Con Green Hyland l’isola dei Cavoli sarà la prima al mondo a impatto zero
L’isola dei Cavoli, sulla costa sud orientale della Sardegna, potrebbe presto diventare la prima isola al mondo alimentata al 100% da energia rinnovabile. È questo l’obiettivo dell’iniziativa Green Hyland, promossa dalla startup sarda H2D Energy, in partenza il prossimo settembre. Un progetto ambizioso che mira all’autonomia energetica mediante accumulo e trasformazione in idrogeno; in questo modo tutti i servizi verranno alimentati da tecnologie a emissioni zero e saranno realmente sostenibili e rispettosi dell’ecosistema marino e terrestre.
Non è un caso che sia stata scelta proprio l’isola dei Cavoli per questo esperimento unico al mondo. Collocata all’interno dell’area marina protetta di Capo Carbonara, ente del Comune di Villasimius, la piccola isola granitica è una terra di confine di impareggiabile bellezza, immersa in un contesto naturalistico selvaggio. Le sue acque limpide ospitano delfini, balenottere e razze marine pregiate, dalle aragoste alle ricciole, vero e proprio richiamo per il pescaturismo. Un patrimonio naturale che necessita, oggi più che mai, di essere salvaguardato.
Ma su cosa si basa il progetto? L’idea è quella di accumulare energia elettrica rinnovabile mediante idrogeno, sfruttando il sistema Hybox, progettato dalla startup H2D Energy. Durante le ore diurne questo dispositivo accumula l’energia elettrica prodotta da un sistema fotovoltaico, la trasforma in idrogeno e la restituisce quando quest’ultimo non produce energia (ad esempio di notte o con tempo nuvoloso). Il sistema – come ha spiegato a GEA Carlo Manconi, managing director di H2D Energy – lavorando 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno, risolve il problema fisiologico delle energie rinnovabili, ovvero la mancanza di continuità. Una vera e propria rivoluzione energetica: la produzione dell’idrogeno non utilizza infatti componenti inquinanti, né nella fase di accumulo, né in quella di rilascio dell’energia, dunque non necessita di alcun processo di smaltimento. Evita inoltre le dispersioni di energia che, prodotta durante l’estate, può essere utilizzata in inverno, o anche a distanza di anni.
Grazie al sistema Hybox, l’acqua sarà ottenuta condensando l’umidità dell’aria mediante un sistema chiamato AWG (Atmospheric Water Generator) e le acque reflue saranno filtrate da un sistema a osmosi inversa e rese pure. Anche il trasporto verrà rivoluzionato: per la prima volta al mondo sarà installata una colonnina di rifornimento idrogeno per imbarcazioni da diporto, così l’isola potrà essere raggiunta direttamente con imbarcazioni elettriche, eliminando non solo l’inquinamento emesso dagli scarichi, ma anche quello acustico.
Le tappe dell’iniziativa sono già ben definite, come spiegato da Fabrizio Atzori, direttore dell’area marina protetta di Capo Carbonara: “Partiamo a settembre con il primo processo di elettrolizzazione e con il posizionamento della strumentazione sull’isola per testarne il sistema. Questo ci è possibile anche grazie alla collaborazione con il dipartimento di ricerca dell’Università di Cagliari. Poi tra giugno e luglio 2023 forniremo una barca alimentata a propulsione a idrogeno e una colonnina che verrà posizionata sui moli grazie al finanziamento di Regione Sardegna. Arriviamo poi a fine 2023/inizio 2024 con l’avvio della produzione di acqua. In questo modo andiamo verso quello che è il concetto vero e proprio di transizione ecologica”.
Il progetto, che ha un costo stimato di circa 250mila euro, è finanziato con fondi regionali e privati. Si tratta di un’occasione unica per la Sardegna e l’Italia intera di dare vita al primo territorio del pianeta Terra realmente sostenibile: un primo piccolo grande passo verso una rivoluzione che avrà presto dimensioni globali.