Inflazione, a novembre -0,1% mensile e +1,3% annuale in Italia

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA, l’andamento dell’inflazione in Italia. Secondo Istat, a novembre 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,1% su base mensile e aumenta dell’1,3% su base annua (da +0,9% del mese precedente). La stima preliminare era +1,4%.

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Istat, italiani preoccupati per il futuro: a ottobre cala fiducia di cittadini e imprese

Italiani preoccupati per il futuro incerto. A ottobre 2024 il clima di fiducia delle imprese scende, portandosi su un livello minimo da aprile 2021. Un calo, rileva l’Istat, dovuto al peggioramento nel comparto manifatturiero e in quello dei servizi di mercato. In particolare, nella manifattura diminuisce la fiducia tra le imprese che producono beni intermedi e beni strumentali, mentre nei servizi di mercato è il comparto del trasporto e magazzinaggio ad evidenziare un calo massiccio del clima di opinione.

Anche l’indice di fiducia dei consumatori non va bene: evidenzia un’evoluzione sfavorevole, dovuta secondo l’istituto principalmente a un deterioramento delle opinioni sulla situazione economica generale e a un peggioramento delle aspettative.

Nel dettaglio, l’indice del clima di fiducia dei consumatori scende da 98,3 a 97,4 e quello delle imprese da 95,6 a 93,4. Tra i consumatori, c’è diffuso peggioramento delle opinioni sulla situazione economica generale e su quella futura: il clima economico cala da 103,9 a 99,7 e quello futuro si riduce da 97,4 a 95,0. Invece, c’è un lieve aumento per il clima personale (da 96,3 a 96,6) e per quello corrente (da 99,0 a 99,2).

Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia diminuisce nella manifattura (da 86,6 a 85,8) e, soprattutto, nei servizi di mercato (da 100,4 a 95,3) mentre cresce nelle costruzioni (da 101,9 a 103,9) e nel commercio al dettaglio (l’indice passa da 102,3 a 103,7). Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura peggiorano i giudizi sul livello degli ordini e le aspettative sul livello della produzione; le scorte sono giudicate in decumulo rispetto al mese scorso. Nelle costruzioni, per entrambe le componenti si stima un miglioramento. Quanto ai servizi di mercato, c’è un peggioramento di tutte le componenti: i giudizi sia sugli ordinativi sia sull’andamento degli affari si deteriorano decisamente; le aspettative sugli ordini subiscono un calo contenuto. Nel commercio al dettaglio, giudizi e aspettative sulle vendite registrano un’evoluzione positiva e il saldo dei giudizi sulle scorte si riduce.

Secondo il Codacons, è la manovra a non convincere famiglie e imprese: “Le notizie sulle misure contenute nella legge di bilancio che hanno tenuto banco per tutto il mese hanno influito sull’indice della fiducia, portando ad un peggioramento delle aspettative sul futuro della nostra economia”, spiega il presidente Carlo Rienzi, per cui il calo della fiducia è un “segnale preoccupante perché si riflette in modo diretto sulla propensione alla spesa futura dei consumatori e, quindi, sull’intero sistema economico, frena gli investimenti delle imprese e ha riflessi negativi sull’occupazione”.

Come temevamo, a settembre si trattava solo di un rimbalzo tecnico, un recupero, peraltro solo parziale, rispetto al crollo di agosto“, rileva Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. La componente che segna la caduta più elevata è quella relativa alle attese sulla situazione economica dell’Italia, che precipitano da -29,5 a -37, con un crollo di ben 7,5 punti percentuali. Anche se, secondo Dona, la manovra del Governo “può avere influito solo marginalmente sulla flessione, visto che la raccolta dei dati avviene nei primi 15 giorni del mese e il Governo l’ha approvata il 15 ottobre, è chiaro che gli annunci e le indiscrezioni che l’hanno preceduta non hanno per il momento convinto gli italiani sugli effetti che può avere nella soluzione dei loro problemi e di quelli del Paese in generale“.

Le anticipazioni di una manovra di bilancio con margini stretti non aiutano il clima di fiducia neanche per Confesercenti, per cui il successo sulla riduzione del tasso di inflazione “evidentemente non è sufficiente, da solo, a rischiarare l’orizzonte“. Quello che serve, è il suggerimento, è un “ruolo più attivo di sostegno della politica economica, per restituire fiducia ed aspettative a famiglie ed imprese“.

Effetto maltempo sull’ortofrutta: a settembre risale il ‘carrello della spesa’

Le inondazioni a settembre hanno messo in ginocchio il settore ortofrutticolo in quella che è la Fruit Valley italiana, ovvero l’Emilia Romagna. Secondo il monitoraggio della Coldiretti l’acqua che ha invaso i campi nella seconda metà del mese scorso ha inondato i terreni coltivati a ortaggi e gli alberi di mele, pere, kiwi, susine con impianti danneggiati nella zona del Faentino, nel Bagnacavallese e a Cotignola dove l’acqua è arrivata alla frutta, avendola ricoperta di fanghiglia. Si spiega così il rialzo dei prezzi del carrello della spesa, fotografato oggi dall’Istat.

“A settembre l’inflazione scende a +0,7%, il livello più basso registrato da inizio anno”, spiega l’istituto di statistica. Un calo che “si deve ancora all’evoluzione dei prezzi dei Beni energetici (-8,7% da -6,1% di agosto), ma risente anche del rallentamento su base tendenziale dei prezzi di alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto). Per contro, nel comparto alimentare – appunto – i prezzi aumentano lievemente il loro ritmo di crescita su base annua, contribuendo all’accelerazione dei prezzi del ‘carrello della spesa’ (+1% da +0,6%). Mentre l’inflazione di fondo, che esclude le voci volatili appunto come cibo ed energia, scende a +1,8% dal +1,9% registrato negli ultimi tre mesi”, conclude la sua analisi l’istituto di statistica.

Mese su mese il calo dei prezzi al consumo è dello 0,2%, una diminuzione congiunturale dovuta principalmente alla discesa dei “prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-2,2%), dei Beni energetici regolamentati e non regolamentati (-1,1% entrambi) e dei Beni alimentari lavorati (-0,5%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,4%) e dei Beni durevoli (+0,4%) e semidurevoli (+0,3%)” prosegue l’Istat. In particolare, proprio restando sugli alimentari., a settembre “i prezzi nel complesso mostrano un profilo tendenziale in accelerazione (da +0,8% a +1,1%; +0,2% rispetto al mese precedente)”.

E più in dettaglio, fra gli “alimentari lavorati il tasso di crescita su base annua dei prezzi si è stabilizzato a +1,5% (-0,5% il congiunturale). Nel settore degli alimentari non lavorati, le tensioni sui prezzi (+1,4% la crescita congiunturale) fanno risalire il tasso tendenziale su valori positivi (da -0,5% a +0,3%). Tale andamento è imputabile alla flessione meno marcata sia dei prezzi di frutta fresca e refrigerata (da -2,8% a -0,6% contro invece un +1,6% da agosto) sia di quelli dei Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da -3,9% a -2,2%, però +5,5% il congiunturale), ma anche all’accelerazione dei prezzi della carne bovina (da +2,0% a +2,2%, registrando invece +0,3% sul mese)”, rivela Istat.

In netto calo infine i prezzi legati alle vacanze. Infatti “nel comparto dei servizi, il ritmo di crescita su base annua dei prezzi scende al +2,8% (da +3,2% con un -0,3% sul mese). A un maggiore livello di dettaglio, decelerano i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,5% a +4,0%), soprattutto a causa di quelli dei Pacchetti vacanze (da +23,2% a +13,0% registrando un -15,8% sul mese), come anche i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,9% a +2,4% segnando un -2,2% da agosto), influenzati da quelli del Trasporto marittimo e per vie d’acqua interne (da -1,0% a -5,0%, con un ben -31,3% rispetto al mese precedente), del Trasporto aereo passeggeri (da -4,8% a -8,6%, evidenziando un -21,3% su agosto) e del Trasporto passeggeri su rotaia (da +6,1% a +4,3%; -0,3% il congiunturale)”, conclude l’istituto di statistica.

Inflazione, ad agosto +0,2% mensile e +1,1% annuale

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA, l’andamento dell’Inflazione in Italia. Secondo Istat, ad agosto l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e dell’1,1% su base annua (da +1,3% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Ad agosto l’inflazione rallenta a +1,1%, beni energetici accentuano calo a -6,1%

Ad agosto, secondo le stime preliminari, l’inflazione rallenta, scendendo a +1,1% (dall’1,3% di luglio). La decelerazione si deve all’ampliarsi della flessione dei prezzi dei beni (da -0,1% a -0,5%), che si confronta con l’accelerazione della dinamica dei prezzi dei servizi (da +3,0% a +3,2%); il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni si porta dunque a +3,7 punti percentuali (dai +3,1 di luglio). Lo rileva l’Istat.

L’evoluzione dei prezzi dei beni riflette, in primo luogo, quella dei prezzi dei Beni energetici, che accentuano la loro discesa su base annua (da -4,0% a -6,1%; -0,6% sul mese), nonostante le spinte al rialzo registrate nel settore dei Beni energetici regolamentati. Più in dettaglio, nell’ambito dei Beni energetici non regolamentati (da -6,0% a -8,6%; -1,0% rispetto a luglio), pesa l’inversione di tendenza dei prezzi del Gasolio per mezzi di trasporto (da +3,1% a -5,8%; -2,2% il congiunturale), della Benzina (da +0,7% a -5,3; -1,9 da luglio) e del Gasolio per riscaldamento (da +3,1% a -5,6%; -2,6% da mese), solo in parte compensata dalla flessione meno marcata dei prezzi di Gas di città e gas naturale mercato libero (da -19,7% a -13,4%; -0,5% su base mensile) e di Energia elettrica mercato libero (da -18,2% a -17,4%; +0,6% da luglio).

Per quanto riguarda la componente regolamentata, l’accelerazione su base tendenziale dei prezzi (da +11,7% a +14,0%; +3,2% il congiunturale) è interamente condizionata dall’andamento di quelli del Gas di città e gas naturale mercato tutelato (da +32,4% a +36,3%; +5,3% da luglio), mentre i prezzi dell’Energia elettrica mercato tutelato restano stabili (a -9,7%; nullo il congiunturale).

I prezzi dei Beni alimentari nel complesso tendono ad accelerare lievemente (da +0,9% a +1,0%; +0,3% rispetto al mese precedente), mostrando andamenti contrapposti delle sue sotto-componenti: quella dei Beni alimentari lavorati è in moderata accelerazione (da +1,6% a +1,8%; +0,9% da luglio); quella dei Beni alimentari non lavorati, invece, amplia seppur di poco la sua flessione (da -0,4% a -0,5%; -0,6% su base mensile). In particolare, per la componente non lavorata, ampliano la flessione sia i prezzi di Frutta fresca e refrigerata (da -2,4% a -2,8%; -3,7% da luglio) sia quelli dei Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da -3,3% a -3,9%; -0,4% il congiunturale).

Nel comparto dei servizi, il ritmo di crescita su base annua dei prezzi aumenta del 3,2% (da +3,0%; +0,4% sul mese). A un maggiore livello di dettaglio, accelerano i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,2% a +2,9%; +1,9% da luglio), a causa soprattutto degli andamenti dei prezzi del Trasporto aereo passeggeri (da -12,6% a -4,8%; +16,3% il congiunturale) e del Trasporto marittimo e per vie d’acqua interne (da -5,7% a -1,0%; +31,4% rispetto al mese precedente), connessi a fattori stagionali; di contro, decelerano seppur di poco i prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,7% a +2,5%; +0,1% da mese).

L’impatto dell’evoluzione dei prezzi delle diverse tipologie di prodotto sul tasso di inflazione del mese di agosto è misurato dai contributi alla variazione tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo.

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Inflazione in lieve rialzo a giugno, ma resta stabile rispetto a un anno fa

L’inflazione resta stabile a giugno rispetto a un anno fa. Lo dicono i dati elaboratori dall’Istituto nazionale di statistica, che nello scorso mese stima che “l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua come nel mese precedente, confermando la stima preliminare“.

Risultano in rallentamento principalmente i prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +0,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,3% a +4,0%), dei Beni durevoli (la cui flessione si amplia da -0,7% a -1,0%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +2,2%); per contro, si attenua ancora la flessione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -13,5% a -10,3%), accelerano quelli dei regolamentati (da +0,7% a +3,5%) e dei Beni alimentari lavorati (da +1,8% a +2,0%).

Bene anche il cosiddetto ‘Carrello della spesa’, che continua a reggere. “I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +1,8% a +1,2%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,5% a +2,0%)“, spiega l’Istat. “L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+2,3%), dei Servizi relativi ai trasporti (+0,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%) e dei Beni alimentari lavorati (+0,3%)“.

Gli effetti di questi aumenti “sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,0%), dei Beni energetici non regolamentati (-0,9%) e dei Beni durevoli (-0,3%)“, prosegue l’analisi. “L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,8% per l’indice generale e a +1,9% per la componente di fondo“, inoltre “l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,9% su base annua (da +0,8% di maggio), confermando la stima preliminare“, sottolinea l’Istituto nazionale di statistica. Infine, “l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione congiunturale nulla e un aumento dello 0,8% su base annua“.

Il tasso di risparmio e di investimento delle famiglie dell’eurozona

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Nell’infografica interattiva di GEA, il tasso di risparmio e di investimento delle famiglie dell’eurozona. Secondo Eurostat, il tasso di risparmio si è attestato al 15,3% nel primo trimestre del 2024 (rispetto al 14,1% del quarto trimestre del 2023), ovvero il valore più alto dal secondo trimestre del 2021. Allo stesso tempo, il tasso di investimento delle famiglie nell’area dell’euro è leggermente diminuito dal 9,6% al 9,5% nel primo trimestre del 2024. Si tratta del valore più basso dal primo trimestre 2021. Una leggera diminuzione, poiché, spiega Eurostat, “gli investimenti fissi lordi sono aumentati dell’1,1%, a un ritmo inferiore rispetto al reddito disponibile lordo (+2,1%)”.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Inflazione, gli indici dei prezzi al consumo per divisioni di spesa

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA gli indici dei prezzi al consumo per divisioni di spesa. Istat stima che a maggio “la dinamica tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo resta stabile a +0,8%, principalmente a causa dell’ampliarsi della flessione dei prezzi della divisione di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (da -9,0% a -9,5%) e della decelerazione dei prezzi di Prodotti alimentari e bevande analcoliche (da +2,5% a +2,0%), Bevande alcoliche e tabacchi (da +2,7% a +2,2%), Mobili, articoli e servizi per la casa (da +1,0% a +0,7%) e Abbigliamento e calzature (da +1,5% a +1,2%)”. Un sostegno all’inflazione si deve, invece, all’accelerazione su base tendenziale dei prezzi di altre divisioni, tra cui Trasporti (da +2,0% a +2,5%) e Ricreazione, spettacoli e cultura (da +0,8% a +1,5%).

INFOGRAFICA INTERATTIVA Un anno di inflazione in Italia

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA l’andamento dell’inflazione in Italia. A maggio l’Istat stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenti dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua (come nel mese precedente), confermando la stima preliminare.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Inflazione, ad aprile rallenta a +0,1% mensile e +0,8% annuale

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA, l’andamento dell’inflazione in Italia. Ad aprile, secondo quanto comunicato dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è aumentato dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua (da +1,2% del mese precedente): la stima preliminare era +0,9%.