Prezzi del gas ancora giù, bolletta verso taglio del 30-35%. Ma Arera resta prudente

Stoccaggi alti e meteo in miglioramento in Europa hanno rimandato sotto i 60 euro per megawattora il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam. Il contratto Ttf con scadenza febbraio 2023, crollato da lunedì, ha ceduto oltre un punto percentuale oggi terminando la seduta a 57,55 euro/Mwh. La quotazione del gas ad Amsterdam risente del forte “aumento nell’utilizzo di fonti di energia fossile a maggiore impatto emissivo, come il carbone”, spiegava al Sole 24 Ore il presidente di Proxigas, Cristian Signoretto, ma anche del boom dell’eolico in particolare in Germania, Paesi del Nord Europa e nella penisola Iberica. “Quella relativa ai prezzi è una buona notizia per le famiglie e le imprese che vedranno le bollette ridursi”, aggiungeva Signoretto. Infatti anche nel mercato italiano il prezzo del gas sta calando: è sceso a 66,182 euro per megawattora. La media di gennaio è così di 68,802 euro/Mwh, il 40% in meno rispetto alla media di dicembre. Una percentuale che ai primi di febbraio, in base al nuovo meccanismo di calcolo, spingerà Arera – l’autorità per l’energia – a ridurre le tariffe del metano nel mercato tutelato di un 30-35%. Una sensibile riduzione, che arriva dopo due mesi di rialzi (novembre e dicembre) legati alla risalita dei prezzi con i primi freddi invernali.

La riduzione “però non deve toglierci il senso di urgenza avuto fino ad ora. A questi prezzi l’Europa paga comunque l’energia un multiplo degli Stati Uniti e della Cina e l’energia è essenziale per sostenere sviluppo industriale, economico e sociale“, puntualizzava il presidente di Proxigas, l’associazione nazionale industriali gas nata dall’aggregazione fra Anigas e Igas, che oggi ha tenuto la sua assemblea. “Vedo un rilassamento complessivo sull’abbassamento dei prezzi e mi preoccupa perché la situazione non è risolta“, ha sottolineato Aurelio Regina, presidente del gruppo tecnico Energia di Confindustria, intervenendo all’evento di Proxigas: “Se nel 2023 dovesse venire a mancare il sostegno pubblico in termini di incentivi per la riduzione dei costi dei consumi noi ci troveremmo esattamente nella situazione del 2022“. “Siamo ancora nel problema, siamo certo in una fase migliore ma elementi di criticità all’orizzonte non mancano. Bisogna tenere una sana e prudente attenzione“, ha ribadito Stefano Besseghini, presidente Arera, perché “abbiamo minimizzato i problemi, ma non li abbiamo risolti e alcuni si presenteranno nelle prossime settimane”.

Rispetto ai timori di settembre però la situazione è migliorata. “Se continua così e se siamo fortunati dovremmo riuscire ad avere a marzo ancora disponibilità di stoccaggi di gas al 60-65%. Poi dovremo incominciare a riempirli e non avremo più il gas russo”, ha ricordato l’ad di Eni, Claudio Descalzi, davanti ai rappresentanti di Proxigas. “Il gas continua a crescere e se noi non siamo veloci questo gas avrà una richiesta sempre superiore e non avendolo lo pagheremo sempre di più. L’obiettivo di tornare a prezzi di 4-5 anni fa mi sembra difficilissimo, in quest’ottica“. La quotazione del gas ad Amsterdam o in Italia è in effetti ancora del 250% rispetto a gennaio 2021. “Difficilmente arriveremo a fine di quest’anno ai prezzi alti di sei mesi fa, i prezzi però resteranno alt. Credo però che in 2-3 anni, quando metteremo a punto tutte le infrastrutture ritorneremo a prezzi ragionevoli“, ha concluso l’ad di Edison, Nicola Monti.

Bonus ‘caro bollette’ ai collaboratori sportivi

Erogazione del bonus ‘caro bollette’ ai collaboratori sportivi. Sport e Salute S.p.A. ha ricevuto da parte dell’INPS i dati necessari per definire la platea dei beneficiari del bonus una tantum di 200 euro, istituito dall’art.32, comma 12, secondo periodo, del D.L. n.50/2022.

La società ha inoltre fornito le indicazioni che occorre seguire per accedere alla piattaforma dove, ove necessario, è possibile modificare l’Iban comunicato in sede di domanda per le indennità Covid-19.

Qualora non venga effettuata la comunicazione di nuovi riferimenti bancari – evidenzia Paolo Longoni, consigliere d’amministrazione della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili – anche il pagamento verrà effettuato presso quelli precedentemente comunicati”.
L’art.19 del Dl Aiuti-ter ha previsto il riconoscimento di una somma di 150 euro, a titolo d’indennità una tantum, ai pensionati con reddito fino a 20 mila euro, nonché a percettori di prestazioni assistenziali, titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, dottorandi e assegnisti di ricerca, collaboratori sportivi, lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti, lavoratori domestici, lavoratori agricoli, lavoratori autonomi privi di partita IVA e nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza.
“Il comma 12 del citato articolo 19 – prosegue Longoni – prevede la suddetta indennità per i collaboratori sportivi che siano stati beneficiari di una delle indennità connesse all’emergenza Covid-19”.

L’erogazione del Bonus di 150 euro avverrà in un secondo momento, in seguito – come ha comunicato la Società, ad ulteriori procedure in corso di svolgimento da parte dell’INPS.

Pichetto: “Price cap ‘bazooka’ contro la speculazione. Sul nucleare la partita non è chiusa”

Il clima mite dell’inverno 2022-2023 unito al risparmio dei consumi di gas, potrebbero lasciare in eredità un ‘tesoretto’ di gas negli impianti di stoccaggio italiani. Al di là dei risvolti ambientali e climatici che hanno portato a temperature nettamente superiori alla media, sarebbe davvero una bella notizia per il governo, ma soprattutto per le casse dello Stato. E musica per le orecchie del ministro Gilberto Pichetto Fratin, al lavoro proprio per “mettere in sicurezza”, come afferma: Abbiamo un po’ di stoccaggi, probabilmente li manterremo e quindi partiamo da un livello un po’ più alto” rispetto all’anno scorso. Il responsabile del Mase, pur ricordando che “nessuno di noi ha la sfera di cristallo”, potrebbe anche riuscire nell’impresa di risparmiare miliardi utili da reinvestire in altri progetti, grazie al combinato disposto del “bazooka” price cap Ue sul prezzo del gas con la riduzione degli sprechi che gli italiani stanno mettendo seriamente in pratica. I numeri li fornisce direttamente Pichetto: “Circa 5 miliardi di metri cubi in meno consumati”.
Inoltre, un altro elemento che lascia ben sperare il governo, è chesono state già differenziate le fonti di approvvigionamento, grazie agli accordi con l’Algeria, ma anche al Tap, “che ci porta 10 miliardi di metri cubi di gas”. Per il ministro, dunque, “sui quantitativi, in qualche modo, dovremmo farcela”. Mentre sul prezzo ora c’è “un ‘tappo’ all’eventuale esplosione”, soprattutto nel caso “gli speculatori facciano oscillare eccessivamente i mercati internazionali”. La somma di questi fattori fa dire al responsabile del dicastero di via Cristoforo Colombo che “nel breve periodo l’Italia sta diventando centrale rispetto all’Europa”. Un bel passo in avanti rispetto all’anno scorso, quando a dare le carte era sempre la Germania, mentre ora “avendo collegamenti con l’Azerbaijan, l’Algeria e anche la Libia, e ovviamente con i rigassificatori, noi ci poniamo nella condizione di essere i soggetti che ricevono il gas e lo distribuiscono” sul Vecchio continente.
Analizzato il presente, resta comunque da programmare il futuro. Che prevede la riduzione delle emissioni di Co2, così come l’incremento delle fonti rinnovabili, ma serve tecnologia in grado di lasciare anche alle generazioni future un’eredità che le possa far stare più tranquille. Per il governo potrebbe essere il ritorno al nucleare. Infatti, Pichetto dice che la partita non è chiusa: “Sono convinto che vada affrontata in modo serio”, perché “la valutazione va fatta con un’ampia discussione, poi vanno fatte le scelta. E credo che la scelta debba essere il nucleare”, ma “sapendo che ce l’avremmo tra 15-20 anni e la fusione tra 40-50 anni”.

Il prezzo del gas crolla ancora, ma la bolletta cresce del 23,2%

Per i 7,3 milioni di clienti ancora nel mercato tutelato il consumo di gas di dicembre costa il 23,2% in più. Lo ha deciso l’Arera, l’autorità per l’energia, che ha aggiornato il costo delle bollette. L’aumento delle tariffe era inevitabile, considerando che il prezzo industriale medio del gas in Italia è stato di 116,171 euro per megawattora a dicembre contro i 91 di novembre.

Il balzo registrato nell’ultimo mese dell’anno è stato del 27,6%, mentre l’Arera è riuscita a ‘contenere’ il rincaro a +23,2%. Una stangata che si aggiunge al +13,7% di novembre. Va detto che se l’Authority avesse utilizzato il vecchio metodo di aggiornamento della tutela gas (trimestrale ex-ante, come quello usato ancora per l’energia elettrica, anziché mensile ex-post, calcolando cioè la media prezzo dopo la fine del mese di riferimento) durante tutto l’ultimo trimestre del 2022 si sarebbe applicata una componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (Cmem) di oltre 240 euro/MWh, anziché i 116,6 euro per megawattora di dicembre.

Il metodo adottato dall’Autorità ha consentito, invece, di applicare una Cmem di 78 euro/MWh in ottobre e di 91,2 euro/MWh in novembre. Una consolazione che tuttavia non cancella un anno terribile per la bolletta del gas. La stessa Authority ha calcolato infatti che malgrado qualche risparmio a inizio autunno, in termini di effetti finali, la spesa per la famiglia tipo nel periodo gennaio-dicembre 2022 è di circa 1.866 euro, +64,8% rispetto al 2021.

Sembra un controsenso ma, mentre arriva questo +23,2% da pagare per molte famiglie e piccolissime attività imprenditoriali, il prezzo industriale del gas ad Amsterdam continua a crollare. Poco dopo le 18 di ieri il contratto Ttf con scadenza febbraio ha perso l’8% quotando 70,8 euro per megawattora. Di gas ce n’è, gli stoccaggi – come ha fatto sapere Snam – sono ancora pieni in Italia all’82% e in Europa all’83%. A fine inverno le scorte non saranno azzerate, per cui l’attività di riempimento in vista del prossimo inverno 2023-2024 non sarà proibitiva o ultra-costosa come è invece accaduto la scorsa estate, con gli Stati che per accaparrarsi gas sono arrivati a far salire il Ttf a 349 euro/Mwh a fine agosto.

Il prezzo ad Amsterdam crolla inoltre per il clima mite che spinge a usare maggiormente le rinnovabili in Europa per la produzione di energia elettrica, senza contare che il piano riduzione consumi varato dalla Ue, e messo in pratica soprattutto dalle aziende come legittima difesa nei confronti delle bollette stellari, ha visto precipitare del 20% i consumi di metano da agosto a novembre rispetto alla media 2016-2021.

I prezzi sono in caduta ad Amsterdam ma anche alla Borsa italiana. La minuscola media di gennaio, che rispecchia anche l’andamento dell’ultima settimana di dicembre 2022, evidenzia un prezzo di 72,3 euro/MWh. Se dovesse mantenersi questa quotazione fino a fine mese, allora la bolletta del gas a gennaio dovrebbe scendere del 35%. Bisogna attendere almeno fino al 20-25 gennaio per capire l’ammontare preciso del calo, ma di certo, a meno di eventi imprevisti e sconvolgenti, la bolletta sarà meno cara.

Caro-bollette, Antitrust contesta 7 società: “Aumenti ingiustificati per 2,6 milioni di famiglie”

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato sette procedimenti istruttori e deciso di adottare altrettanti provvedimenti cautelari nei confronti delle principali società fornitrici di energia elettrica e di gas sul mercato libero, che rappresentano circa l’80% del mercato. Secondo l’Authority, infatti, solo “metà degli operatori interessati ha rispettato la legge evitando di modificare le condizioni economiche – dopo il 10 agosto 2022 – ovvero revocando gli aumenti illecitamente applicati”. In altri termini, non tutti gli operatori si sono attenuti all’articolo 3 del Decreto Aiuti Bis – approvato il 9 agosto e convertito in legge il 21 settembre, che recita testualmente: “Fino al 30 aprile 2023 è sospesa l’efficacia di ogni eventuale clausola contrattuale che consente all’impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di modificare unilateralmente le condizioni generali di contratto relative alla definizione del prezzo ancorché sia contrattualmente riconosciuto il diritto di recesso alla controparte. Fino alla medesima data (…) sono inefficaci i preavvisi comunicati per le suddette finalità prima della data di entrata in vigore del presente decreto, salvo che le modifiche contrattuali si siano già perfezionate”.

L’Antitrust contesta a Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie la mancata sospensione delle comunicazioni di proposta di modifica unilaterale delle condizioni economiche, inviate appunto prima del 10 agosto e, in seguito, “le proposte di aggiornamento o di rinnovo dei prezzi di fornitura, di carattere peggiorativo, giustificate sulla base della asserita scadenza delle offerte a prezzo fisso”. Ad Acea viene anche contestata “l’asserita efficacia delle comunicazioni di modifica unilaterale del prezzo di fornitura perché inviate prima dell’entrata in vigore del Decreto Aiuti bis (10 agosto 2022) e non ‘perfezionate’ prima della stessa data”.
Questi ultimi interventi vanno ad aggiungersi ai quattro procedimenti istruttori e agli altrettanti provvedimenti cautelari adottati nei confronti delle società Iren, Dolomiti, E.On e Iberdrola e fanno seguito a un’ampia attività preistruttoria svolta nei confronti di 25 imprese. In base a questa mole di dati, all’Auhority “risulta che i consumatori, i condomini e le microimprese interessati dalle comunicazioni di variazione delle condizioni economiche sono 7.546.963, di cui circa 2.667.127 avrebbero già subito un ingiustificato aumento di prezzo”.

“Ogni giorno – commenta il presidente di Consumerismo No Profit, Luigi Gabriele – ancora oggi, decine di consumatori scaricano la modulistica sul nostro sito per diffidare i gestori dall’applicare qualsiasi aumento delle tariffe di fornitura per luce e gas, a indicare come il fenomeno sia ancora molto esteso”. Incalza il Codacons, che invoca l’intervento della magistratura: “Dopo i provvedimenti adottati oggi dall’Antitrust, abbiamo deciso di presentare un nuovo esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, affinché si indaghi a tutto campo sul comportamento delle società del mercato libero, accertando se le pratiche adottate possano configurare eventuali fattispecie penalmente rilevanti, dalla truffa all’appropriazione indebita, fino all’interruzione di pubblico servizio”.
Dal comunicato dell’Antitrust si legge infine che Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie adesso “dovranno sospendere l’applicazione delle nuove condizioni economiche, mantenendo o ripristinando i prezzi praticati prima del 10 agosto 2022 e, inoltre, dovranno comunicare all’Autorità le misure che adotteranno al riguardo”.
Le imprese hanno sette giorni per difendersi e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato potrà confermare o meno i provvedimenti cautelari. Hera, Edison ed Enel hanno già comunicato le proprie posizioni in merito e che si riservano di tutelare le proprie ragioni nelle sedi competenti. Il Gruppo Hera “ritiene di avere sempre operato in modo conforme alle norme vigenti e nel pieno rispetto degli impegni contrattuali con i propri clienti”, Edison ribadisce di essersi limitata “ai rinnovi delle condizioni economiche alla naturale scadenza contrattuale” ed Enel precisa “di non avere modificato alla propria clientela le condizioni economiche durante il periodo di validità dei contratti”.

 

 

Lega a Ue: Contro caro-energia sbloccare uso camini nel Nord Italia

Usare i camini per riscaldare le case, quale risposta al caro-bollette. Può sembrare la soluzione più semplice per chi dispone di vani per ardere legna, e probabilmente c’è chi già ci sta pensando. Peccato che gli italiani non potrebbero, e la Lega ora chiede alla Commissione europea di tornare a fare uso dello strumento di riscaldamento più tradizionale di sempre. Va chiarito che l’Europa non vieta di accendere il camino, ma l’Italia ha violato la direttiva sulla qualità dell’aria, in modo sistematico, ed è attualmente in stato di procedura d’infrazione. Bruxelles ha aperto il dossier sugli sforamenti nel 2014, e nel 2020 la Corte di giustizia ha constatato il superamento dei limiti di particolato (Pm10) intimando all’Italia di mettersi in regola. Si rischiano multe salate, che ricadono sui cittadini.

Gli europarlamenti della Lega, con interrogazione scritta, chiedono di “esentare, temporaneamente, e in via eccezionale, almeno per l’autunno e l’inverno 2022-2023”, Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna dal rispetto della direttiva del 2008 sulla qualità dell’aria, in considerazione del fatto che “l’Italia, e in particolare le regioni intorno alla pianura Padana, si trovano in eccezionali condizioni energetiche”. I sette promotori dell’iniziativa (Isabella Tovaglieri, Silvia Sardone, Alessandro Panza, Stefania Zambelli, Marco Campomenosi, Angelo Ciocca e Danilo Oscar Lancini) sottolineano che l’aumento dei costi dell’energia conseguenti all’invasione dell’Ucraina e le contingenze geopolitiche e di mercato “stanno mettendo a dura prova le famiglie europee, che dovranno affrontare un inverno rigido con prezzi dell’energia in grande aumento”. Di fronte a una tale situazione, “una delle soluzioni che molti cittadini intendono perseguire è quella di ricorrere a sistemi di riscaldamento tradizionali, quali i camini a legna”.

All’interrogazione depositata il 19 ottobre risponde Virginius Sinkevicius, il commissario per l’Ambiente. Questi ricorda che la strategia RepowerEu per l’indipendenza energetica, affronta le situazioni in cui gli Stati membri “possono prendere in considerazione un temporaneo allentamento delle norme nazionali sulle emissioni inquinanti” nell’ambito di specifici atti legislativi che disciplinano l’inquinamento alla fonte, nell’ambito dei piani di sostituzione del combustibile, “entro i limiti delle deroghe consentite dal diritto dell’Ue” . Teoricamente, dunque, si potrebbero anche accendere i camini. Il problema è la situazione dell’Italia, in piena procedura d’infrazione e con irregolarità certificate. La Commissione consente deroghe, ma l’Italia da sempre anche più che in deroga. Inoltre, continua Sinkevicius, la Commissione intende “ limitare l’impatto negativo di queste misure” di allentamento dei vin oli sulla salute e sull’ambiente, e in particolare sui suoi obiettivi generali di decarbonizzazione e disinquinamento.
Il motivo è nei numeri. L’inquinamento atmosferico causa “circa 300 mila morti premature all’anno”, oltre a “ un numero significativo ” di malattie non trasmissibili, come l’asma, i problemi cardiovascolari e il cancro ai polmoni. E’, scandisce Sinkevicius, “è la più grande minaccia ambientale per la salute ”. La situazione dei camini è dunque più intricata di quanto si possa pensare. L’Italia dovrà continuare a negoziare con la Commissione, e la parte ‘verde’ del governo Meloni dovrà farlo ancora di più se vorrà salvare la sua regione storica, la Padania.

Manovra, giù Iva gas e voucher Meloni: “Parola mantenuta”

Il governo “mantiene la parola data”. Giorgia Meloni rivendica attraverso i social le scelte politiche fatte sulla manovra di bilancio che dovrebbe approdare alla Camera dalla prossima settimana. “Subito risposte per mettere in sicurezza famiglie e imprese contro il caro bollette“, scrive la presidente del Consiglio. La manovra consta di centotrentasei articoli, nove in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti, tre su agricoltura e sovranità alimentare, sei in materia di sisma. Quindici capitoli e 70 pagine, datate 23 novembre.

Sul caro energia, per le imprese che hanno subìto aumenti dei costi oltre il 30%, il credito d’imposta passa al 45 per cento delle spese nel primo trimestre 2023. Alle imprese dotate di contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 4,5 kW, diverse dalle imprese a forte consumo di energia elettrica, è riconosciuto, a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto della componente energia, un credito d’imposta del 35 per cento della spesa nel primo trimestre dell’anno 2023. Per le famiglie è stata ampliata la platea dei beneficiari per calmierare le bollette: per il 2023, sono ammessi alle agevolazioni per la fornitura di energia elettrica riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati, e alla compensazione per la fornitura di gas naturale nuclei familiari con un Isee pari a 15mila euro. L’iva sul gas metano usato per combustione, per usi civili e industriali, scende al 5%.

Spuntano diversi fondi. Quello per la Sovranità alimentare, 100 milioni in tutto dal 2023 al 2026, 25 per ogni anno, che serviranno a rafforzare il sistema agricolo e agroalimentare nazionale, valorizzare il cibo italiano di qualità, ridurre i costi di produzione per le imprese agricole, sostenere le filiere, gestire le crisi di mercato, garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari.
Quello per la ‘digitalizzazione’ dell’agricoltura per, si spiega, favorire lo sviluppo di progetti di innovazione finalizzati all’incremento della produttività anche per pesca e acquacoltura, attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili per la gestione digitale dell’impresa, per l’utilizzo di macchine, soluzioni robotiche, sensoristica, piattaforme e infrastrutture 4.0, per il risparmio dell’acqua e la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche. Si tratta di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025, in un fondo istituito presso il ministero dell’Agricoltura.

Presso il Mef, ci sarà un fondo, con una dotazione di 500 milioni di euro per il 2023, destinato all’acquisito di beni alimentari di prima necessità dei soggetti con un Isee non superiore a 15mila euro, da fruire mediante l’utilizzo di un apposito sistema abilitante. Sostituisce l’idea iniziale di azzerare l’Iva su pane e latte.
Per promuovere l’ecoturismo e il turismo sostenibile, sono previste risorse ad hoc, che mirano a minimizzare gli impatti economici, ambientali e sociali generando contemporaneamente reddito, occupazione e conservazione degli ecosistemi locali, nello stato di previsione del Ministero del turismo. La dotazione è pari a 5 milioni di euro per l’anno 2023 e 10 milioni per il 2024 e il 2025.

Gas meno caro: cala del 12,9% il prezzo delle bollette nel mercato tutelato

Dopo mesi di passione c’è un primo calo delle bollette del gas. Almeno nel mercato tutelato. L’Arera, l’autorità per l’energia, ha deciso che i consumi di metano di ottobre costeranno il 12,9% in meno rispetto alle tariffe del terzo trimestre 2022. Tecnicamente, si legge nel comunicato diffuso da Arera, “in base al nuovo metodo di calcolo introdotto a luglio da Arera, la componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (CMEMm), applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead) e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento. Per il mese di ottobre il prezzo della materia prima gas (CMEMm), per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è quindi fissato in 78,05 €/MWh, pari alla media dei prezzi rilevati quotidianamente durante tutto il mese appena trascorso”.

D’altronde il prezzo del gas è calato drasticamente negli ultimi mesi, soprattutto ad ottobre. Basti pensare che lo scorso mese la media del prezzo scambiato in Italia, con consegna giornaliera, ha avuto una media di 80,7 euro/MWh, contro un 232,658 medio di agosto e 187,17 di settembre. E il prezzo che esce dalla borsa del Gme è diventato, dopo appunto la riforma della bolletta decisa dall’Arera a metà estate, il nuovo punto di riferimento per stabilire le tariffe del mercato tutelato, ovvero di pochi milioni di famiglie e piccole imprese, che fanno comunque tendenza anche nel mercato libero. Basta Ttf olandese, anche se pure l’indice dei Paesi Bassi si è più che dimezzato negli ultimi due mesi. E basta tariffe trimestrali.

Per tutelare operatori che rischiavano di finire gambe all’aria, l’Arera – l’authority per l’energia – aveva stabilito che le bollette del gas sarebbero state mensili, il cui costo sarebbe stato fissato ex ante ovvero all’inizio del mese successivo. Per questo oggi l’ente presieduto da Stefano Besseghini ha stabilito i costi di ottobre. Magari per il cliente cambierà poco, dipende dal mercato, però gli operatori potranno adeguare subito le bollette in caso di oscillazioni tali da costringerli ad alzare bandiera bianca: ad esempio, se compravano a 300, con le tariffe trimestrali sarebbero stati costretti magari a inviare il bollettino a 100, mentre con calcoli mensili i famosi 300 possono subito essere trasferiti al cliente. Ora, specifica Arera, “per chi avesse ricevuto, nelle scorse settimane, una bolletta con il valore in acconto della componente CMEMm, il ricalcolo sarà effettuato nella prima bolletta utile con il valore effettivo (più basso) pubblicato oggi. Lo stesso valore CMEMm dovrà essere usato dai venditori per fatturare, a titolo di acconto, i consumi del mese di novembre nelle bollette inframensili”.

C’è speranza per le bollette: prezzo del gas torna ai livelli di fine giugno

L’intensificarsi del conflitto in Ucraina rovina la discesa del prezzo del gas al mercato di Amsterdam. Lunedì mattina il Ttf, il principale indicatore della quotazione del metano in Europa, aveva iniziato le contrattazioni confermando il calo delle ultime settimane scendendo sotto i 150 euro/MWh, un valore che non si vedeva da fine giugno. A influire sul calo del valore del gas, come sottolinea Ole Hansen su Twitter (commoditiy strategist di Saxo Bank), ci sono i “forti arrivi di Gnl, il clima autunnale mite e la distruzione della domanda. La capacità di shock della Russia si è notevolmente ridotta con flussi in calo del 78% su base annua”. In effetti le importazioni di carichi di Gnl in Europa nord-occidentale hanno raggiunto il livello più alto in questo periodo dell’anno dal 2016, secondo Bloomberg. Inoltre le temperature non dovrebbero essere fresche, nella maggior parte dell’Europa, nelle prossime due settimane, suggeriscono i modelli citati da Oilprice.com, il che allevierebbe la pressione rialzista sulla domanda di gas per riscaldamento ed elettricità. A proposito di elettricità, la leggera ripresa della produzione nucleare in Francia sta aiutando la fornitura ai Paesi vicini, frenando così una parte della domanda di gas per la corrente.

I livelli di ieri mattina sono stati quelli, appunto, di tre mesi fa, quando l’Arera – l’authority per l’energia – stabilì lultimo rialzo delle bollette del gas. La stessa Arera, a fine settembre, ipotizzava un +70% per il metano a novembre. Però se il prezzo rimanesse a questi livelli o inferiori potrebbero esserci speranze di aumenti inferiori. La struttura della bolletta del gas è cambiata: sarà mensile e le tariffe verranno stabilite ex post, nel senso che il prezzo del consumo di ottobre sarà deciso a novembre calcolato sulla base della media aritmetica delle quotazioni di ogni singolo giorno sul mercato di riferimento, che sia il Ttf o il Psv. Già, ultima questione benché non secondaria. Le nostre bollette non si baseranno più sul Ttf, ma sull’italiano Psv, che generalmente quota un 20 euro in meno rispetto al titolo olandese.

La speranza di una frenata del caro-bollette sbatte però con la guerra in Ucraina. I lavoratori russi si bloccano e Kiev comunica che dovrà rallentare se non bloccare l’export di energia elettrica. Questo annuncio ha fatto così sobbalzare il prezzo del Ttf, che poi però è tornato a scendere chiudendo a 159 euro/MWh, in rialzo di “soli” due punti percentuali nei confronti di venerdì. Dall’Ucraina passa anche il gasdotto che porta metano fino all’Italia, a quantità ridotte ma fondamentali per garantire l’equilibrio raggiunto – a colpi di acquisti a prezzi elevatissimi sul mercato spot olandese – riempendo gli stoccaggi in vista dell’inverno.

L’apertura della Germania a un fondo europeo, sul modello pandemico del Sure, apre tuttavia la strada a bollette meno pesanti in futuro. Da capire il valore dell’eurobond che sarebbe emesso per finanziare prestiti agli Stati. La trattativa fra governi pare appena cominciata.

Il caro energia minaccia la stagione dello sci. Ghezzi: “Se chiudiamo la montagna muore”

Stagione sciistica a rischio tra aumenti, per via degli alti costi dell’energia, e chiusure settimanali. Gli operatori del settore sono in allarme a fronte di bollette che sembrano triplicare rispetto al 2021 in una stagione 2022-2023 che sarebbe dovuta essere essere quella della rinascita e del boom dopo i due inverni difficili caratterizzati dalla pandemia da Covid. “Se chiudiamo noi muore tutta la montagna e non vogliamo prenderci questa responsabilità, si tratta di posti di lavoro. Ma qualcuno dovrà pagare le nostre bollette perché non ce la si fa”, ammette a GEA Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef). I dati parlano di costi di bollette triplicate, in base poi ai diversi contratti siglati negli anni con le aziende di energia: chi a stagione pagava 1 milione di euro ora ne pagherà 3, chi ne pagava 400mila ora sfiora 1-1,2 milioni. A poche settimane dall’avvio della stagione invernale, già si annunciano aumenti delle tariffe delle strutture ricettive e della ristorazione, con un incremento fino al 10% del costo dello skipass e costi per l’innevamento programmato con i cannoni. Ma c’è anche chi valuta se, con un ulteriore aumento dei costi dell’energia, non sia opportuno alzare bandiera bianca, e saltare la stagione. “È una provocazione, ovviamente, ma se nella sola stagione estiva a fronte di 500mila euro di guadagni 300mila euro sono spesi in bollette, è ovvio che i conti esplodono”, spiega Nicola Bosticco, amministratore delegato della Colomion, società che gestisce i 20 impianti di risalita a Bardonecchia, rinomata località sciistica nel Torinese. Quello che manca, secondo Bosticco, è un ragionamento di settore che preveda, ad esempio, dei prezzi calmierati sull’energia per 5 mesi. “La nostra stagione dura 5 mesi, è vero, ma in quei 5 mesi facciamo il 70 percento delle nostre bollette”, precisa Ghezzi. Per questo, come Anef, si è chiesto che gli impianti di risalita vengano inseriti nel pacchetto di misure per le aziende energivore. “Siamo in un momento di impasse, senza interlocutori al governo – aggiunge – ma continueremo a chiedere. Perché se chiudiamo noi si ferma tutto: dal maestro di sci al servizio noleggi, dalle baite fino agli alberghi e ristorante. E la montagna muore“.

Per ora, l’imperativo, come in tutta Italia, è cercare di contenere i costi. A Bardonecchia si cercherà di ridurre la velocità o, alla peggio, di chiudere gli impianti in settimana favorendo il week end e i giorni festivi tra dicembre e gennaio. Senza considerare un quasi certo ritocco verso l’alto dei prezzi degli skipass previsto per novembre, quindi prima della stagione vera e propria: è la soluzione a cui sta guardando Giovanni Brasso, presidente della Sestriere spa. Per il comprensorio delle valli olimpiche, dunque, si prevede un aumento del giornaliero di almeno il 7 percento, portando il costo da 41 euro a 42-44 euro. “Con un ritocco dei prezzi, con una doverosa operazione di risparmio energetico sugli impianti, e sacrificando gli utili dovremmo resistere, se la situazione non peggiora”, cerca di essere ottimista Brasso, anche se, è evidente, “c’è molta preoccupazione”. Di certo, a fronte di una maggiorazione dei prezzi, “toccheremo i nostri utili, perché siamo imprenditori, e siamo chiamati anche reggere nei momenti più bui”. E poi, se le famiglie sono chiamate a risparmiare è giusto che lo si debba fare tutti. “Questo – continua Brasso – non vuol dire sacrificare la stagione ma fare uno sforzo, ad esempio, nelle giornate di tempo brutto rallentando gli impianti o fermando 2 o 3 nei giorni feriali”.

Sull’altro versante delle Alpi, ad esempio, per sciare sulle piste del Dolomiti Superski tra Natale ed il 7 gennaio, il giornaliero per un adulto costerà 74 euro (lo scorso anno era 67 euro). A Pila in Val d’Aosta hanno optato per la tariffa unica dall’apertura alla chiusura con il costo del giornaliero a 50 euro. A Cervinia nel periodo di Natale un giornaliero internazionale (collegamento con Zermatt) costerà 81,50 euro.