Guasto ‘raro’ a Roma, caos treni in tutta Italia. Salvini: “Chi sbaglia paga”. Ira opposizioni

Traffico ferroviario in tilt in tutto il Paese per un guasto tecnico a una cabina elettrica che alimenta la circolazione nel nodo di Roma, tra le stazioni di Termini e Tiburtina.

L’avaria, dalle 6.30 del mattino in poi, ha causato ritardi a catena anche oltre i 200 minuti e cancellazioni di corse, che hanno bloccato migliaia di utenti. I tecnici di Rete ferroviaria italiana sono riusciti a ripristinare il regolare funzionamento delle apparecchiature solo alle 8.30. Ci sono volute ore, però, prima che il traffico si avviasse verso una graduale ripresa, anche perché l’orario in cui si è verificato il disservizio era tra quelli considerati di punta, proprio nel mezzo di una settimana lavorativa.

In una mattina come questa è doveroso fare le scuse“, premette l’amministratore delegato e direttore generale di Rete ferroviaria italiana, Gianpiero Strisciuglio, facendo il punto della situazione mentre la circolazione stava lentamente riprendendo. Dopo i primi interventi dei tecnici Rfi è emerso che si è trattato di “un guasto raro“, spiega il manager visibilmente contrariato. “Siamo una grande azienda e non accettiamo che questo accada, andremo a fondo nella verifica e nel prendere eventuali provvedimenti“, aggiunge escludendo subito l’ipotesi che possa essere stato un attacco hacker la causa del danneggiamento. L’amministratore delegato e direttore generale del Gruppo, Stefano Donnarumma, visita la sala operativa “per verificare di persona metodi, strumenti e risorse dispiegate in situazioni come questa“, scrive su Linkedin, sottolineando che “i colleghi di Rfi e Trenitalia si sono mobilitati tempestivamente e in forze per affrontare le criticità e gli impatti sul traffico ferroviario“.

Poche ore più tardi è il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, a rivelare nuovi dettagli. “A quanto mi risulta, i tecnici dicono sembra esserci stato un errore, questa notte, di una ditta privata che ha piantato un chiodo su un cavo“, riferisce uscendo dall’aula della Camera dopo il question time. In mattinata il vicepremier vede i vertici del Gruppo Fs e Rfi per un punto tecnico, lamentando: “Non è accettabile che nel momento in cui investiamo 9 miliardi di euro nel 2024 per modernizzare la rete, 3,5 miliardi in manutenzioni per evitare incidenti e guasti e con 1.100 cantieri aperti“, oltre a “comprare nuove carrozze, nuovi treni pendolari, gli intercity, l’Alta velocità, la Tav, il Brennero” e poi “se uno alle 3 di notte, a Roma, pianta il chiodo nel posto sbagliato si rovina la giornata di lavoro a migliaia di persone“. Per questo motivo vuole “nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali di quelli che non hanno fatto il loro lavoro. Chi sbaglia paga“.

La presa di posizione di Salvini non basta a evitare il fuoco di fila delle opposizioni, che ne chiedono le dimissioni immediate. “Non si occupa di fare funzionare le ferrovie, pensa solo a come venderle” è l’accusa lanciata dalla segretaria del Pd, Elly Schlein. “Quando c’era lui… i treni non partivano nemmeno: c’è un ministro che continua a straparlare di ogni cosa, ma il lavoro per cui gli è stato assegnato il dicastero non lo fa. È davvero ora che Salvini vada a casa per incapacità e la smetta di fare danni“, attacca Nicola Fratoianni di Avs. Sulla stessa linea M5S: “Tolga il disturbo“. Duri anche i commenti di Italia viva e Azione.

Il ministro si limita a replicare dicendo che “da due anni le opposizioni chiedono le mie dimissioni perché respiro, vivo, la mattina mi alzo e il buon Dio mi concede un giorno in più. Fanno il loro mestiere, non commento“. In difesa di Salvini si schiera il suo partito, la Lega. “Con la sinistra a gestire ponti e ferrovie, succedevano tragedie come il Ponte Morandi a Genova o il disastro ferroviario sulla tratta Andria-Corato nel 2016“, controbatte il vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa, mentre alla Camera i deputati chiedono che “i vertici di Rfi e Trenitalia vengano a riferire in commissione Trasporti“.

Nel frattempo il lavoro dell’azienda va avanti e con una nota Rete ferroviaria annuncia che “sono in corso di scrupolosa valutazione tutti gli avvenimenti per l’individuazione precisa delle responsabilità“. Perché “è intenzione di Rfi prendere provvedimenti – anche di tipo contrattuale – nei confronti di tutti i soggetti che hanno commesso errori o non sono stati all’altezza della situazione“.

Infrastrutture, il governo punta sul sistema ferroviario. Rixi: “13,5 miliardi di investimenti fino al 2032”

Si parte dal Pnrr, ma l’obiettivo è più ampio. A indicare la strada che il governo intende percorrere è il vice ministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, partecipando alla presentazione del nuovo Frecciarossa1000 di Trenitalia (Gruppo Fs), alla fiera biennale della tecnologia per i trasporti ‘InnoTrans’, che si tiene a Berlino. L’esecutivo “ha deciso di investire ulteriori risorse” rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza “sia dirette, sia dei fondi Fsc, sostanzialmente triplicando gli investimenti in ferrovie fino a 13,5 miliardi annui, con una coda che arriverà fino al 2032”.

Rixi dice chiaramente che tra le punte di diamante del piano c’è il settore ferroviario. Tant’è che si sofferma a parlare del Terzo Valico, opera a cui, tra l’altro, tiene particolarmente da ligure. “La deadline è al 2026 e non la sposteremo, perché la pressione va mantenuta, come in tutte le cose”, garantisce. Ripercorre le criticità, spiegando che “sono state trovate pressioni geologiche tra le più forti a livello mondiale, ma abbiamo sviluppato una tecnologia per poterle affrontare in pochi mesi: stiamo andando avanti con le lavorazioni”.

In questo senso, c’è grande continuità con gli obiettivi che si pongono le diverse realtà del Gruppo Fs. Con il nuovo Frecciarossa1000 presentato a Berlino, ad esempio, Trenitalia vuole dare una nuova accelerazione al mercato non solo italiano ma europeo. Si tratta di un investimento da oltre 1,3 miliardi per 46 treni: 36 della prima commessa da consegnare entro il 2028, più un’opzione con Hitachi per la realizzazione di altri 10 convogli se la risposta sul campo dovesse andare nella giusta direzione. Le novità più interessanti sono la più elevata capacità tecnologica, il risparmio energetico tra il 10 e il 15% e la forte sostenibilità con il 97% di materiali riciclabili.

Un treno col quale l’azienda vuole consolidare il suo ruolo nel panorama europeo. “È stato progettato già dall’inizio per andare in tutta Europa – dice l’amministratore delegato e dg di Trenitalia, Luigi Corradi -. Fondamentalmente, nei sette paesi più importanti dal punto di vista ferroviario e, possibilmente, sempre avendo la possibilità di collegare l’Italia con l’Europa”. Perché l’obiettivo è puntato in alto: “Noi guardiamo in continuazione la parte estera per valutare se ci sono opportunità per espandere la nostra attività”, spiega Corradi. “Soprattutto la parte Alta velocità, che è quella in cui possiamo creare valore aggiunto rispetto a quello che circola in Europa, in particolare. Stiamo guardando se è possibile portare questo treno in altri Paesi”, ma “quando usciamo dall’Europa la situazione è più difficile”.

Per uno sviluppo completo serve anche la rete. Infatti, Rfi ha “triplicato il volume degli investimenti” con “l’ambizione di mantenere questo valore andando finalmente ad attuare un grandissimo piano di trasformazione delle infrastrutture e delle tecnologie dell’infrastruttura”, afferma l’ad e direttore generale di Rete ferroviaria italiana, Gianpiero Strisciuglio. Che da Berlino assicura: l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria andrà avanti, per lotti. La deadline per la realizzazione? “Sicuramente arriveremo puntuali all’appuntamento col il Ponte sullo Stretto di Messina, nel 2032”, afferma il manager.

Di investimenti, nella capitale tedesca, parla anche l’amministratrice delegata di Mercitalia Logistics, Sabrina De Filippis, a margine della presentazione delle prime locomotive da manovra Dual Shunter 2000 del Polo Logistica del Gruppo Fs. Le cifre sono importanti, come gli obiettivi che si pone, perché “abbiamo un piano molto articolato di circa 3 miliardi nell’arco temporale di 5-7 anni, che è in corso di implementazione. Di questi, l’80% è destinato al rinnovo di locomotive e carri, prevalentemente di ultimissima generazione”. Perché il futuro non aspetta.

Ritardi e disagi trasporti, opposizioni: “Salvini riferisca subito in Parlamento”

Il difficile luglio dei trasporti diventa un tema del dibattito politico. Sono le opposizioni a chiedere che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, venga in Parlamento a riferire sui ritardi, i disagi e i rallentamenti che si sono verificati nell’ultimo mese, in particolare sulla rete ferroviaria, dovuti alla combo dei lavori di ammodernamento e manutenzione infrastrutturale di diverse linee (già programmati) e guasti causati spesso da incendi divampati in punti nevralgici del Paese.

Per la mattina di venerdì, alle 10.30, il vicepremier ha convocato a Porta Pia “tutti i soggetti interessati al traffico aereo (dalle compagnie alle società di gestione) per fare il punto della situazione alla luce della crescente pressione negli scali italiani e per garantire al massimo i viaggiatori”, fa sapere il Mit. Ma allo stesso tempo la lente di Salvini è puntata “con particolare attenzione” sull’andamento dei cantieri, “annunciati da mesi in accordo con gli enti locali, che hanno l’obiettivo di migliorare la rete anche alla luce di investimenti senza precedenti (in larga parte previsti dal Pnrr) – comunica ancora il ministero – e prima della totale ripresa delle attività lavorative dopo la pausa estiva”. Salvini comunque “ha ribadito a Fs e alle società coinvolte che è necessario massimo impegno per offrire un servizio all’altezza”.

Le raccomandazioni del ministro, però, non bastano. “Il picco di cantierizzazione sulla rete ferroviaria non può giustificare le scene deliranti a cui assistiamo in questi giorni nelle stazioni di tutto lo Stivale. I ritardi sistematici di 100 o 200 minuti non possono diventare una prassi consolidata in Italia”, lamentano i Cinquestelle. “E’ chiaro che qualcosa non funziona tra deragliamenti, guasti, annullamenti, cambi di rotta: serve un’operazione chiarezza”, dicono rivolti al responsabile del Mit ma anche alla premier, Giorgia Meloni, “se Salvini non è in grado di chiarire”.

Per Italia Viva il ministro “deve venire lunedì in Parlamento a spiegare cosa sta succedendo ai treni in Italia, perché il Paese è bloccato e ci aspetta un agosto di caos”. La richiesta è della coordinatrice nazionale, Raffaella Paita. Alla quale si associa anche la capogruppo alla Camera, Maria Elena Boschi, rincarando la dose in un video sui social con cui chiede agli utenti di raccontare la propria esperienza negativa nei trasporti di questi giorni, affinché Salvini “si renda conto finalmente che la sua incapacità sta bloccando un Paese intero”. Tra questi potrebbe esserci anche il leader di Iv, Matteo Renzi, che dal treno Firenze-Roma posta la foto del ritardo annunciato e scrive: “Nessun governo ha fatto peggio di questo sui trasporti. E nessun ministro dei Trasporti ha fatto peggio di Salvini”.

Gli italiani “sono tenuti in ostaggio dai guasti ai treni e da ritardi insostenibili”, accusa pure Nicola Fratoianni (Avs) su Facebook. “Ma il ministro Salvini pare non accorgersene – continua il leader di Sinistra italiana -, è impegnato in tutt’altro, scrive post su qualunque cosa, tranne che sul delirio che sta accadendo sulle linee ferroviarie del nostro Paese. I cittadini italiani sarebbero titolati a precettare il ministro invisibile”. Per il Pd “il governo è direttamente responsabile dei disservizi che gli italiani e i turisti che hanno scelto di viaggiare in Italia stanno subendo in questi giorni“, dice il vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, Andrea Casu. Chiedendo di “attivate misure compensative per chi sta subendo i danni“, perché “non è pensabile rispondere dicendo semplicemente a centinaia di migliaia di persone di riprogrammare le proprie vacanze“.

Ancora più duro il portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli (Avs): “L’Italia è nel caos trasporti e il ministro competente, Salvini, si occupa di tutto tranne che dei Trasporti, continuando a giocare con il plastico del Ponte sullo Stretto“. Al coro di critiche si accoda anche Azione, con Osvaldo Napoli: “Il ministro ‘patriota’ Matteo Salvini si occupa di un sacco di cose, dagli immigrati alle questioni di genere, tranne di ciò per cui viene pagato dagli italiani – accusa -. I treni viaggeranno per tutto agosto, cioè nel mese in cui il traffico viaggiatori tocca la punta più alta, con ritardi programmati intorno ai 150 minuti“.

Intanto arrivano buone notizie sul fronte infrastrutturale, perché il Cipess ha deliberato di ripartire circa 2,5 miliardi di euro di fondi straordinari per il settore ferroviario, tramite il secondo atto integrativo al Contratto di Programma tra Mit e Rete ferroviaria italiana.

Sabotaggio sulla rete ferroviaria SNCF in Francia: trasporti nel caos

Sabotaggio a poche ore dalla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi: le ferrovie francesi hanno subito un “massiccio attacco” nella notte tra giovedì e venerdì che ha gravemente interrotto la circolazione dei suoi treni con il rischio di linee bloccate per “l’intero fine settimana”, lasciando 800.000 viaggiatori in attesa, compresi gli atleti. I cavi in ​​fibra ottica che correvano nelle canalette situate vicino ai binari e che garantivano la trasmissione delle informazioni di sicurezza per i conducenti (semafori rossi, interruttori, ecc.) sono stati tagliati e incendiati in diversi punti della rete, provocando un enorme caos già all’alba di venerdì. La linea TGV Atlantique, che collega Parigi alla Bretagna nell’ovest del Paese, ma anche nel sud-ovest, è stata la più colpita.

Nessun treno ha potuto circolare in entrambe le direzioni fino al primo pomeriggio e una cinquantina di essi sono stati soppressi. Il traffico ferroviario è poi ripreso, ma con un solo treno su tre in circolazione. Sulla linea ad alta velocità verso l’est della Francia circolano tutti i treni, ma con un’ora e mezza di ritardo. Verso nord, infine, i ritardi si aggirano intorno ad un’ora e alcuni treni sono stati soppressi. Eurostar, la compagnia che serve Parigi, Lille, Bruxelles, Londra e Amsterdam, tra gli altri, è stata costretta a cancellare un quarto dei suoi treni nella giornata di oggi, e lo stesso è previsto per sabato e domenica. “Le persone più colpite oggi sono gli 800.000 viaggiatori attesi questo fine settimana… è stato preso di mira il grande crossover verso le vacanze piuttosto che Olimpiadi“, ha affermato il ministro dei Trasporti Patrice Vergriete. In serata, Sncf ha fatto sapere che sabato due TGV su tre circoleranno sull’asse Bretagna e Sud-Ovest, l’80% sull’asse Nord, tutti con ritardi da una a due ore, e il traffico sarà normale sulla linea ad alta velocità Est. La compagnia francese ha assicurato che “saranno garantiti tutti i trasporti delle squadre e degli accreditati per le Olimpiadi“, precisando che “in questa fase, il traffico resterà interrotto domenica sull’asse Nord e dovrebbe migliorare sull’asse Atlantico per i rientri del fine settimana“.
Un atto doloso è stato però sventato” sulla linea Alta Velocità Sud-Est. I ferrovieri che effettuavano operazioni di manutenzione durante la notte hanno avvistato persone avvisando la gendarmeria, mettendole in fuga”, ha dichiarato il direttore generale della SNCF Jean-Pierre Farandou.

La Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta su deterioramento di beni che potrebbero ledere gli interessi fondamentali della Nazione, attacchi ad un sistema automatizzato di trattamento dei dati da parte di una banda organizzata e di un’associazione criminale allo scopo di commettere questi delitti e crimini. “Tutti gli elementi dimostrano chiaramente che si tratta di volontarietà: la concomitanza (…); furgoni ritrovati con persone in fuga (…); ordigni incendiari rinvenuti sul posto“, ha affermato il ministro dimissionario Patrice Vergriete . Si tratta di un “atto criminale scandaloso” che “ovviamente condanno fermamente”, ha insistito. Un sabotaggio simile è avvenuto l’anno scorso in Germania, o sull’LGV Est, nel gennaio 2023.

Il primo ministro del governo dimissionario Gabriel Attal ha invitato “alla prudenza”. “L’indagine sta partendo, invito tutti a fare attenzione. Quello che sappiamo, quello che vediamo, è che questa operazione è stata preparata, coordinata, che sono stati presi di mira i punti chiave, il che dimostra una forma di conoscenza della rete per sapere dove andare a colpire“, ha indicato il capo del governo dimissionario. Il presidente Emmanuel Macron, intercettato dai giornalisti sulla scalinata dell’Eliseo, ha dichiarato che non avrebbe commentato il sabotaggio. “Tutti i nostri servizi di intelligence e le forze di sicurezza interna sono mobilitati per rintracciare, trovare e ovviamente punire i colpevoli“, ha ribadito Attal.

Il modus operandi – incendio doloso degli impianti – assomiglia a quello utilizzato in passato dall’estrema sinistra, stima una fonte di sicurezza. Ma secondo una fonte vicina alla vicenda, al momento non c’è nulla che supporti la tesi del coinvolgimento del movimento. I servizi stanno attualmente studiando tutte le ipotesi.

L’attacco è avvenuto a poche ore dalla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici a Parigi, quando molti viaggiatori progettavano di convergere nella capitale. Quattro treni hanno trasportato gli atleti per la cerimonia di apertura: due sono riusciti ad arrivare, un altro ha subito ritardo e “la squadra che viaggiava sull’ultimo sarà riposizionata su un altro treno”, hanno precisato la SNCF. Il sito di car pooling BlablaCar ha dichiarato di aver registrato un aumento delle prenotazioni per questo venerdì del 150% rispetto al traffico previsto. Alla stazione di Montparnasse a Parigi, le varie sale della stazione erano affollate di viaggiatori scontenti, alcuni in lacrime. Alla stazione del TGV dell’aeroporto Parigi-Charles-de-Gaulle, decine di passeggeri esaminano con ansia i tavoli delle partenze di questa piattaforma di collegamento. La SNCF ha promesso che i 90.000 bambini trasportati questo fine settimana grazie al programma di sostegno della SNCF avranno la priorità per essere trasportati in sicurezza.

Guasto di Microsoft su scala globale: trasporti mondiali in tilt, disagi anche per banche e Borse

Allarme in tutto il mondo per un guasto Microsoft su scala globale, che sta causando disagi dall’India all’Europa, da Hong Kong all’Australia. Decine di compagnie aeree sono bloccate a terra, si registrano code negli aeroporti, problemi di telecomunicazione alla ABC TV australiana, disagi alla Borsa di Londra: nelle ultime ore si è moltiplicato il numero di aziende che hanno segnalato interruzioni o disservizi. Gli utenti “potrebbero non essere in grado di accedere a varie applicazioni e servizi di Microsoft 365”, ha annunciato la società, che sta attuando “misure di mitigazione” del danno.

PROBLEMI TECNICI ALLA BORSA DI LONDRA. I mercati azionari mondiali sono crollati venerdì a causa di una serie di incertezze economiche e politiche, ma anche a causa di questo guasto, che ha impedito agli indici delle borse di Londra e Milano di visualizzare il loro tasso di variazione al consueto orario di apertura. La Borsa di Londra è stata colpita da un problema tecnico che ha interessato la sua piattaforma di diffusione delle informazioni al mercato, mentre la visualizzazione della variazione del FTSE 100, il suo indice principale, è stata ritardata all’apertura. “Il servizio di informazione RNS sta attraversando un problema tecnico globale legato a una terza parte, che impedisce la pubblicazione di informazioni”, si legge in una nota pubblicata sul sito web del London Stock Exchange. “I team tecnici stanno lavorando per ripristinare il servizio. Gli altri servizi del Gruppo, in particolare il London Stock Exchange, continuano a funzionare normalmente”, si legge nella nota

AEROPORTI IN TILT. Numerosi aeroporti hanno dichiarato di essere stati colpiti dall’interruzione, tra cui Berlino, Amsterdam-Schipol e tutti quelli spagnoli, mentre diverse compagnie aeree hanno segnalato problemi: i vettori statunitensi Delta, United e American Airlines, Air France, l’irlandese Ryanair e tre compagnie aeree indiane.

La compagnia aerea irlandese Ryanair, il più grande vettore di passeggeri d’Europa, ha avvertito che “attualmente sta subendo un’interruzione della rete a causa di un’interruzione informatica globale da parte di terzi al di fuori del suo controllo”. “Se dovete viaggiare oggi e non avete ancora fatto il check-in per il vostro volo, potete farlo in aeroporto. Ci scusiamo sinceramente per gli eventuali disagi”. “Un guasto ai sistemi informatici potrebbe portare a tempi di attesa più lunghi del solito negli aeroporti”, ha avvertito su X anche la Civil Aviation Authority (Caa) del Regno Unito.

Anche l’aeroporto di Berlino è nel caos, con ritardi nel check in e il traffico sospeso. Diversi voli da e per lo scalo sono stati cancellati in mattinata. Altri aeroporti tedeschi, tra cui i principali Francoforte e Monaco, non hanno segnalato alcuna interruzione.

Tutti gli aeroporti spagnoli stanno subendo interruzioni a causa del gigantesco guasto informatico che ha colpito molte compagnie in tutto il mondo. Lo ha annunciato Aena, il principale operatore aeroportuale al mondo in termini di numero di passeggeri. “A causa di un guasto nel sistema informatico, si stanno verificando interruzioni nei sistemi di Aena e negli aeroporti della rete in Spagna”, ha dichiarato il gruppo, facendo riferimento a possibili ‘ritardi’ in un messaggio sul social network X. Questo “incidente tecnico globale riguarda principalmente i punti di check-in e di informazione per i passeggeri”, afferma Aena, che sta effettuando alcune operazioni “con sistemi manuali” in attesa che il guasto venga risolto. “Stiamo continuando a lavorare con tutte le parti interessate per porre rimedio alla situazione il prima possibile”, ha aggiunto la società.

Anche tre compagnie aeree indiane hanno annunciato interruzioni nei loro sistemi di prenotazione, legate ai diffusi problemi tecnici segnalati dagli operatori aerei di tutto il mondo. “I nostri sistemi sono attualmente affetti da un’interruzione di Microsoft”, ha dichiarato il vettore low-cost IndiGo in un post sulla piattaforma di social media X, mentre anche le compagnie aeree Akasa Air e SpiceJet hanno segnalato problemi tecnici.

“Un’interruzione di Microsoft che ha interrotto il servizio alle compagnie aeree di tutto il mondo sta interessando alcune compagnie aeree dell’aeroporto internazionale di Hong Kong”, ha annunciato lo scalo.

FERROVIE BRITANNICHE NEL CAOS.  Il più grande operatore ferroviario britannico ha dichiarato di essere stato colpito da problemi informatici che hanno portato a cancellazioni dell’ultimo minuto. Le quattro compagnie ferroviarie del gruppo Govia Thameslink Railway hanno annunciato sui social media che sono in corso problemi informatici diffusi su tutta la rete. “I nostri team IT stanno indagando attivamente sulla causa del problema”, hanno dichiarato, aggiungendo che si potrebbero prevedere “potenziali cancellazioni dell’ultimo minuto” poiché le compagnie non sono in grado di accedere ad alcuni sistemi di guida. “Anche altri sistemi chiave, tra cui le nostre piattaforme di informazione in tempo reale per i clienti, sono interessati dal problema”, prosegue il messaggio, invitando i passeggeri a informarsi prima del viaggio.

Stoccolma sperimenta una ‘barca volante’ 100% elettrica per il trasporto urbano

Un’imbarcazione elettrica che vola a un metro dall’acqua e non produce quasi alcuna turbolenza: una società svedese sta testando un traghetto elettrico che dovrebbe trasportare i primi passeggeri a partire da ottobre a Stoccolma. Dotato di tre ali in fibra di carbonio posizionate sotto lo scafo – i ‘foil’ – e alimentato da una batteria al litio, questo aliscafo “è in grado di volare sopra l’acqua” una volta raggiunta una velocità sufficiente, spiega Andrea Meschini, che sta conducendo i test di ricerca e sviluppo sul Candela P-12, dell’omonima azienda svedese. L’imbarcazione mantiene la sua stabilità automaticamente grazie a sensori che regolano costantemente i foil.

Levitando sopra l’acqua, la navetta “consuma fino all’80% di energia in meno rispetto a un’imbarcazione convenzionale”, ha dichiarato il suo pilota durante la dimostrazione del prototipo al largo dell’arcipelago di Stoccolma. Poiché elimina l’attrito e la resistenza alle onde dello scafo, l’imbarcazione è in grado di andare molto più veloce dei modelli convenzionali: fino a 55 km/h. A Stoccolma, il P-12 servirà una rotta molto trafficata tra il centro della città e un’isola a ovest dell’arcipelago. La traversata dovrebbe durare 35 minuti, la metà del tempo richiesto via terra. Il contratto con SL – l’autorità per il trasporto pubblico della capitale svedese – prevede l’introduzione di un unico modello, che da ottobre potrà trasportare fino a 30 passeggeri.

È incredibile, siamo nel futuro”, si meraviglia Meschini, manovrando l’imbarcazione con un semplice joystick, che paragona a un ‘tappeto volante’. Nonostante le onde e i vortici prodotti dalle altre imbarcazioni che navigano nelle vicinanze, a bordo della navetta non si sente praticamente nulla. La barca è “piccola, veloce, non inquina e non fa quasi rumore”, si vanta il capitano. “La nostra missione principale è sempre stata quella di rendere il trasporto marittimo efficiente, sostenibile e privo di combustibili fossili”, afferma Meschini. L’impatto ambientale della costruzione della navetta non è però nullo: l’estrazione del litio che alimenta la batteria dell’imbarcazione richiede molta acqua. Sebbene la tecnologia fosse già pronta da diversi anni (Candela produce imbarcazioni volanti da diporto), questa navetta più grande doveva “soddisfare una serie di standard per essere sicura per i passeggeri”, ha dichiarato all’AFP Karin Hallén, responsabile del programma presso Candela. Sviluppando questo tipo di modello, Candela mira a conquistare il mercato internazionale del trasporto pubblico marittimo a zero emissioni. Secondo Meschini, questo settore ha “un grande potenziale perché la maggior parte delle grandi città del mondo è costruita intorno all’acqua”. “Eppure non viene utilizzato e sviluppato in termini di trasporto pubblico. Noi vogliamo colmare questa lacuna”.

Il trasporto marittimo è responsabile del 3% delle emissioni mondiali di gas serra. A marzo, Candela ha chiuso un round di raccolta fondi di quasi 25 milioni di euro. Il gruppo francese Beneteau, uno dei maggiori costruttori di barche in Europa, è uno dei nuovi investitori.

Al G7 Salvini in pressing su Ue per salvare auto: “Siamo circondati da cinesi”

(Photo credit: MIT)

Al G7 dei trasporti in corso a Milano, il ministro Matteo Salvini alza il volume su auto, nucleare e grandi opere. “Sacrosanto parlare coi cinesi. Spero di andare presto in Cina, avere buoni rapporti è fondamentale”, ma “distruggere un settore produttivo e imprenditoriale come quello dell’auto per l’ideologia di sinistra, per cui bisogna andare tutti in giro a piedi, a cavallo o in monopattino è spalancare le porte di casa nostra alle moto e alle macchine cinesi, che hanno prezzi fuori mercato rispetto ai nostri, perché non ci sono le normative sindacali e ambientali. E’ una follia, l’Europa dovrà ripensare a questa marcia ideologica”, sottolinea il vicepremier a margine dell’evento.

Non va giù al segretario leghista anche che la nuova Alfa Romeo ‘Milano’ sia prodotta in Polonia. “Che dia lavoro a operai, a terzisti, a piccole imprese fuori dal territorio italiano non rende onore alla storia di questo marchio, di questa azienda. La gestione degli ultimi anni non rende merito al sacrificio di tanti operai e di tanti ingegneri e delle precedenti proprietà”, continua Salvini, che aggiunge: “Io tifo sempre italiano però a Mirafiori e non solo, dove gli operai sono in cassa integrazione, è rimasto ben poco di italiano. Sono un liberale e per il libero mercato però faremo tutto il possibile per evitare… non so se avete visto che alle spalle del Duomo c’è un marchio cinese… per evitare che ormai siamo circondati”. Il riferimento è alla vetrina del concessionario Byd, gruppo cinese leader mondiale nelle auto elettriche, proprio dietro al duomo meneghino. Il concetto, Salvini, lo rimarca anche in apertura della prima sessione di lavoro ‘Futuro della Mobilità’ all’interno del G7 Trasporti, sottolineando le responsabilità dell’Europa che mette al bando i motori tradizionali aiutando la produzione cinese.

Il vicepremier ribadisce anche il suo ‘sì’ al nucleare. “L’unico modo per abbassare le bollette è prevedere anche il nucleare, ormai assolutamente pulito e sicuro. Ci sono aziende italiane che stanno lavorando in Europa e noi diciamo di no… Ci sono 400 centrali funzionanti nel mondo, siamo circondati e le nostre imprese non possono pagare di più”, dice a margine dei lavori. Il tema è, aggiunge Salvini, che “troppi ‘no’ frenano lo sviluppo. Per ogni opera pubblica, in Italia spunta qualche comitato del No. Per questo, negli ultimi anni è stato difficile investire”. Parlando ai colleghi ministri, puntualizza inoltre che proprio questi comitati “ritengono le nuove infrastrutture inutili, obsolete, dannose per l’ambiente. E il giudizio non cambia nemmeno per infrastrutture strategiche come la Tav o il ponte sullo stretto di Messina che invece avranno effetti positivi a cascata”. La tragedia alla centrale idroelettrica di Suviana? Bisogna “capire chi eventualmente ha sbagliato” ma pure in questo caso – conclude – non vorrei “che qualcuno mettesse in discussione anche l’idroelettrico”.

L’aviazione si fa green: arriva aereo Climate Impulse a idrogeno

Dopo Solar Impulse, Bertrand Piccard lancia Climate Impulse, un nuovo progetto per promuovere le tecnologie a zero emissioni e “dimostrare che esistono soluzioni” alternative a quelle attuali. Progettato in collaborazione con l’azienda chimica belga Syensqo, che si è separata da Solvay a dicembre, l’aereo avrà una doppia fusoliera con la cabina di pilotaggio al centro e un’apertura alare di 37 metri, la metà di quella di Solar Impulse. Il volo inaugurale è previsto per il 2026 e la circumnavigazione del globo due anni dopo. Dovrà quindi volare a quasi 200 km/h a un’altitudine di 3.000 metri per otto giorni di fila.

Il suo predecessore, Solar Impulse 2, alimentato esclusivamente a energia solare e quindi dipendente dalle condizioni atmosferiche, ha completato la circumnavigazione nel 2016 dopo 17 tappe. Climate Impulse funzionerà con idrogeno green, quindi prodotto da energia elettrica rinnovabile, che alimenterà i motori. “Viviamo in un mondo eco-depresso, che non vede futuro: è ora di dimostrare che esistono soluzioni oggi, e che queste soluzioni devono ricreare entusiasmo”, sostiene Bertrand Piccard. Lo svizzero, che si definisce un “esploratore del progresso e della sostenibilità”, lavora a Climate Impulse da tre anni. “Si tratta di dimostrare che con una cella a combustibile, motori elettrici e idrogeno liquido si può far volare un aereo a due posti intorno al mondo e che, se questo è possibile, si può fare ovunque”, ha spiegato all’AFP.

In Europa sono attualmente in fase di sviluppo diversi progetti di aerei a idrogeno tra cui il Dragonfly della start-up francese Blue Spirit Aero e lo ZEROe di Airbus.
Syensqo, che è nata da Solvay e ne ha rilevato le attività di prodotti chimici speciali, era già partner di Solar Impulse. Il gruppo lavora su “materiali speciali, chimica per la decarbonizzazione, riduzione del peso ed elettrificazione” e un progetto come Climate Impulse è una “straordinaria vetrina” per le nuove innovazioni, afferma Ilham Kadri, amministratore delegato della società.

Tra queste, le batterie solide – più dense di energia e non infiammabili – i materiali termoplastici compositi – più leggeri degli attuali compositi e riciclabili – e lo stoccaggio di idrogeno criogenico (-253°C) a bordo dell’aereo. “Quello che vogliamo fare è dimostrare tecnologicamente che è fattibile per l’aviazione”, dice l’ad.

Responsabile di una percentuale compresa tra il 2,5% e il 3% delle emissioni globali di CO2, il settore dell’aviazione si è impegnato a raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2050.

Airbus, che prevede di sviluppare un proprio aereo a idrogeno entro il 2035, fornisce assistenza tecnica a Climate Impulse, così come i fornitori di attrezzature aeronautiche Daher, CapGemini e Arianegroup, specializzato nell’uso dell’idrogeno.

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INFOGRAFICA INTERATTIVA Trasporti, le emissioni di gas serra in Ue dal 1990

Nell’infografica INTERATTIVA di GEA, l’andamento delle emissioni causate dai trasporti in Ue e la tassazione ambientale nei vari Paesi europei. Secondo Eurostat, tra il 1990 e il 2019, le emissioni totali di gas serra nell’Ue dovute alla combustione di carburanti nei trasporti – senza contare l’aviazione e la navigazione internazionali – sono aumentate del 23,8%, ovvero di 160 milioni di tonnellate di CO₂-equivalente. Nel 2020, a causa dell’impatto della crisi Covid-19 sui trasporti, erano diminuite del 13,5% rispetto al 2019. Nel 2021 si è verificata una parziale ripresa, poiché le emissioni di gas serra nell’Ue dovute alla combustione di combustibili nei trasporti sono aumentate dell’8,6%. Eurostat spiega anche che nel 2021 sono stati raccolti 326 miliardi di euro di entrate fiscali ambientali, pari al 2,24% del Pil. Le imposte ambientali sui trasporti sono state valutate in 59 miliardi di euro, il 18,1% di tutte le imposte ambientali, pari allo 0,41% del Pil. Tra gli Stati membri dell’Ue, le tasse ambientali sui trasporti variavano dallo 0,04% del Pil in Estonia allo 0,81% in Grecia, allo 0,83% in Austria, allo 0,87% nei Paesi Bassi e all’1,17% in Danimarca.

Trasporti, accordo Ue su taglio emissioni dei veicoli pesanti: -90% entro 2040

Nuovi autobus a emissioni zero dal 2035 (con una tappa intermedia del 90% nel 2030) e riduzione del 90% al 2040 per i camion. I negoziatori del Parlamento e del Consiglio Ue hanno raggiunto oggi (18 gennaio) un accordo politico sul regolamento emissioni di CO2 dei veicoli pesanti, camion e autocarri. Uno degli ultimi file legislativi del Green Deal rimasti da completare prima della fine della legislatura.

I colegislatori hanno mantenuto gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dalla Commissione europea nella sua proposta, pari al 45% per il periodo 2030-2034, del 65% per il 2035-2039 e del 90% a partire dal 2040, applicandoli ai camion di grandi dimensioni con un peso superiore alle 7,5 tonnellate (compresi i veicoli professionali, come camion della spazzatura, ribaltabili o betoniere a partire da 2035) e autobus.

L’Europarlamento ha insistito per porre fine al motore a combustione entro il 2040, ma si è rivelata un’ambizione troppo lontana. Nonostante questo, “sono soddisfatto di questi obiettivi, perché rappresentano un’enorme accelerazione e la portata della legge è stata ampliata nei negoziati, il che è importante per le nostre ambizioni climatiche”, dichiara l’eurodeputato dei Verdi, Bas Eickhout, capo negoziatore per conto del Parlamento.

Quanto ai nuovi autobus urbani, le norme prevedono una riduzione delle emissioni del 90% entro il 2030 e zero emissioni entro il 2035. I colegislatori hanno concordato di esentare gli autobus interurbani da questo obiettivo e di inserire questo tipo di HDV negli obiettivi generali per gli autobus.

Dopo il tentativo fallito di riaprire la partita dei biocarburanti nel regolamento sulle emissioni delle auto (che ha prescritto un contestato stop all’immatricolazione di nuove auto a combustibili tradizionali, auto e benzina dal 2035), l’Italia ha provato a fare la stessa cosa sul regolamento per i mezzi pesanti chiedendo di inserire nelle nuove norme il fattore di correzione del carbonio, ovvero un modo per contabilizzare il contributo dei carburanti a zero-basse emissioni (come i biocarburanti) all’interno dei regolamenti che riguardano la mobilità.

La richiesta è stata accolta solo in parte. Secondo l’accordo la Commissione effettuerà una revisione dettagliata sull’efficacia e sull’impatto del regolamento entro il 2027. Questa revisione valuterà, tra l’altro, l’estensione del campo di applicazione ai piccoli camion, il ruolo di una metodologia per la dei veicoli pesanti veicoli pesanti (HDV) alimentati esclusivamente con registrazione carburanti a zero emissioni di CO2, in conformità con la normativa Ue e l’obiettivo di neutralità climatica e il ruolo di un fattore di correzione del carbonio nella transizione verso veicoli pesanti a emissioni zero, come richiesto anche dall’Italia.