Meloni al lavoro su energia e manovra, colloquio con Cingolani. Fontana presidente Camera
Anche la casella di Montecitorio viene occupata. Con l’elezione di Lorenzo Fontana (ricevuto anche da Sergio Mattarella) sullo scranno più alto di Montecitorio tutto è pronto per stilare il calendario delle consultazioni che dovrà portare al nuovo governo. Stavolta non ci sono intoppi e il candidato della Lega riesce a ottenere 222 voti al quarto scrutinio, nonostante il Pd gli frapponga Cecilia Guerra (77 preferenze), Azione-Iv Matteo Richetti (22) e il M5S Federico Cafiero de Raho (52). Un ottimo segnale per il centrodestra, dopo le ultime 24 ore di forti fibrillazioni dopo l’elezione di Ignazio La Russa alla Presidenza di Palazzo Madama grazie al ‘soccorso’ di 17 senatori delle opposizioni, che avevano acuito la ferita interna con Forza Italia, assente in aula per mandare un messaggio di “disagio” alla premier in pectore, Giorgia Meloni, decisa a non prendere in considerazione la candidatura di Licia Ronzulli, parlamentare molto vicina a Silvio Berlusconi, per la squadra di governo. Convinzione che comunque non pare essere cambiata, stando ai rumors di giornata.
“Avevamo promesso agli italiani di procedere a passi spediti. Ci siamo riusciti: ora continuiamo a lavorare con la stessa velocità per le altre scadenze“, ribadisce Meloni dopo il voto per la Presidenza della Camera. Dopo un breve saluto con Matteo Salvini, la leader di FdI si è rimessa al lavoro con i suoi collaboratori sui dossier più urgenti per il Paese: legge di Bilancio, caro energia e approvvigionamento energetico. Proprio su quest’ultimo tema sente anche l’attuale ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, perché nella sua testa le priorità non sono cambiate. Come scrive su Facebook “non c’è tempo da perdere” e per questo serve “un governo autorevole”. Di cui ha ottime chance di farne parte il forzista Alessandro Cattaneo. Ai microfoni di Rainews24 sottolinea, infatti, che “Berlusconi non ha bisogno di sondare la mia disponibilità per inserirmi in qualsiasi ruolo. Sono in buone mani, l’importante è che le decisioni le prenda lui e non altri”. L’ex sindaco di Pavia è in lizza anche per la gestione proprio del Mite, anche se al momento sembra molto probabile che venga privato della delega all’Energia, che potrebbe tornare invece allo Sviluppo economico, dove Meloni vorrebbe Guido Crosetto.
Per l‘Economia la figura su cui sembrano convergere le preferenze dell’intera coalizione è quella di Giancarlo Giorgetti. Alla Lega dovrebbe essere riservato anche il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, che dovrebbe essere occupato dal segretario federale, Matteo Salvini. Per l’Agricoltura resta in corsa Gianmarco Centinaio, ma in questi giorni saranno fatte altre valutazioni con possibili alternative di eguale preparazione sul tema, anche per non squilibrare troppo i rapporti di forza tra le anime della coalizione.
L’importante sarà presentarsi al Colle con le idee chiare e, possibilmente, almeno due opzioni per i dicasteri di peso dove non c’è granitica unità di vedute. Le consultazioni, infatti, potrebbero aprirsi alla fine della prossima settimana, l’ipotesi che circola con insistenza è venerdì 21 ottobre, al termine del Consiglio europeo sull’Energia, al quale parteciperà ancora Mario Draghi, sperando di strappare quel price cap sul gas che sarebbe un’eredità preziosa per il suo successore. Che di scadenze ne avrà subito una bella tosta: la legge di Bilancio. Bruxelles dovrebbe riceverla domani, da prassi, ma vista la situazione (non solo dell’Italia, vedi anche Portogallo o Svezia, ad esempio) attenderà ancora qualche settimana prima di ricevere il plico da Roma. Anche se, è il messaggio che arriva dal commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, le manovre dei Paesi dell’Eurozona “dovrebbero evitare di alimentare ulteriormente l’inflazione, minare i progressi verso i nostri obiettivi climatici o creare un onere permanente per le finanze pubbliche“.
In poche parole, meglio se idee come lo scostamento di bilancio venissero accantonate. Che poi è la linea espressa più volte in campagna elettorale proprio da Meloni. “In questo momento, al di là del sentiero tracciato da Draghi, il tema è la sopravvivenza difronte all’aumento dell’inflazione e dell’impatto del costo dell’energia sul sistema economico“, dice il co-fondatore di FdI, Guido Crosetto, ospite di ‘Live In’, su Sky Tg24. “Ci sono imprese che stanno chiudendo, se perdiamo la base produttiva non riusciremo a pagare il debito“. Ma resta il nodo del caro energia: “Le bollette inoltre rischiano di mettere in crisi la tenuta sociale del Paese”, sottolinea l’ex sottosegretario alla Difesa. Spiegando che “gli aumenti attuali non sono sopportabili” per cui “il lavoro durissimo del prossimo governo è intervenire su questo tema“, anche se “il quadro è difficilissimo” e “serve una ripartizione di pesi sulle spalle di chi può sopportarli”. A qualcuno, in Europa, le orecchie saranno sicuramente fischiate.