auto elettrica

La Cina ha speso 230 miliardi di dollari per diventare leader nelle auto elettriche

La Commissione Europea ha annunciato l’imposizione di dazi dal 17,4% al 38,1% sui veicoli elettrici importati dalla Cina. Questa mossa rappresenta una risposta diretta ai sussidi industriali cinesi, che l’Unione Europea considera pratiche commerciali sleali. Anche gli Stati Uniti hanno preso provvedimenti simili a metà maggio, imponendo tariffe del 100% sui veicoli elettrici e del 25% sulle batterie dei veicoli elettrici importati dalla Cina. A sua volta Pechino difende le sue crescenti esportazioni di veicoli elettrici come il riflesso di un naturale vantaggio comparativo e dell’alta qualità dei prodotti delle sue aziende.

Un report del Center for Strategic and International Studies (Csis) osserva che entrambe le prospettive contengono elementi di verità: i veicoli elettrici cinesi hanno indubbiamente beneficiato di un massiccio sostegno della politica industriale cinese, ma al contempo la qualità di questi veicoli è migliorata notevolmente, rendendoli sempre più attraenti sia per i consumatori nazionali che esteri. Andando ai numeri, l’analisi del Csis rivela che, dal 2009 al 2023, il governo cinese ha destinato complessivamente 230,8 miliardi di dollari al settore dei veicoli elettrici. Durante i primi nove anni (2009-2017), il finanziamento annuo era di circa 6,74 miliardi di dollari, poiché il settore era ancora agli albori. Tuttavia, la spesa è circa triplicata nel periodo 2018-2020, per poi aumentare ulteriormente a partire dal 2021.

Il sostegno governativo cinese alle auto elettriche si è concretizzato attraverso diverse forme di incentivazione: sconti per gli acquirenti a livello nazionale, esenzione dall’imposta sulle vendite del 10%, finanziamenti per le infrastrutture di ricarica, programmi di ricerca e sviluppo per i produttori di veicoli elettrici e appalti pubblici di veicoli elettrici. Tra queste misure, gli sconti per gli acquirenti e le esenzioni fiscali hanno rappresentato la stragrande maggioranza del sostegno al settore. Tuttavia, nel 2022, il governo centrale cinese ha ridotto gli sconti per gli acquirenti a causa degli elevati costi e del desiderio di vagliare il campo dei produttori, eliminandoli del tutto a partire dal 2023. Nonostante ciò, il CSIS considera le sue stime altamente conservative, poiché non includono altri tre tipi di supporto significativo.

In primo luogo, alcune località cinesi come Shanghai, Shenzhen e il distretto di Changping a Pechino hanno continuato a offrire modesti programmi di sconti per incoraggiare i proprietari di veicoli a combustione interna a passare ai veicoli elettrici. In secondo luogo, il report non include il valore del supporto fornito attraverso terreni a basso costo, elettricità agevolata e credito, che sono difficili da quantificare ma rappresentano un contributo sostanziale per alcuni produttori di veicoli elettrici. Un recente rapporto della Banca Mondiale ha indicato che nel 2022 il settore automobilistico cinese ha beneficiato di prestiti con tassi di interesse intorno al 2%, circa la metà della media ponderata di tutti i prestiti commerciali e industriali.

Inoltre, alcuni produttori privati di veicoli elettrici hanno ricevuto finanziamenti azionari da enti statali. Un esempio significativo è rappresentato da Nio, che nel 2020 ha ottenuto un’iniezione di 5 miliardi di yuan dal governo municipale di Hefei in cambio di una partecipazione del 17% nel core business dell’azienda. Successivamente, Hefei ha incassato la maggior parte delle sue partecipazioni nel 2022. Le stime del Csis non includono nemmeno i sussidi destinati ad altre parti della catena di approvvigionamento, come i minatori e i trasformatori di materie prime, i produttori di sostanze chimiche e i produttori di batterie. Ad esempio, i rapporti annuali di CATL, leader nel mercato cinese e globale delle batterie, mostrano un aumento dei sussidi governativi da 76,7 milioni di dollari nel 2018 a 809,2 milioni di dollari nel 2023. Anche EVE Energy, quarto produttore di batterie in Cina, ha ricevuto sussidi per 208,9 milioni di dollari nel 2023. Il report del Ccis suggerisce inoltre che il sostegno combinato di questi diversi tipi di finanziamento è considerevole, con il credito a basso costo e gli investimenti azionari che probabilmente hanno avuto l’impatto maggiore per i produttori di veicoli elettrici. I crescenti sussidi ai produttori di batterie potrebbero indicare uno spostamento del sostegno governativo verso questi ultimi.

Secondo il Csis, esistono almeno due modi diversi di interpretare i dati sul sostegno della politica industriale ai produttori di veicoli elettrici. Da un lato, i partner commerciali della Cina potrebbero evidenziare come quindici anni di sostegno normativo e finanziario abbiano sostanzialmente alterato il campo di gioco, rendendo molto più difficile per gli altri paesi competere sia in Cina che nei mercati globali. Dall’altro lato, i difensori della Cina potrebbero sottolineare che i sussidi come percentuale delle vendite totali sono diminuiti sostanzialmente, passando da oltre il 40% nei primi anni a solo l’11,5% nel 2023. Questo rifletterebbe un modello di sostegno intensivo iniziale, tipico delle industrie nascenti, seguito da una graduale riduzione man mano che il settore matura. Inoltre – conclude il Csis – il supporto medio per veicolo è sceso da 13.860 dollari nel 2018 a poco meno di 4.600 dollari nel 2023, inferiore al credito di 7.500 dollari previsto dall’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti per gli acquirenti di veicoli idonei.

Naso (Motus-E): “Le auto elettriche non si fermano col gelo, ecco come evitare blocchi”

Proprietari di Tesla disperati, a Chicago e dintorni, sono stati visti mentre cercavano di ricaricare i loro veicoli senza fortuna tra le temperature gelide che hanno attanagliato il Midwest. Negli ultimi giorni le stazioni di ricarica si sono sostanzialmente trasformate in cimiteri di automobili poiché le temperature sono scese a due cifre negative, ha riferito Fox Chicago qualche giorno fa. Secondo un’analisi di Recurrent, start up americana di ricerca sulle batterie per veicoli elettrici “l’efficienza e l’autonomia di tutti i veicoli diminuiscono quando fa freddo e i veicoli elettrici non sono diversi. Uno studio dettagliato su oltre 10.000 veicoli in condizioni climatiche fredde ha rilevato che l’autonomia diminuisce in media del 29,7% tra i modelli di veicoli elettrici più diffusi”.

Cos’è successo a Chicago? “C’è da capire bene a cosa sono dovute le scene che abbiamo visto, non è ancora del tutto chiaro cosa sia successo. Probabilmente c’erano stazioni locali di ricarica fuori uso, con auto arrivate molto scariche e in presenza magari di un black out a causa di un -20… Però bisogna capire bene prima di giudicare”. Lo dice Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, l’associazione italiana che porta avanti le potenzialità di un’adozione massiva di mezzi sostenibili, promuovendo la mobilità elettrica. Ma proprio le auto elettriche sono finite sul banco degli imputati perché ritenute meno sicure e più esposte al gelo delle endotermiche.

E’ così?
“Le auto elettriche non si bloccano col gelo. Cito un recente studio che viene dalla Norvegia, dove le temperature non sono certo miti d’inverno. Ebbene, la più grande compagnia di soccorso stradale ha effettuato 34mila interventi e fra questi meno del 15% riguardavano veicoli elettrici con un circolante di auto elettriche pari al 22%. Questo per dire che in condizioni estreme ogni auto merita attenzione”.

Quali sono le accortezze da avere con un veicolo elettrico in presenza di temperature sottozero?
“Se si lascia il veicolo parcheggiato per lungo tempo, bisogna considerare che mantenere accesi i servizi ausiliari scarica la batteria. La modalità sentinella, ad esempio, con telecamere accese, consuma energia. Alcuni modelli perdono il 10-15%, altro di più. Stare attenti poi a come si preriscaldano le batterie, altra attività che inevitabilmente fa scaricare la batteria. Bisogna sapere le peculiarità del mezzo, è un po’ come quando si accende il condizionatore d’estate nelle auto endotermiche: brucia più carburante… o come fare il pieno di gasolio normale prima di andare in luoghi dove si rischia di scendere sottozero, con il rischio di congelare tutto e fare grossi danni all’auto. L’importante è saperlo”.

Non ci sono rimedi al consumo batteria?
“Alcuni costruttori hanno iniziato a dare indicazioni in presenza di freddo estremo. Può essere che l’auto non si carichi a massima potenza se non si è preriscaldata la batteria…”

Come funziona il preriscaldamento? Se uno torna dopo un viaggio e torna l’auto ghiacciata, cosa può fare?
“Sempre più modelli fanno il preriscaldamento batteria in automatico, oppure si può azionare a distanza. Questo serve per facilitare la ricarica ad alta potenza in situazioni climatiche di freddo più o meno estremo. Preriscaldare consente di sfruttare al meglio le ricariche ad alta potenza anche con temperare molto rigide. Ecco, un altro accorgimento è quello di evitare di lasciare l’auto parcheggiata al 5% di batteria per una settimana al freddo o con i servizi ausiliari attivi…”

Freddo a parte, in Italia dove non c’è il gelo di Chicago il mercato delle elettriche non accelera. Questione di prezzo, di incentivi…
“Il 2024 può e deve essere l’anno del cambio di passo per il mercato auto italiano, ma in questo momento c’è grande apprensione tra gli attori della filiera e tanta confusione tra i cittadini. Purtroppo all’annuncio della rimodulazione degli incentivi auto non è seguita una tempestiva formalizzazione della disponibilità delle risorse, il che rischia da un lato di creare il caos tra gli operatori, che non hanno ancora informazioni sulla nuova piattaforma per l’ecobonus, e dall’altro di paralizzare il mercato, perché i potenziali acquirenti sono naturalmente portati ad attendere le nuove agevolazioni prima di decidere come muoversi”.

Quando si parla di auto elettriche si parla del pericolo di essere invasi dai veicoli cinesi, che vantano prezzi inferiori alla media. Come la vede?
“Sicuramente un mercato con più player fa bene al cliente finale, dopo di che i prezzi stanno scendendo anche per modelli non prodotti in Cina e sono in arrivo già quest’anno modelli prodotti in Europa con prezzi inferiori ai 25.000 euro ante-incentivi… Attenzione però, Pechino non è concorrenziale in Europa solo nell’elettrico, ma anche nelle endotermiche grazie alle economie di scala cinesi”.

Vincerà la Cina?
“Il tema è che l’industria europea deve fare grandi volumi sull’elettrico, la sfida non è solo con la Cina ma anche con gli Usa. Si è partiti dall’alto di gamma, come sempre è accaduto, adesso con un mercato auto europeo che vede l’elettrico oltre il 15,7% di quota di mercato è arrivato il momento di produrre grandi volumi di auto elettriche e prezzi più bassi”.

E l’Italia in questo panorama come si colloca?
“Preferirei avere fabbriche di auto elettriche in Italia. Giusto ragionare su misure protezionistiche anti-dumping ma bisogna attrarre la produzione qua. Dobbiamo diventare attrattivi. Dopo il Covid si era detto di accorciare le filiere, ora c’è la crisi del Mar Rosso che porta a importanti aumenti dei costi di logistica e trasporto. E’ il momento di ritornare a produrre in Italia”.

Furgone elettrico

Al Salone di Monaco case automobilistiche cinesi sfidano l’Europa sull’elettrico

I costruttori cinesi e i loro modelli elettrici sono attesi in forze al Salone dell’Auto di Monaco di Baviera che per la sua seconda edizione cerca di aprirsi ancora di più a tutte le forme di ‘mobilità’ di fronte alle proteste ambientaliste. Il tradizionale luogo di incontro del settore automobilistico tedesco – che sarà inaugurato martedì dal cancelliere tedesco Olaf Scholz – si svolge in un contesto economico cupo. Guerra in Ucraina, rallentamento della crescita cinese, inflazione spettacolare nell’eurozona: le nubi si addensano sull’industria automobilistica, un settore chiave dell’industria europea e soprattutto tedesca.

Sebbene le vendite di auto nell’Unione Europea siano aumentate negli ultimi dodici mesi, sono ancora inferiori di oltre il 20% rispetto al livello del 2019, prima della pandemia Covid-19. I produttori storici stanno affrontando una concorrenza sempre più reale da parte della Cina, che minaccia la loro posizione dominante nel futuro mercato delle auto elettriche. “Con l’IAA 2024, i produttori cinesi stanno lanciando il loro assalto all’Europa”, riassume Ferdinand Dudenhöffer, esperto del Center Automotive Research in Germania. “La concorrenza si fa sempre più dura“, afferma.

Il 41% degli espositori ha sede in Cina. E diversi produttori cinesi, tra cui BYD e Leapmotor, potrebbero rubare la scena a Volkswagen, Bmw e Mercedes. Stellantis sarà rappresentata solo dal suo marchio tedesco Opel, mentre per il gruppo Renault, solo l’omonimo marchio si recherà al Salone per presentare la nuova Scenic. D’altra parte, Tesla, notoriamente assente dai grandi eventi automobilistici, tornerà al salone dopo dieci anni di assenza, per rubare la scena ai più grandi marchi europei. Il gruppo di Elon Musk si sta “gradualmente allineando al settore automobilistico, e l’azienda che non ha mai fatto marketing sta iniziando a farlo”, ha dichiarato Matthias Schmidt, un analista indipendente del settore in Germania.

I produttori tedeschi, a lungo orgoglio nazionale ma ora in uno stato di fragilità, saranno presenti. Cercheranno di convincere i visitatori presentando i loro modelli elettrici di fronte alla concorrenza asiatica. Di fronte alla perdita del potere d’acquisto dei consumatori a causa dell’inflazione, aumentano le richieste di modelli elettrici entry-level. Mercedes presenterà il modello di una concept car elettrica di questo segmento.

Sabato, infine, Bmw fornirà maggiori dettagli sulla sua nuova gamma di veicoli basati sulla futura architettura elettrica “Neue Klasse”, annunciata due anni fa per la produzione nel 2025. L’imperativo ecologico è un’altra priorità del salone, un luogo di incontro biennale per il settore, ma anche per i suoi detrattori, soprattutto perché i gruppi stanno registrando profitti insolenti, spinti dall’inflazione. I produttori, soprattutto nella fascia alta del mercato, hanno approfittato dell’aumento dei prezzi per aumentare i loro margini.

Diversi gruppi ambientalisti hanno annunciato “azioni di disobbedienza civile” per “disturbare” gli Iaa. Circa 1.500 persone dovrebbero partecipare a un “accampamento per la rivoluzione della mobilità”, allestito in un parco alla periferia di Monaco. Secondo gli ambientalisti, le case automobilistiche stanno “distruggendo la vita di innumerevoli persone in tutto il mondo con la loro crescita forzata”. In totale sono attesi circa 700.000 visitatori, contro i 410.000 del 2021, che visiteranno gli stand distribuiti tra il centro congressi, dove l’ingresso è a pagamento, e il centro città, dove saranno organizzati eventi gratuiti dedicati alle auto… ma anche alle biciclette.

Ribattezzato IAA Mobility nel 2021, quando il tradizionale salone dell’auto tedesco si trasferirà da Francoforte a Monaco, gli organizzatori si concentrano più su “mobilità, sostenibilità e tecnologia” che sulle automobili. Si tratta anche di un tentativo di rispondere al calo di popolarità dei principali saloni automobilistici del mondo, che vengono evitati da un numero crescente di produttori che non ne vedono più il valore, soprattutto in termini di pubblicità.

Sarà prodotta in Italia da Pininfarina l’auto elettrica più costosa al mondo

(Photocredit: Pininfarina)

Sarà italiana l’auto elettrica più costosa al mondo. A Cambiano, in provincia di Torino, saranno assemblati a mano i componenti di questo pezzo unico che Automobili Pininfarina presenta in questi giorni a Monterey in California. Un modello, B95, che sarà in vendita a 4,4 milioni. Solo 10 gli esemplari previsti, realizzati consultandosi regolarmente con l’acquirente.

Una produzione appunto artigianale che vedrà le consegne partire nel 2025, in occasione del 95° anniversario di Pininfarina SpA, da qui il numero 95. Mentre la ‘B’ sta per Barchetta.

Questo è il capitolo più entusiasmante della storia di Automobili Pininfarina fino ad ora: stiamo facendo un altro grande passo avanti. L’introduzione del B95 è il terzo dei tre elementi costitutivi essenziali di questa estate per il nostro marchio. Per prima cosa, abbiamo introdotto la Battista Edizione Nino Farina, un’esclusiva celebrazione del figlio di Pininfarina nelle corse, nonché primo Campione del Mondo di Formula 1”, ha commentato l’amministratore delegato Paolo Dellachà. “Il lancio del concetto di design Pura Vision ha poi sbloccato una nuova filosofia di design per tutti i modelli futuri del nostro marchio, in uno spettro di segmenti diversi. Ora, la nostra nuova Barchetta mostra come applicare questi principi di design, con una visione retro-futuristica che fonde i classici temi del motorsport con le più recenti innovazioni tecnologiche, materiali e processi. B95 – conclude il manager – offre la potenza di Battista e tuttavia crea una nuova dimensione dell’esperienza di guida, ridefinendo la vera gioia di guidare. È il primo di un nuovo genere, un oggetto del desiderio che introduce il brivido di prestazioni eccezionali ed elettrificate in una splendida forma a cielo aperto“.

Capitolo prestazioni e motore. La B95 è alimentata dallo stesso propulsore della Battista hyper GT, ma con una messa a punto diversa. Comunque sia, l’accelerazione va da 0 a 60 mph in meno di 2 secondi: B95 raggiunge una velocità massima di oltre 300 km/h. La prima hyper Barchetta puramente elettrica al mondo è dotata di una batteria agli ioni di litio ad alta capacità da 120 kWh che genera una potenza di picco di 1400 kW (1900 CV). Il pacco batteria a forma di T, raffreddato a liquido, è protetto all’interno di un robusto e leggero alloggiamento in fibra di carbonio e può essere caricato utilizzando caricabatterie rapidi CC fino a 270 kW, per una ricarica del 20-80% in soli 25 minuti. Questa potenza viene trasmessa alla strada tramite quattro motori elettrici indipendenti ad alte prestazioni, uno per ogni ruota. Cinque modalità di guida distinte sfruttano la tecnologia Full Torque Vectoring per consentire al guidatore di personalizzare l’erogazione di potenza e la manovrabilità in base alle proprie preferenze e alle condizioni di guida. Nei 4,4 milioni di prezzo d’acquisto è prevista la possibilità di scegliere tra cinque modalità di guida per personalizzare la dinamica di guida: Calma, Pura, Energica, Furiosa e Carattere, che vengono attivate tramite un selettore rotativo tattile e sportivo, situato accanto al volante.

Automobili Pininfarina ora impiega 116 persone nella sua sede centrale di ingegneria a Cambiano, in Italia, e nel centro di innovazione a Monaco, in Germania, in un team che comprende più di 20 nazionalità diverse. La proprietà è 100 per cento indiana, della Mahindra & Mahindra.

A giugno volano immatricolazioni auto elettriche, +66,2% in Ue. Sorpassato diesel

Aumentano le immatricolazioni di auto a giugno in Europa ed è boom dell’elettrico che per la prima volta sorpassa il diesel. I dati sono quelli del report mensile di Acea, l’associazione dei costruttori europei, secondo cui il mercato automobilistico dell’Ue è cresciuto del 17,8% a 1 milione di unità immatricolate. In generale, il mercato dell’auto dell’Europa Occidentale (Ue+Efta+Uk) registra ancora una crescita del il 18,7% in più dello stesso mese del 2022 con 1.265.678 immatricolazioni.

Inoltre, la quota di mercato delle auto elettriche a batteria è passata dal 10,7% al 15,1%, superando per la prima volta la quota del diesel. Secondo i dati Acea, le auto ibride-elettriche sono rimaste la seconda scelta più popolare tra gli acquirenti di auto nuove, rappresentando il 24,3% del mercato. Sempre a giugno, le nuove immatricolazioni di auto elettriche a batteria nell’Ue sono aumentate di un significativo 66,2%, raggiungendo le 158.252 unità. Sono esplosi in particolare i mercati di Paesi Bassi, Germania, Francia e Belgio.

Anche le auto ibride, che inquinano un po’ meno e permettono di beneficiare dei bonus acquisto, hanno fatto un forte progresso e rappresentano il 24,3% del mercato, trainate da Germania, Francia e Italia. Separatamente, le vendite di ibridi ricaricabili (che possono essere collegati a una presa o a un terminale) sono in calo su base annua con l’annullamento dei sussidi all’acquisto in alcuni paesi e rappresentano il 7,9% del mercato.

La benzina, invece, rimane la principale  in Ue con il 36,3% delle vendite a giugno, in crescita dell’11%. Fatta eccezione per l’Ungheria (-1,4%), tutti i mercati dell’Ue sono cresciuti, compresi i quattro maggiori: Germania (+24,8%), Spagna (+13,3%), Francia (+11,5%) e Italia (+9,1%). Nella prima metà del 2023, segnala Acea, le nuove immatricolazioni di auto in Ue sono aumentate in modo significativo (+17,9%), raggiungendo i 5,4 milioni di unità. I miglioramenti degli ultimi mesi indicano che “l’industria automobilistica europea si sta riprendendo dalle interruzioni dell’approvvigionamento causate dalla pandemia“, spiega l’associazione dei costruttori europei. Tuttavia, i volumi cumulati sono inferiori del 21% rispetto al 2019. La maggior parte dei mercati della regione è cresciuta in modo significativo nei primi sei mesi del 2023, compresi i quattro maggiori: Spagna (+24,0%), Italia (+22,8%), Francia (+ 15,3%) e Germania (+12,8%).

Per quanto riguarda l’elettrico la maggior parte dei mercati dell’Ue ha registrato notevoli guadagni percentuali a due e tre cifre, compresi i maggiori, come Paesi Bassi (+90,1%), Germania (+64,4%) e Francia (+52,0%). Ciò ha contribuito a una crescita da inizio anno del 53,8%, con 703.586 unità vendute tra gennaio e giugno.
Le nuove immatricolazioni di auto ibride-elettriche sono aumentate del 32,4% a giugno, raggiungendo le 254.100 unità, aggiunge Acea. Questa crescita è stata guidata principalmente da guadagni sostanziali nei maggiori mercati del blocco: Germania (+59,1%), Italia (+29,9%), Francia (+27,9%) e Spagna (+22,7%). Cumulativamente, le vendite di auto ibride-elettriche hanno registrato un notevole aumento del 27,9% da gennaio a giugno, raggiungendo quasi 1,4 milioni di unità e conquistando il 25% del mercato.

Un’auto su 5 venduta nel 2023 sarà green. Boom elettrico ridurrà domanda petrolio

Le vendite di auto elettriche continueranno a registrare una “crescita esplosiva” quest’anno, espandendo la loro quota del mercato automobilistico complessivo fino a quasi un quinto e guidando un’importante trasformazione dell’industria automobilistica che ha implicazioni per il settore energetico, in particolare il petrolio. La nuova edizione del Global Electric Vehicle Outlook annuale dell’Aie, l’Agenzia Internazionale dell’Energia mostra che più di 10 milioni di auto elettriche sono state vendute in tutto il mondo nel 2022 e che le vendite dovrebbero crescere di un altro 35% quest’anno per raggiungere i 14 milioni. Questa crescita definita “esplosiva” implica che la quota delle auto elettriche nel mercato automobilistico complessivo è passata da circa il 4% nel 2020 al 14% nel 2022 ed è destinata ad aumentare ulteriormente fino al 18% quest’anno, sulla base delle ultime proiezioni dell’Aie. Per l’Agenzia, questa tendenza di fondo delle auto elettriche finirà per ridurre la domanda di petrolio di circa 5 milioni di barili al giorno entro l’orizzonte del 2030. Nel 2023 la domanda di greggio è prevista attorno a 101,9 milioni di barili al giorno.

I veicoli elettrici sono una delle forze trainanti della nuova economia energetica globale che sta rapidamente emergendo e stanno determinando una trasformazione storica dell’industria automobilistica in tutto il mondo“, ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie. “Le tendenze a cui stiamo assistendo hanno implicazioni significative per la domanda globale di petrolio – ha spiegato – Il motore a combustione interna non ha rivali da oltre un secolo, ma i veicoli elettrici stanno cambiando lo status quo. Entro il 2030 eviteranno la necessità di almeno 5 milioni di barili al giorno di petrolio. Le auto sono solo la prima ondata: autobus e camion elettrici seguiranno presto”.

I veicoli elettrici sono venduti prevalentemente nei mercati mondiali dove sono maggiori i volumi di nuove auto, ovvero in Cina, Usa ed Europa. La Cina è in testa, con il 60% delle vendite globali di auto elettriche nel 2022: ad oggi, più della metà di tutte le auto elettriche in circolazione nel mondo si trova in Cina. L’Europa e gli Stati Uniti, il secondo e il terzo mercato più grande, hanno entrambi registrato una forte crescita con un aumento delle vendite rispettivamente del 15% e del 55% nel 2022. L’Aie prevede che gli ambiziosi programmi politici delle principali economie, come il pacchetto ‘Fit for 55’ nell’Unione Europea e l’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti, aumenteranno ulteriormente la quota di mercato dei veicoli elettrici in questo decennio e oltre: entro il 2030, si stima, la quota media di auto elettriche sul totale delle vendite in Cina, Ue e Stati Uniti dovrebbe salire a circa il 60%.

Nonostante la concentrazione delle vendite e della produzione di auto elettriche solo in pochi grandi mercati, l’Aie nota segnali promettenti in altre regioni. Le vendite di auto elettriche, ad esempio sono più che triplicate in India e Indonesia lo scorso anno, anche se la base di partenza era modesta, e sono più che raddoppiate in Thailandia: la quota di auto elettriche sul totale delle vendite è salita al 3% in Thailandia e all’1,5% in India e Indonesia. È probabile, sottolinea l’Agenzia, che una combinazione di politiche efficaci e investimenti del settore privato aumenti queste quote in futuro. In India, il programma di incentivi del governo da 3,2 miliardi di dollari, che ha attratto investimenti per un valore di 8,3 miliardi di dollari, dovrebbe aumentare sostanzialmente la produzione di batterie e il lancio di veicoli elettrici nei prossimi anni. Infine, segnala l’Aie, nelle economie emergenti e in via di sviluppo, l’area più dinamica della mobilità elettrica è quella dei veicoli a due o tre ruote, che sono più numerosi delle automobili. Ad esempio, oltre la metà delle immatricolazioni di veicoli a tre ruote in India nel 2022 era elettrico, a dimostrazione della loro crescente popolarità. In molte economie in via di sviluppo, inoltre, i veicoli a due o tre ruote offrono un modo economico per accedere alla mobilità, il che significa che la loro elettrificazione è importante per sostenere lo sviluppo sostenibile.

California rete elettrica

In California caldo e rete obsoleta: “Non caricate auto elettriche”

Non caricare le auto elettriche per non appesantire ulteriormente una rete che sta invecchiando e che è stata messa a dura prova da una temuta ondata di caldo. È l’indicazione che è stata fornita ai californiani, dopo che la scorsa settimana lo Stato ha annunciato di voler vietare la vendita di nuove auto a benzina a partire dal 2035. Intanto, però, il clima torrido sta mettendo sotto pressione la rete elettrica, già sottoposta a forti tensioni, soprattutto nelle ore più calde, quando i sistemi di condizionamento dell’aria – un must negli Stati Uniti – funzionano a pieno regime. Nei sobborghi di Los Angeles sono previste temperature fino a 44 gradi, mentre una cupola di calore si estende sull’ovest americano.

I consumatori sono invitati a ridurre l’uso di energia tra le 16 e le 21, quando il sistema è più energivoro, perché la domanda rimane alta e l’energia solare disponibile è minore“, ha dichiarato l’American Public Power Association, un’organizzazione che rappresenta i servizi di pubblica utilità. Le tre principali azioni consigliate sono: impostare il termostato a 25°C o più, evitare l’uso di grandi elettrodomestici e la ricarica di veicoli elettrici e spegnere le luci non necessarie. L’elettricità è una questione delicata per lo Stato, le cui infrastrutture sono obsolete. Le aziende elettriche chiedono regolarmente alle famiglie di limitare i consumi in determinate ore, quando i pannelli solari smettono di produrre elettricità mentre la domanda rimane alta a causa del caldo.

Ma l’invito a non caricare l’auto elettrica è stato ampiamente deriso sui social media, in un momento in cui lo Stato sta promuovendo questi veicoli. “La California ha appena reso obbligatori i veicoli elettrici e chiede ai residenti di non caricarli tra le 16 e le 21“, ha commentato su Twitter il senatore repubblicano Tom Cotton.

(Photo credits: Patrick T. FALLON / AFP)

Ricarica colonnina

Con la startup Reefilla arriva la ricarica delivery

Secondo un sondaggio realizzato da Deloitte a inizio anno, quasi sette italiani su dieci, oggi, accarezzano l’idea di acquistare un’auto elettrica, spinti da una crescente coscienza ecologica e dalla curiosità verso le nuove tecnologie green. Molti, tuttavia, finiscono ancora per desistere non solo a causa del costo dei mezzi, ma anche della difficoltà nel reperire colonnine di ricarica nel momento del bisogno. Un problema, questo, a cui si propone di dare soluzione la startup torinese Reefilla, con il suo inedito servizio di ricarica mobile predittiva in arrivo nei prossimi mesi. “Il nostro scopo primario è dare tranquillità all’utente, offrendogli una soluzione tempestiva e a domicilio”, sostiene Marco Bevilacqua, fondatore della realtà insieme a Pietro Balda e Gabriele Bergoglio. Il progetto rappresenta un’alternativa al tempo stesso flessibile e complementare alle colonnine di ricarica tradizionali e rientra nel settore della cosiddetta charge delivery, un ambito in cui nell’ultimo anno si sono affacciate già alcune prime realtà, come ad esempio E-Gap, presente nelle principali città italiane ed europee.

Trovare una stazione a cui collegare il mezzo, spostarlo una volta terminata la sessione e programmare gli spostamenti in modo da non esaurire la batteria sono tutti fattori di stress per l’automobilista”, spiega Bevilacqua. La soluzione trovata da Reefilla è l’accumulatore Fillee, in grado di garantire un’autonomia media di 120 chilometri in appena 30 minuti di ricarica. Per usufruirne direttamente sotto casa è sufficiente registrarsi alla piattaforma digitale dell’azienda, che è connessa con l’auto e ne rileva la posizione, prevedendone il fabbisogno energetico. Una volta loggato, l’utente non solo è in grado di richiedere una ricarica ‘on demand’, ma viene anche avvisato in anticipo sull’eventuale opportunità di ricevere una ricarica senza dover fare null’altro. “Abbiamo sviluppato un’organizzazione logistica su misura, che ci consente di raggiungere qualsiasi punto della città, anche nelle situazioni di parcheggio più complesse”, aggiunge Bevilacqua.

Reefilla, inoltre, si propone come una valida soluzione per chi ha difficoltà di tipo pratico in fase di ricarica. Le tradizionali colonnine prevedono, infatti, l’utilizzo di cavi voluminosi e una familiarità al digitale che non tutti possiedono. La startup, al contrario, adotta una filosofia molto simile a quella del mercato delivery, in cui all’utente viene riservata solo la fruizione del prodotto finale (in questo caso del mezzo) già pronto all’uso. “Si tratta di un’ottima possibilità anche per chi ha problemi di mobilità ridotta – prosegue Bevilacqua – in questo senso Reefilla ha anche una valenza sociale”.

Dal punto di vista tecnico, la ricarica mobile Reefilla sfrutta connettività e tecnologie già presenti a bordo di qualsiasi veicolo elettrico e non necessita di dispositivi aggiuntivi. Un fattore che non è sfuggito alle numerose società che si occupano del noleggio a breve e medio termine, che vedono già nei servizi proposti dalla startup un ulteriore optional da offrire ai propri clienti. “Il mondo business ha mostrato interesse per il progetto. Gran parte dei veicoli elettrici sul territorio italiano è a noleggio e la possibilità di effettuare la ricarica mobile può diventare un ulteriore fattore attrattivo per gli utenti, che insieme al canone per utilizzare l’auto pagheranno anche per delle cariche periodiche”.

L’azienda è pronta a lanciare il proprio servizio pilot a Milano il prossimo autunno. “Stiamo ottimizzando l’app in modo da renderla più user friendly possibile”, spiega Bevilacqua. “È proprio la dimensione urbana il nostro ambito di riferimento per il servizio di ricarica mobile. Anche per una questione logistica, funzioniamo meglio nelle città, proprio come avviene per i monopattini elettrici”. Città sì, ma non solo italiane. Dopo Milano, Reefilla è pronta a proporre il sevizio di ricarica mobile anche a Roma e Torino – dove vengono realizzati tutti i componenti utilizzati dall’azienda -, per poi guardare a metropoli europee come Berlino e Parigi.

(Photo credits: Instagram @reefilla)