Lollobrigida si prepara a G7 Agricoltura: tra Piano Mattei e guerra dei dazi con la Cina

Dal palco del Meeting di Rimini, Francesco Lollobrigida si prepara al G7 dell’Agricoltura e della Pesca, che si svolgerà dal 26 al 28 settembre a Ortigia, in Sicilia.

Il primo che non coinvolgerà solo le nazioni più industrializzate, ma sarà innanzitutto un “ponte con l’Africa“, anticipa. Due giorni e mezzo in cui una parte preponderante sarà dedicata al Piano Mattei, al rapporto con i paesi africani, che in qualche modo si intreccia con uno sviluppo che definisce “coerente” del Pianeta, che metta in condizione di rispondere anche alle grandi domande.

Una tra tutte: “Come diamo da mangiare 10 miliardi di persone?“. L’approccio del ministro italiano continua a essere quello in cui alla quantità si aggiunge la qualità. Continua quindi la guerra in Italia e in Europa ai cibi sintetici. Come fare con l’Africa? “Investendo sulle grandi potenzialità del continente“, scandisce. Perché l’Africa ha il 65% delle terre arabili del pianeta e, sottolinea Lollobrigida, “ha i giovani“. L’età media è di 25 anni, significa “forza lavoro e capacità di rigenerazione molto elevata“. La sinergia con i paesi “cosiddetti ‘progrediti’ – dice – può portare a uno sviluppo integrato che mette in condizione in particolare l’Europa di condividere nuovamente una stagione virtuosa di rapporti come Enrico Mattei prevedeva con l’Africa“.

Ma, a livello internazionale, il ministro dovrà gestire anche il nodo della guerra dei dazi tra Unione Europea e Cina che parte dalle auto, ma finisce dritta sugli agricoltori, soprattutto su quelli che si occupano di latte e formaggi. Il settore agroalimentare è preoccupato, più volte nei rapporti tesi con alcuni Paesi, è diventato bersaglio di ritorsioni.

“Se l’Europa colpisce i prodotti industriali, a subire il contraccolpo sono le eccellenze agroalimentari a partire dalle DOP“, tuona il consorzio del Grana Padano, leader mondiale nel consumo con 5.456.500 forme prodotte lo scorso anno e con un export che già nei primi mesi del 2024 è ulteriormente cresciuto, arrivando a rappresentare circa il 50% del prodotto commercializzato. “I dazi ipotizzati dalla Cina contro i prodotti lattiero-caseari dell’Europa zootecnica saranno negativi per l’intero continente e soprattutto per la Francia o altri paesi di forte esportazione in Cina“, osserva il direttore generale del Consorzio di Tutela, Stefano Berni. “Anche l’Italia rischia delle conseguenze, ma in misura meno rilevante – ricorda -. Per il Grana Padano la Cina, pur non avendo raggiunto livelli di importazione del nostro prodotto in quantità rilevanti, è comunque un mercato in decisa crescita e quindi saremmo sicuramente penalizzati”. Sulla vicenda, Berni promette battaglia e chiede di usare anche il palco della ministeriale dei 7 grandi: “Faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità usando anche l’occasione del G7 Agricolo“, annuncia. “Siamo a favore della libera scelta del consumatore, purché sia essa correttamente informata e legata a prezzi corretti che non vengano eccessivamente gravati da dazi di ingresso. Quindi ci batteremo per questo a tutela dei consumatori italiani e mondiali che non devono vedere la loro capacità di spesa compromessa da costi aggiuntivi di derivazione politica oltre a quelli fisiologici dettati dalla qualità dei prodotti posti in vendita“.

Ultimatum Urso a Stellantis: “Risposte veloci o fondi altrove”. Il gruppo: “Governo crei le condizioni”

Il governo ha fatto la sua parte, Stellantis no“. Dal meeting di Rimini, le parole di Adolfo Urso trasudano stanchezza e suonano come un ultimatum per la multinazionale. L’obiettivo di produzione non è stato rispettato e le garanzie per impianti e lavoratori non arrivano. Così come non arrivano risposte sui piani produttivi in Italia, attese “da troppo, lungo, tempo“, scandisce il ministro.

L’inquilino di palazzo Piacentini ricorda che, a giugno dell’anno scorso, Carlos Tavares gli aveva avanzato due richieste: la prima era di di rimuovere l’ostacolo dell’Euro 7 (“ci siamo riusciti, ribaltando la maggioranza in Europa“, rivendica), la seconda di elaborare un piano incentivi commisurato alla produzione in Italia (“abbiamo fatto un piano incentivi da un miliardo”). Entrambe le richieste sono state soddisfatte, la contro-richiesta era di produrre in Italia almeno un milione di veicoli. Così non è stato.

Ma con lavoratori e sindacati col fiato sul collo, il ministro delle Imprese e del Made in Italy non può fare altro: “Stellantis deve dare una risposta e a breve. Se non ci risponde sulla Gigafactory a Termoli, le risorse destinate, provenienti dal Pnrr, saranno dirottare altrove“, assicura. La joint venture ACC (Automotive Cells Company composta da Stellantis, Mercedes e TotalEnergies) aveva infatti concordato con i sindacati l’obiettivo di assumere i dipendenti Stellantis presenti nel comune molisano in via prioritaria per il nuovo stabilimento in cui si produrranno batterie elettriche.

Urso non risparmia frecciate ai vertici del gruppo, recentemente sommersi dalle polemiche sugli stipendi da capogiro dei manager. “Io credo che un po’ responsabilità sia in vostra“, ironizza con gli organizzatori del Meeting. “Se aveste invitato il Tavares, forse avrebbe compreso meglio cosa significa a fare impresa sociale, perché io penso che il compenso dei manager dovrebbe essere commisurato non soltanto ai dividendi degli azionisti, ma anche alla sostenibilità sociale del Paese, agli occupati che impiega“, affonda. In altre parole, come ripete spesso, “profitto sì, ma non a tutti i costi“.

La risposta di Stellantis non si è fatta attendere. Il gruppo, infatti, “rimane concentrato sull’esecuzione del piano per l’Italia per i prossimi anni, già comunicato ai partner sindacali, che include progetti importanti come quello per Mirafiori 2030”. Sostanzialmente, l’obiettivo “è quello di lavorare insieme a tutte le parti interessate per affrontare i principali impatti dell’elettrificazione e della crescente concorrenza nel contesto di un mercato europeo che è ben al di sotto dei livelli pre-pandemia e che non consentirà alla produzione di tornare a crescere immediatamente come la nostra industria sta affrontando a livello globale in Europa”.

Poi, la stoccata all’esecutivo. “È essenziale che tutti gli attori della catena del valore, compreso il Governo – è l’affondo di Stellantis – contribuiscano a creare le giuste condizioni per la competitività, la dinamica del mercato e anche per la tranquillità, indispensabili per realizzare la transizione epocale che la mobilità sta vivendo”.

Per quanto riguarda ACC per Termoli, il gruppo assicura che “attualmente sta potenziando il progetto della Gigafactory, oltre a quella in Germania, al fine di introdurre una nuova tecnologia per la produzione di celle e moduli, in modo da essere in linea con l’evoluzione del mercato”. Da parte di Stellantis, “sono state prese diverse decisioni per aumentare il carico di lavoro dei componenti ibridi a Termoli”.

Stellantis è al momento l’unico produttore in Italia. “Da lì dobbiamo partire, ma sappiamo che non basterà“, afferma Urso, che non ha mai negato di essere in trattativa con altre case automobilistiche interessate a produrre in Italia. “Un’unica casa – sottolinea il ministro – non può fornire a un Paese comunitario tanti modelli da soddisfare tutte le esigenze che noi speriamo che produca“. Per sostenere la filiera dell’automobile, “serve almeno un altro produttore”, perché, insiste, “si deve raggiungere un livello produttivo di almeno 1.400.000, 1.500.000 di autoveicoli prodotti e non solo assemblati nel nostro Paese“.

Accanto, Luigi Sbarra rincara la dose: “Aspettiamo qualche segnale preciso da Stellantis, tirare troppo la corda è pericoloso“, chiosa. Per il segretario generale della Cisl, tutti gli stabilimenti italiani sono in questo momento in sofferenza: “C’è sofferenza a Melfi, paura a Mirafiori e Cassino, c’è difficoltà a Pomigliano“. La richiesta al Gruppo è di presentare un progetto “chiaro” di visione industriale e dare garanzie sugli occupati. Quella al governo è di “accelerare” sull’accordo trilaterale, perché “incertezza e silenzio non sono più tollerabili. Mentre il medico studia, il malato rischia di morire“.

Meeting Rimini al via da domani al 25/8: energia, acqua e IA tra i temi

Torna, da domani 20 agosto a domenica 25 agosto, il Meeting di Rimini, organizzato come ogni anno da Comunione e Liberazione. Ventitrè padiglioni ospiteranno l’evento, distribuiti su una superficie di circa 120mila metri quadrati, decorati con 1.500 piante, tra le quali 63 betulle alte fino a 4 metri.

Per gli allestimenti, saranno impiegati 7mila mq di legno e 3.580 metri lineari di legno listellare. Sei piazze-giardino arricchiranno gli spazi, mentre gli uffici occuperanno 5mila metri quadrati. Centrale l’attenzione all’ambiente: 250 chili di plastica PET saranno raccolti grazie alla collaborazione tra il Meeting e Coca Cola e sono già stati installati 5 eco-compattatori.

Dall’energia alla tutela dell’acqua, passando per le sfide della transizione ecologica e digitale, sono tanti gli appuntamenti green in programma, che coinvolgeranno esponenti del governo, del mondo universitario, della ricerca, delle imprese.

Domani, 20 agosto, alle 17 si terrà l’appuntamento ‘Come conservare, utilizzare e condividere una risorsa così preziosa come l’acqua?‘, si parlerà della risorsa idrica a 360 gradi, dall’utilizzo personale a quello industriale fino alla gestione del bene, presente in modo non omogeneo sul territorio.

Mercoledì 21 agosto sarà la volta di ‘Social e intelligenza artificiale: non serve lo schermo per crescere smart‘, alle 12. Si parlerà di come la società sia mediata nell’interazione da dispositivi digitali connessi a servizi complessi e opachi, gestiti da imprese globali. Un dialogo tra un informatico, uno psicologo dell’età evolutiva e un esperto di educazione digitale, per far luce sul compito educativo.
Alle 19 si discuterà di solidità dei nodi e mobilità delle reti con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini; Arrigo Giana, amministratore delegato Atm; Marco Piuri, direttore generale Fnm Group; Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci; Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato Rfi; Roberto Tomasi, amministratore delegato Autostrade per l’Italia. Si parlerà del collegamento tangibile tra le infrastrutture fisiche (con i suoi nodi e le sue peculiarità morfologiche) e le reti di relazioni locali che compongono le comunità e che costituiscono vere e proprie reti di prossimità, resilienti e solidali.

Giovedì 22 agosto, alle 12, sarà la volta di ‘Made in Italy e filiere produttive‘, con il ministro delle Imprese, Adolfo Urso; Francesco Maria Chelli, presidente Istat; Andrea Dellabianca, presidente Compagnia delle Opere; Maria Porro, presidente Salone del Mobile; Luigi Sbarra, segretario generale Cisl. Focus sulle filiere composte da grandi aziende capaci di operare globalmente, che a loro volta coinvolgono piccole e medie imprese locali con elevate capacità produttive: un sistema combinato che favorisce lo sviluppo del Made in Italy. Ma l’attuale tendenza a coinvolgere produzioni estere poco controllate mette a rischio le condizioni di lavoro. Lo sviluppo sul territorio italiano permetterebbe un maggiore controllo della filiera e una qualità superiore, sebbene a costi più elevati. Nel panel si parlerà quindi dell’importanza di identificare ciò che rende il Made in Italy di qualità e di sanzionare chi non rispetta le regole del lavoro.
Alle 13, al centro dei lavori ci sarà ‘La sicurezza energetica del Mediterraneo‘, con Mario Antonio Scino, capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica; Gianna Elisa Berlingerio, direttrice del dipartimento sviluppo economico della Regione Puglia; Marco Bernardi, presidente Illumia; Fabrizio Iaccarino, responsabile Affari istituzionali Italia Enel; Gaetano Mazzitelli, Chief Commercial & Regulatory Officer di Snam; Carla Napolitano, responsabile Innovazione all’interno della Direzione Strategia, Digitale e Sostenibilità Gruppo Terna. Sul tavolo, il problema di resilienza dell’attuale sistema energetico dovuto alle scosse geopolitiche. In questo contesto, il ruolo dell’Italia risulta potenzialmente decisivo soprattutto in chiave europea, con l’obbiettivo dell’attuale esecutivo di rendere l’Italia l’hub energetico del Mediterraneo. Questi shock si sono inseriti all’interno di un faticoso percorso di transizione, in cui da un lato sarà necessario il ruolo del gas come bridge fuel, ma dall’altro sarà prevedibile aspettarsi un’impennata della domanda per le materie prime necessarie affinché gli obiettivi ambientali possano essere conseguiti. In questo senso, solo gli Stati in grado di agganciarsi alla nuova catena di approvvigionamento per la transizione saranno quelli destinati a subire minori costi, altri, al contrario, rimarranno indietro e ne pagheranno ben più elevati.
Alle 15, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sarà sul palco con mons. Vincenzo Paglia, presidente Pontificia Accademia per la Vita e Bernhard Scholz, presidente Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli ETS per il tavolo ‘Percorsi di pace‘: un confronto su questioni cruciali legate alla pace e alla cooperazione internazionale, con l’obiettivo di promuovere una maggiore comprensione reciproca e di individuare azioni concrete per costruire un mondo più sicuro e solidale. Dal Meeting verrà lanciato un messaggio al mondo intero: un messaggio di amicizia fra i popoli, essenziale oggi più che mai.
Nello stesso giorno, alle 17, si tornerà a parlare di IA nel panel ‘Strumento o limite per la libertà?‘ con Paolo Benanti, docente Pontificia Università Gregoriana di Roma, esperto di bioetica, etica delle tecnologie e human adaptation, membro del New Artificial Intelligence Advisory Board dell’Onu, presidente commissione per l’Intelligenza Artificiale; Mario Rasetti, professore Emerito di Fisica Teorica del Politecnico di Torino e presidente del Scientific Board di Centai; Luca Tagliaretti, direttore esecutivo del Centro europeo di competenza sulla cyber-sicurezza. Ci si chiederà se l’Intelligenza artificiale cambierà il mondo e se lo cambierà in meglio o in peggio. Lo stesso Papa Francesco ha dedicato al tema dell’Ia il suo messaggio per la pace di quest’anno e ha ripetuto il suo pensiero davanti ai capi di stato del G7 in Puglia. Come ogni novità prodotta dall’ingegno umano anche l’IA può essere un fattore di crescita e sviluppo ma, allo stesso tempo, come ogni occasione in cui la potenza dell’uomo cresce, occorre che cresca proporzionalmente la sua responsabilità.

Venerdì 23 agosto, alle 13, salirà sul palco della Sala Conai il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per il panel ‘Qual è l’essenziale nella sostenibilità?‘. Con lui, Stefano Berni, direttore Generale Consorzio di Tutela del Grana Padano; Igor Boccardo, amministratore delegato Leone Alato Gruppo Generali; Fabrizio Gavelli, presidente e amministratore delegato Danone Italia. L’ambito di analisi sarà quello del settore agroalimentare e dell’equilibrio tra innovazione e tradizione. Dirigenti di imprese da sempre impegnate nella sostenibilità come Danone, Leone Alato e Grana Padano, insieme al Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste discuteranno di come promuovere pratiche che preservino la biodiversità, riducano l’impatto ambientale e garantiscano il benessere delle comunità locali. La collaborazione tra industria, agricoltura e istituzioni è cruciale per un futuro alimentare responsabile e rigenerativo.
Alla stessa ora, nell’Auditorium Isybank, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, parteciperà all’incontro ‘Il primo capitale dell’impresa è la persona’. Con lui sul palco Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo; Elena Bonetti, deputata al Parlamento Italiano, Azione; Andrea Gnassi, deputato al Parlamento Italiano, PD; Maurizio Lupi, presidente Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà; Marco Osnato, presidente VI Commissione Finanze Camera dei Deputati, FdI. Mentre l’investimento in macchinari può essere ammortizzato, formare i lavoratori è un onere solo delle imprese. L’Intergruppo sta introducendo novità legislative che permettano di superare questo gap rendendo più attuale anche in Italia la formazione continua.
Alle 15 si tornerà a parlare di energia nel panel ‘Transizione: costi e competitività‘, con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin; Ignazio Capuano, presidente Conai; Francesco Gattei, Chief Financial Officer (CFO) Eni; Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura; Maximo Ibarra, amministratore delegato Engineering; Fabrizio Palermo, amministratore delegato Acea; Roberto Sancinelli, presidente Montello spa. Si parlerà di come fornire soluzioni al cambiamento climatico e rispondere adeguatamente a un contesto macroeconomico sfavorevole. Si tratterà di comprendere quale sia il prezzo sociale che si è disposti a pagare per limitare l’aumento della temperatura del pianeta entro 1,5°C. La direzione di questo cammino, che non può non partire dall’industria energetica, dipende dalla spinta impressa da governi e decisori pubblici nel trovare soluzioni capaci di conciliare tutte le esigenze in campo.
Alle 17 sarà la volta di Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia, che discuterà con Lorenza Violini, professoressa di Diritto costituzionale di Milano di ‘Europa: tra crescita e incertezze’: di come in altri termini il tramonto della globalizzazione e le crescenti incertezze richiedano un ripensamento profondo del modello di crescita e dell’assetto istituzionale dell’Unione Europea. Le recenti emergenze hanno spinto le istituzioni europee a intraprendere numerosi interventi di politica economica, dimostrando quanto sia fondamentale l’interdipendenza tra la dimensione politica, economica ed istituzionale per lo sviluppo dell’Europa intera.

Sabato 24 agosto, alle 13, si terrà ‘Cantiere Europa‘, panel con Carlo Fidanza, capo delegazione FdI del Gruppo ECR; Pina Picierno, vicepresidente Parlamento europeo; Massimiliano Salini, vicepresidente del Gruppo PPE; Antonella Sberna, vicepresidente Parlamento europeo. Sarà un’occasione di confronto e dialogo in cui approfondire le linee culturali, sociali ed economiche del futuro dell’Unione europea. Tra i temi, le sfide dell’intelligenza artificiale e i nuovi equilibri internazionali.
Sempre alle 13, ci sarà ‘Mobilità e Reti‘ con Alfredo Maria Becchetti, presidente Infratel; Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti; Pierluigi Di Palma, Presidente ENAC. Si farà il punto sul nesso tra infrastrutture e trasporti attraverso l’esperienza di grandi player del settore.

Domenica 25 agosto, alle 17, si parlerà di ‘Mercato unico, euro e Pnrr‘ con Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei; Piero Cipollone, membro comitato esecutivo Banca Centrale Europea; Enrico Letta, estensore del Rapporto strategico sul Mercato unico europeo. Le elezioni europee sono alle spalle ma le domande sul futuro dell’Europa e dell’Italia sono tutte aperte: al centro del dibattito lo sviluppo economico caratterizzato dal mercato unico, dall’euro governato dalla banca Centrale europea e dal grande piano di investimento del Next generation.

Lollobrigida: “Sicurezza alimentare è centrale, assicurare buon cibo a tutti”

Lo sviluppo di un Paese o di un continente, passa anche dalla sicurezza alimentare, che oggi è “centrale. Ne è convinto Francesco Lollobrigida, che dopo aver incontrato in mattinata i pescatori di Goro, insieme al viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami, per rassicurarli sul problema del distruttivo granchio blu (“bisogna contrastare l’eccessiva presenza e indurre al consumo“), mentre l’Emilia-Romagna pressa per avere la dichiarazione dello stato di emergenza, dal palco del Meeting di Rimini tocca, poi, diversi argomenti che riguardano l’agroalimentare italiano ed europeo. “Il nostro sistema di sviluppo parte da un presupposto: il cambio di epoca nella quale viviamo – dice il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste -. Per anni abbiamo vissuto di certezze su questo Pianeta, che ci hanno fatto fare delle scelte, terminate però improvvisamente“. Vedi alla voce pandemia e guerra di aggressione russa in Ucraina. Se con il Covid “eravamo certi della libertà e a un certo punto abbiamo scoperto che si può perdere, anche senza aver commesso reati“, il conflitto ci ha fatto scoprire “che si può perdere anche la certezza di approvvigionamenti, se ci si affida a nazioni instabili come forniture rinunciando alla propria produzione, rischiando di avere un uomo solo al comando che decide di cancellare le tue fonti di approvvigionamento, il tuo modello di sviluppo, il tuo modello di civiltà e quindi anche la tua libertà di decidere“.

Dunque, ecco che torna il concetto: “La sicurezza alimentare è certezza di approvvigionamento, è ricerca della possibilità di soddisfare delle criticità legate all’aumento demografico del pianeta“. Ma, avverte Lollobrigida, la risposta “non può essere ‘dare cibo a tutti’, ma essere in grado di dare buon cibo a tutti: questa è la sfida sulla quale l’Italia può essere protagonista, ovviamente non da sola“. In questo senso le parole del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, suonano come un vero e proprio campanello d’allarme: “I cittadini del mondo aumentano, saremo 10 miliardi da qui ai prossimi 20 anni e, secondo i dati dell’Ocse, dovremo produrre di più, soprattutto in termini di generi alimentari. Si stima un aumento del 30% della produzione agricola a livello globale“. Per centrare l’obiettivo, però, serve “la digitalizzazione dell’agricoltura“. Secondo Giansanti “è possibile produrre di più preservando le risorse naturali” mettendo “a sistema quella mole di dati che oggi gli agricoltori producono e condividendoli nel sistema generale”, oltre all’utilizzo “dei migliori strumenti che la tecnologia offre: da quelle di evoluzione assistita fino ai satelliti“. In questo modo “si potrà diminuire l’utilizzo di acqua del 20-25%, dei prodotti fitosanitari del 10%, dei fertilizzanti del 15% e delle macchine dal 4 all’8%, con un minor utilizzo anche di gasolio“.

Certo, l’export sarà fondamentale. Così come prepararsi ad affrontare le sfide geopolitiche, che condizionano anche l’economia. “Il bombardamento dei depositi dei silos del grano ucraino sta portando un aumento della capacità produttiva russa, anno su anno, del 36%, si prevede che l’anno prossimo la Russia sarà il primo esportatore di cereali a livello mondiale, con una quota di mercato del 25%“, sottolinea infatti il presidente di Confagricoltura.

L’Italia sta cercando di trovare vie alternative con il Piano Mattei, che non riguarda solo l’energia, ma anche la cooperazione agroalimentare con un continente ricco di materie prime e potenzialità. “Enrico Mattei ha piantato nel deserto una idea” di sviluppo e collaborazione con “che oggi abbiamo ripreso e proveremo a sviluppare, proprio attraverso un progetto che ha una visione strategica e non solo l’utilizzo di denaro a pioggia“, spiega il responsabile del Masaf. Chiarendo l’obiettivo: “Far crescere le nazioni in difficoltà, per garantire sicurezza alimentare, senza cambiare il modello di civiltà al quale siamo stati educati e al quale crediamo ancora“.

Anche sulla dieta mediterranea Lollobrigida ha idee decisamente chiare. La cucina italiana è candidata a Patrimonio Unesco perché “difendere il buon cibo, difendere la qualità è anche una questione di civiltà e di rispetto di un modello di sviluppo che mette le persone tutte sullo stesso piano e non si lascia condizionare esclusivamente dal loro potere d’acquisto“. Il ministro usa l’esempio degli Stati Uniti: “Sono un grande popolo, ma sul mangiare non possono insegnarci nulla. Da loro – continua – c’è un differente modello di educazione alimentare, mentre il nostro è interclassista. Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi perché, cercando dal produttore l’acquisto a basso costo, comprano qualità“. La sfida del futuro passa anche (soprattutto) dal fattore alimentare.