Cresce il tasso di risparmio delle famiglie europee

Secondo Eurostat nel primo trimestre del 2024, il tasso di risparmio è aumentato di 1,4 punti percentuali sia nell’area dell’euro che nell’UE, rispetto al trimestre precedente. Tra gli Stati membri per i quali sono pubblicati i dati, il tasso di risparmio delle famiglie è aumentato in otto Stati membri e diminuito in sei. Come si vede nell’infografica INTERATTIVA di GEA, il Portogallo ha avuto il maggiore aumento (+5,1%), seguito dall’Italia (+2,6%). Allo stesso tempo, le maggiori diminuzioni sono state osservate in Ungheria (-2,6%), Grecia (-2,0%) e Repubblica Ceca (-1,9%).

Il tasso di risparmio e di investimento delle famiglie dell’eurozona

<div class=”flourish-embed” data-src=”story/2463094″><script src=”https://public.flourish.studio/resources/embed.js”></script></div>

Nell’infografica interattiva di GEA, il tasso di risparmio e di investimento delle famiglie dell’eurozona. Secondo Eurostat, il tasso di risparmio si è attestato al 15,3% nel primo trimestre del 2024 (rispetto al 14,1% del quarto trimestre del 2023), ovvero il valore più alto dal secondo trimestre del 2021. Allo stesso tempo, il tasso di investimento delle famiglie nell’area dell’euro è leggermente diminuito dal 9,6% al 9,5% nel primo trimestre del 2024. Si tratta del valore più basso dal primo trimestre 2021. Una leggera diminuzione, poiché, spiega Eurostat, “gli investimenti fissi lordi sono aumentati dell’1,1%, a un ritmo inferiore rispetto al reddito disponibile lordo (+2,1%)”.

Carlizzi (Etica Sgr): “Ue promuova ripartizione equa costi transizione”

Chiediamo ai futuri legislatori europei di non interrompere il processo iniziato con l’Accordo di Parigi del 2015. È essenziale evitare che le normative vengano annacquate o rese inefficaci. Inoltre, chiediamo una semplificazione delle regole per renderle più accessibili senza perdere la loro efficacia. Infine, è fondamentale promuovere una ripartizione equa dei costi della transizione energetica, affinché non gravino solo sui più deboli, ma vengano distribuiti in modo proporzionale“. A dirlo a GEA è Marco Carlizzi, presidente di Etica Sgr, società di gestione del risparmio in prima fila verso la transizione.
Presidente, però la finanza green in Europa vive quasi due vite. Da una parte, il patrimonio gestito dai fondi cosiddetti ‘verdi’ raggiunge il record di 5.200 miliardi di euro, dall’altra continua il deflusso di denaro dagli stessi fondi, soprattutto nell’ultimo trimestre del 2023. Come si spiega questo doppio andamento?
“È una situazione complessa. Da un lato, vediamo una crescita significativa nei fondi verdi a causa di un maggiore interesse per gli investimenti sostenibili e una spinta normativa verso la finanza etica. Dall’altro, il deflusso di denaro è legato a preoccupazioni sul greenwashing e alla continua evoluzione del contesto normativo, che crea incertezza tra gli investitori. Inoltre, fattori macroeconomici come l’aumento dei tassi di interesse e l’inflazione giocano un ruolo cruciale, rendendo gli investitori più cauti”.
Il maggior deflusso nell’ultimo trimestre 2023 è riferito ai fondi verde chiaro, art. 8, mentre iniziano i prelievi anche dai verde scuro, art. 9. Quanto incidono le preoccupazioni di greenwashing e il contesto normativo in continua evoluzione? Cosa chiedete ai regolatori?
“Le preoccupazioni di greenwashing incidono significativamente. Gli investitori diventano sempre più consapevoli e critici rispetto alla reale sostenibilità degli investimenti. Chiediamo ai regolatori maggiore chiarezza e coerenza nelle normative per evitare che il termine ‘verde’ venga utilizzato in modo fuorviante. È essenziale che le normative siano stabili e trasparenti per garantire fiducia nel mercato”.
Quanto incidono gli alti tassi di interesse, l’inflazione, i timori di recessione tra alcune delle principali economie mondiali e i rischi geopolitici sulla scelta di investimento e soprattutto sulla redditività?
“Gli alti tassi di interesse e l’inflazione riducono l’attrattiva degli investimenti a lungo termine, poiché gli investitori cercano rendimenti più immediati e sicuri. I timori di recessione e i rischi geopolitici aumentano l’incertezza e spingono verso strategie di investimento più conservative. Tuttavia, crediamo che gli investimenti green, nonostante queste sfide, rappresentino un’opportunità a lungo termine per una crescita sostenibile e resiliente”.
Il mercato dei titoli pubblici green, come chiesto anche dalla presidente Lagarde, potrebbe essere un acceleratore degli investimenti in transizione? In che modo?
“Assolutamente. I titoli pubblici green possono attrarre capitali verso progetti sostenibili, fornendo ai governi i fondi necessari per finanziare la transizione energetica e infrastrutture verdi. Questo, a sua volta, crea un effetto volano che stimola ulteriori investimenti privati in settori sostenibili, accelerando la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”.
A livello europeo si è arrivati ad autorizzare fondi Pnrr per le armi in Ucraina. Che ne pensa?
“È una questione complessa. Da un lato, comprendiamo la necessità di sostenere l’Ucraina in un contesto di guerra. Tuttavia, come sostenitori della finanza etica, crediamo che i fondi dovrebbero essere destinati a progetti che promuovono la pace e la sostenibilità. Se tutti i paesi investissero in modo etico, forse avremmo meno conflitti”.
La quantità di fondi green è esplosa dal 2021. Come mai? E qual è il futuro della finanza green in Europa?
“L’esplosione dei fondi green nel 2021 è stata dovuta a una combinazione di fattori: una crescente consapevolezza dei problemi climatici, un quadro normativo favorevole con l’introduzione del regolamento SFDR 2019 (Sustainable Finance Disclosure Regulation) e l’accelerazione della transizione sostenibile post-pandemia. Crediamo che la finanza green abbia un futuro solido in Europa grazie a politiche coerenti e a un crescente impegno da parte degli investitori verso la sostenibilità. Tuttavia, è fondamentale che i regolatori continuino a sostenere e rafforzare questo settore per evitare un rallentamento del progresso”.
Il tema dell’intelligenza artificiale è stato centrale al recente Salone del Risparmio. Quali sono le sfide e le opportunità dell’IA per la finanza etica?
“L’intelligenza artificiale presenta sia sfide che opportunità. Le sfide includono la gestione dell’etica nell’uso dell’IA, come nel caso del riconoscimento biometrico e delle decisioni basate su dati sensibili. Le opportunità sono molteplici: l’IA può migliorare l’efficienza degli investimenti, ottimizzare i portafogli e fornire analisi più precise dei rischi. È cruciale però che l’uso dell’IA sia guidato da principi etici, in linea con i valori della finanza sostenibile”.
Dopo le elezioni europee, cosa chiedete ai futuri legislatori in tema di finanza etica e sostenibile?
“Chiediamo ai futuri legislatori di non interrompere il processo iniziato con l’Accordo di Parigi del 2015. È essenziale evitare che le normative vengano annacquate o rese inefficaci. Inoltre, chiediamo una semplificazione delle regole per renderle più accessibili senza perdere la loro efficacia. Infine, è fondamentale promuovere una ripartizione equa dei costi della transizione energetica, affinché non gravino solo sui più deboli, ma vengano distribuiti in modo proporzionale”.
Come vede il futuro della finanza etica in un contesto di concorrenza tra stato, vedi il successo dei Btp Valore, e i fondi privati?
“La concorrenza tra stato e privati è un aspetto delicato. Mentre lo Stato deve garantire stabilità e trasparenza, non deve sovrastare l’iniziativa privata. La finanza etica può prosperare solo se c’è una chiara comprensione e comunicazione su dove vanno i fondi investiti. Gli investitori devono sapere esattamente cosa stanno finanziando. La trasparenza e la responsabilità sono fondamentali per costruire un futuro sostenibile ed etico per la finanza”.

Gas, risparmiato il 10% stoccaggi: due settimane in più assicurate

Secondo gli ultimi dati forniti da Gie (Gas Infrastructure Europe) Agsi (Aggregated Gas Storage Inventory) il tasso di riempimento degli stoccaggi al 19 novembre nell’Unione Europea è al 95,17%. Lo stesso giorno di un anno fa la percentuale era al 75,57%. Il tasso di riempimento dell‘Italia è leggermente sotto la media Ue al 94,42%. Un anno fa la percentuale era però all’82,92%.

In pratica, fermandoci al caso italiano, abbiamo risparmiato finora circa il 10% delle scorte di gas stipate nei siti dove un tempo si estraeva metano, gran parte dei quali si trovano in Lombardia o comunque nella pianura padana. In parte merito del clima, più mite di altri anni, in parte per una riduzione forzata dei consumi, soprattutto da parte del mondo industriale, che inevitabilmente genereranno un calo dell’attività produttiva.

A ottobre, primo mese del nuovo anno termico, i consumi di gas naturale in Italia si attestano a 4.339 milioni di mc (-23,2%)”, sintetizzava pochi giorni fa il Gme. La frenata della domanda è proseguita anche a novembre, basta considerare che l’accessione dei riscaldamenti in alcune città è scattata solo pochi giorni fa, un mese dopo il tradizionale avvio degli scorsi anni.

Ora, visto che gennaio generalmente mangia 10 miliardi di metri cubi, febbraio 7,7, marzo 7,3 e aprile 5,3, il risparmio di gas non appare granché. Più o meno parliamo di un mancato utilizzo di oltre 2 miliardi di metri cubi di gas. Tuttavia, visti anche i prezzi – il Ttf con consegna a dicembre è scambiato a 113,7 euro/Mwh in calo dell’1,5% – si può ipotizzare che proprio grazie a questo tesoretto di metano, che allunga le scorte di un paio di settimane, non andremo incontro all’incubo razionamento. Anche in Italia, nonostante il balzo a quota 108,4 euro, il valore medio del gas di novembre (78,4 euro) resta ancora sotto la media di 80,7 di ottobre. Siamo in linea con le quotazioni di un anno fa e il boom di luglio/agosto sembra un lontano brutto ricordo.

Il mercato dunque è convinto che questo inverno è al sicuro e che le scorte non arriveranno a zero a inizio primavera. “Con gli stoccaggi che abbiamo, con tutti i meccanismi messi a punto, con distinzioni tra gasivori e altri, con una graduatoria di interrompibilità temporanea a fronte di indennizzo, vedo questo inverno con fiducia. Si può superare. La preoccupazione maggiore è per il 2023. Dovremmo ricostituire tutte le riserve e gli stoccaggi e non avremo più il gas russo“, avvertiva stamattina il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo all’evento ‘Direzione Nord’ al Palazzo delle Stelline di Milano. Questi oltre due miliardi di metri cubi di gas risparmiati comunque sono fondamentali. Proprio grazie a questa base di stoccaggio più elevata del previsto, “la domanda di gas europea nordoccidentale può essere mediamente di circa 22 milioni di metri cubi al giorno superiore alle nostre precedenti aspettative per l’estate senza compromettere l’obiettivo di riempire al 90% gli stoccaggi a fine ottobre 2023“, scriveva pochi giorni fa Goldman Sachs. Una analisi in base alla quale, “ipotizzando una sensibilità alla domanda che vale 2,4 euro per milione di metro cubo“, la banca d’affari americana ha rivisto al ribasso la previsione del prezzo Ttf per l’estate 2023 a 180 euro/MWh, 55 euro in meno rispetto alle precedenti stime. E questo significa che il gas, sulla carta, costerà sempre caro ma non mancherà.

negozi

Risparmiare energia nei punti vendita: ecco il decalogo delle azioni sostenibili

Per contrastare più efficacemente i rincari delle bollette Confcommercio, Ancd, Coop e FederDistribuzione hanno individuato alcuni principi generali per contenere i consumi e favorire il risparmio energetico dei punti vendita che ciascuna Organizzazione si impegna a promuovere tra i propri associati. Questi principi sono sintetizzati in un decalogo di azioni e comportamenti virtuosi elencati di seguito.

1. Spegnere le insegne luminose e le apparecchiature non necessarie in concomitanza con gli orari di chiusura dell’attività commerciale;

2. Ridurre l’intensità luminosa del punto vendita e spegnere o ridurre in modo significativo l’illuminazione in ambienti poco frequentati;

3. Regolare la temperatura ambientale dell’attività commerciale (riscaldamento/raffrescamento) nell’ottica di contenere i consumi;

4. Interrompere la funzione di riciclo dell’aria nelle ore notturne;

5. Tenere chiuse le porte di ingresso per evitare dispersioni termiche in assenza di lame d’aria;

6. Ridurre la temperatura dell’acqua utilizzata all’interno dei locali;

7. Utilizzare in maniera efficiente l’energia elettrica ed il gas naturale per la cottura dei cibi, monitorando i relativi consumi energetici;

8. Utilizzare in modo efficiente le celle e i banchi frigoriferi, attraverso un corretto caricamento degli stessi, limitando le aperture allo stretto indispensabile e sensibilizzando anche la clientela a tal fine;

9. Utilizzare in modo efficiente gli elettrodomestici in dotazione all’attività commerciale;

10. Razionalizzare l’organizzazione del lavoro al di fuori degli orari di apertura al pubblico (pulizie, caricamento banchi, ecc.) al fine di ridurre i consumi energetici.

(Photo credits: VALENTIN FLAURAUD / AFP)

orologio

Ora legale tutto l’anno? Benefici su salute e risparmi per 1 mld

E se l’ora legale venisse istituita per 365 giorni l’anno? Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) le conseguenze porterebbero a un miglioramento della qualità della vita delle persone. I benefici, infatti, ricadrebbero sulla salute umana oltre che sui risparmi economici dovuti alla riduzione della combustione di fonti fossili per illuminazione e riscaldamento. Questo perché, spiega la Società: “Il passaggio permanente all’ora legale consentirebbe di guadagnare un’ora di luce e calore solare ogni giorno e, considerati gli attuali prezzi del gas, determinerebbe nel nostro paese risparmi sui consumi di energia stimabili in circa 1 miliardo di euro solo nel primo biennio”.

L’adozione permanente dell’ora legale darebbe un notevole sostegno anche all’ambiente. Infatti, Sima calcola che “il risparmio energetico consentirebbe di tagliare le emissioni climalteranti per un totale di 200.000 tonnellate di CO2 all’anno”.

La richiesta da parte dell’Ente al Governo è chiara: istituire l’ora legale tutto l’anno, abbandonando l’obsoleto passaggio ora legale/ora solare. “La politica discute di razionamenti del gas alle imprese, ma dimentica che già dal 2018 il Parlamento Europeo ha approvato con l‘84% dei voti favorevoli l’abolizione dell’obbligo del cambio di orario due volte l’anno, lasciando di fatto liberi i vari Stati di scegliere se optare per l’ora solare o legale”, sottolinea il presidente Sima, Alessandro Miani.

luce

Docce fredde e insegne spente di notte: l’Europa ai tempi della crisi energetica

Docce fredde nelle piscine, uffici al buio durante la notte, limiti ai termostati di caloriferi e condizionatori, insegne spente. L’Europa cerca di rispondere al rischio di penurie energetiche con tanti piccoli accorgimenti di vita quotidiano oggetto di decisioni comunali, regionali e anche di governo centrale per salvaguardare l’energia. Il caso più emblematico è forse quello spagnolo. Il decreto legge varato a Madrid impone a tutti i luoghi pubblici e tutti gli esercizi commerciali, inclusi ristoranti, di non abbassare l’aria condizionata sotto i 27 gradi in estate e di non aumentare il riscaldamento oltre i 19 gradi in inverno. Lo stesso provvedimento ordina anche ai negozi di spegnere le luci di notte. Insegne e vetrine devono smettere di essere illuminate entro le 22. Misure simili sono già state messe in atto per gli edifici della pubblica amministrazione, mentre restano volontarie per le famiglie.

Anche in Germania si corre ai ripari. A Berlino verrà ridotta l’intensità di illuminazione dei monumenti. Ad Hannover, in bassa Sassonia, decretato lo stop a docce calde per piscine, palestre e centri sportivi. Saranno a disposizione solo fredde, quale misura per evitare sprechi. Inoltre, le piscine pubbliche smetteranno di essere riscaldate a gas. In quanto Stato federale, la Germania vede al momento misure prese a livello di singolo ‘land’. Quello della Bassa Sassonia ha inoltre previsto che gli edifici pubblici non usufruiranno di alcun riscaldamento da aprile a fine settembre di ogni anno, con temperature ambiente limitate a un massimo di 20 gradi per il resto dell’anno. In aree come magazzini, locali tecnici, corridoi, la temperatura massima varia da 10 a 15 gradi. In Baviera decretato lo stop di acqua calda negli uffici distrettuali, la temperatura ambiente negli uffici pubblici sarà ridotta a un massimo di 19 gradi, mentre le aree non utilizzate non saranno riscaldate affatto. Durante le vacanze, l’acqua calda sarà spenta in tutte le scuole e l’illuminazione degli edifici comunali come il municipio di Marienplatz sarà spenta. A Lipsia, nel land della Sassonia, monumenti a illuminazione ridotta.

In Francia imposto il divieto in tutto il Paese di pubblicità luminosa e illuminata durante la notte, dall’1 e le 6. Gli uffici governativi potranno accendere l’aria condizionata solo se la temperatura interna supera i 26 gradi. Anche in Grecia si lavora per evitare sprechi. È stato disposto che i condizionatori non possono essere impostati a temperature inferiori a 27 gradi negli edifici pubblici durante l’estate, e gli impiegati, a fine giornata, devono spegnere i computer invece di lasciarli in stand-by e modalità risparmio energetico.

A questa ondata di buone pratiche che a molti suonano come sacrifici, non fa eccezione l’Italia. Nel Paese è stato disposto che l’aria condizionata negli edifici pubblici non possa scendere sotto i 19 gradi in estate e il riscaldamento non debba superare i 27 in inverno. Niente docce fredde. Almeno per il momento.

investimenti

Investimenti green: obbligatorio in Ue questionario per i risparmiatori

Volete fare investimenti verdi o sociali?“. Chiedere ai risparmiatori informazioni sugli investimenti sostenibili diventerà obbligatorio nell’Ue a partire da martedì (2 agosto), ma tenere conto delle risposte sarà un bel grattacapo per le banche. “La sostenibilità è un obiettivo d’investimento importante per voi?”. D’ora in poi, i clienti che desiderano investire parte dei loro risparmi nei prodotti finanziari de La Banque Postale dovranno rispondere a questa domanda, come già accadeva per il grado di assunzione del rischio. Se la risposta sarà negativa, le domande non andranno oltre. Se la risposta sarà invece positiva, la seconda domanda sarà se il cliente desidera definire da solo le proprie preferenze o lasciare che sia il suo consulente a farlo. Se il cliente avrà il controllo, dovrà dare una proporzione, con una cifra o un grado di intensità che il consulente dovrà rispettare per stabilire vari criteri sostenibili. Il compito sembra semplice, ma il settore finanziario non si sente attrezzato per affrontare questi nuovi requisiti, imposti dalle normative europee. Tanto che l’Autorità francese per i mercati finanziari ha chiesto un rinvio dell’applicazione per i consulenti in investimenti finanziari (FIA) al 1° gennaio 2023, anche se la normativa si applicherà da martedì per i consulenti bancari.

RITARDI

Abbiamo messo il carro davanti ai buoi“, ha sintetizzato Laurence Caron-Habib, responsabile degli affari pubblici di BNP Paribas AM, durante una presentazione all’inizio di luglio. In effetti, il nuovo questionario viene messo in atto anche se non si conoscono ancora del tutto i criteri per definire cosa esattamente costituisca un investimento sostenibile. Mentre i criteri per due dei sei obiettivi ambientali (mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici) sono stati definiti da Bruxelles come parte della sua tassonomia verde, ne restano quattro da specificare su acqua, inquinamento, economia circolare e biodiversità. E non sono previsti prima dell’autunno. Inoltre, l’obbligo per le aziende di pubblicare i dati ambientali non scatterà prima del gennaio 2023. Un altro simbolo di questa falsa partenza: l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha condotto una consultazione con gli operatori finanziari per stabilire regole di buona pratica sulla presa in considerazione delle preferenze. Ma le conclusioni non sono attese prima della fine dell’anno. Deplorando questo calendario, l’associazione europea dei gestori patrimoniali (Efama) ha chiesto all’Esma una maggiore “flessibilità” nell’attuazione. “Sarà frequente che nessun prodotto di finanza sostenibile corrisponda pienamente alle preferenze iniziali del cliente“, teme l’associazione. Secondo BNP Paribas AM, meno del 2% degli investimenti in società del CAC 40 è allineato alla tassonomia. Per evitare di aspettare il “prodotto perfetto” per iniziare a investire nella finanza sostenibile, Efama ha proposto di lasciare spazio per riorientare le aspettative verso “le migliori alternative possibili.

CONCORRENZA E GREENWASHING

Oltre alla tassonomia verde europea, i distributori di fondi, che vengono offerti agli investitori, possono fare riferimento alla nozione di “investimento sostenibile, secondo il regolamento europeo sulla pubblicazione di informazioni sulla sostenibilità per i prodotti finanziari. Ma questa nozione è meno ben definita dall’Unione Europea. Si tratta solo di “un investimento in un’attività economica che contribuisce a un obiettivo ambientale” o “sociale“, senza causare “danni significativi” ad altri obiettivi. Spetta ai gestori dei fondi stabilire, in base alla loro metodologia, se ciascuno dei loro investimenti rientra in questa definizione per calcolare la loro percentuale di investimenti sostenibili. La percentuale sostenibile di un determinato fondo può quindi variare” a seconda della “flessibilità del gestore, ha dichiarato all’AFP Léonard Pirollet, membro del team SRI Solutions di Banque Postale AM. Ciò evidenzia il timore di una concorrenza distorta tra i gestori, o addirittura di “greenwashing“. Tuttavia, questa nuova normativa ha permesso di ripensare l’offerta di fondi sostenibili e ha stimolato uno sforzo di formazione. I team delle diverse linee di business “hanno parlato molto di questo argomento. E non sarà l’ultima volta“, anticipa Pierre-Alexis Binet, direttore degli affari istituzionali della Banque Postale.

commissione Ue

Il palazzo ‘green’ della Commissione Ue per tagliare 60% di Co2 al 2030

Green Deal, Fit for 55, economia circolare, transizione verde. Nomi di dossier e strategie ‘made in EU’ che hanno tutti un elemento in comune, la Commissione europea che li ha messi sul tavolo in forza del potere di iniziativa legislativa. Per l’istituzione comunitaria che detta la linea, gli obiettivi di sostenibilità non possono rappresentare un’eccezione, e quindi l’esecutivo comunitario offre l’esempio con un rinnovato edificio a prova di impegni e sforzi green. Il palazzo Berlaymont, sede di lavoro e riunione del collegio, risponde agli imperativi di risparmio energetico, isolamento acustico, riduzione degli sprechi.

Un lavoro iniziato ben prima delle politiche eco-sostenibili dell’Ue. Il palazzo Berlaymont è stato realizzato negli anni Sessanta. Completato nel 1969, dovette subire un’imponente opera di bonifica per rimuovere tutto l’amianto utilizzato durante la costruzione, dopo che venne accertata la natura cancerogena della sostanza. Una nuova ristrutturazione dell’edificio è stata condotta dal 1991 al 2004. È in quell’occasione che la sede della Commissione è stata dotata con sistemi all’avanguardia di sostenibilità, attraverso l’installazione di un sistema di cogenerazione che consente di aumentare l’efficienza dell’energia utilizzata nell’edificio, soffitti radianti e raffrescanti per il controllo della temperatura negli uffici, serbatoi di ghiaccio che consentono lo stoccaggio del freddo al di fuori delle ore di punta per l’utilizzo durante l’orario di lavoro. A questo si aggiunge un sistema per il recupero dell’acqua usata e il riutilizzo nei circuiti dei serbatoi d’acqua per servizi igienici sistema di irrigazione degli impianti.

I lavori di ristrutturazione hanno inoltre dotato la facciata del Berlaymont di 21 mila metri quadrati di di lamelle mobili in vetro controllate da un computer collegato a sensori meteorologici, che riposiziona i pannelli in base alla posizione del sole, alla temperatura e alla velocità del vento. Questa facciata esterna, costruita attorno alla struttura esistente, funziona da coperta ad alta tecnologia che trattiene il calore durante i mesi invernali e ripara dal sole durante l’estate. Inoltre, questa doppia facciata riduce i livelli di rumore all’interno dell’edificio.

L’esecutivo comunitario vuole dare il buon esempio in fatto di lotta ai cambiamenti climatici, e si pone dunque l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 60% rispetto ai livelli del 2005. Per questo, oltre a quello che già offre l’edificio, altre azioni sono in corso d’opera per rendere ancor più verde la sede di lavoro. Nello specifico, è in atto uno studio di fattibilità per l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto, e in parallelo da marzo di quest’anno si sta procedendo alla ristrutturazione di lampade e impianti di illuminazione di tutti i 18 piani.

(Photo credits: EMMANUEL DUNAND / AFP)

enea

Risparmiare e aiutare l’ambiente: i 20 consigli di Enea

Contro il caro-bollette e gli sprechi di energia, arriva la guida di ENEA in 20 punti per risparmiare sui consumi e aiutare l’ambiente. La guida contiene suggerimenti su buone pratiche da applicare ed errori da evitare 10 consigli riguardano l’uso efficiente del riscaldamento e altri 10 l’uso ‘intelligente’ dell’energia.

  1. Utilizzare lampadine a risparmio energetico. La tecnologia LED permette un grande risparmio energetico in quanto, a parità di potenza assorbita, produce una luce 5 volte superiore rispetto alle classiche lampadine ad incandescenza e alogene.
  2. Migliorare la coibentazione dell’abitazione. La realizzazione di un isolamento termico a cappotto dell’involucro e in particolare la coibentazione della copertura, riducono le dispersioni tra il 40 e il 50%.
  3. Isolare tetto e soffitto. Un tetto ben isolato fa la differenza sulla bolletta energetica, riuscendo a contenere le dispersioni di calore verso l’alto.
  4. Utilizzare serramenti a doppi vetri. Importante è la sostituzione dei vecchi serramenti, che spesso sono portatori di spifferi e ponti termici.
  5. Ridurre l’utilizzo di acqua calda. Fare il bagno rispetto a fare una doccia implica un consumo di acqua di quattro volte superiore. Infatti il consumo medio di acqua per fare il bagno è di 120 -160 litri, mentre per fare una doccia di 5 minuti è stimato un consumo di 75-90 litri e per una di 3 minuti 35-50 litri.
  6. Preferire apparecchi elettronici di classe energetica superiore. I consumi elettrici delle abitazioni sono riconducibili per il 58% agli elettrodomestici ed è grazie alla sostituzione di questi ultimi che si può ottenere una sensibile riduzione dei consumi energetici.
  7. Utilizzare ciabatte multipresa. Lasciando gli elettrodomestici in stand-by per un anno si accumula un consumo inutile stimato tra gli 8.760 Wh e i 35.040 Wh
  8. Non lasciare la luce accesa inutilmente.
  9. Realizzare impianti di generazione di energia rinnovabile sfruttando fonti come il sole, il vento, l’acqua.
  10. Effettuare la manutenzione degli impianti che consumano ed inquinano meno quando sono regolati correttamente.
  11. Controllare la temperatura degli ambienti. Ogni grado in più comporta consumi di energia significativi, con conseguente aggravio in bolletta.
  12. Fare attenzione alle ore di accensione dei riscaldamenti.
  13. Schermare le finestre durante la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.
  14. Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni e non lasciare le finestre aperte a lungo.
  15. Fare il check-up dell’immobile, tramite la diagnosi energetica o l’attestato di prestazione energetica (APE), consente di determinare gli interventi più convenienti per contenere consumi e costi.
  16. Dotare il proprio impianto di una centralina di regolazione della temperatura.
  17. Utilizzare valvole termostatiche.
  18. Utilizzare un sistema di contabilizzazione del calore per gestire in autonomia il riscaldamento del proprio appartamento e pagare solo in base al consumo effettivo.
  19. Sostituire la caldaia esistente con una caldaia a condensazione perché raggiungono un’efficienza più alta e garantiscono un risparmio energetico oltre che economico.
  20. Sbrinare regolarmente frigoriferi e congelatori affinché abbiano un’efficienza energetica maggiore.

20 consigli ENEA