energia

A fine mese le nuove bollette, ipotesi rincaro annuo fino a +400%

Il decreto Aiuti bis ha previsto uno stop alle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura gas e luce. Fino al 30 aprile 2023 non saranno efficaci le clausole che permettono alla società di modificare le condizioni relative alla definizione del prezzo anche nel caso in cui sia riconosciuto il diritto di recesso per il cliente. Tutto risolto in vista dell’autunno? In parte, perchè in realtà a stabilire il prezzo delle tariffe è l’Arera, ovvero l’autorità per l’energia. La quale, in un documento inviato al Parlamento oltre un mese fa, ipotizzava aumenti del 100% in autunno.

Sì, dopo i rincari stellari di questi mesi che hanno messo ko soprattutto le piccole e medie imprese, le bollette potrebbero raddoppiare. Il motivo è sotto gli occhi di tutti: il prezzo del gas è passato dai 100 euro/MWh di giugno a quasi 350 due settimane fa e adesso si viaggia attorno ai 210 in attesa di capire se la Ue introdurrà un price cap o se inventerà un altro sistema di raffreddamento prezzi. C’è inoltre da ricordare che in Italia quasi metà dell’energia elettrica è prodotta dal gas, per cui la corrente di pari passo rincarerà pesantemente. Quando aspettarsi il salasso?

Le tariffe elettriche verranno comunicate a fine mese – dopo le elezioni del 25 settembre- e varranno per tre mesi, mentre quelle del gas, che varranno solo per le fatture/bollette di ottobre, saranno rese note a novembre. Il meccanismo introdotto da Arera infatti prevede che la tariffa sia fissata mese per mese, per evitare di stabilire prezzi magari proprio sul picco del mercato.

Le ultime previsioni ufficiali sugli aumenti sono quelle appunto di Arera, che ipotizzava un +100%. La Gran Bretagna ieri ha varato un tetto al prezzo delle tariffe, fissandolo a 2500 sterline anno (circa 2800 euro) per due anni, in più ha congelato per sei mesi i costi energetici alle imprese. Il governo italiano è invece al lavoro per studiare un meccanismo che attutisca ulteriormente l’impatto dei mercati sulle bollette. Le risorse a disposizione tuttavia appaiono limitate, una decina di miliardi di euro.

Visti i repentini balzi e crolli dei prezzi sui mercati nessuno ufficialmente fa previsioni certe sui rincari. Molto dipenderà anche dalle forniture dalla Russia. Se Putin chiudesse tutti i rubinetti verso l’Europa si prospetterebbero due strade: super razionamento dei consumi oppure corsa all’accaparramento di gas con nuova impennata dei prezzi, che secondo alcuni operatori contattati da Gea potrebbe tradursi in un aumento annuale delle bollette fino al 400%. D’altronde – come sottolinea la Fondazione Think Tank Nord Est – il valore del Pun, il prezzo unico nazionale dell’energia elettrica, da agosto 2021 ad agosto 2022 è cresciuto del 351%, quello del gas del 418%.

gas

Arrivano disdette bollette a famiglie. Parla un operatore: “Non si trova più gas”

Arrivano le disdette delle bollette anche alle famiglie. Finora abbiamo letto di molti operatori che scrivono alle aziende, in vista del 1° ottobre, quando scatteranno i nuovi contratti, per comunicare l’impossibilità di proseguire nella fornitura di gas. Le famiglie tuttavia sembravano indenni da questa procedura. Ma una lettera che è stata segnalata a GEA testimonia il contrario. E il gestore della società di distribuzione di gas conferma di non essere l’unico sottolineando come “quest’inverno sarà molto dura per tanta gente”.

Nella lettera, in sintesi, si legge: “Egregio Signor Cliente, ci vediamo purtroppo costretti a comunicarVi che, nostro malgrado, a causa dell’eccezionale andamento dei prezzi dell’energia sui mercati internazionali e dell’oggettiva impossibilità di accedere a nuove forniture di energia, oltre a nuove imprevedibili situazioni eccessivamente onerose, la nostra Società non è più nelle condizioni di poter proseguire nell’attività di fornitura/somministrazione del gas naturale all’oggetto. Per tale ragione, Gruppo Energia Italia S.r.l. … Vi comunica, per le motivazioni sopracitate, la risoluzione del contratto a decorrere dal 01/10/2022. Dal momento che potremo dar corso alla fornitura di gas naturale in Vostro favore solo fino al 30/09/2022, Vi invitiamo a volerVi rivolgere ad altro Fornitore per continuare ad essere forniti nel mercato libero. Per completezza, Vi informiamo che, comunque, in assenza di nuovo contratto con altro Fornitore nel mercato libero, il servizio di somministrazione Vi verrà in ogni caso garantito dal Fornitore di ultima istanza, come stabilito dalla vigente disciplina di settore (ARERA). Purtroppo questa situazione non è dipesa, in alcun modo, dalla nostra volontà, bensì esclusivamente dalla straordinaria ed inusitata situazione internazionale (e, per l’effetto, nazionale) del mercato del gas naturale”.

Il contenuto della lettera è molto trasparente e, per certi versi, disarmante. In pratica l’operatore dice al cliente: se trovi uno più bravo di me, accomodati pure, e buona fortuna. GEA ha contattato i vertici dell’azienda che ha spedito la missiva. E, dall’altra parte del telefono, il presidente Biagio Antonacci non si è tirato indietro: “Sì, stiamo mandando queste lettere. E guardi che mi fa male al cuore. So che può sembrare antipatico ma voglio mettere al corrente l’utente che non ho alternative. Sicuramente non sarà lasciato al freddo, poiché finirà in ‘ultima istanza’ per cui avrà il gas garantito e in seguito potrà scegliersi un altro operatore”.

Senza rancore, dunque. “Il fatto è che prima gestivo gas per un controvalore di 30 milioni, ora però sono costretto a rinunciare alla metà dei contratti, dai condomini a una marea di partite Iva, perché non trovo gas sul mercato. Non me lo vende nessuno”, precisa il presidente di Gei. “Aggiungo che, se anche se lo trovassi, dovrei garantire una fidejussione di 12 milioni. Dove vado a trovarli?”. Ha mai visto una cosa del genere? “Da cinquant’anni sono sul mercato, mi sono sempre occupato di gestione calore e poi di vendere gas e luce, ma un mercato così è incredibile. E molti operatori sono nelle mie stesse condizioni, non sono l’unico a inviare lettere di disdetta. Il problema, nonostante quello che si dice, non è il prezzo, ma la mancanza di gas. Temo che quest’inverno farà soffrire tante persone”.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi

Cdm approva misure contro il caro energia: esteso bonus bollette

Il terzo decreto Energia ora è completo. Con i correttivi approvati dal Consiglio dei ministri, le misure studiate dal governo per aiutare cittadini e filiera produttiva contro i rincari dei prodotti energetici e garantire la liquidità delle imprese che effettuano stoccaggio di gas naturale, sono pronte e operative. Le direttrici sono significative, innanzitutto perché allargano il raggio dei bonus per famiglie, imprese, negozi e pmi a tutti e tre i trimestri del 2022 (le soglie di reddito per accedere sono 8 mila euro per il primo, 12 mila per secondo e terzo). Poi c’è la conferma dell’annullamento fino a settembre delle aliquote relative agli oneri generali di sistema per le utenze domestiche e non domestiche in bassa tensione, oltre che per le utenze con potenza disponibile superiore a 16,5 kilowattora (negozi, pmi, attività artigianali, commerciali o professionali, capannoni e magazzini) o per usi di illuminazione pubblica o di ricariche pubbliche di veicoli elettrici. Inoltre, l’Iva è al 5% sulle somministrazioni di gas metano per usi civili e industriali e sono mantenute al livello del secondo trimestre le aliquote relative agli oneri generali di sistema per il gas naturale.

Senza contare che è prevista un’ulteriore riduzione degli oneri di sistema per il settore del gas, con particolare riferimento agli scaglioni di consumo fino a 5mila metri cubi all’anno, oltre a un contributo per il contenimento dei prezzi del gas da parte dei soggetti titolari di contratti pluriennali di importazione di gas naturale. E ancora, c’è il via libera al prestito di 4 miliardi al Gestore dei servizi energetici (Gse) per l’acquisto di gas naturale finalizzato agli stoccaggi (ad oggi sono vicini al 60%, ma a Palazzo Chigi sono ottimisti sull’obiettivo di portarli al 90 entro novembre). Tutto ciò è stato possibile grazie a un altro passaggio importante in Cdm: l’approvazione dell’assestamento di bilancio per il 2022. “Doveva essere approvato entro oggi“, spiega al termine della riunione Mario Draghi. Sottolineando che “il terzo trimestre per le bollette comincia domani, quindi, in mancanza di questa operazione ci sarebbe stato un disastro: i cittadini avrebbero ricevuto bollette senza agevolazioni, con rincari fino al 35-40%“.

In questo contesto si innesta anche la parte più ‘politica’ del discorso del premier, finito al centro di una polemica con epicentro i Cinquestelle, Beppe Grillo e Giuseppe Conte, proprio mentre era al Vertice Nato di Madrid, subito dopo il Consiglio europeo della scorsa settimana e il G7 di Elmau, dove ha strappato l’impegno dell’Ue ad arrivare a un tetto massimo sul prezzo del gas, come effetto domino del price cap sul petrolio, fortemente voluto dal presidente Usa, Joe Biden. Dalla Spagna, però, Draghi è rientrato con un giorno d’anticipo (e in mattinata ha visto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale), anche se nega il nesso con le polemiche per le presunte richieste avanzate al Garante M5S di rimuovere il leader. Assestamento di bilancio e bollette spiegano “perché sono rientrato a Roma ieri notte e l’ultima seduta del vertice Nato è stata validamente presidiata dal ministro Guerini“. La sua opinione è che la bolla sia destinata a sgonfiarsi: “Abbiamo davanti molte sfide: dalla guerra in Ucraina al Pnrr, ai rincari energetici, alla siccità. Sono convinto che potremo superare queste sfide se sapremo mostrare la stessa convinzione che abbiamo mostrato in questi mesi di governo“.

Per inciso, Draghi dice chiaro e tondo che l’esecutivo “non rischia, sono ancora ottimista” ma senza Cinquestelle “non si fa“: ricorda che “lo dissi già dalle consultazioni” e poi “il governo valuta il contributo che il Movimento ha dato all’azione di governo: troppo per accontentarsi di un appoggio esterno“. Polemica chiusa? Nei prossimi giorni il premier e Conte si sentiranno e si vedranno, il confronto lo dirà.

Nel frattempo le sfide internazionali continuano a premiare l’Italia. Come conferma il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, al termine della missione in Ue al Consiglio su energia e ambiente. I ministri hanno raggiunto un accordo che impegnerà i Paesi dell’Unione a produrre almeno il 40% di energia da fonti rinnovabili entro il 2030 e di realizzare interventi di efficientamento, che permettano di ridurre il consumo di energia del 9% rispetto ai livelli previsti nel 2030. Inoltre, per l’automotive, nonostante la conferma del phase-out per i motori a combustione interna dal 2035, è stata raggiunta un’apertura importante per l’utilizzo di carburanti sintetici a impatto ambientale zero. “Le scelte che sono state prese vanno nell’auspicata direzione di una transizione ecologica rapida ma che non lascia nessuno indietro“, sottolinea il responsabile del Mite. Motivo in più per riportare la calma nella politica italiana. La partita è nella fase decisiva, ogni soffio di vento interno può tramutarsi in tornado a livello internazionale. Un rischio che il nostro Paese, in questa fase, proprio non può permettersi di correre.

bollette

Prezzi alle stelle e bollette da capogiro strozzano le famiglie

L’Italia ha sete di acqua e fame di energia. Due necessità che rischiano di pesare non poco sui bilanci delle imprese. Anche perché una si lega all’altra, dato che la mancanza d’acqua sta spegnendo le centrali idroelettriche, vanto e orgoglio nazionale in questi tempi di vacche magre. E se l’industria è affannata con bollette da capogiro, non va meglio al terziario. L’Osservatorio di Confcommercio stima che tra gennaio e aprile 2022 il prezzo delle offerte elettriche sia salito mediamente del 61%, quelle relative al gas del 21%. Tra aprile 2021 e aprile 2022 i valori sono addirittura a tripla cifra, passando da +110% a +140%. Il conto energetico è insomma sempre più salato per le imprese del commercio, della ristorazione, dei trasporti e del turismo. Secondo Confcommercio, nel 2022 la spesa in carburante per gli autotrasportatori si dovrebbe collocare sui 37 miliardi di euro, ovvero +7 miliardi rispetto al 2021.

PREZZI ALLE STELLE

La congiuntura è stata confermata proprio oggi dall’Istat, nel suo bollettino su commercio estero e prezzi all’import. Il dato che balza all’occhio è ovviamente quello relativo ai beni energetici e ai prodotti petroliferi. Ad aprile la crescita dell’export (+1,5%) interessa tutti i i raggruppamenti principali di industrie, a eccezione dei beni intermedi (-0,3%). L’aumento è dovuto principalmente all’incremento delle vendite di energia (+18%) e beni di consumo non durevoli (+2%). La crescita su base mensile dell’import (+7,0%) riguarda tutti i raggruppamenti, a esclusione dei beni di consumo durevoli (-2,8%), ed è spiegata per la metà dall’aumento degli acquisti di energia (+18,1%). Per quanto riguarda i prezzi all’importazione, incrementi tendenziali sono stati rilevati in quasi tutti i settori manifatturieri, e i più elevati interessano fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+56,4% area euro, +54,8% area non euro).

CONTI IN TASCA

Gli effetti si vedono non solo nel manifatturiero. I dati del terziario che arrivano dall’Osservatorio di Confcommercio parlano chiaro: solo ad aprile i costi dell’elettricità sono aumentati tra il 50% e l’80%. Fa riflettere il conto medio di un albergo tipo, che quest’anno potrebbe dover affrontare spese per 137mila euro per la corrente (+76% rispetto al 2021) e 6mila euro per il gas, ma anche quello di un ristorante (per la corrente 18mila euro, +57%, per il gas circa 10mila euro), mentre per un negozio alimentare la corrente passerà da 23mila a 40mila euro (+70%) e per un bar il conto annuale aumenterà del 54%. Per i negozi non alimentari il rincaro, stima Confcommercio può arrivare addirittura all’87%. Calcolatrice alla mano, i vari comparti del terziario sono chiamati a far fronte a un aggravio di spesa di 27 miliardi, oltre il doppio del 2021 (11 miliardi). Numeri pesantissimi che testimoniano ulteriormente, qualora ce ne fosse bisogno, il momento di sofferenza delle imprese. Nel confronto tra aprile 2021 e aprile 2022, la bolletta annuale di elettricità e gas è aumentata considerevolmente per tutti i principali comparti del terziario: settore alberghiero a +68mila euro per l’elettricità e +13mila per il gas, ristoranti a +9mila euro e + 5mila.

Confcommercio rimarca anche il “pesantissimo balzo” per le famiglie, con tariffe più che raddoppiate dal 2021: la spesa media annuale di un nucleo tipo – con consumo annuo di 2.700 kWh – sarà di 1.116 euro (ovvero più del doppio rispetto ai 540 euro dell’anno scorso). Per quanto riguarda invece i consumi annui di gas (circa 1.400 metri cubi) la spesa sarà di 1.731 euro, ovvero +703 euro rispetto al 2021 (era a quota 1.028).

DEFICIT DA 9 MLD IN UN MESE

La ‘fame di energia’ costa dunque cara, ma l’Italia non è sazia. Anzi. Secondo l’Istat, ad aprile 2022 il deficit energetico raggiunge i 9,111 miliardi (era 2,849 miliardi un anno prima), mentre da gennaio, proprio per effetto dei forti rialzi dei valori medi unitari all’import di gas, greggio e prodotti della raffinazione, raggiunge quasi i 31 miliardi.

Protesta

Arriva la protesta delle ‘pentole vuote’ contro il caro-prezzi

Migliaia di ‘pentole vuote‘, simbolo delle difficoltà economiche delle famiglie, affolleranno le piazze d’Italia il prossimo 10 giugno. È la protesta lanciata dalle più importanti associazioni dei consumatori, che chiamano a raccolta delegati in tutte le Regioni contro il caro-prezzi dell’energia. “Siamo in presenza non di un generico né temporaneo aumento dei prezzi, ma di una vera e propria emergenza nazionale, alimentata da ingiustificabili fenomeni speculativi, che sta costringendo le famiglie a rinunce e privazioni che avranno importanti conseguenze“, spiegano le organizzazioni.

Denunciano un gap sempre più profondo nel Paese, che colleziona disuguaglianze, povertà energetica e povertà alimentare. Più di un quarto delle famiglie si trova già in difficoltà e sta iniziando a ridurre anche i consumi essenziali, come quelli alimentari, sanitari e di cura della persona. Inflazione e caro-bollette, afferma il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, “non solo modificano i comportamenti economici dei consumatori, portandoli a tagliare gli acquisti anche per beni essenziali, ma producono un danno ingente alla nostra economia, in termini di Pil, occupazione e incidenza della povertà“.

Al Governo le sigle chiedono di essere ricevute e coinvolte nelle scelte sul contrasto alla povertà energetica, il sostegno alle famiglie e ai soggetti più fragili, la determinazione e sorveglianza dei prezzi, i carichi fiscali.

Nel 2022, l’inflazione ha già raggiunto il 6,5%, come non accadeva dai primi anni ’90, e il rialzo dei tassi d’interesse previsto porterà all’aumento delle rate di mutui e prestiti.

A monte, secondo i dati dell’Istat, i prezzi alla produzione dell’industria sono aumentati nel mese di aprile dello 0,2% su base mensile e del 35,3% su base annua. Se l’incremento congiunturale appare contenuto, quello su base annua è il secondo maggior rialzo di sempre, dopo quello di marzo, del 36,9%. “Un guaio per i consumatori, dato che questi rincari verranno inevitabilmente traslati in avanti sui clienti finali, con effetti sull’inflazione e sulla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie“, scandisce Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Le associazioni lamentano risposte troppo “timide” dell’esecutivo, che, tuonano, “si è limitato a misure di carattere emergenziale e temporaneo, come la tassazione sui superprofitti delle società dell’energia, gli sgravi parziali per alcune imprese e la riduzione degli oneri fiscali sulle bollette, ma rinviando i necessari interventi di carattere strutturale che da tempo rivendichiamo per arginare una crisi che si prospetta non di breve periodo“.

I raduni si terranno il 10 giugno alle 11, con presidi a Roma in piazza Santi Apostoli e contemporaneamente in tutti i capoluoghi regionali davanti alle Prefetture. Sono state invitate a partecipare alla manifestazione le organizzazioni sindacali e datoriali, il mondo del terzo settore e del volontariato sociale, le associazioni ambientaliste e studentesche. Insieme, dalle piazze d’Italia, presenteranno una piattaforma di interventi per calmierare i prezzi e combattere la speculazione.

Energia e carburanti, nuovi aiuti: accise tagliate fino a luglio

Il governo vara i nuovi decreti per fronteggiare il rincaro dei prezzi. Con due Consigli dei ministri. Il primo dedicato alla proroga del taglio delle accise sui carburanti, che resterà in vigore fino all’8 luglio, e riguarderà la benzina in 478,40 euro per mille litri, gli oli da gas o gasolio usato come carburante per 367,40 euro per mille litri, gas di petrolio liquefatti (Gpl) usati come carburanti per 182,61 euro per mille chilogrammi. La novità riguarda il metano, le cui imposte saranno a zero euro per metro cubo. Inoltre, l’Iva applicata al gas naturale usato per autotrazione scende al 5%, mentre il garante dei prezzi potrà monitorare su questi nuovi tagli delle accise avvalendosi anche della collaborazione della Guardia di finanza. Misure che trovano il plauso della maggioranza (da Lega a Pd e in un certo modo anche M5S), ma anche delle opposizioni. “Sono state accolte integralmente tutte le nostre richieste“, esulta infatti Fratelli d’Italia. Mentre Assogasmetano, Assopetroli-Assoenergia e Federmetanoaccolgono con favore le misure approvate dal Consiglio dei ministri e revocano lo sciopero indetto per i giorni del 4, 5 e 6 maggio“.

L’altro Consiglio dei ministri, invece, dà il via libera agli aiuti per le filiere produttive e le famiglie colpite dal rincaro dei prezzi, conseguenti all’invasione russa in Ucraina, e le semplificazioni per accelerare sulla diversificazione degli approvvigionamenti energetici. La norma più attesa concede, infatti, la possibilità di nominare commissari i presidenti delle Regioni in cui verranno istallati impianti di rigassificazione, anche galleggianti, dimezzando i tempi di approvazione delle Valutazioni di impatto ambientali. “Non si tratta di strutture permanenti, che durano 30 anni. Ne saranno due: uno all’inizio del 2023 l’altro alla fine del 2023“, chiarisce il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Le autorizzazioni per le opere di impianti dovranno arrivare entro 120 giorni dalle istanze. Buone notizie per le imprese, perché “il contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta” a favore delle aziende a forte consumo di gas naturale, per il primo trimestre dell’anno 2022 aumenta al 25%. Il decreto, poi, introduce un bonus nella misura del 28% della spesa sostenuta nel primo trimestre dell’anno 2022 per l’acquisto del gasolio impiegato dalle aziende di autotrasporto. “Il provvedimento approvato oggi vale 14 miliardi, insieme allo scorso siamo a un totale di 30 miliardi già spesi. Il tutto, senza ricorrere a scostamenti di bilancio“, dice il premier, Mario Draghi, in conferenza stampa. “Questo decreto testimonia l’impegno del governo nel sostenere le famiglie, in particolare le più povere, nel sostenere le imprese – sottolinea -. In un clima di grandissima incertezza il governo fa il possibile per poter dare un senso di direzione, di vicinanza a tutti gli italiani. Le azioni di oggi rappresentano bene quella che è la determinazione del governo. In un certo senso, è il senso del governo stesso“.

Le imprese del settore agricolo, forestale e nelle zone rurali, per aumentare la capacità di produzione di energia elettrica rinnovabile, sarà consentito realizzare impianti fotovoltaici sui tetti delle proprie strutture produttive aventi potenza eccedente il consumo medio annuo di energia elettrica, compreso quello familiare, consentendo anche la vendita in rete dell’energia elettrica prodotta. Anche per le Regioni arrivano novità, perché entro il 31 luglio prossimo (e limitatamente al 2022) dovranno aggiornare i prezzari del Codice dei contratti pubblici, che saranno validi fino al 31 dicembre ma potranno essere transitoriamente utilizzati fino al 31 marzo 2023 per i progetti a base di gara la cui approvazione sia già intervenuta. Per le imprese che hanno subito ripercussioni economiche negative dovute alla crisi internazionale in Ucraina, poi, per il 2022 è istituito, nello stato di previsione del ministero dello Sviluppo economico, un Fondo con una dotazione di 200 milioni di euro, con contributi a fondi perduto, per far fronte alle perdite di fatturato derivanti dalla contrazione della domanda, dall’interruzione di contratti e progetti esistenti e dalla crisi nelle catene di approvvigionamento.

Per le famiglie, infine, viene confermato il bonus sociale, per tutto il terzo trimestre dell’anno, con effetti anche retroattivi, per il pagamento delle somme eccedenti bollette elettriche e del gas. In poche parole, chi deve pagare riceverà un aiuto, mentre chi ha già provveduto a saldare l’addebito sarà “oggetto di automatica compensazione da effettuare nelle bollette immediatamente successive“. L’importante sarà l’ottenimento di attestazione Isee che certifichi la difficoltà a ottemperare agli impegni. E aumenta di 200 milioni di euro anche il “finanziamento corrente del Servizio sanitario corrente, per far fronte “ai maggiori costi per gli enti del Ssn determinati dall’aumento dei prezzi delle fonti energetiche“. Ora si attende di capire la reazione dei sindacati, che in mattinata, dopo l’incontro con il premier, Mario Draghi, ha detto chiaro e tondo di ritenere insufficienti gli aiuti di 6-7 miliardi, chiedendo interventi su lavoro, pensioni e, soprattutto, uno scostamento di bilancio.

Caro energia: Governo vara decreto per 8 miliardi

Atteso da settimane, il Consiglio dei ministri ha varato il nuovo decreto per prorogare i sostegni a favore di famiglie e imprese per fronteggiare l’aumento dei costi dell’energia che ha causato l’impennata delle bollette nei primi mesi dell’anno. Il nuovo pacchetto, esteso al secondo trimestre del 2022, ha una dotazione complessiva di 5,8 miliardi di euro e si compone di più voci, dall’abbattimento degli oneri di sistema al credito d’imposta, alle misure mirate per le imprese energivore.

Mettiamo in campo quasi 8 miliardi di euro di cui sei per provvedimenti sull’energia senza ricorrere a scostamenti di bilancio – ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi – ma utilizziamo i margini e risparmi conseguiti lo scorso anno“. Le misure sono rivolte a sostenere l’economia che, come ricorda il ministro dell’Economia Daniele Franco “è in una fase difficile che dopo una forte ripresa vediamo un rallentamento connesso all’evoluzione dei prezzi dell’energia che hanno toccato livelli molto molto elevati”.

Nel dettaglio famiglie e imprese potranno continuare ad avvalersi dell’abbattimento degli oneri di sistema sulla bolletta, aiuti per circa 3 miliardi mentre per la riduzione dell’Iva e degli oneri sul gas è destinato un altro miliardo e 100 milioni. L’incremento a favore del bonus sociale a favore delle famiglie e soggetti svantaggiati o incapienti è di 500 milioni. Sempre per calmierare la bolletta energetica altre risorse sono destinate a Regioni, Comuni e città metropolitane.

Nel decreto ci sono misure mirate per le imprese energivore e ad alto consumo di gas nella forma di crediti d’imposta e contributi per un miliardo e 200 milioni. Nell’ambito di un’azione più ampia del governo sul fronte energia, sono compresi una serie altri interventi più strutturali come il via libera a un aumento della produzione nazionale sui giacimenti esistenti non con nuove trivellazioni e all’ottimizzazione dello stoccaggio (fino al 90 %) per acquisti a lungo termine e affrontare le emergenze e in previsione del prossimo inverno. Accanto, “una formidabile semplificazione per la diffusione del fotovoltaico per l’autoconsumo con un modulo unico per le installazioni negli edifici”, ha spiegato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

Il pacchetto del potenziamento delle rinnovabili prevede contributi a fondo perduto per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili fino a 200 kW rivolto all’autoconsumo delle piccole e medie imprese. Per contrastare la crisi del settore automobilistico e affrontare la transizione energetica sarà poi istituito un fondo in dotazione al ministero dello Sviluppo economico. “L’intervento pubblico è importante ma lo sarà ancora di più quello privato” ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti. Le risorse a disposizione “sono di 1 miliardo all’anno per i prossimi otto anni e accompagneranno la transizione anche con incentivi per autovetture ecologicamente compatibili come ibride ed elettriche”.