Stellantis, Elkann: “2024 anno difficile”. E sui dazi mostra fiducia: “Intesa Ue-Usa è possibile”

Il 2024 “non è stato un buon anno per Stellantis. I motivi sono stati in parte di nostra competenza, il che ha reso il risultato ancora più deludente”. John Elkann, aprendo l’Assemblea degli azionisti, rimarca quanto annunciato già a fine febbraio, cioè che lo scorso anno non è sicuramente da ricordare in positivo per le performance economiche. L’utile netto, infatti, è sceso a 5,5 miliardi di euro, in calo del 70%, quello operativo rettificato di a 8,6 miliardi di euro (-64% con un margine AOI del 5,5%). Calano anche i ricavi, pari a 156,9 miliardi di euro, segnando -17% rispetto al 2023. Le consegne sono diminuite del 12% a livello globale (sono state 5,4 milioni). L’Assemblea ha dato il via libera al bilancio.

A pesare, ricorda Elkann, è stato anche “il disallineamento tra il Consiglio di amministrazione e il nostro ceo Carlos Tavares”, situazione che lo ha portato “a lasciare l’azienda all’inizio di dicembre del 2024”. Da allora, dice il presidente di Stellantis, il Comitato esecutivo ad interim, “che il Consiglio mi ha chiesto di presiedere, ha lavorato con tutti i nostri team nella gestione quotidiana dell’azienda” e “sono state intraprese azioni importanti e decisive per garantire” che il gruppo “sia nella posizione più forte possibile quando verrà nominato il nostro nuovo Ceo”, entro la prima metà del 2025. E proprio quest’anno, spiega agli azionisti il presidente, “siamo concentrati sul lancio di nuovi prodotti e sul miglioramento delle nostre attività in un contesto molto difficile nei nostri due principali mercati”.

Già, e i motivi per cui il settore “è sotto pressione” e l’industria automobilistica “è a rischio”, non sono pochi e viaggiano tra le due sponde dell’Atlantico. Colpa, dice Elkann, di “scelte politiche e normative” dell’Europa e degli Stati Uniti, di un “percorso di tariffe dolorose e regolamenti troppo rigidi”. A cominciare dai dazi imposti dall’inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, che lo stesso presidente di Stellantis ha incontrato all’inizio di aprile a Washington. In quella occasione aveva chiesto maggiore chiarezza per poter lavorare sulla competitività. Il tema, infatti, è che “oltre al dazio del 25% imposto sui veicoli, siamo colpiti da una serie di dazi aggiuntivi, tra cui quelli su alluminio, acciaio e componenti”, dice Elkann. Uno spiraglio, però, forse c’è e “non è troppo tardi” se Usa e Ue intraprendono “le azioni urgenti necessarie per promuovere una transizione ordinata. Siamo incoraggiati da quanto indicato ieri dal presidente Trump sulle tariffe per l’industria automobilistica”. Il repubblicano, infatti, sta valutando di esentare temporaneamente le case automobilistiche dalle nuove imposte.

In Europa, invece, a pesare sono le normative sulle emissioni di CO2 che “hanno imposto un percorso irrealistico di elettrificazione, scollegato dalla realtà del mercato”. In effetti, precisa Elkann “i governi europei hanno ritirato, a volte bruscamente, gli incentivi all’acquisto e l’infrastruttura di ricarica rimane inadeguata. Di conseguenza, i consumatori tardano a passare ai veicoli elettrici”. Serve, quindi, un’inversione di rotta, è il ragionamento del presidente di Stellantis, altrimenti “sarebbe una tragedia, perché l’industria automobilistica è fonte di posti di lavoro, innovazione e comunità forte”.

Un terzo degli azionisti di Stellantis (il 33,07%), intanto, nel corso dell’Assemblea ha votato contro il Remuneration Report 2024, che include i compensi per i manager e la buonuscita dell’ex amministratore delegato Carlos Tavares, che riceverà 23,085 milioni di euro di compensi complessivi relativi al 2024 e una buonuscita totale di 12 milioni di euro, che sarà pagata nel 2025. Sul piede di guerra la Fiom: “Ancora una volta – dice il segretario generale Michele De Palma – vengono premiati i manager e gli azionisti di Stellantis mentre i lavoratori continuano ad essere in cassa integrazione”. 

 

 

JOHN ELKANN

Colloquio Elkann-Trump alla Casa Bianca: focus su competitività in Usa

Oltre 75mila dipendenti per un fatturato annuo di 63,5 miliardi di euro e consegne pari a circa 1,4 milioni di veicoli. Il mondo Stellantis negli Usa è una fetta importante delle attività del gruppo e, in futuro, potrebbe esserlo ancora di più. Il presidente John Elkann ha incontrato, infatti, Donald Trump alla Casa Bianca e, come riportato dai media Usa e confermato da fonti del gruppo, il presidente degli Stati Uniti ha annunciato di voler ripristinare standard meno rigidi sulle emissioni delle auto. Una visione, quella del repubblicano, distante dagli obiettivi dell’Unione europea che, pur concedendo una flessibilità – si passa da uno a tre anni nella valutazione della conformità – obbligherà i costruttori ad adeguarsi a rigide norme per ridurre l’impronta di CO2. In caso contrario, le multe saranno decisamente salate. Norme, aveva spiegato pochi giorni fa il presidente Stellantis, “dure e contradditorie”, intorno alle quali “stiamo discutendo approfonditamente con la Commissione europea per capire quale sarà la direzione da seguire per quanto riguarda il 2035 e oltre”.

Elkann ha partecipato all’incontro con Trump in qualità di responsabile di uno dei maggiori produttori automobilistici degli Usa, con l’obiettivo di proseguire il dialogo con il presidente e la sua amministrazione in questo momento cruciale per il futuro dell’industria automobilistica statunitense. Secondo quanto si apprende, tra i temi dell’incontro ci sarebbe stato anche quello relativo alla competitività del sistema automotive nordamericano, su cui Elkann si era espresso la scorsa settimana in una call con gli analisti, oltre all’accessibilità economica dei prodotti fabbricati negli Stati Uniti e per le implicazioni sulla domanda. Il presidente di Stellantis avrebbe ribadito la necessità di una maggiore chiarezza. La stessa che chiedono tutti i produttori di auto, soprattutto in vista dei dazi del 25% su tutti i veicoli non prodotti negli Stati Uniti a partire dal 3 aprile. “In termini di tariffe – aveva detto Elkann nel nel corso della presentazione dei risultati finanziari del 2024 – abbiamo sostenuto con forza la politica del presidente Trump di rilanciare la produzione americana e abbiamo annunciato ingenti investimenti statunitensi nelle prime 100 ore della sua nuova amministrazione”. Il colloquio Elkann-Trump, infatti, non è il primo tra i due da quando il tycoon si è insediato alla Casa Bianca. Poco prima della cerimonia, il presidente di Stellantis aveva incontrato il repubblicano e diversi funzionari dell’amministrazione Usa.

Stellantis prepara post-Tavares e semplifica organizzazione. Elkann: “Saremo più agili”

Stellantis affronta l’era post Tavares adottando una serie di misure per semplificare la sua organizzazione. Secondo il Gruppo queste decisioni consentiranno il giusto equilibrio tra responsabilità regionali e globali, facilitando la rapidità delle scelte e la loro esecuzione, oltre a rafforzare ulteriormente l’impegno di Stellantis nell’ascoltare i propri clienti e porre le basi per una rinnovata crescita.

Ecco, quindi, che le regioni disporranno da ora di maggiori capacità decisionali ed esecutive a livello locale per la pianificazione e lo sviluppo dei prodotti, le attività industriali e commerciali, mantenendo il coordinamento con le funzioni globali dell’azienda per servire al meglio i clienti. Oltre al suo attuale ruolo di COO delle Regioni d’America, Antonio Filosa assume la leadership globale dell’ente Quality, il fulcro della promessa dell’azienda ai clienti. Gli enti Corporate Affairs e Communications sono stati uniti sotto la guida di Clara Ingen-Housz per supportare al meglio il costante impegno dell’azienda nei confronti di tutti i suoi stakeholder. Viene creato un nuovo Marketing Office, guidato da Olivier François, per raggruppare il marketing dei brand e supportarli al meglio, in particolare attraverso la pubblicità, gli eventi globali e le sponsorizzazioni. Le attività software sono ora integrate in un’organizzazione di sviluppo e tecnologia del prodotto guidata da Ned Curic allo scopo di semplificare il processo di immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi per tutti i brand in tutti i mercati in cui l’azienda è presente.

Secondo il presidente John Elkann, gli annunci odierni “semplificheranno ulteriormente la nostra organizzazione e aumenteranno la nostra agilità e il rigore dell’esecuzione a livello locale. Non vediamo l’ora di guidare la crescita fornendo ai nostri clienti una scelta ancora più ampia di straordinari veicoli a combustione, ibridi ed elettrici”. Il tutto mentre il processo di nomina del nuovo Ceo è in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio d’Amministrazione, e si concluderà entro la prima metà del 2025.

Gli altri cambiamenti di leadership includono la nomina di Bob Broderdorf alla guida del brand Jeep, Alain Favey responsabile del brand Peugeot, Xavier Peugeot alla guida del brand DS Automobiles e Anne Abboud a capo dell’unità veicoli commerciali di Stellantis Pro One.

Stellantis

Tavares dà l’addio a Stellantis: nuovo ceo entro metà 2025. Appello bipartisan: “Elkann in Parlamento”

L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha rassegnato le sue dimissioni con effetto immediato, accettate dal Consiglio di Amministrazione, riunitosi domenica sotto la presidenza di John Elkann. Ad annunciarlo è il Gruppo stesso, spiegando che il processo per la nomina di un nuovo ceo permanente è già in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio, e si concluderà entro la prima metà del 2025. Nel frattempo, sarà istituito un nuovo Comitato Esecutivo presieduto da John Elkann. Stellantis conferma la guidance presentata alla comunità finanziaria il 31 ottobre 2024 in relazione ai risultati dell’intero anno 2024.

La notizia arriva domenica sera con una nota nella quale il Senior Independent Director di Stellantis, Henri de Castries, parla di “vedute differenti” emerse nelle ultime settimane. Mentre il presidente John Elkann esprime la sua gratitudine a Tavares per “il suo impegno costante in questi anni e per il ruolo che ha svolto nella creazione di Stellantis, in aggiunta ai precedenti rilanci di PSA e di Opel, dando avvio al nostro percorso per diventare un leader globale nel settore”. L’addio di Tavares era comunque previsto a fine 2025, ma è stato anticipato di oltre un anno.

E, per una volta, la reazione è unanime. Dai sindacati a tutto l’arco politico, si festeggia l’addio di Tavares ma si chiede che ora il presidente Elkann si presenti immediatamente in Parlamento. I sindacati chiedono un cambio di passo e Rocco Palombella, segretario generale Uilm, fa appello all’arrivo di un nuovo management “che dia discontinuità rispetto al passato sugli impegni occupazionali, produttivi e industriali“. Stessa posizione per la Fiom che vuole “un piano industriale e occupazionale subito“. Dal mondo della politica il primo a commentare è il leader di Azione, Carlo Calenda, che spiega come “non rimpiangeremo Tavares”, ma ritiene ora “ancora più urgente riconvocare John Elkann in Parlamento”. La stessa posizione la esprimono Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs, così come Antonio Misiani del Pd. Ma anche Giuseppe Conte del M5S e Tommaso Foti di Fdi pretendono una convocazione immediata del presidente del Gruppo.

JOHN ELKANN

Il ‘no’ di Elkann fa infuriare il Parlamento. Meloni: “Mancanza di rispetto”. Tavolo Stellantis al Mimit il 14 novembre

Il Parlamento non ci sta. Poche ore dopo il rifiuto del presidente di Stellantis, John Elkann, di presentarsi davanti alla commissione della Camera, adducendo come motivazione il fatto di non avere “nulla da aggiungere rispetto a quanto già illustrato dall’amministratore delegato” lo scorso 11 ottobre, tutto l’arco politico insorge. A partire dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che a ‘Porta a Porta’ sottolinea come “John Elkann non ha detto solo di no, ha detto ‘No perché aspetto il tavolo del governo’. Temo che a Elkann sfuggano i fondamentali della Repubblica italiana, una non esclude l’altra, noi siamo una Repubblica parlamentare e questa mancanza di rispetto per il Parlamento me la sarei evitata. Noi abbiamo fatto diversi tavoli con Stellantis, ma non hanno portato agli accordi di sviluppo”. E aggiunge: “Quando il governo mette dei soldi, sono soldi degli italiani, che si possono spendere se questi ultimi ne traggono beneficio. Il 70% delle risorse per gli incentivi sono servite a comprare auto non prodotte in Italia, anche questa è una riflessione da fare, fermo restando che dovrebbe andare ad ascoltare quello che il Parlamento ha da chiedergli“.

Una “vergognosa offesa alle istituzioni”, la definisce la Lega, sottolineando come la presenza di Elkann “è un obbligo, non solo morale, per rendere conto al Paese di una gestione scellerata nonostante gli enormi contributi pubblici”. Sempre dalla maggioranza, per Tommaso Foti di Fratelli d’Italia è “gravissimo” e “sconcertante” che il presidente di Stellantis non riferisca in Parlamento. E i toni non cambiano spostandosi dalla parte dell’opposizione, con la segretaria Pd Elly Schlein che sottolinea come “occorre stigmatizzare l’atteggiamento” di Elkann e il leader di Azione Carlo Calenda che lo definisce addirittura un “grave sgarbo istituzionale”. “Inaccettabile” il modo di rivolgersi al Parlamento per Nicola Fratoianni di Avs, un “atto di arroganza e di offesa a un’istituzione democratica” per il collega Angelo Bonelli. E va ancora oltre il leader dei Pentastellati, Giuseppe Conte, che non percepisce “nessuna reale strategia imprenditoriale, nessun piano industriale concreto, nessun rispetto degli impegni presi” e vede all’orizzonte “un declino ormai irreversibile del settore automotive“.

A poco quindi, sembrerebbe, servirà la lettera con cui il deputato della Lega Alberto Luigi Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera, rinnova a Elkann la richiesta di audizione davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato: “Reputo la sua presenza ancora più necessaria, alla luce anche della disponibilità a un ‘dialogo franco e rispettoso’ da lei rappresentata” e “considerato il delicato periodo storico che stiamo vivendo“, spiega Gusmeroli. La replica di Elkann arriva con una telefonata pomeridiana con il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, al quale ribadisce il rispetto del Parlamento spiegando che “la risposta al presidente della commissione attività produttive Gusmeroli nasce dall’osservanza della decisione della Camera di impegnare il Governo – attraverso le mozioni approvate dall’Aula – a identificare politiche industriali in linea con l’evoluzione del settore automotive” e “l’apertura al dialogo con tutte le Istituzioni, come da sempre il gruppo fa in tutti i paesi in cui è presente, Italia in primis”. Il presidente di Stellantis però ci tiene anche a mettere i puntini sulle i e spiega che “in questi anni non c’è stato nessun disimpegno in Italia; c’è stato solo un grande sforzo per orientare la nostra attività verso il futuro con prodotti competitivi e innovativi”. Anzi, sottolinea a Fontana, negli ultimi decenni “gli stipendi, gli oneri fiscali e previdenziali versati, la bilancia commerciale, gli investimenti fatti e le competenze cha abbiamo formato, hanno superato di gran lunga i contributi ricevuti in Italia. E lo rivendichiamo con orgoglio, essendo la più importante realtà industriale che opera in Italia. Stellantis da quando è nata (2021) ha investito in Italia 2 miliardi di euro all’anno”.

Di sicuro il dialogo, anche nelle intenzioni del presidente di Stellantis, proseguirà al tavolo di confronto istituito presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, convocato per giovedì 14 novembre a Palazzo Piacentini. Invitati a partecipare i rappresentanti dell’azienda, delle Regioni sede di stabilimenti produttivi, delle organizzazioni sindacali e dell’Anfia.

Una soluzione che non soddisfa completamente i sindacati che auspicano, a partire dal segretario della Cgil Maurizio Landini, una convocazione dell’azienda direttamente a Palazzo Chigi. “La Fiat non c’è più da anni. E anche davanti alla nuova società, non comanda più la famiglia Agnelli. Dove sono stati tutti in questi anni? Noi diciamo che è il momento di prenderla sul serio questa discussione”, spiega Landini. Insiste per spostare il tavolo a Chigi anche il segretario della Uilm Gianluca Ficco “per mettere fine alle sterili polemiche e per provare davvero a salvare il settore automotive”. Sulla stessa linea Michele De Palma della Fiom, che chiede anche di avviare una discussione su “un pacchetto straordinario di interventi“, e Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl, per cui “è importante mettere una dotazione specifica sugli ammortizzatori sociali perché stanno finendo in tutti gli stabilimenti Stellantis tranne due nel 2025”. Per il momento, intanto, il confronto è in stand by fino al 14 novembre.

JOHN ELKANN

Stellantis, Elkann: “Siamo sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di elettrificazione al 2030”

Stellantis ha posto “l’elettrificazione in prima linea nel suo piano strategico Dare Forward 2030. L’obiettivo è che entro la fine del decennio il 100% delle vendite di autovetture in Europa e il 50% delle vendite di autovetture e autocarri leggeri negli Stati Uniti siano costituiti da veicoli elettrici a batteria (BEV)”. Lo sottolinea John Elkann, presidente di Stellantis, nella lettera agli azionisti di Exor. “Oggi Stellantis è sulla buona strada per raggiungere questo obiettivo, con vendite globali di BEV in crescita del 21% anno su anno – continua- Inoltre, nell’ambito della strategia Pro One per i suoi veicoli commerciali, Stellantis ha presentato una gamma di furgoni completamente rinnovata dei suoi sei marchi iconici (Citroën, FIAT, Opel, Peugeot, Ram e Vauxhall) con propulsori a emissioni zero di seconda generazione, un soluzione unica a idrogeno, connettività completa e sistemi di assistenza alla guida autonoma di alto livello”.

Dalla sua fondazione nel 2021, ricorda Elkann, Stellantis ha distribuito un totale di 6 miliardi ai propri dipendenti in tutto il mondo. Una dimostrazione, dice, “tangibile di come l’azienda abbia allineato i propri incentivi ai risultati a beneficio di tutti i dipendenti”. Nella lettera agli azionisti di Exor, spiega che “la spinta alla competizione e alla focalizzazione sull’eccellenza ha generato risultati record con ricavi pari a 189,5 miliardi di euro (+6% rispetto al 2022), un utile operativo rettificato pari a 24,3 miliardi di euro (margine ~13%) e un utile netto pari a 18,6 miliardi di euro (+11% rispetto al 2022)”. Questi eccellenti risultati non premiano solo gli azionisti, dice Elkann “ma anche i dipendenti Stellantis, che riceveranno quasi 1,9 miliardi di euro in base ai loro risultati”.

A novembre, la società ha lanciato ‘Shares to Win’, il suo primo piano di acquisto di azioni per i dipendenti che consente loro di diventare azionisti di Stellantis a condizioni preferenziali. Nel 2024 questo numero sarà esteso a oltre 240.000 dipendenti in tutto il mondo.

Il presidente di Stellantis, nella lunga lettera, parla anche di Ferrari.  “Ci auguriamo di ottenere altre vittorie con clienti, tifosi e dipendenti mentre Benedetto Vigna e il suo gruppo dirigente mantengono il loro approccio ‘quattro ruote a terra’ mentre il Cavallino Rampante continua il suo viaggio di elettrificazione rimanendo fedele alla sua eredità”, scrive, ricordando che fuori dalla pista la Ferrari “ha continuato a fornire risultati eccezionali, superando le previsioni per l’intero anno. I ricavi netti dell’anno sono cresciuti del 17% a 6 miliardi di euro, con un EBITDA rettificato di 2,3 miliardi di euro (margine del 38%) e, per la prima volta in assoluto, l’utile netto ha superato 1 miliardo di euro (un aumento del 34% rispetto al 2022)”.