Dl Ischia, Rotelli: Sull’Autorità di Bacino intervento storico

Tempi lampo, risposte concrete e qualche scelta “storica“. Mauro Rotelli, presidente della commissione Ambiente della Camera, in quota Fratelli d’Italia, si dice orgoglioso del lavoro fatto in Parlamento sul Dl Ischia. Un punto di partenza e non d’arrivo, assicura, che spiana la strada per affrontare alcuni problemi antichi: “Non sarà la fine. Oltre all’emergenza, abbiamo messo le basi per una vera pianificazione“.

 

L’opposizione in Aula non si è opposta, però si è astenuta. Che segnale è?

Positivo. Dà l’idea della bontà del lavoro fatto in commissione. E’ stato portato avanti molto velocemente, abbiamo tenuto poco meno di 20 audizioni, tutte fondamentali. Davanti alle emergenze avere un’impostazione ideologica è una strategia cieca. Ischia ha bisogno di aiuto e interventi immediati per una situazione che però si è stratificata nei decenni. Pensare che un governo nuovo risolva tutto in pochi mesi è assurdo“.

 

L’opposizione però sostiene che le risorse non bastino. Secondo lei sono adeguate?

Ripeto, il decreto è arrivato 50 giorni dopo la tragedia e prevede 85 milioni di euro di interventi. La cifra per dare la prima risposta di emergenza e pianificare il futuro è adeguata, sia nei tempi, mi permetto di dire lampo, sia per quanto riguarda la quantità di risorse, partendo dal fatto che abbiamo approvato tre settimane fa la legge di bilancio, erano risorse destinate ad altro che sono state dirottate su Ischia“.

 

Legnini è stato confermato commissario per Ischia anche per il dopo frana, è una scelta per velocizzare i tempi dei lavori?

E’ una mossa che intanto non è di parte, che dimostra concretezza e velocità di risposta ai cittadini. E’ stato necessario mettere a punto la squadra ottimizzandola, perché terremoto e alluvione, con il rischio idrogeologico, sono emergenze differenti ma il territorio è lo stesso“.

 

Il Dl pone le basi per una gestione diversa della crisi ambientale, è tempo che il consumo di suolo torni centrale nel dibattito?

Il consumo di suolo è già centrale nel dibattito, riguarda anche le rinnovabili. La concretezza di quello che dico sta nel fatto che nel Dl Ischia c’è un intervento nei confronti dell’autorità di bacino dell’Appennino Meridionale tra lo storico e il definitivo. L’autorità di bacino è stato uno dei soggetti cardine delle audizioni, ci ha raccontato una situazione interna non più sopportabile. Al di là della questione Ischia, tutto il meridione aveva bisogno di una risposta. L’abbiamo data in maniera definitiva, è stata una boccata di ossigeno importante. Va considerato che anche in legge di bilancio avevo presentato un emendamento da 5 milioni per le sette autorità di bacino presenti in Italia, il governo non solo lo ha recepito, ma ne ha destinati 14,5. Possiamo dire quello che vogliamo, ma se non ci mettiamo le risorse non andiamo da nessuna parte“.

 

I tempi sono stati rapidissimi e anche in commissione è stato fatto un piccolo miracolo. Il Senato ce la farà a farlo diventare legge entro il primo febbraio?

Sì, ma il primo che ha dettato i tempi è stato il governo. Ricordo che la tragedia è avvenuta il 26 novembre. Domenica 27 si è riunito il cdm con lo stato di emergenza, cinque giorni dopo c’è stato il secondo cdm, che ha partorito il dl Ischia che poi è arrivato in commissione. Da quel momento in poi il lavoro maggioranza-opposizione ha permesso di sviluppare le audizioni in maniera concreta e veloce, considerando due caratteristiche importanti: la sicurezza e l’attenzione per l’aspetto turistico dell’isola“.

 

Ecco, pensa ci siano ‘rischi’ per il turismo in vista dell’estate?

Il turismo è l’aspetto economico più importante che abbiamo considerato. I numeri sono incredibili, Federalberghi ha parlato di 50mila posti letto per un milione di notti vendute: tutto il Pil dell’isola sta lì e avevamo necessità di raccontare anche un’Ischia differente. Far ripartire il turismo vuol dire eliminare i fanghi per esempio. Nella precedente frana non sono stati né classificati né asportati. Detto questo, la protezione civile sta sviluppando gli interventi di emergenza, la ‘lista della spesa’ puntuale non ce l’abbiamo ancora. Quello che abbiamo fatto, anche tramite Curcio, è stato capire che lo stratificarsi dei problemi di Ischia può essere affrontato in maniera seria e che è indispensabile informare puntualmente gli abitanti, perché se tutti siamo consapevoli possiamo evitare danni e vittime. E’ fondamentale fare i piani e farli sapere a tutti“.

 

Il territorio italiano è fragile, sono tantissime le cose da fare, quali sono le prossime priorità in commissione?

In assoluto il nuovo codice degli appalti, già a partire da lunedì. Abbiamo più di 80 audizioni, ma è materia strategica fondamentale, semplificherà tantissime pratiche. Abbiamo poi votato all’unanimità un testo base condiviso per una commissione speciale d’inchiesta sui reati collegati ai Rifiuti, molto importante. Su questo abbiamo trovato un testo unico, l’abbiamo approvato ieri e dalla prossima settimana lo portiamo in Aula. Funziona bene se funziona da subito“.

Dl aiuti

Dl Ischia, ok alla Camera ma l’opposizione si astiene: “Le risorse non bastano”

Il Dl Ischia, con gli interventi deliberati dal governo dopo la tragedia del 26 novembre, incassa l’ok della Camera in prima lettura. Per l’isola sono previsti 85,4 milioni: ai 17,4 inizialmente stanziati nel decreto, con le sospensioni tributarie, se ne aggiungono altri 40,6 per la dotazione finanziaria e gli strumenti del Commissario per l’emergenza. Venti milioni saranno destinati alla rimozione dei fanghi. Sono inoltre previsti 7,5 milioni a sostegno delle attività dell’Autorità di bacino dell’Appennino meridionale.

Nessun contrario, ma si astiene l’intera opposizione. Con 170 Sì, il provvedimento passa ora nelle mani del Senato e dovrà essere convertito in legge entro l’1 febbraio. La frana seguita all’alluvione del 26 novembre è costata la vita a 12 persone, tra cui quattro bambini, uno di appena 21 giorni.

L’opposizione lamenta soprattutto il mancato impegno per la lotta strutturale all’abusivismo edilizio: “E’ l’esempio di come rincorriamo le emergenze in questo Paese, causate da un combinato disposto tra mala gestione del territorio ed eventi climatici estremi che si fanno sempre più frequenti e drammatici“, spiega il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli. Eventi estremi che, ricorda, “provocano tanti danni“.

Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, in Italia tra il 1980 e il 2021 hanno generato un costo economico per la collettività di 75 miliardi di euro. Una cifra enorme. In Italia dal 2010 al 31 ottobre del 2022 si sono verificati 1503 eventi estremi, con 780 comuni colpiti e 279 vittime. Solo nel 2022 ci sono stati 310 eventi e 29 morti, più 55% rispetto al 2021. “Non pensiamo alla prevenzione che, tra l’altro, farebbe risparmiare l’80 percento delle risorse che noi utilizziamo per far fronte all’emergenza, per riparare i danni come stiamo facendo oggi. E’ un atteggiamento assolutamente inaccettabile di chi non riesce ad avere cura non solo del territorio, ma cura di un Paese che dovrebbe essere non solo curato ma amato“, scandisce Bonelli.

Le misure sono insufficienti per il Pd: “Grazie al nostro lavoro di opposizione, svolto in piena collaborare e con spirito costruttivo rispetto alla maggioranza e al Governo, sono state aggiunte ulteriori risorse per i primi interventi di messa in sicurezza del territorio“, rivendica Piero De Luca. Ma non basta: “Le somme stanziate sono ancora inadeguate per la ricostruzione, per le opere di prevenzione, per il sostegno alla sistemazione alloggiativa transitoria e definitiva delle famiglie colpite, per il supporto economico ai nuclei familiari, alle imprese, alle attività economiche, ai lavoratori e agli enti locali“. “Come sempre De Luca non perde occasione per accendere il dibattito politico con vuote polemiche“, gli risponde il leghista Lega Gianpiero Zinzi. “Quella di Ischia – afferma – è una vera e propria tragedia sulla quale non si può speculare o fare propaganda. Questo decreto è un primo stanziamento per arginare l’emergenza, in vista di altro. Su questo il Parlamento ha svolto un ruolo importante. Ci aspettiamo che anche la Regione Campania ora faccia la propria parte”.

Poche risorse e “troppi tentennamenti” per Daniela Ruffino di Azione: “Manca la determinazione ad erogare sicurezza. Manca la poderosa azione che la messa in sicurezza dell’isola richiede e che chiedono gli stessi cittadini ischitani“.

 

Clima, attivisti bloccano il Ponte della Libertà a Venezia

Questa mattina, verso le 10, sei attivisti di Ultima Generazione hanno bloccato il traffico presso il Ponte della Libertà di Venezia sedendosi sull’asfalto della carreggiata del senso di marcia che conduce verso la Serenissima. Con loro alcuni striscioni con scritto ‘No gas no carbone’. Lo fanno sapere dal movimento in una nota in cui si precisa che “nella lunga colonna di auto creatasi in seguito al blocco si trovavano anche almeno dieci autobotti di raffinerie. I cittadini della campagna di disobbedienza civile per tutta la durata dell’azione hanno dialogato con gli automobilisti presenti, discutendo della gravità della situazione climatica corrente e dell’inaccettabilità dell’inazione della Politica per contenerne i danni”.
Dopo circa venti minuti di blocco, sono arrivate sul posto le forze dell’ordine, che in poco tempo hanno portato via i presenti.
“Siamo qui oggi a bloccare il Ponte della Libertà per denunciare le politiche portate avanti dal nostro Governo e che negli anni a venire priveranno le generazioni future della loro libertà e dei loro diritti di lavorare e di vivere in sicurezza, in un mondo che sarà ormai devastato dai cambiamenti climatici”, ha dichiarato uno degli attivisti.

Per il movimento Venezia è un caso esemplare di situazione ad alto rischio a causa degli effetti del collasso eco-climatico in Italia. “È certo, infatti, che sul territorio italiano questa città simbolo sarà tra le prime a essere colpita sempre più regolarmente da fenomeni quali l’innalzamento dei mari, la salinizzazione dei territori coltivabili e tempeste, che porteranno a un progressivo abbandono di queste meravigliose zone, si legge nella nota.
Gli attivisti richiamano alla memoria collettiva quanto accaduto di recente a Ischia e nelle Marche, cartina tornasole del fatto che “gli investimenti in provvedimenti palliativi e di recupero danni causati da eventi atmosferici estremi già avvenuti non sono più sufficienti né accettabili; occorre un immediato cambiamento di rotta per affrontare il problema in tutta la sua complessità e immediatezza”.
La nota degli attivisti spiega infine che “l’intera pianura Padana, come il meridione, diventeranno nel prossimo decennio zone invivibili, con un conseguente aumento delle tensioni interne, legate ai flussi migratori per trovare nuovi terreni coltivabili e abitabili. Una visione chiara di ciò che sarà il nostro futuro la osserviamo con sguardo disattento e distaccato quando ci arrivano le notizie su ciò che sta accadendo da diverso tempo in Africa, nel Medio Oriente e in zone del Sud Est asiatico, in cui le migrazioni climatiche sono realtà già drammaticamente attualissime. Il monito, cui assistiamo da una prospettiva di totale indifferenza e insensibilità, deve arrivare a colpire chiunque, smuovendo il bisogno di domandare con forza ai nostri Governi azioni concrete e rapide per prevenire simili scenari, più che probabili anche per noi”. 

Ghiacciai si ritirano. Appello Legambiente: “Piano adattamento climatico entro fine anno”

Irriconoscibili, spogli, crepati. Così sono i ghiacciai dopo l’estate più calda di sempre. “Siamo tornati su quelli che avevamo osservato due anni fa, vista l’annata particolarmente pesante. Abbiamo ritrovato un’emorragia di ghiaccio, torrenti gonfi e contemporaneamente siccità dappertutto, laghi scomparsi. La Marmolada è diventata una regina nuda, completamente scoperta dal ghiaccio”, racconta Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente, presentando il report finale ‘Carovana dei ghiacciai’ del Cigno verde.
La crisi climatica corre più veloce che mai, “a un ritmo impensabile anche dagli stessi esperti”, avverte il presidente nazionale, Stefano Ciafani. Le montagne sono la sentinella principale dei cambiamenti. I pascoli secchi intorno ai ghiacciai non riescono a stoccare l’anidride carbonica: “C’è stata una riduzione di stoccaggio del 30-40%”, denuncia Bonardo.

Dalla tragedia della Marmolada, all’alluvione delle Marche, fino alla frana di Ischia: nell’anno più drammatico per il Paese, Legambiente torna a chiedere con urgenza “una reale governance del territorio e dei rischi”, sollecita strategie adeguate e piani di adattamento al clima su scala regionale e locale, a tutela dei territori e delle comunità: È fondamentale che il Governo Meloni approvi il Piano di adattamento climatico entro fine anno come annunciato e metta in campo gli strumenti e le risorse per attuarlo nel prossimo futuro. È altrettanto fondamentale procedere speditamente allo sviluppo delle politiche di mitigazione, partendo dall’aggiornamento del Pniec agli obiettivi del programma europeo RePower EU”, afferma il presidente, Stefano Ciafani.
Il piano di adattamento ai cambiamenti climatici resta una “priorità assoluta” per il governo, assicura il ministro per il mare e la protezione civile, Nello Musumeci: È una vergogna che dopo sei anni non sia stato ancora reso operativo”, denuncia. “Non puoi fare prevenzione se non hai prima la previsione. Io non vado alla ricerca di responsabilità, dico soltanto di recuperare il tempo impegnato. Quando si ha nelle mani un piano di previsione che può mettere in pericolo la sicurezza di un territorio, si lavora anche di notte pur di arrivare ai tempi necessari e sei anni su questo strumento di previsione sono già tanti”.

Quanto ai ghiacciai, nello specifico, sulle Alpi Occidentali c’è in media un arretramento frontale annuo di circa 40 metri. Importante è il ritiro di 200 metri della fronte del Ghiacciaio del Gran Paradiso. I ghiacciai del Timorion (in Valsavaranche) e del Ruitor (La Thuile) con una perdita di spessore pari a 4,6 metri di acqua equivalente, registrano la peggiore perdita degli ultimi ventidue anni. Il Miage, in 14 anni, ha perso circa 100 miliardi di litri di acqua: il suo lago glaciale appare e scompare, negli ultimi tre anni in maniera sempre più rapida e repentina (in passato si verificava circa ogni 5/10 anni). ‘Sorvegliati speciali’ i ghiacciai Planpincieux e Grandes Jorasses in Val Ferret per il rischio di crolli di ghiaccio che potrebbero coinvolgere gli insediamenti e le infrastrutture del fondovalle. Nel settore centrale delle Alpi, emblematico il Ghiacciaio del Lupo che, solo nel 2022, nel suo bilancio di massa registra una perdita del 60% rispetto a quanto perso nell’arco di 12 anni. Il Fellaria perde in 4 anni quasi 26 metri di spessore di ghiaccio. Tra i fenomeni di collasso delle fronti spicca quello del Ghiacciaio del Ventina (Gruppo del Monte Disgrazia), che in un anno ha perso 200 metri della sua lingua. Per quanto concerne le Alpi Orientali, del grande Ghiacciaio del Careser (Val di Pejo), rimangono placche di pochissimi ettari, la sua superficie si è ridotta dell’86%. Numerosi gli arretramenti delle fronti, in gran parte dovuti alla cesura delle parti frontali, oltre un chilometro per la Vedretta de la Mare e a 600 metri per il Ghiacciaio di Lares (Gruppo dell’Adamello). E il Ghiacciaio della Marmolada tra quindici anni potrebbe scomparire del tutto, dopo che nell’ultimo secolo ha perso più del 70% in superficie e oltre il 90% in volume. In linea con gli altri due settori le perdite di spessore registrate per i ghiacciai di Malavalle e della Vedretta Pendente. Unica eccezione è il Ghiacciaio Occidentale del Montasio, piccolo ma resistente che, pur avendo subito in un secolo una perdita di volume del 75% e una riduzione di spessore pari a 40 metri, dal 2005 risulta stabilizzato, in controtendenza rispetto agli altri ghiacciai alpini.

Clima, il meteorologo: “Servono duemila miliardi contro dissesto idrogeologico”

In montagna nevica meno e a quote sempre più alte. È un dato di fatto, una tendenza che si va consolidando anno dopo anno e che trova conferma nel 2022, l’anno con l’estate più calda di sempre.
Cosa significa avere meno neve sulle cime? “Significa molto, soprattutto riduzione dei ghiacciai, aumento del rischio frane, minore disponibilità di acqua”, spiega a GEA il meteorologo Paolo Sottocorona. I ghiacciai hanno ormai un bilancio in perdita tra l’inverno e l’estate, il che significa “mancanze idriche, situazioni siccitose. L’abbiamo visto benissimo questa estate, con i livelli di fiumi e laghi che si stanno abbassando, mostrando questa sofferenza”, osserva. La crisi dei ghiacciai si ripercuote sui fiumi, quindi anche sull’irrigazione e l’elettricità. “Da qualunque punto di vista lo si voglia vedere, abbiamo una serie di criticità”, afferma.
Qualche nevicata sulla zone alpine c’è stata ma, denuncia, “per ora non basta”: “Dovrebbe nevicare molto e bene”, afferma.
Sui prossimi mesi non si sbilancia: “Non esistono previsioni stagionali che abbiano un’attendibilità decorosa, so che ne parlano tutti, ma tecnicamente e correttamente non si può fare, si può vedere la tendenza. E la tendenza è quella che abbiamo visto, siccità, mancanza di piogge e di nevicate, precipitazioni torrenziali e aumento degli eventi estremi”.

Gli eventi estremi non bastano a compensare neanche in parte la mancanza di precipitazioni: “Se alla fine di quest’anno facessimo una media, potremmo trovare che la quantità di pioggia totale è quasi normale, ma si distribuisce diversamente. In media, le piogge mensili si dovrebbero aggirare intorno ai 70-80 millimetri, che fanno 900 millimetri all’anno. Ma se in una zona non piove per mesi e poi piove 200 millimetri in 2 ore, come è successo a Ischia, questo è un problema”.
Ci sono zone, nel mondo, in cui piove 10-15 volte in più che in Italia. Perché lì non ci sono frane? “Perché sono decine di migliaia di anni che succede così, quello che doveva franare è franato, il terreno è assestato per quel regime – scandisce il meteorologo -. I nostri terreni, che sappiamo da decenni essere fragili, sottoposti a questi stress crollano. Emerge quell’assenza di interventi che dura da quando ero bambino io. E adesso si paga: fino a pochi anni fa un evento estremo si verificava una volta ogni 10 anni, sembrava sfortuna, adesso non dico che ne abbiamo uno al mese, ma la frequenza è aumentata in maniera esponenziale. In maniera più rapida di quello che si pensava”.

Del cambiamento climatico molto si è parlato, la strada è segnata, “si sperava che il passo fosse più lento”, osserva Sottocorona, che denuncia una mancanza di coraggio negli interventi di messa in sicurezza del territorio: “Qui parlano di interventi da 2 miliardi, ma servono 2mila miliardi per mettere l’Italia in sesto”.
La mano dell’uomo, sui cambiamenti climatici, è evidente per il meteorologo: “Seimila anni fa non c’erano città, strade, ponti. Oggi questo aumento della temperatura è davanti a tutti e gli effetti non sono identici in tutto il pianeta, ci sono zone in cui è andata meglio e zone in cui è andata peggio. Ma non possiamo contare sulla speranza. Fidarsi della buona stella è criminale, perché muore la gente”.
Al di là di interventi massicci, alcune tragedie sarebbero evitabili. È ancora nel ricordo di tutti la tragedia di Rigopiano: “Quello era un evento più che prevedibile – conferma Sottocorona -, non è neanche un discorso di abusivismo, il problema non è solo costruire in regime abusivo ma anche costruire in zona pericolosa. Quanta leggerezza e disinteresse c’è nel rilasciare i permessi. La certificazione geologica dovrebbe essere rilasciata ogni volta che si intende costruire qualcosa. L’aspetto geologico è fondamentale in qualunque costruzione perché abbiamo un terreno fragile e soggetto a stress idrogeologici fortissimi. Dobbiamo cambiare il sistema e, prima, cambiare testa. Serviranno tempo e competenze”.

Nuovo blitz attivisti per il clima: vernice contro facciata della Scala. “I politici devono agire”

Dopo il blitz dello scorso 18 novembre, durante il quale un’opera di Andy Warhol è stata imbrattata con otto chili di farina, nuova protesta di Ultima Generazione: questa mattina alle 7.45, cinque attivisti hanno lanciato vernice contro la facciata esterna del Teatro alla Scala di Milano in attesa della prima. L’azione è durata circa mezz’ora prima che i cinque venissero fermati e denunciati per imbrattamento di beni culturali e per inosservanza del divieto di ritorno.

“Abbiamo deciso di imbrattare con della vernice il Teatro alla Scala per chiedere ai politici che questa sera assisteranno allo spettacolo di tirare fuori la testa dalla sabbia e intervenire per salvare la popolazione. La situazione economica e ambientale del Paese peggiora di giorno in giorno e, invece di prendere le misure necessarie a salvaguardare il futuro dell’Italia da siccità e disastri climatici, la politica si rinchiude a godersi uno spettacolo per poche persone, così come riserva a poche persone la possibilità di salvarsi dal disastro alimentato dai continui stanziamenti all’industria del fossile. Speriamo che le macchie sulla facciata della Scala ricordino a Giorgia Meloni e Sergio Mattarella le proprie responsabilità e li spingano ad agire, prima che si ripeta un’altra Ischia: un popolo ferito dal cataclisma e tradito dall’indifferenza del Governo”, dichiarano gli attivisti in una nota.

Le richieste del movimento in generale sono di interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale, oltre a chiedere di procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW immediatamente, creando migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile e aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili.
Rispetto al blitz di questa mattina, la scelta della data e del luogo non sono per nulla casuali: il 7 dicembre, come da tradizione , si svolge la prima della stagione teatrale, alla presenza delle più alte cariche istituzionali e artistiche: per questa sera, infatti, sono previste le partecipazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della premier Giorgia Meloni.

Gli attivisti fermati sono già noti alla Digos: si tratta 4 ragazzi e una ragazza tra i 20 e 23 anni di Milano, Pavia e Lucca.

Il governo approva il ‘decreto Ischia’: prorogata la scadenza dei pagamenti per la popolazione

Via libera dal Consiglio dei ministri al cosiddetto ‘decreto Ischia’, che a cinque giorni dalla tragedia che ha causato 11 vittime e un disperso, dispone interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione e dalle frane. Il decreto, in particolare, prevede misure a favore degli abitanti di Casamicciola e Lacco Ameno. Per loro, sono stati sospesi i termini dei versamenti tributari, inclusi quelli derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione fino al al 30 giugno 2023. Inoltre, l’esecutivo ha deciso la sospensione, fino al 31 dicembre 2022, dei termini processuali e dei giudizi civili e penali presso il Tribunale di Ischia o di altri Tribunali nel caso in cui la parte o il difensore siano residenti nella zona colpita dall’alluvione. Stessa sospensione anche per i giudizi amministrativi, contabili, tributari e militari. Infine, il decreto proroga al 31 dicembre 2023 il termine per la cessazione della Sezione distaccata insulare di Ischia, attualmente fissata al 31 dicembre 2022.

Il Consiglio dei ministri, inoltre, ha ha approvato anche un decreto legge che “introduce misure a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici”. Il provvedimento, spiega Palazzo Chigi, interviene, in considerazione “del carattere emergenziale assunto dalla crisi energetica” e riguarda le imprese che gestiscono impianti e infrastrutture “di rilevanza strategica per l’interesse nazionale nel settore della raffinazione di idrocarburi“. In particolare, con il decreto si interviene dove si evidenziano “imminenti rischi di continuità produttiva idonei a recare pregiudizi all’interesse nazionale, conseguenti a sanzioni imposte nell’ambito dei rapporti internazionali tra Stati, al fine di garantire, con ogni mezzo, la sicurezza degli approvvigionamenti, nonché il mantenimento, la sicurezza e la operatività delle reti e degli impianti e quindi la continuità produttiva”. Vengono quindi definite le procedure di amministrazione temporanea di queste imprese, in caso di “grave ed imminente pericolo di pregiudizio all’interesse nazionale alla sicurezza nell’approvvigionamento energetico”. L’amministrazione temporanea è disposta per un periodo di massimo 12 mesi, prorogabile una sola volta fino a ulteriori 12 mesi. L’intera disposizione ha carattere temporaneo, con validità fino al 30 giugno 2023.

“Piena soddisfazione per l’approvazione, in Consiglio dei ministri – dice la premier Giorgia Meloni – del decreto legge a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici. Una norma con la quale il Governo interviene, tra l’altro, per garantire la continuità del lavoro nella raffineria Isab di Priolo che impiega con l’indotto circa 10mila persone”. “Con questo intervento urgente – aggiunge riferendosi proprio all’impianto Lukoilotteniamo due obiettivi: tuteliamo un nodo energetico strategico nazionale e mettiamo in sicurezza lavoratori indispensabili per la Sicilia e l’intera Nazione”

Con lo stesso decreto, il Consiglio dei ministri introduce misure economiche compensative connesse all’esercizio del golden power. In sostanza, a fronte di “interventi inibenti ai fini della sicurezza nazionale” esercitati dal governo attraverso il Golden power, vengono previsti “immediati interventi compensativi a sostegno delle imprese destinatarie”, se ne fanno richiesta.

 

(Photo credit: AFP)

Ischia, parla Musumeci: “Non esiste prevenzione senza strumenti di previsione”

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Nell’Aula della Camera si è svolta la seduta dedicata all’informativa urgente del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, sui tragici eventi accaduti a Ischia nei giorni scorsi (il bollettino emesso dalla Regione Campania prevedeva allerta arancione per il 25, così come per il 26 per rischio idrogeologico), quando in 24 ore sono caduti 20 mm di pioggia, dei quali oltre cento in due ore.

Musumeci  ha raccontato gli eventi attraverso i numeri: “Otto persone morte, quattro dispersi e cinque feriti, di cui uno in modo grave e attualmente ricoverato presso l’ospedale Cardarelli di Napoli“, innanzitutto. Nel frattempo, i soccorritori hanno recuperato i corpi senza vita di altre tre persone: sale dunque a undici il numero delle vittime.
Poi, le strutture: “Al momento, sono stati effettuati 272 controlli sulle 900 unità abitative danneggiate: risultano 45 strutture danneggiate e inagibili, 56 agibili ma esposte a rischi,162 strutture agibili e 191 presentano criticità gravi; 290 sfollati hanno trovato sistemazione in alberghi o simili“. Nei prossimi giorni verranno ultimati tutti controlli sui 900 edifici interessati dagli eventi “e si potrà disporre di una migliore definizione dei confini della zona rossa“, ha aggiunto il ministro Nello Musumeci. Il quale ha ricordato che, all’indomani della tragedia di Ischia, la premier Giorgia Meloni “mi ha dato il mandato di costituire un gruppo di lavoro interministeriale allargato alla conferenza delle Regioni, all’unione delle Province e all’Anci. Il gruppo dovrà elaborare delle proposte per semplificare le disordinate e disarmanti procedure per la mitigazione del rischio non solo idrogeologico.  Si tratta di un obiettivo ambizioso e non semplice e ci va coraggio per raggiungerlo“.

Il Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico “è stato avviato nel 2016 presso il ministero dell’Ambiente, ma da allora – nonostante sia stato presentato informalmente nel 2018 – la Commissione per l’autorizzazione ambientale non ha dato il proprio parere definitivo. Il paradosso è che quando il Piano sarà varato sarà già superato perché è una materia che si evolve con velocità impressionante“, ha poi spiegato il ministro nel corso della sua audizione. Con una riflessione a margine: “Quanto accaduto a Ischia ci obbliga ad approfondire con urgenza il tema delle cause e delle molte questioni” legate a “un sistema normativo e amministrativo integrato ed efficiente sulla prevenzione deli rischi. Quali sono i possibili rimedi? Innanzitutto una strategia che consenta di agire dove ci sono le urgenze e che ha come presupposto essenziale un quadro completo della prevenzione del rischio. Non si può immaginare la prevenzione senza uno strumento di previsione. Questo strumento – ha aggiunto – ci dice quali sono i territori vulnerabili e quale rischi e si chiama Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico”.
Il ministro sottolinea infine che, “per i suoi profili di natura etica, giuridica, ambientale ed economica, il fenomeno dell’abusivismo edilizio non può essere più eluso”; rispetto invece alla situazione delle scuole, risultano chiusi fino al 4 dicembre gli istituti scolastici di Casamicciola e Lacco Ameno; si sta valutando la didattica a distanza e la necessità, espressa dai sindaci, di trovare una linea comune sull’apertura degli istituti scolastici.

Rispetto alla macchina dei soccorsi, Musumeci ha riferito che questi ultimi sono stati “immediati.  Sono intervenuti: il corpo nazionale dei vigili del fuoco (unità già presenti sull’isola e cento unità accorse, 40 mezzi operativi, 1 unità di comando locale, 2 moduli Sapr, 1 carro faro e 1 carro carburante; l’aeronautica militare, con un elicottero HH139 con capacità notturne Sar; l’esercito italiano, con un elicottero CH47 con capacità SAR; la capitaneria di porto, con la nave Gregoretti posizionata nelle acque antistanti l’isola di Ischia; le forze dell’ordine: circa 200 unità; la sanità pubblica con 44 unità; l’ENEL con 10 unità di personale; la Colonna Mobile del Volontariato di Protezione Civile della Regione Campania con 104 unità, 3 unità cinofile, 3 escavatori grandi, 3 bob-cat, 9 idrovore, mezzi per trasporto personale, 12 pick-up, 4 torri faro“. Nei giorni successivi, “si sono resi disponibili ulteriori uomini e mezzi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per un totale di 200 uomini e 100 mezzi, con droni, autocarri e mezzi di movimento terra operativi sull’isola; della Croce Rossa Italiana per il proseguimento delle attività, richieste dalle autorità locali, con 15 operatori e 5 mezzi, con la disponibilità di ulteriori mezzi di movimento terra; della Capitaneria di porto per un totale di 93 uomini e 5 mezzi a supporto nelle acque antistanti l’isola di Ischia con battelli attualmente in ricognizione“. Per gestire la situazione di emergenza e coordinare le operazioni, sono stati attivati il Centro coordinamento soccorsi presso la Prefettura di Napoli e i Centri operativi comunali presso i Comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno.

Il ministro Musumeci non ha lasciato spazio a interpretazioni quando ha affermato che: “Non c’è prevenzione senza danno di previsione. Per affrontare il tema è necessario definire un quadro regolatorio che preveda anche poteri sostitutivi e sanzionatori in caso di inerzia da parte dei soggetti attuatori. Servono inoltre un quadro aggiornato delle risorse disponibili e delle responsabilità“, nonché “la semplificazione del quadro procedurale e regolatorio” e “il rafforzamento della capacità amministrativa delle strutture tecniche responsabili degli interventi”. Inoltre, il ministro ha sottolineato la necessità di avere “una sede centrale di conoscenza degli interventi” per il loro “coordinamento”, sulla base del “modello della struttura di missione di Italia Sicura”.

Ischia, oggi informativa e Cdm per aiuti. Salvini: Non serve caccia al colpevole

Per Ischia, ma non solo per Ischia: l’Italia è tutta fragile e va messa in sicurezza. “Frane, terremoti, alluvioni. Mi risulta che ci fossero dei piani di manutenzione protocollati, ma sono l’ultimo a eccepire dicendo che è colpa di Tizio o di Caio“. Matteo Salvini allontana le polemiche e, dal palco dell’edizione 2022 di ‘How can govern Europe’, organizzato da Eunews e Gea, assicura che il governo, riunito oggi in Consiglio dei ministri, stanzierà “tutti i soldi necessari”.

Il Mit “dà contributi milionari agli enti locali che abbattono costruzioni abusive – spiega il vicepremier -, solo ieri ne ho firmate una ventina di autorizzazioni. In attesa di tornare un Paese normale, non dico che sia necessario evitare, ma almeno limitare che certe cose accadano”.
Sulla tragedia dell’isola campana “non è il momento della caccia al colpevole, è il momento della caccia alla vita, nei limiti del miracolo e della speranza e della messa in sicurezza di chi stanotte ha dormito fuori casa e continuerà a farlo”, afferma. “Abbiamo un territorio fragile da mettere in sicurezza. Se il 75% delle infrastrutture autostradali ha superato la vita prevista, o chiudiamo il Paese domani o metti al lavoro tutte le tecniche migliori al mondo”.

Il ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare, Nello Musumeci, riferisce oggi prima alla Camera, alle 9.30, poi al Senato, alle 11.30. Probabilmente si poteva evitare, afferma dalle colonne di Repubblica, “se si fossero adottate le misure per mitigare il rischio“. Sull’isola sono caduti centosettantacinque millimetri di pioggia in meno di 24 ore, è la pioggia che cade normalmente in un anno intero. “Un evento che fino a ieri definivamo ‘straordinario’. Ma ormai, come ci indicano tante altre alluvioni, dobbiamo cambiare i nostri codici”, osserva l’ex governatore siciliano. E avverte che è difficile che catastrofi simili non accadano più: “A Ischia, come a Giampilieri, in Sicilia, come nelle Marche, le calamità si sono ripresentate a distanza di pochi anni. In questo caso, l’inattività o i ritardi non sono ammissibili”.

Il dissesto idrogeologico è una “emergenza nazionale” alla quale lo Stato ha il dovere di rispondere, scandisce il ministro dell’Ambiente e sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, per “rallentare l’impatto dei cambiamenti climatici sull’ambiente e sulla salute umana, ed evitare l’errore che è stato fatto in precedenza, nel rincorrere l’emergenza“.Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stata prevista una misura specifica di ‘Semplificazione e accelerazione delle procedure per l’attuazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico’ per accelerare sui progetti. A breve, fa sapere Pichetto durante il Question Time della Camera, verranno finanziati 139 interventi, con oltre 350 milioni di euro a carico del bilancio del suo ministero. “Bisogna sottolineare che l’aspetto essenziale non è chi fa cosa, ma come snellire gli aspetti procedurali, stabilendo una corretta ripartizione di competenze e intervenendo in caso di ritardi o omissioni nella realizzazione dei progetti“, insiste.

Sergio Costa, ministro dell’Ambiente nel governo Conte I, che firmò il decreto Genova, propone un “patto di legislatura” col Governo e con tutto il Parlamento per “scrivere insieme una nuova legge sul consumo di suolo“, un tavolo con tutti gli attori istituzionali intorno al quale “si possa lavorare a una legge di vitale importanza e che manca da troppo tempo, per difendere i nostri territori e dare delle risposte concrete ai cittadini“. Respinge le accuse di condono degli abusi di Casamicciola: “Abbiamo sopportato tre condoni edilizi a firma dei governi Craxi e Berlusconi 1985, 1994 e 2003. Ribadisco, abbiamo sopportato tre condoni edilizi, non quattro. Chi afferma il contrario e sostiene che nel 2018, a firma Conte, fu emanato un quarto condono edilizio dice una cosa non vera, né giuridicamente, né tecnicamente ed è tutto dimostrabile. La cancellazione della Struttura di Missione – ripete il vicepresidente della Camera – è stato un atto dovuto in quanto bloccava e burocratizzava per almeno un anno in media ogni carteggio e costava un milione di euro”.

 

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Ischia, cdm giovedì. Pichetto: In un Paese civile non si muore di pioggia

Un Dl ad hoc per potenziare gli aiuti per l’Isola di Ischia in ginocchio. Sarà sul tavolo del consiglio dei ministri, pronto a riunirsi di nuovo giovedì, dopo aver varato lo stato di emergenza domenica scorsa, all’indomani della tragedia che ha fatto già otto vittime accertare, dispersi, feriti e 230 sfollati, che saranno di più nei prossimi giorni.

Il ministro per la protezione civile e il mare, Nello Musumeci, riferisce in Senato giovedì mattina. Il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, chiede all’Aula un minuti di silenzio per le vittime. Le cita tutte, ne elenca nomi ed età, a ricordare che non sono numeri ma vite spezzate. “Non è la prima volta che questa terra meravigliosa e conosciuta in tutto il mondo per le sue bellezze naturali e l’ospitalità della propria gente viene colpita in modo così violento. Ischia è stata più volte colpita da tragedie ambientali, anche per colpa dell’abusivismo edilizio. Ma non è e non deve essere questa la sede né il momento per cercare o accertare le responsabilità“, tiene a precisare. E’ il momento del cordoglio, dunque, e della vicinanza “forte e sincera” che il Senato vuole rendere ai parenti delle vittime.

Parola d’ordine, evitare di rifare gli stessi errori di sempre. Quelli che tornano ciclici, a fare vittime dove vittime non dovrebbero esserci. “Diciamo che in un Paese civile non si dovrebbe morire di pioggia“, tuona il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. “Se accade così – afferma -, spesso significa che, fermi restando gli effetti dei cambiamenti climatici che enfatizzano gli eventi meteo estremi, non si è operato bene a livello di governo centrale, di Regione, di enti locali“.

Torna a spiegare le parole che hanno fatto scalpore, dopo aver detto che farebbe “arrestare” i sindaci e chi ha dato l’autorizzazione ai condoni: “Mi preme chiarire, anche per evitare ulteriori inutili polemiche dinanzi ad una tragedia di tali proporzioni e gravità. Ciò che esattamente intendevo dire è che non è più tempo di passare sopra a illeciti urbanistici che possono trasformarsi in elementi di nuove tragedie“, scandisce. Ci sono abusi e abusi, insiste, “taluni gravi ed altri ancora veniali. Chi ha compiti di vigilanza sul territorio deve evitare che si creino o aggravino situazioni di rischio“.

A Ischia, il 49% del territorio è classificato a pericolosità “elevata e molto elevata per frane nei Piani di Assetto Idrogeologico e sono oltre 13mila gli abitanti residenti nelle aree a maggiore pericolosità per frane. “E’ amaro ricordare che per la ‘messa in sicurezza della zona costiera’ e per ‘la riduzione dell’erosione e la stabilizzazione dei versanti nel comune di Casamicciola’ sono stati stanziati 12 anni fa dal Ministero dell’Ambiente complessivamente 3 milioni e 100 mila euro, ma gli interventi risultano ancora in fase di progettazione“, ricorda Pichetto. La sua è stata una “espressione infelice“, lo difende la premier Giorgia Meloni, “ma che voleva probabilmente sottolineare la necessità che le istituzioni siano chiamate a rispondere delle loro responsabilità”.

Bisogna inasprire le pene per chi non fa il proprio dovere e non riguarda solo i sindaci, “ma chi è chiamato a svolgere funzioni pubbliche, Pichetto è stato frainteso“, fa eco Musumeci. “Noi dobbiamo stare vicino ai sindaci che combattano abusivismo in zone controllate da organizzazioni criminali. Non è facile farlo con disinvoltura. Lì bisogna assicurare sostegno ai sindaci“.
Su Ischia ora “c’è da pregare e da approfondire e non da speculare come qualcuno sta facendo”, taglia corto Matteo Salvini. “Noi contiamo di stare al governo per i prossimi cinque anni – garantisce il vicepremier – e possiamo occuparci anche del dissesto idrogeologico“.

 

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