Decreti siccità e bollette in Cdm. Contro rincari misure per 5 mld

Il governo lima i dettagli per portare oggi pomeriggio in Consiglio dei ministri i decreti Bollette e siccità, due provvedimenti diventati ormai urgenti. Il prossimo 31 marzo, infatti, scadranno gli incentivi varati a dicembre con la legge di Bilancio, ma il Mef è pronto a portare sul tavolo nuove proposte, per un totale complessivo di circa 5 miliardi. A parlarne è stato lo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, all’ultimo question time in Senato. Si parte da una linea guida principale: i rincari energetici colpiscono soprattutto le famiglie a basso reddito, ecco perché ci sarà la conferma del bonus sociale elettricità e gas per i nuclei in condizioni di disagio economico o fisico con Isee fino a 15mila euro. Secondo i calcoli di via XX Settembre, si tratta di una platea “di oltre 4,5 milioni di famiglie”.

Accanto a questa misura ce ne sarà una nuova, a partire dal 1 ottobre, “con l’inizio dell’anno termico” specifica Giorgetti: un contributo a compensazione delle spese di riscaldamento, erogato tramite bolletta elettrica, senza limitazioni legate al reddito. Inoltre, anche per il secondo trimestre dell’anno verrà confermata la riduzione al 5% dell’aliquota Iva sul gas metano ad uso civile e industriale, rispetto al 10 o al 22 percento in base alla tipologia di cliente. Sempre nel decreto, dovrebbe trovare spazio un intervento per “la somministrazione di energia termica in esecuzione di contratti di servizio energia, nonché per le forniture di servizi di teleriscaldamento”. Per le aziende Giorgetti ha spiegato che il governo è lavoro per trovare “misure strutturali di sostegno per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale”. E “nelle more di questa riforma, nel prossimo trimestre è al vaglio un’ipotesi di rimodulazione delle misure già riconosciute nel primo trimestre, sotto forma di credito di imposta, che tenga conto dei livelli di prezzo dell’energia elettrica e di gas che si sono verificati negli ultimi periodi”. Sugli oneri di sistema, invece, si va verso la reintroduzione per quello che riguarda l’energia elettrica, che in compenso avrà altri benefici. Secondo le previsioni dell’esecutivo, comunque, la situazione comunque rimane sotto controllo.

L’altro tema ‘pesante’ del prossimo Cdm è la siccità. In questo caso lo schema è un po’ diverso, perché gli interventi previsti nel decreto saranno a breve termine, quelli più urgenti per essere chiari. La misura più significativa riguarderà la nomina del commissario straordinario, che potrà contare su una semplificazione normativa che consenta di avere poteri più ampi e con meno burocrazia. Al momento nomi non ne circolano, anche perché l’ipotesi – non smentita – è che possa essere il vicepremier, Matteo Salvini, a prendere l’incarico. “Non mi risparmio, se penso serva al Paese lo faccio”, aveva detto la settimana scorsa il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Dalla Lega arriva la richiesta di poter contare almeno su 700 milioni per 23 invasi immediatamente cantierabili e altri 3 miliardi per i prossimi 5 anni. Il resto dei provvedimenti, quelli a lungo termine, invece, potrebbe arrivare nel corso dei prossimi mesi, con leggi ordinarie.

L’inflazione cala poco, sale quella extra energia

L’inflazione cala in Italia, complice la discesa dei prezzi energetici. Risale, però, il carrello della spesa e soprattutto continua a crescere la cosiddetta inflazione core, quella extra energia ed extra alimentari, che arriva al +6,4% a febbraio. Segno che il carovita ora dipende meno dalle bollette, ma più dalle aziende che scaricano i costi sostenuti nei mesi scorsi sui prezzi finali. La tendenza è osservata dall’indagine Pmi S&P Global diffusa ieri secondo la quale “le aziende manifatturiere applicano maggiorazioni dovute alle più alte spese operative”. Per Carlo Alberto Buttarelli, direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione, “nel corso dell’ultimo anno le aziende della Distribuzione Moderna hanno fatto uno sforzo economico significativo, assorbendo parte degli aumenti generalizzati sui beni di consumo, per attenuare l’impatto sui prezzi e tutelare il potere di acquisto degli italiani. Oggi da parte delle nostre aziende non ci sono le condizioni per assorbire nuovi incrementi dei prezzi – conclude Buttarelli -, ci auguriamo che i chiari segnali di rallentamento sui costi dell’energia e delle materie prime di queste settimane portino anche il sistema industriale ad agire in questo senso e porre un freno alla spinta agli aumenti che ha caratterizzato il mercato in questi mesi”.

“Si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto dei Beni alimentari, lavorati e non, dei Tabacchi e dei Servizi, tutti in accelerazione tendenziale. Come conseguenza di tali andamenti, si accentua la crescita su base annua della componente di fondo (+6,4%) e quella del cosiddetto carrello della spesa, che risale a +13%, dopo il rallentamento osservato a gennaio”, commenta l’Istat i dati di febbraio. Dati che complessivamente vedono l’indice nazionale dei prezzi al consumo registrare un aumento dello 0,3% su base mensile e del 9,2% su base annua, da +10% nel mese precedente ma più dell’8,8% stimato dagli analisti. L’aumento congiunturale – mese su mese – dell’indice generale “si deve prevalentemente ai prezzi degli Alimentari non lavorati (+2,2%), dei Tabacchi (+1,9%), degli Alimentari lavorati (+1,5%), dei Beni durevoli e non durevoli (+0,8% e +0,6% rispettivamente), dei Servizi relativi ai trasporti (+0,7%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi all’abitazione (+0,5% per entrambi); un effetto di contenimento deriva invece dal calo dei prezzi degli Energetici, sia regolamentati (-5,2%) sia non regolamentati (-4,2%)”, conclude l’istituto di statistica.

Cala ma non come dovrebbe anche l’inflazione nell’eurozona. Secondo la stima flash di Eurostat, è salita dell’8,5% a febbraio, in calo rispetto all’8,6% di gennaio ma più dell’8,2% stimato. Mese su mese il rialzo è stato dello 0,8%, quando invece nel primo mese del 2023 i prezzi erano scesi dello 0,2%. Cibo, alcol e tabacco hanno il tasso annuo più alto a febbraio (15,0%, in calo rispetto al 14,1% di gennaio), seguito dall’energia (13,7%, rispetto al 18,9% di gennaio), dai beni non alimentari e dal tabacco. 18,9% a gennaio), i beni industriali non energetici (6,8%, rispetto al 6,7% di gennaio) e i servizi (4,8%, rispetto al 4,4% di gennaio).

La ripresa del carovita era attesa dopo il ritorno di fiamma dei prezzi in Germania e Spagna. Ora i riflettori sono puntati sulla Bce. Christine Lagarde stamattina durante una intervista all’emittente spagnola Antena 3, dove si è commossa per aver visto uno dei fratelli in collegamento ricordando il padre morto quando aveva 16 anni, ha annunciato che probabilmente aumenterà i tassi anche dopo la stretta da +0,5% già decisa per marzo: in questo mese “i dati scenderanno, continueranno a scendere, ma sappiamo che è ancora molto alta. Quando vado a fare la spesa vedo che tutto è aumentato, speriamo di riuscire a ridurlo, ma ci vorrà tempo”.

“Un rialzo di 50 punti base a marzo è ormai cosa fatta e si prevede che la riunione della BCE di maggio risulterà in un rialzo di 0,4%. Ci aspettiamo – ipotizza Tim Graf, Managing Director, Head of Macro Strategy for EMEA di State Street Global Markets – che la comunicazione della Bce non solo confermi questo dato, ma accenni con forza a un ulteriore rialzo di 50 pb a maggio, proprio come si è effettivamente impegnata a 50 pb a marzo”. Più pessimista è invece Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia: “L’inflazione soprattutto core continua a essere persistente su livelli alti. La Bce dovrà necessariamente cambiare passo sia nelle scelte sui tassi di interesse ma soprattutto nella comunicazione. E qualcosa in effetti è cambiato nelle ultime dichiarazioni da parte dei membri del Governing Council. Nelle ultime ore il governatore della banca centrale francese Villeroy ha affermato che il picco del livello dei tassi potrebbe essere raggiunto in estate, al massimo nel mese di settembre. Crediamo che l’istituto di Francoforte dovrà prolungare molto più a lungo del previsto gli sforzi per riportare l’inflazione in un sentiero per raggiungere il 2%. Ci aspettiamo un aumento di 125 punti base del costo del denaro nei prossimi mesi. Nel dettaglio – continua Diodovich – crediamo che il Governing Council alzerà a marzo il costo del denaro di 50 pb per poi continuare ad aumentarlo anche nelle riunioni di maggio, giugno e luglio (25 pb a riunione portando il tasso benchmark a un terminal rate del 4,25%)”.

Bollette gas in caduta del 34,2%. Pichetto: “Riduzione importante”

Una buona notizia per famiglie e imprese italiane. Come ampiamente previsto, è in deciso calo la bolletta gas ancora in tutela. In base all’andamento medio del mercato all’ingrosso nel mese di gennaio 2023 e per i consumi dello stesso mese, per la famiglia tipo si registra una diminuzione del -34,2% della bolletta rispetto al mese di dicembre 2022.

Soddisfazione per “l’ottima notizia” da parte della premier, Giorgia Meloni. “Siamo già intervenuti in maniera massiccia per affrontare una situazione che chiaramente è molto complessa. Non possiamo far finta di non vedere che la realtà intorno a noi mette in difficoltà tutti“, spiega. Intervenire sui prezzi dell’energia, ricorda, “era l’impegno che ci eravamo presi, ed è dove abbiamo investito la stragrande maggioranza delle nostre risorse, ampliando abbastanza rispetto a quello che era stato fatto in precedenza“. Importante è stato, fa sapere, aver “allargato molto la platea delle famiglie che potevano accedere al sostegno del governo per vedere le bollette scendere“. Poi la battaglia sul tetto europeo, “che siamo riusciti a portare a casa e sta dando risultati“, rivendica Meloni.

La componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (CMEMm), applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata da Arera come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead) e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento. Per il mese di gennaio, che ha registrato una quotazione media all’ingrosso sensibilmente più bassa rispetto a quella del mese di dicembre, il prezzo della materia prima gas (CMEMm), per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è pari a 68,37 €/MWh.

“La riduzione per il mese di gennaio, in termini di effetti finali, ancora non compensa del tutto gli alti livelli di prezzo raggiunti nell’ultimo anno, con la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (febbraio 2022-gennaio 2023) che risulta di circa 1.769 euro, +36% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (febbraio 2021- gennaio 2022)”, fa sapere l’authority per l’energia.

La discesa del prezzo del gas del 34,2% e dunque dei costi in bolletta, comunicata da Arera, è molto consistente ed è motivo soddisfazione“, dice il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Una riduzione di tale entità è importante per i cittadini, per le imprese e per l’intero Paese. Stiamo mettendo in sicurezza i risparmi delle famiglie: con una manovra rivolta a contenere l’impatto della tempesta sui mercati energetici, con il tetto al prezzo del gas ottenuto in Europa, con una strategia energetica che potrà rendere – conclude Pichetto – il nostro Paese l’interlocutore principale in Europa e nel Mediterraneo”.

Energia, Meloni: “Adesso Roma può diventare porta del gas in Europa”

L’Italia ha un’occasione. E Giorgia Meloni, quell’occasione, promette di “giocarsela tutta“. L’Europa ha un problema legato all’energia: non può più guardare a Est, deve guardare a Sud. L’Italia deve sfruttare la sua posizione nel Mediterraneo.

Il progetto di Italia hub del Mediterraneo va avanti. La premier presenterà il suo Piano Mattei per l’Africa anche domani, nel suo viaggio di due tappe in un solo giorno, a Stoccolma prima, a Berlino poi. In Europa, rivendica, “ci vado senza cappello in mano”. In Svezia e Germania porterà le istanze italiane sulla difesa dei confini d’Europa e sul contrasto all’Inflation reduction act americano, sostenendo le imprese.

La situazione energetica è difficile perché il Vecchio Continente ha deciso di dipendere, quasi esclusivamente, da un unico attore, la Russia. “Qualcuno lo diceva da prima che andava fatta attenzione, ma questa è la ragione per cui sto spendendo molto tempo all’estero, ad esempio nel Nordafrica“, puntualizza la presidente del Consiglio. La sfida è diversificare le fonti dalle quali si prende l’energia come dimostrano “gli accordi fatti con l’Algeria o con la Libia”, spiega. L’Italia può diventare non solo “autonoma e forte”, ma anche la porta attraverso la quale passare per avere il gas in Europa.

In casa, la premier raccoglie i frutti della battaglia sul price cap, perché il prezzo del gas si è abbassato (è notizia è che il calo certificato da Arera si attesta al 34,2%) , le bollette sono in caduta. Abbattere i prezzi dell’energia era un “impegno” ed è “dove abbiamo investito la stragrande maggioranza delle nostre risorse, ampliando abbastanza rispetto a quello che era stato fatto in precedenza”. Per me “è molto importante che abbiamo allargato molto la platea delle famiglie che potevano accedere al sostegno del governo per vedere le bollette scendere”, fa sapere.

Giorgetti: Proroga aiuti contro caro energia, ma in forma diversa

Gli aiuti contro il caro bollette proseguiranno anche dopo il 31 marzo, ma con una formula diversa. Lo annuncia il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti in apertura dell’edizione 2023 di Telefisco-Sole24Ore. L’andamento dei prezzi è mutato “e speriamo continui nella sua discesa, ma dovremo rimettere mano alle misure“, afferma. “Sicuramente verranno prorogare, probabilmente non nella stessa forma“. Allo studio ci sono dei meccanismi più efficienti in termini di aiuto, più flessibili rispetto all’andamento dei consumi e che orientino le famiglie premiando i comportamenti virtuosi per il risparmio energetico.

Se ne discute anche a livello europeo per trovare misure più omogenee. Nel frattempo, però, il governo italiano si impegna a non abbandonare famiglie e imprese, intervenendo dal primo aprile  per prorogare le misure di mitigazione di prezzo, in modo diverso dal primo intervento che, ricorda, “che era figlia dell’emergenza“.

Intanto, per le imprese, in Europa è in corso un grande dibattito, che culminerà nel Consiglio europeo di inizio febbraio, sulla nuova disciplina degli aiuti di Stato in particolare, fa sapere Giorgetti, per quanto riguarda la risposta alla sfida degli Stati Uniti con l’Inflation reduction act. “In questa discussione probabilmente si discuterà anche di aggiornare gli strumenti con cui l’Europa si deve rendere più efficiente, oltre che più efficace, per dare le risposte ai termini della ripresa post pandemica e post crisi energetica“, scandisce il ministro, che parla della necessità di rivedere le regole costruite a tutela del mercato unico interno. L’obiettivo della revisione, spiega, è quello di consentire alle imprese europee di reggere la concorrenza americana ma anche cinese: “I rischi per il nostro Paese è che si avvantaggino Paesi che hanno spazio fiscale. Germania e Francia, per intenderci, che non hanno i vincoli di bilancio del patto di stabilità che grava sull’Italia, hanno la possibilità di finanziare di più le imprese“. Sarà, prevede, un negoziato “assai complicato” per trovare una mediazione.

Energia, Plenitude: Possibile rateizzare bollette luce-gas del primo semestre

I clienti Plenitude, dal 1° febbraio, potranno chiedere la rateizzazione delle bollette di luce e gas relative al primo semestre 2023, con rate variabili in funzione dell’importo e senza l’applicazione di interessi e spese. Lo rende noto la società – che è una controllata di Eni – spiegando che l’agevolazione riguarda famiglie, condomini e piccole imprese.

L’iniziativa, si legge in una nota, “si pone in linea con quanto già fatto nel 2022”, ed è stata maturata “in considerazione delle difficoltà che i propri clienti potrebbero incontrare nel rispettare le scadenze delle bollette di energia elettrica e gas”. La possibilità di rateizzazione è stata concordata con i rappresentanti nazionali delle Associazioni del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU).

Plenitude è la Società Benefit di Eni che integra la produzione di energia 100% da fonti rinnovabili, la vendita di servizi energetici e un’ampia rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. L’azienda fornisce attualmente energia a circa 10 milioni di clienti europei nel mercato retail con l’obiettivo di raggiungere entro il 2025 più di 11 milioni di clienti e di installare oltre 30.000 punti di ricarica per la mobilità elettrica. La Società prevede inoltre di superare i 6 GW di capacità installata da fonti rinnovabili entro il 2025, i 15 GW entro il 2030 e di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040. EFS

Prezzi del gas ancora giù, bolletta verso taglio del 30-35%. Ma Arera resta prudente

Stoccaggi alti e meteo in miglioramento in Europa hanno rimandato sotto i 60 euro per megawattora il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam. Il contratto Ttf con scadenza febbraio 2023, crollato da lunedì, ha ceduto oltre un punto percentuale oggi terminando la seduta a 57,55 euro/Mwh. La quotazione del gas ad Amsterdam risente del forte “aumento nell’utilizzo di fonti di energia fossile a maggiore impatto emissivo, come il carbone”, spiegava al Sole 24 Ore il presidente di Proxigas, Cristian Signoretto, ma anche del boom dell’eolico in particolare in Germania, Paesi del Nord Europa e nella penisola Iberica. “Quella relativa ai prezzi è una buona notizia per le famiglie e le imprese che vedranno le bollette ridursi”, aggiungeva Signoretto. Infatti anche nel mercato italiano il prezzo del gas sta calando: è sceso a 66,182 euro per megawattora. La media di gennaio è così di 68,802 euro/Mwh, il 40% in meno rispetto alla media di dicembre. Una percentuale che ai primi di febbraio, in base al nuovo meccanismo di calcolo, spingerà Arera – l’autorità per l’energia – a ridurre le tariffe del metano nel mercato tutelato di un 30-35%. Una sensibile riduzione, che arriva dopo due mesi di rialzi (novembre e dicembre) legati alla risalita dei prezzi con i primi freddi invernali.

La riduzione “però non deve toglierci il senso di urgenza avuto fino ad ora. A questi prezzi l’Europa paga comunque l’energia un multiplo degli Stati Uniti e della Cina e l’energia è essenziale per sostenere sviluppo industriale, economico e sociale“, puntualizzava il presidente di Proxigas, l’associazione nazionale industriali gas nata dall’aggregazione fra Anigas e Igas, che oggi ha tenuto la sua assemblea. “Vedo un rilassamento complessivo sull’abbassamento dei prezzi e mi preoccupa perché la situazione non è risolta“, ha sottolineato Aurelio Regina, presidente del gruppo tecnico Energia di Confindustria, intervenendo all’evento di Proxigas: “Se nel 2023 dovesse venire a mancare il sostegno pubblico in termini di incentivi per la riduzione dei costi dei consumi noi ci troveremmo esattamente nella situazione del 2022“. “Siamo ancora nel problema, siamo certo in una fase migliore ma elementi di criticità all’orizzonte non mancano. Bisogna tenere una sana e prudente attenzione“, ha ribadito Stefano Besseghini, presidente Arera, perché “abbiamo minimizzato i problemi, ma non li abbiamo risolti e alcuni si presenteranno nelle prossime settimane”.

Rispetto ai timori di settembre però la situazione è migliorata. “Se continua così e se siamo fortunati dovremmo riuscire ad avere a marzo ancora disponibilità di stoccaggi di gas al 60-65%. Poi dovremo incominciare a riempirli e non avremo più il gas russo”, ha ricordato l’ad di Eni, Claudio Descalzi, davanti ai rappresentanti di Proxigas. “Il gas continua a crescere e se noi non siamo veloci questo gas avrà una richiesta sempre superiore e non avendolo lo pagheremo sempre di più. L’obiettivo di tornare a prezzi di 4-5 anni fa mi sembra difficilissimo, in quest’ottica“. La quotazione del gas ad Amsterdam o in Italia è in effetti ancora del 250% rispetto a gennaio 2021. “Difficilmente arriveremo a fine di quest’anno ai prezzi alti di sei mesi fa, i prezzi però resteranno alt. Credo però che in 2-3 anni, quando metteremo a punto tutte le infrastrutture ritorneremo a prezzi ragionevoli“, ha concluso l’ad di Edison, Nicola Monti.

Bonus ‘caro bollette’ ai collaboratori sportivi

Erogazione del bonus ‘caro bollette’ ai collaboratori sportivi. Sport e Salute S.p.A. ha ricevuto da parte dell’INPS i dati necessari per definire la platea dei beneficiari del bonus una tantum di 200 euro, istituito dall’art.32, comma 12, secondo periodo, del D.L. n.50/2022.

La società ha inoltre fornito le indicazioni che occorre seguire per accedere alla piattaforma dove, ove necessario, è possibile modificare l’Iban comunicato in sede di domanda per le indennità Covid-19.

Qualora non venga effettuata la comunicazione di nuovi riferimenti bancari – evidenzia Paolo Longoni, consigliere d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – anche il pagamento verrà effettuato presso quelli precedentemente comunicati”.
L’art.19 del Dl Aiuti-ter ha previsto il riconoscimento di una somma di 150 euro, a titolo d’indennità una tantum, ai pensionati con reddito fino a 20 mila euro, nonché a percettori di prestazioni assistenziali, titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, dottorandi e assegnisti di ricerca, collaboratori sportivi, lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti, lavoratori domestici, lavoratori agricoli, lavoratori autonomi privi di partita IVA e nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza.
“Il comma 12 del citato articolo 19 – prosegue Longoni – prevede la suddetta indennità per i collaboratori sportivi che siano stati beneficiari di una delle indennità connesse all’emergenza Covid-19”.

L’erogazione del Bonus di 150 euro avverrà in un secondo momento, in seguito – come ha comunicato la Società, ad ulteriori procedure in corso di svolgimento da parte dell’INPS.

Pichetto: “Price cap ‘bazooka’ contro la speculazione. Sul nucleare la partita non è chiusa”

Il clima mite dell’inverno 2022-2023 unito al risparmio dei consumi di gas, potrebbero lasciare in eredità un ‘tesoretto’ di gas negli impianti di stoccaggio italiani. Al di là dei risvolti ambientali e climatici che hanno portato a temperature nettamente superiori alla media, sarebbe davvero una bella notizia per il governo, ma soprattutto per le casse dello Stato. E musica per le orecchie del ministro Gilberto Pichetto Fratin, al lavoro proprio per “mettere in sicurezza”, come afferma: Abbiamo un po’ di stoccaggi, probabilmente li manterremo e quindi partiamo da un livello un po’ più alto” rispetto all’anno scorso. Il responsabile del Mase, pur ricordando che “nessuno di noi ha la sfera di cristallo”, potrebbe anche riuscire nell’impresa di risparmiare miliardi utili da reinvestire in altri progetti, grazie al combinato disposto del “bazooka” price cap Ue sul prezzo del gas con la riduzione degli sprechi che gli italiani stanno mettendo seriamente in pratica. I numeri li fornisce direttamente Pichetto: “Circa 5 miliardi di metri cubi in meno consumati”.
Inoltre, un altro elemento che lascia ben sperare il governo, è chesono state già differenziate le fonti di approvvigionamento, grazie agli accordi con l’Algeria, ma anche al Tap, “che ci porta 10 miliardi di metri cubi di gas”. Per il ministro, dunque, “sui quantitativi, in qualche modo, dovremmo farcela”. Mentre sul prezzo ora c’è “un ‘tappo’ all’eventuale esplosione”, soprattutto nel caso “gli speculatori facciano oscillare eccessivamente i mercati internazionali”. La somma di questi fattori fa dire al responsabile del dicastero di via Cristoforo Colombo che “nel breve periodo l’Italia sta diventando centrale rispetto all’Europa”. Un bel passo in avanti rispetto all’anno scorso, quando a dare le carte era sempre la Germania, mentre ora “avendo collegamenti con l’Azerbaijan, l’Algeria e anche la Libia, e ovviamente con i rigassificatori, noi ci poniamo nella condizione di essere i soggetti che ricevono il gas e lo distribuiscono” sul Vecchio continente.
Analizzato il presente, resta comunque da programmare il futuro. Che prevede la riduzione delle emissioni di Co2, così come l’incremento delle fonti rinnovabili, ma serve tecnologia in grado di lasciare anche alle generazioni future un’eredità che le possa far stare più tranquille. Per il governo potrebbe essere il ritorno al nucleare. Infatti, Pichetto dice che la partita non è chiusa: “Sono convinto che vada affrontata in modo serio”, perché “la valutazione va fatta con un’ampia discussione, poi vanno fatte le scelta. E credo che la scelta debba essere il nucleare”, ma “sapendo che ce l’avremmo tra 15-20 anni e la fusione tra 40-50 anni”.

Il prezzo del gas crolla ancora, ma la bolletta cresce del 23,2%

Per i 7,3 milioni di clienti ancora nel mercato tutelato il consumo di gas di dicembre costa il 23,2% in più. Lo ha deciso l’Arera, l’autorità per l’energia, che ha aggiornato il costo delle bollette. L’aumento delle tariffe era inevitabile, considerando che il prezzo industriale medio del gas in Italia è stato di 116,171 euro per megawattora a dicembre contro i 91 di novembre.

Il balzo registrato nell’ultimo mese dell’anno è stato del 27,6%, mentre l’Arera è riuscita a ‘contenere’ il rincaro a +23,2%. Una stangata che si aggiunge al +13,7% di novembre. Va detto che se l’Authority avesse utilizzato il vecchio metodo di aggiornamento della tutela gas (trimestrale ex-ante, come quello usato ancora per l’energia elettrica, anziché mensile ex-post, calcolando cioè la media prezzo dopo la fine del mese di riferimento) durante tutto l’ultimo trimestre del 2022 si sarebbe applicata una componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (Cmem) di oltre 240 euro/MWh, anziché i 116,6 euro per megawattora di dicembre.

Il metodo adottato dall’Autorità ha consentito, invece, di applicare una Cmem di 78 euro/MWh in ottobre e di 91,2 euro/MWh in novembre. Una consolazione che tuttavia non cancella un anno terribile per la bolletta del gas. La stessa Authority ha calcolato infatti che malgrado qualche risparmio a inizio autunno, in termini di effetti finali, la spesa per la famiglia tipo nel periodo gennaio-dicembre 2022 è di circa 1.866 euro, +64,8% rispetto al 2021.

Sembra un controsenso ma, mentre arriva questo +23,2% da pagare per molte famiglie e piccolissime attività imprenditoriali, il prezzo industriale del gas ad Amsterdam continua a crollare. Poco dopo le 18 di ieri il contratto Ttf con scadenza febbraio ha perso l’8% quotando 70,8 euro per megawattora. Di gas ce n’è, gli stoccaggi – come ha fatto sapere Snam – sono ancora pieni in Italia all’82% e in Europa all’83%. A fine inverno le scorte non saranno azzerate, per cui l’attività di riempimento in vista del prossimo inverno 2023-2024 non sarà proibitiva o ultra-costosa come è invece accaduto la scorsa estate, con gli Stati che per accaparrarsi gas sono arrivati a far salire il Ttf a 349 euro/Mwh a fine agosto.

Il prezzo ad Amsterdam crolla inoltre per il clima mite che spinge a usare maggiormente le rinnovabili in Europa per la produzione di energia elettrica, senza contare che il piano riduzione consumi varato dalla Ue, e messo in pratica soprattutto dalle aziende come legittima difesa nei confronti delle bollette stellari, ha visto precipitare del 20% i consumi di metano da agosto a novembre rispetto alla media 2016-2021.

I prezzi sono in caduta ad Amsterdam ma anche alla Borsa italiana. La minuscola media di gennaio, che rispecchia anche l’andamento dell’ultima settimana di dicembre 2022, evidenzia un prezzo di 72,3 euro/MWh. Se dovesse mantenersi questa quotazione fino a fine mese, allora la bolletta del gas a gennaio dovrebbe scendere del 35%. Bisogna attendere almeno fino al 20-25 gennaio per capire l’ammontare preciso del calo, ma di certo, a meno di eventi imprevisti e sconvolgenti, la bolletta sarà meno cara.