Nucleare, Pichetto conferma dialogo su newco. Meloni: “Fissione ponte per fusione”

Il Gruppo Mondiale per l’Energia da Fusione si riunisce per la prima volta a Roma, alla Farnesina, su iniziativa dell’Italia e dell’Aiea. Il governo punta tutto sull’atomo, tanto che a Roma proseguono le trattative per una newco tra Enel, Ansaldo e Leonardo che si occupi di produrre mini-centrali di nuova generazione. Gilberto Pichetto lo conferma, ma non si sbilancia: “C’è una interlocuzione, ma non ancora un punto di convergenza sui soggetti che possono partecipare. Quello che possiamo dire è che il soggetto dovrebbe avere un ruolo importante nel sistema“, spiega in conferenza stampa.

Pichetto incontra la stampa con il direttore dell’Aiea, Rafael Grossi, in una pausa dei lavori del gruppo, che riunisce i più importanti rappresentanti dei settori pubblico e privato, dell’industria, del mondo accademico, degli enti di ricerca e della società civile.
Lo scopo è quello stimolare una collaborazione incentrata sulla ricerca, sullo sviluppo e sulle applicazioni dell’energia da fusione, per accelerare la transizione dell’energia da fusione dall’attuale fase di ricerca a quella dello sviluppo commerciale.

Con la ‘Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile‘, istituita dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, si è già avviato un percorso per valutare l’opportunità di riprendere l’utilizzo dell’energia nucleare in Italia, sia a breve-medio termine tramite le nuove tecnologie da fissione nucleare, sia a medio-lungo termine con l’energia da fusione, per raggiungere gli obiettivi di de-carbonizzazione al 2050 e per accrescere la sicurezza e la sostenibilità degli approvvigionamenti di energia.

Proprio la fissione di quarta generazione può fare da ponte “dall’idrocarburo alla futura fusione“, prospetta Giorgia Meloni, in un messaggio inviato al tavolo e letto dal sottosegretario Alfredo Mantovano. La premier non partecipa in presenza, bloccata da un’influenza, ma ribadisce l’importanza della tecnologia per il governo: “L’Italia – rivendica – resta il più nucleare tra i Paesi non nucleari“. Si colloca all’ottavo posto in Europa per numero di addetti, circa 40.000, “è un punto di riferimento della catena di approvvigionamento internazionale, dispone di un’expertise tecnologica di altissimo livello, il sistema universitario forma un numero importante di ingegneri, di fisici nucleari apprezzati a livello internazionale, le realtà d’eccellenza si distinguono per ambiziosi progetti di ricerca e di sviluppo“, spiega la presidente del Consiglio. Se lo scopo è quello di portare avanti una transizione energetica “sostenibile e non ideologica“, per farlo, garantisce Meloni, saranno usate “tutte le tecnologie, quelle già in uso, quelle che stiamo sperimentando, quelle che dobbiamo ancora scoprire“.

I tempi per la fusione dipenderanno da quanto ingenti saranno gli investimenti, ma Grossi azzarda prospettive molto ottimistiche: “Siamo in un momento in cui il processo passa dalla fase di pura ricerca alla dimostrazione e poi alla commercializzazione. Credo 5-10 anni, ma si vedrà, all’orizzonte si intravede un risultato possibile e a portata di mano“, afferma.

Al momento, gli investimenti di Stato si concentrano tramite Enea su Euratom e Iter. “Siamo sull’ordine dei centinaia di milioni, non oltre“, fa sapere Pichetto. Si cercherà di coinvolgere massicciamente i privati e la speranza è che gli incentivi non serviranno, “che la competitività porti a una condizione tale per cui non sarà necessario intervenire con integrazioni pubbliche sul sistema“, spiega.

Il tema energetico è diventato fondamentale per l’intera Europa. L’iniziativa voluta dall’Italia avviene in un “momento critico“, osserva la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, riferendosi alle alluvioni che hanno colpito la Spagna, “segnali di qualcosa che non va nel pianeta, di una crisi climatica in corso“, risultato “dell’uso scriteriato dei fossili“. Al tempo stesso però, ammette, “il mondo ha bisogno di sempre più energia”. E’ necessario quindi che questa sia “sicura e pulita“, come quella “rivoluzionaria” che potrà offrire la fusione.

La Commissione per il momento ha inserito il nucleare nella tassonomia delle attività economiche sostenibili, “cosa che schiude anche importanti prospettive, cioè il nucleare non è inquinante“, scandisce il padrone di casa, Antonio Tajani, aprendo i lavori dell’evento inaugurale, a livello ministeriale, del Gruppo. La lotta contro il cambiamento climatico, afferma, va fatta “con intelligenza, con scelte pragmatiche“. E la scelta del nucleare, insiste, va in questa direzione, perché “riesce a conciliare crescita, politica industriale e ambiente“, perché ribadisce il vicepremier: “Non è detto che la lotta al cambiamento climatico e la politica industriale siano due cose inconciliabili, anzi sono scelte che si possono conciliare benissimo“.

Il tema sarà protagonista della Cop29, che si apre la prossima settimana a Baku, dall’11 al 22 novembre. “L’energia nucleare svolge un ruolo fondamentale, come la capacità di essere pulita, che utilizza una quantità minima di risorse e a basse emissioni di carbonio“, chiosa il ministro dell’Energia dell’Azerbaigian Parviz Shahbazov. Le nuove sfide sono quelle di “rafforzare le norme per una corretta gestione delle scorie radioattive, il sostegno finanziario e l’aumento della fiducia del pubblico“. Il Paese, storico produttore di idrocarburi, punta a cambiare passo sulla la decarbonizzazione: “Siamo mettendo in pratica progetti su larga scala per portare le rinnovabili nel Paese al 35%. Siamo capofila nella transizione energetica nella Regione avendo creato dei corridoi energetici. La priorità – sostiene – è diventare un Paese a crescita verde“. Per questo, gli “smr possono essere un grande sostegno“.

Spazio, sostenibilità e innovazione: a Bruxelles il premio Telespazio

Algoritmi innovativi che utilizzano dati satellitari per un utilizzo più efficiente dell’acqua durante le operazioni di estrazione del litio, e poi nuovi bracci robotici gonfiabili per missioni spaziali sempre più accessibili. Ancora, l’uso del perossido di idrogeno come propellente verde e sostenibile per i satelliti e un sistema automatico per il trasporto e il rilascio di piccoli satelliti attorno alla Luna, per facilitare la presenza umana in futuro. Innovazione, sostenibilità, tecnologia: ecco temi e valori aggiunti dei progetti vincitori dell’edizione 2023 di #T-TeC, il concorso di Telespazio giunto alla quinta edizione.

Nella categoria Prototipo, riservata ai progetti più maturi, il premio di 10mila euro è andato al progetto ‘Estesia’, presentato da un team di studenti di due università spagnole (Università Autonoma di Barcellona e Istituto di Scienza e Tecnologia di Barcellona) e un Università cilena (Università Adolfo Ibañez, Santiago del Cile). Con Estesia i dati satellitari possono essere usati per ottimizzare le risorse idriche utilizzate per estrarre il litio, rendendo la produzione di questa risorsa utile alla transizione verde molto sostenibile. Il litio è essenziale per il futuro dei motori elettrici in tutto il mondo. Il team potrà creare una start-up e, attraverso di essa, prendere parte al prestigioso programma Seraphim Space Accelerator, dedicato allo spazio e finanziato dal fondo di investimento Seraphim Space.

Al secondo posto il progetto ‘IDRA’, presentato da un team di studenti del Politecnico di Torino che ha progettato un innovativo braccio robotico realizzato in materiale ‘gonfiabile’, che consente al braccio di operare in condizioni particolari rendendolo più versatile nei servizi orbitanti. Oltre ad un premio in denaro di 6.000 euro, la squadra prenderà parte ad un programma di pre-incubazione offerto da Lazio Innova.

Terzo premio al progetto ‘Hydrogen Perossido Propulsion for Satellites’ presentato da un gruppo di studenti della Delft University of Technology (Paesi Bassi), che propone di utilizzare il perossido di idrogeno come propellente per i satelliti; il progetto è quindi legato allo studio di serbatoi e sistemi di propulsione in grado di immagazzinare e utilizzare questo propellente per i lunghi periodi di tempo richiesti dalle missioni satellitari. Anche in questo caso c’è una notevole attenzione agli aspetti di sicurezza e ambientali, poiché il progetto riduce al minimo l’uso di sostanze tossiche e infiammabili come i combustibili propellenti attualmente utilizzati. La squadra ha ricevuto un premio in denaro di 4.000 euro ed è stata offerta un posto nel programma di pre-incubatore offerto da Lazio Innova.

Nella categoria Idea, il premio di 5.000 euro è andato al progetto ‘DELUNERY’ presentato da un team di studenti dell’Università Federico II di Napoli. Hanno progettato un sistema in grado di posizionare piccoli satelliti in orbita attorno alla Luna da una piattaforma in orbita lunare, con l’obiettivo di rendere il rilascio di questi satelliti una routine tanto quanto il posizionamento dei satelliti in orbita attorno alla Terra. La squadra vincitrice otterrà uno dei tre posti nel programma pre-incubatore offerto da Lazio Innova. Il premio speciale ‘Test-it Award’, che offre al team vincitore la possibilità di sviluppare un proof-of-concept della propria idea (e quindi l’opportunità di testare in laboratorio la propria idea, con il finanziamento di Leonardo e il supporto tecnico di Telespazio ), è andato al team SunCubes. Questo team di studenti del Politecnico di Milano era arrivato terzo nella precedente edizione e quest’anno ha potuto presentare i progressi e i nuovi progetti della loro tecnologia.

Questa quinta edizione del Telespazio Technology Contest conferma la qualità e il successo del nostro concorso – sottolinea Luigi Pasquali, Amministratore Delegato di Telespazioche dallo scorso anno promuove la partecipazione a programmi di pre-incubazione e accelerazione, che aiuteranno i migliori progetti a trasformarsi in soluzioni reali e concrete in grado di aiutare la crescita dell’economia spaziale”. Con la cerimonia di Bruxelles, continua, “premiamo le idee innovative di studenti e ricercatori sulle tecnologie di frontiera a cui interessa l’intero Gruppo Leonardo, che includono temi vicini ai servizi ma anche al manifatturiero, per una sostenibilità sempre più importante anche nel settore spaziale”. Contenta anche Paraskevi Papantonou, capo unità Space policy della Direzione generale Industria della Commissione europea. “Il settore aerospaziale è sempre più importante in tempi di tensioni e incertezze”, scandisce intervenendo alla cerimonia di premiazione. “E’ quindi confortante vedere che si investe nel settore”.

Descalzi resta a Eni, Cattaneo-Scaroni alla guida di Enel e Cingolani ad Leonardo

Non è stato facile, ma alla fine le forze di maggioranza una quadra sulle nomine dei nuovi board delle società partecipate la trovano.

Si parte dall’unica certezza che ha accompagnato queste settimane di discussione: Claudio Descalzi resta amministratore delegato di Eni. Per proseguire il lavoro di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, non solo per liberare l’Italia della dipendenza russa, ma soprattutto per costruire quel progetto che la premier, Giorgia Meloni, ha chiamato ‘Piano Mattei‘, che nelle intenzione di Palazzo Chigi dovrebbe trasformare l’Italia nell’hub di riferimento per l’Europa, facendo leva sulla posizione geografica (e geopolitica) del nostro Paese rispetto all’area del Mediterraneo.

Alla presidenza del Cane a sei zampe, invece, arriva Giuseppe Zafarana, in uscita dalla Guardia di finanza, dove ha svolto il ruolo di comandante generale. Il Mef, titolare del 4,34% del capitale e per il tramite della Cassa depositi e prestiti (partecipata all’82,77% dal Mef) di un ulteriore 25,76%, comunica, poi, che il nuovo collegio sindacale di Eni sarà composto dagli effettivi Giulio Palazzo, Andrea Parolini e Marcella Caradonna e dai supplenti Giulia de Martino e Riccardo Bonuccelli. L’assemblea degli azionisti di Eni è convocata per il 10 maggio prossimo.

La vera sorpresa di questa partita è Enel. Flavio Cattaneo è infatti il nuovo ad, mentre Paolo Scaroni torna, ma nel ruolo di presidente. In vista dell’assemblea degli azionisti (10 maggio prossimo), il ministero dell’Economia, titolare del 23,59% del capitale, indica per il Consiglio di amministrazione i consiglieri Alessandro Zehenter, Johanna Arbib Perugia, Fiammetta Salmoni e Olga Cuccurullo.

Confermate, invece, le indiscrezioni sul board di Leonardo, che avrà come ad l’ex ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e come presidente Stefano Pontecorvo. Nella lista del Mef (titolare del 30,2% del capitale), per l’assemblea degli azionisti del 9 maggio, ci sono anche Elena Vasco, Enrica Giorgetti, Francesco Macrì, Trifone Altieri, Cristina Manara e Marcello Sala come consiglieri.

Nessuna ‘sorpresa’ nemmeno al timone di Poste Italiane, perché Matteo Del Fante resta amministratore delegato, ma con Silvia Rovere come presidente. Il dicastero di via XX Settembre, titolare del 29,26% del capitale e per il tramite di Cdp di un ulteriore 35%, nomina anche consiglieri Wanda Ternau, Matteo Petrella, Paolo Marchioni e Valentina Gemignani.

Le nomine dei nuovi vertici di Eni, Enel, Leonardo e Poste sono frutto di un attento percorso di valutazione delle competenze e non delle appartenenze. È un ottimo risultato del lavoro di squadra del governo“, commenta Meloni. Che ringrazia “chi ha servito l’Italia con passione in queste aziende“, mentre augura “ai prossimi amministratori buon lavoro. Il loro compito è quello di ottenere risultati economici solidi e duraturi nell’interesse della nazione che rappresentano in tutto il mondo“.

Resta ora da sciogliere il nodo di Terna. L’attuale ad, Stefano Donnarumma, per mesi dato in procinto di assumere la guida di Enel, al momento non si muove. Anche se i rumors indicano che al suo posto, nella società che gestisce la rete di trasmissione nazionale dell’energia, potrebbe arrivare Giuseppina Di Foggia, oggi ceo e vice presidente di Nokia Italia. Sarebbe la prima donna a capo di una società partecipata, un primato che Giorgia Meloni pare proprio voglia realizzare nella sua esperienza da presidente del Consiglio.