Germania, Italia, Spagna: avanzano le aziende cinesi nell’eolico europeo

I produttori di turbine eoliche hanno fornito una quantità record di volume nel 2023, secondo il rapporto annuale Supply Side Data del Global Wind Energy Council: 30 produttori nel mondo hanno installato un record di 120,7 GW di nuova capacità l’anno scorso, nonostante un contesto macroeconomico difficile e le continue sfide della catena di fornitura. I fornitori cinesi hanno installato 81,6 GW nel 2023, con conseguente occupazione da parte delle aziende cinesi di quattro dei primi cinque posti nella classifica dei fornitori di quest’anno.

Goldwind è emerso come fornitore principale nel 2023, con Envision che è salita di tre posizioni al secondo posto e la danese Vestas al terzo posto. Windey e MingYang occupano rispettivamente il quarto e il quinto posto, con quest’ultimo che è riconosciuto come il più grande fornitore di turbine eoliche offshore al mondo nel 2023. Vestas, Siemens Gamesa, Nordex Group, GE Vernova ed Enercon, rimangono i primi cinque fornitori di turbine in Europa nel 2023. A livello globale, Vestas è scesa però di due posizioni dal 2022 al 3° posto, sebbene con turbine eoliche installate in 36 paesi l’operatore danese rimanga il più diversificato geograficamente.

Il 97 percento delle installazioni delle aziende cinesi nel 2023 in effetti è avvenuto nel loro mercato interno, la Cina, lo stesso livello dell’anno precedente. Le aziende cinesi hanno installato infatti solo 2,3 GW al di fuori del loro mercato interno l’anno scorso, di cui il 63% nella regione asiatica. Riguardano l’Europa ordini per 1,2 gigawatt (GW) nel 2023, come mostrano i dati di WindEurope. E nei primi mesi di quest’anno gli ordini europei di turbine prodotte in Cina hanno raggiunto i 546 megawatt (MW). Qualcosa sta dunque cambiando.

A inizio luglio Luxcara, fondo di private equity tedesco, ha firmato un accordo preferenziale di fornitura turbine con MingYang Smart Energy per il progetto eolico offshore Waterkant nel Mare del Nord tedesco. L’accordo di prenotazione è stato siglato – fa sapere il fondo – dopo una gara d’appalto internazionale e un’ampia due diligence e copre la fornitura di 16 delle turbine eoliche offshore più potenti al mondo con una capacità fino a 18,5 MW ciascuna per l’installazione nel 2028. E Luxcara si è aggiudicata ieri, lunedì 12 agosto, 1,5 Gw in una gara d’appalto in Germania. Nella partita potrebbe dunque entrare anche MingYang, lo stesso operatore che ha firmato la scorsa settimana col Ministero delle imprese e del Made in Italy un memorandum da 500 milioni insieme a Renexia, società italiana attiva nel settore delle rinnovabili del gruppo Toto, con l’obiettivo di creare in Italia una Newco per la costruzione delle turbine eoliche.

La Commissione europea vorrà probabilmente esaminare il memorandum nel contesto del Regolamento Ue sulle sovvenzioni estere. Gli investimenti nel settore manifatturiero rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento“, ha commentato a GEA Christoph Zipf, responsabile delle comunicazioni di Wind Europe, l’associazione che raggruppa le aziende del settore eolico europeo. “Nell’aprile di quest’anno la Commissione europea ha annunciato l’avvio di un’indagine sui fornitori cinesi di turbine eoliche in base al nuovo regolamento sulle sovvenzioni estere. Questo strumento è un modo per garantire una concorrenza leale e condizioni di parità tra gli attori del mercato. La Commissione europea può utilizzarlo quando ritiene che ci possa essere un elemento di sovvenzioni statali sleali“, ha sottolineato ancora Zipf a GEA.

Proprio per dribblare eventuali indagini, così come accaduto sulle auto elettriche e probabilmente sui pannelli solari, le aziende cinesi stanno dunque accelerando per produrre direttamente in Europa, come dimostra la firma della scorsa settimana in Italia. A parte i dazi, c’è anche una questione logistica: spedire apparecchiature gigantesche è una sfida costosa. Vensys, una divisione di Goldwind, ha in programma di produrre un modello di pala di turbina eolica da 86 metri presso un’ex fabbrica di Airbus recentemente acquistata a Ferreira, in Spagna, aveva dichiarato a Reuters a giugno E pure un altro produttore cinese di turbine eoliche, Sany, sta valutando l’apertura di un impianto nel Vecchio Continente.

In attesa di veder aprire i cantieri eolici cinesi in Italia e in Europa, “le turbine eoliche made in Pechino vengono offerte nella Ue a un prezzo inferiore del 30-50% rispetto alle turbine europee, con termini di pagamento differiti fino a 3 anni”, ricorda Wind Europe.

Inflazione stabile a giugno (0,8%). Ma preoccupano prospettive per l’industria

A giugno l’inflazione resta sostanzialmente stabile, con l’indice nazionale dei prezzi al consumo che, al lordo dei tabacchi, fa un piccolo scatto in avanti dello 0,1%, mentre su base mensile resta allo 0,8%, in tendenza con maggio. A certificarlo sono i dati dell’Istat, ponendo sul piatto alcuni dettagli su andamenti contrapposti. Rallentano, infatti, i prezzi dei beni alimentari non lavorati, che passano da +2,2% a +0,4%. Si attenua ancora la flessione dei prezzi degli energetici non regolamentati, che fanno uno switch da -13,5% a -10,3 percento. Di contro, accelerano i beni alimentari lavorati, passando da +1,8 a +2,2 percento.

Anche l’inflazione di fondo resta stabile al +2% a giugno, al netto di energetici e alimentari freschi, passando da +2% a +1,9% al netto dei soli energetici. Entrando ancora nel dettaglio dell’analisi Istat, l’istituto rileva che i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +1,8% a +1,4%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,5% a +2,1%). “Il processo di rientro dei prezzi si stabilizza ma restano alcune tensioni sugli energetici“, avvisa Confesercenti, che invita a “mantenere un adeguato livello di guardia per evitare di essere colti alla sprovvista“.

Dall’Istituto nazionale di statistica arrivano anche altri report di cui tenere conto, quelli sull’industria. Ad aprile, infatti, la stima sul fatturato, al netto dei fattori stagionali, aumenta dello 0,8% sia in valore che in volume, anche se fa registrare una lieve flessione su quello estero (-0,6%). Mentre su base annua, c’è un calo del 2%, di cui l’1,7 sul mercato interno e il 2,5 su quello estero. Crescono, però, i volumi (+0,5%).

Non va meglio con l’indagine rapida sull’attività delle grandi imprese industriali del centro studi Confindustria. Perché a giugno di quest’anno registra una produzione stabile sui livelli del mese precedente per oltre la metà delle aziende (per 53,9% degli associati la produzione rimarrà invariata dal 48,8% della rilevazione di maggio), ma aumenta il rischio percepito di un peggioramento, con un 12,7 percento di imprese che prospettano una contrazione. In calo anche la percentuale di aziende che invece si aspettano un miglioramento: 33,4% (in precedenza era del 45).

Previsioni poco rassicuranti anche quelle della Banca d’Italia. I dati dell’Indagine sulle imprese industriali e dei servizi di Palazzo Koch rivelano che per il 2024 “le imprese prefigurano un lieve incremento del volume delle vendite (0,2% nel complesso; 1,0 nella manifattura e -0,6 nei servizi)“, con un aumento dei prezzi rallentato, tendenzialmente del 2,3 percento. Quello che preoccupa è invece l’espansione degli investimenti, che “proseguirebbe a un ritmo inferiore al 2023 (0,8%)”. Numeri che fanno il paio con quelli delle vendite 2023 che, nel complesso delle imprese dell’Industria in senso stretto (almeno 20 addetti), sono diminuite dell’1,4% a prezzi costanti, secondo il documento di Bankitalia. Campanelli d’allarme da non sottovalutare.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Italia al 25° posto in Ue per competitività, ma nella top 10 per sostenibilità

Un’Europa a più velocità, con l’Italia fra i Paesi più lenti del continente. Il nostro Paese, infatti, si piazza al 25º posto in Ue nella classifica “easy business” che mette in fila i Paesi dell’Unione in base alla competitività. Ecco cosa emerge dall’elaborazione del centro studi GEA – Green Economy Agency su dati Eurostat che mette a confronto i Paesi dell’Ue sulla base di 4 parametri: indicatori economici di base, attrattività, innovazione e sostenibilità. L’indagine è stata presentata questa mattina nel corso dell’evento #GEF24 – Green Economy Finance, organizzato dal gruppo editoriale Withub, insieme a Eunews, GEA – Green Economy Agency e Fondazione Art.49. Nell’infografica INTERATTIVA di GEA la situazione Paese per Paese.

Nuovi incentivi per la transizione energetica e digitale

Con l’art.38 del Dl n.19/2024 viene introdotto un incentivo fiscale legato alla transizione energetica e digitale dei processi produttivi, che ha l’obiettivo di sostenere gli investimenti nei periodi d’imposta 2024-2025 in beni materiali e immateriali nuovi, beni strumentali necessari per l’autoproduzione e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e spese di formazione per competenze nella transizione ecologica.

“Possono accedere al credito d’imposta imprese residenti nel territorio dello Stato, stabili organizzazioni nel territorio dello stato di soggetti non residenti, mentre – spiega Gianluca Buselli, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili – non sono ammissibili le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, o altre procedure concorsuali e le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi del D.lgs. n. 231/2001.

Le imprese devono rispettare le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e gli obblighi contributivi previdenziali e assistenziali”.

“Per ottenere il beneficio, le imprese dovranno presentare le certificazioni energetiche rilasciate da un valutatore indipendente, attestanti la riduzione dei consumi energetici – prosegue Buselli – e la descrizione del progetto di investimento con il relativo costo preventivato”.

Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione con modello F24, non è cedibile o trasferibile ed è cumulabile con altri aiuti di Stato, a condizione che il cumulo non superi l’intensità o l’importo di aiuto massimo consentito.

 

Transizione 4.0, sbloccate le compensazioni dei crediti

Il Mimit ha emanato il decreto direttoriale che riguarda la compensazione dei crediti d’imposta per gli investimenti del piano Transizione 4.0 richiesto dall’art. 6 del D.L. 39/2024.

Le imprese potranno trasmettere i modelli richiesti per ottenere le compensazioni relative ai crediti d’imposta per i beni strutturali nuovi 4.0 e per ricerca, sviluppo, innovazione tecnologica, design e innovazione estetica.

“La procedura per lo sblocco delle compensazioni sarà disponibile sul sito del GSE. Qui – spiega Gianluca Buselli, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili –le imprese potranno compilare i modelli necessari che dovranno includere informazioni sugli investimenti effettuati, la ripartizione negli anni del credito d’imposta e la modalità di fruizione a partire dal 30 marzo 2024”.

È prevista inoltre una comunicazione telematica di completamento degli investimenti, anche per gli investimenti realizzati dal 1° gennaio al 28 marzo 2024.

“Esclusivamente per gli investimenti in beni strumentali nuovi 4.0 relativi all’anno 2023 – prosegue Buselli – la compensabilità è subordinata alla comunicazione. Pertanto, a partire dal 29 aprile 2024 è possibile compensare anche il bonus spettante in relazione a detti investimenti”.

La procedura appare piuttosto articolata e complessa ma come dichiarato dal ministro Urso, si tratta di una misura di tutela delle entrate pubbliche.

Visione confermata anche dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio che ha evidenziato la necessità e l’importanza di rendere selettive le agevolazioni, limitando la spesa e implementando meccanismi di monitoraggio efficaci.

Calano export e fatturato imprese italiane: peggiora sentiment economico eurozona

Domani usciranno i dati del Pil italiano, tedesco ed europeo nel primo trimestre. Le stime indicano un +0,1% trimestrale per tutti, il che allontana la recessione ma conferma la stagnazione. Le aspettative del mercato vedono infatti una crescita annuale di appena lo 0,2% annuale nell’eurozona e un +0,4% anno su anno nel nostro Paese. Pesano le tensioni geopolitiche internazionali, il caro-petrolio e i tassi che restano al 4,5% sui massimi da una ventina d’anni.

Per quanto riguarda l’Italia, il Real Time Turnover (Rtt) Index del Centro Studi di Confindustria indica a marzo “una forte flessione del fatturato a prezzi costanti delle imprese, pari a -4,4% (che segue il -0,8% a febbraio)“. L’indice Rtt suggerisce, quindi, che il 1° trimestre del 2024 è risultato in flessione per il totale economia. Nei servizi si registra un calo mensile (-3,2%), dopo vari mesi di aumento. A marzo si è avuta una ulteriore forte flessione di Rtt nell’industria, -5,6%, dopo quella lieve di febbraio. Questa nuova flessione, insieme al calo delle scorte Istat, suggerisce una riduzione della produzione. Nelle costruzioni, viceversa, l’Rtt a marzo mostra un calo in attenuazione (-2,0%), dopo quelli molto marcati dei primi due mesi del 2024, tutti legati alla scadenza degli incentivi. L’indicatore del Centro studi di Confindustria registra un calo molto forte per il Nord-Ovest (-8,7% a marzo), meno ampio per il Nord-Est (-3,0%). La flessione è forte anche al Centro (-3,9%) e al Sud l’Rtt indica un calo comunque significativo (-1,6%). Grande calo, in particolare, per le piccole imprese (-6,5%) che quasi annulla il balzo di febbraio (+7,2%), sia per le medie imprese (-3,6%) che per quelle grandi (-13,3%).

Altro dato sconfortante, secondo l’Istat, è quello del commercio estero con i Paesi extra Ue: -4,5% mensile a marzo. In generale nel primo trimestre 2024, rispetto al precedente, l’export diminuisce dello 0,9%; la riduzione riguarda tutti i raggruppamenti, a eccezione di beni di consumo durevoli (+12,7%). Nello stesso periodo, l’import registra una flessione del 6,1%, cui contribuisce in misura rilevante la contrazione degli acquisti di energia (-17%). Il saldo commerciale con i paesi extra Ue27 è comunque positivo e pari a +5,603 miliardi (+4,161 nello stesso mese del 2023) e il deficit energetico (-4,012 miliardi) è inferiore rispetto a un anno prima (-6.282 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, seppur ampio, tuttavia si riduce da 10,444 miliardi di marzo 2023 a 9,615 miliardi di marzo 2024.

La condizione di debolezza è ovviamente diffusa in tutta l’eurozona e sembra destinata a rimanere, come conferma l’indicatore del sentiment economico della Commissione Europea, sceso a 95,6 ad aprile da 96,2 di marzo. La fiducia industriale (-1,6) è diminuita significativamente. Le scorte sono leggermente aumentate e la valutazione del portafoglio ordini è fortemente peggiorata, il che significa che il settore manifatturiero potrebbe registrare ancora alcuni mesi di attività moderata. Anche se l’acuirsi delle tensioni in Medio Oriente ha influito negativamente sulla valutazione, la situazione complessiva del settore manifatturiero resta piuttosto negativa. L’utilizzo della capacità (78,9%) è sceso al livello più basso dal 2020. La fiducia è scesa anche nel settore del commercio al dettaglio (-0,8), delle costruzioni (-0,4) e dei servizi (-0,4). Tuttavia, l’utilizzo della capacità nel settore dei servizi è aumentato al 90,2% dall’89,9% del primo trimestre, un valore nettamente superiore alla media a lungo termine (89%). Così, “mentre il primo trimestre ha probabilmente visto una crescita contenuta del Pil dopo due trimestri di contrazione del Pil, il secondo trimestre è iniziato su una base più debole”, sottolineano gli analisti di Ing.

Fondirigenti e Piemonte Innova presentano il Modello ‘Digitale e Competenze per la Transizione Energetica’

Le imprese, di qualunque dimensione e settore, sono chiamate a giocare un ruolo cruciale nella transizione verso un futuro energetico sostenibile: è questo il messaggio chiave che emerge dal progetto DC4ET ‘Digitale e Competenze per la Transizione Energetica’ l’iniziativa strategica di Fondirigenti che ha affrontato il tema della doppia transizione – digitale e sostenibile – dal punto di vista delle aziende e dei loro dirigenti.

Quello della transizione energetica è, infatti, un tema di grande attualità e di importanza strategica per le imprese, come dimostra la recente approvazione del decreto attuativo del Piano Transizione 5.0 relativo agli incentivi per gli investimenti in tecnologie digitali e verdi.

Per questo, Fondirigenti ha deciso di affidare uno specifico progetto di approfondimento a Fondazione Piemonte Innova che, in collaborazione con Federmanager Torino, Unione Industriali Torino, Environment Park e Fondazione Links, ha coinvolto 20 imprese piemontesi nella sperimentazione. I manager e dirigenti nell’arco di otto mesi hanno partecipato a focus group e tavoli di lavoro, per confrontarsi su criticità, aggiornarsi su elementi normativi, condividere buone pratiche, ragionare su strumenti concreti e tecnologie digitali utili alla transizione.

Il risultato è stato un vero e proprio percorso, fatto di indicazioni strategiche e strumenti concreti, per fare in modo che le imprese, in particolare le medio e piccole, possano integrare in azienda pratiche più sostenibili, imparando a gestire con maggior efficacia il rischio legato alle oscillazioni dei mercati; ma anche, introdurre tecnologie innovative che consentono importanti risparmi energetici, per monitorare meglio i consumi e ottimizzarli; o, ancora, per facilitare la partecipazione delle aziende alle Comunità Energetiche Rinnovabili o addirittura per costituirle.

Tuttavia, il modello non si limita a questo aspetto: delineando i passi necessari che le imprese devono intraprendere nel medio periodo per giungere al proprio posizionamento energetico ottimale, mette in luce il ruolo essenziale delle competenze e delle figure professionali coinvolte o richieste per compiere con successo ogni passo. Un elemento fondamentale per affrontare questa sfida in modo efficace è, infatti, il capitale umano e la creazione di una cultura aziendale improntata alla gestione energetica sostenibile.

I risultati del progetto DC4ET sono stati presentati in anteprima a Torino, giovedì 14 marzo alle ore 16.00, presso il Centro Congressi dell’Unione Industriali. Tutte le imprese interessate possono visionare il modello ‘Digitale e Competenze per la Transizione Energetica’ sul sito di Fondazione Piemonte Innova piemonteinnova.it/portfolio-articoli/dc4et

Il mondo economico e produttivo sta attraversando profonde trasformazioni in chiave digitale e sostenibile, che richiedono al management un deciso cambiamento nel modo di lavorare. Per questo con Fondirigenti abbiamo da tempo posto al centro della nostra azione la crescita delle competenze su questi temi – spiega il direttore generale Massimo Sabatini -. Con questa iniziativa intendiamo supportare le imprese e i dirigenti, in particolare nelle PMI, verso una maggiore consapevolezza sugli aspetti che caratterizzano la transizione energetica e ambientale, contribuendo ad individuare e, potenzialmente, a trasferire le skills necessarie ad affrontare questa sfida, tenendo conto delle crescenti difficoltà nel reperire sul mercato profili manageriali adeguati. Abbiamo presentato un vero e proprio modello di intervento, che, come sempre, viene messo a disposizione delle imprese su tutto il territorio nazionale”.

Sostenibilità sarà sempre di più sinonimo di competitività – ha dichiarato Laura Morgagni, CEO di Fondazione Piemonte Innova -. La transizione verso un futuro energetico sostenibile richiede un approccio olistico che vada oltre l’implementazione di tecnologie verdi. La creazione di una cultura aziendale improntata alla gestione sostenibile, supportata da una formazione continua e competenze specializzate, diventa fondamentale per affrontare le sfide e cogliere le opportunità future. Altrettanto cruciale sarà per le imprese saper attivare in modo creativo e flessibile competenze provenienti da diversi settori e collaborazioni con altre imprese. Saper conoscere e attivare i cosiddetti “ecosistemi di innovazione”, di cui Fondazione Piemonte Innova è un esempio, è una vera e propria “meta-competenza”, che potrà fare la differenza per le imprese tra il restare o uscire dal mercato, in un contesto in cui esse saranno scelte dai clienti anche in base agli impatti generati in termini di sostenibilità ambientale e di transizione energetica”.

Imprese, Pagliuca (Cnpr): 630 mln per competenze green con Piano 5.0

Acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0; spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde e acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili a esclusione delle biomasse. Sono i tre pilastri su cui si fonda il decreto legge del ministero delle Imprese e del Made in Italy che contiene le coordinate del Piano 5.0 del Governo Meloni. “Il Piano 5.0 è l’evoluzione del Piano transizione 4.0 che ha permesso alle imprese manufatturiere di usufruire di diverse agevolazioni. La revisione del Pnrr ha destinato 14 miliardi alle imprese – sottolinea Luigi Pagliuca, presidente della Cnpr2,8 miliardi per le imprese agricole per l’efficientamento energetico e circa 2 miliardi per le imprese che realizzeranno la connettività”. “I tre nuovi crediti d’imposta agevolano l’acquisto di beni strumentali materiali o immateriali 4.0 per 3,78 miliardi di euro, l’acquisto di beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili ad esclusione delle biomasse per 1,8 miliardi di euro – prosegue Pagliuca – e le spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde per 630 milioni di euro”.
Le attività che beneficeranno dell’agevolazione dovranno poi produrre dei risultati misurati in termini di efficienza energetica e di risparmio di energia. Gli investimenti in beni 4.0, dovranno conseguire un risparmio energetico pari ad almeno il 5%; le attività non legate a specifici processi target, dovranno conseguire un risparmio energetico pari ad almeno il 3%.

Via libera definitivo alla Manovra 2024. Meloni: “Al centro famiglie, lavoro e imprese”

Con il via libera della Camera (200 voti favorevoli, 112 no e 3 astenuti), la legge di Bilancio 2024 è stata definitivamente approvata dal Parlamento. Dall’energia al Ponte sullo Stretto, alla lotta all’inflazione, sono diversi i temi trattati dal testo da circa 24 miliardi di euro.

Soddisfatta la premier, Giorgia Meloni: “Ringrazio a nome mio e del governo i parlamentari di maggioranza di Senato e Camera per il sostegno e la compattezza dimostrati. Un segnale positivo per una Manovra importante, che mette al centro le famiglie, il lavoro e le imprese. In linea con i principi che guidano la nostra azione e con il programma che gli italiani hanno votato“, scrive su Facebook. Aggiungendo che “questa volta la Manovra viene approvata senza il voto di fiducia. Ringrazio per questo anche le opposizioni che, pur nel forte contrasto sui temi, hanno contribuito allo svolgimento del dibattito. E ora avanti con determinazione, coraggio e responsabilità”. Anche per Giancarlo Giorgettibene il sì alla manovra. Proseguiamo su un percorso di prudenza, responsabilità e fiducia. Avanti così“, commenta il ministro dell’Economia dopo il voto.

Ecco, di seguito, alcuni dei punti principali della manovra 2024.

BONUS ELETTRICO – Proroga del bonus sociale elettrico anche per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2024. La copertura di spesa è di 200 milioni, che saranno trasferiti alla Cassa per i servizi energetici e ambientali. CARO SPESA – Contro l’inflazione dei beni di prima necessità, il provvedimento prevede nuove risorse per la carta ‘Dedicata a te’ per chi ha un Isee pari o inferiore a 15mila euro. Il Fondo viene rifinanziato nel 2024 con 600 milioni di euro. Inoltre, “in considerazione del permanere di condizioni di disagio sociale ed economico”, il Fondo per la distribuzione di generi alimentari alle persone indigenti viene inoltre incrementato di 50 milioni di euro.

PONTE SULLO STRETTO – E’ di 11,6 miliardi di euro la dotazione per la realizzazione del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. La cifra è pluriennale e copre l’arco temporale tra il 2024 e il 2032. Di queste risorse 9,3 miliardi arriveranno dal bilancio pubblico, mentre 2,3 miliardi dal Fondo di sviluppo e coesione: 1,6 miliardi dagli stanziamenti previsti inizialmente per la Sicilia e la Calabria e 718 milioni dai ministeri.

ASSICURAZIONI CONTRO EVENTI CALAMITOSI – Le imprese sono tenute a stipulare, entro il 31 dicembre 2024, contratti assicurativi a copertura dei danni agli immobili direttamente cagionati da calamità naturali e catastrofi su territorio nazionale, come i terremoti, le alluvioni, le eruzioni vulcaniche, i fenomeni di bradisismo, le frane, le inondazioni e le esondazioni. L’eventuale scoperto o franchigia nei contratti per “l’adempimento dell’obbligo di assicurazione” non potrà essere superiore al 15% del danno. Il rifiuto o l’elusione dell’obbligo a contrarre l’assicurazione è punito con una multa da 200mila a un milione di euro, irrogate tramite Ivass.

VULNERABILITA’ SISMICA EDIFICI PUBBLICI – E’ istituito, presso il Mef, per poi essere trasferito al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, un Fondo per il finanziamento di un ‘Programma di mitigazione strutturale della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici’, con una dotazione con una dotazione totale di 285 milioni, di cui 45 per il 2024, poi 60 milioni per ciascuno degli anni 2025, 2026, 2027 e 2028.

RICOSTRUZIONI POST CALAMITA’ – L’articolo 72 è dedicato alle misure per garantire la prosecuzione delle attività amministrative delle strutture commissariali e degli uffici speciali per la ricostruzione. Tra queste ci sono la la proroga dei contratti stipulati dai comuni del cratere sismico del 2009, in deroga alla normativa vigente in materia di vincoli alle assunzioni a tempo determinato presso le Amministrazioni Pubbliche, l’autorizzazione di spesa è incrementata di 1,4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025. Inoltre, il termine di scadenza dello stato di emergenza per gli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 viene prorogato, per le regioni Lombardia ed Emilia-Romagna, al 31 dicembre 2024 ed è autorizzata la spesa di 12,2 milioni per il 2024 per le spese relative al funzionamento, all’assistenza tecnica, all’assistenza alla popolazione, al contributo di autonoma sistemazione e a interventi sostitutivi per gli eventi sismici che hanno colpito i territori dell’Emilia-Romagna nel 2012.

SOSTEGNO A PMI ORTOFRUTTICOLE – L’Ismea è autorizzato a erogare prestiti cambiari in favore delle Pmi agricole del settore ortofrutticolo per un massimo pari al 50% dell’ammontare dei ricavi registrati nel 2022 dall’impresa richiedente e, comunque, non superiore a 30mila euro, con inizio del rimborso dopo 24 mesi dalla data di erogazione e durata fino a 5 anni.

EMERGENZE AGRICOLTURA – Per le situazioni di crisi di mercato nel settore agricolo, agroalimentare, zootecnico e della pesca generate da eventi non prevedibili, è istituito presso il Masaf un Fondo per la gestione delle emergenze finalizzato a sostenere gli investimenti delle imprese che operano in questi settori, con una dotazione totale di 270 milioni di euro, suddivisi in 90 milioni per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026.

GARANZIE GREEN – Sace è abilitata a rilasciare, fino al 31 dicembre 2029, garanzie connesse a investimenti nei settori delle infrastrutture, anche a carattere sociale, dei servizi pubblici locali, dell’industria e ai processi di transizione verso un’economia pulita e circolare e la mobilità sostenibile, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione dei loro effetti, la sostenibilità e la resilienza ambientale o climatica e l’innovazione industriale, tecnologica e digitale delle imprese. Lo prevede la bozza della legge di Bilancio. Le garanzie sono concesse per una durata massima di 25 anni e per una percentuale massima di copertura non eccedente il 70 per cento, ovvero il 60 per cento, ove rilasciate in relazione a fideiussioni, garanzie e altri impegni di firma, che le imprese sono tenute a prestare per l’esecuzione di appalti pubblici e l’erogazione degli anticipi contrattuali ai sensi della pertinente normativa di settore, ovvero il 50 per cento nel caso di esposizioni di rango subordinato.

Sostenibilità, Fondazione Guido Carli lancia la task force con top manager e imprenditori

Nasce una task force permanente di top manager e imprenditori per offrire contributi qualificati di idee al governo e ai decisori politici in materia di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Con una missione chiara: elaborare progetti e proposte per saldare la tutela dell’ambiente alla crescita e all’occupazione. Il gruppo di lavoro indipendente sarà il lascito strutturale della Convention inaugurale della Fondazione Guido Carli dedicata a ‘Sostenibili futuri. Guida visionaria al domani che vogliamo‘, in programma il 1° dicembre alle ore 17.30 a Roma, nella Sala della Regina della Camera dei deputati, dove fino al 2018 si era svolto il Premio Guido Carli.

Ad aprire i lavori della Convention sarà la vicepresidente della Camera, Anna Ascani. Dopo il saluto iniziale della presidente della Fondazione Guido Carli, Romana Liuzzo, interverrà, a nome del governo, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. L’avvio del dibattito sarà affidato a Giampiero Massolo, consigliere della Fondazione Guido Carli.

Nel panel, moderato dal vicedirettore del TG5, Giuseppe De Filippi, otto relatori di altissimo profilo andranno a comporre la task force: Paolo Barletta, ceo & founder Arsenale Spa; Domitilla Benigni, ceo e coo Elettronica; Sergio Dompè, presidente Dompè Farmaceutici Spa; Luigi Ferraris, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane; Andrea Illy, presidente di Illycaffè; Claudia Parzani, presidente di Borsa Italiana; Ettore Prandini, presidente della Coldiretti; Alessandra Ricci, ad di Sace.

Contro il rischio di trasformare la sostenibilità in un termine inflazionato, buono per operazioni di greenwashing – afferma Romana Liuzzo (nella foto) – abbiamo voluto radunare figure di primo piano delle istituzioni e della nostra impresa che si confrontano ogni giorno con la sfida dello sviluppo sostenibile, in un mondo post Covid provato da tensioni geopolitiche, inflazione elevata e nuove guerre. Ciascuno ci regalerà una tessera del mosaico che proveremo a comporre per donarlo come possibile bussola per la definizione delle policy. Dalla farmaceutica alla sicurezza, dall’agricoltura all’alimentare, fino al mondo della finanza e all’hospitality, è in atto una rivoluzione silenziosa che sta riorientando processi e prodotti, inducendo tutte le organizzazioni a cambiamenti profondi, anche nei sistemi di valori. La capacità di guardare lontano, appannaggio di pochi, si sta affermando come requisito indispensabile per trasformare le crisi in opportunità. Tra quei pochi vi era Guido Carli, statista illuminato, come lo ha definito il Presidente Mattarella, fautore ante litteram della sostenibilità a tutto campo, anche per la sua costante fiducia nelle nuove generazioni. Futuri sostenibili, ancorati alla crescita, erano quelli che mio nonno sognava, da Governatore della Banca d’Italia, da Ministro del Tesoro e da Presidente di Confindustria, auspicando un Paese aperto e meritocratico. Un’Italia dei giovani, per i giovani“.

Il parterre della Convention sarà quello delle grandi occasioni. In prima fila siederanno personalità istituzionali come il generale Francesco Paolo Figliuolo, comandante del Covi e commissario straordinario per l’emergenza in Emilia-Romagna, Toscana e Marche, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, la senatrice di Azione, Mariastella Gelmini, e la deputata della Lega, Simonetta Matone, il senatore Andrea Paganella, gli onorevoli Michela Vittoria Brambilla, Maria Elena Boschi, Matteo Colaninno e Federico Mollicone, il presidente del Cnel, Renato Brunetta, l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Francesco Di Nitto, l’assessore ai Grandi eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, Alessandro Onorato. Hanno già confermato la loro partecipazione anche il neo presidente della Luiss Guido Carli, Luigi Gubitosi, l’ad di Invitalia, Bernardo Mattarella, l’ad di Medusa, Giampaolo Letta, il presidente di Simest, Pasquale Salzano, la presidente di Paglieri Spa, Debora Paglieri, e il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana.

L’appuntamento inaugurerà la stagione di attività 2023-2024 della Fondazione, interamente dedicata all’impatto delle scelte del presente sull’avvenire, tracciando il sentiero che culminerà a maggio 2024 con le celebrazioni per il 15esimo anniversario del Premio Guido Carli. La convention si svolgerà in presenza e sarà trasmessa anche in diretta streaming sui canali social della Fondazione Guido Carli.