Via libera al Piano adattamento climatico di Roma. Gualtieri: “Non sottovalutiamo fenomeno”

Via libera in Giunta capitolina alla prima ‘Strategia di adattamento climatico di Roma Capitale‘, che è attesa dal voto dell’Assemblea.
Uno strumento che individua le priorità a medio e lungo termine per affrontare gli impatti dovuti ai cambiamenti climatici che “hanno effetti particolarmente intensi proprio sulle metropoli e le realtà come Roma“, spiega il sindaco, Roberto Gualtieri.

La misura, fa sapere, è stata condivisa “con tutti“, accogliendo suggerimenti di cittadini, associazioni e municipi e rilevando un “interesse diffuso, una seria volontà di partecipare e di essere informati su scelte che riguardano così da vicino la sicurezza e la vivibilità urbana“. Roma è così il primo Comune ad adottare una vera strategia di adattamento, perché, scandisce il primo cittadino, “non intendiamo far finta di niente di fronte a fenomeni di aumento delle temperature, piogge intense e periodi di siccità senza precedenti“. Anche perché, osserva, “a pagare il prezzo di una sottovalutazione saranno proprio le persone, per prime quelle più in difficoltà”.

Il piano individua le priorità, gli obiettivi e le misure per preparare la città agli impatti sempre più frequenti e intensi dovuti al cambiamento climatico in atto, per adattare il territorio agli impatti previsti nei nuovi scenari da qui al 2050, con alcuni interventi da realizzare già entro il 2030. La strategia ricostruisce con il contributo delle istituzioni scientifiche e del mondo della ricerca il quadro analitico dei rischi e individua gli interventi più urgenti, con gli obiettivi e le misure, le competenze e i finanziamenti necessari.

Quattro le priorità principali da affrontare: piogge intense e alluvioni che mettono a rischio quartieri e infrastrutture; la sicurezza degli approvvigionamenti idrici in uno scenario di riduzione delle precipitazioni e con periodi più lunghi di siccità; l’adattamento dei quartieri alle crescenti temperature con conseguenze sulla salute delle persone; gli impatti sul litorale costiero dei processi di erosione e di fenomeni di piogge e trombe d’aria sempre più violenti, in uno scenario di innalzamento del livello del mare.

La proposta, presentata il 23 gennaio, è stata oggetto di un processo di consultazione pubblica attraverso l’organizzazione di varie conferenze e workshop, incontri pubblici tematici con i municipi, riunioni con i diversi stakeholder e soggetti interessati, economici, ambientali e sociali; osservazioni da parte di cittadini e delle associazioni.  In particolare, la richiesta è stata quella di continuare il percorso di informazione e di partecipazione anche nelle prossime fasi della strategia e sui progetti individuati, di dare conto di quanto si sta portando avanti e di come questo contribuisca a ridurre gli impatti dei fenomeni climatici estremi nella città.

La proposta è stata modificata per andare incontro alle richieste e, con cadenza annuale, saranno previsti appuntamenti per restituire alla città quanto si sta realizzando, con informazioni sugli interventi, le misure in corso, i nuovi obiettivi. Sarà anche predisposto un sistema di monitoraggio scientifico con indicatori dei cambiamenti in città rispetto ai principali fattori climatici (temperature, precipitazioni, eventi estremi) e organizzata una specifica comunicazione accessibile a tutti, che spieghi rischi e sistemi di allerta, progetti di prevenzione e di adattamento.

Domani ‘Roma cura Roma’, Alfonsi: “Lavoro collettivo, così città rifiorisce”

Tutto pronto per la terza edizione di ‘Roma Cura Roma’, il grande evento di cura collettiva di strade, piazze e aree verdi in tutti i municipi della Capitale, che si svolge domani, 11 maggio. L’iniziativa, che vede la partecipazione di una vasta rete di associazioni ambientaliste, di volontariato, sportive, comitati e associazioni di quartiere e singoli cittadini, oltre al contributo delle dieci associazioni co-promotrici Ama, Retake, Wwf, Plastic Free, Fai, Acli, Csv Lazio, Agesci, Masce e Legambiente Lazio, è promossa dall’assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale, guidato da Sabrina Alfonsi, che a GEA parla degli obiettivi per la città.

Assessora, con ‘Roma Cura Roma’ metterete insieme buona parte della società civile. Quale sintesi si aspetta da questo confronto?
‘Roma cura Roma’ è giunta alla terza edizione con una grandissima partecipazione che nasce proprio dal nostro lavoro quotidiano. Ogni giorno, noi tessiamo il dialogo con la cittadinanza attiva che si prende cura del nostro verde, dei nostri parchi, della nostra città. Si prende cura di questi beni comuni insieme all’Amministrazione e la sintesi che emerge da questa terza giornata è proprio una cura collettiva, lavorando insieme, prendendoci cura insieme dei beni comuni. Così la città sicuramente rifiorisce.

Come si può coniugare il concetto di sostenibilità e funzionalità in una metropoli come Roma, che comunque è difficile da governare?
La sfida è proprio quella di governare una città, governare Roma, rendendola sostenibile. Perché la città sostenibile è una città che funziona meglio, che offre servizi ecosistemici come quelli forniti dal verde proprio per la mitigazione climatica, per contrastare le isole di calore. Tutto ciò non è in contraddizione con le infrastrutture cittadine, perché anche l’ambiente è parte dell’infrastruttura cittadina. E una città più sostenibile è anche una città più vivibile.

Come si può difendere un patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico come Roma?
Roma ha un immenso capitale ambientale, accanto al capitale culturale e paesaggistico. Questi elementi non sono assolutamente in contrasto gli uni con gli altri, ma interagiscono nel tessuto cittadino. Io credo che uno dei grandi asset della nostra città è proprio la sua vocazione verde e agricola, che dialoga assolutamente con quella culturale, paesaggistica, archeologica. Sono aspetti della stessa città, che vivono insieme e che la caratterizzano profondamente. È un patrimonio immenso che preserviamo, ampliamo e curiamo ogni giorno. Questa è la sfida vera del governo di questa città.

I trattori oggi a Roma, ma la protesta è depotenziata. L’agricoltura divide ancora la politica

La proroga dell’esenzione Irpef alle aziende agricole sembra aver attutito i toni della protesta dei trattori. Le mosse del governo sono riuscite a convincere almeno Riscatto agricolo, che non dovrebbe prendere parte alle manifestazioni in programma oggi a Roma. Sarebbero almeno tre, di diverse sigle, in zone differenti della città. Quello che emerge alla vigilia, comunque, è che la presenza non dovrebbe essere così massiccia come nelle previsioni iniziali. Gli occhi saranno puntati sul Circo Massimo, dove dovrebbe arrivare Cra-Agricoltori traditi.

La macchina organizzativa della Capitale è già attivata. Dalle ore 15 alle ore 18, infatti, in piazzale Ugo La Malfa, dove è prevista la partecipazione di circa 5mila persone che giungeranno a bordo di pullman e mezzi propri, si attendono circa 10 trattori, che raggiungeranno la zona percorrendo un itinerario concordato con le forze di polizia. Dalle 8 del mattino, poi, scatteranno i divieti di sosta nei tratti stradali di piazzale Ugo La Malfa, via del Circo Massimo; controviale di viale delle Terme di Caracalla, lato Stadio Nando Martellini, tra piazza di Porta Capena a piazzale Numa Pompilio, per consentire la sosta dei pullman dei manifestanti. Sono previste anche le modifiche per le linee bus 81, 118, 160, 628, 715.

Intanto resta acceso il dibattito nel mondo politico. “L’esenzione dell’Irpef agricola per i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro e la riduzione del 50% dell’importo per i redditi tra i 10.000 e i 15.000 euro, saranno garantite per due anni. Un’esenzione più giusta che esclude i più ricchi in favore di chi, invece, ne ha più bisogno”, scrive su Telegram il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida. Assicurando che “l’agricoltura è al centro della nostra azione. Il nostro impegno adesso sarà ancora più forte in Europa”.

Ma proprio Bruxelles è il bersaglio delle polemiche di queste settimane, anche se il Pd non ci sta a prendersela sempre e solo con le istituzioni Ue. “Colpisce che per la destra l’Europa è sempre il nemico – attacca il capogruppo al Senato, Francesco Boccia -. Quando non sanno affrontare una questione si inventano un nemico. Ma qui da noi, prima il governo Meloni ha detto di no alla conferma della esenzione Irpef per il mondo agricolo, ha detto no ai nostri emendamenti che la chiedevano, e ora la destra fa finta di fare marcia indietro, approvando un emendamento al Milleproroghe, imposto dal governo che non risolve la questione”. Duro anche

Sul tema ci sono anche le stime di Coldiretti. “Dell’esenzione totale dell’Irpef agricola beneficeranno 9 aziende agricole su 10, pari a 387mila, mentre altre 20mila vedranno l’imposta dimezzata”, fanno sapere i coltivatori diretti. Spiegando che “sul resto della platea l’esenzione verrà calcolata in forma progressiva e riguarderà il totale delle 430 mila imprese agricole professionali e coltivatori diretti”. Inoltre, “l’emendamento approvato prevede l’introduzione di una franchigia di esenzione al 100% ai fini Irpef fino a 10mila euro della somma dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (Iap). Per la parte eccedente i 10mila euro, ma non superiore a 15.000 euro, l’esenzione è del 50%”.

Al Bioparco di Roma è nata una cucciola di tigre di Sumatra

C’è una nuova nata al Bioparco di Roma: è nata una femmina di tigre di Sumatra, felino ad altissimo rischio di estinzione.

Lo zoo fa sapere che la cucciola sta bene ed è molto vivace, da subito la mamma ha iniziato ad allattarla e ad accudirla. Non è ancora visibile al pubblico.

Si tratta di una nascita di grande rilevanza scientifica, perché la Tigre di Sumatra, che vive nelle foreste tropicali dell’isola indonesiana, è una delle sei sottospecie viventi maggiormente a rischio di estinzione a causa della perdita e frammentazione dell’habitat, del bracconaggio e della persecuzione diretta per i conflitti con le attività antropiche locali: si stima che in natura ne siano rimaste circa 600.

I genitori sono Tila e Kasih; la mamma è nata nel 2011 allo Zoo di Chester (Inghilterra) e proviene dallo Zoo di Heidelberg, in Germania. Il papà Kasih è nato nel 2014 allo zoo di Beauval, in Francia. Il suo nome è Terima Kashi che nella lingua locale significa “grazie”.

Allarme smog a Roma: fragili a casa. L’assessora: “Valori nella norma nei prossimi giorni”

È allarme smog a Roma. Dopo la notte di Capodanno, i livelli di polveri sottili sforano la soglia in diverse zone della Capitale e il dipartimento Risanamento dagli Inquinamenti adotta un ‘provvedimento di prevenzione dell’inquinamento atmosferico’ con cui raccomanda ai soggetti a rischio di “evitare di esporsi prolungatamente alle alte concentrazioni di emissioni“.
Il primo gennaio, i limiti di PM10 erano stati superati in tre stazioni: Preneste, Corso Francia e Tiburtina. Ma l’assessora all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, smorza le polemiche: “Le previsioni nei prossimi giorni sono nella norma, non c’è bisogno di un’ordinanza del sindaco. Chiudiamo l’anno senza che nessuna centralina di Roma abbia superato gli sforamenti consentiti. Lo scorso anno, per esempio, li avevamo avuti a Roma Est, al Tiburtino”, spiega contattata da GEA.

I livelli altissimi di inquinamento sono dovuti ai festeggiamenti della notte di San Silvestro, assicura l’assessora, nonostante fosse in vigore una ordinanza del sindaco Roberto Gualtieri per vietarli.
C’è stato un picco enorme di PM10 nella giornata dell’1 gennaio. E’ abbastanza chiaro che sia dipeso dai fuochi d’artificio, tanto che a Prenestina passiamo da 76 ug/m3 il primo a 31 ug/m3 il 2 di gennaio. Stessa cosa accade a Corso Francia, passiamo da 69 ug/m3 a 32 ug/m3. Il picco è molto alto e l’abbassamento immediato, immotivato se non sapessimo che ci sono stati in mezzo i botti e i fuochi di Capodanno“, ribadisce.

Quando c’è un innalzamento delle polveri sottili, ci sono due livelli di allerta, il primo è l’informativa alla cittadinanza, con la raccomandazione ai fragili di restare a casa. “Nel caso in cui avessimo avuto un picco prolungato, ci sarebbe stato un secondo livello, l’ordinanza del sindaco per il blocco delle auto, che però in questo caso non serve”, scandisce Alfonsi.

Il superamento dello sforamento consentito non c’è stato, ma non c’è nulla da festeggiare per i medici per l’ambiente. “Tutti entrano in panico quanto più ci si avvicina ai valori di soglia, ma noi viviamo costantemente con una qualità dell’aria che non è buona, perché i livelli di particolato sottile e di biossido di azoto sono comunque sempre troppo elevati“, avverte Laura Reali, pediatra di famiglia e presidente di Isde Roma. L’Oms, ricorda, “da anni discute e richiede all’Ue limiti più bassi, i danni ci sono anche per i valori che stiamo rispettando“.

La “pessima abitudine” dei botti di Capodanno non aiuta. Ma il problema di fondo, per la dottoressa, è che è “il particolato sottile e il biossido di azoto si formano per tante cause, in parte per il traffico veicolare, buona parte per il riscaldamento delle case. E Se su questi valori elevati di base si aggiunge il Capodanno, si raggiungono livelli rischiosi“. Sui limiti, invita a “intendersi“: “Il particolato e il biossido d’azoto non ci dovrebbero essere per nulla nell’aria“.

L’1 gennaio a Roma si sono toccati i 76 ug/m3, senza superamento dello sforamento consentito dall’Unione Europea, ma per l’Oms i limiti dovrebbero essere molto inferiori, non dovrebbero superare i 20 ug/m3 e, aggiunge Reali, “sarebbe più sicuro stare sotto i 10“.

Particolato e biossido di azoto in eccesso, sopra i 40 ug/m3, possono dare effetti nell’immediato che vanno da bruciore, secrezioni, starnuti, tosse, fino all’aumento di episodi di respiro corto nei bambini e di asma e accentuazione degli attacchi di bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva) negli adulti. In questi episodi acuti, i due inquinanti giocano in maniera sinergica: uno accentua gli effetti dell’altro. “Per lunghe esposizioni, superiori alle 9 ore, si possono avere anche effetti cardiovascolari in chi ne soffre“, ricorda Reali, che giudica quindi “molto giustificata” la raccomandazione di non fare uscire i soggetti a rischio: donne in gravidanza, bambini soprattutto sotto i 2 anni, tutte le persone affette da patologie respiratorie o cardiovascolari e gli anziani.

Gli episodi come quello di Capodanno, esorta la presidente dell’Isde Roma, “vanno interpretati come un segnale per ricordarci che non respiriamo aria pulita e dovremmo fare qualcosa in più, non solo con il monitoraggio, ma in termini di riduzione delle sostanze tossiche“. Il suggerimento è, a livello personale, di adottare comportamenti virtuosi (evitare botti, utilizzare meno macchina, abbassare il riscaldamento delle case). A livello amministrativo, locale, nazionale e sovranazionale, di regolare meglio le emissioni. “Forse non sforeremo, ma non stiamo vivendo bene“, chiosa. I piani ci sono, si tratta di seguirli.

Nestlé compie 110 anni in Italia: 4,2 mld valore condiviso. Obiettivo net zero al 2050

Transizione digitale e transizione ambientale sono “i due assi per garantire un futuro alle imprese” e chi “non affronterà queste due grandi sfide, non avrà un futuro sostenibile”. Ha le idee chiare Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato del Gruppo Nestlé in Italia, che oggi a Roma ha presentato i dati emersi dalla nuova edizione dello studio ‘Nestlé crea valore per l’Italia’, assieme all’ad di Althesys, Alessandro Marangoni, durante l’incontro che si è tenuto presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy per celebrare i 110 anni del marchio nel nostro Paese. “Abbiamo a previsione una serie di investimenti, nell’ordine direi superiore ai 250 milioni di euro per i prossimi tre anni“, spiega ancora Travaglia, senza sbilanciarsi sui dettagli del piano. Anche se anticipa che “saranno legati sia a nuove tecnologie sia a importanti investimenti industriali per rafforzare i nostri asset produttivi”, che avranno “anche importanti riflessi sull’occupazione”. Di sicuro la parola chiave è sostenibilità. “Dobbiamo arrivare ad avere entro il 2025 il 100% degli imballaggi riciclabili, e in Italia siamo già oltre il 97%”, continua l’ad di Nestlé in Italia. Che ha anche altri obiettivi: “Arrivare ad avere zero emissioni entro il 2050, con un dimezzamento al 2025”. Pure sotto questo aspetto “devo dire che in Italia siamo messi bene rispetto al sentiero di diminuzione che dobbiamo fare per arrivare a questo risultato”.

Del resto, che questa possa essere la ricetta giusta lo dicono i numeri. Perché nel 2022 il Gruppo Nestlé ha generato 4,2 miliardi di euro di valore condiviso in Italia, pari allo 0,22% del Pil, registrando un incremento del 5,5% rispetto al 2020. In un anno fortemente condizionato da diverse urgenze e continui cambiamenti, l’azienda ha fornito un contributo importante al sistema-Paese, visto che rispetto al totale del valore generato dal Gruppo in Italia, ben il 94% delle ricadute risulta distribuito tra Stato, lavoratori e attori esterni coinvolti nella filiera.

L’analisi evidenzia il significativo impulso che il Gruppo Nestlé fornisce all’Italia in termini di occupazione. Infatti, ogni suo dipendente genera indirettamente 8 posti di lavoro in Italia, per un totale di 43.040 addetti. Grazie alle sue attività produttive, nel 2022 Nestlé ha determinato la creazione di 1.257 milioni di euro di salari lungo la filiera, pari allo 0,8% delle retribuzioni dell’industria manifatturiera ed equiparabile al consumo annuale medio di 43.596 famiglie. Inoltre, dallo studio emerge che dei 4,2 miliardi di euro di valore condiviso generati dal Gruppo Nestlé in Italia dal 2022, le ricadute dirette ammontano a 816 milioni di euro, quelle indirette a 2.018 milioni di euro e le indotte a 1.394 milioni di euro. Inoltre, lo scorso anno Nestlé ha contribuito a versare 1.537 milioni di euro di tasse nel nostro Paese, pari allo 0,3% delle entrate fiscali italiane, e ha elargito donazioni per un valore pari a 3,4 milioni di euro.

Nestlé riveste un ruolo sempre più centrale nell’economia del nostro Paese, generando un valore condiviso di cui beneficia l’intera nazione e le piccole comunità locali”, afferma Travaglia. “Nel corso dei nostri 110 anni di presenza in Italia abbiamo costruito un solido e radicato legame con il territorio, contraddistinto da caratteristiche uniche che vogliamo continuare a valorizzare. Continuiamo a credere e a scommettere sull’Italia”. La storia del gruppo, dunque, supera di un decennio il secolo ma è destinata a rinnovarsi. Per celebrare marchi iconici Baci Perugina e San Pellegrino è stata allestita una mostra al Mimit, inaugurata dal ministro, Adolfo Urso. “Sono due marchi storici, che identificano da sempre l’eccellenza del Made in Italy nel mondo. Ed è tanto più significativo oggi, perché sono l’espressione dell’attività degli investimenti di una grande multinazionale straniera, che ha saputo coniugare i propri interessi finanziari e produttivi e l’eccellenza del Made in Italy. E’ questo il modello che noi vorremmo portare a esempio“.

La storia di Nestlé inizia in Italia nel 1913, quando viene depositata a Milano l’etichetta Farina Lattea Nestlé. Allora il Gruppo vendeva due prodotti ancora oggi presenti sulle nostre tavole: il latte in polvere e il Latte Condensato. In tutti questi anni, Nestlé ha lasciato una significativa impronta sul territorio italiano, diventando un punto di riferimento per milioni di famiglie in tutto il Paese. Il Gruppo è presente nel nostro Paese con 10 stabilimenti e 74 punti vendita che impiegano circa 4.600 persone.

Meloni a Parigi per Roma Expo2030: “Progetto innovativo e sostenibile”

La città universale per eccellenza. La prima megalopoli della storia, che “vive continuamente rigenerandosi“. Culla del dialogo tra religioni monoteiste, capitale della cultura, uno degli hub universitari più grandi del mondo. La città “dal cuore antico che batte al ritmo della storia“. Dal palco dell’assemblea generale del Bureau International des Expositions, a Parigi, Giorgia Meloni usa tutte le frecce al suo arco per promuovere Roma, città in cui è nata e cresciuta, per ospitare l’Expo 2030. Lo stesso anno in cui tutti i Paesi saranno chiamati a valutare i risultati degli obiettivi dello sviluppo sostenibile posti dalle Nazioni Unite.

E’ per questo che il progetto di Roma è tutto incentrato sulla sostenibilità, con il più grande parco solare urbano al mondo. Coprirà un’area di 150mila metri quadrati e avrà una capacità produttiva di picco di 36 Megawatt, composto da centinaia di “alberi energetici” che aprono e chiudono i pannelli durante il giorno, raccogliendo energia e offrendo ombra ai visitatori. Una complessa rete completata dal padiglione ‘Eco-system 0.0‘, l’edificio più alto, che fornirà il raffreddamento attraverso l’evaporazione.

Stiamo spiegando ai nostri partner che realizzare un progetto su larga scala senza deturpare il territorio è possibile“, scandisce la premier. Il progetto sarà, ribadisce, “innovativo e sostenibile, ogni padiglione produrrà energia pulita“. L’Expo, ricorda, è stata sempre “molto di più di una esposizione mondiale“: “E’ stata la storia di un disegno dell’era successiva. Roma vuole fare questo: ponendo al centro le persone, i territori, la rigenerazione. Parliamo di un’eredità ambiziosa di progresso“.

La Città Eterna non è però l’unica a contendersi l’Esposizione Universale del 2030. In lizza ci sono anche Busan (Corea del Sud) e Riad (Arabia Saudita). L’Ucraina, che aveva presentato una candidatura nel settembre 2022 per Odessa, non risulta più menzionata nel testo del Bie.

A Parigi il principe saudita Mohammad bin Salman presenta il suo faraonico piano di sviluppo chiamato ‘Vision 2030’. Pranza con il presidente francese, che a luglio aveva espresso il sostegno della Francia alla candidatura di Riad.

Macron però incontra tutti. Vede il presidente sudcoreano Yoon Suk-Yeol per discutere di “energia nucleare civile” e “cooperazione nei settori del futuro“, secondo quanto riferito dall’Eliseo.
Poi vede Meloni e disinnesca le tensioni dei mesi precedenti. “Italia e Francia sono due nazioni legate, importanti, protagoniste in Europa, che hanno bisogno di dialogare perché molti e convergenti sono gli interessi comuni. La nostra collaborazione è stretta e proficua in molti settori“, assicura la premier italiana nelle dichiarazioni all’Eliseo dopo l’incontro.

I 179 Stati membri del Bie voteranno a novembre, a scrutinio segreto, per determinare il vincitore. Le esposizioni universali si tengono ogni cinque anni e durano al massimo sei mesi. Busan vuole ospitare l’evento dal primo maggio al 31 ottobre 2030 sul tema ‘Trasformare il nostro mondo, navigare verso un futuro migliore‘, mentre la candidatura di Roma, nelle stesse date, si concentra su ‘Persone e territori: rigenerazione, inclusione e innovazione‘. Riad si candida dall’1 ottobre 2030 al 31 marzo 2031 con il tema: ‘L’era del cambiamento: insieme per un futuro luminoso‘.

Secondo il Bie, le esposizioni consentono al Paese ospitante di “costruire padiglioni straordinari e trasformare la città ospitante nel lungo periodo“. La più recente esposizione, quella di Dubai, ha attirato 24 milioni di visitatori. Quella del 2025 si terrà a Osaka, in Giappone.

 

Photo credit: Expo2030 Roma (Instagram)

Blitz Ultima generazione a Roma: a petto nudo bloccano via del Tritone

A seno e a petto nudo in strada. E’ l’ultima azione di Ultima Generazione questa mattina a Roma, in via del Tritone al semaforo di piazza Barberini, dove sette persone aderenti alla campagna ‘Non paghiamo il fossile’ hanno bloccato la strada e si sono tolte la maglia restando a torso nudo, mentre un’altra si è denudata completamente. Dopo pochi minuti di blocco, sono arrivate sul posto le Forze dell’ordine, che in poco tempo hanno portato via i presenti. Il blitz, spiegano gli attivisti, “per denunciare l’oscenità del Governo, che continua ad assistere imperturbabile alla morte dei propri cittadini a causa di eventi meteorologici estremi e ad alimentarne la causa, foraggiando senza scrupoli l’industria del fossile”.

Diranno forse che siamo oscene. Ma io mi chiedo. Siamo oscene? Osceno è quello che è successo ieri in Emilia Romagna e il Governo, che sa che questi eventi estremi continueranno a succedere e, nonostante ciò, continua a investire nelle fonti fossili“, ha dichiarato Eos.

Legati assieme con delle catene, i giovani si sono seduti a terra semi nudi sulle strisce perdonali.

Clima, blitz Ultima Generazione: interrotto traffico al Colosseo

Verso le 7 di questa mattina sei persone aderenti alla campagna ‘Non paghiamo il fossile’, promossa da Ultima Generazione, sono state fermate dalla polizia a Roma. Nonostante questo episodio, verso le 10.20, altri otto cittadini e cittadine aderenti alla stessa campagna hanno bloccato il traffico a Roma in Piazza del Colosseo, all’incrocio con via Labicana. Lo si apprende da una nota di Ultima Generazione in cui si spiega che “tutta la durata dell’azione i cittadini hanno discusso con gli automobilisti e con i passanti presenti della gravità della situazione climatica corrente e dell’inaccettabilità dell’inazione della politica per mitigarne i danni”. Verso le 10.25 sul posto sono arrivate le Forze dell’ordine che hanno spostato i presenti dalla strada. Infine i cittadini di Ultima Generazione sono stati portati in questura. Il tempo effettivo del blocco è stato di circa 25 minuti.

L’unico modo che abbiamo per farci ascoltare è rendere la protesta inascoltabile: deve essere impossibile ignorarci e per fare questo, purtroppo, dobbiamo creare del disagio. La cosa peggiore che sta capitando alle persone in questo momento non è di essere bloccate nel traffico, e la cosa peggiore che sta capitando a me non è quella di rischiare la fedina penale o di farmi male, ma il continuo disinteresse del governo verso le nostre vite e il continuo investire nei combustibili fossili, che già ci sta togliendo l’acqua potabile, l‘acqua per irrigare i campi, il cibo che cresce dalla terra e le nostre vite”, ha dichiarato una cittadina che sostiene la campagna ‘Non paghiamo il fossile’.

Sul termovalorizzatore di Roma è sfida aperta tra Pd e M5S

Sfida tra opposizioni sul termovalorizzatore di Roma. Gli ordini del giorno presentati da Alleanza Verdi Sinistra e Movimento 5 Stelle al decreto sulla riorganizzazione della governance del Pnrr, che sostanzialmente chiedono di stoppare il progetto del Campidoglio, anche se ormai è in avanzata fase di avviamento. Una mossa che dalle parti del Pd non è stata presa certo bene. “Scopro dai giornali che nel Pnrr compare il tema del termovalorizzatore a Roma, che col Pnrr non c’entra nulla. Noi facciamo opposizione al governo Meloni, mi auguro che gli altri partiti di opposizione facciano lo stesso, perché se c’è qualcuno che si illude con un odg di provare a creare problemi ad altri partiti di opposizione, io penso che questa pratica non aiuti nessuno“, dice il capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia. Che rincara la dose: “Troviamo inaccettabile aprire una discussione su un ordine del giorno che non c’entra nulla col provvedimento di cui si sta discutendo“.

La risposta di Giuseppe Conte non tarda. “Gualtieri, ministro dell’Economia del Conte 2, aveva sottoscritto con tutto il governo un programma che diceva no ai termovalorizzatori. Quindi è stata una ‘piroetta’, un capovolgimento a 360 gradi da parte del sindaco di Roma“, dice il presidente dei Cinquestelle. Che insiste: “Mi auguro recuperi la linearità che c’era prima di questa piroetta, confido che questa segreteria ce l’abbia la linearità, che voti con noi, anche se questo è un ordine del giorno rivolto al governo“. Anche Avs prova a “sgombrare il campo da qualunque equivoco: non c’è nessuno sgarbo fatto a Elly Schlein. C’è solo una questione di merito, l’inceneritore proposto da Gualtieri, che in campagna elettorale tra l’altro aveva detto cose diverse, porterà all’incenerimento 600mila tonnellate di rifiuti“, sottolinea il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli.

Il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, invece, è favorevole all’infrastruttura. E sul rischio che il suo partito si spacchi, risponde: “Mi auguro di no, i gruppi parlamentari hanno la loro autonomia, si sa come la penso io e come la pensa la gran parte del Pd“. La segretaria del Pd, Elly Schlein, intanto, non si esprime ma domani (mercoledì 19 aprile) terrà la prima conferenza stampa, al Nazareno, dal varo della nuova segreteria. Proprio nel giorno in cui si voterà sugli odg. Segno che la partita è aperta e i dem già studiano le contromosse.