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INFOGRAFICA INTERATTIVA Carburanti, Mimit: In calo prezzi di benzina e diesel in autostrada

Nella mappa INTERATTIVA di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. L’Alto Adige resta la zona più cara d’Italia con la benzina a 1,905 euro/litro, mentre Marche e Veneto sono le regioni più economiche, con la benzina a 1,847 euro/litro.

Auto, scintille Urso-Tavares. Il ministro: “Se vogliono lo Stato in Stellantis lo chiedano”

Il Piano Ecobonus per il 2024 c’è e vale quasi un miliardo di euro. Ma i rapporti tra il ministero delle Imprese e Stellantis restano tesi. La causa, questa volta, è un’intervista che il Ceo Carlos Tavares rilascia a Bloomberg prima del vertice al ministero. Sostiene che il mercato dell’elettrico in Italia valga molto poco perché i governi, finora, non lo hanno sovvenzionato abbastanza. E che Stellantis sia stata utilizzata dall’esecutivo come “capro espiatorio” davanti ai lavoratori in bilico e agli stabilimenti a rischio, per “evitare di assumersi la responsabilità“.

Negli incontri che ho avuto con Tavares e la proprietà Elkann, è stato chiesto un impegno a cambiare la normativa Euro7, cosa che il governo ha fatto. Ci avevano anche chiesto un impegno sugli incentivi e l’abbiamo mantenuto“, ricorda Urso. Poi affonda: “Se Tavares richiede che l’Italia faccia come la Francia, che ha cambiato la sua partecipazione statale in Stellantis, ce lo chieda e possiamo ragionare insieme”. Il Piano, che stanzia risorse per 950 milioni per gli incentivi per l’acquisto di auto a basse emissioni inquinanti, va in tre direzioni, “convergenti“, spiega Urso: sostenibilità ecologica, sociale e produttiva. Primo obiettivo è stimolare la rottamazione delle auto altamente inquinanti, l’euro 0, 1 2 e 3, che sono ancora il 25 per cento del parco circolante in Italia. C’è poi quello di incentivare la produzione, che negli ultimi anni si è drasticamente ridotta, “malgrado gli incentivi predisposti che sono andati prevalentemente, sino all’80 per cento, a vetture prodotte in stabilimenti esteri, anche della stessa Stellantis”, fa notare Urso. Infine, tra gli obiettivi, c’è quello di aiutare soprattutto le famiglie con redditi bassi, attraverso un sistema graduale che prevede agevolazioni più significative per i nuclei con ISEE fino a 30mila euro. Così facendo, la produzione di auto in Italia dovrebbe crescere nel 2024. Se così non fosse, però, “se quest’anno il trend non dovesse cambiare, nonostante le ingenti risorse che stiamo mettendo in campo“, avverte il ministro, “destineremo le ulteriori risorse del ‘fondo automotive’ esclusivamente a sostegno della nostra filiera e a incentivare nuovi stabilimenti produttivi nel nostro Paese”.

Di “traguardo importante” parla Davide Mele, responsabile Corporate Affairs di Stellantis Italia, che prende parte al tavolo. Chiede di far capire a tutti che “dall’elettrico non si torna indietro“, e conferma “l’obbiettivo comune, insieme al Governo, alla filiera, ai sindacati e a tutti coloro che vivono tutti i giorni questo settore, di sostenere la produzione di veicoli in Italia nei prossimi anni con l’ambizione di raggiungere anche il famoso milione di veicoli (auto e veicoli commerciali, precisa) nel piano DF2030“. Quanto alla questione degli stabilimenti, però, anche lui però tiene a precisare che la produzione è “strettamente correlata alla domanda di mercato“: “In base alla domanda dei clienti, noi produciamo le auto e non il contrario. Ecco perché è fondamentale stimolare la domanda con auto a prezzi accessibili. L’accessibilità è data dagli sforzi congiunti di Stellantis e dei suoi fornitori per garantire che i clienti possano acquistare le nostre Auto, fornendo così attività e posti di lavoro ai nostri stabilimenti”, scandisce.

A margine del Tavolo, Urso incontra i lavoratori della logistica dello stabilimento di Melfi, in presidio davanti alla sede del dicastero, rimasti senza lavoro in seguito alla disdetta dei contratti. I sindacati non sembrano soddisfatti del tavolo: “Un piano di soli incentivi non basta. Incentivare la domanda dovrebbe essere l’atto finale di una politica industriale sul settore dell’automotive nel suo complesso“, fanno notare Samuele Lodi e Maurizio Oreggia di Fiom-Cgil. Lamentano una mancanza di garanzie sull’occupazione e sulla produzione nei siti italiani di Stellantis e nelle aziende della filiera della componentistica: “I cinque tavoli tecnici-tematici sull’automotive non hanno ancora prodotto risultati da questo punto di vista. Le risorse pubbliche devono essere vincolate a garanzie per l’occupazione e all’aumento dei volumi produttivi, a partire dall’incremento di produzioni di auto mass market, lo stesso impianto di incentivi non è una garanzia rispetto all’aumento delle produzioni nel nostro Paese“. È positivo che siano stati varati i nuovi incentivi per i veicoli elettrici, ma “pensiamo che gli incentivi dovrebbero essere maggiormente finalizzati alla risoluzione dei problemi dei lavoratori“, fanno eco Rocco Palombella e Gianluca Ficco di Uilm, che chiedono a Stellantis una “dimostrazione di forte responsabilità sociale, nei confronti dei propri dipendenti e di quelli dell’indotto“. La speranza delle parti sociali per tutelare davvero gli stabilimenti in Italia è che, nel rapporto con il gruppo, il Governo passi “da una polemica confusa a una proposta concreta“.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Prezzi di benzina e gasolio ancora in aumento

Nella mappa INTERATTIVA di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy che vengono rilasciati ogni giorno. La Calabria diventa la regione più cara d’Italia (1,853 euro/litro), mentre le Marche restano la regione più economica, con la benzina a 1,798 euro/litro, comunque in aumento.

INFOGRAFICA INTERATTIVA Prezzo del carburante: Alto Adige e Basilicata le più care

Nella mappa interattiva di GEA vengono mostrati i prezzi medi del carburante regione per regione. Si può scegliere quale tipologia di carburante visualizzare e fare così un confronto tra le varie regioni. I dati sono quelli del Ministero delle imprese e del Made in Italy (Mimit) che vengono rilasciati ogni giorno. La benzina più cara in media è in Alto Adige e Basilicata a 1,846 euro al litro. La più economica è in Veneto a 1,789 euro al litro.

Mimit istituisce Tavolo sviluppo automotive: si insedierà il 6/12

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha istituito, d’intesa con Stellantis, al termine di un confronto nel merito su obiettivi e modalità, il ‘Tavolo Sviluppo Automotive’, a cui parteciperanno azienda, Regioni, sindacati e Anfia. Il tavolo, che si insedierà il 6 dicembre, avrà come principali obiettivi aumentare i livelli produttivi negli stabilimenti italiani, consolidare i centri di ingegneria e ricerca, investire su modelli innovativi, riqualificare le competenze dei lavoratori e sostenere la riconversione della componentistica. Il ‘Tavolo Sviluppo Automotive’ consentirà un confronto continuativo, trasparente e inclusivo tra tutti gli attori, con la partecipazione di Stellantis, dei presidenti delle Regioni sede di stabilimenti dell’azienda – Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Piemonte ed Emilia-Romagna – delle organizzazioni sindacali e di Anfia, che rappresenta le imprese della componentistica.

L’istituzione del Tavolo risponde agli obiettivi indicati nel protocollo d’intesa Mimit-Anfia, sottoscritto il 18 ottobre, e alle sollecitazioni più volte emerse nelle riunioni con le istituzioni regionali, con i sindacati e con le associazioni di impresa.

Con la partecipazione al Tavolo, l’Azienda ribadisce il proprio forte impegno nei confronti del Paese e la volontà di creare le condizioni per mantenere il ruolo di leader dell’Italia al centro della strategia di Stellantis. Siamo pronti a continuare questo viaggio con le parti interessate per trovare insieme una visione condivisa che si concentri sulla competitività nazionale in tutti i suoi aspetti”, commenta un portavoce di Stellantis. Che però sottolinea quali sono le criticità e le necessità per il futuro: “Per raggiungere le diverse ambizioni e sostenere il mercato automobilistico sono però necessari specifici fattori abilitanti, come il rinvio o la rimozione della normativa (Euro 7) che impedisce la continuazione della produzione di modelli a prezzi accessibili in Italia, gli incentivi alla vendita di veicoli elettrici e la rete di ricarica per sostenere i clienti e il miglioramento del costo dell’energia per sostenere la competitività industriale di Stellantis e dei fornitori italiani. Il fattore chiave di successo del Tavolo che si insedierà è che ogni stakeholder abbracci il cambiamento necessario a 360°, in modo proattivo e sincero, a beneficio dell’industria automobilistica italiana e dei clienti italiani nella transizione verso l’elettrificazione del nostro settore”.

Contro inflazione parte tavolo permanente beni di largo consumo

A 15 giorni dall’avvio del Trimestre Anti Inflazione, Adolfo Urso istituisce al Mimit il tavolo permanente dedicato ai settori della distribuzione, del commercio e dell’industria dei beni di largo consumo. “Possiamo dirci soddisfatti per diversi motivi, che ci indicano che abbiamo imboccato la strada giusta nel contrasto al caro vita“, rivendica.

Dopo la sigla delle 32 associazioni di tutta la filiera, 30mila negozi tra esercenti, commercianti e punti vendita della grande distribuzione in tutta Italia hanno deciso di aderire al patto, “garantendo ai cittadini la possibilità di accedere a un paniere calmierato di prodotti di alta qualità, con importanti brand del Made in Italy e internazionali – ricorda Urso – che hanno deciso di associarsi a questo sforzo comune del Sistema Italia”.

Al tavolo oggi hanno partecipato 14 associazioni del settore del commercio e della distribuzione e 18 associazioni dei settori industria, agricoltura, artigianato e cooperative.

Attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti nella lotta all’inflazione abbiamo riaffermato il ruolo delle rappresentanze sociali in Italia”, spiega il ministro. Durante la riunione, il titolare del dicastero di via Veneto anticipa l’intenzione di proseguire nelle politiche di sostegno al potere di acquisto per i ceti medio-bassi, delle famiglie, dei pensionati e dei lavoratori “attraverso ogni sforzo che possiamo mettere in campo“.

A partire dalla Legge di Bilancio, con il taglio al cuneo fiscale, le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici, la perequazione delle pensioni e le misure per le famiglie e per l’occupazione femminile. Provvedimenti con cui, osserva, “si contrasta l’inflazione e si rilanciano i consumi, a beneficio del sistema produttivo“.

Nella stessa direzione del Patto anti-inflazione, il governo ha previsto il rifinanziamento per il 2024 della carta ‘Dedicata a Te‘, a sostegno dei consumi. C’è stato poi, in sostegno alle aziende, il rinvio delle Sugar e Plastic Tax, che, secondo Urso, “avrebbe indotto la filiera a intervenire sui prezzi, facendoli incrementare a discapito degli utenti finali“.

Il confronto è stato “importante“, secondo Federdistribuzione, per individuare interventi che aiutino a creare le condizioni a sostegno dell’efficienza del settore, “impegnato a contrastare gli effetti derivanti dagli aumenti dei costi e dall’instabilità dei mercati delle materie prime e dell’energia“. Per Carlo Alberto Buttarelli, presidente della federazione, occorre intervenire sui fattori che rischiano di pesare sui bilanci delle imprese e mettere in condizione le imprese della distribuzione di continuare a investire, “come leva di sviluppo di cui può avvantaggiarsi l’intero sistema economico del Paese e soprattutto per far fronte alle sfide di un mercato in continua e rapida evoluzione”.

Benzina verso 2 euro, rialzi non si fermano. Ministero: Pesano accise

Non si ferma la corsa dei carburanti. Nella settimana dal 7 al 13 agosto, secondo l’Osservatorio carburanti del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il prezzo della benzina è aumentato a 1,939 euro al litro (+9,82 millesimi rispetto alla precedente settimana), così come quello del diesel a 1,827 euro/litro (+3,13 centesimi).

Si tratta di quotazioni in modalità self-service, quindi il servito è abbondantemente già sopra la soglia psicologica dei 2 euro al litro, che aveva preoccupato l’Italia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina un anno e mezzo fa. “Per il sedicesimo giorno consecutivo hanno subito un aumento”, commenta Fegica, una delle associazioni che rappresentano i gestori di impianti di carburanti. Per cui “il cartello dei prezzi medi, imposto ai distributori dal governo, nulla ha potuto, né ha mai avuto alcuna possibilità di farlo, contro gli aumenti dei prezzi dovuti ai valori in ascesa dei mercati internazionali dei prodotti. Al contrario si può cominciare ad intravedere il concretizzarsi di quel pericolo di cui l’Antitrust aveva a più riprese informato il Governo: l’esposizione dei prezzi medi non è solo inutile, ma rischia di essere controproducente. C’è quindi bisogno di interventi seri sia in prospettiva, con una riforma strutturale del settore, sia nell’immediato. I prezzi dei carburanti sono ormai al medesimo livello di quando il Governo Draghi decise di tagliare le accise”, sottolinea Fegica in una nota.

Nel dettaglio, calcola Figisc-Confcommercio (altra associazione dei gestori di stazioni di servizio), la media dei prezzi medi delle regioni per la benzina è cresciuta di +0,029 euro/litro, con un massimo di +0,038 (regione Molise) ed un minimo di +0,020 (regione Friuli Venezia Giulia), con un valore medio iniziale al 1° agosto di 1,920 euro/litro (con un massimo di 1,945 euro/litro per la provincia autonoma di Bolzano e un minimo di 1,891 per la regione Marche), ed un valore medio finale al 16 agosto di 1,949 euro/litro (con un massimo di 1,974 euro/litro per la provincia autonoma di Bolzano e un minimo di 1,924 per la regione Veneto).

Per quanto riguarda il diesel, sottolinea Figisc, “la media dei prezzi medi delle regioni è cresciuta di +0,072 euro/litro, con un massimo di +0,083 (regione Molise) ed un minimo di +0,065 (regione Sardegna), con un valore medio iniziale al 1° agosto di 1,776 euro/litro (con un massimo di 1,804 euro/litro per la provincia autonoma di Bolzano e un minimo di 1,751 per la regione Marche), ed un valore medio finale al 16 agosto di 1,848 euro/litro (con un massimo di 1,978 euro/litro ancora per la provincia autonoma alto-atesina e un minimo di 1,822 per la regione Marche)”.

Una nota del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, ha voluto precisare “che il prezzo industriale della benzina, depurato dalle accise, è inferiore rispetto ad altri Paesi europei, come Francia, Spagna e Germania. Il prezzo alla pompa è, oggi rispetto alla giornata di ieri, sostanzialmente stabile e maggiore di 0,02-0,04 euro rispetto alla rilevazione di domenica. Si nota quindi un rallentamento del trend degli aumenti, dovuti alla crescita delle quotazioni internazionali, che si erano osservati nell’ultimo mese, a dimostrazione di come sia stata efficace in questi mesi l’azione del monitoraggio del Mimit e, a partire dal mese di agosto, lo strumento dell’esposizione del prezzo medio regionale che consente ai consumatori di scegliere dove rifornirsi, in trasparenza e consapevolezza“.

Il ministero ha poi sottolineato che le quotazioni internazionali medie della scorsa scorsa settimana mostrano, rispetto al mese precedente, aumenti analoghi a quelli del prezzo alla pompa. “Insomma, è falso quanto affermano alcuni esponenti politici che il prezzo di benzina e gasolio sia fuori controllo, anzi è vero il contrario: l’Italia ha fatto meglio di altri Paesi europei”, ha aggiunto. “Peraltro, appare davvero strano che se la prendano con una misura risultata pienamente efficace che ha consentito, in un sistema di mercato, di contrastare la speculazione, dando piena trasparenza e quindi consapevolezza e capacità di scelta al consumatore. Sono contrari anche alla trasparenza?“, conclude la nota. Se il tema è quello delle accise, proprio il “governo ha inserito una clausola ‘taglia accise’ collegata però ad un livello di prezzo troppo alta per essere funzionale nelle presenti condizioni di emergenza”, aggiunge la Fegica che conclude: “E’ arrivato il momento che il Governo abbandoni slogan e giustificazioni poco credibili e prenda seriamente in esame l’ipotesi di mettere le mani sulla tassazione dei carburanti, fosse pure temporaneamente”. Per tagliare le imposte sui carburanti, in base al meccanismo della cosiddetta accisa mobile, il prezzo dovrebbe aumentare “in misura pari o superiore, sulla media del periodo (un paio di mesi, ndr), a due punti percentuali rispetto esclusivamente al valore di riferimento, espresso in euro” e che viene indicato nel Def. Ecco, nel Documento di Economia e Finanza il petrolio viene stimato a 82,3 euro per il 2023 cioè 89,84 dollari al cambio attuale. La quotazione del Brent però è attualmente attorno a 85 dollari al barile. Sotto dunque la soglia stabilita dal Def.

Stellantis pronta a confronto con sindacati. Accordo con Mimit a settembre

Un tavolo Stellantis e un piano prima dell’accordo di programma per aumentare la produzione in Italia condivisi con le parti sociali. Tutti saranno coinvolti, assicura il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, nella riunione sul comparto automotive con le organizzazioni sindacali. L’accordo però slitta rispetto alle previsioni del ministro, che più volte aveva parlato di un’intesa da chiudere entro la prima metà di agosto.

Il Tavolo Stellantis, composto da Mimit, azienda, sindacati, Regioni e Anfia, sarà finalizzato alla sottoscrizione, entro la fine dell’anno, di un accordo di programma che abbia un orizzonte al 2030.
Le richieste di confronto trilaterale che i sindacati avevano avanzato alla fine dell’incontro di oggi, sono state accolte. Anche l’azienda conferma il “forte impegno nei confronti del Paese” e di avere instaurato con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy un “dialogo dinamico e costruttivo“.

Siamo pronti a proseguire, dopo la pausa estiva, un cammino, anche con le parti sociali e le organizzazioni di categoria, che si basa su un processo chiaro e su una visione condivisa sul percorso da seguire“, fa sapere Stellantis, che si dice convinta della necessità di “costruire un progetto globale per l’Italia che tenga conto di diversi fattori come le previsioni di mercato, l’accessibilità economica delle auto per i clienti italiani, l’impatto di normative come l’Euro 7 e gli incentivi per mantenere la competitività nazionale come il costo dell’approvvigionamento energetico e le agevolazioni per l’acquisto delle vetture“.

Il piano di lavoro, in via di definizione, potrà essere sottoscritto entro il mese di settembre e sarà articolato seguendo l’incremento dei volumi di produzione dei veicoli così come il consolidamento dei centri di ingegneria e ricerca e sviluppo, rafforzando la presenza in ambiti a elevate potenzialità di sviluppo sia nel breve che nel medio-lungo periodo. L’attenzione sarà anche all’ efficientamento degli impianti, per migliorarne la competitività in termini di costo del lavoro, energia e logistica; all’ accelerazione degli investimenti in transizione energetica e ambientale per migliorare l’impronta di carbonio dei siti produttivi e ridurre il consumo energetico; all’assessment della filiera della componentistica da completare in tempi certi. Sarà necessaria anche una mappatura aggiornata delle competenze presenti nel Gruppo e una proiezione a 5 e 10 anni delle competenze ritenute critiche e dei lavoratori degli stabilimenti Stellantis.

I sindacati chiederanno conto all’azienda di una serie di punti: “Non ha chiarito le scelte di fondo e le loro ricadute produttive e occupazionali sul nostro Paese e in alcuni siti non c’è tranquillità sul futuro“, mette in luce il Segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri. I tempi inizialmente previsti, ricorda, “sono slittati e non è chiaro se l’obiettivo di produrre 1 milione di auto consideri anche i 300mila veicoli commerciali, ad oggi, già prodotti”.

L’obiettivo su cui ci siamo mobilitati , manifestando a Poissy e poi con gli scioperi unitari dei metalmeccanici era un accordo quadro sul piano industriale, che garantisca l’occupazione attuale in tutti gli stabilimenti di produzione di componenti e assemblaggio, e nei centri di ricerca e sviluppo“, sottolineano Maurizio Landini, segretario generale Cgil e Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil.
L’obiettivo, ribadiscono, “deve essere quello di tornare a produrre un milione di auto e 300mila veicoli commerciali leggeri attraverso la realizzazione di un piano che determini il rilancio di tutti gli impianti e gli enti centrali esistenti nel nostro Paese“.

Trimestre anti-inflazione su carrello spesa da ottobre: firmata intesa Mimit-Gdo

L’obiettivo è ridurre l’inflazione, che in questi mesi sta colpendo soprattutto i beni di largo consumo, dunque le fasce più deboli. Dal 1 ottobre prossimo, dunque, scatterà il ‘trimestre anti-inflazione’ sul carrello della spesa, frutto di un protocollo di intesa siglato oggi dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, con i rappresentanti delle associazioni della distribuzione moderna e del commercio tradizionale, che servirà a contenere i prezzi di alcuni prodotti, oltre a specifiche politiche di sostegno al settore. Tra i firmatari ci sono Federdistribuzione, Associazione nazionale cooperative dei consumatori Coop, Associazione nazionale cooperative fra i dettaglianti, Confcommercio-Imprese per l’Italia, Fiesa Confesercenti, Federfarma, Assofarm, Federazione farmacisti e disabilità onlus, Mnlf, Culpi, Federazione nazionale parafarmacie italiane e Unaftisp.

Entrando nel dettaglio, alla data del 10 settembre prossimo, assieme alle associazioni che hanno sottoscritto l’accordo, dovranno essere definite le modalità del trimestre, che durerà fino 31 dicembre. Il protocollo riguarda anche beni primari non alimentari come i prodotti per l’infanzia e prevede prezzi calmierati su una selezione di articoli che rientrano nel cosiddetto ‘carrello della spesa’ attraverso differenti modalità. Ad esempio prezzi fissi, attività promozionali sui prodotti individuati, o iniziative sulla gamma di prodotti a marchio come carrelli a prezzo scontato o unico. “Con il paniere calmierato siamo convinti di poter dare un definitivo colpo all’inflazione riconducendola a livelli naturali“, commenta Urso. Che, cita gli ultimi dati dell’Ocse, secondo i quali “l’inflazione in Italia nell’ultimo mese scende dal 7,6% al 6,4%, con un calo di 1,2 punti percentuali, maggiore a quello registrato nell’area Ocse dove l’indice dei prezzi al consumo si è ridotto in media dello 0,8%. Un trend consolidato – sottolinea – proprio grazie all’effetto del costante monitoraggio dei prezzi effettuato dal ministero, con i nuovi poteri conferiti dal decreto trasparenza di gennaio”.

Ma anche, riconosce Urso, “all’impegno già in atto della filiera della distribuzione e del commercio, che in questi mesi ha svolto un ruolo importante nel contenimento dei prezzi e nella tutela del potere di acquisto delle famiglie“. Per il responsabile del Mimit, però, “un contributo centrale in questo processo lo svolgono anche le associazioni dei consumatori, con cui condividiamo un percorso virtuoso nell’affrontare questa sfida”. Oltre al trimestre, il ministero delle Imprese e del Made in Italy istituirà anche un tavolo permanente che potrà coinvolgere altri dicasteri, con l’obiettivo di approfondire tematiche specifiche del settore della distribuzione moderna e del commercio tradizionale, per superare gli ostacoli che impediscono una maggiore efficienza nelle attività d’impresa. “La prima riunione si svolgerà entro settembre“, annunciato Urso.

Differenti le reazioni all’iniziativa. “Avevamo condiviso con il governo i contenuti di un protocollo anti-inflazione ed eravamo pronti a firmare, ma abbiamo dovuto prendere atto del no da parte dell’industria di trasformazione“, spiega il presidente di Federdistribuzione, Carlo Alberto Buttarelli. “Ciononostante – continua -, con grande senso di responsabilità, abbiamo deciso di proseguire il percorso già iniziato per trovare insieme alle istituzioni soluzioni concrete di contrasto all’inflazione, con l’obiettivo di tutelare le famiglie e la tenuta dei consumi“. Per l’Unione nazionale consumatori si tratta di “una sceneggiata”, tuona il presidente, Massimiliano Dona. “Un’operazione di marketing e di facciata fatta dal ministro Urso solo per poter dire agli italiani, attraverso spot su tutti i canali media, di essere intervenuto contro l’inflazione ma che è priva di qualunque impegno concreto e di effetti reali per le tasche degli italiani“, rincara la dose. Mentre Confapiapprezza il lavoro sinora svolto dal ministro e dal Mimit per cercare soluzioni che mitighino gli effetti dell’inflazione“, afferma il presidente, Cristian Camisa.

Fiesa Confesercenti, che partecipa all’accordo, sottolinea il ruolo fondamentale delle imprese della distribuzione, ma “allo stesso tempo – spiega il presidente Daniele Erasmi – ci aspettiamo un’operazione di monitoraggio su tutta la filiera, perché la distribuzione non sia lasciata sola ad affrontare la spinta dei prezzi. L’auspicio, anzi, è che l’intera filiera aderisca all’iniziativa”. Infine, Assoutenti plaude all’esecutivo, cui chiede di “mettere in campo ogni sforzo possibile, attribuendo più poteri a Mister prezzi e bloccando le speculazioni che si registrano in settori strategici e poco concorrenziali come carburanti, energia, assicurazioni e banche”. Ma, anticipa il presidente, Furio Truzzi, “contro produttori e industrie che si oppongono al paniere anti-inflazione stiamo valutando un esposto all’Antitrust, per la possibile fattispecie di cartello a danno dei consumatori”.

benzina diesel

Lieve rialzo carburanti, per Mimit prezzi in linea. Gdf: “Raddoppiata evasione su accise”

Un altro lieve rialzo dei prezzi alla pompa, ma il governo assicura che non ci sono picchi. Nel secondo giorno di obbligo a esporre il cartello con i prezzi medi dei carburanti, “i costi medi di benzina e diesel self registrati alle ore 8 di oggi lungo la rete stradale e autostradale nazionale sono rimasti sostanzialmente stabili e saldamente al di sotto dei 2 euro al litro“, garantisce il ministero delle Imprese e del Made in Italy. Sottolineando che dai dati emersi dal monitoraggio giornaliero elaborato dal Garante per la sorveglianza dei prezzi sulla base dei dati estratti dall’Osservatorio carburanti, “il prezzo medio nazionale stradale della benzina self si attesta a 1,922 euro al litro (+0,007 euro/litro rispetto a ieri, dunque con una variazione di 7 millesimi di euro) e quello del gasolio self a 1,781 eur/litro (+0,011 euro/l rispetto a ieri, dunque con una variazione di 11 millesimi di euro)“.

Sulle autostrade, invece, la “benzina self si attesta a 1.990 euro al litro (+0,006 euro al litro rispetto a ieri, con una variazione di 6 millesimi di euro) e quello del gasolio self a 1.864 euro/litro (+0,010 euro/litro, con una variazione di 10 millesimi di euro)“. Numeri che non convincono per nulla i consumatori. Per il Codaconsle misure previste dal governo da sole non bastano a far scendere i listini alla pompa e contrastare le speculazioni”. Dunque, “l’esaltazione da parte del ministro Urso della misura che prevede l’esposizione dei cartelli medi è assolutamente fuori luogo“. Anche se, riconosce l’associazione, “ogni passo in direzione della trasparenza è comunque positivo” le nuove misure “non risolveranno affatto l’emergenza prezzi che sta colpendo i cittadini in piena estate, con i consueti rincari alla pompa che stanno aggravando la spesa (già ingente) per le vacanze” e “qualsiasi esaltazione delle nuove misure appare come irragionevole e fuori dalla realtà“.

Ad alimentare il dibattito pubblico che sta catalizzando l’attenzione negli ultimi giorni, ci sono anche i dati della Guardia di finanza. In audizione davanti alla commissione Attività produttive della Camera, infatti, il colonnello Marco Thione, capo ufficio Tutela entrate del comando generale della Gdf, sottolinea che le frodi nel settore dei carburanti impattano su accise, Iva e imposte. “Nel 2012 la propensione al gap in tema di accise era pari al 4,8% – spiega -, mentre nel 2020 era al 10,9%, cioè più che raddoppiata nell’ultimo decennio“.

I controlli sono comunque intensificati, soprattutto in questo periodo estivo, con un rafforzamento anche sulla rete autostradale in concomitanza dell’esodo e dunque dell’aumento della domanda. In generale, però, il monitoraggio è stato più intenso ogni volta che, dal marzo 2022 in poi, è stato approvato un nuovo decreto in materia. “Da gennaio 2023 sono stati effettuati 7.528 interventi a livello nazionale e contestate violazioni per 2.357“, dice ancora Thione, precisando però che pur apparendo significativo il dato, “perché aumenta a circa il 31%” è dovuto al fatto che alcuni soggetti “possono essere stati destinatari di più violazioni”, inoltre “si tratta di interventi indirizzati verso soggetti a rischio“, dunque “l’elevata incidenza delle irregolarità è frutto di una preselezione a monte del Nucleo speciale Antitrust“, che ha avviato il piano di azione nazionale ‘Prezzi carburanti 2023’, che si concluderà il prossimo 31 dicembre. Il lavoro della Fiamme gialle è capillare sul territorio, ma per renderlo ancora più efficace chiedono un rafforzamento degli strumenti tecnologici. O meglio, la “interoperabilità delle banche dati che mappano i distributori stradali“, che oggi sono tre l’Osservatorio prezzi gestito dal Mimit, l’anagrafe degli impianti di distribuzione gestita dal Mase e l’Anagrafica accise gestita dall’Agenzia delle dogane. “E’ bene – conclude Thione – che questi applicativi siano allineati e contengano gli stessi elementi informativi“.