INFOGRAFICA INTERATTIVA Auto, Stellantis detiene il 18,7% delle quote del mercato europeo

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA, su dati delle immatricolazioni a febbraio diffusi oggi da Acea, l’associazione dei produttori europei di autoveicoli, è possibile vedere chi domina il mercato delle auto in Europa (Ue, Efta e UK): in testa c’è il gruppo Volkswagen (25,7%), a seguire Stellantis (18,7%) e infine il gruppo Renault con il 9,7%. La restante parte è la somma di tutti gli altri marchi.

Auto, Urso: “Stellantis non basta, interlocuzioni con Tesla e cinesi”

L’obiettivo del ministero delle Imprese era dichiarato: arrivare a produrre in Italia 1,3 milioni di veicoli per far sopravvivere la componentistica del Paese. Nello specifico, un milione di automobili e 300mila veicoli commerciali leggeri. Dopo mesi di confronti, frecciate al vetriolo e riavvicinamenti con Stellantis, Adolfo Urso non ha dubbi: una casa non basta, servono altri competitor che garantiscano il lavoro e non internazionalizzino. Per questo, da tempo sono in corso interlocuzioni con Tesla, la casa statunitense di Elon Musk (ricevuto due volte a Palazzo Chigi e ospite al Festival Atreju 2023) e tre case cinesi produttrici di auto elettriche.

Il titolare del dicastero di via Veneto viene sentito in commissione Attività produttive della Camera, per fare il punto sul settore auto. La componentistica in Italia è composta da 2.200 imprese, che danno occupazione a oltre 167mila addetti. Se si guarda alla filiera allargata, oltre 5.500 aziende occupano 273mila addetti diretti nelle attività produttive e 1,2 milioni inclusi gli indiretti. “Il tutto genera circa 90 miliardi di euro di fatturato, pari al 9,9% di tutto il settore manufatturiero, con una incidenza sul Pil del 5,2%“, ricorda il ministro. In sintesi, è il settore produttivo a più elevato moltiplicatore di valore aggiunto.

I fattori di rischio da monitorare sono sostanzialmente tre: l’andamento produttivo che è “fortemente influenzato dalla produzione di veicoli sia a livello nazionale che europeo”, le sfide imposte dalla decarbonizzazione e le strategie del principale produttore italiano.

Le immatricolazioni sono cresciute nel 2023, segnando un +19% sul 2022, ma non raggiungono i livelli pre-Covid e sono lontane dal picco di 2,2 milioni raggiunto nel 2017. “Secondo le previsioni di mercato, nei prossimi anni il mercato dell’auto si stabilizzerà su 1,5-1,7 milioni di veicoli immatricolati“, informa Urso.

Al momento, in Italia si fabbricano veicoli a combustione interna, e seguire la strada della totale elettrificazione, mette in guardia il ministro, è rischioso: “Comporterebbe un significativo restringimento del campo di attività economica, perché con l’elettrico si riduce il numero delle componenti necessarie all’assemblaggio dei mezzi e, allo stesso tempo, il principale componente è la batteria, la cui catena del valore è per l’80% di dominio asiatico“. Alla nuova Commissione europea chiederà, assicura, di “abbandonare l’approccio ideologico che ha sacrificato le esigenze delle imprese“.

Intanto, le interlocuzioni con le altre case proseguono, anche perché l’Italia è un caso unico in Europa: “Solo qui – lamenta Urso – c’è un solo produttore di auto. In Germania ce ne sono sei, ai quali se ne aggiunge uno ulteriore per i veicoli commerciali leggeri. In Francia i produttori sono quattro, in Spagna sono sette. Persino nella Repubblica Ceca sono tre e in Ungheria quattro“.
Stellantis potrebbe decidere di internazionalizzare ancora, ma Urso si smarca da qualsiasi responsabilità: “E’ nata nel 2019-2020. Fu presentato al governo il progetto, secondo la golden power. In quel momento, si ritenne di non esercitare quella facoltà. A me risulta che si prospettava una ipotesi di fusione, invece poi fu incorporazione; che dovesse esserci governance paritetica che non fu paritetica; che i soci non avrebbero dovuto aumentare le quote, invece avvenne. In quel momento il governo doveva intervenire, ma se ne lavò le mani“, tuona.

Ora, la sua, è una corsa ai ripari. A metà dello scorso anno, una delegazione del governo ha visitato le principali case cinesi produttrici di veicoli elettrici. Dopo quella missione, tre aziende leader cinesi sono venute in Italia per vagliare le possibilità offerte dal Paese e visitare luoghi di possibili stabilimenti. “Questi gruppi, tutti e tre, hanno esplicitamente detto che i preconcetti con cui sono arrivate in Italia, dal costo del lavoro alla burocrazia, sono stati fugati dagli incontri – garantisce il ministro -. Hanno trovato un paese con un ecosistema molto favorevole agli investimenti“.

Ayvens acquisterà 500.000 veicoli da Stellantis

Ayvens, leader mondiale della mobilità sostenibile, e Stellantis, una delle principali aziende automobilistiche al mondo, hanno raggiunto un accordo quadro multimiliardario di importanza strategica. L’intesa prevede l’acquisto di fino a 500.000 veicoli da parte delle affiliate di Ayvens per la sua flotta di leasing a lungo termine in tutta Europa, nei prossimi tre anni. Le prime consegne inizieranno nel primo semestre del 2024 e proseguiranno per tutto l’anno. Ayvens è stata creata a maggio 2023 quando ALD Automotive ha acquisito LeasePlan, una delle società leader al mondo per la gestione flotte e per la mobilità. Attualmente al numero uno della classifica come player globale nel leasing auto multi-channel e multi-brand, Ayvens fa leva sulla sua scalabilità e competenze per supportare la sua ampia base di clienti aziendali, piccole e medie imprese (PMI) e clienti privati. Grazie a questo accordo, Ayvens e i suoi clienti potranno scegliere tra un’ampia gamma di veicoli degli iconici brand Stellantis. Tra questi, Alfa Romeo, Citroën, DS Automobiles, Fiat, Jeep, Lancia, Opel, Peugeot e Vauxhall. I brand coinvolti potranno aumentare in futuro fino a coprire l’intero portfolio Stellantis. Una delle priorità condivise sarà l’integrazione della linea innovativa di veicoli sostenibili Stellantis a supporto della strategia multi-brand di Ayvens.

Le consegne ad Ayvens includeranno un’ampia gamma di segmenti, dalle city car ai SUV oltre ai furgoni e ai minivan (compresi quelli a 7 e 9 posti), con una vasta scelta di tipologie di motorizzazione (inclusi i veicoli elettrici a batteria) dotati delle più recenti innovazioni nel software e nell’infotainment. Specifiche quantità, composizioni degli ordini e date di consegna – oltre ai volumi già pianificati per il 2024 – potranno essere concordati in modo flessibile dalle due aziende, tenendo conto delle caratteristiche della flotta e della domanda.

Carlos Tavares, ceo di Stellantis, ha commentato: “Sono entusiasta di annunciare questa innovativa partnership con Ayvens, che permetterà di sostenere la progressiva transizione dei clienti di Ayvens verso una mobilità più sostenibile. Grazie ai nostri brand iconici e alla nostra offerta di veicoli elettrici siamo in grado di offrire una soluzione su misura per ogni esigenza, ogni budget e stile di vita. Grazie a questo accordo, i clienti attuali e futuri dei brand Stellantis potranno provare le nostre ultime innovazioni, dalla propulsione avanzata alla connettività ad alte prestazioni, oltre ad un comfort impareggiabile. Si tratta di una grande opportunità per i clienti di Ayvens ed è il modo giusto per proseguire assieme verso un futuro a zero emissioni di carbonio”.

Tim Albertsen, CEO di Ayvens, ha aggiunto: “Siamo estremamente soddisfatti di aver raggiunto questo accordo quadro con Stellantis, con l’obiettivo di fornire ai nostri clienti dei veicoli multi-brand di qualità, aiutandoli progressivamente nel processo di transizione verso una mobilità più sostenibile, grazie all’eccellenza della gamma prodotti e della qualità dei servizi. Questa partnership commerciale ci consentirà di lavorare fianco a fianco con Stellantis per garantire un pricing più competitivo per i nostri clienti; inoltre, l’accordo è una chiara dimostrazione del nostro potere di scalabilità e di acquisto, grazie ai quali potremo acquisire ulteriore valore e nuove sinergie a beneficio di tutti gli stakeholder. Il settore della mobilità è un mercato a crescita elevata, sostenuto dal cambiamento dei clienti che stanno passando dal concetto di ‘possesso’ a quello di ‘utilizzo’, con le loro richieste di soluzioni di leasing full-service, la necessità di tenere sotto controllo i costi e l’impegno a ridurre la propria impronta di carbonio. Svolgiamo un ruolo chiave nel creare un ecosistema efficiente con i nostri partner, così da fornire i massimi benefici ai nostri clienti nel loro percorso verso la mobilità sostenibile. Il nostro obiettivo è quello di guidare questa transizione e dare forma al futuro del nostro settore come leader globale nella mobilità sostenibile”.

Entrambe le aziende sono impegnate a rendere la mobilità più sostenibile. Nell’ambito del piano strategico Dare Forward 2030, Stellantis ha annunciato l’obiettivo di raggiungere il 100% del mix di vendite di autovetture elettriche a batteria (BEV) in Europa e il 50% del mix di vendite negli Stati Uniti di autovetture e veicoli commerciali leggeri BEV entro il 2030. Per raggiungere questi obiettivi di vendita, l’Azienda si sta assicurando circa 400 GWh di capacità delle batterie, grazie al supporto di sei impianti di produzione di batterie in Nord America e in Europa. Stellantis prosegue così nella giusta direzione per diventare un’azienda a zero emissioni di anidride carbonica entro il 2038 in ogni suo ambito, con una compensazione a una cifra percentuale delle emissioni rimanenti. Grazie all’acquisto di veicoli Stellantis con motorizzazione all’avanguardia, compresi i veicoli elettrici a batteria (BEV), l’accordo si allinea con il piano strategico PowerUP 2026 di Ayvens, volto a facilitare una progressiva transizione verso la mobilità sostenibile. Con un solido programma dedicato alle vetture elettriche, Ayvens assiste i clienti nel loro percorso verso l’elettrificazione offrendo una consulenza strategica, consigli su come limitare i costi e ridurre l’impatto sull’ambiente. Sfruttando un ampio bacino di dati e strumenti collaborativi, team di consulenza dedicati aiutano professionisti e imprese a ottimizzare i regolamenti relativi alle auto aziendali, a ridurre i costi totali di proprietà e a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

Stellantis, cala retribuzione Tavares: 13,5 milioni nel 2023. Ma arriva incentivo per sostenibilità

Nel 2023, l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha percepito una retribuzione di circa 13,5 milioni di euro, 1,4 milioni in meno rispetto al 2022 (14,9 milioni di euro). I compensi 2023, spiega il gruppo, sono composti da una retribuzione base di 2 milioni di euro, che è invariata da tre anni, a cui va aggiunta una retribuzione variabile del 90% rispetto ai KPI di performance a lui assegnati, che ammonta a 11,5 milioni, circa 1,4 milioni in meno sull’anno precedente.

Oltre alla retribuzione di base e variabile, Tavares ha inoltre ricevuto nel 2023 un incentivo per la trasformazione di Stellantis in un provider di mobilità tecnologica sostenibile, pari a 10 milioni di euro, approvato nel 2021 dal board del gruppo nell’ambito di un piano per il raggiungimento di tappe significative e strategiche legate all’innovazione del nell’arco di cinque anni.

Parallelamente sono stati attribuiti all’ad incentivi a lungo termine pari a 13 milioni di euro che saranno assegnati a Tavares solo se saranno raggiunti nei prossimi anni specifici obiettivi di performance. “Sotto la guida di Tavares”, si legge in una nota, Stellantis ha ottenuto “una delle migliori performance del settore automobilistico”, con un margine del 12,8% nel 2023, che ha portato a una ridistribuzione di 1,9 miliardi di euro tra retribuzione variabile, bonus e partecipazione agli utili a tutti i dipendenti, per un totale di 6 miliardi di euro dalla creazione dell’azienda 3 anni fa.

Stellantis è al sedicesimo posto “tra le aziende più profittevoli al mondo, con amministratori delegati che guadagnano fino a 6 volte di più rispetto a Tavares ed è tra le 20 maggiori aziende quotate in borsa al mondo per fatturato”.

Nel 2023, dice Tavares nel messaggio che accompagna la Relazione finanziaria 2023 del gruppo, “abbiamo dimostrato ancora una volta la nostra capacità di esecuzione, di innovazione e di trasformazione in un’azienda tecnologica di mobilità sostenibile” e “non c’è dubbio che l’enorme trasformazione in atto nel nostro settore sia la nostra opportunità – non una minaccia – per scuotere lo status quo, ridefinire il nostro destino e dimostrare di avere i team migliori per affrontare una concorrenza agguerrita”.  Alla fine del 2023, ricorda “quasi un terzo del nostro portafoglio prodotti era costituito da veicoli elettrici a batteria e nel 2024 intendiamo lanciare altri 18 Bev, arrivando a un totale di 48 modelli elettrici. Questa offensiva di prodotti sosterrà la grande spinta all’elettrificazione in Nord America e rafforzerà la nostra posizione in Europa”.

Per sostenere “la nostra audace ambizione di elettrificazione – dice Tavares – abbiamo assicurato il nostro fabbisogno di materie prime fino al 2027 e siamo al passo con la produzione di batterie”.

“Il nostro obiettivo – ricorda il ceo di Stellantis – è industrializzare il recupero e il riutilizzo sostenibile dei materiali, costruendo al contempo tecnologie innovative e capacità avanzate, per salvaguardare il nostro futuro comune”.

auto e furgoni

A gennaio +12,1% immatricolazioni auto in Ue: Italia sul podio (+10,6%). Crescono le elettriche

A gennaio 2024, il mercato delle auto nuove dell’Unione europea ha registrato una ripresa dopo il rallentamento registrato nel dicembre 2023, con un aumento delle immatricolazioni del 12,1% su base annua a 851.690 unità. In particolare, tutti i principali mercati del blocco hanno registrato una crescita significativa, con Germania (+19,1%), Italia (+10,6%), Francia (+9,2%) e Spagna (+7,3%) che hanno ottenuto incrementi a una o due cifre. Lo rende noto l’Acea, l’associazione europea dei costruttori di automobili.

CRESCE LA VENDITA DI ELETTRICHE. Bene il fronte delle auto ‘green’. Le vendite di quelle elettriche a batteria in Ue sono aumentate del 28,9%, raggiungendo 92.741 unità, e rappresentando una quota di mercato totale del 10,9% (dal 9,5% di gennaio 2023). I quattro maggiori mercati della regione, che insieme che insieme coprono il 66% di tutte le immatricolazioni di auto elettriche a batteria – hanno registrato forti aumenti a due cifre: Belgio (+75,5%), Paesi Bassi (+72,2%), Francia (+36,8%) e Germania (+23,9%).  A gennaio, le nuove immatricolazioni di auto ibride-elettriche nell’Ue, invece, sono aumentate del 23,5%, spinte da crescita significativa nei quattro mercati più importanti: Spagna (+26,5%), Francia (+29,9%), Germania (+24,3%) e Germania (+24,3%). (+24,3%) e Italia (+14,2%). Questo ha portato alla vendita di 245.068 unità nel primo mese del 2024, che rappresentano il 28,8% della quota di mercato dell’Ue.

Le vendite di auto elettriche ibride plug-in hanno registrato una ripresa dopo il calo del dicembre 2023, aumentando del 23,8% a 66.660 unità. 23,8% a 66.660 unità nel gennaio 2024. Questa crescita è stata trainata principalmente da mercati chiave come il Belgio (+65,2%) e la Germania (+62,6%). Di conseguenza, le ibride plug-in rappresentano ora il 7,8% delle vendite totali nell’Ue.

TIENE IL MERCATO DI BENZINA E DIESEL. Nel gennaio 2024, il mercato delle auto a benzina dell’Ue ha registrato un’espansione del 4%, trainata da aumenti notevoli mercati chiave come l’Italia (+26,7%) e la Germania (+16,9%). Nonostante abbia mantenuto la sua leadership con il 35,2% del mercato a gennaio, la quota è diminuita rispetto al 37,9% dello stesso mese del 2023.  Al contrario, il mercato del diesel ha subito una contrazione del 4,9% a gennaio. Questo calo è stato evidente in diversi mercati, tra cui tre dei più grandi: Francia (-23,4%), Spagna (-10,2%) e Italia (-8,7%). Tuttavia, la Germania si è discostata da questa tendenza con un tasso di crescita del 4,3%. Nel gennaio 2024, le vendite di Auto diesel hanno raggiunto 114.415 unità, con una quota di mercato del 13,4%, in calo rispetto al 15,5% del 2023.

VENDITE STELLANTIS +15%. A gennaio 2024 crescono del 16,9% su base annua le immatricolazioni di Stellantis in Europa (Ue + Efta + Regno Unito) e sono pari a 183.120 unità. Cresce anche la quota di mercato, che è pari al 18%, rispetto al 17,2% del 2023. Considerando la sola Unione Europa, la crescita del numero di immatricolazioni di auto Stellantis è del 15%, pari a 162.525 unità, con una quota di mercato del 19,1%, rispetto al 18,6% dello scorso anno. Lo rende noto l’Acea, l’associazione europea dei costruttori di automobili.

Da Stellantis risultati record nel 2023: +6% ricavi e utili a 18,6 miliardi di euro

Risultati record per l’esercizio 2023 di Stellantis. I ricavi netti sono cresciuti del 6% su base annua, raggiungendo 189,5 miliardi di euro. L’utile netto è aumentato dell’11% a 18,6 miliardi di euro. Il flusso di cassa industriale netto è aumentato del 19% su base annua, raggiungendo 12,9 miliardi di euro. Le vendite globali di BEV sono aumentate del 21% e quelle dei LEV del 27%. Negli Stati Uniti i PHEV si posizionano al primo posto e i LEV al secondo. I risultati sono in linea con gli obiettivi del piano strategico Dare Forward 2030. Il risultato operativo rettificato è in aumento dell’1% a 24,3 miliardi di euro, con un margine sui ricavi del 12,8%. Sono stati corrisposti 6,6 miliardi di euro agli azionisti nel 2023 sotto forma di dividendi e riacquisti di azioni, con un aumento del 53% rispetto ai 4,3 miliardi di euro del 2022. Il dividendo proposto è di 1,55 euro per azione ordinaria, circa il 16% in più rispetto all’anno precedente, in attesa dell’approvazione degli azionisti. E’ stato annunciato un programma di acquisto di azioni proprie sul mercato per il 2024 per un importo di 3,0 miliardi di euro.

Abbiamo da poco superato il traguardo dei tre anni dalla nascita di Stellantis e desidero ringraziare calorosamente tutti i team che, operando con elevati standard di eccellenza, stanno contribuendo in maniera determinante al nostro percorso di crescita, nonostante le avversità del momento. I risultati record annunciati oggi sono la prova che siamo diventati un nuovo leader globale nel settore e che continueremo a essere solidi anche in previsione di un turbolento 2024. Grazie alla flessibilità delle nostre tecnologie e alla roadmap stabilita in termini di prodotto siamo pronti ad affrontare i vari scenari che potrebbero presentarsi, continuando a realizzare gli obiettivi del piano strategico Dare Forward 2030“, commenta il ceo Carlos Tavares.

Per sostenere la crescita complessiva del mercato e la spinta all’elettrificazione in Nord America, nel 2024 Stellantis lancerà altri 18 BEV, per un totale di 48 modelli disponibili entro la fine del 2024. Il prezzo della nuova Citroën ë-C3 parte da 23.300 euro ed è l’EV del segmento B prodotto in Europa con il prezzo più competitivo. Inoltre, Jeep Avenger, premiata come European Car of the Year 2023, continua a ottenere i massimi riconoscimenti. Con la Peugeot E-3008 Stellantis ha lanciato la prima delle quattro nuove piattaforme incentrate sui BEV, la piattaforma STLA Medium, caratterizzata dalla migliore autonomia della categoria, fino a 700 chilometri (435 miglia). La seconda piattaforma, STLA Large, il cui lancio è previsto nel 2024, avrà un’autonomia di 800 chilometri (500 miglia) e sarà equipaggiata per superare le aspettative dei clienti. STLA Large è una piattaforma altamente flessibile. Nata per i BEV e in grado di adottare diversi sistemi di propulsione, inclusi quelli ibridi e a combustione interna, servirà come base per i prossimi veicoli globali dei segmenti D ed E. Stellantis si è assicurata l’approvvigionamento di materie prime fino al 2027 e ha sottoscritto un accordo con CATL per la fornitura di celle e moduli per batterie LFP, ampliando ulteriormente il proprio portfolio di chimiche per batterie. Inoltre, Stellantis e Ample hanno avviato una partnership relativa alle tecnologie di scambio dei moduli batterie per fornire batterie EV completamente cariche in meno di cinque minuti. Stellantis si è unita a Symbio e agli altri azionisti per inaugurare SymphonHy, la prima gigafactory in Francia e il più grande sito integrato d’Europa per la produzione di celle a combustibile a idrogeno. Inoltre, l’Azienda sta adottando su più fronti una strategia dedicata ai semiconduttori per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e favorire l’innovazione. A partire dal 2026 SiliconAuto, la joint venture al 50% con Foxconn, produrrà chip su misura per le piattaforme di veicoli dell’industria automotive di ultima generazione.  Nel 2023, Stellantis Ventures ha investito in sei nuove startup e ha firmato 49 contratti commerciali con nuove aziende emergenti.

Stellantis ha anche annunciato che  quest’anno distribuirà quasi 1,9 miliardi di euro ai dipendenti di tutto il mondo come riconoscimento per le loro prestazioni e per il loro contributo ai risultati e ai traguardi finanziari raggiunti dall’Azienda nel 2023, sia a livello globale che locale. Dalla sua costituzione poco più di tre anni fa, Stellantis ha distribuito 6 miliardi di euro ai dipendenti di tutto il mondo. Per quanto riguarda i dipendenti italiani, il premio che riceveranno ad aprile ammonta ad un valore medio complessivo di 2.112 euro, legato alla retribuzione contrattuale di riferimento. In particolare, ai dipendenti a cui è applicato il CCSL verrà erogato un premio pari al 7.2% della retribuzione, che corrisponde in media a 1812 euro lordi, a cui si aggiungerà il riconoscimento straordinario di 300 euro lordi, che porterà ad una erogazione complessiva pari all’8,5%. “Il premio medio complessivo che riceveranno i dipendenti di Stellantis in Italia è il frutto positivo dell’accordo siglato lo scorso anno con i sindacati firmatari e riconosce il contributo di tutta la forza lavoro italiana in relazione ai risultati dell’azienda e la qualità del dialogo sociale con i sindacati. La cifra media erogata, 2.112 euro, è del 10% in più rispetto alla cifra dello scorso anno (1.879 euro) ma va sottolineato anche l’aumento salariale dell’11% in 2 anni (6,5% nel 2023, poi 4,5% nel gennaio 2024) e gli ulteriori 600 euro ricevuti dai lavoratori come bonus speciale relativo agli accordi retributivi del 2023. In questo contesto, mi fa piacere sottolineare anche il successo del primo piano di acquisto di azioni da parte dei dipendenti di Stellantis in Italia, Shares to Win, che abbiamo lanciato nel 2023 con una partecipazione del 13%. Si tratta di un piano da rinnovare anche quest’anno“, sottolinea Tavares.

Stellantis, Pd-Avs-M5S per entrata dello Stato, c.destra e Iv frenano. Sindacati: Serve tavolo

La bomba Stellantis deflagra nel dibattito politico italiano. A far detonare la polemica è il botta e risposta dai toni decisamente duri tra l’ad del gruppo, Carlos Tavares, e il ministro Adolfo Urso. Al manager che, in sintesi, attribuisce ai governi lo scarso appeal del mercato delle auto elettriche per la scarsità degli incentivi, il responsabile del Mimit replica in maniera puntuta: “Se chiede che l’Italia faccia come la Francia, che ha cambiato la sua partecipazione statale, ce lo chieda e possiamo ragionare insieme”. Da qui parte, o per meglio dire riparte, il fuoco di fila delle dichiarazioni.

Carlo Calenda, che da tempo cavalca il tema, potendo mettere sul tavolo anche la sua esperienza al Mise, ingrana la marcia: “Oramai è chiaro che Stellantis è francese e che tratterà l’Italia come un qualsiasi altro mercato. Elkann rimane chiuso in uno sprezzante silenzio, parla Tavares perché comanda solo lui”. Il segretario di Azione ha un’idea chiara sul da farsi: “La risposta del governo al ricatto di Stellantis non deve essere quella di farsi trascinare in un’asta annuale a rialzo sui sussidi pubblici”, piuttosto serve un “Piano competitività nazionale per tutte le aziende articolato su tre punti: industria 4.0 allargata ad ambiente ed energia, formazione 4.0, messa a terra degli Its su cui si sta andando lentissimi e diminuzione del costo dell’energia attraverso la redistribuzione dei proventi delle aste Ets come fanno in Germania”.

Molto attivo è anche l’ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando. “E’ importante stabilire una linea, magari prendendo per buona la sfida di Tavares ed entrando nel capitale e nel Consiglio di amministrazione, ma mettendo condizionalità sugli incentivi e sui trasferimenti”. Dura anche la segretaria dem, Elly Schlein: “Il governo non può tacere di fronte alle minacce dell’ad, gli incentivi siano condizionati in modo vincolante alla tutela dei posti di lavoro e alla riduzione delle emissioni”. Inoltre, è il momento di “studiare concretamente la strada della partecipazione pubblica per incidere sulla strategia aziendale”. A Schlein, però, replica Calenda. “No Elly, Tavares non ha lanciato una sfida, ha lanciato una minaccia e un ricatto incentivi contro posti di lavoro sulla pelle di 40mila lavoratori. E’ ora che il Pd si faccia sentire”.

Anche Avs apre all’entrata dello Stato. “Con le condizioni di un piano industriale verso l’elettrico, sarebbe un’ipotesi da prendere in considerazione”, spiega Angelo Bonelli. Per il M5Ssenza uno straccio di politica industriale, il governo Meloni non può che fare la figura dello zimbello degli Elkann e dello Stato francese”, sostiene il vicepresidente pentastellato, Mario Turco, secondo il quale “una presenza dello Stato nel capitale della società si rende necessario, a patto che si sia in grado di impostare una politica industriale”.

Non la pensano così in maggioranza. Di sicuro non in Forza Italia: “D’accordo tutelare l’occupazione ma noi siamo per liberalizzazioni e privatizzazioni. Adesso che cosa facciamo, entriamo nel capitale delle aziende private?”, mette in chiaro il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, intervistato da Affaritaliani.it. Fratelli d’Italia se la prende con Tavares: “Continua a lamentarsi della mancanza di incentivi all’elettrico, ormai sembra un disco rotto”, dice il senatore Gianpietro Maffoni. La Lega non si esprime sulla partecipazione pubblica, ma fa sapere che sarà attenta alla difesa dei diritti di tutti i lavoratori: “Le aziende che per anni hanno incassato miliardi non si permettano di minacciare o ricattare”. Voce fuori dal coro delle opposizioni è quella di Italia viva: “Appartengo a quella sparuta minoranza che ritiene piuttosto che lo Stato sia stato più spesso un problema che una soluzione“, sostiene il deputato ed economista, Luigi Marattin.

Oltre alla politica ci sono anche i sindacati. Fiom e Cgil non sarebbero contrari a una partecipazione pubblica in Stellantis, ma chiedono che Meloniconvochi un incontro con Tavares e sindacati per parlare di quello che conta veramente: livelli di produzione e occupazione negli stabilimenti italiani”. Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, chiede all’esecutivo di farsi “garante di un patto tra istituzioni, impresa e sindacati sul rilancio del settore auto nel nostro Paese”. Va più sul pratico il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri: “La nostra prima preoccupazione è sui livelli occupazionali, ma continuiamo a ritenere che questo governo abbia poche idee e confuse. Come si fa a dire che vendiamo pezzi di Eni e Poste ma compriamo un pezzo di Stellantis? – si domanda -. Si parla di incentivi, ma per cosa: per comprare auto che vengono dalla Cina? Incentivi alla produzione o agli investimenti? Occorre avviare un confronto con sindacati, azienda e governo chiarendo le linee di politiche industriali per i prossimi anni”. La partita, comunque, resta aperta e il triplice fischio decisamente molto lontano.

Auto, scintille Urso-Tavares. Il ministro: “Se vogliono lo Stato in Stellantis lo chiedano”

Il Piano Ecobonus per il 2024 c’è e vale quasi un miliardo di euro. Ma i rapporti tra il ministero delle Imprese e Stellantis restano tesi. La causa, questa volta, è un’intervista che il Ceo Carlos Tavares rilascia a Bloomberg prima del vertice al ministero. Sostiene che il mercato dell’elettrico in Italia valga molto poco perché i governi, finora, non lo hanno sovvenzionato abbastanza. E che Stellantis sia stata utilizzata dall’esecutivo come “capro espiatorio” davanti ai lavoratori in bilico e agli stabilimenti a rischio, per “evitare di assumersi la responsabilità“.

Negli incontri che ho avuto con Tavares e la proprietà Elkann, è stato chiesto un impegno a cambiare la normativa Euro7, cosa che il governo ha fatto. Ci avevano anche chiesto un impegno sugli incentivi e l’abbiamo mantenuto“, ricorda Urso. Poi affonda: “Se Tavares richiede che l’Italia faccia come la Francia, che ha cambiato la sua partecipazione statale in Stellantis, ce lo chieda e possiamo ragionare insieme”. Il Piano, che stanzia risorse per 950 milioni per gli incentivi per l’acquisto di auto a basse emissioni inquinanti, va in tre direzioni, “convergenti“, spiega Urso: sostenibilità ecologica, sociale e produttiva. Primo obiettivo è stimolare la rottamazione delle auto altamente inquinanti, l’euro 0, 1 2 e 3, che sono ancora il 25 per cento del parco circolante in Italia. C’è poi quello di incentivare la produzione, che negli ultimi anni si è drasticamente ridotta, “malgrado gli incentivi predisposti che sono andati prevalentemente, sino all’80 per cento, a vetture prodotte in stabilimenti esteri, anche della stessa Stellantis”, fa notare Urso. Infine, tra gli obiettivi, c’è quello di aiutare soprattutto le famiglie con redditi bassi, attraverso un sistema graduale che prevede agevolazioni più significative per i nuclei con ISEE fino a 30mila euro. Così facendo, la produzione di auto in Italia dovrebbe crescere nel 2024. Se così non fosse, però, “se quest’anno il trend non dovesse cambiare, nonostante le ingenti risorse che stiamo mettendo in campo“, avverte il ministro, “destineremo le ulteriori risorse del ‘fondo automotive’ esclusivamente a sostegno della nostra filiera e a incentivare nuovi stabilimenti produttivi nel nostro Paese”.

Di “traguardo importante” parla Davide Mele, responsabile Corporate Affairs di Stellantis Italia, che prende parte al tavolo. Chiede di far capire a tutti che “dall’elettrico non si torna indietro“, e conferma “l’obbiettivo comune, insieme al Governo, alla filiera, ai sindacati e a tutti coloro che vivono tutti i giorni questo settore, di sostenere la produzione di veicoli in Italia nei prossimi anni con l’ambizione di raggiungere anche il famoso milione di veicoli (auto e veicoli commerciali, precisa) nel piano DF2030“. Quanto alla questione degli stabilimenti, però, anche lui però tiene a precisare che la produzione è “strettamente correlata alla domanda di mercato“: “In base alla domanda dei clienti, noi produciamo le auto e non il contrario. Ecco perché è fondamentale stimolare la domanda con auto a prezzi accessibili. L’accessibilità è data dagli sforzi congiunti di Stellantis e dei suoi fornitori per garantire che i clienti possano acquistare le nostre Auto, fornendo così attività e posti di lavoro ai nostri stabilimenti”, scandisce.

A margine del Tavolo, Urso incontra i lavoratori della logistica dello stabilimento di Melfi, in presidio davanti alla sede del dicastero, rimasti senza lavoro in seguito alla disdetta dei contratti. I sindacati non sembrano soddisfatti del tavolo: “Un piano di soli incentivi non basta. Incentivare la domanda dovrebbe essere l’atto finale di una politica industriale sul settore dell’automotive nel suo complesso“, fanno notare Samuele Lodi e Maurizio Oreggia di Fiom-Cgil. Lamentano una mancanza di garanzie sull’occupazione e sulla produzione nei siti italiani di Stellantis e nelle aziende della filiera della componentistica: “I cinque tavoli tecnici-tematici sull’automotive non hanno ancora prodotto risultati da questo punto di vista. Le risorse pubbliche devono essere vincolate a garanzie per l’occupazione e all’aumento dei volumi produttivi, a partire dall’incremento di produzioni di auto mass market, lo stesso impianto di incentivi non è una garanzia rispetto all’aumento delle produzioni nel nostro Paese“. È positivo che siano stati varati i nuovi incentivi per i veicoli elettrici, ma “pensiamo che gli incentivi dovrebbero essere maggiormente finalizzati alla risoluzione dei problemi dei lavoratori“, fanno eco Rocco Palombella e Gianluca Ficco di Uilm, che chiedono a Stellantis una “dimostrazione di forte responsabilità sociale, nei confronti dei propri dipendenti e di quelli dell’indotto“. La speranza delle parti sociali per tutelare davvero gli stabilimenti in Italia è che, nel rapporto con il gruppo, il Governo passi “da una polemica confusa a una proposta concreta“.

Meloni: “Difenderemo produzione nazionale”. Stellantis replica: “Fortemente impegnati in Italia”

Non si ferma lo ‘scontro’ a distanza fra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e Stellantis. Dopo le parole di pochi giorni fa a ‘Quarta Repubblica’, dove, riferendosi al quotidiano ‘Repubblica’, aveva detto di non accettare “lezioni sull’italianità da chi ha venduto la Fiat ai francesi”, la premier torna sull’argomento durante il question time alla Camera. L’occasione è l’interrogazione di Matteo Richetti, capogruppo di Azione a Montecitorio, che chiede conto delle “iniziative volte a garantire la continuità produttiva e occupazionale presso gli stabilimenti italiani di Stellantis e di Magneti Marelli, nell’ambito di un piano di rilancio del comparto automobilistico”.

Meloni non se lo fa dire due volte e parte all’attacco. Intanto, difendendo il suo diritto di critica, dopo che ieri il ceo di Stellantis, Carlos Tavares, ha definito le critiche della premier ingiuste nei confronti dei dipendenti italiani e ha accusato il Governo di aver perso nove mesi sugli incentivi. “Il gruppo automobilistico Fiat e i marchi italiani collegati – inizia la presidente – rappresentano una parte importante della storia industriale nazionale, sia in termini occupazionali che di ricchezza prodotta. E’ un patrimonio economico che merita la massima attenzione. E credo che questo significhi anche avere il coraggio di criticare alcune scelte fatte dalla proprietà e dal management del gruppo quando sono state distanti dagli interessi italiani”. Il riferimento è presto detto, e neanche tanto fra le righe: “Penso allo spostamento della sede fiscale e legale fuori dai confini nazionali, all’operazione di presunta fusione fra Fca e Psa che celava un’acquisizione francese dello storico gruppo italiano, tanto che oggi nel cda di Stellantis siede un rappresentante del governo francese e non è un caso se le scelte industriali del gruppo tengono in considerazione molto più le istanze francesi rispetto a quelle italiane“.

La linea tracciata per il futuro dal Governo è dritta e segnata. “Noi vogliamo come sempre difendere l’interesse nazionale, instaurare un rapporto equilibrato con Stellantis per difendere la produzione in Italia, i livelli occupazionali e tutto l’indotto dell’automotive”. Per questo “abbiamo modificato le norme, da una parte incentivando chi torna a produrre in Italia e dall’altra scoraggiando chi delocalizza, che dovrà restituire ogni beneficio o agevolazione pubblica ricevuta negli ultimi dieci anni. Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l’anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana”. Con un avvertimento preciso: “Se si vuole vendere un’auto sul mercato mondiale pubblicizzandola come gioiello italiano, allora quell’auto deve essere prodotta in Italia. Queste sono le regole con l’attuale Governo e valgono per tutti“.

Non si fa attendere la replica a distanza di Stellantis che, tramite un portavoce, sottolinea come l’azienda sia “fortemente impegnata in Italia” e abbia “investito diversi miliardi di euro nelle attività italiane per nuovi prodotti e siti produttivi“. “Oltre il 63% dei veicoli prodotti lo scorso anno negli stabilimenti italiani di Stellantis sono stati esportati all’estero, contribuendo così alla bilancia commerciale italiana“, sottolinea, precisando che lo scorso anno sono stati prodotti oltre 752 mila veicoli (auto + veicoli commerciali), in crescita del 9,6% rispetto al 2022, di cui oltre 474 mila sono stati commercializzati all’estero. In particolare, con oltre 85.00 unità prodotte, Mirafiori ha un avuto un export pari al 93%, Cassino, con circa 48.800, del 75%, Pomigliano, con circa 215.000, del 41%, Modena, con circa 1240, del 92%, Atessa, con circa 230.000, dell’85%, e Melfi, con oltre 170.120, del 53%.

Stellantis lancia nuova piattaforma BEV STLA Large. Tavares: “Occhi puntati su elezioni Usa e Ue”

Capacità della batteria da 118 kWh, efficienza di ricarica da 4,5 kWh al minuto, accelerazione da 0-100 km/h in circa 2 secondi, autonomia di 800 km e massima flessibilità per realizzare un’ampia gamma di veicoli. Sono, in sintesi, le caratteristiche di STLA Large, la nuova piattaforma Bev presentata da Stellantis. La piattaforma è dotata di caratteristiche leader del segmento, quali quantità di energia disponibile a bordo, efficienza di ricarica, dinamica di guida ad alte prestazioni e in fuoristrada (Trail Rated). I veicoli fullsize basati su STLA Large sono focalizzati sulla domanda dei clienti nei principali mercati globali e saranno adottati inizialmente nel mercato nordamericano dai brand Dodge e Jeep, seguiti da altri marchi, tra cui Alfa Romeo, Chrysler e Maserati. Saranno lanciati otto modelli nel periodo 2024-2026. STLA Large è una delle quattro piattaforme BEV globali, fondamentali per raggiungere gli ambiziosi obiettivi del piano strategico Stellantis Dare Forward 2030. Si tratta della seconda piattaforma che viene svelata dopo STLA Medium.

I nostri obiettivi per le piattaforme STLA sono ambiziosi, ma questo è ciò di cui i nostri clienti hanno bisogno oggi”, spiega il ceo di Stellantis Carlos Tavares. E l’ambizione è d’obbligo per perseguire il Dare Forward 2030, con il quale al momento “siamo perfettamente in linea”, aggiunge parlando con la stampa. Del fatto che ritenga il percorso complicato e anche guidato da scelte dogmatiche e poco vicine alla realtà, Tavares non ha mai fatto mistero. E anche in questa occasione ribadisce che “se imponi tecnologie che le classi medie non possono pagare, il risultato è che le persone tengono i loro vecchi veicoli, non ne comprano di nuovi. Infatti sta crescendo l’età del parco veicoli e questo è un disastro per il pianeta. Se ignoriamo la realtà verremo puniti con un risultato opposto da quello desiderato”.

Ma Stellantis non si gira dall’altra parte e, anzi, prosegue “a piena velocità” per passare al 100% all’elettrico nel 2030. “Abbiamo i veicoli, la capacità e la tecnologia”, ci tiene a precisare il ceo. Che però tiene “gli occhi bene aperti” su quello che accadrà in questo 2024. L’attenzione è tutta sugli esiti di due grandi voti: le elezioni presidenziali americane di novembre e le europee di giugno. “Oggi noi stiamo facendo quello che ci ordinano i governi eletti dai cittadini. Alle elezioni la gente confermerà o meno se questa è la direzione in cui vuole andare. Quindi noi procediamo a occhi aperti e a piena velocità finché non vedremo se i cittadini vorranno cambiare direzione. Mi preparo su due possibili scenari basati sul risultato delle elezioni, siamo pronti per entrambi. Gli scenari sono di accelerazione se dovessero vincere i progressisti dogmatici o di decelerazione se vincessero i populisti”. I cittadini sono avvertiti, la decisione è nelle loro mani.