Aprile 2024 il più caldo della storia: temperature mai così alte

Quello appena concluso, è stato il mese di aprile più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 15,03°C, cioè 0,67°C al di sopra della media 1991-2020 per il mese di aprile e 0,14°C al di sopra del precedente massimo stabilito nell’aprile 2016. Lo rende noto il Copernicus Climate Change Service. Il mese è stato più caldo di 1,58°C rispetto alla stima della media di aprile per il periodo 1850-1900, cioè in epoca preindustriale.
In Europa, la temperatura media europea in aprile è stata di 1,49°C al di sopra della media 1991-2020, rendendo il mese il secondo aprile più caldo mai registrato nel continente. Le temperature sono state più alte della media nelle regioni dell’Europa orientale. La penisola finno-scandinava e l’Islanda hanno registrato temperature inferiori alla media.
Al di fuori dell’Europa, le temperature sono state maggiormente al di sopra della media nell’America settentrionale e nord-orientale, in Groenlandia, nell’Asia orientale, nel Medio Oriente nordoccidentale, in alcune parti del Sud America e nella maggior parte dell’Africa. El Niño nel Pacifico equatoriale orientale ha continuato a indebolirsi verso condizioni neutre, ma le temperature dell’aria marina in generale sono rimaste a un livello insolitamente alto.
Non solo. La temperatura media globale degli ultimi 12 mesi (maggio 2023 – aprile 2024) è la più alta mai registrata, con 0,73°C al di sopra della media 1991-2020 e 1,61°C al di sopra della media preindustriale 1850-1900.  E il mare non se la passa meglio. La temperatura media globale della superficie del mare (SST) per il mese di aprile 2024 è stata di 21,04°C, il valore più alto mai registrato per il mese, marginalmente inferiore ai 21,07°C registrati a marzo 2024. Questo è il tredicesimo mese consecutivo in cui la SST è stata la più calda nel record dei dati per il rispettivo mese dell’anno.
Secondo Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service (C3S), “El Niño ha raggiunto il suo picco all’inizio dell’anno e le temperature della superficie del mare nel Pacifico tropicale orientale stanno ora tornando verso condizioni neutre. Tuttavia, mentre le variazioni di temperatura associate a cicli naturali come El Niño vanno e vengono, l’energia supplementare intrappolata negli oceani e nell’atmosfera dall’aumento delle concentrazioni di gas serra continuerà a spingere la temperatura globale verso nuovi record”.
Infine, ad aprile, l’estensione del ghiaccio marino artico è stata di circa il 2% inferiore alla media. Come a marzo, le anomalie della concentrazione di ghiaccio marino sono state contrastanti nell’Oceano Artico. Le concentrazioni sono rimaste al di sopra della media nel Mare di Groenlandia, una caratteristica persistente da ottobre.  L’estensione del ghiaccio marino antartico è stata del 9% al di sotto della media, la decima più bassa per il mese di aprile nella storia dei dati satellitari, continuando un modello di frequenti anomalie negative di grandi dimensioni osservate dal 2017.  Come a febbraio e marzo, le concentrazioni di ghiaccio marino sono state maggiormente inferiori alla media nel Mare di Weddell settentrionale e nel settore del Mare di Ross-Amundsen.

primavera

Ultime ore di instabilità, poi arriva il (tiepido) sole. Weekend di bel tempo da nord a sud

Ultime piogge poi torna la primavera, soleggiata ma non calda. Nel weekend bel tempo da Nord a Sud. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma un deciso miglioramento dopo il passaggio del ‘doppio vortice’ di inizio maggio. Il secondo vortice sta lasciando il Paese direzione Balcani, ma attiva ancora correnti occidentali instabili e umide specie verso il settore tirrenico centro-meridionale ed il Nord-Est.

Nelle prossime ore, dunque, questo secondo vortice, arrivato dall’Inghilterra e carico di aria più fresca e instabile, andrà a posizionare il minimo di bassa pressione in Macedonia, a nord della Grecia. Nonostante la distanza geografica, il vortice riuscirà a richiamare venti di Ponente che scaricheranno piogge tra Bassa Toscana e Calabria tirrenica; inoltre sono attesi dei fenomeni sul Triveneto e localmente, in sconfinamento dalle regioni centrali tirreniche verso le adriatiche, anche su Marche, Abruzzo, Molise e Puglia.

In pratica ci sarà qualche scroscio di pioggia quasi ovunque, ma a macchia di leopardo e alternato a fasi soleggiate. Solo sulle isole maggiori, Sicilia e Sardegna, splenderà totalmente il sole e raggiungeremo temperature di 25-26°C; altrove le massime faticheranno a salire oltre i 20 gradi confermando un inizio di maggio decisamente sotto media.

Come detto, però, ci penserà il weekend a riportare un po’ di tepore: da sabato scoppierà di nuovo la primavera. Il tempo è previsto buono con sole prevalente e cielo soltanto a tratti nuvoloso salvo locale instabilità sulle Alpi. Le temperature massime raggiungeranno addirittura i 30°C in Sardegna e i 28°C in Sicilia, ma faticheranno sul settore peninsulare a salire oltre i 22-23°C. Si starà comunque bene quasi ovunque: dopo un inizio di maggio traballante e instabile, ecco un bel fine settimana sereno, pacifico e stabile.

A meno di un mese dall’inizio dell’estate meteorologica (1 giugno) mancano dunque i segnali spettrali della canicola estiva anticipata a maggio, come successo spesso negli ultimi anni. L’estate rovente è lontana e, almeno fino al 12 maggio, le temperature resteranno gradevoli e senza eccessi; anzi, tra martedì e mercoledì torneranno delle piogge al Centro-Nord in successiva discesa verso il meridione, accompagnate da un nuovo leggero calo termico.

Dopo il freddo torna il caldo nel weekend. Ma per il 1° maggio il tempo sarà instabile

Weekend dal sapore quasi estivo con temperature che tornano a sfiorare i 30 gradi centrigradi. Mattia Gussoni, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma un netto e repentino miglioramento rispetto al freddo che ha colpito in modo intenso il Paese: tra lunedì e mercoledì scorso si registravano temperature massime 10-12°C sotto la media del periodo.

Durante questo weekend torneremo ad assaporare il lato più caldo della Primavera, ma non ovunque. Correnti di Scirocco porteranno piogge, frequenti rovesci e nevicate oltre i 1500-1800 metri sul Nord-Ovest. In questa stretta fascia del nostro Paese avremo purtroppo un weekend in parte rovinato dal Meteo.

Il ritorno dell’anticiclone nordafricano favorirà pieno sole al Sud, cieli poco nuvolosi al Centro con massime fino a 24-25°C (picchi di 27°C in Sardegna) ma non riuscirà ad impedire una certa instabilità al settentrione ed in Toscana con qualche piovasco sparso. L’ultima domenica di aprile chiuderà un cerchio anomalo: i primi 15 giorni sono stati caldi, a tratti caldissimi per il periodo, poi è avvenuto il tracollo scandinavo con il picco del freddo verso il 22-24 aprile; adesso arriviamo alla fine di questo mese ‘altalenante’ con picchi di 30 attesi fino al 30 (del mese). La domenica vedrà infatti un ulteriore aumento delle temperature con valori massimi di 28°C a Caserta, 26°C a Napoli e 25°C a Firenze.

In questo contesto sereno e felice dovremo però ricordare il maltempo previsto all’estremo Nord-Ovest dove troveremo ancora rovesci intensi, abbondanti nevicate oltre i 1900-2000 metri e anche la sabbia del deserto in sospensione: non si esclude quindi la possibilità domenica di un nuovo episodio di Neve Rossa in montagna, tra Piemonte e Valle d’Aosta. Le temperature in aumento faranno anche fondere la neve caduta a quote basse negli scorsi giorni e contribuiranno alla piena dei fiumi. La nuova settimana vedrà invece il ritorno del sole ovunque con caldo fino a 31°C in Sicilia. Sembra un’ottima notizia, e in parte lo è: ma in modo malizioso e dispettoso, un ciclone arriverà dal pomeriggio del 30 aprile sulla Sardegna e rovinerà almeno la prima parte del 1 maggio sul nostro Stivale, da Ovest verso Est. Un ‘pesce d’aprile’ in ritardo, per l’ultimo giorno di un mese che sarà ricordato per l’altissima ‘altalena Meteo’ che ha portato i termometri da 33°C a 7°C in pochi giorni, e poi di nuovo su oltre i 30-31°.

Entrando nel dettaglio, oggi, 27 aprile, al nord sono previste piogge al Nord Ovest, scarse altrove. Al centro piogge sull’Alta Toscana e nubi sparse altrove, al Sud bel tempo e clima mite. Domani, 28 aprile, al nord più soleggiato e mite; maltempo all’estremo Nord Ovest. al centro sole e clima mite, al sud soleggiato e caldo. Lunedì aprile al nord soleggiato e mite, al centro sole e clima caldo per il periodo e al sud soleggiato e caldo. La tendenza tendenza sarà: da martedì pomeriggio-sera arriva il ciclone del 1 maggio.

caldo record

Allarme Onu: “Numero impressionante lavoratori esposti a rischi per la salute legati al cambiamento climatico”

Un numero “sbalorditivo” di lavoratori è esposto a un cocktail tossico di rischi per la salute legati al cambiamento climatico e non è sufficientemente protetto dalle normative esistenti. E’ l’avvertimento che lancia l’Onu, spiegando che i cambiamenti climatici causati dalle attività umane stanno già avendo un grave impatto sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori di tutto il mondo, che spesso sono i primi a subire le conseguenze più dannose. I dati sono contenuti in un rapporto intitolato ‘Garantire la sicurezza e la salute sul lavoro nell’era dei cambiamenti climatici’ diffuso dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo).

Un numero impressionante di lavoratori è già esposto ai rischi associati al cambiamento climatico sul posto di lavoro e queste cifre sono destinate a peggiorare“, sottolinea l’Ilo. Il caldo eccessivo è la minaccia più evidente. Secondo l’Ilo, quasi il 71% della forza lavoro globale, ovvero 2,4 miliardi di lavoratori, rischia di essere esposto al caldo eccessivo in qualche momento del proprio lavoro, spiega l’organizzazione, che basa le proprie stime sui dati del 2020. Vent’anni fa la percentuale era del 65,5%.

Oltre al caldo eccessivo, i lavoratori agricoli, i lavoratori stradali, i lavoratori edili e altri che svolgono lavori faticosi in climi caldi possono essere esposti a un cocktail di rischi, sottolinea il rapporto: raggi UV, inquinamento atmosferico, malattie trasmesse da vettori (come la malaria o la febbre dengue, la cui portata geografica è influenzata dal riscaldamento globale) e prodotti agrochimici. Anche le persone che lavorano in ambienti interni caldi o in spazi chiusi poco ventilati sono a rischio significativo. “I lavoratori sono tra i più esposti ai rischi associati al cambiamento climatico, eppure spesso non hanno altra scelta che continuare a lavorare, anche se le condizioni sono pericolose“, si legge nel rapporto.

Secondo l’Ilo, ogni anno si registrano quasi 23 milioni di incidenti sul lavoro attribuiti al caldo eccessivo, che costano circa 19.000 vite all’anno. Il rapporto “rileva che molti problemi di salute dei lavoratori sono stati collegati al cambiamento climatico, tra cui cancro, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie, disfunzioni renali e problemi di salute mentale“. Ad esempio, l’Ilo stima che 1,6 miliardi di lavoratori in tutto il mondo siano esposti ogni anno ai raggi ultravioletti del sole, con oltre 18.960 decessi legati al lavoro ogni anno per cancro alla pelle non melanoma.

È chiaro che i cambiamenti climatici stanno già creando ulteriori rischi significativi per la salute dei lavoratori“, ha dichiarato Manal Azzi, responsabile del team Salute e sicurezza sul lavoro dell’organizzazione, citata in un comunicato. “È essenziale prestare attenzione a questi avvertimenti. Le considerazioni sulla salute e la sicurezza sul lavoro devono essere parte integrante delle nostre risposte al cambiamento climatico, sia in termini di politiche che di azioni“, ha sottolineato. “Lavorare in un ambiente sano e sicuro è riconosciuto come uno dei principi e dei diritti fondamentali dell’OIL sul lavoro. Dobbiamo rispettare questo impegno nel contesto del cambiamento climatico, come in tutti gli altri aspetti del lavoro“, ha insistito Manal Azzi. L’Ilo ritiene che l’evoluzione e l’intensificazione dei rischi legati al cambiamento climatico potrebbero costringere i Paesi a rivalutare la legislazione esistente o a creare nuovi regolamenti e linee guida per garantire un’adeguata protezione dei lavoratori.

caldo record

Nel 2023 in Europa numero record di giorni di stress da caldo estremo

Nel 2023, l’Europa ha registrato un numero record di giorni in cui il calore percepito è stato “estremo” per i corpi umani, a causa di temperature superiori a 35°C o 40°C, i cui effetti sugli organismi sono stati accentuati dall’umidità, dall’assenza di vento o dal calore del cemento urbano. Secondo un rapporto dell’osservatorio europeo Copernicus e dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), il 2023 ha visto un numero record di giorni di “stress da caldo estremo”, ossia di giorni in cui la “temperatura percepita” ha superato l’equivalente di 46°C. Questo indice di “stress da caldo” tiene conto dell’effetto sul corpo umano della temperatura combinata con altri fattori (umidità, vento, radiazioni).

Oltre alle ondate di calore, nel corso dell’anno il continente ha vissuto una serie di eventi meteorologici estremi: due milioni di persone sono state colpite da inondazioni o tempeste, gravi siccità hanno interessato la penisola iberica e l’Europa orientale e il più grande incendio boschivo della storia del continente ha devastato 96.000 ettari in Grecia, secondo il rapporto annuale del Servizio per il cambiamento climatico (C3S) di Copernicus, realizzato in collaborazione con l’agenzia delle Nazioni Unite responsabile delle questioni meteorologiche, climatiche e idriche. Questi disastri sono costati 13,4 miliardi di euro, l’80% dei quali è stato attribuito alle inondazioni in un anno caratterizzato da precipitazioni ben al di sopra della media, sottolineano le due istituzioni.

Il rapporto presta particolare attenzione all’impatto sulla salute delle ondate di calore, in un momento in cui il riscaldamento globale rende le estati sempre più calde e mortali nel continente. “Stiamo osservando una tendenza all’aumento del numero di giorni di stress da caldo in Europa, e il 2023 non ha fatto eccezione” con questo nuovo record, che tuttavia non viene quantificato nel rapporto, ha dichiarato Rebecca Emerton, climatologa del Copernicus. Per misurare il comfort termico, il C3S e l’OMM fanno riferimento all’Indice Universale di Clima Termico (UTCI), che rappresenta il calore percepito dal corpo umano tenendo conto non solo della temperatura, ma anche dell’umidità, della velocità del vento, dell’insolazione e del calore emesso dall’ambiente, il cui effetto è più pronunciato nelle città dove i materiali (cemento, asfalto, ecc.) assorbono maggiormente la radiazione solare.

L’indice, espresso come l’equivalente di una “temperatura percepita” in gradi Celsius, comprende dieci diverse categorie: dallo stress da freddo estremo (superiore a -40) allo stress da caldo estremo (superiore a 46), fino all’assenza di stress da caldo (tra 9 e 26). L’esposizione prolungata allo stress da calore aumenta il rischio di malattie ed è particolarmente pericolosa per le persone vulnerabili.

Il 23 luglio, al culmine dell’ondata di calore, il 13% dell’Europa stava sperimentando almeno un grado di stress da caldo, un livello senza precedenti. Il caldo estremo ha colpito maggiormente l’Europa meridionale, con temperature dell’aria fino a 48,2°C in Sicilia, 0,6 gradi al di sotto del record continentale. Non sono ancora note le cifre relative all’eccesso di mortalità legata al caldo nel 2023, ma il rapporto sottolinea che decine di migliaia di persone sono morte in Europa durante le estati torride del 2003, 2010 e 2022. Causato dalle emissioni di gas serra prodotte dall’attività umana, il riscaldamento globale sta aumentando l’intensità, la durata e la frequenza delle ondate di calore.

Il fenomeno è particolarmente visibile in Europa, che si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto alla media globale e il cui clima globale è già più caldo di almeno 1,2°C rispetto a prima dell’era industriale.

L’aumento del riscaldamento in Europa, unito all’invecchiamento della popolazione e al crescente numero di abitanti delle città, avrà “gravi conseguenze per la salute pubblica”, aggiunge il rapporto. E “le attuali misure per combattere le ondate di calore saranno presto insufficienti” per farvi fronte.

A livello globale, il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, sotto l’effetto del cambiamento climatico accentuato dal ritorno del fenomeno ciclico El Niño. E la temperatura degli oceani, che assorbono il 90% del calore in eccesso causato dall’uomo, è rimasta a livelli senza precedenti nell’ultimo anno.

Temporali e neve, ma è solo un break: nel weekend sole e caldo

Una massa d’aria di origine polare marittima, in discesa dal Mar Celtico, porterà un calo delle temperature anche di 10°C verso il Centro-Sud, dopo aver raggiunto il settentrione con nevicate fino a 800 metri sulle Alpi di confine. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma la potenza di questo break ‘freddo’ nel cuore di aprile, ma indica che si tratta solo di un’illusione pseudo-invernale. Da giovedì torneranno il sole e il caldo nordafricano ovunque.

Nelle prossime ore avremo ancora temporali forti al Nord, localmente al Centro tra Sardegna, Toscana, Umbria, Marche e Lazio; i fenomeni più intensi sono attesi sulla Pianura Padana, specie tra Lombardia ed Emilia, anche con possibili locali grandinate. Al Centro i fenomeni saranno più isolati, mentre al Sud potremo avere qualche locale rovescio tra Campania e Sicilia. Anche il vento sarà protagonista: soffierà forte sulla Liguria di Ponente, in Sardegna e verso il Basso Tirreno. ‘La neve aprilina che, come quella marzolina, dura dalla sera alla mattina’ (antico proverbio legato alla rapida fusione con le temperature miti primaverili) cadrà ancora sulle Alpi fino al pomeriggio sera con quota neve in risalita intorno ai 1700-1800 metri.

Da giovedì, invece, cambierà tutto di nuovo con un aumento delle temperature massime di circa 6-7°C sulla fascia tirrenica e di ben 12-14°C sulle Alpi: dal pseudo-inverno passeremo ad una quasi estate con punte di 30°C, previste ancora una volta nel prossimo weekend anche al Nord. In pratica, vivremo un’altalena meteorologica pazzesca: giù di 10°C e poi su di 10°C in 24-36 ore. Il crollo termico sarà annullato entro venerdì dal repentino e subitaneo aumento causato dalla rimonta dell’anticiclone nordafricano.

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Marzo 2024 dei record: è il più caldo della storia. Temperature globali a +1,58°C rispetto a 1850-1900

Con un nuovo record a marzo, gli ultimi 12 mesi hanno fatto registrare un incremento di temperatura globale di +1,58°C rispetto ai livelli preindustriali, rendendoli i più caldi di sempre. Continuando una serie ininterrotta di dieci record mensili, marzo 2024 rappresenta un nuovo segnale dopo un anno in cui il riscaldamento globale antropogenico, accentuato dal fenomeno El Niño, ha moltiplicato il numero di disastri naturali, mentre l’umanità non ha ancora ridotto le proprie emissioni di gas serra.

Se luglio 2023 è diventato il mese più caldo mai misurato nel mondo, ogni mese da giugno in poi ha superato il proprio record. Marzo 2024 continua la serie, con una temperatura media di 1,68°C superiore a quella di un normale marzo nel clima dell’era preindustriale (1850-1900). Lo ha annunciato il Climate Change Service (C3S) dell’osservatorio europeo Copernicus.

Negli ultimi dodici mesi, la temperatura globale è stata di 1,58°C superiore a quella dell’era preindustriale, superando il limite di 1,5°C fissato dall’Accordo di Parigi. Tuttavia, questa anomalia dovrebbe essere mediata su “almeno 20 anni” per considerare che il clima, e non il tempo annuale, abbia raggiunto questa soglia, sottolinea l’osservatorio. Ma “siamo straordinariamente vicini a questo limite e abbiamo già i giorni contati”, dice Samantha Burgess, vicedirettrice del C3S.

Da oltre un anno la temperatura degli oceani, i principali regolatori climatici che coprono il 70% della Terra, è più calda che mai. Il mese di marzo 2024 ha addirittura stabilito un nuovo record assoluto per tutti i mesi messi insieme, con una media di 21,07°C misurata alla loro superficie (escluse le aree vicine ai poli) da Copernicus. “È incredibilmente insolito”, sottolinea Burgess. Questo surriscaldamento minaccia la vita marina e porta a una maggiore umidità nell’atmosfera, sinonimo di condizioni meteorologiche più instabili, come venti violenti e piogge torrenziali. Inoltre, riduce l’assorbimento delle nostre emissioni di gas serra nei mari, che sono pozzi di carbonio che immagazzinano il 90% dell’energia in eccesso causata dall’attività umana. “Più calda diventa l’atmosfera globale, più numerosi, gravi e intensi saranno gli eventi estremi”, sottolinea la scienziata, citando la minaccia di “ondate di calore, siccità, inondazioni e incendi boschivi”.

Esempi recenti sono le gravi carenze idriche in Vietnam, Catalogna e Africa meridionale: dopo Malawi e Zambia, 2,7 milioni di persone rischiano la carestia in Zimbabwe, che ha dichiarato lo stato di calamità nazionale. Bogotà ha appena razionato l’acqua potabile e i timori di penuria incombono sulla campagna elettorale in Messico. Al contrario, Russia, Brasile e Francia hanno registrato notevoli inondazioni. Gli studi scientifici non hanno ancora stabilito l’influenza del cambiamento climatico su ciascun evento, ma è chiaro che il riscaldamento globale, accentuando l’evapotraspirazione e aumentando l’umidità potenziale dell’aria, sta incrementando l’intensità di alcuni episodi di precipitazione.

Da giugno, il clima mondiale è stato interessato dal fenomeno climatico naturale El Niño, sinonimo di temperature più elevate. Il fenomeno ha raggiunto il suo picco a dicembre, ma dovrebbe ancora portare a temperature continentali superiori alla norma fino a maggio, secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale. Secondo il WMO, c’è la possibilità che il fenomeno opposto – La Niña – si sviluppi “nel corso dell’anno” dopo condizioni neutre (né l’uno né l’altro) tra aprile e giugno.

Verranno quindi battuti altri record nei prossimi mesi? “Se continuiamo a vedere così tanto calore sulla superficie dell’oceano è molto probabile”, avverte Burgess. Questi record stanno superando le previsioni? La questione è dibattuta dai climatologi dopo un anno straordinario, il 2023, il più caldo mai misurato. Questo calore extra “si può spiegare in larga misura, ma non del tutto”, riassume Burgess. “Il 2023 rientra nell’intervallo previsto dai modelli climatici, ma è davvero al limite esterno”, lontano dalla media, aggiunge con preoccupazione.

Le concentrazioni nell’aria di anidride carbonica (CO2), metano e ossido di azoto – i tre principali gas serra prodotti dall’uomo – aumenteranno ancora nel 2023, secondo le stime pubblicate dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) statunitense. La concentrazione di CO2 è stata in media di 419,3 parti per milione (ppm) nel 2023, con un aumento di 2,8 ppm dal 2022.

Secondo il progetto Carbon Monitor, tuttavia, le emissioni globali di CO2 nel 2023 sono aumentate solo dello 0,1% rispetto al 2022, raggiungendo 35,8 gigatonnellate. Sebbene queste stime indichino un plateau nelle emissioni umane, esse rappresentano comunque “dal 10% al 66,7% del restante budget di carbonio necessario per limitare il riscaldamento a 1,5°C”, notano gli autori.

pioggia

Anticiclone in ritirata, da martedì temporali con grandine

Ultimo giorno, il più caldo, dell’anticiclone Narciso dopo di che arriverà un intenso break temporalesco. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it comunica che la giornata odierna risulterà la più calda di questo periodo in cui l’anticiclone Narciso ha riportato una totale stabilità atmosferica e un clima molto mite, anzi, a tratti pure caldo. La giornata trascorrerà con un cielo molto più nuvoloso al Nord dove il tempo peggiorerà verso sera e in nottata a partire dalle Alpi occidentali. Le temperature massime potranno toccare i 30-31°C sulle vallate alpine e sulle Isole Maggiori e fino a 25-26°C su molte città italiane.

Da martedì le cose cambieranno radicalmente. Una perturbazione atlantica, pilotata da un vortice ciclonico in formazione sul Mar Ligure, impatterà sulle regioni settentrionali provocando un graduale peggioramento del tempo a partire da Val d’Aosta e Piemonte dove sono attese le prime precipitazioni. Il resto del Nord rimarrà in attesa, così come la Toscana. Mercoledì la perturbazione interesserà con maggior intensità il Nord con temporali, possibili grandinate e forti colpi di vento che colpiranno fortemente soprattutto la Lombardia, anche Milano, ma in genere molte zone della Pianura Padana. Le precipitazioni interesseranno anche l’Emilia, le Dolomiti e il Veneto occidentale (soprattutto la zona del Garda). Nubi in aumento sul resto d’Italia, ma senza particolari fenomeni se non qualcuno in Toscana e in Sardegna.

Molto rapidamente il vortice dal Mar Ligure scenderà verso la Sardegna e quindi il nord Africa perdendo anche di energia, pertanto già da giovedì 11 il tempo tornerà a migliorare. Arriverà nuovamente un campo di alta pressione piuttosto caldo e così oltre al bel tempo prevalente, da venerdì le temperature saranno destinate ad alzarsi sensibilmente su tutte le regioni con valori massimi nuovamente sopra la media del periodo. Si prospetta quindi un altro weekend (quello del 13 e 14 aprile) molto soleggiato e decisamente più caldo di questo appena passato.

caldo

L’anticiclone Narciso si intensifica nel weekend: picchi di 30°C da Nord a Sud

L’anticiclone africano ‘Narciso’ è in procinto di invadere gran parte del Continente, fino all’estremo Nord: arriverà la sabbia del deserto in Scandinavia e inizierà l’estate in Germania e Polonia. Il caldo raggiungerà anche la Russia e ovviamente l’Italia.

Antonio Sanò, fondatore del sito ilmeteo.it, conferma una situazione straordinaria: l’anticiclone nordafricano si sta espandendo dal Marocco verso la Spagna e la Francia con temperature già in forte aumento e un po’ di pulviscolo sahariano nei cieli. Ma dai prossimi giorni inizierà a scatenarsi su gran parte dell’Europa.
Dal weekend conquisterà anche l’Italia e, in modo estremo e più intenso, le regioni alpine, la Germania e la Polonia. Una configurazione rara, ma che sta diventando sempre più frequente con i cambiamenti climatici in atto.
Nel cuore del Continente sono previsti valori termici fino a 18°C oltre la media del periodo: alcuni esempi, Berlino normalmente a inizio aprile registra massime sui 12 gradi, il termometro raggiungerà 28-30°C tra domenica e lunedì. Anche in Polonia e nella Bielorussia i termometri voleranno in alto. A Mosca si raggiungeranno 22°C e rispetto al clima aprilino che indica una media di 9, ci saranno 13 gradi in più.

Tornando in Italia, il caldo anomalo si farà sentire soprattutto tra il weekend e lunedì con picchi di 30°C anche nei fondovalle alpini: tutta la fascia alpina vivrà una fase tipica di luglio con lo zero termico fino a 4200 metri. Il record estivo è di circa 5200 metri, ad inizio aprile si dovrà salire quindi quasi sulla cima del Cervino per trovare lo zero termico.

Un quadro di caldo anomalo, da piena ondata di calore a inizio aprile che non lascia presagire niente di buono per la prossima estate. Nelle prossime ore ci sarà ancora la possibilità di locale pioviggine in Liguria e da domenica sera aumenteranno le velature ‘sabbiose’ verso il Nord-Ovest. Per il resto ci sarà tempo bello e temperature più calde nei fondovalle alpini e lontano dal mare.

NEL DETTAGLIO

Venerdì 5. Al nord: a tratti nuvoloso, locali foschie, più nubi in Liguria. Al centro: soleggiato e mite; 28°C in Sardegna. Al sud: bel tempo; 27°C in Sicilia.
Sabato 6. Al nord: quasi estate; clima molto mite con picchi di 26-28°C. Al centro: soleggiato e caldo per il periodo; 28-29°C in Sardegna. Al sud: bel tempo e caldo con punte di 28°C.
Domenica 7. Al nord: estate; clima caldo per il periodo con 26-30°C. Al centro: soleggiato e caldo per il periodo; 28-30°C in Sardegna. Al sud: bel tempo e caldo con punte di 30°C.
Tendenza: sempre sole e caldo lunedì, da martedì ciclone con grandine e temporali.

pioggia

Feste pasquali in balìa dello Scirocco: caldo al Sud, pioggia e neve al Nord

Un periodo pasquale sotto il segno dello Scirocco, il vento caldo proveniente da Sud-Est. Il nome Scirocco deriva dalll’arabo ‘sharqi = oriente’ e dalla Siria, zona di origine del vento rispetto al centro ‘marino’ degli antichi posto sull’isola di Zacinto nel Mar Ionio.

Antonio  Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma un periodo molto particolare sul nostro Paese. Lo Scirocco colorerà i nostri cieli di giallo, ocra o arancio trasportando in quota tanta ‘Sabbia del Deserto’: si tratterà di pulviscolo o più precisamente silt o limo che ricadrà poi con la pioggia o con la neve verso il suolo; come successo già negli ultimi giorni, troveremo un pezzo di Sahara sulle nostre auto e sui nostri tetti, ma anche nella neve fresca in arrivo sulle Alpi: i fiocchi, insieme al limo sahariano, conferiranno al nuovo manto nevoso una colorazione tra il rosa ed il rosso, il noto fenomeno della ‘Neve Rossa’. Questa neve, mescolata con il limo, fonderà più velocemente a causa del colore scuro che assorbirà più radiazione solare subendo un repentino riscaldamento diurno: nessun problema, durante il periodo pasquale cadrà sulle Alpi più di mezzo metro di neve fresca oltre i 1600-1700 metri!

Lo Scirocco sarà anche protagonista di un forte aumento delle temperature, specie al Centro-Sud: nelle prossime ore saliremo a 4 gradi oltre la media del periodo, sabato a 8 gradi ed infine per la Santa Pasqua ad un incredibile +12. In altre parole, l’ultimo giorno di marzo sarà associato ad un caldo estremo per il periodo, con oltre 32°C tra Sicilia, Calabria e Puglia. Ben 12°C oltre la norma climatologica. Lo Scirocco causerà anche il fenomeno dell’acqua alta a Venezia, porterà abbondantissime nevicate tra Piemonte e Valle d’Aosta e renderà i mari agitati, in particolare l’Alto Adriatico, il Mar Ligure ed il Mar Tirreno.

Insomma, saremo in balìa dello Scirocco per almeno 3 giorni, poi dalla Pasquetta i venti ruoteranno da Sud-Ovest (Libeccio, da Libia, nome sempre riferito a Zacinto). Entro lunedì vivremo lunghi momenti caldi e soleggiati, ma non sull’intero territorio italiano. Le previsioni indicano bel tempo nelle prossime ore al Centro-Sud, qualche addensamento in più al Nord con fenomeni possibili sul Nord-Ovest, nevosi oltre i 1500 metri.

Sabato il tempo peggiorerà ulteriormente sin dal mattino tra Piemonte, Valle d’Aosta ed Alta Lombardia per una perturbazione proveniente dalla Spagna: sono attese in giornata nevicate intense con oltre mezzo metro di neve fresca su queste regioni. Il maltempo in giornata interesserà anche la Liguria e, in serata, l’Alta Toscana, preambolo di una Santa Pasqua incerta al Nord. Domenica 31 marzo, Santa Pasqua e primo giorno con l’ora legale, vedrà infatti il passaggio di frequenti rovesci da ovest verso est sulle regioni settentrionali; in parte, verranno coinvolte da una maggiore instabilità anche le regioni centrali tra Alta Toscana e nord Marche, mentre al Sud avremo condizioni estive con oltre 30°C e un tempo asciutto seppur accompagnato spesso da un cielo giallognolo lattiginoso a causa della Sabbia del Deserto. Lunedì dell’Angelo 2024, al momento, sembra decisamente instabile, ancora una volta, al Nord; anche al Centro, tra Toscana, Lazio e Sardegna non mancheranno acquazzoni mentre sulle Alpi continuerà a cadere, per tutto il periodo pasquale e fino a questo 1 aprile, tantissima neve come fossimo a Natale. Vivremo un’inversione delle festività: a Natale 2023 abbiamo avuto caldo e siccità, a fine marzo – inizio aprile ritroveremo l’inverno sulle nostre montagne alpine piene di neve.