Torna il Festival dell’Asvis. Giovannini: “Interesse per sostenibilità sempre più radicato”

Il Festival dello Sviluppo Sostenibile dell’Asvis arriva alla sua ottava edizione e cresce in maniera esponenziale. Oltre mille sono gli eventi che verranno organizzati quest’anno in Italia e nel mondo, tra il 7 e il 23 maggio. Sei però saranno le tappe principali: Ivrea, Torino, Bologna, Milano, Palermo.

L’interesse verso i temi della sostenibilità è sempre più radicato e trasversale in ogni ambito della vita del Paese, nel pubblico e nel privato“, rivendica il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini, durante la presentazione, nella sede Rai di via Asiago a Roma.

Accanto alla società civile, alle istituzioni educative e culturali e alle amministrazioni pubbliche centrali e locali, spiega Giovannini, il Festival coinvolge “in maniera sempre più profonda anche le aziende, protagoniste fondamentali della transizione verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale“.

Il 7 maggio, nell’evento di apertura alle ex officine Olivetti di Ivrea, verrà presentato un Rapporto sugli scenari per l’Italia al 2030 e al 2050 che contiene, tra l’altro, un’analisi inedita sviluppata con Oxford Economics sulla relazione fra transizione energetica e variabili macroeconomiche, per evidenziare le scelte da compiere oggi nel campo delle politiche industriali e degli investimenti, in modo da assicurare un futuro di prosperità per l’Italia ed evitare non solo gli scenari catastrofici, ma anche il peggioramento delle condizioni socioeconomiche del Paese.

La seconda tappa sarà a Torino, tra il 9 e l’11 maggio, nell’ambito del Salone del Libro e si focalizzerà sul rapporto tra cultura, comunicazione e sostenibilità. La terza, il 14 e 15 maggio a Bologna, sarà dedicata al futuro delle città e al ruolo delle aziende per la transizione in ambito urbano. Il 17 maggio, a Milano, ci sarà un focus sui territori come motore del cambiamento. Il 21 maggio, a Palermo, al centro dell’attenzione saranno le tematiche sociali. Tra una tappa e l’altra numerosi eventi saranno organizzati a Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, “casa” del Festival, che ospiterà gli appuntamenti dedicati ai singoli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. L’evento conclusivo si terrà a Roma, il 23 maggio, presso l’Aula dei Gruppi della Camera dei Deputati, e illustrerà alle istituzioni i risultati e le proposte maturate nel corso del Festival.

 

Media partner dell’evento sarà la Rai. “L’impegno del servizio pubblico sui temi dello sviluppo sostenibile si incontra con i compiti che alla Rai assegna il nuovo Contratto di Servizio, con gli articoli dedicati alla sostenibilità e alla transizione ambientale e digitale, ma anche ai giovani e all’inclusione“, ricorda il direttore di Rai per la Sostenibilità-ESG, Roberto Natale. “Sollecitazioni – sostiene – alle quali il servizio pubblico ha già cominciato a rispondere con la recente approvazione del primo Piano triennale di Sostenibilità, strettamente connesso al nuovo Piano Industriale“. Il Festival dello Sviluppo Sostenibile sarà quindi, osserva Natale, “un’occasione importante per dare ai temi della sostenibilità un carattere sempre più popolare ed arrivare così a quella fascia ampia di pubblico ancora non sensibilizzata, in questa partita la Rai può avere un ruolo decisivo”, è convinto.

Rai è media partner del Festival dalla sua prima edizione e dal 2020 ospita nella sede di Rai Radio la conferenza stampa di apertura: “Ci unisce all’Alleanza una convergenza di obiettivi e di vedute, grazie alla collaborazione che è cresciuta nel tempo arricchendosi ogni anno di contenuti e iniziative“, scandisce la vicedirettrice di Rai Radio, Laura Rossetto Casel. Un esempio è ‘L’elefante nella stanza, 10 notizie dal futuro dell’Africa‘, podcast in dieci puntate realizzato da Rai Radio in collaborazione con Asvis e Amref Health Africa, disponibile su RaiPlay Sound. Ma non solo: “L’attenzione della Rai verso la sostenibilità – aggiunge – si concretizza con le numerose campagne di sensibilizzazione, con le azioni di efficientamento energetico avviate nella sede di Rai Radio di via Asiago e con le iniziative editoriali, tra cui ‘M’Illumino di meno’, ideata dal programma Caterpillar vent’anni fa e divenuta nel 2022 ‘Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili’”.

Natale, controlli a tappeto Nas in tutta Italia: sequestrate 39 tonnellate dolci tipici

A Natale le tavole degli italiani saranno più sicure, grazie al lavoro del comando Carabinieri per la Tutela della Salute. I Nas, infatti, nel corso dei controlli a tappeto su tutto il territorio nazionale sui prodotti alimentari, hanno individuato e sequestrato ben 39 tonnellate di prodotti dolciari e materie prime tipici delle festività, perché tenuti in cattivo stato di conservazione o in locali interessati da gravi carenze igienico strutturali, invase da parassiti, prive di tracciabilità e oggetto di frode in commercio.

Gli accertamenti, condotti su tutte le fasi di produzione, dalla distribuzione alla vendita al dettaglio, sia a livello artigianale che industriale, hanno consentito di ispezionare circa mille imprese, rilevando irregolarità in 382 strutture (circa il 38% degli obiettivi controllati) e portando alla contestazione di oltre 585 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di oltre 423mila euro di sanzioni.

Entrando nel dettaglio degli interventi, i Nas di Bologna hanno sequestrato 24 tonnellate di frutta secca contaminata da micotossine, sostanze di origine fungina pericolose per la salute. Non solo, perché sono stati ritirati dal consumo oltre 500 tra panettoni, pandori e altri a dolci tipici, anche regionali, in parte di produzione industriale ma commercializzati come artigianali, in parte con ingredienti diversi per qualità ed origine rispetto a quanto dichiarato in etichetta. I militari hanno anche deferito 18 gestori e titolari di attività per l’ipotesi di frode in commercio e detenzione di prodotti dolciari in cattivo stato di conservazione e sanzionato altri 342 per carenze dei laboratori di pasticceria e mancata applicazione della tracciabilità e delle procedure preventive di sicurezza alimentare. Le ispezioni hanno anche portato all’emissione di 27 provvedimenti di chiusura o sospensione delle attività di produzione e vendita, per un valore economico di oltre 8 milioni di euro.

Un plauso ai carabinieri, per l’operazione a tappeto di controllo sui prodotti alimentari tipici della tradizione natalizia, arriva dalla Coldiretti, che ricorda come i dolci siano presenti in oltre 8 case su 10, ecco perché “è importante garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti acquistati”. Dunque, i coltivatori diretti esprimono “apprezzamento per gli accertamenti effettuati dai Carabinieri del Nas che, di concerto con il ministero della Salute, hanno portato al sequestro di 39 tonnellate di prodotti dolciari e materie prime, perché tenuti in cattivo stato di conservazione o in locali interessati da gravi carenze igienico strutturali, invasi da parassiti, privi di tracciabilità e oggetto di frode in commercio“. Per Coldiretti “le frodi a tavola sono crimini particolarmente odiosi perché si fondano spesso sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Un comportamento scorretto che mette a rischio la salute dei consumatori e fa concorrenza sleale agli imprenditori corretti che hanno contribuito a far conquistare all’Italia la leadership nella qualità dell’alimentazione“.

L’anticiclone di Natale durerà fino a Capodanno: tempo stabile e soleggiato

La grossa area di alta pressione di origine oceanica, l’anticiclone delle Azzorre, è talmente ben strutturata e radicata che potrebbe durare addirittura fino a Capodanno. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it ci dice che il cuore dell’anticiclone di Natale oltre ad essere caldo, misura quasi 1050hpa di pressione, un mostro di potenza. La sua presenza sull’Italia garantirà un tempo in prevalenza stabile e soleggiato, ma dovrà fare i conti con la tempesta polare in arrivo dalla Scandinavia che, rispetto all’anticiclone, ha un cuore freddo che misura solo 960hpa di pressione. Questa tempesta nei prossimi giorni scenderà di latitudine andando a cozzare contro le Alpi e da lì non riuscirà a procedere oltre. L’enorme differenza di pressione tra le due figure antagoniste invece provocherà l’irruzione di venti furiosi tra giovedì e venerdì prossimi. Venti che continueranno a soffiare intensamente fin dopo Natale. Nonostante ciò la pressione sull’Italia si manterrà tale da non provocare particolari scossoni sul fronte previsionale.

In base a questa configurazione atmosferica il tempo sarà soleggiato martedì mentre mercoledì la nuvolosità inizierà ad aumentare al Centro-Nord anche con possibili nebbie in pianura. Inizierà a soffiare il Maestrale sulla Sardegna. Da giovedì in poi il vento diventerà il vero protagonista dei giorni che ci porteranno al Natale. Se il tempo sarà in prevalenza soleggiato con cielo a tratti nuvoloso e soltanto con alcune piogge sulle coste tirreniche meridionali (venerdì), il Maestrale inizierà a soffiare sempre più forte attorno alla Sardegna, sul Mar Tirreno centrale e sul Canale di Sicilia con raffiche fino a 100 km/h. Sempre venerdì il Maestrale che impatterà sull’arco alpino provocherà tempeste di vento e neve sui confini, mentre sulla Pianura Padana sarà la volta del foehn che all’improvviso scalderà il clima di molte città, come ad esempio Torino e Milano, ma in un cielo terso e limpido. Arriviamo così al weekend della Vigilia con un cielo parzialmente nuvoloso su tutte le regioni mentre il vento lentamente inizierà a girare da Libeccio. Un Libeccio che soffierà da burrasca proprio nel giorno di Natale sul Mar Ligure e Tirreno, ma l’anticiclone non mollerà la presa.

Il regime anticiclonico durerà anche nel giorno di Santo Stefano e se la tendenza verrà confermata (ci sono buone possibilità) proseguirà la sua permanenza sull’Italia anche per Capodanno.

Benna (Cassa ragionieri): Aumenti di Natale mettono a dura prova le famiglie

Nonostante un’attesa riduzione dei prezzi legata anche alla diminuzione delle bollette energetiche, anche quest’anno il costo dei prodotti tipici di Natale metterà a dura prova il bilancio delle famiglie. La situazione è stata analizzata da diverse organizzazioni come Codacons e Assoutenti, che hanno evidenziato vari aspetti. “Molti prodotti come panettoni, pandori, alberi di Natale, luci, palline e addobbi sono rimasti ai livelli del 2022, mantenendo gli aumenti registrati l’anno precedente, anche fino al +37%. A subire un ulteriore incremento medio del 6% rispetto al 2022 , – sottolinea Michela Benna, consigliera d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – sono i cesti natalizi a causa dell’aumento dei prezzi nel settore alimentare”.

L’analisi ha infatti mostrato una crescente vendita di mini panettoni o pandori, versioni ridotte più economiche (80-100 grammi), per mantenere la tradizione pur contenendo i costi. “Aumenti significativi anche per gli appassionati di sport invernali che hanno visto salire i costi degli skipass, degli alloggi, dei ristoranti e dei servizi legati alla montagna. Si stima che per la stagione invernale 2023/2024 – prosegue Benna – la spesa per una settimana bianca sarà compresa tra i 1.500 e i 1.750 euro a persona, registrando un aumento medio del +8% rispetto all’anno precedente”.

La conclusione evidenzia un quadro in cui, nonostante la diminuzione dell’inflazione e dei costi energetici, i prezzi dei beni e dei servizi legati al Natale e alle vacanze invernali non sono diminuiti, contribuendo a un aumento delle spese per le famiglie senza un corrispondente aumento degli stipendi.

Il paradosso del Natale e le inquietudini per l’anno che verrà

C’è qualcosa di paradossale, o per lo meno di controverso, nel Natale degli italiani. Un’indagine di Coldiretti racconta che il caro bollette e, quindi, il caro prezzi ha portato otto famiglie su dieci a riciclare gli avanzi del cenone, oppure a metterli nel congelatore per consumarli più avanti. Un’altra indagine della Coldiretti rivela che una buona parte degli italiani è pronta a riutilizzare i regali ricevuti: anche qui si tratta di riciclo. Insomma, se non si tira proprio la cinghia per lo meno si sta attenti a come spendere e, soprattutto, a non sprecare. Poi, però, emergono i dati degli italiani che hanno preso d’assalto le mete turistiche all’estero e le nostre montagne, nonostante il caldo anomalo abbia reso quasi impraticabili le piste di sci: sono tantissimi e motivati a divertirsi al massimo delle possibilità. La tecnica è quella di affogare le preoccupazioni con ripetuti cin-cin.
Resta un fatto, però, che forse è ‘Il Fatto’: serve necessariamente la Manovra, ancorché controversa e con troppi intoppi, per mettere una pezza ai disagi della crisi energetica e del conseguente caro-prezzi. Il costo del gas sta scendendo, probabilmente si stabilizzerà anche quello dell’elettricità, ma l’orizzonte temporale è breve: a marzo, secondo alcuni analisti, si renderà necessario un nuovo intervento da parte dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni per consentire alle imprese e alle famiglie di andare avanti. Tre mesi o giù di lì…
Se il 2022 viene definito un annus horribilis per lo scoppio della guerra, la crisi energetica, l’inflazione, il fallimento della Cop27, lo scandalo nel Parlamento europeo, il 2023 si preannuncia come un anno molto difficile, con indicatori al ribasso (uno su tutti: il Pil) e con previsioni non in linea con sogni e suggestioni. Gas e petrolio saranno al centro dei conciliaboli mondiali, come la necessità di dare ulteriore slancio alle rinnovabili e di fare chiarezza sulle trivellazioni nell’Adriatico. Sugli ultimi temi dipende da noi e non da altri. il nuovo codice degli appalti basterà? A naso viene da rispondere no.
Sintetizzando, perché l’anno che verrà sia meglio dell’anno che sta per chiudersi c’è bisogno di decisioni nette, trasparenza, resilienza, buona fortuna. E magari che Russia e Ucraina trovino un modo per fare la pace.

Natale all’insegna di caro-prezzi e caro bollette. Un regalo su quattro sarà riciclato

Il Natale 2022 è stato all’insegna, anche, del caro-prezzi e del rincaro delle bollette. Due fattori che hanno inciso sul comparto alimentare, facendo registrare una contrazione del 6% dei consumi rispetto al 2021 ma un aumento di 320 milioni in più rispetto allo scorso anno spesi per cibi e bevande. Tradotto: gli italiani hanno speso di più per avere un carrello più vuoto rispetto allo scorso anno. 

Una festività che alle famiglie italiane è costata complessivamente 19,8 miliardi di euro, così spesi: 6,7 miliardi per i regali (si stima che uno su 4 sarà ‘riciclato’ e che i doni ricevuti saranno rimessi in vendita sul web), 350 milioni per mangiare al ristorante e 10,1 miliardi spesi dagli oltre 12 milioni di italiani che si sono messi in viaggio. La voce alimentare ha inciso per 2,7 miliardi di euro: in base alle stime dell’associazione, i consumi del settore hanno registrato una contrazione del 6% rispetto al 2021, a causa dell’emergenza bollette e del caro-prezzi che portano le famiglie a ridurre gli acquisti.“Tra i prodotti più utilizzati per le preparazioni di cibi e pietanze natalizie – spiega il Codacons – e che hanno subito aumenti consistenti troviamo il burro, che rispetto allo scorso anno rincara del +41,2%. L’olio di semi segna +51,4%, la farina +23,6%, le uova +21,7%, il riso +35,4%, la pasta +23,6%, il pane +16%. Mettere la carne in tavola a Natale costa in media il 10,5% in più, con punte del +18% per il pollo, mentre per un pranzo a base di pesce la spesa sale in media del 10%, con aumenti dell’8,3% per il pesce fresco, +14,8% il pesce surgelato, +9,2% i molluschi freschi. Il latte conservato sale del 32,5%, quello fresco del 20,1%, i formaggi freschi del 26,2%. La verdura aumenta del 15,2%, con punte di oltre il 19% per insalata e cavoli; le arance costano il 13,3% in più, frutta secca e noci +6%”, conclude il Codacons. Per i dolci occorre mettere in conto una maggiore spesa del 49,6% per lo zucchero, e anche brindare costerà di più: il vino rincara del 6%, i liquori salgono del 5,5% e lo spumante segna +7,3%.

Otto famiglie italiane su dieci riciclano avanzi del cenone di Natale

In quasi otto famiglie su dieci (77%) si riciclano a tavola gli avanzi di cenoni e pranzi di Natale che vengono riutilizzati in cucina anche per una crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi per motivi economici, etici e ambientali. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ dalla quale si evidenzia che solo nel 9% delle famiglie non avanza niente mentre il 2% dona in beneficenza e l’1% dichiara di buttare gli avanzi nel bidone. Ma c’è anche un 11% che ha messo le pietanze non consumate nel freezer per riutilizzarle prossimamente.
Con il record di una media di 2,8 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti, secondo la Coldiretti gli italiani hanno speso a tavola quasi 2,7 miliardi di euro per i cibi e le bevande consumati tra la cena della vigilia e il pranzo di Natale tra pesce e le carni compresi i salumi (950 milioni), spumante, vino ed altre bevande (550 milioni), dolci con gli immancabili panettone, pandoro e panetteria (300 milioni), ortaggi, conserve, frutta fresca e secca (550 milioni), pasta e pane (200 milioni) e formaggi e uova (190 milioni).

Per conservare il cibo del giorno prima ed evitare di gettarlo nella spazzatura Coldiretti ha elaborato alcuni consigli, a partire dall’utilizzo corretto del frigorifero. Le pietanze non devono essere inserite quando sono ancora calde ma vanno adeguatamente coperte e non ammassate l’una sull’altra, per permettere al freddo di circolare. Quelle più facilmente deperibili – continua Coldiretti – devono inoltre essere collocate nella parte bassa del frigo. Quando ad avanzare sono interi vassoi di cibo il congelatore può essere un’ottima soluzione, ma è sempre meglio dividerli in piccole porzioni così da consumare di volta in volte solo le quantità che servono.

Per scongelarle si può utilizzare il forno a microonde o il vapore di una pentola piena di acqua calda, ma la soluzione migliore, seppure più lenta, è quella di utilizzare il frigo, dove il passaggio di temperatura è più costante. Una volta scongelate, le pietanza vanno consumate entro 24 ore e non possono essere congelate nuovamente. Allo stesso modo – prosegue Coldiretti – il cibo avanzato non va riscaldato più di una volta. Quando vanno messi sui fornelli, minestre, sughi e salse del giorno prima vanno fatte bollire mentre per gli altri piatti si consiglia comunque di portare la temperatura sopra i 70 gradi. In questo modo saremo sicuri – spiega Coldiretti – di evitare il rischio di proliferazione di batteri. Al momento di scegliere il tipo di contenitore da utilizzare, una buona soluzione può essere il vetro, a partire dai barattoli con tappo a chiusura ermetica che consentono di conservare meglio le caratteristiche organolettiche del cibo. L’altra soluzione, più “tecnica”, è l’uso del sottovuoto che permette di allungare ulteriormente la “seconda vita” delle pietanze.

Natale storico: l’anticiclone africano ‘riscalda’ fino alla Danimarca

Un Natale storico con un anticiclone africano mostruoso e temperature calde fino in Danimarca. L’Italia vedrà salire il termometro fino a 23-25°C in Sicilia e Sardegna, ma sarà altrettanto straordinaria l’anomalia termica, cioè lo scarto rispetto alla media, prevista in Austria e Baviera: +12°C rispetto al clima tra Natale e Santo Stefano.
Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma dunque l’Anticiclone di Natale, non solo in Italia ma su gran parte dell’Europa: per trovare temperature tipiche del 25 dicembre dovremo salire fino in Lapponia, dove gli Elfi prepareranno i regali con minime di -10°C e massime di -5°C: appare dunque confermato, come previsto da più giorni, un Natale 2022 quasi primaverile e con sole prevalente in Italia.

Le previsioni per le prossime ore confermano un quadro caldo eccezionale anche al Nord Italia dove, sopra la stagnante e inquinata coltre di nebbia e nubi basse della Pianura Padana, le Alpi registrano un elevato zero termico a 3000 metri: in altre parole fa caldo anche in montagna e oggi si attendono altre piogge (e non neve) sotto i 2000 metri di quota in Valle d’Aosta. Questa perturbazione comunque sarà veloce e durante il weekend natalizio il tempo tornerà ovunque soleggiato sulle Alpi.

Oltre alle piogge in Valle d’Aosta, è prevista pioviggine sul fianco tirrenico, in Toscana, Campania e Calabria: le gocce su queste zone saranno comunque decisamente piccole e poche. La giornata di sabato vedrà poi un ulteriore miglioramento con l’espansione dell’Anticiclone Africano su tutta l’Italia: a eccezione di locali addensamenti sulle stesse zone, cioè dalla Liguria fino alla Calabria, sulle regioni adriatiche, sulle Alpi e sul resto del Sud il tempo sarà soleggiato e mite; per il Santo Natale il record di 22°C del 2009 a Catania potrebbe essere superato, così come altre temperature storiche del Centro-Sud.

Dopo Natale, l’anticiclone africano continuerà a stazionare sull’Italia, almeno fino al 29 dicembre: per San Silvestro emerge invece uno scenario alquanto bizzarro. I modelli meteorologici indicano la possibilità di un ciclone di San Silvestro sull’Italia con forte maltempo da Nord a Sud. Rovinerebbe i piani per il Cenone e per il brindisi del 2023. Al momento è solo una proiezione che potrebbe essere smentita dai prossimi aggiornamenti.

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In arrivo il caldo Natale: al Sud le temperature più alte degli ultimi 50 anni

Nei prossimi giorni l’Anticiclone Africano si rafforzerà sempre più e potrebbe durare fino alla fine dell’anno. Confermato dunque il caldo Natale. Se fossimo stati in estate, con una configurazione meteorologica simile, avremmo toccato i 40°C. In questo periodo dell’anno, con le giornate che sono ancora decisamente corte, il raffreddamento della lunga notte gioca un ruolo determinante ad abbassare i valori termici, altrimenti con questo anticiclone sarebbe stata piena estate; ma attenzione, nonostante le lunghe notti invernali, il termometro riuscirà comunque a raggiungere massime di 25°C in Sicilia, sfiorerà i 20°C al Centro Italia e salirà sopra la media del periodo anche in montagna, con lo zero termico a 3.500 metri, un valore elevato anche ad agosto, figuriamoci alla fine dell’anno.

Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, insieme al Team iLMeteo, ha completato una ricerca per capire l’eccezionalità termica di questi giorni. Analizzando i dati dei principali aeroporti italiani è stato calcolato il Natale più caldo degli ultimi 50 anni per alcune città italiane; il 25 dicembre 2009 fu un Natale caldissimo su tutto il Centro-Sud con molti record registrati proprio allora: ricordiamo Pescara con 24°C, Catania 22°, Bari 21° e Roma 20°C. Andando indietro fino ai primi anni Settanta, troviamo anche Palermo con 22°C nel 1973 insieme a Bologna a 20°C. Torino, invece, registrò 3 anni fa il suo primato con 18°C, mentre Milano raggiunse il picco del Natale più caldo nel 1977, con 17 gradi. Considerando tutti questi numeri, alcuni record di Natale potrebbero essere battuti, in particolare in Sicilia e al Centro-Sud. Così, nell’anno 2022, il più caldo dal 1800 in Italia, si inserirebbe anche il primato del Natale più caldo della storia per alcune città italiane.

Per arrivare a questo caldo Natale, passeremo però per lunghi momenti grigi, specie sul versante tirrenico e sul settore ligure; anche la Pianura Padana continuerà a vestirsi di grigio per le feste, mentre il sole sarà prevalente in montagna, sul versante adriatico e sulle Isole Maggiori.

Natale subtropicale in Italia: temperature al di sopra della media stagionale di 10°

Il 21 dicembre è il Solstizio d’Inverno, cioè il momento in cui il Sole si ferma nel punto di declinazione minima. In altre parole, il sole si trova sul punto più basso dell’orizzonte e poi, già da domani, tornerà a salire facendo ‘allungare’ le giornate. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma che, con l’allungamento graduale delle giornate, avremo anche l’estensione dell’Anticiclone di Natale su tutto il continente: in pratica nei prossimi giorni le temperature saliranno sopra la media su tutta l’Europa, ad eccezione di Scozia e Norvegia dove il Ciclone d’Islanda invierà anche piogge e vento.

Nel dettaglio, nelle prossime ore arriveranno al Nord anche delle piogge, in particolare in Liguria, Basso Piemonte e Bassa Lombardia, ma qualche acquazzone non è escluso anche su Alta Toscana ed Emilia. Transiterà infatti una veloce perturbazione che potrebbe causare anche qualche temporale fuori stagione.

Per domani, giovedì, al Nord sono previsti nebbia e cielo coperto in pianura, sole sui monti; al Centro, cielo spesso coperto o molto nuvoloso, non in Sardegna; al Sud, sole e caldo per il periodo, qualche addensamento per nubi marittime sul fianco tirrenico. Per venerdì è previsto al Nord cielo coperto in pianura, pioviggine in Liguria e sole in montagna; clima mite, nuvoloso e pioviggine su Alta Toscana per quanto riguarda il Centro, mentre il Sud sarà soleggiato con temperature calde per il periodo.
Fino almeno a mercoledì della prossima settimana avremo l’Anticiclone di Natale con tempo in miglioramento e caldo in aumento, con temperature di 7-8°C oltre la media del periodo con picchi di +10°C, specie in montagna.

In Italia vivremo un Natale subtropicale con la presenza dell’Anticiclone africano che garantirà valori termici quasi primaverili: lo zero termico si porterà ancora una volta su valori eccezionali, fino a 3500 metri, mentre le massime potranno toccare i 25°C in Sicilia, dove i più temerari potranno fare il bagno in costume: l’aria a 25°C e la temperatura del mare a 19°C simuleranno una perfetta giornata di fine maggio.

In sintesi, ci aspetta un periodo natalizio all’insegna del sole e di temperature calde per la media stagionale al Sud, in Sardegna, sul versante adriatico centrale e in montagna; altrove, l’alta pressione schiaccerà l’umidità nei bassi strati causando nubi basse o nebbie, con la situazione più grigia prevista in Pianura Padana, dove sarà quasi impossibile vedere il sole.
L’anno 2022, come ormai sembrava certo da qualche settimana, chiuderà dunque con lo scettro di anno più caldo della storia per l’Italia: lo farà sul trono natalizio con uno dei 25 dicembre più caldi degli ultimi decenni, almeno nelle zone dove il sole sarà dominante.