorranno anni, mentre il mandato di Stefano Bonaccini scade nel 2025.

Al di là del braccio di ferro politico, continua il lavoro di ricognizione dei danni provocati dalla furia di pioggia e vento. Molti cittadini hanno avuto danneggiamenti – in alcuni casi irreparabili – delle proprie abitazioni, alcune aziende hanno la produzione ferma da settimane (senza prospettive su quando potranno riattivare i macchinari) e l’agricoltura teme danneggiamenti da svariati milioni di euro. I circa 2 milioni stanziati nel decreto Alluvioni rischiano di esaurirsi in breve tempo, ma in più riprese dal governo sono arrivate rassicurazioni che ci saranno altri interventi. Dunque, la partita è apertissima e quello di oggi sarà uno dei passaggi per progettare un graduale ritorno alla normalità.

Maltempo, Meloni: “Tavolo permanente”. Non c’è commissario, coordinamento a Musumeci

I risultati che gli amministratori portano a casa da Palazzo Chigi sono due: il tavolo sull’emergenza sarà permanente e l’impegno del governo per il 100% degli indennizzi a famiglie e imprese. La nomina del commissario straordinario per la ricostruzione, invece, slitta ancora. E’ questo il bilancio dell’incontro convocato dal governo con i rappresentanti istituzionali dei territori colpiti dalle alluvioni. Aperto dalla premier, Giorgia Meloni, che accoglie subito la proposta di lasciare la cabina di confronto aperta e operativa, ma comunica che fino alla nomina del commissario sarà il ministro per la Protezione civile e le politiche del Mare, Nello Musumeci, a svolgere il ruolo di riferimento dell’esecutivo. Allo stesso tavolo sono seduti diversi ministri (oltre al sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano), a partire dai vicepresidenti del Consiglio, Antonio Tajani e Matteo Salvini, che ascoltano con attenzione. Qualche rumors descrive addirittura il leader della Lega “amareggiato” ma la smentita non tarda, con una nota del Mit: “Nessuna scintilla tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni al tavolo per l’Emilia-Romagna, contrariamente a quanto riportato da alcuni media”.

Anzi, da Porta Pia il messaggio che passa è totalmente differente: “La riunione di oggi ha ribadito la compattezza dell’esecutivo e la totale collaborazione con gli amministratori emiliano-romagnoli”. A Palazzo Chigi c’era il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, con i colleghi della Toscana, Eugenio Giani, e delle Marche, Francesco Acquaroli, oltre ai presidenti delle Province di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, di Ravenna, Michele de Pascale, di Rimini, Jamil Sadegholvaad, di Pesaro-Urbino, Giuseppe Paolini, del sindaco metropolitano di Bologna, Matteo Lepore, e dei sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, e Firenze, Dario Nardella. Anche loro non perdono uno scambio, soprattutto quando è Musumeci a prendere la parola, perché spiega che non sarà materialmente possibile dialogare con tutti i sindaci, quindi la sua convinzione è che “in questo momento le Province devono diventare l’ente di coordinamento dell’area vasta” e a loro, infatti, affida “la prima pianificazione e ricognizione delle cose che servono”. Intanto, “da domani sarà attiva la misura ristori del ministero degli Esteri che ha predisposto aiuti per 700 milioni di euro”.

Nel corso della riunione si è parlato ancora dei danni subiti dai vari territori, anche se è Bonaccini, ai microfoni di ‘Oggi è un altro giorno’ (Rai1) a spiegare che “più del 90% del totale riguarderà l’Emilia-Romagna, purtroppo”, nonostante Toscana e Marche abbiano avuto “diversi comuni disastrati, con alcune centinaia di milioni di euro di danni”. A proposito di risorse, resta il nodo su quelle stanziate dal decreto Alluvioni: “Abbiamo i dirigenti della Regione che stanno lavorando sul dl uscito da pochi giorni – aggiunge ancora Bonaccini -, per verificare esattamente la capienza di risorse in ogni voce di spesa. Non so dire in questo momento se i fondi sono 1,5 miliardi, 1,6 o 2,2 miliardi. Sono comunque parecchie risorse, anche se non sufficienti perché, ad esempio, solo per le strade comunali e provinciali, circa 800 tra interrotte e distrutte, ci vorrà oltre 1 miliardo”.

Piccola postilla anche sul commissario, ruolo per il quale si era parlato anche del generale Francesco Paolo Figliuolo: “Decidano quello che vogliono, noi abbiamo chiesto solo che lo facciano in tempi brevi”. Circostanza ribadita anche nella nota vergata da Lattuca e de Pascale, al termine dell’incontro col governo. Mentre il governatore delle Marche ribadisce “l’importanza di agire in maniera organica, superando una visione troppo parcellizzata nell’affrontare le emergenze e mettere in sicurezza il territorio, anche rispetto alla scelta del commissario”.

E oltre alle risorse, Acquaroli sottolinea la necessità “di giungere ad un tentativo di semplificazione, volta ad una manutenzione più agevole di argini ed alvei al fine di limitare l’impatto delle precipitazioni sul reticolo idrografico e sull’intero assetto idrogeologico del nostro territorio”. Intanto, “da domani sarà attiva la misura ristori del ministero degli Esteri che ha predisposto aiuti per 700 milioni di euro” ricorda Tajani via Twitter.

Ma dalle opposizioni il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, Angelo Bonelli, continua a chiedere spiegazioni a Meloni e al governo sul fatto che “in conferenza stampa dichiarava che il Cdm aveva destinato 2,1 miliardi di euro alle zone alluvionate, invece dal testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale mancano oltre 500 milioni. Tra l’altro – continua –, le risorse sono state realizzate tagliando gli ammortizzatori sociali del lavoro, le risorse del Reddito di cittadinanza e il bonus sociale per riscaldamento”.

Mattarella: “Cooperazione tra attori dell’economia alla base della ripresa”

La cooperazione come fattore determinante per la crescita. Nel messaggio inviato al presidente di Confcommercio, in occasione dell’assemblea 2023, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, scatta una fotografia del panorama economico e sociale dell’Italia. “Il commercio, il turismo, i servizi, i trasporti, sono comparti che contribuiscono significativamente alla realizzazione di uno sviluppo equilibrato, sostenibile e inclusivo a vantaggio di una società più coesa e delle generazioni presenti e future”, sottolinea il presidente della Repubblica.

Mattarella ribadisce che “sono settori della vita economica che concorrono al progresso della Repubblica”. Infatti, “sulla cooperazione tra gli attori della nostra economia si basa in misura rilevante la ripresa”. Per il presidente “la sinergia tra imprese, istituzioni nazionali ed europee ha saputo contrastare gli effetti recessivi causati dalla pandemia sanitaria e le conseguenze dell’aggressione della Federazione Russa ai danni dell’Ucraina“.

Parlando delle drammatiche alluvioni dei giorni scorsi, che hanno colpito l’Emilia-Romagna e i territori della Toscana e delle Marche, Mattarella ricorda che “mettono nuovamente in luce quanto sia prezioso il contributo di ogni componente del sistema economico e istituzionale per il rilancio delle aree che versano in condizioni di difficoltà“. Una collaborazione “resa ancor più efficace con l’utilizzo delle risorse del Piano Next Generation EU per dar vita a uno sviluppo solido e omogeneo nel territorio nazionale”, aggiunge ancora il capo dello Stato.

Senza dimenticare “il ruolo delle formazioni sociali, delle associazioni degli operatori professionali” che è “essenziale per questi obiettivi”, perciò esprime “la gratitudine della Repubblica per l’operato svolto”.