caldo record

Nel 2023 in Europa numero record di giorni di stress da caldo estremo

Nel 2023, l’Europa ha registrato un numero record di giorni in cui il calore percepito è stato “estremo” per i corpi umani, a causa di temperature superiori a 35°C o 40°C, i cui effetti sugli organismi sono stati accentuati dall’umidità, dall’assenza di vento o dal calore del cemento urbano. Secondo un rapporto dell’osservatorio europeo Copernicus e dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), il 2023 ha visto un numero record di giorni di “stress da caldo estremo”, ossia di giorni in cui la “temperatura percepita” ha superato l’equivalente di 46°C. Questo indice di “stress da caldo” tiene conto dell’effetto sul corpo umano della temperatura combinata con altri fattori (umidità, vento, radiazioni).

Oltre alle ondate di calore, nel corso dell’anno il continente ha vissuto una serie di eventi meteorologici estremi: due milioni di persone sono state colpite da inondazioni o tempeste, gravi siccità hanno interessato la penisola iberica e l’Europa orientale e il più grande incendio boschivo della storia del continente ha devastato 96.000 ettari in Grecia, secondo il rapporto annuale del Servizio per il cambiamento climatico (C3S) di Copernicus, realizzato in collaborazione con l’agenzia delle Nazioni Unite responsabile delle questioni meteorologiche, climatiche e idriche. Questi disastri sono costati 13,4 miliardi di euro, l’80% dei quali è stato attribuito alle inondazioni in un anno caratterizzato da precipitazioni ben al di sopra della media, sottolineano le due istituzioni.

Il rapporto presta particolare attenzione all’impatto sulla salute delle ondate di calore, in un momento in cui il riscaldamento globale rende le estati sempre più calde e mortali nel continente. “Stiamo osservando una tendenza all’aumento del numero di giorni di stress da caldo in Europa, e il 2023 non ha fatto eccezione” con questo nuovo record, che tuttavia non viene quantificato nel rapporto, ha dichiarato Rebecca Emerton, climatologa del Copernicus. Per misurare il comfort termico, il C3S e l’OMM fanno riferimento all’Indice Universale di Clima Termico (UTCI), che rappresenta il calore percepito dal corpo umano tenendo conto non solo della temperatura, ma anche dell’umidità, della velocità del vento, dell’insolazione e del calore emesso dall’ambiente, il cui effetto è più pronunciato nelle città dove i materiali (cemento, asfalto, ecc.) assorbono maggiormente la radiazione solare.

L’indice, espresso come l’equivalente di una “temperatura percepita” in gradi Celsius, comprende dieci diverse categorie: dallo stress da freddo estremo (superiore a -40) allo stress da caldo estremo (superiore a 46), fino all’assenza di stress da caldo (tra 9 e 26). L’esposizione prolungata allo stress da calore aumenta il rischio di malattie ed è particolarmente pericolosa per le persone vulnerabili.

Il 23 luglio, al culmine dell’ondata di calore, il 13% dell’Europa stava sperimentando almeno un grado di stress da caldo, un livello senza precedenti. Il caldo estremo ha colpito maggiormente l’Europa meridionale, con temperature dell’aria fino a 48,2°C in Sicilia, 0,6 gradi al di sotto del record continentale. Non sono ancora note le cifre relative all’eccesso di mortalità legata al caldo nel 2023, ma il rapporto sottolinea che decine di migliaia di persone sono morte in Europa durante le estati torride del 2003, 2010 e 2022. Causato dalle emissioni di gas serra prodotte dall’attività umana, il riscaldamento globale sta aumentando l’intensità, la durata e la frequenza delle ondate di calore.

Il fenomeno è particolarmente visibile in Europa, che si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto alla media globale e il cui clima globale è già più caldo di almeno 1,2°C rispetto a prima dell’era industriale.

L’aumento del riscaldamento in Europa, unito all’invecchiamento della popolazione e al crescente numero di abitanti delle città, avrà “gravi conseguenze per la salute pubblica”, aggiunge il rapporto. E “le attuali misure per combattere le ondate di calore saranno presto insufficienti” per farvi fronte.

A livello globale, il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, sotto l’effetto del cambiamento climatico accentuato dal ritorno del fenomeno ciclico El Niño. E la temperatura degli oceani, che assorbono il 90% del calore in eccesso causato dall’uomo, è rimasta a livelli senza precedenti nell’ultimo anno.

Temporali e neve, ma è solo un break: nel weekend sole e caldo

Una massa d’aria di origine polare marittima, in discesa dal Mar Celtico, porterà un calo delle temperature anche di 10°C verso il Centro-Sud, dopo aver raggiunto il settentrione con nevicate fino a 800 metri sulle Alpi di confine. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma la potenza di questo break ‘freddo’ nel cuore di aprile, ma indica che si tratta solo di un’illusione pseudo-invernale. Da giovedì torneranno il sole e il caldo nordafricano ovunque.

Nelle prossime ore avremo ancora temporali forti al Nord, localmente al Centro tra Sardegna, Toscana, Umbria, Marche e Lazio; i fenomeni più intensi sono attesi sulla Pianura Padana, specie tra Lombardia ed Emilia, anche con possibili locali grandinate. Al Centro i fenomeni saranno più isolati, mentre al Sud potremo avere qualche locale rovescio tra Campania e Sicilia. Anche il vento sarà protagonista: soffierà forte sulla Liguria di Ponente, in Sardegna e verso il Basso Tirreno. ‘La neve aprilina che, come quella marzolina, dura dalla sera alla mattina’ (antico proverbio legato alla rapida fusione con le temperature miti primaverili) cadrà ancora sulle Alpi fino al pomeriggio sera con quota neve in risalita intorno ai 1700-1800 metri.

Da giovedì, invece, cambierà tutto di nuovo con un aumento delle temperature massime di circa 6-7°C sulla fascia tirrenica e di ben 12-14°C sulle Alpi: dal pseudo-inverno passeremo ad una quasi estate con punte di 30°C, previste ancora una volta nel prossimo weekend anche al Nord. In pratica, vivremo un’altalena meteorologica pazzesca: giù di 10°C e poi su di 10°C in 24-36 ore. Il crollo termico sarà annullato entro venerdì dal repentino e subitaneo aumento causato dalla rimonta dell’anticiclone nordafricano.

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Caldo record

Marzo 2024 dei record: è il più caldo della storia. Temperature globali a +1,58°C rispetto a 1850-1900

Con un nuovo record a marzo, gli ultimi 12 mesi hanno fatto registrare un incremento di temperatura globale di +1,58°C rispetto ai livelli preindustriali, rendendoli i più caldi di sempre. Continuando una serie ininterrotta di dieci record mensili, marzo 2024 rappresenta un nuovo segnale dopo un anno in cui il riscaldamento globale antropogenico, accentuato dal fenomeno El Niño, ha moltiplicato il numero di disastri naturali, mentre l’umanità non ha ancora ridotto le proprie emissioni di gas serra.

Se luglio 2023 è diventato il mese più caldo mai misurato nel mondo, ogni mese da giugno in poi ha superato il proprio record. Marzo 2024 continua la serie, con una temperatura media di 1,68°C superiore a quella di un normale marzo nel clima dell’era preindustriale (1850-1900). Lo ha annunciato il Climate Change Service (C3S) dell’osservatorio europeo Copernicus.

Negli ultimi dodici mesi, la temperatura globale è stata di 1,58°C superiore a quella dell’era preindustriale, superando il limite di 1,5°C fissato dall’Accordo di Parigi. Tuttavia, questa anomalia dovrebbe essere mediata su “almeno 20 anni” per considerare che il clima, e non il tempo annuale, abbia raggiunto questa soglia, sottolinea l’osservatorio. Ma “siamo straordinariamente vicini a questo limite e abbiamo già i giorni contati”, dice Samantha Burgess, vicedirettrice del C3S.

Da oltre un anno la temperatura degli oceani, i principali regolatori climatici che coprono il 70% della Terra, è più calda che mai. Il mese di marzo 2024 ha addirittura stabilito un nuovo record assoluto per tutti i mesi messi insieme, con una media di 21,07°C misurata alla loro superficie (escluse le aree vicine ai poli) da Copernicus. “È incredibilmente insolito”, sottolinea Burgess. Questo surriscaldamento minaccia la vita marina e porta a una maggiore umidità nell’atmosfera, sinonimo di condizioni meteorologiche più instabili, come venti violenti e piogge torrenziali. Inoltre, riduce l’assorbimento delle nostre emissioni di gas serra nei mari, che sono pozzi di carbonio che immagazzinano il 90% dell’energia in eccesso causata dall’attività umana. “Più calda diventa l’atmosfera globale, più numerosi, gravi e intensi saranno gli eventi estremi”, sottolinea la scienziata, citando la minaccia di “ondate di calore, siccità, inondazioni e incendi boschivi”.

Esempi recenti sono le gravi carenze idriche in Vietnam, Catalogna e Africa meridionale: dopo Malawi e Zambia, 2,7 milioni di persone rischiano la carestia in Zimbabwe, che ha dichiarato lo stato di calamità nazionale. Bogotà ha appena razionato l’acqua potabile e i timori di penuria incombono sulla campagna elettorale in Messico. Al contrario, Russia, Brasile e Francia hanno registrato notevoli inondazioni. Gli studi scientifici non hanno ancora stabilito l’influenza del cambiamento climatico su ciascun evento, ma è chiaro che il riscaldamento globale, accentuando l’evapotraspirazione e aumentando l’umidità potenziale dell’aria, sta incrementando l’intensità di alcuni episodi di precipitazione.

Da giugno, il clima mondiale è stato interessato dal fenomeno climatico naturale El Niño, sinonimo di temperature più elevate. Il fenomeno ha raggiunto il suo picco a dicembre, ma dovrebbe ancora portare a temperature continentali superiori alla norma fino a maggio, secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale. Secondo il WMO, c’è la possibilità che il fenomeno opposto – La Niña – si sviluppi “nel corso dell’anno” dopo condizioni neutre (né l’uno né l’altro) tra aprile e giugno.

Verranno quindi battuti altri record nei prossimi mesi? “Se continuiamo a vedere così tanto calore sulla superficie dell’oceano è molto probabile”, avverte Burgess. Questi record stanno superando le previsioni? La questione è dibattuta dai climatologi dopo un anno straordinario, il 2023, il più caldo mai misurato. Questo calore extra “si può spiegare in larga misura, ma non del tutto”, riassume Burgess. “Il 2023 rientra nell’intervallo previsto dai modelli climatici, ma è davvero al limite esterno”, lontano dalla media, aggiunge con preoccupazione.

Le concentrazioni nell’aria di anidride carbonica (CO2), metano e ossido di azoto – i tre principali gas serra prodotti dall’uomo – aumenteranno ancora nel 2023, secondo le stime pubblicate dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) statunitense. La concentrazione di CO2 è stata in media di 419,3 parti per milione (ppm) nel 2023, con un aumento di 2,8 ppm dal 2022.

Secondo il progetto Carbon Monitor, tuttavia, le emissioni globali di CO2 nel 2023 sono aumentate solo dello 0,1% rispetto al 2022, raggiungendo 35,8 gigatonnellate. Sebbene queste stime indichino un plateau nelle emissioni umane, esse rappresentano comunque “dal 10% al 66,7% del restante budget di carbonio necessario per limitare il riscaldamento a 1,5°C”, notano gli autori.

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Anticiclone in ritirata, da martedì temporali con grandine

Ultimo giorno, il più caldo, dell’anticiclone Narciso dopo di che arriverà un intenso break temporalesco. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it comunica che la giornata odierna risulterà la più calda di questo periodo in cui l’anticiclone Narciso ha riportato una totale stabilità atmosferica e un clima molto mite, anzi, a tratti pure caldo. La giornata trascorrerà con un cielo molto più nuvoloso al Nord dove il tempo peggiorerà verso sera e in nottata a partire dalle Alpi occidentali. Le temperature massime potranno toccare i 30-31°C sulle vallate alpine e sulle Isole Maggiori e fino a 25-26°C su molte città italiane.

Da martedì le cose cambieranno radicalmente. Una perturbazione atlantica, pilotata da un vortice ciclonico in formazione sul Mar Ligure, impatterà sulle regioni settentrionali provocando un graduale peggioramento del tempo a partire da Val d’Aosta e Piemonte dove sono attese le prime precipitazioni. Il resto del Nord rimarrà in attesa, così come la Toscana. Mercoledì la perturbazione interesserà con maggior intensità il Nord con temporali, possibili grandinate e forti colpi di vento che colpiranno fortemente soprattutto la Lombardia, anche Milano, ma in genere molte zone della Pianura Padana. Le precipitazioni interesseranno anche l’Emilia, le Dolomiti e il Veneto occidentale (soprattutto la zona del Garda). Nubi in aumento sul resto d’Italia, ma senza particolari fenomeni se non qualcuno in Toscana e in Sardegna.

Molto rapidamente il vortice dal Mar Ligure scenderà verso la Sardegna e quindi il nord Africa perdendo anche di energia, pertanto già da giovedì 11 il tempo tornerà a migliorare. Arriverà nuovamente un campo di alta pressione piuttosto caldo e così oltre al bel tempo prevalente, da venerdì le temperature saranno destinate ad alzarsi sensibilmente su tutte le regioni con valori massimi nuovamente sopra la media del periodo. Si prospetta quindi un altro weekend (quello del 13 e 14 aprile) molto soleggiato e decisamente più caldo di questo appena passato.

caldo

L’anticiclone Narciso si intensifica nel weekend: picchi di 30°C da Nord a Sud

L’anticiclone africano ‘Narciso’ è in procinto di invadere gran parte del Continente, fino all’estremo Nord: arriverà la sabbia del deserto in Scandinavia e inizierà l’estate in Germania e Polonia. Il caldo raggiungerà anche la Russia e ovviamente l’Italia.

Antonio Sanò, fondatore del sito ilmeteo.it, conferma una situazione straordinaria: l’anticiclone nordafricano si sta espandendo dal Marocco verso la Spagna e la Francia con temperature già in forte aumento e un po’ di pulviscolo sahariano nei cieli. Ma dai prossimi giorni inizierà a scatenarsi su gran parte dell’Europa.
Dal weekend conquisterà anche l’Italia e, in modo estremo e più intenso, le regioni alpine, la Germania e la Polonia. Una configurazione rara, ma che sta diventando sempre più frequente con i cambiamenti climatici in atto.
Nel cuore del Continente sono previsti valori termici fino a 18°C oltre la media del periodo: alcuni esempi, Berlino normalmente a inizio aprile registra massime sui 12 gradi, il termometro raggiungerà 28-30°C tra domenica e lunedì. Anche in Polonia e nella Bielorussia i termometri voleranno in alto. A Mosca si raggiungeranno 22°C e rispetto al clima aprilino che indica una media di 9, ci saranno 13 gradi in più.

Tornando in Italia, il caldo anomalo si farà sentire soprattutto tra il weekend e lunedì con picchi di 30°C anche nei fondovalle alpini: tutta la fascia alpina vivrà una fase tipica di luglio con lo zero termico fino a 4200 metri. Il record estivo è di circa 5200 metri, ad inizio aprile si dovrà salire quindi quasi sulla cima del Cervino per trovare lo zero termico.

Un quadro di caldo anomalo, da piena ondata di calore a inizio aprile che non lascia presagire niente di buono per la prossima estate. Nelle prossime ore ci sarà ancora la possibilità di locale pioviggine in Liguria e da domenica sera aumenteranno le velature ‘sabbiose’ verso il Nord-Ovest. Per il resto ci sarà tempo bello e temperature più calde nei fondovalle alpini e lontano dal mare.

NEL DETTAGLIO

Venerdì 5. Al nord: a tratti nuvoloso, locali foschie, più nubi in Liguria. Al centro: soleggiato e mite; 28°C in Sardegna. Al sud: bel tempo; 27°C in Sicilia.
Sabato 6. Al nord: quasi estate; clima molto mite con picchi di 26-28°C. Al centro: soleggiato e caldo per il periodo; 28-29°C in Sardegna. Al sud: bel tempo e caldo con punte di 28°C.
Domenica 7. Al nord: estate; clima caldo per il periodo con 26-30°C. Al centro: soleggiato e caldo per il periodo; 28-30°C in Sardegna. Al sud: bel tempo e caldo con punte di 30°C.
Tendenza: sempre sole e caldo lunedì, da martedì ciclone con grandine e temporali.

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Feste pasquali in balìa dello Scirocco: caldo al Sud, pioggia e neve al Nord

Un periodo pasquale sotto il segno dello Scirocco, il vento caldo proveniente da Sud-Est. Il nome Scirocco deriva dalll’arabo ‘sharqi = oriente’ e dalla Siria, zona di origine del vento rispetto al centro ‘marino’ degli antichi posto sull’isola di Zacinto nel Mar Ionio.

Antonio  Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma un periodo molto particolare sul nostro Paese. Lo Scirocco colorerà i nostri cieli di giallo, ocra o arancio trasportando in quota tanta ‘Sabbia del Deserto’: si tratterà di pulviscolo o più precisamente silt o limo che ricadrà poi con la pioggia o con la neve verso il suolo; come successo già negli ultimi giorni, troveremo un pezzo di Sahara sulle nostre auto e sui nostri tetti, ma anche nella neve fresca in arrivo sulle Alpi: i fiocchi, insieme al limo sahariano, conferiranno al nuovo manto nevoso una colorazione tra il rosa ed il rosso, il noto fenomeno della ‘Neve Rossa’. Questa neve, mescolata con il limo, fonderà più velocemente a causa del colore scuro che assorbirà più radiazione solare subendo un repentino riscaldamento diurno: nessun problema, durante il periodo pasquale cadrà sulle Alpi più di mezzo metro di neve fresca oltre i 1600-1700 metri!

Lo Scirocco sarà anche protagonista di un forte aumento delle temperature, specie al Centro-Sud: nelle prossime ore saliremo a 4 gradi oltre la media del periodo, sabato a 8 gradi ed infine per la Santa Pasqua ad un incredibile +12. In altre parole, l’ultimo giorno di marzo sarà associato ad un caldo estremo per il periodo, con oltre 32°C tra Sicilia, Calabria e Puglia. Ben 12°C oltre la norma climatologica. Lo Scirocco causerà anche il fenomeno dell’acqua alta a Venezia, porterà abbondantissime nevicate tra Piemonte e Valle d’Aosta e renderà i mari agitati, in particolare l’Alto Adriatico, il Mar Ligure ed il Mar Tirreno.

Insomma, saremo in balìa dello Scirocco per almeno 3 giorni, poi dalla Pasquetta i venti ruoteranno da Sud-Ovest (Libeccio, da Libia, nome sempre riferito a Zacinto). Entro lunedì vivremo lunghi momenti caldi e soleggiati, ma non sull’intero territorio italiano. Le previsioni indicano bel tempo nelle prossime ore al Centro-Sud, qualche addensamento in più al Nord con fenomeni possibili sul Nord-Ovest, nevosi oltre i 1500 metri.

Sabato il tempo peggiorerà ulteriormente sin dal mattino tra Piemonte, Valle d’Aosta ed Alta Lombardia per una perturbazione proveniente dalla Spagna: sono attese in giornata nevicate intense con oltre mezzo metro di neve fresca su queste regioni. Il maltempo in giornata interesserà anche la Liguria e, in serata, l’Alta Toscana, preambolo di una Santa Pasqua incerta al Nord. Domenica 31 marzo, Santa Pasqua e primo giorno con l’ora legale, vedrà infatti il passaggio di frequenti rovesci da ovest verso est sulle regioni settentrionali; in parte, verranno coinvolte da una maggiore instabilità anche le regioni centrali tra Alta Toscana e nord Marche, mentre al Sud avremo condizioni estive con oltre 30°C e un tempo asciutto seppur accompagnato spesso da un cielo giallognolo lattiginoso a causa della Sabbia del Deserto. Lunedì dell’Angelo 2024, al momento, sembra decisamente instabile, ancora una volta, al Nord; anche al Centro, tra Toscana, Lazio e Sardegna non mancheranno acquazzoni mentre sulle Alpi continuerà a cadere, per tutto il periodo pasquale e fino a questo 1 aprile, tantissima neve come fossimo a Natale. Vivremo un’inversione delle festività: a Natale 2023 abbiamo avuto caldo e siccità, a fine marzo – inizio aprile ritroveremo l’inverno sulle nostre montagne alpine piene di neve.

Meteo, in arrivo anticiclone africano: la primavera in anticipo con sole e oltre 20 gradi

Il caldo non si farà attendere. L’Equinozio di Primavera cadrà alle ore 4.06 di mercoledì 20 marzo 2024. Con una settimana di anticipo, arrivano condizioni miti, soleggiate e primaverili quasi ovunque. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’arrivo della Primavera in anticipo, salvo alcune note instabili al Sud e sul medio Adriatico nella giornata di oggi. Dal punto di vista astronomico è successo ininterrottamente dal 2008, e succederà ancora: fino al 2043, il 20 marzo sarà sempre il primo giorno della Primavera. Scalzato il 21 marzo dal calendario astronomico, per almeno una ventina di anni ancora, ecco che nel 2024 le condizioni primaverili arriveranno ancora prima: dalle prossime ore un anticiclone di matrice sub-tropicale, l’anticiclone africano, rimonterà dal Marocco e dall’Algeria verso l’Italia portando tanto sole e temperature massime fino ed oltre i 20 gradi centigradi.

In tutto questo contesto tranquillo e gradevole, dobbiamo sottolineare per pignoleria qualcosa di rilevante e significativo: il pericolo valanghe resterà molto alto, grado 4 su una scala che va da un minimo di 1 ad un massimo di 5. Pericolo ‘Forte’ su gran parte della catena alpina centro-occidentale per gli accumuli record di neve del mese di marzo. Niente fuoripista o ciaspolate, per ora. Oltre alle condizioni nivologiche difficili, ritroveremo anche dei rovesci al Sud e localmente sul medio Adriatico a causa di residui ciclonici in quota e del riscaldamento diurno: oggi si formeranno soprattutto dei temporali di calore pomeridiani, nella normale evoluzione primaverile.

Le temperature massime saliranno fino a circa 20°C anche al Nord; attenzione, però, le minime saranno frizzanti, localmente intorno ai 2-4°C in pianura. Questo significherà, per alcuni giorni, doversi vestire a cipolla, coperti al mattino per poi spogliarsi durante il giorno. Dal punto di vista previsionale, dopo un mercoledì 13 marzo all’insegna di qualche temporale, avremo prevalenza di sole da Nord a Sud giovedì e venerdì. Sabato ritroveremo qualche temporale al Centro-Sud, mentre domenica 17 marzo il cielo sarà azzurro ed il tempo mite ovunque (a Bolzano attesi 21°C): tutto sommato, il prossimo weekend interromperà la maledizione dei fine settimana. Eravamo infatti arrivati a 3 weekend di fila guastati dal maltempo; adesso possiamo finalmente progettare la prima gita al mare o una bella sciata, sempre in pista però fino a quando le tonnellate di neve caduta non si saranno assestate per bene.

Il sole di metà marzo, è bene ricordarlo, presenta un’intensità dei raggi pari a quella di metà settembre: una prima mano di crema solare non guasterà, soprattutto sulle pelli più bianche di chi ha vissuto la lunga ‘maledizione dei weekend’ in casa o sotto cieli grigi e plumbei.

Entrando nel dettaglio, oggi al nord sole e clima primaverile salvo nebbie/cielo coperto al mattino sul Triveneto, al centro soleggiato, al sud qualche temporale in Calabria. Domani, 14 marzo, al nord bel tempo e clima mite, al centro sole prevalente e al sud bel tempo. Venerdì 15 marzo al nord tante nuvole, pioviggine in Liguria, piogge notturne al Nordest. Al centro cielo via via più coperto, piovaschi su alta Toscana e al sud bel tempo. La tendenza sarà di un’atmosfera piuttosto stabile anche per il weekend del 16 e 17 marzo. Sabato con qualche temporale in più al Centro-Sud.

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Clima, allerta rossa: superato per la prima volta limite di 1,5° per un anno consecutivo

Dopo ondate di caldo record nel 2023, il 2024 è iniziato male dal punto di vista climatico: gennaio non è mai stato così caldo e per la prima volta il pianeta ha superato la soglia di 1,5°C di riscaldamento globale per 12 mesi consecutivi rispetto all’era preindustriale.

Tra febbraio 2023 e gennaio 2024, la temperatura superficiale globale dell’aria è stata di 1,52°C superiore a quella del periodo 1850-1900, secondo i dati dell’osservatorio europeo Copernicus.

“Questo non significa che abbiamo superato il limite di 1,5°C fissato a Parigi nel 2015 per cercare di fermare il riscaldamento globale e le sue conseguenze”, sottolinea Richard Betts, direttore degli studi sull’impatto climatico presso il National Met Office del Regno Unito. Perché ciò accada, il limite dovrebbe essere superato in modo stabile per diversi decenni. “Tuttavia, questo è un ulteriore promemoria dei profondi cambiamenti che abbiamo già apportato al nostro clima globale e ai quali dobbiamo ora adattarci”, spiega l’esperto.

Il clima attuale si è già riscaldato di circa 1,2°C rispetto al 1850-1900. E al ritmo attuale delle emissioni, l’IPCC prevede che la soglia di 1,5°C abbia il 50% di possibilità di essere raggiunta in media già nel 2030-2035.

GENNAIO DA RECORD. E anche gennaio è stato un mese da record: con una temperatura media di 13,14°C, è stato il più caldo mai registrato dall’inizio delle misurazioni, dopo l’anno record del 2023. Si tratta di 0,12°C in più rispetto al precedente record stabilito nel gennaio 2020 e di 0,70°C in più rispetto alla norma per il periodo 1991-2020. Rispetto all’era preindustriale, il riscaldamento è di 1,660°C. Secondo Copernicus, gennaio è l’ottavo mese consecutivo in cui è stato superato il record mensile di calore.

Il mese è stato caratterizzato da un’ondata di calore in Sud America, che ha visto temperature record e incendi devastanti in Colombia e Cile, con decine di morti nella regione di Valparaiso. Nonostante alcune ondate di freddo e forti precipitazioni in alcune parti del mondo, si è registrato anche un clima eccezionalmente mite in Spagna e nel sud della Francia, oltre che in alcune parti degli Stati Uniti, del Canada, dell’Africa, del Medio Oriente e dell’Asia centrale.

OCEANI MAI COSI’ CALDI. Anche la superficie degli oceani si sta surriscaldando, con un nuovo record di temperatura media di 20,97°C a gennaio. Si tratta del secondo mese più caldo mai registrato, meno di 0,01°C al di sotto del precedente record stabilito nell’agosto 2023 (20,98°C).

Questo calore è continuato oltre il 31 gennaio, raggiungendo nuovi record assoluti e superando i valori più alti del 23 e 24 agosto 2023, secondo Copernicus. E tutto questo in un momento in cui il fenomeno climatico El Niño sta rallentando nel Pacifico equatoriale, che normalmente dovrebbe contribuire a far scendere un po’ il mercurio.

L’anno 2024 “inizia con un altro mese record”, lamenta Samantha Burgess, vicedirettrice del Climate Change Service (C3S) di Copernicus. “Una rapida riduzione delle emissioni di gas serra è l’unico modo per arrestare l’aumento delle temperature globali”.

A metà gennaio, l’Organizzazione meteorologica mondiale e l’Amministrazione nazionale oceanica e atmosferica degli Stati Uniti (NOAA) avevano già avvertito che il 2024 avrebbe potuto superare il record di calore stabilito l’anno scorso. Secondo la NOAA, c’è una possibilità su tre che il 2024 sia più caldo del 2023 e una probabilità del 99% che si collochi tra i cinque anni più caldi della storia.

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Addio all’inverno: fino a febbraio dominerà l’anticiclone di primavera

Il vero inverno è durato poco, troppo poco. Nei prossimi giorni torneranno temperature anomale, oltre i 10 gradi in Val Padana, oltre i 15 gradi al Centro ed oltre i 20 gradi al Sud. Torneremo in una fase quasi primaverile. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’espansione del ‘temibile’ anticiclone nordfricano, con temperature fino a 10-12 gradi oltre la media del periodo: come avviene spesso in inverno, le anomalie saranno più marcate in montagna e al Centro-Sud.

Ma non mancheranno delle eccezioni, qualche disturbo si paleserà in questo contesto di vasta espansione anticiclonica: nelle prossime ore una blanda perturbazione in transito favorirà momenti di instabilità sulla dorsale appenninica con qualche debole nevicata oltre i 1100-1300 metri fino al Sud. Ma dal pomeriggio, e almeno fino alla fine del mese, non si prevedono altri sussulti significativi: dominerà l’alta pressione con temperature in aumento, cieli perlopiù liberi da nubi con tempo asciutto e mite.

Mercoledì 24 mostrerà già i primi segni evidenti di caldo anomalo, a cominciare dalle montagne, poi il picco sarà raggiunto tra giovedì e venerdì quando addirittura lo zero termico si porterà fino a 3900 metri, una quota tipica di fine giugno – inizio luglio.

In questo contesto di calma piatta, però, ci sarà vento forte sui crinali alpini tra mercoledì e giovedì, poi la possibilità di banchi di nebbia da giovedì in Pianura Padana durante le ore notturne. A tratti transiteranno anche delle sottili velature ma, come detto, dominerà la stabilità anticiclonica subtropicale.

Questa alta pressione nordafricana rimarrà centrata tra Spagna e Francia ed estenderà la sua ‘prepotenza’ sull’Italia almeno fino alla fine del mese, compresi i Giorni della Merla (29-30-31): da tradizione gli ultimi 3 giorni di gennaio dovrebbero essere i più freddi. Le temperature si manterranno ancora sopra la media climatica del periodo fino all’inizio di febbraio.

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Torna l’anticiclone africano: temperature oltre i 20 gradi al Sud Italia

Nel corso della settimana appena iniziata un caldo davvero anomalo avvolgerà l’Italia a causa dell’incedere dell’Anticiclone Africano: il protagonista delle ultime estati, ha deciso di farci visita in anticipo. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, comunica che già nella giornata odierna un vastissimo campo di alta pressione di origine africana, accompagnato da aria calda in quota, si espanderà sull’Europa centro-occidentale, bloccando di fatto qualsivoglia perturbazione atlantica o irruzione di aria fredda in discesa dal Polo Nord. Solamente nella serata odierna qualche piovasco potrà raggiungere la Liguria di Levante, la Toscana e la Romagna, prima di un rapido miglioramento anche su queste zone.

L’anomalia più rilevante riguarderà il campo delle temperature: solitamente questo è uno dei periodi più freddi dell’anno e invece sono attesi, pensate, scarti rispetto alla media climatica di +10°C, proprio sul bacino del Mediterraneo. Questo scenario del tutto anomalo e segno evidente dei cambiamenti climatici in atto persisterà per gran parte della settimana: registreremo infatti un’assenza pressoché totale di precipitazioni e, soprattutto, un caldo fuori stagione. La giornata più calda sarà molto probabilmente giovedì 25 gennaio, con punte massime fin verso i 20°C in particolare al Centro Sud (lato tirrenico) e sulle due Isole Maggiori, ma registreremo valori piuttosto miti anche sul resto del Paese, di certo tutt’altro che invernali. Per esempio lo zero termico sulle Alpi di Nord Ovest lo troveremo solamente oltre i 3500/4000 metri, una follia in questo periodo dell’anno.

Questa stasi atmosferica non sembrerebbe cambiare nemmeno per i ‘giorni della merla’ (29-30-31 gennaio), tradizionalmente i più freddi dell’inverno.