pioggia autunno

Arriva l’autunno: ma la prossima settimana ancora sole e caldo

Inizia l’autunno meteorologico con piogge e temporali, ma la prossima settimana torneranno il sole ed il caldo su mezza Italia. Se l’autunno astronomico inizierà solo il 23 settembre, quello del tempo anticipa di ben 23 giorni a oggi, 1 settembre.

Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, conferma infatti che il primo giorno dell’autunno meteorologico sarà caratterizzato da frequenti piogge soprattutto in Emilia Romagna ed al Centro, in spostamento dalle regioni tirreniche verso le adriatiche. Diffusi acquazzoni anche al Sud dove il tempo è previsto in temporaneo, ma diffuso peggioramento.

Venerdì 2 settembre dovrebbe registrare una tregua, ma durante il weekend arriverà la prima perturbazione atlantica autunnale con piogge diffuse e persistenti verso il Centro-Nord. In sintesi avremo un contesto simil-autunnale almeno fino a domenica.

Ma la pazza estate 2022 ci sorprenderà ancora: già nel weekend al Sud, e durante la prossima settimana su gran parte del Paese, potrebbero tornare temperature elevate e tanto sole per più giorni.

(Photo credits: Kirill KUDRYAVTSEV / AFP)

ambulanza caldo

Vittime delle ondate di calore: a fine luglio +36% di mortalità

Un’estate torrida e siccitosa. E a risentirne non sono stati solo i bacini e le coltivazioni, ma anche le persone. Tanto che, secondo quanto riporta l’ultimo rapporto del ministero della Salute sulle ondate di calore, nel mese di luglio l’eccesso di mortalità è stato pari al 29%, ed ha interessato tutte le persone con età superiore a 65 anni. L’effetto maggiore è stato riscontrato negli over 85, fra i quali è stato registrato un eccesso di mortalità del 41% nelle città del nord e del 35% nelle città del centro-sud. Particolarmente elevato è stato l’impatto sulla mortalità dell’ondata di calore della seconda metà del mese di luglio, con eccesso del 36% e che ha interessato tutte le aree del paese, in particolare alcune città del nord.

Fra le città più colpite Bolzano (+59%), Torino (+70%), Milano (+49%), Brescia (+38%), Venezia (+24%), Genova (+49%), Bologna (+25%), Firenze (+43%), Roma (+28%), Viterbo (+48%), Campobasso (+69%), Napoli (+25%), Bari (+60%), Cagliari (+34%), Reggio Calabria (+37%), Palermo (+24%), Catania (+42%). Anche durante la prima metà di agosto la mortalità è stata superiore all’atteso (+18%), anche se l’eccesso di mortalità riscontrato è stato inferiore a quello di luglio. Dati significativi sono stati registrati a Torino (+32%), Milano (+20%), Genova (+22%), Bologna (+18%), Firenze (+22%), Roma (+11%), Latina (+67%), Napoli (+19%), Bari (+61%).

I dati per classi di età mostrano come l’eccesso sia principalmente a carico della fascia di età più anziana (over 85) nella quale si è registrato un incremento del 38% rispetto al 15% e 19% nelle fasce di età 65-74 e 75-84. L’eccesso di mortalità nella classe di età più anziana è più marcato tra le città del nord (41% rispetto ad un 35% al centro-sud) ed è stato particolarmente elevato a Bolzano, Torino, Milano, Brescia, Genova e Bologna.

maltempo

Pioggia al nord, 37° al sud: Italia ancora divisa in due

Fine agosto di temporali al Nord e di caldo in Sicilia con picchi di 35/37°C. Due facce della stessa medaglia con le correnti meridionali che spingono aria calda e umida verso il meridione e il flusso perturbato sudoccidentale che investe il settentrione e parte del Centro. Con questa configurazione spesso l’Italia appare divisa in due; sarà così anche questa volta con caldo africano verso il Sud e maltempo per più giorni al Nord.

I fenomeni associati al flusso perturbato sudoccidentale saranno ancora a tratti intensi in particolare sul Nord-est e a ridosso della dorsale appenninica con locali colpi di vento e grandine. Anche lungo le coste adriatiche, nelle prossime ore, potrebbe insistere una vivace instabilità.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma una situazione temporalesca perturbata almeno fino a domenica sul Nord e parte del Centro; il meridione si troverà invece in un contesto caldo per il periodo, molto caldo in Sicilia, e vedrà qualche acquazzone isolato solo tra Campania e Puglia.

Un inizio di settembre che potrebbe poi vedere l’arrivo di una perturbazione atlantica ancora più intensa, con piogge diffuse nella giornata di sabato su tutto il Nord e parte del Centro. Ma allora l’estate è finita? Sembra di no. Osservando le mappe a lunga scadenza, la prossima settimana potrebbe riproporre una ‘versione in miniatura’ dell’Anticiclone Africano dell’estate 2022 con sole e caldo su mezza Italia: le temperature saliranno in modo sensibile fino alla Toscana, oltre gli Appennini probabilmente rimarranno su valori normali. Anche il sole si fermerà in Toscana, baciando tutto il Centro-Sud; al Nord il tempo, anche la prossima settimana, potrebbe essere capriccioso ma decisamente meno piovoso rispetto a questi giorni.

siccità cina

Metà Cina colpita da siccità: manca l’acqua anche in Tibet

La siccità ha colpito metà del territorio cinese a causa del caldo record di questa estate, che fa scarseggiare l’acqua anche in Tibet. La Cina non ha mai avuto un’estate così calda da quando sono iniziati i monitoraggi, nel 1961. Si tratta di una situazione senza precedenti sia per la durata che per l’estensione dell’ondata di calore. Diverse grandi città hanno registrato i giorni più caldi della loro storia, con temperature fino a 45°C nel Sud-Ovest del Paese. Come il fiume più grande del Paese, lo Yangtze, molti fiumi sono gravemente prosciugati.

La siccità ha colpito un’ampia fascia del Paese che comprende la parte meridionale della regione montuosa autonoma del Tibet e si estende alle regioni costiere orientali, cuore economico della Cina. Questa vasta area, con una popolazione totale di oltre 370 milioni, segue principalmente il corso del fiume Yangtze. Alcune parti del Tibet sono elencate come aree di siccità “grave” o “eccezionale” dall’Agenzia meteorologica nazionale.

siccità cina

Queste condizioni rappresentano una sfida per l’agricoltura in un Paese che già normalmente ha un deficit di terreni coltivabili. Particolarmente problematica è la situazione per le colture di riso e soia, ad alta intensità idrica. Ieri il governo ha deciso di sbloccare aiuti per 10 miliardi di yuan (quasi 1,5 miliardi di euro) a sostegno degli agricoltori. Il denaro sarà utilizzato principalmente per garantire il raccolto autunnale di riso. Il prosciugamento dei fiumi, che alimentano le dighe, sta inoltre costringendo le autorità a razionare l’elettricità a livello locale.

(Photo credits: STR / AFP)

siccità

La siccità 2022 sarà la peggiore degli ultimi 500 anni nell’Ue

La peggiore da almeno 500 anni, in tutto il continente. La siccità del 2022 in Europa potrebbe aver toccato un livello epocale, come anticipa la valutazione preliminare dell’ultimo rapporto del Centro comune di ricerca (Ccr) della Commissione Ue ‘Siccità in Europa – Agosto 2022’ e che dovrà essere confermata dai dati finali alla fine della stagione. L’emergenza potrebbe durare fino a novembre, avvertono gli esperti del Ccr: “È probabile che nella regione euro-mediterranea occidentale si verifichino condizioni più calde e secche del solito“.

siccità

L’aggiornamento della valutazione sulla situazione della siccità in Europa è basato sui dati e le analisi dell’Osservatorio europeo della siccità ed evidenzia la situazione “ancora grave” in molte regioni Ue. L’evoluzione e gli impatti della prolungata siccità sul territorio comunitario confermano la situazione di luglio, con il 64% del territorio dell’Unione europea complessivamente in stato di allerta: questo contribuisce a diffondere “ampiamente le aree a rischio incendio in tutta l’Ue“, si legge nel rapporto, a proposito dell’emergenza che sta colpendo le zone boschive dalla Francia al Portogallo e la Spagna. Il 47% del territorio è ancora “in condizioni di allerta” – e questo significa che le precipitazioni sono state inferiori alla norma e l’umidità del suolo è in deficit – mentre il 17% si trova “in allerta“, con la vegetazione e le colture che mostrano gli effetti negativi della siccità.

Le attuali previsioni di resa per il mais, la soia e i girasoli a livello europeo sono crollate rispettivamente del 16%, 15% e 12% al di sotto della media quinquennale e il “grave deficit di precipitazioni ha interessato quasi tutti i fiumi europei“. Le ripercussioni sono state avvertite in particolare sul settore energetico – sia per la produzione di energia idroelettrica sia per i sistemi di raffreddamento di altre centrali – ma anche sul trasporto fluviale. È per questo motivo che diversi Stati membri Ue hanno adottato quest’estate misure di restrizione idrica, considerato anche l’allarme per cui “le forniture potrebbero essere ancora compromesse nelle prossime settimane“. Il rapporto Centro comune di ricerca della Commissione avverte inoltre che, nonostante le precipitazioni degli ultimi giorni hanno alleviato le condizioni di siccità in alcune regioni europee, si sono presentate “nuove sfide” sotto la forma di forti fenomeni temporaleschi.

maltempo

Estate in crisi: atteso duplice attacco temporalesco

Estate in crisi, duplice attacco alla voglia di vacanze; arrivano temporali e grandine, ma non è tutto finito. Un ciclone dai Balcani sta spingendo aria instabile verso il meridione e parte delle regioni centrali con temporali anche intensi, durante il weekend si aprirà la porta atlantica e dalla Francia potrebbero arrivare piogge e temporali soprattutto verso il Nord.

L’estate caldissima, anomala, iniziata in anticipo a maggio, sembra aver perso il fiato, tanto da non avere più energia per portare il caldo africano e il sole verso l’Italia. I temporali saranno dunque sempre più frequenti, ma non è tutto finito: la prossima settimana potrebbe essere decisamente migliore, gradevole e soleggiata da Nord a Sud.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, indica la possibilità ancora di forti temporali al Sud nelle prossime ore, a causa del mare molto caldo, fino a 27/28°C e della convergenza dei venti, soprattutto intorno allo Stretto di Messina e alla Sicilia settentrionale. Anche in Calabria possibili nubifragi, fino alla Basilicata meridionale, il Metaponto. Al Centro insisterà un certa instabilità su Abruzzo, Molise e Basso Lazio, altri acquazzoni non si escludono tra Puglia e Campania mentre al Nord e sul resto del Centro il tempo sarà ottimo, seppur via via più caldo durante il giorno. Al mattino, ormai ci sono temperature settembrine.

Al Sud sono previsti temporali intensi tra Calabria e Sicilia orientale per la presenza di un ciclone sui Balcani meridionali che si sposterà lentamente verso la Grecia. Da domani i rovesci saranno meno diffusi e più concentrati a ridosso delle montagne, mentre il weekend vedrà un miglioramento al Sud. Tutto l’opposto per il Nord dove in queste ore stiamo vivendo una fase estiva molto gradevole con temperature massime sui 30°C e minime localmente inferiori ai 15°C.

Ma, come detto, ci sarà il mini-ribaltone nel weekend: dove adesso è brutto migliorerà, dove adesso è bello peggiorerà.

temporale

In arrivo grandine e temporali di forte intensità al Sud

Nel cuore dell’estate un ciclone dai Balcani porterà una nuova ondata di maltempo. L’area di bassa pressione centrata al momento sulla Serbia (si tratta della vecchia perturbazione che ha portato forte maltempo al Centro-Nord tra il 17 e il 19 agosto), tende ad espandersi verso l’Adriatico, colpendo anche il Sud.

Il ciclone balcanico non riuscirà a spostarsi verso Est a causa di una robusta alta pressione estesa sull’Europa orientale. Con il blocco anticiclonico ad Est, associato anche a un caldo anomalo dalla Turchia fino alla Lettonia, la bassa pressione ‘ondeggerà’ pigramente tra Serbia e Grecia portando aria molto instabile verso le regioni meridionali. In sintesi, ci saranno frequenti temporali soprattutto tra Campania, Basilicata, Calabria ed est Sicilia.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, informa che, come è successo la scorsa settimana al Centro-Nord a causa della temperatura del mare piuttosto elevata, i fenomeni temporaleschi potrebbero assumere carattere di forte intensità anche lungo le coste. I mari meridionali infatti hanno una temperatura dell’acqua ancora molto calda, sui 27/28°C; il Tirreno centro-settentrionale ed il Mar Ligure registrano circa 26°C, solo l’Adriatico è leggermente meno caldo con la temperatura dell’acqua a 24°C. Questo sensibile guasto temporalesco al Sud sarà parzialmente bilanciato da un deciso miglioramento al Nord dove fino a venerdì il tempo sarà decisamente soleggiato e gradevole; per il weekend, l’ultimo di agosto, potremmo vedere un miglioramento al Sud ed un parziale aumento dell’instabilità al Centro-Nord.

(Photo credits: NICOLAS TUCAT / AFP)

Arriva l’apice del caldo ma da domenica 10° in meno al Nord

Il 10 maggio per l’Italia è iniziata una delle peggiori e lunghe fasi calde degli ultimi anni, forse più intensa anche di quella dell’estate 2003: faremo i conti alla fine della stagione, ma numerosi record di caldo sono stati stracciati, polverizzati. Ben cinque ondate di calore africano hanno investito il nostro paese senza significative interruzioni, con temperature vicine o superiori ai 40° all’ombra: siamo più caldi di alcune zone del Marocco, abbiamo il mare bollente quasi come il Mar Rosso ed il Golfo Persico, Genova e molte altre città italiane registrano notti tropicali da giugno senza interruzione. Lo zero termico che ha raggiunto i 5.000 metri e stabilmente si è posizionato sui 4.800 metri da metà luglio, portando valori positivi di temperatura anche sul Monte Bianco, la montagna più alta d’Europa. Insomma di freddo e pioggia abbiamo perso il ricordo.

Poi, all’improvviso, dalla Svezia, un colpo di scena. Una rapida incursione di aria leggermente più fresca dalle terre vichinghe provocherà dei temporali ad iniziare dal Nord: i fenomeni potranno essere anche intensi a causa dello scontro con l’aria umida, appiccicosa e calda presente al momento nel catino padano.

Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma dunque che l’attuale ondata di calore sarà molto intensa, ma di durata inferiore rispetto alle precedenti: al Nord avremo un calo delle temperatura già domenica, al Centro da lunedì e probabilmente da martedì torneremo a respirare anche al Sud, pure con qualche pioggia sparsa.

In sintesi, nelle prossime 24-36 ore vivremo l’apice del caldo con picchi di 38-40°C all’ombra, in particolare su Pianura Padana, Toscana, Umbria e Lazio: domani qualche primo temporale potrebbe già raggiungere le pianure del Nord, specialmente dal pomeriggio verso il Triveneto. Domenica sarà comunque la giornata della svolta al settentrione: dalla Svezia i temporali dovrebbero raggiungere Alpi e pianure già nella notte e fino alla prima parte della giornata in modo a tratti anche intenso; in seguito il tempo sarà più fresco e variabile con qualche acquazzone diretto anche verso la Toscana. Da lunedì gradualmente le correnti ‘vichinghe’ sono poi attese verso il resto del Centro ed al Sud dove potrebbero portare fresco e piogge sparse.

In questo contesto più dinamico troveremo, se la previsione sarà confermata, anche del vento più secco da Nord-Est soprattutto sulla fascia adriatica, ottimo per percepire temperature più ‘allegre’ e gradevoli.

zanzara

In città boom di zanzare e zecche a causa di alte temperature

Le alte temperature che stanno caratterizzando questo 2022 hanno una ripercussione non solo sull’ambiente (siccità e incendi), ma rappresentano un pericolo per la salute dell’uomo. E non parliamo di problemi cardio respiratori che potrebbero derivare da afa e caldo, ma della proliferazione degli insetti, fenomeno che gli esperti osservano già da tempo. Gea ne ha parlato con il presidente di Sima (Società italiana di medicina ambientale), Alessandro Miani. “L’aumento delle temperature estive – spiega -, con l’allungamento dei periodi torridi (una volta limitati alle prime tre settimane di agosto), è causa di incendi, ma anche di un’anomala invasione d’insetti quali zecche, cavallette e zanzare tigri. In questo contesto, insieme all’inesorabile deforestazione del pianeta, all’estinzione di numerose specie viventi e a una sempre minore biodiversità, vanno emergendo e diffondendosi nuove epidemie, malattie e zoonosi trasmesse da vettori (insetti, animali o pesci) che talora colonizzano nuovi habitat e aree dove non erano precedentemente presenti”.

Ma la siccità che sta caratterizzando buona parte del Paese in questi ultimi mesi, non può essere paradossalmente un aiuto contro la schiusa delle uova di questi insetti?

“La siccità porta a una ridotta produzione delle zanzare questi insetti hanno infatti bisogno di acqua stagnante in cui depositare le proprie uova. Ecco perché osserviamo una proliferazione particolare in città rispetto alla campagna. Nei centri abitati molti sindaci hanno emesso ordinanze per la chiusura delle fontane, ma resta comunque quella stagnante alla base delle fontane dove le zanzare possono deporre le proprie uova. Contemporaneamente poi, le temperature elevate e prolungate stanno portando alla presenza nel nostro Paese di specie aliene. Queste arrivano in Italia a causa delle globalizzazione e trovano qui un habitat ideale, perché simile al loro Paese di origine. Pensiamo al fenomeno della febbre West Nile che sta interessando particolarmente il Veneto in queste settimane. La zanzara tigre invece ormai può essere considerata di casa, ma sta proliferando anche la zanzara coreana e quella giapponese”.

Perché rappresentano un pericolo per la salute dell’uomo?

Tutte le zanzare sono insetti vettori che, nel pungere l’uomo, possono immettere nel nostro organismo un virus di cui sono portatrici. Questo fenomeno si chiama zoonosi e il rischio è che questi insetti possano portare in Italia patologie a noi sconosciute”.

All’origine di questi fenomeni c’è il cambiamento climatico.

La siccità e gli inverni caldi aumentano la proliferazione anche di altri insetti, come le zecche. Queste depositano le proprie uova nel periodo invernale e si schiudono sempre prima perché fa caldo. Questi insetti tendono a stare nascosti quando fa freddo e a uscire quando le temperature sono elevate, in più anche loro sono portatori di patogeni, pensiamo ad esempio alla meningite. Inoltre c’è da evidenziare il fatto, che proprio come per le zanzare, anche le zecche sono sempre più presenti in città. Un tempo si trovavano solo in campagna, in aree incolte con l’erba alta”.

L’ultimo insetto che prolifera con l’aumento delle temperature è poi la cavalletta che non rappresenta un rischio diretto per la salute dell’uomo, ma è capace di devastare campi e raccolti.

“Per Paesi più sfortunati del nostro come quelli africani, le cavallette portano alla morte perché determinano la carestia, ma anche da noi creano notevoli danni all’agricoltura“.

Quali soluzioni dunque si possono adottare per contenere questa proliferazione di insetti?

“Il problema generale è il surriscaldamento globale e su questo fronte si devono muovere gli Stati con politiche adeguate e rapide come lo stop all’utilizzo di fonti fossili per produrre energia. Sono infatti loro le principali responsabili del cambiamento climatico. A livello personale invece ogni Comune può fare qualcosa, come la raccolta puntuale della spazzatura nelle strade. Questa azione infatti riduce la proliferazione di insetti e roditori. Un’altra accortezza è poi quella di non lasciare acqua stagnante in giardini e campi, habitat prediletto dalle zanzare”.

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Mai luglio tanto caldo e siccitoso: allarme dal Piemonte al Trentino

Primi del mese, tempo di bilanci del mese precedente. Le agenzie regionali per l’ambiente di Veneto e Piemonte insieme a Meteotrentino per il Trentino hanno diffuso i loro bollettini sulla situazione climatica del mese di luglio e sono dei veri bollettini di guerra: temperature ai massimi, portate dei fiumi ai minimi e scarsità di precipitazioni. Che la situazione stesse così i cittadini e le aziende agricole del nord Italia l’avevano già capito, ma ora c’è la certificazione degli esperti del settore.

Arpa Veneto già ieri aveva detto che per riequilibrare il deficit di precipitazioni, ad agosto dovrebbero cadere 477 mm di pioggia, oggi invece, sul fronte delle temperature, ha certificato che il mese scorso è stato il luglio più caldo degli ultimi 30 anni, battendo il record del 2015. “Sulla base dei dati della rete di stazioni Arpav – spiega l’agenzia per l’ambiente – il mese di luglio risulta infatti il più caldo dell’ultimo trentennio per quanto riguarda le temperature massime (il precedente record era del luglio 2015), mentre per le temperature minime si configura come il secondo luglio più caldo dopo quello del 2015. Luglio 2022 è più caldo di quello del 2003, in cui i picchi di temperatura erano stati registrati soprattutto a giugno e nella prima metà di agosto“.

Situazione analoga anche in Trentino, dove Meteotrentino ha riferito che “luglio 2022 è risultato con temperature molto superiori alla norma. La temperatura media mensile non è stata però da record risultando ovunque poco inferiore al massimo: il luglio più caldo è stato ovunque quello del 2015, fatta eccezione per Trento Laste dove il record, seppur di solo un decimo di grado, è ancora quello del luglio 1950. Da evidenziare però che a Trento Laste non si era mai registrata una temperatura minima così alta. La minima assoluta del mese di 16,4 °C è stata registrata il 9 luglio e risulta la più alta mai registrata; il record precedente era 16,0°C nel 1967“.

Il mese di luglio del 2022 dunque sarà ricordato per le temperature molto elevate, per le scarse precipitazioni fino al giorno 24, per il perdurare quindi del periodo siccitoso e per gli incendi che si sono verificati in diversi boschi soprattutto prima delle precipitazioni iniziate il giorno 25“.

Anche Arpa Piemonte ha certificato numeri record: “Analizzando i dati dell’anno 2022 – spiega l’agenzia per l’ambiente -, sul Piemonte sono caduti nel periodo 1 gennaio-31 luglio circa 272 mm medi di pioggia e/o neve, a fronte di una norma climatica del medesimo periodo che si assesta sui 528 mm, con un deficit significativo, pari al 49%, rispetto al valore medio degli ultimi 30 anni“. Concentrandosi sul mese di luglio, sull’intero bacino del Po chiuso alla confluenza col Ticino sono caduti in media 44 mm di pioggia, con uno scarto del 23% rispetto alla media storica mensile degli ultimi 70 anni”.

Dal punto di vista delle temperature, il mese appena trascorso si pone come il secondo luglio più caldo degli ultimi 65 anni, dopo quello del 2015, ma se consideriamo l’intero trimestre maggio-giugno-luglio, i tre mesi appena terminati sono stati nel complesso i più caldi mai osservati con la rete meteorologica di Arpa Piemonte, superando i trimestri corrispondenti del 2003 e il 2015. Soltanto per due brevi periodi ad inizio e fine di maggio, le temperature giornaliere sono state al di sotto della norma climatica 1991-2020: in tutte le altre giornate le temperature sono state al di sopra della norma, con 3 periodi record attorno alla metà di ciascuno degli ultimi tre mesi“.

Anche l’associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi) ha evidenziato come la situazione sia stata e lo sia ancora, drammatica nel nord del Paese. In Valle d’Aosta ad esempio l’indice SPI (Standard Precipitation Index) a lungo termine (12 mesi) indica livelli di siccità estrema per tutta la fascia centro-meridionale della regione (fonte: Centro Funzionale Regionale), facendo tornare la mente al periodo medievale, quando in quei territori crescevano gli ulivi. Le recenti piogge hanno portato la media mensile di luglio a 25 millimetri, cioè circa il 30% di quella storica. Le precipitazioni fin qui registrate nel 2022 sono prossime ad inedite performances negative, ma le alte temperature, favorendo lo scioglimento anche delle nevi perenni, hanno per paradossale conseguenza, una delle stagioni più favorevoli per la Dora Baltea. Nel mese appena concluso la temperatura media è stata di ben 3 gradi superiore alla norma, sfiorando addirittura i 40 gradi nelle località Saint Marcel e Saint Christophe.

Ancora a proposito di record, la portata media del fiume Po a Pontelagoscuro (ultimo rilevamento prima del delta) è stata, in luglio, pari a 160,48 metri cubi al secondo, cioè addirittura il 32,29% in meno del precedente record negativo di portata media mensile, registrato a luglio 2006. Non solo: quest’anno è stato toccato anche il nuovo record di portata minima con soli 104,3 metri cubi al secondo (24 luglio). Tra i laghi del Nord continua a decrescere il livello del lago Maggiore (rimane solo il 10,8% di risorsa ancora utilizzabile), mentre il Lario segna -0,6% sullo zero idrometrico (nuovo apice negativo: – cm. 39.9), il Garda è al 29,3% e l’Iseo è al 5,7% del riempimento. Il fiume Po, corroborato da temporali localizzati, ha registrato leggeri aumenti di portata, ma le rilevazioni più recenti dimostrano quanto effimeri siano i benefici che le piogge hanno apportato (in Piemonte sono caduti circa 30 millimetri di pioggia in 7 giorni, nel Ferrarese meno di 17 millimetri in un mese).

(Photo credits: Marco SABADIN / AFP)